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ft. darden

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    Mercatini di Natale? Assolutamente sì — but make them Dark Street edition.


    Era ormai Gennaio inoltrato (quasi finito, a volerla dire tutta) ma i mercatini natalizi di Dark Street ancora andavano alla grande; Cloud sospettava che a breve sarebbero diventati i mercatini di carnevale, e poi successivamente quelli di Pasqua — come se alla traversa meno raccomandabile di Hogsmeade occorresse una scusa per tenere in piedi quelle quattro-cinque bancarelle di oggetti per lo più occulti e rubati qua e là.
    Non che la giornalista avesse nulla da ridire, eh! Era una piacevole alternativa alla tipica domenica passata a Carrow’s District o nella Londra Babbana: a lei piaceva avere delle opzioni, una vasta gamma di scelte, e i mercatini (non solo) di Natale le parevano un bel compromesso, valido ogni periodo dell’anno. Che poi le piacesse ancora di più rischiare di farsi trovare laddove non avrebbe dovuto, era un altro paio di maniche. Tutte reference per il suo futuro libro, diceva lei!
    C’era da dire che mercatini in sé non erano entusiasmanti, ma almeno ciò che vendevano sembrava essere promettente: Cloud era abbastanza sicura che sarebbe andata via di lì con qualcosa di interessante e unico. Qualcosa che non la facesse pentire di esser stata così tanto all’aperto a gelarsi il musetto e le chiappe. Fino a quel momento aveva solo osservato e desiderato toccare qualsiasi cosa catturasse la sua attenzione, ma non era completamente scema: sapeva che fosse meglio non toccare magici artifatti di dubbia origine, la maledizione era sempre in agguato! Pfft, non era mica una principiante.
    Soffiando sul bicchierone di Americano che aveva ordinato da Wizbucks (in che senso non esiste, da adesso sì) si avvicinò all’ennesimo venditore ambulante losco e incredibilmente bisognoso di una doccia e osservò la mercanzia. Mh. MHH. Quanto meno, osservò la bionda, sembrava non avere le solite collane antiche (maledette), diari impolverati (maledetti), altri oggetti chiaramente fasulli (maledetti). Quello lì, per esempio, aveva dei tarocchi bellissimi. Cloud fece scivolare la mano sulla superficie delle carte, stando attenta a non toccarle, nemmeno per sbaglio e nemmeno con la punta del ditino guantato: non si fidava molto. «Quanto vuole per questi?» L’uomo, che fino a quel momento aveva cercato di convincere un altro acquirente a comperare una spilla di orribili fatture, posò i grandi e viscidi occhi neri su di lei e Clod si pentì subito di averlo interpellato: un giorno avrebbe imparato a farsi gli affari suoi, magari sarebbe addirittura arrivata a compiere trent’anni.
    O anche venticinque, non chiedeva molto.
    «per te, tesoro, dieci galeoni»
    Ew, aveva a che fare con quel genere di venditore dunque. Okay.
    «E per tutti gli altri?»
    L’uomo mise il broncio al suo tono seccato e per niente in vena di stare al suo (porco) gioco: duhhh ma che si era aspettato? Clod roteò gli occhi al cielo e passò oltre.
    «Te li posso mettere a otto, tesoro.»
    Ok. OKAY.
    Prima di tutto: «ho l’aria di una che non può permettersi dei tarocchi da dieci galeoni, per caso?» Sì, decisamente, dal momento che era una squatrinata e in cerca di un nuovo alloggio perché, si dava il caso, non potesse più permettersi quello attuale. Ma non erano affari suoi.
    Punto secondo: «te ne do quindici se la smetti di chiamarmi tesoro» che schifo, ew ew ew. Mannaggia. Ma poi, «cos’hanno di speciale questi tarocchi?» Oh, costavano un sacco! Facendo una rapida conversione galone – sterline – euro, venivano quasi sessanta euro; come minimo oltre che leggere il futuro, dovevano anche farlo avverare.
    Ma solo in caso di esito positivo, ovvio!!
