you got those mad sounds in your ears

simp-lover13 + lontrina-pixie

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    Non sei un medium (spero. ti immagini) eppure riesci a vedere un (1) fantasma. Non sai chi sia, o cosa voglia da te, ma è piuttosto....insistente, sta cercando qualcuno, ma non sa chi. Per qualche motivo, può seguire solo te. Sono giorni ormai che convivete, e ci hai quasi fatto l'abitudine, quando...! State camminando per strada, e il fantasma sobbalza indicandoti la persona che stava cercando: è proprio lì!!

    simp-lover13 +
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    poteva essere l’atmosfera di halloween, poteva essere la suggestione data dalle storie che ultimamente le raccontava Ben prima di dormire, ma Erisha stava camminando verso quello che era il castello, con un certo batticuore.
    Certo, Hogwarts era piena di fantasmi, li circondavano mentre mangiavano, mentre facevano lezione, ma erano fantasmi che conosceva, quello che la stava seguendo da quando, qualche giorno prima, aveva lasciato la foresta proibita, dove si era svegliata dopo un pisolino sull’erba umida, o meglio fredda, viste le temperature del regno unito, era una figura evanescente che gli occhi della corvonero non avevano mai incrociato.
    Ed era strano, Erisha ricordava benissimo tutte le figure che popolavano la sua scuola, dal quadro più piccolo al fantasma più indisponente, è quella non rientrava in quest’ultime; aveva provato a chiedere cosa volesse da lei, ma la risposta che le aveva dato l’aveva confusa più di prima: stava cercando qualcuno, ma poteva seguire solo lei, e parlava solo se veniva interpellarono, quindi era doppiamente inquietante.
    Ed era così che se lo era portato dietro per giorni, era lì ad aspettarla fra gli spalti quando si allenava, era lì quando si sporgeva dai vetri dalla torre dell’orologio per cercare con lo sguardo scuro la sua cheerleader italiana preferita, era persino lì quando usciva dalla doccia solo con un telo a coprirla: insomma, era diventato una persecuzione, alla fine ci si era talmente abituata che quasi non lo vedeva più, aveva persino smesso di stare in allerta, sempre con la bacchetta sotto mano, perché aveva capito che non le avrebbe fatto nulla, inoltre si era ricordata troppo tardi che gli incantesimi o l’animagia funzionavano solo su cose fisiche, sarebbe stato inutile provare ad attaccarlo.
    Al settimo giorno (dio si riposò) di quella tortura aveva deciso di prendere il toro per le corna e ritornare nel luogo dove era stata maledetta, il sabato infatti, dopo aver passato l’ennesima notte ad essere osservata da quell’individuo, si era alzata con un diavolo per capello ed aveva deciso di recarsi nuovamente nella foresta proibita magari per rimanerci quel benedetto fantasma che la seguiva in silenzio da più di una settimana.
    Camminava battendo i piedi per terra come una bambina, gli anfibi accumulavano terriccio umido per la pioggia di quella notte, ed erisha si stringeva nella giacca che aveva indossato, il fantasma dietro di se, per la prima volta, era irrequieto come se non fosse a suo agio, ed improvvisamente la superò: successe tutto improvvisamente, si girò verso di lei con sguardo spaventato e indico qualcuno che gli era davanti esclamando ECCOLO! È LUI.
    Erisha rimase lì, come congelata, senza il coraggio di andare a vedere se effettivamente lì ci fosse qualcuno.
    o se il fantasma avesse indicato qualcosa di strano, tipo un cadavere.

