and I still don't know how I even survive

bubu-ganga + banana-777

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Fato
    Posts
    348
    Spolliciometro
    +341

    Status
    Anonymous
    https ://random.obl
    c'è un coltello. è sporco di sangue. t'oh, e ci sei anche tu qui, banana! e sei -- oh no sei sporc* di sangue anche te. e sei proprio accanto al coltello. oooooh /no/.
    bubu-ganga
    + banana-777
     
    .
  2.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Hufflepuff
    Posts
    132
    Spolliciometro
    +193

    Status
    Offline
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    baltasar r. b. monrique
    15 y.o. | hufflepuff | ben10's | wtf hermano | bubu-ganga
    Indugiò davanti alla porta chiusa della Sala Torture dondolando sui talloni, ed involontariamente strinse più forte al petto il quadernino e la penna nel pugno chiuso.
    Baltasar Ramon Benito Monrique non era propriamente la persona più coraggiosa al mondo, anzi, e quell'ala del castello lo spaventava già durante il resto dell'anno. Le urla che echeggiavano lungo tutto il corridoio, rimbombando talmente a lungo da sembrare di poterle sentire anche quando non v'era nessuno chiuso dietro quelle mura; le risate, che forse erano ancor più terrificanti delle grida di dolore; il sangue che rimaneva incrostato sul pavimento e sulle pareti. Faceva di tutto, il tassorosso, per evitare di prendere anche solo un richiamo, così da non dover mettere piede laggiù più del necessario.
    Ad Ottobre, con Halloween in agguato, era - se possibile - anche peggio. Sarebbe stato certamente diverso se con lui ci fosse stato qualcuno dei suoi amici: gli davano la forza di fare fronte alle proprie fobie con la loro semplice presenza, senza contare che fossero meno fifoni di lui rispetto a certe cose e l'avrebbero - volente o nolente - costretto a gettarsi a pesce verso l'ignoto.
    E invece no, era da solo in quell'angolo di Hogwarts dimenticato da Dio, con i fantasmi che ululavano in giro e le torce che di tanto in tanto si facevano più fioche. Non che non ci avesse provato, a portarsi appresso almeno Ficus o Paris, ma non aveva insistito - e se ne pentiva ogni secondo un po' di più - dal momento che, in fin dei conti, non erano loro a dover scrivere qualcosa.
    Che fosse la base per un racconto breve o un articolo per il giornalino scolastico, lo avrebbe scoperto se avrebbe resistito abbastanza là dentro da aprire il quaderno.
    Sapeva per certo che la stanza fosse vuota, quel pomeriggio (se aveva chiesto “che per caso viene torturato qualcuno oggi?” a chiunque gli capitasse a tiro? Ebbene sì), e poteva essere tanto un bene quanto un male: di certo non avrebbe visto nessuno scuoiamento o simili, tuttavia... Stare in quella sala tutto da solo...
    Inspirò ed espirò, ignorando i brividi a fior di pelle. Un passo in avanti, poi un altro; la mano sul legno a spingere lentamente l'uscio, cercando di non pensare troppo a quanto i cardini avessero bisogno di un bel barile d'olio - o al fatto che quel cigolio fosse parte delle torture stesse.
    «Posso farcela.» mentì, chiudendo gli occhi prima di entrare e chiudersi la porta alle spalle.
    Che poi, per quale cazzo di motivo aveva chiuso la porta? Non doveva mica essere un segreto la sua presenza là dentro, non stava violando nessuna regola. Credeva.
    Sperava.
    Oh beh, in caso sarebbe già stato nel posto giusto, non avrebbe nemmeno dovuto scomodarsi troppo.
    Si domandò se l'illuminazione soffusa fosse per dare atmosfera al luogo - se la penombra avesse una qualche applicazione psicologica sulla mente del malcapitato che avrebbe potuto passare lì ore o, nel peggiore dei casi, giorni -, o se la crisi energetica avesse colpito anche il Castello e lo staff preferisse risparmiare su luce e gas: sarebbero stati entrambi ottimi spunti di cui scrivere. «Certo che...» si avvicinò all'unico oggetto che aveva notato essere fuori posto. Non continuò la frase per tre motivi: il primo, era che parlare da solo non gli sembrava esattamente la cosa più giusta da fare per mantenere la propria sanità mentale in quel luogo; poi, osservando più attentamente l'oggetto, si rese conto che fosse un coltello, per di più sporco di sangue che ad occhio e croce sembrava essere fresco.
    Infine, non per importanza ma per ordine cronologico, perché si accorse di non essere tanto solo quanto aveva creduto inizialmente.
    Rimase immobile, in silenzio, non sapendo cosa fare. Cosa si faceva quando si incontrava una persona sporca di sangue in una stanza che non avrebbe dovuto ospitare nessuno, con molte possibili armi a portata di mano e con un infarto miocardico che faceva capolino nell'ombra? «Ciao...?» si salutava, perché l'educazione era importante. «il... il sangue... è tuo?» e si ponevano subito le domande meno giuste al momento meno opportuno.
    We take strange things
    to feel normal


    post molto a caso, non sono nemmeno sicuro di aver capito il prompt quindi EH LET'S GO
     
