"I go through life like a Karate Kid", Britney Spears

stiles ft. nicky

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    Nicky, ti hanno regalato un paio di occhiali speciali, e ti rendi conto che ti permette di leggere i pensieri solo di una (1) persona: Stiles. strange forte


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    «cosa. COSA? Sto bene! Sto bene. Tutto bene! Non può essere una crisi di mezz’età, se sono già morto» C’era una certa fierezza nello sguardo caramello di Andrew Stilinski, limata appena dal sussulto di Connor alle sue parole. Se non poteva scherzare lui sulla propria dipartita di due anni prima, chi aveva il diritto di farlo? «avevo bisogno solo... Sai. Solo di. NON MI GUARDARE MI METTI A DISAGIO SII Più SENSIBILE WALSH HO UN CUORE OK? PROVATO! Non provato. Perché dovrebbe. Sono ok. Cioè sì, nel senso che l’ho provato, perché l’ho fermato. Ed è ripartito. a posto! haha» Sapeva da sé che non fosse divertente anche senza l’espressione impietosita del coinquilino – con quell’occhiata, aveva perso il diritto di essere considerato fratello; fratellastro, al massimo – motivo per cui, senza attendere che il moro desse voce a parole che non avrebbero fatto sentire a loro agio nessuno dei due, chiuse la video chiamata con un sorriso a labbra strette ed un occhiolino, congedando l’altro con una mano portata alla fronte.
    Attese qualche istante che il tasto rosso confermasse l’avvenuto termine della chiamata, prima di smettere di sorridere. E sospirare, svuotando e riempiendo i polmoni rapidamente, afflosciandosi contro la parete della sala d’attesa di Amortentia.
    Non era un segreto che Stiles non stesse bene. Era più una di quelle cose conosciute, e presenti nella stanza, di cui nessuno si azzardava a parlare, temendo di rompere una bolla dal vetro ancora troppo fragile - temendo di rompere lui, di nuovo. Un tempo forse si sarebbe sentito in colpa per costringere gli altri ad essere così delicati e attenti nei suoi confronti, ma che cazzo, un po’ ormai pensava di esserselo meritato. Aveva fatto del proprio meglio; aveva fatto del proprio peggio; per peculiari casualità del destino, era tornato in vita per raccontarlo, quindi pensava di meritarsi un po’ di essere trattato con i guanti di velluto. Non per sempre, ok? L’avrebbe superato, di nuovo, e sarebbe tornato tutto alla normalità, ne era sicuro, aveva solo bisogno di … bisogno di sapere di cosa avesse bisogno, in primis. Tempo? Spazio? Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale? Non ne aveva idea, e quel primo paletto aveva segnato tutto il resto del suo e vissero tutti felici e contenti arc, frenandolo ancor prima di iniziare la discesa. In compenso, sapeva benissimo di cosa non avesse bisogno: alcool; droghe; Heidrun Ryder Crane a bussare alla sua porta perché devi sapere qualcosa, pensaci, qualunque indizio è utile quando lui, lui!, proprio come Jon Snow, non sapeva un cazzo di niente; le espressioni distanti e distratte del nuovo (c’era qualcosa di diverso, e non era solo il pv. ...ma anche) Isaac Lovecraft; i vuoti di memoria. Era sempre stato distratto, troppo iperattivo per potersi concentrare sulle piccole cose della vita, ma tutto quello :sparks: stress :sparks: stava influendo davvero in maniera negativa sulla sua salute psico fisica. C’erano giorni in cui neanche si presentava a lavoro.
    Aveva bisogno di una vacanza?
    Aveva proposto a Jay di andare a trovare Xav, ma quel realista, pragmatico, pezzo d’un fremello, gli aveva ricordato che l’ultima volta fossero stati rapiti dal cartello messicano – di cui poi Xav si era rivelato il boss, ma quella era un’altra storia – e Lydia non l’avrebbe perdonato se fosse nuovamente sparito. Che… rude. Bros before hoes, ma okay. Cos’erano un paio di settimane di assenza nel grande piano della vita? Già, Stiles, cosa sono un paio di settimane, o mesi, e qualcosa in più? Ugh. Insomma. Per forza di cose, le cose being la sua moralità, non aveva insistito.
    E quindi.
    Quello era il risultato.
    Quello cosa?
