we're all just the same, what a shame

ft. ben

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  1. benuàn
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    There's nothin' left numbin' my fall (thrills)
    I want everythin'
    or nothin' at all (thrills)

    It's dangerous, I know it is,
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    Sapeva che Mona avesse ragione. Desdemona Benshaw, quando pensava con la propria testa e non con quanto l’avevano cresciuta essere, aveva sempre ragione, ma saperlo non bastava a placare il battito sconnesso nel petto ogni volta che pensava a Bengali Tipton.
    «Tu hai fatto il possibile, Ben, ad un certo punto non dipende più da te.»
    Ed era tutto lì, no? In quelle poche parole, la Meisner avrebbe dovuto trovare il conforto di cui aveva, evidentemente, bisogno. Sapeva di potersi fidare, perché Mona non le aveva mai mentito, e sentiva nella pressione dolce del mento sulla sua spalla, e le dita nelle proprie, che lo dicesse per lei. Che quella rabbia, e quella tristezza, la stavano logorando dall’interno ogni istante della sua giornata, l’eterna goccia a scavare sulla pietra. Non dipendeva da lei. Bengali era libera di fare le proprie scelte, di decidere come vivere la sua vita - se volerci i ben o meno - e lei poteva solo rimanere a guardare. Strinse la compagna a sé, una mano sul fianco e la guancia sulla sua, cercando nel profumo dei suoi capelli la normalità di cui aveva una disperata necessità. Qualcosa che fosse suo, e che fosse in tutte le sue giornate. Che quando il mondo cambiava e si ribaltava, rimaneva sempre dove l’aveva lasciato. «ma è mia amica» soffiò, debole e nuda. Un tono di voce destinato a quando nessuno poteva vederla, che poteva fingere fosse solo per se stessa. Vulnerabile e disperato come una ferita aperta e sanguinante. Capricciosa, perché sentirla con le sue stesse orecchie bastava a farle provare vergogna ed imbarazzo. Una motivazione così stupida, il fatto che Bengali fosse sua amica.
    Ma non per Ben.
    Inspirò piano, sapendo che Mona non avrebbe condiviso, ma avrebbe capito. Chiuse gli occhi, rubando quei minuti solo per sé e per loro, togliendole dall’equazione di esistere in uno spazio tempo fisico e concreto. «ho paura che la strada che si è scelta la porterà lontano da noi, e finirà per perdersi, e non posso farci niente» un bisbiglio, perché sapeva non dipendesse da lei, ma odiava aspettare. Non era mai stata in grado di farlo, impaziente di natura ed attitudine. Non era il tipo di persona in grado di lasciare che il tempo desse la sua soluzione, perché di tempo non ce n’era mai abbastanza, e non sapeva come guardarlo passare senza avere la sensazione di star perdendo qualcosa. Possibilità. Alternative. Scelte.
    «vorrei avesse scelto noi» l’ammissione, infine. Appena soffiata a labbra dischiuse. La crepa in un cuore davvero troppo fragile per una Bennett Meisner conosciuta come fortino impenetrabile. C’erano ben (pun intended) poche cose in grado di passare attraverso, ma se potevano farlo, colpivano sempre a sangue. Si irrigidì, volgendo il capo per premere un bacio sulla guancia della Benshaw più a lungo di quanto fosse necessario, prima di riprendere i propri spazi. La mano la tenne nella sua, ma nel drizzare la schiena, ne evitò accuratamente ogni contatto visivo. «non ha importanza.» perché la aveva, ma parlarne non avrebbe risolto nulla se non scavare nello stesso punto ancora ed ancora. «la cercheremo comunque. Per gli altri» sancì pragmatica, reclinando il capo per tornare a guardare gli altoparlanti del parco, cercando la fonte delle trasmissioni magiche. «dobbiamo intrufolarci nella torre di controllo» Un sorriso punse le labbra della Meisner, che si voltò per tornare a guardare la Corvonero. Certo, avrebbero potuto chiedere gentilmente alle guardie di diramare l’avviso, ma avrebbe tolto tutto il divertimento, e visto che Gali aveva già rovinato la loro giornata facendosi trasformare in animale, le sembrava il modo più legittimo per tornare in carreggiata.
    Qualcosa di stupido ed illegale.
    Un bene (per se stessa.) che puntasse a diventare magiavvocato: tutto allenamento.
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
     
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8 replies since 15/12/2022, 22:10   313 views
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