I'm just a kid and life is a nightmare

[ ty + gaylord ]

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  1. anxie/ty
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    ty límore köholer
    And maybe
    when the night is dead
    I'll crawl into my bed
    I'm staring at these
    four walls again


    18 ✧ special ✧ undercover
    what the hell iswrong with me?
    don't fit in with anybody
    how did this happen to me?
    wide awake
    I'm bored and I can't fall asleep
    and every night is the worst night ever

    mancavano 36 giorni a Natale.
    non aveva mai apprezzato la festa in questione, taichi límore, troppa gente ad invadere il suo minuscolo spazio vitale e gli occhi giudicanti dei genitori sempre incollati addosso; l'atmosfera natalizia era solo una facciata di convenienza, costruita ad arte per dare all'alta società quello che in fondo volevano tenere il più possibile lontano: una parvenza di normalità. era ben felice di non dover più sottostare a quella tortura (cinese, letteralmente), ma allo stesso tempo sentiva gli mancasse qualcosa.
    i suoi amici, behan, una vita normale.
    era passato quasi un anno da quando tai era stato dato per disperso prima e morto dopo, quasi un anno da quando ty aveva preso in mano le redini della propria vita cercando di rimetterla in carreggiata. e ancora viaggiava su un binario sconnesso e ben lontano dalla strada principale, nonostante le regole ferree alle quali lo special si atteneva a discapito della propria felicità. in quei mesi, all'apparenza infiniti, ty aveva compreso fino in fondo il concetto di solitudine, e quanto lontano fosse stato dal provarla in passato.
    e questo era l'unico motivo per cui, quando livy lo aveva invitato a casa per Natale, il diciottenne aveva accettato senza nemmeno darle il tempo di finire la frase; non amava le feste, taichi límore, ma amava Sullivan Hawkins e quel poco tempo che normalmente riuscivano a passare insieme non gli bastava. amava anche behan tryhard, sebbene non avesse mai trovato il coraggio di dirglielo, ma con il ragazzo in questione la situazione era diversa: il timore di coinvolgerlo in qualcosa che nessuno dei due poteva gestire era una forza per ty incontrollabile. lo bloccava, al limite di una paralisi che non riusciva a sciogliere.
    amava anche quel coglione di Hans, e amava anche McKenzie, e forse era stata la loro improvvisa scomparsa a mettere il diciottenne di fronte ad una realtà fino a quel momento accantonata — perché era così che ty aveva sempre gestito i suoi problemi, nascondendoli sotto il tappeto. una realtà che aveva la forma dell'isolamento, dell'impotenza: che di Hans e Mac si fossero perse le tracce, ty lo aveva appena saputo. come se più di due settimane senza avere loro notizie — di persone che per lui erano fondamentali, fosse del tutto normale.
    ma quando lo era diventato?
    bravo ad esprimere i propri sentimenti, taichi límore non lo era mai stato, eppure nei due anni e mezzo trascorsi ad Hogwarts qualcosa aveva imparato; a volte non proprio per scelta, spesso sulla propria pelle. e di tutti quei progressi gli rimaneva tra le dita un bel mucchio di niente.
    «hai già scelto quali vuoi?» una voce femminile lo fece sobbalzare: non che ci volesse molto. all'ansia di vivere ty aveva sommato anche quella di venire beccato ed espatriato, magari persino accusato di frode e quella cosa che si fa rubando l'identità altrui (non mi viene il termine giusto, legal!babbi aiutami). Fake gli avrebbe detto che al Ministero avevano ben altri problemi, ma anche il suo luigi* non poteva stargli appresso h24 7/7 ricordandogli come funzionava la vita vera — aveva gente da picchiare e dita da tagliare e un ryu con cui flirtare. non necessariamente in questo ordine «eh?!» nemmeno si era reso conto di aver fatto il palo davanti al banco dei dolciumi, e chissà da quanto era fermo li immerso nei suoi pensieri «i dolcetti, dico» la commessa, una signora di mezza età (quindi sui 34 come rob) con la divisa del Red Velvet e il nome Scarlett cucito sul petto, indicò a ty le caramelle divise per tipologia alle sue spalle, dondolando a mezz'aria un sacchettino vuoto. dietro le lenti degli occhiali scuri, lo special batté rapidamente le palpebre: se la commessa non si fosse avvicinata, era probabile che ty sarebbe uscito dal locale senza comprare nulla, anche perché non ricordava affatto di esserci entrato.
    lo aveva fatto sovrappensiero, la mente divisa tra mille problemi +1, dopo aver passato quindici minuti a spiare behan oltre le vetrine del BDE senza trovare il coraggio per mettere piede nella gelateria — la presenza di Edward moonarie, in tutto questo, non aiutava.
    «i dolc- ah si! si certo, ho capito, i dolcetti» aprì entrambe le braccia ruotando il busto verso gli scaffali; avrebbe potuto leggere con attenzione le etichette che riportavano nomi ed effetti delle varie caramelle, ma il cuore dello special aveva già sopportato troppo «quelli! prendo quelli grazie» indicó un barattolo di vetro a caso, il peso del corpo spostato nervosamente da un piede all'altro mentre la signora in divisa riempiva per metà il sacchetto. poteva anche aver cambiato volto, aggiunto fossette e muscoli e il colorito sano di una persona non prossima alla morte, ma dentro taichi rimaneva sempre lo stesso.
    almeno era migliorato con l'inglese.
    solo quando la commessa si allontanò, consegnandogli il sacchetto tra le mani, ty riprese a fare respiri profondi, la schiena a premere contro lo scaffale alle sue spalle; per quanto sapesse che nessuno poteva riconoscerlo, niente poteva impedirgli di sentirsi come uno spacciatore di fronte ad un cane antidroga: colto in flagrante, con le mani nel sacco. a dirla proprio tutta, era anche vestito come uno spacciatore — occhiali scuri, cappello di lana calato sui capelli corvini, bomber troppo grande, classica tuta in acrilico tutt'altro che ignifuga con banda laterale e il logo di qualche squadra di calcio inglese (e perché proprio l'Arsenal). con il senno di poi, non avrebbe dovuto lasciare che delith gli rifacesse il guardaroba. stringendo il sacchetto contro il torace, e in attesa di tornare ad un battito cardiaco meno vicino all'infarto, ty prese una delle sue caramelle e se la mise in bocca, menta e limone a sciogliersi sulla lingua insieme ad una cascata di zucchero.
    cosa mai poteva andare storto, a quel punto.


    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    ty si è appena mangiato una MentiNo

    CITAZIONE
    sono pasticche di zucchero aromatizzate, dai vari colori sgargianti diversi in base al gusto (arancione zucca, rosso fragola, blu anice, nero pipistrello...) e prendono il nome dal loro ingrediente segreto-non-poi-così-segreto: una goccia di veritaserum.
    Perfette da prendere per rinfrescarsi l'alito prima di un bacio, meno perfette se non si vuole rischiare di dire al proprio fidanzatino che lo si sta usando per solo far ingelosire qualcun altro.
     
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3 replies since 19/11/2022, 18:38   201 views
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