    .
  3.     +4    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Neutral
    Posts
    88
    Spolliciometro
    +141

    Status
    Anonymous
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    writertwenty-eight
    shiloh avonlea
    jolie-pitt

    Se qualcuno avesse detto alla Shiloh di qualche ora prima che si sarebbe trovata sporca di sangue e nella Sala delle Torture probabilmente non avrebbe fatto una piega. La Abbot-Jolie-Pitt era solita immischiarsi nelle situazioni più assurde, che fosse in nome della scrittura o puramente a causa della sua abitudine di mettere il naso dove non avrebbe dovuto. E dire che quella volta aveva una scusa per trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, dato che era stata autorizzata a varcare i cancelli di Hogwarts in occasione di una lezione speciale. E no, purtroppo non era per illustrare agli studenti come diventare persone di successo in sole due settimane, ma la Abbot era sempre disponibile a tornare per il secondo round. Quella volta, tuttavia, era stata invitata insieme al suo thuri dalla professoressa di CDCM per mostrare agli alunni questo raro esemplare. Non per vantarsi o altro (lungi da lei………) ma l’ex tassorosso era una dei suoi rari custodi -perché definirsi posseditrice le faceva storcere il naso, il Thuri era pur sempre un essere vivente- sul suolo britannico. La lezione era trascorsa senza nessun incidente, il che era un peccato dato sperava che Vaporeon mordesse qualcuno di quei coglioni. Ma al contrario della Abbot, la criatura era educata e non mordeva le persone. Il vero problema era venuto dopo. «dove sei merdina [affectionate]» Shiloh si sporse oltre il muro di un corridoio qualsiasi di Hogwarts, ormai persa tra i meandri del castello. Per una volta tanto non si trovava in quella situazione per colpa sua, ma erano state delle cause esterne e fuori dal suo controllo a far spaventare Vaporeon e farla correre via. O meglio, volare via. Era stata troppo lenta ad afferrarla o a lanciare qualsiasi incantesimo prima che potesse sparire oltre la porta dell’aula, e i sensi di colpa la stavano divorando dall’interno. Avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione, essere un’adulta responsabile per una volta. Ma nessun problema, aveva una soluzione! Aveva messo un incantesimo di tracciamento sulla kinda-volpe, le bastava seguirlo e il gioco era fatto. Poi, certo, il fatto che Hogwarts fosse un labirinto non aiutava. Aveva seguito le tracce della creatura fino a un’ala del castello che sembrava avere un vibe diverso dal resto, di certo la luce fioca e tremolante contribuiva all’atmosfera da film dell’orrore ma Shiloh dovette rimangiarsi le sue parole quando varcò la porta di una stanza. O meglio, la Stanza ™ - con cui lei non era familiare perché un’alunna modello. «tutta inspo per il prossimo capitolo» commentò ad alta voce guardandosi intorno, cercando di stemperare la tensione. C’era così tanto sangue, una quantità che eccedeva ciò che i suoi delicati sensi potevano stomacare, le pareti incrostante e il pavimento di una tinta cremisi. Ma pulivano lì dentro? Si avvicinò alle armi accatastate al muro per studiarle, non potendo fare a meno di pensare che alcune sarebbero state più adatte a un dungeon bondage che a una scuola. «vaporeon? brutta bestia vieni qui» again, con amore. Chiamava allo stesso modo i cugini Hilton! Provò a chiamare il thuri nella speranza che fosse davvero lì, alzò il capo per controllare che non si trovasse sopra di lei ma la penombra non aiutava. Anche se in ogni caso dubitava si trovasse lì, le avrebbe risposto in caso contrario. Stava per voltarsi verso l’entrata quando mise il piede su una pietra particolarmente scivolosa, perdendo l’equilibrio. Strillò presa dalla sorpresa e cercò di aggrapparsi a ciò che era a portata di mano, ma fu tutto inutile. Si ritrovò in una pozza di sangue, con tanto di coltello ominous a pochi metri da lei. «MA CHE CAZZO DAI» first of all, che schifo e second of all, che schifo. Il suo sguazzare e le imprecazioni furono interrotte dal cigolio della porta che si apriva, uno spiraglio di luce ad illuminare la sua triste figura. «Ciao...?» Shiloh tirò un sospiro di sollievo al sentire una giovane voce, grata di non essere stata sorpresa da un professore. «il... il sangue... è tuo?» domanda molto lecita data la situazione, doveva essere abituato il ragazzo perché non sembrò fare una piega. Che strana gente, la gen z. «ciao! » ricambiò il saluto del ragazzo con tanto di manina sanguinante in aria, perché mamma Angelina le aveva insegnato l'educazione «no, non è mio.....e non voglio sapere di chi sia» studiò la pozza con una smorfia sulle labbra, scuotendo la testa per togliersi dalla mente l'immagine mentale di quel povero cristo che veniva torturato. Mise una mano per terra per alzarsi, ma ci ripensò quanto sentì le sue delle scarpe scivolare sulla pietra «non è che mi daresti una mano?» literally haha. Tese una mano verso il giovane in attesa dell'aiuto divino «ci sono scivolata sopra, e per poco non mi infilzavo con il coltello» mosse il capo di lato per indicare l'oggetto incriminato, casomai non l'avesse ancora notato: poteva essere pericoloso! E se si impalava il piede sopra come uno spiedino? «non hai visto vero una creatura che assomiglia a una volpe blu, grande così?» non specificò di quale creatura di trattasse, il bimbo le sembrava troppo belloccio per aver aperto un libro in vita sua quindi dubitava che la conoscesse. Non tutti potevano essere brillanti come lei, che vita dura.
    Looking at it now
    It all seems so simple
    Are we out of the woods?
    Are we in the clear yet?
    taylor swift
    out of the woods
    1989
     
