it takes all the running you can do to keep in the same place

@ carrow's district, nathaniel ft. libera

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    nathaniel henderson
    «Mh.» E fino a lì.
    Posò gli occhi chiari – e stanchi, molto stanchi – sull’ambiente circostante e scoprì, non senza un pizzico di stupore, di non essere nel proprio ufficio. Eppure ricordava perfettamente di aver varcato la soglia dello studio, chiacchierando allegramente con uno studente Tibiavorio in cerca di supporto morale e poi —
    «Mh.» ripetè, ma stavolta assottigliando le palpebre fino a lasciare due schegge azzurre a perlustrare il circondario. Era abbastanza sicuro di trovarsi allo zoo, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco. Nemmeno un polpastrello, in realtà. «Peccato, volevo sapere come andava a finire.» Lo studente Tibiavorio di poco prima, avete presente? Bene, era andato da Nate per parlare di una faccenda molto importante e lui, dopo averlo ascoltato e aiutato, con l’abilità che anni e anni di shipping gli avevano conferito, era stato bravo a portare la conversazione su una questione ancora più importante. Perché ok, era molto bello spiare le giovani coppie che sbocciavano ad Hogwarts da lontano; ma era ancora meglio ricevere aggiornamenti direttamente dalla fonte. Chiedere ed informarsi dimostravano una certa attenzione nei confronti degli studenti, e Nathaniel Henderson era un professore che si interessava attivamente alla vita dei suoi ragazzi.
    (Nemmeno troppo in maniera ironica — lo faceva davvero. Sapeva cosa comportasse rimanere saldo e fermo nella propria posizione, quanto i colleghi ministeriali lo reputassero poco degno di sedere tra loro alle riunioni, o che ritenessero i fondi che finivano nella gestione degli special uno spreco di denaro pubblico, ma a lui non interessava. Ci credeva in quello che faceva.)
    Schioccò la lingua contro il palato, riflettendo. «Dunque,» non era più al Castello. E di nuovo: e fino a lì. Mise mano all’orologio da taschino che portava sempre con sé, consultandolo per prendere nota dell’ora: ora di pranzo. OK, avevano delle attività programmate per i ragazzi del primo anno, subito dopo pranzo, quindi confidava che Lydia prima o poi avrebbe notato la sua mancanza e allertato qualcuno, perché di quei periodi non si poteva mai sapere: spariva un sacco di gente in maniera improvvisa e insolita, poteva benissimo essere l’ennesimo caso di “persona misteriosamente svanita nel nulla”, non si sentiva di poterlo escludere a priori. «Ok. OK.» Battè le mani fra loro, riscuotendosi dal torpore momentaneo che lo aveva colpito nel rendersi improvvisamente conto di essere dove non avrebbe dovuto: aveva visto e vissuto situazioni ben peggiori, cos’era mai un piccolo blackout con annessa camminatina di salute in quel di Hogsmeade. Chiunque lo conoscesse, sapeva che non era da lui perdersi d’animo: non lo avrebbe fatto nemmeno quella volta. Magari era stato solo vittima di un incidente di percorso di uno studente meno bravo a controllarsi. Succedeva.
    Fece per incamminarsi — quanto meno, nel suo girovagare mistico, era finito in un posto che conosceva; avrebbe potuto dirgli molto, molto, peggio. Carrow’s District era un posto familiare, uno che Nate poteva navigare facilmente, e da cui uscire in un batter d’occhio. Si diresse quindi verso quella che sapeva essere la via che portava all’entrata principale, notando solo dopo parecchi metri che le gabbie delle creature fossero tutte vuote. «OK, strange forte Era così che si diceva, no? Si avvicinò alla prima recinzione trovata, osservando dentro e aspettandosi di trovare qualche animaletto appallottolato sul terriccio, magari addormentato. Invece non c’era nulla. Le gabbie erano pulite, ben tenute, ma vuote.