    Claudia lasciò perdere l’idea, per quanto – stando alla spiegazione del Viscido – un effetto particolarmente interessante ce lo avessero sul serio: alcune carte, a quanto pareva, riuscivano ad avere un reale effetto per tot ore dopo la lettura. Aveva provato a chiedere «e quali sarebbero queste carte?» ma ovviamente avrebbe dovuto comprare il mazzo per scoprire la risposta. Facciamo anche no.
    Passò oltre, rimanendo alla stessa bancarella:ormai era un po’ invested.
    «E questo cos’è?» Sembrava, a conti fatti, un semplice specchietto ma qualcosa le diceva che se era in vendita lì come minimo era (maledetto.) incantato. O l’ennesimo falso.
    «È una pirigione, tesoro» Okay, ora lo stava proprio facendo di proposito. Clod incrociò le braccia al petto, in attesa che continuasse, guardandolo con aria poco impressed. «È in grado di intrappolare al suo interno animali, persone e creature.» Oh, ok. Figo. Sembrava, in effetti, molto intrigante. «Tu hai qualcuno che vorresti rinchiudere qui? Oooohhh, mannaggia. Maledetto farabutto venditore di aria che sapeva come leggere i clienti, mannaggia mannaggia! Drizzò la schiena, la strega, cercando di non mostrarsi troppo interessata: non ammise che il suo primo pensiero era stato quanto sarebbe stato figo intrappolare lì dentro le sue due coinquilini folli.
    «Non saprei..... Magari non funziona nemmeno....» o magari si ed era davvero una cosa pazzesca????? Cioè, non fraintendete: Claudia era una bravissima ragazza ma certe cose erano troppo fighe per non volerci provare?!? Ugggghhhh. «Hai mai visto nessuno intrappolato dentro? Anzi, ancora meglio: ci hai mai intrappolato nessuno?» Oh, era pur sempre una giornalista: viveva per fare le domande.
    E infatti.
    SI voltò verso l’altra ragazza affaciata sulla bancarella, un cenno del capo sempre rivolto allo specchietto messo in bella mostra sul telo scuro. «Tu ci rinchiuderesti qualcuno dentro? Chiedo per un sondaggio. Sociale. Un esperimento.» Cosa? Cosa, ma in Claudiese.
    g. claudia
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    CITAZIONE
    24) [ON] specchio-prigione: uno specchietto che permette, con un incantesimo scritto sul suo retro, di intrappolare al suo interno animali, persone e creature (non spiriti) (potrebbe esserci già qualcuno di intrappolato dentro, a vostra scelta). L'essere intrappolato al suo interno non può farsi sentire dal suo interno, ma può farsi vedere, e vedere/sentire che succede dall'altra parte

    22) [ON] un mazzo di tarocchi incantato: oltre a leggere il futuro, alcune delle carte hanno un effetto magico minore per chi le pesca durante la lettura, effetto che si attiva da subito, a un'ora da quando è stata pescata la carta e dura poi per un'ora (ad esempio pescando gli innamorati al dritto sarà come aver preso dell'amortentia, con la ruota della fortuna al contrario si sarà sfortunati ecc)
     
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    darden anja larson
    Sapete qual era uno dei pochi vantaggi di essere chiuso in una cella? Non dover pensare a nient’altro che il prossimo pasto, o la prossima sessione con i dottori. Con il passare del tempo si perdeva lentamente il senso del sé, la cognizione del tempo, fino ad essere ridotti a un guscio di quello che si era. Non esisteva il Natale nelle profondità dei sotterranei, e dunque Darden non si era mai dovuta preoccupare di quel genere di frivolezze di quel genere. Ora che era tornata, tuttavia, era tutta un’altra danza. Senza contare che un buon numero della sua famiglia o era morto o scomparso, e tra quelli che rimanevano la metà aveva perso parte della propria identità. Che dire, non era l’unica a cui il destino aveva deal carte di merda. Quell’anno aveva deciso di essere democratica -e un po’ più buona- e aveva regalato alla famiglia dei maglioni di Natale tutti con lo stesso motivo ma dai colori diversi. Ovviamente, non erano dei semplici