    Erisha
    Byrne
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    L'ultima volta che Ethan si era svegliato senza ricordare davvero niente del giorno precedente, era stato quando era stato drogato in un bar da un ragazzo che voleva provare a portarlo a letto. Fortunatamente non aveva fatto la fine delle vittime di Jeffrey Dahmer perché erano intervenuti JD e Blaise. Quel giorno però non c'erano i due ragazzi accanto a lui, molte cose erano cambiate da allora. In quel periodo non si sentivano nemmeno più: JD aveva sicuramente un problema con lui ma non voleva ammetterlo, perciò aveva deciso di lasciargli spazio e l'unica cosa che gli mandava al giorno erano le foto del gatto del giorno; sembrava di essere tornati al periodo del coma di JD, se non avesse saputo che era vivo e vegeto e che vedeva quelle foto. Con Blaise era stato lui stesso ad allontanarsi un attimo, per la salute mentale di entrambi. Come fosse finito nel pieno della foresta, perciò, lui non lo sapeva. Okay, spesso quando era incazzato finiva per correre per ore perdendo la cognizione dello spazio-tempo ma non si era mai spinto così lontano, manco da ubriaco. Come fosse arrivato lì, rimaneva un mistero ma a questo ormai era abituato. Non c'era una cosa nella sua vita che seguisse una logica precisa e lui il caos l'aveva sempre odiato, il caos non poteva essere controllato. Eppure non era mai stata una persona posata e tranquilla, era caotico. L'unica cosa ordinata era ciò che lo circondava, poi da un giorno all'altro era letteralmente andato tutto a puttane e non aveva più capito un cazzo. Però non ricordava niente della notte precedente. Si era ubriacato? Aveva accettato passaggi da sconosciuti? Aveva fatto sesso letteralmente selvaggio nella foresta? Era stato nuovamente drogato? Stava sognando? Ma la cosa più importante: aveva coccolato e dato da mangiare a Lilith, Jasper e Simba prima di sparire? Stava vivendo a suo modo un periodo di merda e probabilmente aveva dovuto tacere se stesso ma «l'idea non era quella di fare l'eremita» sbuffò il Lynx calciando un sassolino col piede. Forse era quello di cui aveva bisogno: stare da solo, all'aria aperta, lasciando correre liberamente i suoi pensieri, facendosi trasportare da essi. Forse doveva farlo, ma non voleva. Non voleva stare da solo né tantomeno fermarsi a riflettere su se stesso. Quell'anno l'aveva fatto già fin troppe volte e mai una volta era andata a buon fine. Pensava fin troppo o non pensava per niente, non c'erano vie di mezze. Il risultato era sempre lo stesso: finiva col fare qualcosa di completamente idiota come ritrovarsi in un luogo buio e oscuro come quello. «pensavo che se fossi dovuto morire da qualche parte sarebbe stato in modo cruento e violento» non di certo in una foresta, probabilmente lontano dal mondo, in armoniosa pace con il mondo. Non si meritava di certo una morte così placida. Di certo non aveva ben capito dove si trovasse in quel momento. «complimenti, ethan, complimenti»
    Ethan
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    Quante volte aveva pensato di essersi rimbambita nel corso di quell’annata?
    un po’ troppe per i suoi gusti, ma se si considerava che il suo rimbambimento fosse solo dovuto al poco sonno, alla stanchezza post allenamento e all’innamoramento che aveva colpito in pieno i suoi ormoni sembrava essere una situazione abbastanza normale; di certo non le era mai capitato di ritrovarsi ad essere inseguita da un fantasma dall’aria cupa.
    Ora, fosse tornata nella foresta proibita e codesto fosse sparito proprio com’era apparito avrebbe semplicemente chiuso quella storia nel dimenticatoio, ma il fantasma era ancora lì e stava indicando qualcuno.
    Erisha prese un bel respiro profondo, inspirando col naso ed espirando con la bocca, e si fece coraggio facendo qualche passo in avanti, dopotutto a mali estremi avrebbe potuto usare l’animagia e correre via più veloce possibile, a volte essere un felino poteva servire a qualcosa; una volta affacciatasi comunque, vide una figura stesa sull’erba e la prima cosa che le venne da chiedere fu «Sei vivo?» sporta in avanti, con lo sguardo leggermente impaurito, come a volersi nascondere dietro la schiena del fantasma, il che era davvero ironico visto che si parlava di una figura evanescente «credo ti cercasse, ha usato me per arrivare a te» con il pollice della mano sinistra indicò quell’ammasso di ectoplasma che non faceva che scorazzarle intorno da una settimana «lo conosci?» beh lo sperava almeno avrebbe risolto il mistero e avrebbe smesso di sentirsi osservata 24 ore su 24, pregò il buon merlino quindi che il ragazzo asiatico per terra la aiutasse e, magari, si prendesse al suo posto quel fardello.
    No, Erisha Byrne non era mai stata altruista, a meno che non si parlasse di Romolo Linguini.

