BOO! haha, get it? cus i ghosted you

ft. (zio) sin

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    «possiamo» chiuse gli occhi, annaspando all’ennesima secchiata di – olio? - qualcosa che gli veniva lanciata addosso. Aveva dei diritti, per l’amor di Dio: dov’era il suo avvocato? La sua telefonata a casa? Il buon senso che impediva ad una famiglia particolarmente psicolabile di SACRIFICARE LE FUCKIN PERSONE? Superman, Yoda, Keagan il Paladino, qualcuno doveva pur esserci che portasse giustizia in quel genere di situazioni. Il rinomato fascino di Poor Edmund Withpotatoes, sembrava non attecchire su Lulu Principessa Argentata – non ricordava il suo nome, quindi era diventato canon - eppure aveva funzionato una favola un paio di notti prima, quando l’aveva sedotta giurandole che fossero anime gemelle destinate a rimanere insieme per sempre, e che per suggellare il loro amore – nonché primo kinda appuntamento – fosse necessario un incontro carnale. Che ne sapeva che la sua fosse una famiglia di strani amish, e che scoperto avesse colto l’oliva della figlia extra vergine, avessero deciso di RAPIRLO CON L’INGANNO PER OFFRIRE IL SUO CUORE IN DONO A SOLO LUCIFERO (ciao bro ♥) SAPEVA COSA PER FAR TORNARE L’IMENE ALLA LORO BAMBINA E FARLA TORNARE PURA, PERFETTA E CON POTERI DISCENDENTI DIRETTAMENTE DALLE DIVINITA. Andiamo! «parlarne?» un’altra ondata di liquido dalla dubbia provenienza lo costrinse a serrare le labbra, le imprecazioni rimaste tutte incastrate fra denti e gengiva. «jessica...» no? «noemi…..» Venne fulminato con un’occhiataccia. Ah, allora lo sentivano, le merde! Se solo non avesse avuto quelle stupide manette a bloccargli i poteri… sarebbe scappato velocissimo, fulmineo. Era un’amante, non un combattente – quelle robe da plebe la lasciava alle bestie. «trudy?» No? «eddai, amo» si contorse sul pavimento cercando almeno di mettersi seduto, una smorfia insofferente verso le catene che lo tenevano ancorato a terra. Si sentiva una bicicletta. «ero impegnato in questi giorni. Mi sarei fatto sentire, giuro» tanto sarebbe andato all’inferno in ogni caso, lo spergiuro non rientrava neanche più nella lista dei suoi peccati – era direttamente nel suo curriculum. «baby goddamn, davvero. Non puoi lasciare che mi facciano...questo. Senza cuore, come posso» VIVERE, CAZZO «amarti? Batte solo per te» pausa, grandi occhioni lucidi puntati su Lulu. «ma anche per me. Biologicamente parlando. Dillo ai tuoi cugini. Non vogliono un mignolo? Ve lo regalo, ne ho altri» Fece vagare lo sguardo sulla folla ivi riunita – uau. C’era un sacco di gente. Si sentiva: famoso. Un vitello famoso, ma la fama era pur sempre fama – sperando di cogliere un viso familiare. Possibile che quelle merde dei suoi coinquilini, si rifiutava di pensare a loro in maniera diversa, non fossero presenti? Sembrava proprio il loro genere di cosa, aka un casino in cui capitassero per puro caso. Posh non aveva nessun concerto di artisti sconosciuti in quel del Wicked Park? No? Swag non aveva spacciatori in zona? E allora vaffanculo. «non ti mancherei troppo? diteglielo» eddai cazzo ci sarà stato qualcuno commosso dalla loro Storia d’Amore lì in mezzo.

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    PROMPT VINTO AL COMPLEANNO OBLIVION 2020

    sei offerto come sacrificio in un antico rituale di sangue atto a portare, o almeno così dice il libro, poteri incredibili a chiunque lo compi; sei legato ad un altare, impossibilitato ad usare magia, ed apparentemente privo di alcuna via di fuga.