    .
  4.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Hufflepuff
    Posts
    132
    Spolliciometro
    +193

    Status
    Offline
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    baltasar r. b. monrique
    15 y.o. | hufflepuff | ben10's | wtf hermano
    «No, non è mio... e non voglio sapere di chi sia.» in tutta risposta, la testa di Balt iniziò a rimbalzare come quella di una bambola hawaiana sul cruscotto di una Fiat Panda 4x4 in corsa, con le gomme sgonfie e sulla peggiore delle strade dissestate. In teoria avrebbe dovuto sembrare che annuisse accondiscendente alle parole della ragazza, labbra incurvate all'ingiù e sopracciglia arcuate; in pratica, sentiva che il capo gli sarebbe rotolato via da un momento all'altro. «Ha senso.» non aveva affatto senso, ma non poteva certo puntarle un dito contro e giudicarla come assassina mentre aveva un coltello tanto a portata di mano: era scemo, non stupido. Era totalmente credibile che un adulto, che nella penombra non gli sembrava nessuno dello staff, si trovasse casualmente nella Sala delle Torture di Hogwarts ricoperto di sangue e con un coltello sporco della stessa sostanza. Per niente sospetto. Nemmeno un po'.
    La osservò a lungo, gli occhi ormai una sottile linea castana nel tentativo di mettere a fuoco la sua figura - perché poteva non essere una dipendente del Castello, ma gli sembrava di averla già vista da qualche parte.
    «Non è che mi daresti una mano?» «Non ce le ho.» le parole gli sfuggirono dalle labbra prima ancora che potesse rendersi conto di averle pensate. Certo, come no! Perché non offrire un braccio ad una possibile assassina nascosta dentro la scuola? Cosa voleva poi, che lo prendesse lui e si sgozzasse direttamente ed in completa autonomia? Deglutì, facendo scivolare via una risata gutturale, niente affatto inquieta, e stringendo al petto la sua unica arma di difesa: il quaderno. Chi poteva dirlo, magari in quel caso le parole avrebbero proverbialmente ferito più di una lama. «Scherzavo, ahah!» non era affatto divertito. Fece un solo passo nella sua direzione, liberando una mano dalla presa sul taccuino.
    «Ci sono scivolata sopra, e per poco non mi infilzavo con il coltello.» Dios, stava inventando così facilmente il proprio alibi che poteva sembrare quasi credibile.
    Troppo, facilmente. «Oh... Mio Dio...» sgranò gli occhi, riuscendo finalmente a vedere la donna davvero. Si portò la mano libera alla bocca, soffocando un urletto di pura enfasi e felicità. «OH MIO DIO!!!» poteva concedersi un paio di saltelli di felicità prima di morire, se il suo killer fosse stato - «SHILOH ABBOTT?» insomma. Insomma! «SEI PROPRIO TU???» chi lo avrebbe mai detto, che avrebbe incontrato una delle scrittrici che seguiva di più proprio lì, in quella stanza, e ricoperta di sangue e morte?
    Non attese un assenso da parte sua, e le porse la propria mano - braccio, corpo, quello che le pareva - per aiutarla ad alzarsi, dopodiché la abbracciò estasiato. Troppo bello per essere vero. «IO SONO BALT - BALTASAR MONRIQUE!! È UN ONORE CONOSCERTI!!!» la liberò dopo un po', incurante di essere zuppo di sangue di chissà chi anche lui a quel punto. «Una... una volpe blu? No, assolutamente, mi dispiace. Sai che anche io scrivo?? Cioè, amatoriale ancora, però!! Vuoi leggere??» scusa Shiloh, ma chissenefrega della volpe. Ci avrebbe pensato poi, ora aveva da fangirlare.
    ... E di togliersi quel dubbio. «Senti, puoi dirmelo... sai,» abbassò la voce, avvicinandosi appena alla ragazza. «da scrittore a scrittore eh sì. Proprio. «Davvero, di chi è il sangue? Non ti giudico eh... L'inspirazione è una bestia famelica, va nutrita...» oh, magari faceva sacrifici a Satana per nuove idee. Oppure era un hobby per superare il blocco dello scrittore, quello dell'omicidio. O ancora, stava scrivendo un thriller ed aveva bisogno di sapere quanto bisognasse premere una lama nel petto, o la giusta angolazione, o come nascondere un cadavere.
    Tutto poteva essere! «Posso prendere appunti?»
    Cosa? Cosa.
    We take strange things
    to feel normal
     