maglioni, la Larson non sarebbe mai stata così banale: ognuno aveva un personalizzato insulto (tranne Idem, non avrebbe mai potuto). A ripensarci forse, forse, i fratelli non erano stati lo scoglio peggiore. Lo sapeva, la Larson, pareva che non avesse un cuore a battere nel petto eppure era stata maledetta anche lei con uno. La maggior parte delle volte cercava di ignorarlo, ma era impossibile quando passava ogni giorno davanti a casa sua. Era patetico, si sentiva un’idiota e avrebbe tanto voluto prendere un bianchetto e tracciare una serie di righe bianche sui suoi sentimenti ma -pensa te!- non funzionava così. Ed era stata brava, era stata disciplinata, e non aveva ceduto alla tentazione di abbassarsi a farle un regalo- fino a quel momento. Era capitata in zona Dark Street per puro caso, si trattava di finire un paio di lavori di poco conto, e al vedere i mercatini di Natale la sua curiosità l’aveva trascinata in quel mondo oscuro. Si chiedeva se ci fosse qualche stronzata che avrebbe potuto portare a casa, doveva ammettere che aveva un debole per il collezionare oggetti e abbandonarli su una mensola. Menomale che viveva da sola, così da non avere nessuno a giudicarla. Che poi, dopo l’avventura nei laboratori, sopportava le persone ancora meno di prima. Aveva girato diverse bancarelle poco entusiasmanti, con nulla di nota in mostra se non per i cani dei passanti che sostavano lì davanti, per poi finalmente trovarne una che non si classificasse del tutto come un fallimento. Nell’osservare la merce in vendita, un pensiero intrusivo e traditore si fece strada nella sua mente. Questo piacerebbe a Jericho. E fu così che Darden smise di pensare. No, davvero, si rifiutava di elaborare così tanto che preferì landare un orecchio alla conversazione che stava avvenendo a pochi passi da lei «per te, tesoro, dieci galeoni» che morto di figa, che viscido maledetto. Sapete cosa odiava più delle persone? Gli uomini in tutte le loro forme. La Larson alzò gli occhi al cielo, appellandosi a tutte le divinità perché un infarto lo sorprendesse in quel momento. «te ne do quindici se la smetti di chiamarmi tesoro» ok, we stan. Spostò lo sguardo di lato, trovando al suo fianco una ragazza che aveva tutto fuorché l’aspetto di qualcuno che avesse quindici galeoni. Ad essere onesti, se non fosse stata pagata poco prima, nemmeno Darden. «Hai mai visto nessuno intrappolato dentro? Anzi, ancora meglio: ci hai mai intrappolato nessuno?» che domanda peculiare, l’emocineta non poté trattenere un’espressione stupita e intrigata al momento stesso. Forse aveva bisogno anche lei di quello specchio nella vita, aspettava con trepidazione che il Viscido entrasse nella sua modalità televendita così da raccogliere qualche informazione in più. «Tu ci rinchiuderesti qualcuno dentro? Chiedo per un sondaggio. Sociale. Un esperimento.»
    Oh.
    Merda.
    L’aveva notata.
    Il che, ad essere onesti, non era difficile visto che era l’unica altra presenza alla bancarella. Doveva fingere di non aver sentito? Non voleva dare l’impressione di qualcuno che origliava le conversazioni altri. Ecco perché non le piacevano le persone, e tantomeno uscire di casa, era complicato gestire i rapporti umani. Alla fine decise che sarebbe stato peggio ignorare la situazione, quindi si voltò verso la ragazza- meglio lei, della visione del vecchio «e liberarsi di qualcuno senza lasciare tracce? certo che sì, il sogno di una vita» Darden era ancora peggio di Mort con i suoi nemici. Abbassò la voce e prese a parlare in maniera cospiratorio, scegliendo di voltare il capo dal lato della strada così che il mercante non la sentisse «sai come possiamo accertarci che funzioni? possiamo provarlo su di lui, mh? così non devo più sentirlo dire tesoro» una liberazione per tutti, pensaci Cloud. E poi c’era chi osava dire che la Larson non pensava agli altri. Guardate che grande favore era disposta a fare alla società.