    «codice: britney» scrisse tutto con minuziosa attenzione, cliccando ogni lettera con l’indice come un boomer qualsiasi, e quando sentì che fosse giunto il momento di chiedere aiuto, inviò il messaggio al gruppo dei Loser.
    L’aveva fatto. Alla fine, era successo.
    Beh: ??????????
    Meh:??????????
    Beh: BRO ANCHE LO STESSO NUMERO
    Meh: ANCHE LO STESSO NUMERO
    Beh: .
    Meh: .
    Halley: 2007?
    Hunter: oh
    «2007» confermò, calcando il cappuccio della felpa sulla testa.
    Poteva chiedere supporto morale a Connor. Dakota. Jay. Murphy. Sin o Nicole. Isaac. Ma no, quello era un problema da giovani, ed era giunto il momento che i Gen Z si rendessero utili.
    «amortentia.» chiuse la chat, ignorando le richieste sui selfie (tanto sapevano non li sapesse fare. Younglings….) attendendo sulla sua poltroncina che il Portavoce Prescelto venisse estratto, e qualcuno si prodigasse alla causa.
    La causa era lui.

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    "Arrivo", digitò rapida, infilando poi il cellulare in tasca con la vibrazione (in caso Stiles avesse scritto ancora, pronta a fargli compagnia nell'attesa) e guardando a destra e sinistra della strada per capire quando attraversare senza farsi investire da nessuno (forse nei borghi magici non giravano - ancora - macchine e aggetti babbani simili, ma i mezzi magici erano ancora peggio; per non parlare delle creature usate come cavalcature dai maghi eccentrici).
    Erano ore che agognava il ritorno a casa, che sognava la copertina morbida morbida che le aveva regalato sua mamma per Natale, e una cioccolata calda con la miscela fatta in casa giorni prima con Hunter - era stata una giornata... impegnativa a lavoro, e si meritava di (dormire) riposare, ascoltare musica, ma com'è giusto che fosse non ci aveva pensato che mezzo secondo prima di rispondere al grido di aiuto di Stiles, e cambiare rotta. Lui c'era sempre stato per loro, anche quando aveva dovuto pensare che i loro problemi erano infantili e stupidi: non poteva ignorare un codice britney solo perchè stanca.
    E poi, stiles fingeva sempre andasse tutto bene, doveva essere successo qualcosa di grosso.
    Zigzagò fra la neve, e quando arrivò davanti amortentia si era già preparata a vedere Stiles pelato per una crisi di mezza età o strafatto di crack, in testa le possibili frasi da dirgli per tranquillizzarlo. "Ricresceranno..." "in fondo sembri più giovane..." "scommetto che anche la regina si drogava un sacco e guarda quanto è campata". Anche se era pronta al peggio, restò comunque qualche secondo ferma alla porta prima di entrare, respirando affannosamente per riprendere fiato.
    Si sistemò i capelli spettinati e fradici (eh; come detto: giornata difficile.), tirò su il paio di occhiali da sole che aveva preso dagli oggetti dispersi mai ritirati di different lodge che aveva usato per nascondere gli occhioni rossi (ormai si era calmata e probabilmente non si notava più), stirò con le mani la maglia viola pastello, regalo di Natale di Kaz (non si erano visti quel giorno, ma era certa che gli avrebbe fatto piacere sapere che lei l'aveva usata così che alla domanda "ma che bella maglia dove lhai presa !!1" avrebbe potuto rispondere chi era il gran fiko e uomo di buon gusto che gliela aveva regalata).
    Voleva apparire la versione meglio di se stessa per l'amico: Stiles se lo meritava, e non solo perchè non chiedeva mai aiuto, ma perchè era dolce, gentile, e voleva che fosse felice. Avrebbe saputo come aiutarlo? probabilmente no, ma magari poteva offrirgli un abbraccio e un dolcetto aspettando halley e meh! perchè... sarebbero arrivati, giusto? Loro erano molto più in gamba di lei a gestire situazioni delicate.
    Quando si affacciò nel locale, si sentì subito imbarazzata. Poteva entrare solo per cercare stiles?? doveva farsi fare una manicure? Chiedere un appuntamento? «ehm... stiles?» chiamò timidamente verso il ragazzo seduto in sala d'aspetto, e avvicinandosi. Oddio col cappuccio da spaccino sus, forse aveva iniziato a spacciare per errore. Di nuovo. Era una buona idea parlarne in un locale simile??? «va tutto bene» così, di base, per tranquillizzarlo.