    .
  5.     +2    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Neutral
    Posts
    88
    Spolliciometro
    +141

    Status
    Anonymous
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    writertwenty-eight
    shiloh avonlea
    jolie-pitt
    Shiloh aveva scritto abbastanza storie per sapere che non fosse nella migliore delle posizioni. Era chiaro che sembrasse il principale sospetto di un omicidio, eppure giurava di poter spiegare tutto! Che si trattava solo di un malinteso! Classiche scuse da assassino, visto? «Ha senso» certo che aveva senso, perché la Jolie-Pitt era innocente. A quel punto, Shiloh era dell’idea di scagionarsi da ogni accusa di omicidio per poi cercare Vaporeon, ma il fato aveva idee ben diverse. Non si aspettava che lo studente avrebbe iniziato a saltellare e a strillare, quasi avesse incontrato- ah, ma che scema. Lei era famosa. Ogni tanto se ne dimenticava (menzogne), perché era una di quelle celebrità umili e che si mescolavano spesso al popolo. «SHILOH ABBOTT? SEI PROPRIO TU???» gli rivolse un sorriso accondiscendente, seguendo con il capo i suoi gesti frenetici. Nonostante il ragazzo non avesse le mani, riuscì ad alzarla comunque. Proprio simpatico, un comico nato- o un clown, dipende della scuola di pensiero. «CERTO CHI ALTRO SE NO!!!» a un certo punto si lasciò prendere dal suo entusiasmo, ricambiando una stretta di mano fin troppo energetica. Era sempre bello conoscere dei fan, anche lei si lasciava prendere dalle stesse emozioni quando incontrava i suoi idoli, quindi non poteva biasimarli. Era sempre felice di migliorare la giornata a qualcuno, che fosse autografare delle tette e mettersi in posa per un selfie. Ovviamente, aveva fatto cose più di dubbia morale e unhinged, ma non c’era bisogno che lo sapesse un quindicenne. O quanti anni aveva il ragazzino. Anzi, Baltasar. Mi raccomando Shiloh ricordati il nome, te e la tua memoria labile. Il ragazzino doveva aver assunto una redbull di troppo, perché non riusciva a smettere di muoversi, o di parlare. Doveva assolutamente chiedergli che droghe assumesse, perché sentiva di averne bisogno per scrivere: non avrebbe mai smesso una volta cominciato. «Una... una volpe blu? No, assolutamente, mi dispiace. Sai che anche io scrivo?? Cioè, amatoriale ancora, però!! Vuoi leggere??» beh, era stato davvero molto utile. Sospettava che nemmeno sapesse come fosse fatta, una volpe. Le sembrava giusto un po’ strafatto. Sinceramente? Non aveva tempo di dedicarsi alle opere dei suoi fan in quel momento, ma essere troppo rude avrebbe spezzato in cuore di quel piccolo gollum. E le stava kinda incominciando a fare tenerezza, un po’ come un cane che era stato legato alle rotaie ed era stato salvato all’ultimo. «eh….ah…si certo! a patto che mi aiuti a trovare la mia volpe» che non era una volpe, ma ok. Magari poteva leggere mentre camminava, or something. «Davvero, di chi è il sangue? Non ti giudico eh... L'inspirazione è una bestia famelica, va nutrita...» oh mio io ma cosa stava dicendo? L’aveva già detto che voleva adottarlo come suo discepolo? Era proprio un personaggio ™, perfetto per una come la Abbot. «Posso prendere appunti?» VISTO??? Discepolo confirmed. Ponderò per qualche secondo sul da farsi, la cosa giusta sarebbe stata senz’altro mettere le mani avanti e scagionarsi da qualsiasi accusa……..ma perché farlo quando poteva divertirsi un po’. «ebbene sì, hai svelato i miei grandi piani (prendi appunti)» iniziò con tono greve, intrecciando le mani dietro alla schiena e prendendo a camminare davanti al suo discepolo. Sì, stava facendo la sua migliore imitazione dei saggi anziani di cui si leggeva sempre nei libri «la verità è come le acque di un lago: placida e cristallina come la sua superficie ma torbida e oscura mano a mano che ci si avventura nelle profondità del lago» si strofinò la barba che non aveva, per poi voltarsi di scatto verso il Monrique. Lo indicò con l’indice, e poco ci mancava che gli punzecchiasse il petto «è proprio per questo che solo i più saggi sanno estrarre ed interpretare tutte le sfumature della nostra realtà. proprio per questo non mi aspetto che tu comprenda, dopotutto sei ancora un giovane in erba» e imberbe, ma forse era un sore spot per il ragazzo «il motivo della scena cui ti trovi innanzi è molto semplice: la sete di conoscenza mi ha spinto a un gesto estremo ma necessario» diede le spalle a Baltasar per raccogliere il coltello, tanto per aggiungere extra effetto drammatico a quello che avrebbe detto successivamente «mi sono fatta pugnalare per poter descrivere esattamente le sensazioni e il dolore provate dalla vittima, nonché la quantità di sangue perso e l’esatta angolazione della lama» chissà se Balty si sarebbe offerto come prossimo agnello sacrificale, sperava di no. Non garantiva di non prendere un organo vitale. «ovviamente avevo con me del personale medico, che mi ha assistito……….e la mia volpe, sai è il mio emotional support animal» eh si……….proprio così.
    Looking at it now
    It all seems so simple
    Are we out of the woods?
    Are we in the clear yet?
    taylor swift
    out of the woods
    1989
     
