we're all just the same, what a shame

ft. ben

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  1. [bitch]craft
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    desdemona benshaw
    teen accused of being a bully:
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    that they're ugly'


    2006 ✧ ravenbitch ✧ cheerleader
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    && I say:
    actually, I'm both
    Non era così che Mona aveva immaginato sarebbe andato il suo pomeriggio.
    Quando aveva accettato di passarlo allo zoo con i Ben10, aveva dato per scontato che, in un momento imprecisato della passeggiata, sarebbe riuscita a rapire Bennett per qualche minuto, con la scusa di andare a vedere questa o quell'altra gabbia di animali pericolosi, per stare un po' da sole; non un posto romantico, certo, ma infondo loro due non erano Erisha Byrne — avevano un concetto di romanticismo ben diverso dal capitano blu-bronzo.
    Mona sapeva come conquistare il cuore dell'amica e il piano di dieci anni non prevedeva cioccolatini o fiori, ma coltellini dalle lame affilate e rituali di sangue eseguiti sotto la luce della luna.
    Ma comunque, era inutile farsi tutti quei film perché quel giorno Ben aveva scelto di preferire il volontariato – camminando fianco a fianco con Ficus per assicurarsi che il gigante non finisse per sbaglio nella teca dei Jezpot – alla sua compagnia in solitaria; Mona poteva accettarlo perché in cambio aveva avuto il lasciapassare per bullizzare il Goblin (non Marco, ciao Marco). Lo aveva già fatto finire “per sbaglio” in una delle fontane del parco e poi, dopo essersi offerta di accompagnarlo a cercare un bagno per asciugarsi, l'aveva lasciato lì per andare a prendersi un gelato. Avrebbe potuto (mentire) giustificarsi dicendo che lo faceva per lui, per fargli fare le ossa e preparlo al mondo — ma in realtà era solo divertente prendersi gioco di lui, come informò gli altri Ben meno di venti minuti dopo, quando la trovarono sopra una panchina con una coppetta cioccolato e fragola in mano e il cucchiaino stretto tra le labbra ciliegia. Non aveva nemmeno offerto delle scuse al Goblin, a che pro? Lo sapevano bene entrambi - e tutti Ben - che l'avrebbe fatto di nuovo. Perché era lo sgorbio del gruppo, e perché era uno special. Non le servivano tante altre motivazioni.
    Checché ne dicesse Dara, Mona non li considerava tutti nella stessa maniera o degni delle stesse attenzioni e affetto: aveva i suoi preferiti (Ben, Balty, Ficus) e poi c'erano quelli che sopportava a fatica (Delilah, Ictus); tutti gli altri finivano nell'oblio che stava nel mezzo, un posto dove le cure della Benshaw non arrivavano, ma dove non arrivava nemmeno il suo bullismo. Li accettava perché erano lì, così come loro accettavano la sua presenza per via di Ben.
    Pazienza; non tutte le amicizie potevano essere perfette, e non tutte le sorelle maggiori insegnavano a quelle minori come accettare i difetti degli altri e a dar loro un'occasione. Alcune insegnavano come mentire. Mona adorava Cherry e non avrebbe mai scambiato i suoi insegnamenti con nulla al mondo: gli Sgorbi di quella società non meritavano seconde occasioni.
    E, se proprio doveva decidere di darne, allora preferiva farlo con le Bengali della situazione — almeno erano piavevoli alla vista, duh.
    A proposito della Tipton.
    «Non poteva succedere a Parker?» le iridi zaffiro si posarono con decisione sulla serpeverde, poi la studiarono da capo a piedi: era ancora lì, purtroppo per tutti, a differenza di Gali. Andava da sé che, fosse successo a Delilah, Mona non si sarebbe sprecata a cercarla per tutto lo zoo: poteva benissimo rimanere lì, nel suo habitat naturale, in mezzo alle bestie sgraziate e selvagge quale era ella stessa.
    E invece no, era toccato alla pirocineta.
    Vi starete domandando cosa... beh, semplice: Bengali Tipton era diventata un animale e loro se l'erano persa.
    Nello zoo.
    Pieno di animali.
    Come se non bastasse, poi, i nove Ben rimanenti non avevano la minima idea del tipo di animale in cui si era trasformata: praticamente, stavano cercando il proverbiale ago nel fottuto pagliaio.
    «Grandioso.» Decisamente non il pomeriggio che aveva previsto.
    Guardò Ben per qualche secondo, poi sospirando borbottò «immagino che ora dovremo dividerci per cercarla, non è così?» Bengali era davvero fortunata ad avere un bel visino — le priorità di Mona erano molto chiare.
    (E poi, la prigione le aveva unite.)
    (Vedi Dara? Il problema non è Mona — lei è in grado di affezionarsi.)
    Sospirò, tradita dal suo stesso subconscio.
    «Va bene, andiamo a cercare il fiammiferino.» Solo ed esclusivamente perché sapeva che Ben non sarebbe andata via da Carrow's District senza aver prima radunato tutti i suoi anatroccoli: tanto valeva aiutare e sperare di fare più in fretta.
    Incamminandosi in una delle vie del giardino zoologico, iniziò a guardarsi intorno cercando nelle espressioni intelligenti delle creature una che potesse ricordarle la Tipton: fin'ora, non aveva avuto alcun successo.
    Stanca (aveva fatto solo pochi metri ma era più di quanto avesse fatto per nessuno, Bennett Meisner esclusa — perciò era giustificata.) si posò con i gomiti sulla balaustra, studiando con attenzione uno degli esemplari di Moca placidamente a mollo nel bacino d'acqua. Mh. «Bengali?» Con ogni probabilità: no. Ma chiedere non costava nulla, giusto?
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    prompt rubato da quelli di radupisa.
    CITAZIONE
    Un amico di A è stato trasfigurato in un animale, ma non sa quale. B lo aiuta a rintracciarlo.
     
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8 replies since 15/12/2022, 22:10   313 views
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