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    Bloccò lo schermo del telefono, girandolo verso il basso per non farsi indurre in tentazione, ma essere liberato dal male, amen dai social. Non voleva vedere cosa stessero facendo gli altri. Non voleva sapere come stesse andando la loro vita. Voleva chiudersi nella bolla egocentrica della sua esistenza, senza essere sedotto dall’ennesimo pop up che gli avrebbe fatto scaricare un gioco sul quale si sarebbe infognato per giorni perdendo ogni concezione di tempo e spazio, facendolo sentire peggio di quanto non si sentisse prima. Chiuse gli occhi, la testa poggiata sul muro dietro di sé. Non era facile non pensare a nulla, ma neanche impossibile: bastava essere molto, molto stanchi – una sua specialità! - e poteva stare per un sacco di tempo ad osservare il soffitto con sguardo vacuo e assente. Come i sociopatici! In quel caso, riuscì a spegnersi quanto bastò per «ehm... stiles?» che gli fece socchiudere le palpebre, ma anche infossarsi maggiormente nel cappuccio. «nicky» bisbigliò. Perchè a bassa voce, considerando che in sala d’attesa non ci fosse nessuno? Mah, perché rischiare di attirare su di se più attenzione del necessario? La signorina alla reception sembrava essersi dimenticata della sua esistenza, e non voleva essere lui a ricordargliela. Era certo che, nelle sue attuali condizioni, sarebbe riuscita a vendergli qualunque cosa. Se fosse tornato a casa con dell’altro shopping terapeutico, dove con terapeutico si intendeva l’assoluta incapacità di dire di no all’entusiasmo dei venditori ambulanti che lo approcciavano per strada, Connor l’avrebbe cacciato per davvero. «va tutto bene» Annuì in automatico. Un paio di volte, per esserne sicuro. «va tutto bene» ripetè, perché magari se avesse pronunciato quelle tre parole abbastanza spesso, sarebbe diventato tutto vero. D’altronde, c’erano forse dei reali motivi per cui non avrebbe dovuto andare tutto bene?
    Sono morto;
    Sono un ex alcolista;
    Ho dei vuoti di memoria;
    Isaac;
    Jeremy
    .
    «infatti. Tutto bene.» si girò verso Nicky, labbra strette fra loro.
    «ma non ridere» ammonì, con sguardo serio e dito ammonitore verso la ex Tassorosso. «fa bene cambiare look. È provato dalla scienza» e con quella frase ad effetto ed assolutamente non fondata – o almeno, non che lui sapesse – abbassò il cappuccio, sfidando Nicolina a dire qualcosa sui suoi capelli. Li aveva tagliati corti, cortissimi, decolorati e tinti di un biondo così brillante da far invidia allo Skylinski. Insomma: sembrava un tamarro. Un maranza. Si sentiva ad un passo dall’imparare tutti i testi della Dark Polo Gang. «mi sento rappresentato.» biondo dentro e fuori, perché la coerenza e la sincerità erano importanti.
    Guardò Nicky. Quello era il momento in cui lo riempiva di complimenti e boostava il suo – scarso - self esteem, così che potessero fare poi la loro stretta segreta, e proseguire quel pomeriggio davanti a dolcetti e bevande calde, spettegolando con affetto di tutti i loro conoscenti, perché andava tutto bene. Ma… andava tutto bene? Corrugò le sopracciglia, cercando di studiare gli occhi della Winston sotto le lenti scure. «va… tutto bene?» fece scivolare le iridi scure sui capelli ancora umidi di Nicky. «ti tagli i capelli anche tu?» WE’RE ALL IN THIS TOGETHER.
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    «va tutto bene» ripetè lui, e Nicky annuì, sedendosi con calma al suo fianco e prendendogli una mano fra le sue. Gli occhiali muovendosi le erano caduti sugli occhi, ma non aveva il cuore di lasciare le dita di Stiles per sistemarli di nuovo in testa. Sembrava così fragile in quel momento!! E non in maniera comica. Se si fosse rotto senza il suo supporto? Senza contare che a quella distanza forse era meglio nascondere i propri occhi forse ancora un po' rossi.
    "Sono morto; Sono un ex alcolista; Ho dei vuoti di memoria; Isaac; Jeremy."
    ...