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    Clod sentì il sorriso educato gelarsi sulle sue labbra — e non per il freddo.
    Cioè, anche, ma non solo.
    «e liberarsi di qualcuno senza lasciare tracce? certo che sì, il sogno di una vita» Non la risposta che si era aspettata ma okay. Okay! Poteva lavorarci su: negli anni aveva ricevuto, in cambio delle sue domande scomode, verità ancora più scomode che di certo superavano di gran lunga quella. Era una passeggiata.
    Si avvicinò inconsciamente alla ragazza quando quest’ultima, con fare cospiratorio, abbassò la voce e voltò il capo in modo da non farsi sentire da (né dare la possibilità di leggere il labiale al) mercante. «sai come possiamo accertarci che funzioni? possiamo provarlo su di lui, mh? così non devo più sentirlo dire tesoro»
    «ah ah a h.» La risata (specificare che fosse forzata mi pare superfluo.) le sfuggì per abitudine: quotidianamente doveva fingere di trovare divertenti colleghi che in realtà non lo erano, o sorridere e annuire a parole che non capiva (e non perché fosse bionda, o stupida: ma perché gli inglesi avevano un senso dell’umorismo discutibile), e ormai reagiva prima ancora di rendersene conto. Quando però si capì che la ragazza non stava cercando di fare dello spirito, si ammutolì. «Sei seria.» Non era una domanda. Clod si riteneva abbastanza brava a leggere le persone, un po’ meno a capirle ma hey! Nessuno era perfetto, su qualcosa doveva pur peccare! Quindi sapeva di averci preso.
    E, vi dirò: non male come idea.
    Gettando un’occhiata furtiva al mercante, ora fortunatamente occupato con un altro losco compratore, si avvicinò di più alla ragazza. «Dici che vale la pena provare se funziona?» Non stava condonando il rapimento (o peggio, l'omicidio.), era solo per la scienza che voleva farlo!! E infatti, alzando il dito indice verso la sconosciuta e chiedendole silenziosamente di darle un attimo per lavorare la propria magia, tornò a rivolgersi all’uomo. «Capo, ma c’è anche un incantesimo o una prola magica per tirare poi fuori la persona intrappolata?» Guardò la mora, facendole l’occhiolino; poi di nuovo il Viscido. «Chiedo Sempre !! Per !! La scienza!! E perché, prima di condannarlo ad un'eternità di solitudine, voleva essere certa di avere una safe word per tirarlo fuori.
    Eventually.
    Ma il Capo era occupato a vendere la spilla orribile al nuovo malcapitato: oh, se ne voleva proprio sbarazzare eh!! Non è che, niente niente, era mercanzia rubata e voleva farla sparire prima di essere beccato dai Cacciatori?? MH MHHHH. Assottigliò lo sguardo, osservandolo con attenzione. Che tipaccio: magari si meritava davvero la prigione. Specchio o meno.
    Poi si ricordò di avere compagnia e tornò a guardare la ragazza.
    (Darden: oh no)
    «Ma quindi dicevi sul serio? Useresti davvero la prigione da borsetta per-» imitò le virgolette a mezz’aria, con le dita, «-“liberarti di qualcuno”?» Andiamo, lo sapevano tutti che quelle erano parole in codici per “far sparire un cadavere”. Claudia era: intrigued. Inclinò la testa di lato, osservando con attenzione la tipella: anche lei non aveva l’aria di una particolarmente raccomandabile, ma d’altronde chi ce l’aveva, in quella via?! Nessuno, bravi, perché altrimenti sarebbero stati subito vittime innocenti di qualche mago dalla dubbia moralità e con ancor meno rimorsi di coscienza. «Per curiosità: ti capita di doverti liberare di molte persone, in una giornata?» Oh, era curiosità la sua! «Non è che tante volte vai su commissione, eh? AH AH.» Fece un gesto di dismissal con la mano. «Scherzo!!!» Unless. «A meno che.» A meno che... Cosa?!? «No dai, scherzo davvero.» Le pareva brutto chiederle di far sparire le sue coinquiline: erano pazze, ma non meritavano di fare una brutta fine.