    Ora che ci faceva caso, l’intero giardino zoologico era deserto.
    Mh, mhhh.
    Forse la questione era un po’ più profonda di quello che aveva anticipato. Quando mai lo zoo era stato così vuoto, a quell’ora?! C’era sempre qualcuno in giro: famiglie a passeggio, scolaresche in visita, persone che avevano una giornata da buttare e decidevano di passarlo lì. Persino i turisti magici andavano a visitarlo! «Cosa potrà mai essere successo.» Parlare da solo, era risaputo, aiutava a risolvere i problemi. O, quanto meno, a districarli un pochino.
    Grattò via un prurito inesistente sulla guancia, l’indice sinistro a grattare sulla barba scura, mentre prendeva nota, adesso con più attenzione, dei dintorni. E fu in quel momento che la vide: una figura minuta, in avvicinamento. Lenta, ma inesorabile.
    Nate alzò la mano, educatamente.
    «Salve, sa dirmi dove-»
    «Un coshi bel ciovanotto» E, senza dargli tempo di finire o aggiungere altro, la vecchina gli posò sulle mani un cesto di frutta. «Mangia, ti fa bene» Che... okay. La frutta faceva bene, in effetti, ma non vedeva come quella potesse essere la priorità della signora, in quel momento. «La ringrazio, è un pensiero davvero carino il suo ma avrei una domanda.» La inchiodò sul posto, occhi chiari negli occhi ancora più chiari — la signora era di un pallore indescrivibile, una nuvola con le sembianze di donna: capelli bianchi, voluminosi e gonfi; veste chiara che svolazzava nel vento, pelle che non vedeva la luce del sole da almeno settant’anni, iridi così chiare da risultare trasparenti. Per nulla affatto ominous. Nate decise di prendere nota di tutti quei dettagli, ma di porre comunque il quesito. «Sa dove sono tutti? C’è magari una festa in qualche area dello zoo?» Poteva escluderlo? No, perciò.
    «Prenda anche questo, ciovanotto»
    Era come parlare con un muro.
    «O-ok. La ringrazio...» cercò di non far trapelare l’incertezza della situazione nelle sue parole, ma era: confuso. Se era un trip dovuto a qualche potere, era solo strano e poco divertente.
    (Per il momento, almeno!!)
    «Che mi dice de-» «il nokia indistruttibile, così puoi lanciarlo sulla gente» EH, se solo ci fosse stata gente su cui lanciarlo.
    (Cosa? Cosa.)
    «Grazie ancora...» Alzò gli occhi verso il cielo, cercando di rimanere calmo e sereno anche di fronte alle difficoltà di comunicazione tra lui e la sciura, ma quando li riabbassò — la vecchina non c’era più. Il cesto di frutta e il cellulare babbano erano ancora nelle sue mani. «Va bene. Va bene, Nate, non farti domande.» Aveva come la sensazione che avrebbe avuto un sacco di tempo per farle, più avanti.
    Riprese a camminare sulla via che portava all’uscita, e si fermò solo in dirittura d’arrivo, la mano che reggeva il Nokia a premere su un fianco ed espressione rassegnata sul volto. «Mi sembra ovvio.» Che folle anche solo a pensare di poter uscire così facilmente da lì, AH! «Un grande classico!» Al posto del grande cancello d’entrata e d’uscita, c’era una solida (e invalicabile) parete di arbusti, cespugli e fitta vegetazione, che saliva alta verso il cielo a perdita d’occhio. Così, a pelle, Nathaniel aveva delle forti vibes che rimandavano ai labirinti ma sperava di sbagliarsi.
    «Mh.» E fino a lì.
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    31 | teacherdeatheaterclueless