     
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    Probabilmente, dopo due figli Sinclair avrebbe dovuto esserci abituato, persino aspettarselo ancora prima che si manifestasse. Le voglie, quelle maledette voglie che l’avevano fatto correre per tutta New Hovel perché Nicole voleva un tamale. Poteva mangiarlo? L’Hansen non ne aveva idea, ma aveva provato comunque a reperirlo (non ci era riuscito, ma ci era andato vicino a detta sua). Quella volta si trattava invece di una torta particolare che vendevano alle bancarelle di Halloween del Wicked, e come poteva l’Hansen dirle di no quando aveva fallito la precedente missione? Sì, perché ormai l’aveva presa come una missione e lui un soldato che avrebbe fatto di tutto per portarla al termine. Era il minimo dopo che era stato tanto irresponsabile da mettere Nicole incinta, e ancora prima di quello non averle detto della sua affiliazione ai dottori estremisti- non che lo si potesse biasimare. Era una situazione complicata, il soffermarsi troppo sui perché e i come era superfluo quando il danno era già stato fatto, ma soprattutto Elisa (io) deve ancora rispondere alla role. Una volta varcati i cancelli del Wicked, l’idrocineta si rese conto di non sapere dove andare. Non ricordava l’ubicazione dei mercatini, e a una prima ricognizione dei suoi dintorni non scorgeva i classici tendoni bianchi e rossi e il profumo di zucchero e cannella nell’aria. Si lasciò guidare dai suoi piedi, che decisero di portarlo in una zona un po’ più isolata del parco. A sua difesa, poteva vedere una folla radunata attorno a un qualcosa e il collegamento folla-mercatini fu abbastanza automatico. Perché, come on, nessuno si aspettava di vedere la scena dinnanzi alla quale era davanti. «baby goddamn, davvero. Non puoi lasciare che mi facciano...questo. Senza cuore, come posso amarti? Batte solo per te» eccolo lì, un Poor Withpotatoes (chissà se Sin sa che sono parenti) cosparso di olio e pronto ad essere sacrificato a Tiamat. Si fece strada tra la folla a forza di sgomitate e polite permesso fino a che non giunse davanti all’altare sacrificale. Era: confuso. Basito. Tante e troppe emozioni da processare. «poor? cosa ci fai là sopra?» dovette urlare sopra il ruggito della folla, che ne frattempo domandava sangue. Il Withpotatoes era pur sempre il fratello di Idem, doveva fare qualcosa! E aveva bisogno di sbrigarsi per portare la torta a Nicole. Salì i gradini che lo separavano dalla sconosciuta e Poor, sperando che la sua aura autoritaria da anziano facesse desistere la ragazza dal pugnalale entrambi. «e te, ragazzina, mi sembri troppo giovane per giocare con queste cose» lanciò uno sguardo colmo di disapprovazione alla famiglia, le dita a stringersi attorno al polso della ragazza per fare pressione e impossessarsi dell'arma. Si concesse qualche secondo per studiare la lama e apprezzare la rifrittura dell'oggetto, ma fu ben presto riportato alla realtà dalle urla isteriche di amio. «poor.......cosa hai fatto? o ho interrotto una scene?» bdsm, ovvio. «perché se è questo il caso posso andarmene? non voglio saperne niente» poi chi glielo spiegava a Idem (o Darden. O Isaac. Sempre peggio), di certo non lui. Insomma, le manette lo avevano traviato momentaneamente, così come l'olio straight out un porno.
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    Aguzzò la vista, assottigliando le palpebre ed allungandosi quanto le catene permettevano. Un po’ come il meme di spiderman, Sin guardò Poor e Poor guardò Sin, una lenta consapevolezza a rimbalzare dall’uno all’altro. Una chiara presa di posizione; una connessione così profonda e mistica da permettere la creazione di un piano, eccelso e inoppugnabile, per uscire da quella si- «poor? cosa ci fai là sopra?»
    O forse no.
    Battè le palpebre, guardandosi attorno. Piantò gli occhi bruni sulle manette ed il resto della ferraglia, sui liquidi che venivano continuamente lanciati sul suo corpo, sul libro aperto fra le mani del capofamiglia, sulla folla riunita in cerchio attorno a lui.
    «poso nudo» Ma dai, che domanda era. Passò la lingua sulle labbra, redarguendosi fra sé e sé: Poor Edmund Withpotatoes, sei meglio di così.