    Era più semplice cambiare casa.
    Abbassò ancora lo sguardo sullo specchietto incriminato. «Oh, però almeno è un regalo diverso e originale.» Punti di vista!! Ottimismo!! E tutte quelle cose lì. «Conosco un paio di persone che apprezzerebbero.»
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    darden anja larson
    Mai nella vita Darden avrebbe pensato di passare nel giro di cinque minuti dal comprare dei regali di Natale all’intrattenere l’idea di far sparire qualcuno per sempre. Si scoprivano sempre cose nuove, nella vita. A sua difesa, era facilmente irritabile, una micca perennemente accesa in attesa di scoppiare. A volte, nel circondarsi di persone simili a lei, si dimenticava che non tutti condividevano i suoi stessi tratti- e infatti: «sei seria» certo che era seria, non dava aria alla bocca tanto per passare il tempo. Temette quasi di aver compiuto un passo falso, dopotutto non aveva idea di chi fosse la persona che si trovava al suo fianco, se qualcuno del Ministero o altro. Da quando era stata rapita la sua attenzione ai dettagli, a chi la circondava, era aumentata esponenzialmente. Aveva il terrore di perdere nuovamente il controllo sulla sua realtà, ed ecco perché la scrutava ossessivamente, stringendo quello che poteva al petto così che nessuno glielo potesse strappare. «Dici che vale la pena provare se funziona?» ah ecco. Allora l’aveva inquadrata bene. Che poi, insomma, la Larson non voleva davvero uccidere nessuno- dare una lezione sarebbe stato più corretto. Per quanto fosse veloce, ciò che veniva dopo un omicidio era sempre messy e laborioso, dal liberarsi del cadavere al pulire i vestiti dal sangue. Darden aveva una discreta esperienza, ma ciò non voleva dire che fremesse dalla voglia di aggiungere una kill al suo count. Ecco perché !! era così affascinata da quello specchio!! Aveva già la sua bellissima lista mentale, le mancava giusto mettere qualche spunta. «vale sempre la pena di provare» il che si applicava un po’ a tutto nella vita, prendi nota Cloud. E forse era proprio per questo (poco) sano principio di vita che Darden continuava a finire in situazioni scomode- eh, era fatta così non aveva scuse. «Capo, ma c’è anche un incantesimo o una parola magica per tirare poi fuori la persona intrappolata? Chiedo.» Pandi non capirà la citazione, ma: side eye, SIDE EYE. Claudia ma cosa dici, tanto non ne avrebbero avuto bisogno. Darden era un tipo da agire, e poi pensare alle conseguenze, figurarsi se si era posta quei problemi. Darden osservò il Capo rivolgere la sua completa attenzione a un nuovo malcapitato, dimenticandosi completamente della loro presenza «temo che non lo scopriremo mai» oh no, anyways. Si strinse tra le spalle, era evidentemente molto dispiaciuta. Non avrebbe nemmeno provato ad indovinare, non era certa di voler entrare nella mente di quell’uomo. Degli uomini in generale, a dire la verità. Non invidiava Jericho, non credeva di poter reggere un potere del genere. (Perché la manipolazione del sangue era decisamente più figa e meno creepy hahaha come voleva morire, quanto voleva morire).