    CIAO ARI BUONA PASQUA. (cosa?cosa.)
    Iniziamo con le cose improtantissime: scusa. Perché... beh, insomma. Scusa, e basta. Ho davvero cercato di fare del mio meglio ma... ma !! ho un limite (mentale.) and it shows.

    1. È in what if/AU perché è chiaramente un Nate non canon, ma poi vedi tu se vuoi continuare a ruolarla qui o se la vuoi spostare... puoi anche non leggerla mai più.
    2. Hai chiesto a Babbo Censimento una role di Nathaniel e.... tadan. Scusa parte mille.
    3. Per l'oggetto (“il nokia indistruttibile così puoi lanciarlo sulla gente”) e il prompt (“una signora random ti ha regalato un cesto di frutta”) ringrazio le ignare sara ed eli jr; il resto, la storia del labirinto-slash-chissadoveseiNate mi è venuta in mente scrivendo quindi non ha senso. ma ci interessa? no. stranger things have happened
    4. Non so cos'altro aggiungere, davvero, come per le fanfiction ci ho provato........ chissà.... scusa Nate I did u dirty.
    5. Auguri di Buon Natale???? fai tu se in ritardo (.) o in anticipo per il prossimo . BACINI
     
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    jayson matthews
    «oh, Lydia mi uccide, sicuro»
    oh, Lydia lo avrebbe ucciso, sicuro.
    anche perché l'alternativa era che Jay ci provasse da solo: arrivato all'ennesima scomparsa/rapimento/viaggio interdimensionale, vinceva direttamente un premio — un dirupo dal quale buttarsi.
    «ci deve essere una spiegazione razionale per questa sfiga di merda» chiedeva all'universo, più che a se stesso.
    come diceva il buon max (non mio fratello): di risposte non ne ho, mai avute mai ne avrò; di domande ne ho quante ne vuoi. e jayson matthews in quel campo specifico era un vero esperto. al contrario del fu Frederick Hamilton, che da tempo immemore aveva smesso di porsi alcun tipo di quesito sulla vita per concentrare tutte la sua attenzione sullo sfogo sadomasochistico della rabbia accumulata negli anni, il telecineta continuava imperterrito a cercare un dialogo con Morgan.
    anche se significava, sistematicamente, ricevere una rastrellata in faccia.
    come quel giorno, tanto per fare un esempio.
    per una volta che era proprio certo di non aver fatto nulla per finire in una situazione che sapeva anche troppo di dejavu: non si era mosso di casa, il GPS impiantato nel braccio era attivo e funzionante, aveva già scritto a Lydia un messaggio come da accordi (ogni due ore, con un codice che solo loro conoscevano cosi da sapere se qualcuno si stava spacciando per lui) e aveva sperato — che ingenuità! di potersi lavare in santa pace.
    invece, prima ancora di poter entrare in doccia (per fortuna, altrimenti ci sarebbe arrivato nudo), aveva battuto una volta le palpebre e a quello successivo si era ritrovato al carrow's district.
    con un solo asciugamano avvolto intorno alla vita, in una mano la spugna e nell'altra il flacone del bagnoschiuma.
    che non aveva tirato in un eccesso di frustrazione solo perché lo shock del ci son cascato di nuovo lo aveva immobilizzato per almeno dieci minuti straight; poi era arrivato il freddo.
    e la vecchia.
    istintivamente, jay aveva brandito la spugna e il flacone, pronto ad usare entrambi come armi contundenti «figliolo, ma non ce li hai dei vestiti? e la canottiera? bisogna sempre mettere la canottiera di lana» avrebbe potuto farla volare via senza nemmeno doversi concentrare troppo, ma in base a quanto scritto sopra, il matthews aveva bisogno di risposte. e la sciuretta sembrava l'unica presente nei paraggi: viali deserti, gabbie vuote. non proprio uno scenario confortante «senta—» gli stava forse palpando un pettorale? ok I guess «sei tutto pelle e ossa, così ti buschi un raffreddoraccio» e prima che jay potesse dire o fare qualcosa (tipo colpirla con il bagnoschiuma), la vecchia gli infilò in testa un berretto di lana (utile), costringendolo a sussultare quando al centro del torace premette il dischetto metallico e gelato di uno stetoscopio «batte, forte, sempre» cit.
    e ok insomma, era giunto il momento di sciacquarsi via.
    anche perché rob dimentica sempre che i venti minuti mistici di silenzio e introspezione al bagno poi finiscono e "dovevo finire un post" non rientra tra le giustificazioni socialmente accettabili per un ritardo sul luogo di lavoro «si beh, grazie. a buon rendere» si tenne lo stetoscopio dandole in cambio la spugna (magari anche lei poteva farsi una doccia, chissà), preferendo girare i tacchi che non aveva e allontanarsi il più possibile.
    i vecchi gli facevano davvero paura.
    ma mai quanto la consapevolezza di essere finito di nuovo, per la sesta volta in nove anni, nella stessa fottuta situazione.
    «nate?» poteva essere tranquillamente un miraggio indotto dalla disperazione, o l'ennesimo tentativo di fregarlo: era caduto in tutti i generi di trappole, jay; quella di usare un volto amico per convincerlo a fidarsi non sarebbe stata nemmeno la più originale «NATE SEI VERO???» oh, Lydia li avrebbe uccisi enttambi.«DIMMI QUALCOSA CHE PUOI SAPERE SOLO TU» esisteva? rob non ne è certa, ma valeva comunque la pena fare un tentativo, e mantenere le debite distanze nel mentre — fosse stato un nemico, con quel nokia in mano, poteva essere letale.