    ...Che non era vero. Era, piuttosto, peggio di così, ma le situazioni disperate richiedevano misure disperate, e se poteva giurare amore e fedeltà alla prima ragazza approcciata in un bar per poter entrare in intimità, di certo poteva essere meno impertinente con suo zio in una situazione di vita o di morte. «mi hanno rapito. E sedato. E vogliono sacrificarmi» chiarì, a scanso di equivoci, aggrottando le sopracciglia verso Tara – o come cazzo si chiamava. Rude, potevamo avere (niente, in effetti: nuovo numero, chi sei) tutto«e te, ragazzina, mi sembri troppo giovane per giocare con queste cose» Sara, no. Sara, non farlo. SAR- «title of your sextape - GASP!» forse la possessione era già iniziata. Portò incredulo una mano alle labbra, osservando innocente – puro e limpido come un lago di alta montagna – l’uomo e la ragazzina. «poor.......cosa hai fatto? o ho interrotto una scene? perché se è questo il caso posso andarmene? non voglio saperne niente» Cosa - cosa. Erano vicini di casa da anni; frequentavano le stesse lezioni al castello, e avevano in comune una Idem: come poteva conoscerlo così poco da sapere che il voyeurismo non gli piacesse? Era un ragazzo riservato, he never kiss and tell. Se – e non era neanche un grande se; anzi, era piuttosto probabile – avesse voluto un roleplay simile, l’avrebbe fatto con meno pubblico. «sì, va bene, incolpiamo la vittima» era sempre un poor, cos’hai fatto e mai un poor, cosa ti hanno fatto. Sì che spesso era la colpa del suo male, una delle controindicazioni di creare piani perfetti ma essere troppi pigro per seguirli fino in fondo, ma non meritava almeno il beneficio del dubbio? «anche se – ed è ipotetico – avessi fatto qualcosa, non credo che questa sia la soluzione. E ho già detto “scusa”, quindi?» Non era la parola magica? Non bastava dire che gli dispiacesse, e tutto andava a posto da solo? Assurdo. Allucinante. Non voleva crederci. Fece guizzare lo sguardo oltre le spalle di Sin, dove il resto della famiglia si era armata di...mh.
    Mh. «forconi» Barbie, da qualche parte, tremò in memoria dei tempi a Bodie. «persone con forconi, siNCLAIR!!!» avvisò, agitando inutilmente un braccio. «dietro di te» eh vabbè. Lui era legato, mica poteva fare molto altro se non guardare e fare il tifo.
    Peccato...amava così tanto l’azione… ah….

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    Nicole l’avrebbe ucciso. Se lo shentiva nelle ossa, nel modo in cui il tempo stava passando inesorabilmente mentre lui era bloccato lì. Sì, bloccato. Sapeva che, logicamente, se ne sarebbe potuto andare in qualsiasi momento ma- non poteva lasciare Poor lì, giusto? Nicole avrebbe capito che si trattava di una buona azione, qualcosa che gli avrebbe fatto guadagnare punti Paradiso; dopotutto, Sinclair era già vicino alla sua Ultima Ora. «mi hanno rapito. E sedato. E vogliono sacrificarmi» la Rivera avrebbe decisamente capito, o avrebbe usato il corpo di Poor come scudo. Meglio la sua ragazza di una folla inferocita, no? Logicamente, l’Hansen sapeva che ci doveva essere una spiegazione ma non c’era nulla di logico nella scena davanti a sé, nulla che potesse spiegare quella follia. Ai suoi tempi quelle cose non succedevano, che ne sapeva lui. Era certamente un modo bizzarro di domandare vendetta, nonché altamente illegale e frowned upon, ma supponeva che Dio era disposto a chiudere gli occhi su certe questioni. Bastava guardare agli ultimi duemila anni lol xd. «ma…..a caso?» magari avevano una buona ragione e Sinclair stava rischiando la vita due volte: con gli amish e con Nicole. No, non poteva pensare così, era sicuro che Poor fosse una vittima a quel punto. Non era un ragazzo perfetto, ma cosa poteva aver fatto di così terribile da essere sacrificato a una divinità? Sembrava l’inizio di un brutto porno. E Sinclair sperava con tutto se stesso di non essere coinvolto. «anche se – ed è ipotetico – avessi fatto qualcosa, non credo che questa sia la soluzione. E ho già detto “scusa”, quindi?» ah, i giovani. Sinclair fu sopraffatto da un moto di affetto paterno per il Withpotatoes, non