    Nicky sbattè le palpebre più volte, confusa. «hai detto-...?» No, era quasi certa non avesse parlato. Forse si stava autosuggestionando, dando per scontato da sola quello che lui avrebbe potuto dire, come prima che aveva pensato al peggio riguardo la pelata e la droga.
    ...Cioè, non che pensasse che Stiles avesse dei vuoti di memoria (li aveva?? da quando??) ma il resto era qualcosa che di certo rientrava nella lista di "cose che potrebbero rendere il mio guru miserabile".
    «infatti. Tutto bene. ma non ridere» «non lo farei mai»
    oddio, certamente l'avrebbe fatto, ma solo se avesse pensato avrebbe migliorato la situazione, o quando sarebbe diventato divertente farlo !!!
    «fa bene cambiare look. È provato dalla scienza» annuì. «ovviamente» dopo il diploma si era fatta un caschetto per abbandonare tutte le paure di teen!nicky e sentirsi ufficialmente adulta!! (non aveva funzionato ma ci aveva comunque provato, l'importante era quello)
    Poi Stiles si abbassò il cappuccio.
    Non le veniva da ridere. Le veniva da piangere.
    Era felice ora che non potesse vedere nei suoi occhi l'orrore per quel taglio; ovviamente aveva adeguato in fretta l'espressione a quello che Stiles avrebbe voluto sentirsi dire (complimenti; lo sapeva che voleva quelli per qualche motivo) ma tant'è, il panico c'era stato. «è... interessante» sembrava il suo fratello gemello andato in messico a vendere cocaina.
    «mi sento rappresentato.» non potè evitare, per un secondo, di aggrottare le sopracciglia, prima di tornare la nicky-che-non-giudica «rappresentato» dai capelli di un neonazista??? «forte!!! Un look così giovane, stiles!! brillante, oserei dire! E se ti rispecchia, immagino sia perfetto!!»
    Non poteva neanche davvero giudicarlo.
    Si era fatta bionda pure lei una volta. e lei aveva i capelli molto più lunghi e difficili da far ricrescere.
    «va… tutto bene?» strinse le labbra «mh? certo!!!!!!!11»
    «ti tagli i capelli anche tu?»
    ...detto onestamente, avrebbe avuto bisogno di un taglio. Di sentirsi carina... di solito chiedeva ai suoi amici di spuntarle le doppie punte, e proprio raramente andava dal parrucchiere in strada che costava pochissimo. Amortentia era cara ma un po' di self care sarebbe stata carina, già che era lì e non avrebbe neanche dovuto prenotare via telefono l'appuntamento.........
    «siamo qui per te. Non penso sarebbe divertente guardarmi mentre mi fanno i capelli» si guardò in giro «qua però fanno manicure e altre cose, no? O se vuoi possiamo andare a fare shopping. Ti faccio le foto mentre provi abiti carini che costano troppo!» Tornò a guardarlo «vuoi essere distratto o vuoi lamentarti? Entrami le opzioni vanno bene» per la prima aveva una cartella piena di foto di ranocchie!! E meme!! gli poteva far vedere la chat che aveva con meh dove gli inviava in anteprima le frasi fuori contesto sentite a hogwarts !!!1 Mentre per la seconda l'avrebbe ascoltato, poteva portarlo in qualche locale carino, o a casa sua, mangiare cibo spazzatura davanti alla tv!!1
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    Chissà con esattezza quand'era successo che Andrew Stilinski si fosse svegliato un mattino, e avesse pensato di essere adatto alla carriera che svolgeva regolarmente in quel di Hogwarts. Con la schiena poggiata contro il sedile in plastica di Amortentia, cigolando ad ogni minimo rumore e con le labbra strette fra loro nel tentativo di frenare qualunque flusso di coscienza pigiasse sul palato, si rispose che doveva essersi trattato di un primo aprile. Di quale anno, non aveva importanza. Si sentiva un impostore ed un incoerente, perché i problemi degli altri li sminuzzava e li offriva in bocconi più piccoli perché riuscissero a masticarli da soli, ed i propri li ficcava direttamente in gola come le caramelle alla menta piperita di Adriano. Non li scioglieva neanche sulla lingua, lasciando che semplicemente lo soffocassero. In attesa che il proprio corpo comprendesse che non ci entrasse cibo e non ci fosse più un buco per l'ossigeno, fingeva di non chiedersi ogni notte quanto tempo ancora potesse rubare.
    Confidava abbastanza.
    Poteva?