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    27 | telekinesisin troublefreddie hamilton
     
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    nathaniel henderson
    C'era gente che finiva nel far west con i cowboy (pew pew motherfucker!), chi in un futuro cyberpunk dove babbani e maghi vivevano in simbiosi e pace (che mondo assurdo e al limite del ridicolo - ma gli sarebbe piaciuto vederlo), chi andava in universi alternativi con dittatori tirannici e salvava la situazione dopo epiche battaglie... e lui invece si ritrovava in uno zoo!labirinto vuoto dove era da solo con una vecchia.
    E se erano le ultime persone rimaste sulla terra? E se avessero dovuto ripopolarla? Rabbrividì. Era quasi certo la nonnina non fosse più in grado di portare figli in grembo da un secolo o due, ma lei lo sapeva? E se arrivando alla stessa conclusione di Nate di essere rimasti soli, avesse cercato di cogliere il suo fiore?
    Fortuna che aveva un nokia come arma contundente.
    Pensò ad altri film, cercando altre opzioni: aveva dormito secoli e ora la terra era popolata da un'altra razza? Era finito in coma e al suo risveglio si era scatenata un'apocalisse zombie? Magari aveva solo subito un oblivion e gli stavano facendo uno scherzo (oddio, era fray che si vendicava AIUTO).
    Mentre ci pensava, continuò a vagare, sperando di trovare aiuti da casa.
    Sbadigliò, come Arianna, perchè camminare a caso cercando qualcosa iniziava a stancarlo, ma si svegliò all'improvviso alla vista di una figura.
    Era di nuovo la vecchia? Lo stava cercando per restare incinta nonostante la natura le fosse ormai avversa? Oddio, era tutta rosa-... era già NUDA?
    Considerò la fuga- «nate?»
    «Jay?»
    Aveva già alzato il nokia, pronto per usarlo per salvare la propria virtù, ma lo riabbassò riconoscendo il giovane. «Jay!»
    Che era indeed mezzo nudo.
    Con uno stetoscopio.
    strinse gli occhi.
    E il nokia. «Sei un miraggio? Sei il mio complesso di Edipo?» aveva forse sbloccato qualche perversa fantasia? Dal re greco che si fotteva sua madre, a lui che vedeva il proprio protetto pronto per una doccina?
    Ew.
    Senza offesa ma ew (Team Jemes). Unread unseen unvedi che era meglio se oggi mi svegliavo morto.
    «DIMMI QUALCOSA CHE PUOI SAPERE SOLO TU»
    «Continui a fare la vittima per quella volta che non ti ho portato a Disneyland, ma in realtà ti ci ho poi davvero portato, e ti è piaciuto un sacco. Hai voluto l'autografo di tutte le principesse e potrei o non potrei aver usato un po' la magia per farci saltare le code. Il tuo turno.»
    aveva risposto d'istinto, ma ora agitò la mano in aria come a dire "sì ok passiamo alle cose importanti" «E perchè ti immagino nudo?» fece una smorfia «forse non voglio saperlo davvero»
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    31 | teacherdeatheaterclueless



    non ho assolutamente idea di cosa capiti qui, e cosa far capitare, ma grazie ancora pandina della role !!
     