ancora temprato dalla vita come lo era stato lui e ingenuo sulle vie del mondo: non bastava chiedere scusa. Sinclair lo sapeva bene, se no come avrebbe fatto a riconquistare Nicole? Ah, ed ecco che gli toccava impartire la sua infinita saggezza «certe volte, chiedere scusa non basta. bisogna dimostrare di essere sinceri tramite le proprie azioni, anche se in questo caso….» Sinclair guardò la figura di Poor cosparsa d’olio e legata, poi alla folla con i forconi dietro di loro «la vedo tesa» visto che conosceva lo slang giovanile? Stan Kold. «ci penso io, sono bravo con le masse» e no, non intendeva le masse di piccioni. Una volta era stato un prestigioso dottore al San Mungo, capo del reparto più kool dell’intero ospedale, sapeva come gestire una folla inferocita. Si voltò completamente verso la folla, portando le mani al cielo come avrebbe fatto Gesù «miei cari fedeli, cosa penserebbe il vostro Dio a vedervi così?» probabilmente era quite alright con l’omicidio vista la natura del sacrificio, ma se confonderli era ciò che gli avrebbe dato un vantaggio in più allora così fosse. Invocò una chiave fatta d’acqua, una generica che avrebbe adattato una volta percepito la serratura in questione e, e provò a individuare il meccanismo che avrebbe fatto scattare le manette «non so cos’abbia fatto questo ragazzo MA! secondo me avete scelto il sacrificio sbagliato» percepì il momento esatto in cui la chiave aprì le manette e liberò Poor, e fu in un momento di follia che indicò un qualcosa alle spalle della folla «GUARDATE, E' MICA UNA SVENDITA DI CROCIFISSI???» confidò che almeno qualcuno di loro si sarebbe voltato, di solito funzionava. Usò quel frangente di tempo per aiutare Poor ad alzarsi, controllando che stesse bene «non avevo pensato così avanti» gli confessò una volta che lo raggiunse, il che era la metafora della vita di Sinclair Hansen. Avrebbe lasciato la scelta allo special, anche perché Sinclair non sapeva quali strano questioni avesse in sospeso.
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    Poor non aveva firmato da nessuna parte per quello. Era un Withpotatoes, per l'amor di Dio, forgiato a prediche e conversazioni a cuore aperto obbligate ed imbarazzanti ed archi di redenzione in cui prometteva - e falliva - che sarebbe diventato un ragazzo migliore. La sua frase preferita a quel tipo di riunioni di famiglia, non a caso, era "Si impara dai propri errori": più ne faceva, meno possibilità c'erano ne avrebbe fatti una volta adulto e maturo, no? Tutto tornava. «certe volte, chiedere scusa non basta. bisogna dimostrare di essere sinceri tramite le proprie azioni» Non se lo meritava. Non - non se lo meritava. Al tono paternalistico di suo zio, non riuscì proprio a trattenere gli occhi alzati al cielo, il labbro stretto fra i denti, ed il sibilo in cui chiedeva alla setta che l'aveva rapito di porre fine a tutte le sue sofferenze. Meglio la morte, seppur non rapida, di una ramanzina - in quel momento, poi! Non ce n'erano proprio di più opportuni? Dondolò pigramente il braccio incatenato, occhi scuri a supplicare Sinclair di NON ROMPERGLI IL CAZZO IN QUELL'ISTANTE. Poteva farlo dopo? Come le persone normali? Sarebbe stato bravissimo, eccellente: avrebbe annuito a tutti i momenti giusti, sarebbe parso costernato alle parole clou, ed avrebbe tenuto il viso basso e mortificato come una dama ottocentesca scoperta a mostrare la caviglia. anche se in questo caso….la vedo tesa» Lui diceva? Assottigliò la bocca in una linea severa - ma giusta - arcuando nel mentre entrambe le sopracciglia.
    «ci penso io, sono bravo con le masse»
    Era fottuto. Quello era il suo ultimo giorno sulla terra, e l'avrebbe speso così, unto come un tacchino al Ringraziamento, privo di un briciolo di dignità, e senza manco scopare.
    Sospirò affranto.
    «miei cari fedeli, cosa penserebbe il vostro Dio a vedervi così?»
    Un battito di ciglia. Ecco da chi aveva preso Swag. Un altro battito di ciglia, più lento ed intenso, perchè fuck my life. Prima ancora di cominciare a combattere, Poor Withpotatoes si era già arreso.