«Ma quindi dicevi sul serio? Useresti davvero la prigione da borsetta per “liberarti di qualcuno”?» la special evitò di incrociare lo sguardo della Moor, mantenendo le braccia incrociate al petto e fingendo la sua solita nonchalance. Ah, era arrivato il momento di darsi alla fuga? Cosa non le diceva che si trovava davanti a una cacciatrice in borghese? Sarebbe stato persino idiota chiederglielo, quindi nemmeno sprecò fiato. «perché, te non lo faresti? dico in casi eccezionali, ovviamente» ci tenne a specificare, casomai pensasse che per lei fosse un hobby. Certo, la maggior parte dei suoi passatempi includevano la violenza, ma non così extreme. Stava persino riprendendo a leggere come le persone normali, ma guarda te ‘sta qua che la faceva passare per una poco di buono. «Per curiosità: ti capita di doverti liberare di molte persone, in una giornata?» come direbbe una saggia: hhhhhh. Buttò uno sguardo in giro per controllare che non ci fosse nessuno vicino a loro, e no il Capo non contava «certo che sì» pausa d’effetto «in palestra. frequento un corso di difesa personale» se la sala d’allenamento della Quartier Generale contava come palestra e menare la gente contava come difesa personale, tutta questione di punti di vista. «Non è che tante volte vai su commissione, eh? AH AH. Scherzo!!! A meno che.» beh, che dire. Era tentata? Molto, al momento non aveva un lavoro e si rifiutava di tornare a vivere con i genitori. Ci sarebbe cascata? No, perché l’ultima volta si era fatta inculare da una sedicenne ed era finita in un Laboratorio: certe cose lasciavano il segno. Literally hahaha. «diciamo che potrei conoscere una persona. anche se lo specchio mi sembra più veloce» si soffermò sull’espressione della bionda, sui piccoli gesti che a un occhio non allenato sarebbero potuti sfuggire: aveva bisogno di inquadrarla. E comunque, conosceva davvero una persona, e la Larson sarebbe stata più che felice di prendersi una commissione. «Conosco un paio di persone che apprezzerebbero» Darden piegò il capo di lato, l’ombra di un sorriso a tirare l’angolo del labbro- ma pensa, anche lei. «ah si? anche io.» chissà se sarebbe finita a litigarselo con Claudia, dipendeva tutto da una cosa: «ma non sono così sicura che funzioni» spostò lo sguardo al Capo, così che la Moor potesse capire a cosa stesse alludendo. Darden avrebbe evitato di macchiarsi le mani in pieno giorno, ma poteva convincere qualcun altro a farlo. «sei per caso una giornalista? fai tante domande. qualcuno potrebbe dire troppe» il sorriso si fece un po' più affilato, pericoloso, gli occhi a socchiudersi leggermente. Ma no, non era una minaccia! Era solo un consiglio di vita.
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    Nel suo essere una persona incredibilmente espansiva eclettica, Clod era solita venire a contatto con una moltitudine di persone sempre diverse; di norma, finiva con l’andare d’accordo con tutti perché non c’era un giusto o sbagliato, un bianco o un nero, per l’australiana.
    Viveva nelle sfumature.
    Le piaceva vedere sempre tutti i lati possibili di una persona, situazione, realtà.
    Alcuni osavano definirla incostante; un po’ banderuola. Opportunista. Ma si sbagliavano. A lei, semplicemente, non piaceva l’idea di darsi delle limitazioni o imporsi dei paletti solo perché una volta aveva avuto un certo tipo di pensiero. Cos’erano, sassi? Una volta scolpita un’idea nella loro mente, non potevano permettersi di cambiarla? No. Erano persone; erano umani. Erano volubili e in continuo cambiamento: chiunque poteva sostenere di amare il colore giallo, un giorno, e quello dire che gli faceva schifo.
    Liberi, ecco cos’erano.
    E a Claudia piaceva sentirsi – piaceva essere – così, libera.
    Di dire, di fare, di essere.
    Perciò no, non stupisce che nella sua imprevedibilità tendeva ad attirare ogni sorta di personalità, dalle Lydie alle Darden di quel mondo.
    E sapete cosa?
    A detta sua, era perfettamente in grado di andare d’accordo sia con le une, che con le altre.