    Cercava di guadagnarne in tutti i modi sbagliati, perché quelli giusti stavano bene agli altri ma su di lui stonavano. Si sentiva stupido ed inadatto, a ... a fare cosa, poi. Funzionare?
    «hai detto...?»
    «bene. ho detto bene. cos'hai capito?» corrugò le sopracciglia e battè le palpebre (ma mi suggeriva palle: ciao baby dara!) ruotando di scatto il capo verso la ex Tassorosso. Aveva sentito pene? No perché c'era un nuovo trend dei giovani di essere unhinged, ma voleva credere che Nicky Winston non rientrasse nella categoria di persone (derogatory) che sentivano solo parole a sfondo sessuale. Non aveva detto pene. PERCHÉ AVREBBE DOVUTO ANDARE TUTTO PENE, POI. Perché andava alla cazzo?
    Oh.
    (in a fanfic voice:) oh.
    In effetti. Thinkin. Sarebbe stato molto freudiano da parte sua.
    «...penso.» confessò alla fine, osservando un punto casuale sul pavimento del locale. E ovviamente, quando meno avrebbe dovuto e non con un certo smarrimento, stava ufficialmente pensando a dei peni. Terribile. Vi dirò di più: pur possedendone uno (proprio suo, nel suo corpo -cit) nei suoi pensieri erano tutti censurati con lo spray bianco. If you know you know (yaoi readers anyone?). Comunque non lo facevano sentire meno a disagio, motivo per cui si corrucciò tutto incrociando con più forza le braccia sul petto.
    Via il dente, via il dolore.
    VIA IL DENTE, VIA IL DOLORE.
    Inspirò, Stiles. Trattenne il fiato sollevando le dita verso il cappuccio, e lo mantenne in gola fino a che non lo abbassò. Improvviso come l'assassino di una soap opera che si rivelasse alla fine dell'episodio essere niente di meno che il padre della figlia nascosta dell'amante del marito del protagonista. (audible gasp dalla folla) «è... interessante» Oh, wow Nicoletta Winston, E ALLORA SPUTAMI COME UNA SARA QUALSIASI AD ALESSANDRO. Strizzò le labbra in una linea, espirando secco per svuotare i polmoni. «forte!!! Un look così giovane, stiles!! brillante, oserei dire! E se ti rispecchia, immagino sia perfetto!!»
    Un guizzo della bocca. Una risata che ci credeva poco, perché stanca e perché sapeva fosse una stronzata, ma onesta. Genuina. L'aveva vista crescere, Nicky. Era sempre stata una «pessima bugiarda» ma le diede una spallata gentile, perché ci aveva provato e perché la preferiva così. Sincera perfino nelle proprie menzogne bianche. «ricresceranno» borbottò quindi, calciando piano la punta della scarpa sul pavimento.
    «siamo qui per te. Non penso sarebbe divertente guardarmi mentre mi fanno i capelli» Si strinse nelle spalle, afflosciandosi sulla sedia. «mica devo guardarti tutto il tempo. posso sfogliare le riviste, e intanto chiacchieriamo» una pausa, breve. Spinse le labbra da un lato della bocca, soffiando piano l'aria. «è un po' che non lo facciamo» chissà per colpa di chi. Giggling! Di gossip era ignaro? Di quanti capitoli era indietro rispetto alle loro FF? Cosa si era perso degli aggiornamenti di trama del gdr di Nicky (lui aveva mollato, richiedeva troppa costanza, ma seguiva le vicende con entusiasmo e dedizione). Quali coppie erano diventate canon mentre fingeva di capire tutti gli [hint] dei tiktok inviati da Murphy? E si, non aveva mai cuore di dirle che non avesse la più pallida idea di chi stesse parlando e di quali fossero le sue visioni ™. Una volta era uno shipper migliori, poi c'erano stati troppi drama, ed aveva deciso che enough was enough, ed era troppo vecchio per quelle stronzate.
    «vuoi essere distratto o vuoi lamentarti? Entrambe le opzioni vanno bene»
    Ci pensò.
    Per poco, ma lo fece. Alzò gli occhi al soffitto, guardandolo e sperando di trovarci la risposta.
    «distratto» mormorò piano, deglutendo appena, fingendo che già quella risposta non fosse un ammissione di colpe. Magari avrebbe finto anche Nicky.


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    Nicky aveva ancora addosso gli occhiali da sole, e di per sè non è un dettaglio importante, se non che noi lettori sappiamo che le permettevano di leggere i pensieri di Stiles.