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    jayson matthews
    «Continui a fare la vittima per quella volta che non ti ho portato a Disneyland, ma in realtà ti ci ho poi davvero portato, e ti è piaciuto un sacco. Hai voluto l'autografo di tutte le principesse e potrei o non potrei aver usato un po' la magia per farci saltare le code. Il tuo turno.»
    allora, tanto per cominciare: «vecchio bastardo» un sussurro, quello a scivolare fuori dalle labbra screpolate del Matthews; privo di qualunque cattiveria, ma intriso del nostalgico sollievo che solo la certezza di un volto amico poteva donare. era beh Nate, non poteva essere altrimenti — l'opera di gaslighting portata avanti da jayson in quei lunghissimi anni rendeva impossibile per chiunque, a parte loro due, conoscere la verità.
    si, li aveva portato a Disneyland.
    e , avrebbe continuato a lamentarsi del contrario conscio che nessuno avrebbe creduto alla versione del professore: certe tradizioni andavano semplicemente mantenute nel tempo, lasciate diventare leggenda.
    si trattenne, ancora, dal fare un passo avanti, la presa sul nokia indistruttibile sempre salda; non pensava davvero di usare l'oggetto in questione come arma contundente, non ora che sapeva di avere l'henderson davanti, ma dalla vita Jay aveva imparato a non dare mai niente per scontato. ne aveva passate troppe, uscendone sempre con un pezzetto di se stesso in meno brutalmente strappato via, per essere tanto naive — se una cosa poteva andare male, o una situazione precipitare, poco ma sicuro l'avrebbe fatto con lui presente «una sera eri ubriaco» no, non è questo il segreto «eravamo solo io e te, hai preso una foto dal portafogli, credo fosse il tuo primo giorno a Hogwarts. con elijah» dovette fermarsi un istante a prendere fiato, il telecineta; raramente aveva messo tante parole insieme in una sola frase, e l'essere praticamente nudo non lo aiutava molto a formulare un pensiero coerente.
    se poi nate avesse smesso di farglielo notare associando la sua apparizione in déshabillé ad un quanto mai particolare desiderio di vederlo nudo, sarebbe stato meglio (YIKES) «mi hai raccontato come vi siete conosciuti, e concluso con "and that, kid, is how I met your mother mimò le virgolette a mezz'aria con la mano libera, prima di abbassare tutte e due le braccia.
    e sollevare le spalle, il movimento universale per indicare la resa di fronte all'inevitabile.
    non poteva rinunciare ad un atteggiamento difensivo, però: certe abitudini sono dure a morire, proprio come lo era jayson. una quantità indefinita di sfiga, sofferenze, inutili lezioni di vita dopo l'altra nella più stronza delle Università della Strada, e alla fine rimaneva sempre l'unico con un respiro in più nei polmoni. con l'ultimo battito a premere tra le costole, perché a morire che gusto c'era? molto meglio rimanere vivo per miracolo, attaccato ad un filo invisibile e contro la propria volontà, osservando la desolazione nella quale finiva per saltare a piè pari ogni fottuta volta.
    si ok Jay adesso basta fare il melodrammatico.
    «stabilito che siamo davvero noi» sollevò le iridi caramello fino a trovare quelle più limpide del professore, stringendo le braccia contro il torace nudo; non aveva freddo, stranamente, ma non avrebbe disdegnato una maglietta. o dei pantaloni, ecco «hai una vaga idea del motivo per cui, cazzo (cit. giacomo leopardi at some point), ci troviamo qui? stavo per farmi una doccia, giuro che stavolta non ho toccato niente e non mi sono allontanato da casa» un sospiro [bestemmia], di nuovo, perché davvero quando era troppo era troppo. strinse involontariamente il nokia tra le dita, un po più forte, ricordando così di avere ancora l'oggetto mitologico in mano; prese ad osservarlo, la fronte corrugata — apparteneva ad un tempo che jayson non poteva ricordare (ahaha.): ci voleva un (boomer) vero millennial con tutte le sinapsi mnemoniche funzionanti «dici che possiamo usarlo per chiamare qualcuno?» già dal tono di voce si intuiva la mancanza di fiducia in quel tentativo, ma porse comunque il cellulare a Nathaniel, mantenendo il braccio destro a contatto con il torace.
    NATE SMETTILA DI GUARDARGLI LE TETTINE!

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    27 | telekinesisin troublefreddie hamilton
     
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3 replies since 30/1/2023, 21:12   142 views
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