    «vale sempre la pena di provare» Annuì convinta, ritendendo che in effetti fosse una massima applicabile a davvero un sacco si aspetti della vita, o di situazioni! «Ti dirò lungi da lei tenersi un proverbiale cecio in bocca, «-la penso esattamene come te.» Assurdo, ma pensa. Praticamente bff!
    Strinse le labbra in una linea tesa e per un attimo tornò ad osservare il Capo, un «mhhhh» pensieroso a sfuggire dalla smorfia concentrata. Peccato, aveva una visione tm, Clod. Magari ci avrebbe riprovato in un secondo momento, decise, piegando il viso in direzione dell’altra. «E vabbè. Pazienza.» Era quella che ci voleva per avere a che fare con lei, assicurato.
    «perché, te non lo faresti? dico in casi eccezionali, ovviamente»
    Ma sai che....... Arricciò il naso, strizzando appena gli occhi. «È un pensiero interessante, in effetti. Non confermo, né smentisco, di poter aver pensato per un secondo o due a questa ipotesi....» quello non faceva di lei una cattiva persona, no? Solo una molto scaltra, brava a risolvere i problemi nelle maniere meno convenzionali. E pensò dunque di chiedere all’altra se le capitava spesso di doversi liberare dalle persone.
    La risposta non fu esattamente quello che Clod aveva immaginato.
    «certo che sì» «oh...» «in palestra. frequento un corso di difesa personale» «oh Ah. Okay. Si spiegavano un sacco di cose!
    (Ma quali?)
    «Che palestra frequenti ah ah» Magari l’avrebbe evitata; o magari si sarebbe iscritta allo stesso corso.
    O era ancora una metafora?
    Perché, da una sconosciuta che affermava «diciamo che potrei conoscere una persona. anche se lo specchio mi sembra più veloce» ci si poteva aspettare praticamente di tutto, no? Clod si limitò ad annuire, ancora e sempre, una smorfia solo vagamente preoccupata ad incupire lo sguardo chiaro. «Va beh, se dici che è brava mi fido. MI lasci il numero? Così se ho bisogno ti chiamo.» Giuro che non stava cercando di rimorchiare la moretta in una shady stradina di Hogsmeade, oddio. «Per il lavoro.» Mosse le mani con aria frenetica, come se quel gesto bastasse a spiegare *scintille* cose *scintille* «Penso un attimo se ne vale la pena o meno. AH ah.» JUST KIDDING!!
    (Unless.)
    Quando le disse, non in maniera così giocosa come aveva fatto fino a quel momento, che conosceva una o due persone che sarebbero state interessate allo specchio, arcuò un sopracciglio in risposta al «ah si? anche io.» dell’altra, un leggero guizzo negli occhi di Clod, fino a trovare le parole per chiedere, con nonchalance, «è la stessa persona di prima?» non erano di certo affari suoi ma pretendere che Claudia Moor non facesse domande era come pretendere che il sole decidesse di non sorgere la mattina: impossibile — e dagli effetti devastanti.
    Le sorrise placidamente, però, portando entrambe le mani sui fianchi. «ma non sono così sicura che funzioni» «Nemmeno io. Ecco perché dovremmo provarlo. Chiedevo la safe word per quel motivo... non preferiresti sapere se è davvero in grado di fare ciò per cui viene spacciato?!» Caotica come al solito, la Moor: predicava bene ma si lasciava tentare dalle novità, anche quando rischiavano di diventare un male. «Prima di decidere di acquistarlo. O peggio-» la osservò attentamente, pronta a cogliere anche il più piccolo dei cambiamenti sul volto giovane della sua interlocutrice, «-non acquistarlo.»