    E Stiles stava pensando a dei peni.
    Censurati (che era in effetti l'unico modo in cui anche la Winston li pensava - era lesbica ma leggere yaoi fa parte dell'esperienza queer), ok, ma pur sempre peni, e nicky non sapeva neanche perchè se li stava immaginando, come se Stiles ne avesse parlato. Ma non l'aveva fatto, giusto?? perchè avrebbe dovuto, con lei poi? "Concentrati. Niente genitali maschili". Come potete immaginare, obbligarsi a non pensare ai peni ("smettila di dire pompino" - cit) non faceva che peggiorare la situazione.
    Iniziava anche a sentirsi un po' sporca e imbarazzata.
    Che fosse - LE GASP - il suo risveglio sessuale?? Che Stiles fosse il suo Dani?????? Oddio avrebbe dovuto fare coming out con i suoi amici che non era lesbica??? sperava di no, che schifo gli uomini- chissà però se sarebbe stata più fortunata. Magari avrebbe anche avuto una vera relazione e-
    «pessima bugiarda» ecco, manco provandoci forte forte era riuscita a fare i complimenti al suo guru.
    Arricciò il naso. «scusa-...»
    «mica devo guardarti tutto il tempo. posso sfogliare le riviste, e intanto chiacchieriamo. è un po' che non lo facciamo»
    Per un secondo il panico prese il sopravvento, pensando che le stesse dicendo che doveva parlare di lei, ma poi per qualche motivo arrivò alla conclusione che Stiles volesse semplicemente sapere del gdr. Da cosa lo aveva dedotto? Boh, lo intuì e basta. Del gdr Nicky aveva sempre voglia di parlare, quindi si calmò - anche se non del tutto. Nei suoi pg spesso e volentieri metteva un po' troppo della propria esperienza, dei propri sogni, delle proprie tristezze, e Stiles era bravo come psicomago. Doveva andarci pesante, e farsi dare consigli sulla vita fingendo di chiederli per i pg, o meglio essere vaga?
    «vuoi essere distratto o vuoi lamentarti?»
    «distratto»
    Annuì.
    Afferrò una rivista dal tavolino, e la iniziò a sfogliare.
    «non mi dispiacerebbe un colore diverso, ma non tutta la testa. Solo sotto, capito no? Tipo Rosa, o blu. Molto punk. Kyle - il mio pg assistente professore a Princeton - ce li ha con striature di rosso e in role offre un sacco di spunti di conversazione. Alle persone piace. Lo rende meno... anonimo; non sembra un png nella vita di qualcun altro che non sa come seguire i suoi veri desideri, o che pensa non siano abbastanza interessanti. Oh! Ecco!» indicò una foto «I want something just like this punto mp3» il taglio di capelli, o il testo della canzone dei coldplay? sì.
    si morse l'interno della guancia, continuando a guardare il giornale. «non mi dirai perchè ti sei fatto biondo?»
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    Conosceva Dominique Winston da quando non solo era una patata, ma ne aveva anche la forma: un piccolo wurstel beretta strizzato nella divisa Tassorosso, con enormi occhi da cerbiatta e fitte ciglia brune a battere frenetiche su tutto ciò che di nuovo (e terribile, nella maggior parte dei casi. Ma non solo!) offriva Hogwarts. Se la matematica non ci (a me e lui.) ingannava, ed avrebbe tranquillamente potuto, l’anno da matricola di Nicky era anche stato il suo primo anno da Prefetto. Ricordava di aver portato la spilla con orgoglio, e di aver lasciato che i bimbi lo seguissero come una papera con i suoi preziosi anatroccoli; forse quella era stata la fine sociale dei Losers. Forse se avessero seguito un altro Prefetto, si sarebbero chiamati Coolers: citando Kanye West, i guess we’ll never know. Era andata così, ed ormai adulti, non potevano che seminare quel che avevano raccolto, ritrovandosi in un salone di bellezza con crisi esistenziali sfogate sui giochi di ruolo, od i propri capelli.
    Sospiro profondo.