    Lo so. Siete tutti sconvolti. Senza parole. Mandibola a trascinarsi sul pavimento.
    «non so cos’abbia fatto questo ragazzo MA! secondo me avete scelto il sacrificio sbagliato» Dubitava ci fosse un sacrifico giusto, ma visto che era riuscito, in qualche modo mistico sconosciuto al moltiplicatore, ad attirare effettivamente tutti gli occhi su di se, lungi da lui obiettare. Anzi, poteva anche cercarli a trovarne uno adatto, e perchè proprio Posh!
    Clic.
    Era - era libero? Abbassò lo sguardo sulle catene. Lo rialzò su Sin, e poi sulla setta.
    «GUARDATE, E' MICA UNA SVENDITA DI CROCIFISSI???»
    Oddio.
    Aveva davvero detto -
    e aveva funzionato? Non sapeva cosa provare in merito. Indubbiamente, poteva dirsi affascinato ed intrigato.
    Magari avrebbe rimandato tutte quelle emozioni per un altro momento.
    Scattò in piedi, reggendosi al braccio dell'uomo come un agnello ferito sulle spalle di Don Bosco. «corriamo» aka corri, perchè lui era più un peso che altro. Non era neanche nelle condizioni di fare copie di se stesso per confondere la setta! In compenso, aveva un talento naturale per salvarsi la pelle (e se avete letto palle, funziona uguale). Nel fuggire verso lidi migliori, lanciò alle proprie spalle qualunque oggetto trovato sul suo cammino - pali random; tendoni e tendine; chissà cosa passava il convento - di modo da far perdere tempo ai loro inseguitori. Corrugò poi le sopracciglia, senza rallentare l'andatura. «non puoi tipo...spazzarli via con un'onda?» Sin usa Surf kind of thing, per intenderci.
    Visto che era un ragazzo educato: «per favore...» palpebre assottigliate, sguardo intenso. Lo guardò cercando di capire quanto sapesse, se sapesse, e molto lentamente - così da poter passare come un fra, un boi, un dude - sillabò «zio.» Un po' interrogativo, un po' allusivo, ed un po' ?? esattamente così.


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    Sentiva addosso lo sguardo giudicante del Withpotatoes, e sapete cosa ne pensava? Niente, non ne era toccato perché sapeva che c’erano faccende che i giovani non comprendevano. Modi di fare, di esistere, che solo una volta sbloccati -sì, come i badge- i 30+ si acquisivano. Pensavate che avesse una passione per le coppole prima dei trent’anni? Assolutamente no. Era certo che un giorno il gene Quinn avrebbe attecchito anche su Poor e avrebbe compreso ™. La bellezza delle coppole, ma anche quanto fosse saggio suo zio. Non che Sin sapesse di essere imparentato con lui, ma l’avrebbe scoperto molto presto. Prestissimo. Era fortunato che la folla inferocita non fosse ancora infervorata al punto da non sentire più ragione, perché in caso contrario non sapeva come sarebbe scivolato via da quella situazione. Poor aveva un’ottima parlantina, non si poteva spendere in qualche parola carina e promettere di non farlo più? Evidentemente no, ma era per quello che esistevano le persone sagge e vissute come lui. In fondo, si era già trovato in situazioni simili -kinda, non così- quando lavorava nei Laboratori, nessuno meglio di lui sapeva quanto fossero facilmente irritabili i dottori. E infatti, nemmeno a dirlo, le sue parole erano state abbastanza per placare i fedeli e dirigere la loro attenzione verso faccende più produttive. «non puoi tipo...spazzarli via con un'onda?» mentre correvano? Avrebbe corso il rischio se voleva dire seminarli. Non gli piaceva l’idea di usare il suo potere per fare del male, solo Dio sapeva quanto ne avesse inflitto nella sua carriera, ma non aveva altra scelta. «un’onda? ho qualcosa di meglio» non voleva affogare nessuno, o essere denunciato ai cacciatori come special pericoloso. Voltò la testa per guardare oltre alla spalla dove si trovava la folla, per poi calcolare la distanza che li separava e il tempo che gli ci sarebbe voluto per accumulare l’acqua. Forse per qualcun altro sarebbe stato challenging, ma per Sinclair Hansen, che con quei poteri ci conviveva da così tanti anni non era altro che una passeggiata nel parco. Literally. Giunse le mani e con l’acqua che aveva collezionato dai dintorni creò un muro d’acqua alto…non era sicuro di quanti metri, ma abbastanza perché la folla perdesse il contatto visivo con loro. Prese il Withpotatoes per un braccio e fece una sharp turn to the left, aspettò di aver guadagnato terreno sulla folla per droppare il muro- e infradiciarli tutti. «li abbiamo seminati» annunciò con una punta di orgoglio per se stesso, perché ammettiamolo, era stato un mago a gestire quella situazione. Nessuno era morto! Era più di quello che poteva dire per molti avvenimenti nella sua vita. E poi- «aspetta. come mi hai chiamato?» l’Hansen era abituato ad essere chiamato daddy, ma anche un più classico papà quando si trattava di figli che comparivano dal nulla ma mai «zio? i think i’ve seen this film before» aveva appena citato Taylor Swift? Sì. «in che senso» IN CHE SENSO??????