    .
  6.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Hufflepuff
    Posts
    132
    Spolliciometro
    +193

    Status
    Offline
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    baltasar r. b. monrique
    15 y.o. | hufflepuff | ben10's | wtf hermano
    Aveva abbracciato Shiloh Abbott.
    Aveva fottutamente abbracciato Shiloh Abbott.
    «Ho abbracciato Shiloh Abbott...» così, ad alta voce, perché era necessario concretizzare quel pensiero e fare in modo che anche la diretta interessata si rendesse conto del fatto di essere stata stretta da un quindicenne nel bel mezzo di una sala delle torture, con chiazze di sangue sparse un po' qua e un po' là ed in allegra compagnia di un coltello. Almeno il coltello non era in mano del tassorosso - un bene agli occhi della scrittrice, che poteva stare un po' più tranquilla sotto il punto di vista Misery non deve morire; un po' meno per un Baltasar che ancora rischiava la vita, ma era troppo emozionato per poter davvero pensare al fatto che l'avrebbe potuto pugnalare per trovare nuove ispirazioni.
    «Eh….ah…si certo! A patto che mi aiuti a trovare la mia volpe.» mh, ancora con la storia della volpe. Ci credeva così poco che se solo ci fosse stata più luce in quel seminterrato, la Abbott avrebbe potuto facilmente capirlo; insomma, una volpe blu in giro per Hogwarts non sarebbe di certo passata inosservata. Ma vabbè, era un suo fan e non poteva di certo deluderla non assecondandola. Anche fosse stato solo uno svarione, o lei ubriaca fino al midollo, avrebbe percorso quella strada insieme a lei: chi poteva dirlo, magari sarebbe arrivata ad una qualche epifania e lui ne sarebbe stato l'unico testimone. Non era un'occasione che poteva rischiare di perdersi. «Oh! Sì, la volpe!» senza contare che gli aveva assicurato avrebbe letto le sue bozze se l'avesse aiutata. «Hai qualche... pista? Sai cosa piace a questa volpe?» era assurdo anche dirlo. Avrebbero dovuto parlare di altro! Di scrittura creativa, interpretazione, saggistica, poesia! E invece: «È la prima volta che questa volpe gira per Hogwarts?» ma soprattutto: «Cosa ci fate tu ed una volpe qui. Lei, scusi. Lei.» era un ragazzo ben educato, il Monrique. Confuso, ma rispettoso.
    «Ebbene sì, hai svelato i miei grandi piani (prendi appunti).»
    «(agli ordini)» tra parentesi, perché era evidentemente un linguaggio segreto tra scrittori. Non era vero parlato, quanto più una connessione telepatica fatta di cenni del capo e mugugni privi di tono e armonia. Di fatti, non seppe se quel breve scambio ebbe realmente luogo o se accadde unicamente all'interno della sua mente; ciononostante aprì il bloc notes e prese una penna, cominciando a scrivere parola per parola quanto detto dalla ragazza - seguendola, passo dopo passo, immobilizzandosi quando gli venne puntato un dito contro.
    «Proprio per questo non mi aspetto che tu comprenda, dopotutto sei ancora un giovane in erba.» annuì convinto, gli occhi castani e sognanti che sfrecciavano dall'indice al volto di Shiloh, perché in effetti non aveva capito un cazzo. Confidava che rileggendo i suoi appunti avrebbe compreso la verità, tutte le creste del lago di cui andava parlando.
    Continuò a pedinarla, ponderando saggiamente di fare un passo indietro quand'ella si piegò a raccogliere il coltello. Tuttavia, non era affatto saggio - quindi non si fermò affatto, preso emotivamente dallo svolgimento dello spannung.
    «Ti sei fatta... pugnalare...» non c'era confusione nelle esitazioni del ragazzo: aveva molto più senso della storia della volpe. Stava solo copiando il dettato ad alta voce, elaborando.
    «Mh... ora capisco.» disse Baltasar Ramòn Benito Monrique, non avendo capito un cazzo. Cioè, interessante la storia dell'accoltellamento, era effettivamente una cosa a cui credere; ma la volpe... La volpe. Gli puzzava, doveva esserci qualcosa sotto.
    Shiloh Abbott: chissà se Balty si sarebbe offerto come prossimo agnello sacrificale, sperava di no.
    Balt, sedici anni, nel pieno della fase esplorativa della propria vita e tanta voglia di fare esperienze nuove: «Però non hai vissuto il punto di vista della persona che accoltella, che è molto importante: non sai quanto spingere, quanto andare a fondo, con quanta forza tenere il manico... Se vuoi puoi provare su di me!!!» farsi sventrare da una scrittrice di fama mondiale era nella sua lista di cose da fare prima di morire - non proprio posta così, ma il senso era quello. «Tanto abbiamo un'infermeria!»
    We take strange things
    to feel normal
     