    «non mi dispiacerebbe un colore diverso, ma non tutta la testa. Solo sotto, capito no? Tipo Rosa, o blu. Molto punk. Kyle - il mio pg assistente professore a Princeton - ce li ha con striature di rosso e in role offre un sacco di spunti di conversazione. Alle persone piace. Lo rende meno... anonimo; non sembra un png nella vita di qualcun altro che non sa come seguire i suoi veri desideri, o che pensa non siano abbastanza interessanti. Oh! Ecco! I want something just like this punto mp3» Parlava veloce e senza guardarlo. Non avrebbe potuto rendere più evidente come stesse cercando di apparire distaccata dal discorso, e se fossero stati paziente e terapeuta, gliel’avrebbe permesso. Le avrebbe concesso i propri tempi per elaborare, ed esprimere le proprie insicurezze nel modo che preferiva. Avrebbe finto di non accorgersene, all’inizio, così da non terrorizzarla al punto da farla chiudere in se stessa senza mai avere altro coraggio di aprirsi. Ma era Nicky, e l’aveva vista crescere. Era l’adulto di quella situazione, malgrado il suo nuovo… taglio, potesse trarre in inganno, e la adorava.
    Si allungò verso la ragazza, cercando la sua mano per prenderla nella propria. Se avesse (unclear) ancora indossato gli occhiali da sole, e non li avesse già poggiati sulla fronte, l’avrebbe invitata a sollevarli con un movimento delle dita. «nicky» non era stanco, il tono di Stiles. Era comprensivo, perché capiva da dove arrivasse, e morbido, perché avrebbe voluto che fosse in grado di vedersi come lui vedeva lei. «nicky» ripetè, abbozzando un sorriso, mettendola a tacere prima che potesse dire qualcosa sulla linea di non era quello che intendevo, perché Andrew Stilinski – il loro guru!!! - non era la persona adatta con cui cambiare discorso. «mi sono fatto biondo perché volevo avere il controllo di qualcosa. E provare a me stesso di poter cambiare senza pensarci troppo» arricciò un angolo delle labbra verso l’alto. «e l’ho fatto. Quindi ora posso avere rimpianti. Ma dovevo dimostrare qualcosa a Stiles, quindi. Ne è valsa la pena» e non che fosse stupido, attenzione, quello lo sapeva senza testimonianze platino a far capolino dallo specchio. «magari kyle è davvero un png nella vita di qualcun altro. E quindi? Ci sono quasi 8 miliardi di persone al mondo. Resta il main character della sua vita. Con i suoi tempi, e le sue scelte, che non sono migliori o peggiori rispetto a quelli degli altri – solo diversi» Un sospiro, la schiena contro il muro. «l’hai creato tu, kyle. Lo conoscono – quante persone ci sono nel gdr ora, trenta? Trentatrè?» un bacio alla chaosbringer, ed un occhiolino all’oblivion. «prima non esisteva. Hai già cambiato la storia» Un’occhiata di sottecchi, perché non stavano parlando di Kyle neanche prima, quindi tanto valeva tagliare corto. «magari per te quello che fai non ha valore, ma lo ha per gli altri. Ed i desideri non hanno motivo di essere raggiunti, quelli si chiamano obiettivi: puoi viverli e basta senza sentirti in colpa, ed è abbastanza» Soffiò sulle unghie, strofinandole poi sulla spalla.
    «gli psicomaghi sono come i supereroi: non andiamo mai in vacanza. Justice and mental health – l’ho proposto come motto del team di lavoro al San Mungo, ma non hanno apprezzato. Dici che dak mi fa mettere gli striscioni in infermeria?»
    E comunque: «dovresti farti i ciuffi davanti viola. Solo le tendine, sai? … e mi rendo conto di non essere nella posizione migliore per dare consigli estetici, ma puoi sempre chiedere conferma ad halley se non ti fidi» escludeva i Tryhard, con affetto, ed Hunter, perché era troppo realista e SE LE AVESSE DETTO CHE AL MINISTERO NON AVREBBE Più TROVATO LAVORO?!?”?
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    «stiles» una mezza preghiera, detta però con tono quasi canzonatore accompagnato da un sorriso tanto sghembo (edward cullen sei tu) quanto falso. Doveva davvero superare il confine del "ti parlo di me senza dirti che parlo di me" richiamandola? Non potevano continuare a far finta che fosse tutto un gioco e restare su terreno neutro? Era il suo coping mechanism !1 e forse non funzionava del tutto, ma almeno poteva fingere di avere una dignità.