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    Era intrigato. Poor Withpotatoes osservava la barriera d’acqua con gli stessi occhi con cui Mr Rain guardava i bambini al parco giochi: opportunità, ed affari. Sotto i muscoli ed il suo costante pensiero pene-centrico, restava un imprenditore, un inventore, un calcolatore che cercasse profitto in ogni dove. «quanto puoi mantenerla? Puoi renderla fissa?» già vedeva quelle cortine a dividere i separè dei massaggiatori, e quel che accadeva dietro l’acqua restava un segreto fra presenti. Ci si poteva anche aggiungere, a patto di volersi bagnare. Capita? Aveva già anche la pubblicità adatta. Si erse in tutta la sua statura, sorridendo imprenditoriale all’Hansen, lasciandosi trascinare per far perdere le loro tracce. Le infinite possibilità! Era già pronto a prendere contatti per organizzare qualcosa - cosa - quando Sinclair, invece, si fece trasportare da altro, riportando l’attenzione sul dettaglio implicito slash esplicito della loro parentela.
    I fucked up, I know that, but, Jesus.
    «aspetta. come mi hai chiamato?» Che suonava anche un po’ minaccioso, abbastanza da spingere il Withpotatoes a mettersi sulla difensiva. Corrugò le sopracciglia, osservandolo intensamente. Aveva…. Capito? Non aveva… capito. Sapeva…? Non… sapeva. L’aveva visto spesso con Kieran, ed aveva immaginato che… fosse a conoscenza della… questione.
    Non lo era?
    «zio? i think i’ve seen this film before. in che senso»
    Era quello il momento in cui, con un banalissimo trucchetto da prestigiatore, Poor spariva lasciando dietro di sé solo una vacua copia di se stesso? Umettò le labbra per prendere tempo, decidere quale fosse il piano d’azione, ed inspirò profondamente a bocca aperta, poggiando poi i pugni sui fianchi. «mi hanno drogato……..» giustificò, scandendo le lettere e scuotendo il capo. Ma persistette a guardarlo, cercando un briciolo di riconoscimento. Perchè…? Davvero non sapeva un cazzo? Poor non sentiva che quello fosse un segreto che valesse la pena di essere mantenuto, non doveva niente a Mono, ma trovava buona parte di quella conoscenza un fardello. Una vergogna. Un abominio. Cercava di pensarci il meno possibile, alle implicazioni di aver scoperto di arrivare dal futuro.
    Forse, però, Sinclair un po’ se lo meritava di saperlo, così che Poor non dovesse soffrire da solo. Chissà, magari avrebbe anche riscoperto il proprio lato cool da zio Paperone, ed avrebbe sganciato regali o paghetta. Cosa? Era grande per quello? Lo sapevano tutti che non si fosse mai abbastanza grandi per rinunciare all’uovo di Pasqua e alla paghetta. «potrei non rispondere di quello che dico…….» mani avanti, così da rendere meno acrobatico un eventuale moonwalk successivo. «ma ipoteticamente potrei no? » eh? Dai Sin, LO SAI O NO? «non per la tua età avanzata» sorrise. «vintage. I daddy sono tornati di moda. complimenti» con tanto di pacca sulla spalla, da uomo a uomo. «comunque? Potrei. Se avessi dei fratelli con dei figli. Hai fratelli con dei figli?» sì in effetti, ma era quello sbagliato. «io ho fratelli. senza figli» specificò, perché di quei tempi, non si sapeva mai.