    Infine: «sei per caso una giornalista? fai tante domande. qualcuno potrebbe dire troppe» Sorrisone smagliante, bugia a fior di labbra. «Sono una scrittrice,» che era solo una mezza bugia — lo era davvero. Ma presentarsi come giornalista, in quel di Dark Street, poteva rivelarsi potenzialmente pericoloso per lei. A nessuno piaceva chi metteva il naso negli affari altrui, come aveva fatto giustamente notare l’altra. «E non sei la prima che me lo dice ah ah» le tese una mano, presentandosi. «Sono Claudia, comunque. Piacere!»
    g. claudia
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    darden anja larson
    Stavano succedendo cose molto strane, di quello Darden ne era certa. Era perplessa ma intrigata, e sentiva di essersi persa un pezzo del discorso nonostante si trovasse lì. Una cosa era certa, ed era che avrebbe avuto quello specchio: aveva molto per cui farsi perdonare, e non sarebbe tornata a casa a mani vuote. E poi cosa avrebbe fatto, ricorrere all’aiuto celestiale babbano e mettersi a cercare su Shein? Terribile, sconsigliato. Quel sito era un posto senza alcun dio, dove rischiava di imbattersi in oggetti di qualsiasi tipo. Davvero qualsiasi tipo. «Che palestra frequenti ah ah» quella della vita, e quella discutibile dei ribelli. Non credeva che Claudia fosse interessata a nessuna delle due. O forse avrebbe dovuto farle condurre un reportage per scoprire chi continuasse a sporcare i materassini. Cristo dio, esistevano degli incanti di pulizia apposta, o il buon vecchio straccio. Sì, se l’era legata al dito dopo che era finita pericolosamente vicino con la faccia a macchie di dubbia origine. «Va beh, se dici che è brava mi fido. Mi lasci il numero? Così se ho bisogno ti chiamo.»
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    Piano.
    Piano.
    Ci mise qualche secondo ad elaborare il tutto, e quando lo fece non poté che arrossire fino alla punta dei capelli. Aiuto? Stava succedendo quello che pensava lei? Era molto lusingata dall’interesse della ragazza -insomma non poté fare a meno di notare che fosse pure una gran bella ragazza- ma la Larson aveva le sue mire altrove. Delulu come al suo solito sì, ma fedele. Fece per aprire la bocca per rifiutarla, ma fu battuta dalla bionda «per il lavoro» ah ecco. «Rispondo raramente al telefono, preferisco i messaggi» troll segreteria @ elisa. Lasciò il suo numero alla Moor, pervasa per qualche secondo dalla tentazione di dargliene uno falso, tentazione che scacciò quando concluse che forse l'australiana era un contatto utile da avere. «è la stessa persona di prima?» E ANCHE SE FOSSE STATO???? Guardò altrove, attenta a non posare lo sguardo su Claudia, tanto che persino il vecchiaccio si era fatto più appealing in quel momento «sì. potrebbe essere» ma non erano affari di nessuno se non della Larson, quindi si affrettò a cambiare discorso. «molto bene, ci faremo dare questa safe word. nel frattempo ho individuato la cavia perfetta per questo test» spostò lenta lo sguardo sul venditore, un’occhiata pregna di significato che Claudia avrebbe colto al volo. Intanto, l’attenzione dell’uomo pareva essersi sposata su un potenziale cliente. Intanto, la ragazza si presentò, e Darden dovette fissare la mano per un battito più del dovuto prima di decidersi a stringerla. «darden, il piacere è mio» eh, non le piaceva toccare gli sconosciuti, a meno che non fosse per spillare sangue. E visto che era una scrittrice, colse l’occasione per citare un pezzo famosissimo di Fiodor Sologub «È completamente succubo del fascino delle ombre. I suoi occhi, inchiodati alla parete, sembrano quelli di un pazzo. Il raggio di luce si allarga, le ombre corrono, accigliate, ingobbite come vagabondi desiderosi di depositare da qualche parte il fardello del fagotto che pesa sulle loro spalle.» un avvertimento, ma anche una promessa circa quello che stavano per fare. Ogni tanto a Darden piaceva essere criptica, o in quel caso sfoggiare conoscenze a una mente di simile interesse letterario (no).
    With the devil in my eyes
    Where it's not so bad
    I can't be mad
    At white, white lies

    twenty-fourhemokinesisrebel


    Chiusa!
     
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5 replies since 20/1/2023, 21:38   151 views
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