    .
  7.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Neutral
    Posts
    88
    Spolliciometro
    +141

    Status
    Anonymous
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    writertwenty-eight
    shiloh avonlea
    jolie-pitt
    Aveva trovato un piccolo adepto, la Abbot ne era più che certa. Vedeva il modo in cui pendeva dalle sue labbra, l’energia caotica che seguiva ogni sua parola e movimento. Sapete cosa? Le ricordava un po’ una sua versione da molto più giovane, non poteva che provare un moto di affetto. Presto, passatele i fogli d’adozione! Ma dove sono i PA quando servono. «Oh! Sì, la volpe!» visto? Sapeva che in fondo era intelligente, bastava giusto una spintarella nella giusta direzione e poi ci arrivava da solo. «Hai qualche... pista? Sai cosa piace a questa volpe?» beh, era la volpe di Shiloh Jolie-Pitt, era chiaro che avesse un palato sopraffino e particolare. Portò una mano al petto, gli occhi sognanti e il tono di voce di una madre fiera «mangiare, principalmente. ma non ho del caviale con me» solo perché aveva paura che le si rovesciasse in borsa, non per altro «ama vedere i bambini piangere, ma non possiamo prendere in prestino nessuno» anche qui, perché le sembrava poco pratico nella corrente situazione- Shiloh non sapeva certo che presto avrebbe fatto amicizia con due di questi bambini. Amicizia, più carcere duro e vicinanza forzata, ma era solo questione di semantica. «però ho la sua copertina!» esclamò all’improvviso, trionfante nel tirare fuori l’oggetto in questione dalla borsa. Si trattava di una di quelle copertine slash pupazzo, quelle che a Roberta facevano un po’ pena ma che la sua volpe amava. «È la prima volta che questa volpe gira per Hogwarts?» ma scusate, per chi l’aveva presa. Ma cosa succedeva. Era proprio il suo padawan, confuso e rincoglionito dalla vita. «Cosa ci fate tu ed una volpe qui. Lei, scusi. Lei.» LEI???????
    GASP????
    L EEEEEEEEEEEEE IIIIIIIIII?
    I PRETEND I DO NOT SEE
    Improvvisamente, sentì le rughe attorno agli occhi e alla bocca farsi più pronunciate, i capelli a tingersi di un bianco. Un po’ come Elisa oggi quando raccontava di cose successe quindici anni fa, quando le sue compagne avevano sette mesi.
    Ebbe bisogno di qualche attimo per riprendersi, completamente shell-shocked dagli eventi. «ah? ehm. sì, una lezione speciale. con il mio thuri -la volpe, in pratica è una volpe. ma forse te non c’eri???» ma che ne sapeva lei, mica si ricordava i volti di tutti. Minchiaaa ho le qualifiche tra dieci minuti scusa Lele ma posto ora o mai più. «Però non hai vissuto il punto di vista della persona che accoltella, che è molto importante: non sai quanto spingere, quanto andare a fondo, con quanta forza tenere il manico... Se vuoi puoi provare su di me!!!» era una pessima idea? Sì, lo era, persino la palla lo pensava. Eppure, tutti!!!! volevano vederla pugnalare Balt. Persino il diretto interessato sembrava vibrare in anticipazione, e come poteva lei deluderlo? POTEVA. Poteva perché era una pessima idea. Ma poi cosa avrebbero detto i giornali, gesù????? SUA MAMMA??? No dai. Però poteva offrirgli un’occasione irripetibile. «no, baltasar, non posso privarti dell’esperienza di accoltellare ME. Io posso basarmi sulle mie esperienze di vita, sulle testimonianze…….ma te, un giovane scrittore, hai la possibilità u n i c a di fare una nuova esperienza» gli porse il coltello così che lo accettasse tra le sue mani, spalancando le braccia wide per rendersi il perfetto bersaglio «il dolore è solo temporaneo» cit giacomino in questi precisi istanti. «poi andiamo a cercare la volpe. fiuta il sangue, sai?» forse era un vampiro in realtà. BASTA VADO A VEDERE LE QUALIFICHE ADDIO.
    Looking at it now
    It all seems so simple
    Are we out of the woods?
    Are we in the clear yet?
    taylor swift
    out of the woods
    1989
     
    .
  8.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Hufflepuff
    Posts
    132
    Spolliciometro
    +193