    Nicky ci mise qualche secondo a decidersi se alzare o no gli occhiali da sole, ma con piccolo sbuffo del naso accettò a toglierseli. Non una fan del guardarsi negli occhi, soprattutto quando era con Stiles, che nei loro sguardi era sempre capace di cogliere un po' troppo, ma poteva fare lo sforzo di essere per lo meno educata.
    «mi sono fatto biondo perché volevo avere il controllo di qualcosa. E provare a me stesso di poter cambiare senza pensarci troppo... e l’ho fatto. Quindi ora posso avere rimpianti. Ma dovevo dimostrare qualcosa a Stiles, quindi. Ne è valsa la pena»
    «filosofico» spalancò leggermente gli occhi scuri. «questa potrei rubartela» ridacchiò leggera, e se il ragazzo non le avesse preso la mano destra, avrebbe davvero cercato il cellulare per appuntarsi la frase d'effetto con l'intenzione di riciclarla per un pg.
    O rileggerla più avanti come frase motivazionale. Era fra lei e Dio per cosa voleva rubarla.
    «magari kyle è davvero un png nella vita di qualcun altro. E quindi? Ci sono quasi 8 miliardi di persone al mondo. Resta il main character della sua vita. Con i suoi tempi, e le sue scelte, che non sono migliori o peggiori rispetto a quelli degli altri – solo diversi» arricciò il naso, attenta, questa volta, a non aggiungere altro - tipo che sarebbe stato figo fosse stato per altri un coprotagonista, o qualcosa del genere. Sempre Kyle, eh. Ovviamente.
    «l’hai creato tu, kyle. Lo conoscono – quante persone ci sono nel gdr ora, trenta? Trentatrè? prima non esisteva. Hai già cambiato la storia» e meno male che la quest non c'è ancora stata o qua partirebbe il war flashback di come sì, nicky avesse contribuito a cambiare la storia, e che storia ah ah ah :praying:
    Sorrise, si sforzò di farlo, perchè l'alternativa sarebbe stata mettersi a piangere. Non perchè Stiles avesse detto qualcosa di sbagliato, ma perchè era una piagnucolona così, e avrebbe voluto renderlo fiero e dirgli che capiva, che aveva ragione, che il giorno dopo sarebbe stato migliore - ma non era una brava bugiarda a sufficienza e a volte le giornate erano overwhelming così.
    «uh, sei bravo, eh? Hai un manuale o qualcosa del genere?» ridendo, si passò il dito sotto le ciglia, nascondendo le prove di lacrime in arrivo prima che fossero evidenti.
    «gli psicomaghi sono come i supereroi: non andiamo mai in vacanza. Justice and mental health – l’ho proposto come motto del team di lavoro al San Mungo, ma non hanno apprezzato. Dici che dak mi fa mettere gli striscioni in infermeria?»
    «è un bello slogan. unironically! so che il ministero non è molto interessato alla mental health al momento perchè ci sono problemi più grandi al mondo ma... sarebbe figo. Mi sarebbe piaciuto avere qualcuno come te come psicomago, a hogwarts» invece che [inserire nome perchè non ricordo se li avessimo già]. Forse non sarebbe andata in terapia lo stesso neanche con uno psicomago alla Stiles perchè life is hard - ma chi può dirlo. Poteva comunque essere felice per le nuove generazioni di studenti.
    «dovresti farti i ciuffi davanti viola. Solo le tendine, sai? … e mi rendo conto di non essere nella posizione migliore per dare consigli estetici, ma puoi sempre chiedere conferma ad halley se non ti fidi»
    «sai cosa?» si strinse nelle spalle allegramente «why not! Mal che vada li tingo di nuovo di castano» ormai era lì, ed era con lo stilinski - e sappiamo tutti che la parte più difficile per queste cose è (chiamare al telefono per prenotare) uscire di casa. «o mi taglio i capelli come te. Cambio netto - e poi facciamo i gemellini per strada»
    Distolse lo sguardo, sfogliando di nuovo la rivista. «aiutami a trovare la tonalità giusta» Ancora sorridendo, ancora sguardo sulla rivista, aggiunse «Comunque sto bene. O... starò bene. Mi dispiace di aver deviato il discorso su di me e not in a funny way distraendoti e basta. Non ti obbligherò a parlare dei tuoi problemi, ma-... nel mio essere disfunzionale, ci sono per te» alzò gli occhi, testa leggermente inclinata. «o ti intrattengo raccontandoti di questo award che c'è sul F.R.A.T. per chi trova il minorenne migliore» life imitates art
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