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    hansen
    Prima di tutto: AUGURI PAPA SIN!!!! Scopre di avere dei nipoti e intanto gli nasce la figlia.
    Sinclair non aveva previsto che la situazione sarebbe deragliata in quella maniera, ma d’altronde era la metafora della sua vita. E che dire, quella volta non vi aveva nemmeno messo lo zampino il Fato ™, anche chiamato Roberta. Di certo, non si aspettava che le sue mediocre abilità attirassero l’attenzione di un acquirente. Sinclair poteva anche essere benestante, ma aveva diversi figlio (adottati e non) da mantenere. «quanto puoi mantenerla? Puoi renderla fissa?» si strofinò la barba, lo sguardo a farsi distante e a figurarsi un’onda perpetua che aleggiava in mezzo a una stanza a fare da separé. Il vapore dell’acqua che creava un’atmosfera intima, abbastanza per permettere ai più coraggiosi di- basta, si vedeva che la presenza di Poor era deleteria alla sua razionalità. «ipoteticamente, in un ambiente calmo e controllato, quindici minuti?» non ci aveva mai provato, e perché avrebbe dovuto, ma supponeva che fosse il suo limite. Equivaleva lo sforzo per manipolare una modesta quantità d’acqua a quello di un plank, e per quanto il tempo massimo variava da persona a persona, un individuo sufficientemente allenato poteva raggiungere tempi ammirevoli. Peccato che la sua bolla si frantumò appena il Withpotatoes tocco l’argomento tabù. «mi hanno drogato……..» Sinclair inarcò un sopracciglio, humming noncommittally perché conosceva i suoi polli. Murphy assumeva la stessa posa, persino la stessa espressione, quando si stava preparando a sparare una grande cazzata. «potrei non rispondere di quello che dico…….» «sputa il rospo.» detto con lo stesso tono de l’avete premuto il pulsante, cazzoni? Sapete, l’Hansen era un uomo impegnato, aveva posti dove essere, ma soprattutto non amava le persone che prendevano tempo. Anche perché non capiva quale fosse il problema, se si fosse lasciato scappare quello zio come i giovani facevano con daddy, o altro. «non per la tua età avanzata» Sinclair era abituato ad essere definito in quel modo, era il primo che play into quel joke, ma andava chiarita una cosa per il pubblico «ho trentaquattro anni» che, per un gen z, equivaleva ad esseri morti ma quello Sinclair non poteva saperlo. «ma quali daddies? dimmi di più, non ne frequento abbastanza» era sinceramente incuriosito, l’Hansen, così tanto che aveva perso il filo del discorso. Scusate, ma la sua era una curiosità del tutto razionale, era così abituato a passare del tempo con i giovani che stava incominciando a perdere le sue radici. «comunque? Potrei. Se avessi dei fratelli con dei figli. Hai fratelli con dei figli? io ho fratelli. senza figli» pure dei fratelli. Purtroppo per lui, Sinclair aveva capito esattamente dove voleva andare a parare il Withpotatoes. Era venuto a conoscenza del 2043 per vie traverse, in primis dal fatto che Kieran fosse sua nipote, e se Murphy aveva dei figli venuti dal futuro non vedeva come non potesse essere stato lo stesso per Aloysius e Richard. Per quanto riguardava possibili figli dell'Hansen, non aveva voluto sapere. Preferiva vivere determinate cose con ignoranza, così che non si formasse aspettative che erano destinate a sfumare senza mai avverarsi. Era un realista, Sinclair, fin troppo grounded per lasciarsi trasportare da un futuro ormai passato. «quindi fammi capire. sei figlio di al, o di richard?» con i quali non parlava da anni, tra parentesi, ma non era il momento di rifletterci su. Si guardò intorno, per poi ridurre il tono di voce a un bisbiglio «vieni dal....futuro?» quello, era un argomento delicato che raramente si permetteva di affrontare. Era decisamente out of his depth, ma a rincuorarlo c'era il fatto che Poor condividesse il suo stesso disagio «e hai dei fratelli? che non sono davvero i withpotatoes, immagino» eh regà, si era buggato. Non aveva mica capito bene la mappa di tutte le parentele, gli mancavano i tasselli fondamentali per poterla ricostruire, ma ripeto non voleva davvero sapere.