    Status
    Offline
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©
    baltasar r. b. monrique
    15 y.o. | hufflepuff | ben10's | wtf hermano
    «mangiare, principalmente. ma non ho del caviale con me.» istintiva ed istantanea, giunse la risposta del Monrique – senza che potesse pensarci, attivando il filtro tra labbra e cervello, dal momento che non aveva minimamente ritenuto opportuno farlo. «deve essere uscita davvero di corsa…» perché quale persona, in fin dei conti, metteva piede fuori di casa sprovvisto di una scatoletta di uova di storione? Gli stolti, ovvio; i poveri, ma la Abbott per forza di cose non poteva rientrare in tale categoria. «se vuoi – vuole, posso andare in dormitorio a recuperarne un po’!» la sua scusa era che non fosse decisamente l’ora della merenda – né il luogo adatto per consumare una deliziosa fetta di pane, burro e caviale.
    Anche se, ora che l’avevano tirata in ballo, ne aveva decisamente voglia.
    «ama vedere i bambini piangere, ma non possiamo prendere in prestito nessuno.» esitò, picchiettando con il tappo della penna sul taccuino: era particolarmente bravo nella parte del bambino in lacrime – mamma e papà lo avevano addestrato bene, fino a quando aveva preferito non dargli più alcuna soddisfazione e rinchiudersi in camera a sfogare la propria frustrazione –, ma non era abbastanza sicuro da volersi mettere così tanto in ridicolo davanti ad uno dei suoi idoli. «secondo me, ci sono professori che ti pagherebbero per rapire un bambino e farlo piangere per tutta hogwarts.» sollevò le spalle, il tono di voce basso e colpevole, vagando lo sguardo per tutta la stanza come a volergliela indicare per farle rendere conto di dove fossero. In una scuola con una maledetta Sala delle Torture, dubitava che il problema dello staff fosse qualcuno che chiedeva in prestito un ragazzino che piangesse a comando; a dire di Balt, non avrebbe avuto nemmeno bisogno di spiegare il perché. «ma magari la copertina va bene ugualmente, sì!» le sorrise, labbra scoperte a mostrare la dentatura perfetta. «mmmh,» si grattò la nuca, rigorosamente con la penna, arricciando il naso. «non penso, me la ricorderei.» aveva una buona memoria riguardo alle lezioni speciali – e lo sarebbe diventato ancora di più, nel corso di quell’anno, accavallando traumi e colazioni rigettate su più navi pirata di quante avrebbe mai pensato di vederne in vita sua, ma questo non poteva ancora saperlo; meglio così.
    Confidava che la scrittrice gli facesse un dono, finita quella loro prima conoscenza, quello sì. Immaginava un autografo (sulle tette), una sua prima edizione, qualche perla di saggezza, un’imposizione delle mani che gli donasse ispirazione e conoscenza. Qualche consiglio.
    «no, baltasar, non posso privarti dell’esperienza di accoltellare ME. Io posso basarmi sulle mie esperienze di vita, sulle testimonianze…….ma te, un giovane scrittore, hai la possibilità u n i c a di fare una nuova esperienza» e invece lei gli diede il coltello.
    Gli diede il fottuto coltello.
    Che già era tanto Baltasar Ramon Benito Monrique sapesse come tenere in mano senza farsi del male (le lezioni del Barrow insegnavano un sacco di cose!), figurarsi usarlo se non per tagliarsi il palmo della propria mano e fare patti di sangue con i propri amici – o evocare qualche entità mistica, insomma, cose così. «il dolore è solo temporaneo» ok, ma lo shock è eterno.
    «oh no. hahaha.» rise fuori, ma gli occhi castani potevano chiaramente lasciar trasparire il terrore che provava all’interno. «no no no non aveva assolutamente idea di come pugnalare una persona senza rischiare di colpire organi vitali. «ci sono almeno un migliaio di motivi per cui io dovrei privarmi di quest’esperienza unica.» il primo, indubbiamente, quello sopracitato; poi il fatto che avrebbe potuto denunciarlo, o che era uno studente e non avrebbe dovuto trovarsi lì e avrebbe rischiato l’espulsione, senza contare il fatto che non fottutamente voleva pugnalare un cazzo di nessuno. «è… è meglio se questo lo riprende lei, io non vorrei davvero… insomma, hahaha, no, cioè –» ed allungò il coltello verso di lei.
    Ora.
    Comprendeva che parte della colpa fosse sua – ma era in preda al panico, e non si era reso conto di aver tenuto il pugnale dalla parte del manico anziché della lama. Ma pure lei che… che cosa aveva fatto. Si era avvicinata.
    Si era avvicinata.
    «oddio. oddio.» estrasse l’arma che l’avrebbe condannato a molte notti insonni e a qualcuna in una cella, ed osservò il sangue. «oddio.» ancora: chissà, magari lo avrebbe ascoltato e fulminato seduta stante. «scusa! io… io non volevo???» no, non voleva, non sapeva perché gli fosse uscita come una domanda. Fece cadere carta e penna a terra, prendendo le mani della Abbott ed infilandogli il coltello in mano (stavolta dalla parte giusta). «no senti, tocca a te. pugnalami. ti prego.» la guardò intensamente, occhi spalancati di terrore e supplica a cercare quelli di lei. «ti prego.» magari uccidendolo pure perché cosa aveva appena fatto.
    «non stai morendo, vero?»
    We take strange things
    to feel normal
     
    .
  9.     +1    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Neutral
    Posts
    88
    Spolliciometro
    +141