    It's time to go back inside
    where the lost don't sleep
    Where my lover lies
    Where the hurt don't weep
    they just colonizе
    And I force my hand again
    matt maeson
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    poor e. withpotatoes
    Quando la premessa era «quindi fammi capire.» Poor già sapeva che il proseguimento non gli sarebbe piaciuto. Non aveva ancora sentito cosa, con esattezza, dovesse fargli capire, ed aveva già arricciato il naso. Doveva…? Proprio…? Era più un caotico, lui. Andava interpretato come i quadri esposti ai musei. Far capire non gli era mai piaciuto, e prometteva solo cetrioli nel didietro. Ciascuno in famiglia aveva la propria raison d’etre, e quel mansplain lo lasciava a Reese. Anche non ricordando un cazzo, non aveva perso il vizio. «sei figlio di al, o di richard?» Ecco, appunto. Domandato così, poi. Con la naturalezza che solo la terza età rendeva possibile, quando nulla al mondo poteva più suscitare stupore o meraviglia.
    Sperava di morire prima di diventare vecchio.
    Lo osservò a palpebre sempre più socchiuse, cercando di capire cosa avesse inteso. Il Withpotatoes vantava di essere bravo a comprendere le persone, ma la realtà dei fatti, era che l’unica cosa che riuscisse a sapere con largo anticipo, era se ci fossero possibilità di entrare nelle mutande di qualcuno, o come spillare dei soldi. Abilità che in quel momento, e la prima sperava mai, non gli serviva, e che lo lasciò immobile a fissare Sin in attesa che completasse da solo il quadretto. Come gli avevano insegnato le sue pietre:
    Sì, c’è uno spazio vuoto. Sono pietre. Cosa volevate che insegnassero.
    Quando abbassò il tono di voce, si chinò cospiratorio verso di lui. Il fatto che Poor fosse ancora oliato e mezzo nudo, non sembrava turbare l’Hansen. Evidentemente era abituato ad essere additato come un predatore sessuale, perché si preoccupava più che i passanti non sentissero «vieni dal....futuro?» piuttosto che del fatto stesse parlando con un ragazzo sfatto e provato. «e hai dei fratelli? che non sono davvero i withpotatoes, immagino» Mh, pausa. Corrugò le sopracciglia, piantando un palmo della mano fra sé e l’Hansen. C’era sincero oltraggio, nello sguardo bruno di Poor. Tradimento, inganno e slealtà. Portò l’altra mano al cuore, drizzando le spalle e gonfiando il petto. «i withpotatoes sono davvero i miei fratelli» uno. E, vi dirò, una parte di lui avrebbe voluto continuare a sottolineare quanto poco tatto avesse avuto l’uomo a fare quella domanda, perdendo tempo e confondendolo finché non avesse dimenticato la questione di partenza. Sapeva di poterlo fare. Sapeva anche, però, che Sinclair Hansen era un bravo Cristo, e non voleva fargli venire una sincope (haha) lì al Wicked Park: aveva l’aria di uno con le arterie fragili.
    Si sgonfiò, sospirando e spolverando le braccia.
    «comunque» niente, comunque un cazzo di niente. Aveva voluto la bicicletta? (no) Allora pedala (di nuovo, no). Si schiarì la voce, guardando ovunque eccetto che in direzione dell’uomo. «diciamo che. sì. Diciamo che sì» dov’era la sua proprietà di linguaggio? Il suo rinomato carisma? Cercò di recuperarne un po’, insieme a dignità ed amor proprio.
    Puntò gli occhi scuri in quelli dell’idrocineta. «vengo dal futuro» confermò, fermandosi il tempo di elaborare quanto appena pronunciato. Veniva dal futuro. Come ari con Kazzo, non l’aveva mai detto ad alta voce. Umettò le labbra, deglutendo saliva. «vengo dal futuro, e sono figlio di uno dei sopracitati – il che ti rende mio zio, sì - e ho dei fratelli.
    ma»
    ma! Alzò un dito, ed entrambe le sopracciglia.
    «non ti dirò quale.
    E quali»

    non gratis, almeno.
    Sorrise, battendo languido le ciglia scure, offrendo il palmo verso Sin. «zietto caro»

    this is the end,
    this is the end of me
    Playin' pretend that I'm

    available emotionally
     
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