    Status
    Anonymous
    We do our best vampire routines
    As we suck the dying hours dry
    writertwenty-eight
    shiloh avonlea
    jolie-pitt
    Shiloh lo sapeva di aver trovato un’anima affine, e cementò quel fatto quando vide lo sgomento negli occhi alla scioccante rivelazione di non aver portato il caviale con sé. L’Abbot sapeva bene di quanto fosse una mossa rischiosa, un azzardo reale quasi quanto mettere piede in una spiaggia nudista e pregare di non essere paparazzata nell’atto. Cosa che non era mai successa! Moving on. «se vuoi – vuole, posso andare in dormitorio a recuperarne un po’!» avete visto che giovane? Che mente eccelsa? Dovette quasi asciugarsi una lacrima dal volto, era chiaro che avesse trovato il suo giovane padawan. Già si immaginava un futuro dove l’avrebbe portato a degustare caviale con lei. «secondo me, ci sono professori che ti pagherebbero per rapire un bambino e farlo piangere per tutta hogwarts.» nemmeno si scompose, la Pitt, dopotutto conosceva parte del corpo docenti che insegnavano ad Hogwarts. Anzi, era più sorpresa dal fatto che non fosse già successo. Non le sfuggì il modo in cui la voce del ragazzo si fece più tenue, e il luogo in cui si trovavano. Purtroppo, detta papale papale, a Shiloh non fregava un cazzo. ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️👌👌👌👌👌👌💕💕💕💕😎. Quando crescevi nelle baraccopoli africane facevi il callo a certe situazioni. Ed ecco perché aveva affidato il coltello al suo protetto, credeva nelle sue potenzialità e anche se così non fosse stato almeno sapeva di avere un’ infermeria vicina. Rideva, il Monrique, e se Shiloh fosse stata più attenta avrebbe notato la morte che portavano dentro. Il sorriso di ogni gen z, brillante grazie ai prodotti usati per sbiancare i denti e morto dentro come la candeggina che ingerivano a ogni pasto. «ci sono almeno un migliaio di motivi per cui io dovrei privarmi di quest’esperienza unica.» si mise una mano sul cuore, o almeno dove pensava che fosse, sinceramente colpita dal ragazzo «la tua umiltà mi scalda il cuore, è proprio per questo che dovresti» sospirò affranta, la Abbot, portando lo sguardo oltre alle spalle del ragazzo e poi al soffitto «c’è chi ucciderebbe per questa opportunità, ma non tutti la meritano» [inserire pippone filosofico] era certa che Baltasar fosse familiare con la popolarità e lo status che avere un nome importante portavano, e quanto fosse difficile trovare personalità autentiche in quel pagliaglio «è… è meglio se questo lo riprende lei, io non vorrei davvero… insomma, hahaha, no, cioè –» nemmeno lo stava guardando, quando successe.
    Oh-
    «cristo dio» cit Akelei.
    Inaspettato, decisamente inaspettato.
    Prese un respiro profondo.
    Ah, ora sì che aveva la risposta al What does it feel like to get stabbed? a cui gli utenti di Quora non avevano saputo rispondere.
    Abbassò lo sguardo, nelle iridi scure un misto di isteria e sorpresa a incontrarsi, le dita a sfiorare il tessuto della maglia ormai impregnato di sangue. «di solito» iniziò, apparentemente calma «prima di metterlo dentro me lo chiedono» ma forse i gen z non usavano più quelle cortesie, che ne sapeva lei non andava certo con i dodicenni. «scusa! io… io non volevo???» oh no, non stava mica- «no! fermo- aiuto, no-» niente, tentò di fermarlo dallo sfilare il coltello dalla ferita ma fu troppo tardi. Sentiva l’adrenalina pompare nelle vene e un senso di leggerezza alla testa, ma si impose di rimanere nel momento. Non poteva far prendere un infarto al suo pupillo. E aveva bisogno di quelle references. «prima regola del pugnalare qualcuno: mai rimuovere l’arma. a meno che tu non stia cercando di farli morire dissanguati. è questo che sta succedendo, baltasar?» domandò un pizzico divertita in un tentativo di prenderlo in giro, ma in maniera affectionate. «no senti, tocca a te. pugnalami. ti prego» dio, ma che problema avevano i gen z? Sempre in cerca di qualcuno che gli facesse attraversare le Sorgenti Gialle, nemmeno si trovassero in 2ha. Shiloh prese le distanze -letteralmente- il pugnale puntato verso il basso così che nessun altro venisse ferito «non è così che funziona, mi dispiace. rifiuto l’offerta e vado avanti» poteva sentire la voce di Yale nella testa che le ripeteva che pugnalare un minore non era la migliore delle idee e che sarebbe di certo finita in galera. Almeno adesso aveva le informazioni che cercava, e non c’era stato bisogno di alcun agnello sacrificale. «e no che non sto morendo. penso? forse dovrei premere qualcosa sulla ferita- o andare in infermeria? @siri cosa devo fare» Siri o Balt insomma, più parlava e più si sentiva confusa. La ferita non faceva male, non propriamente, ma lo attribuiva all’adrenalina in circolo e alla perdita di sangue. Ma sì, tanto si sarebbe mescolato con quello sul pavimento. E lei che voleva solo la sua volpe.
    Looking at it now
    It all seems so simple
    Are we out of the woods?
    Are we in the clear yet?
    taylor swift
    out of the woods
    1989
     
    .
8 replies since 5/10/2022, 18:00   263 views
  Share  
.
Top