    Erisha
    Byrne
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    «Sei vivo?» Ethan gemette appoggiando una mano sulla fronte. Probabilmente si era ubriacato perchè ne sentiva tutti i postumi e soprattutto non ricordava come fosse arrivato lì o dove fosse. Non era la prima né probabilmente l'ultima volta che questo sarebbe successo. Niente di cui preoccuparsi, almeno fino a quando alzò lo sguardo verso la ragazza e i suoi occhi incontrarono qualcos'altro oltre alla sua figura. Sbiancò chiudendo gli occhi per poi riaprirli sbattendo un po' le palpebre. «no.» non stava rispondendo alla ragazza per quanto, in quel momento non credeva di sentirsi bene. Vivo? Vivo sfortunatamente lo era ancora. Almeno lei non sarebbe sembrata più tanto impaurita da lui. «credo ti cercasse, ha usato me per arrivare a te» lei indicò con il pollice della mano sinistra indicò il ragazzo, ma era inutile dire che l'aveva già visto. Si alzò non senza fatica ma senza distogliere lo sguardo da loro due. Stava ancora sognando? «lo conosci?» non sono pazzo. non sono pazzo. non sono pazzo. dio, doveva essere davvero pazzo, ubriaco e doveva anche aver fumato qualcosa di veramente forte. Vicino alla ragazza, una figura fine e muscolosa dai capelli castani e incredibilmente ricci, gli occhiali tondi poggiati su naso cosparso di lentiggini, lo stava osservando. Non stava sorridendo, lo stava osservando con un cipiglio preoccupato, lo sguardo che gli aveva rivolto gli ultimi giorni della sua vita. Non era cambiato di una virgola da quel giorno, ormai Ethan lo aveva anche superato in altezza. Glielo aveva promesso. Non aveva mai avuto il modo di dimostrarglielo come anche fargli vedere il ballerino che era diventato. Fece un passo indietro scuotendo la testa. «mi stai prendendo in giro...» e come poteva? Manco la conosceva, non poteva sapere di Ryan. Il suo più grande desiderio e la sua più grande paura si trovava ora di fronte a lui. «tu lo vedi?» stava impazzendo. Non se lo era immaginato? Per tutto quel tempo era sempre stato al suo fianco? Quando gli era sembrato di vederlo nella folla lui era davvero lì? Anche tutto il resto non era frutto della sua immaginazione? Tante volte se lo era trovato di fronte, i suoi sensi di colpa avevano fatto in modo di farglielo apparire di fronte più di un momento, soprattutto da ubriaco. Anche per quello spesso aveva esagerato con i drink, non più per bere di gusto o ubriacarsi per divertirsi, ma per rendere reali i propri demoni. La figura che spesso vedeva di fronte sapeva essere frutto della sua immaginazione, nessun altro la vedeva, nessun altro sentiva le parole sprezzanti uscire dalle labbra del riflesso che una volta era il suo ragazzo. Sentiva che avrebbe potuto vomitare a momenti ma non sapeva se fosse per il dopo sbornia o per la visione che aveva di fronte. «non può essere davvero lui. perchè dopo tutti questi anni? come l'hai trovato? dove? ma soprattutto... chi sei?» perchè si era palesato a lei? aveva qualche potere? era legata a lui in qualche modo mistico? come aveva fatto a sapere che lui si sarebbe risvegliato lì? qualcuno lo aveva portato lì? aveva paura a rivolgersi a lui, a fargli domande direttamente. Aveva affrontato sempre i suoi demoni ma sapeva non fossero reali ma quello davanti a lui ora? Non era sicuro fosse tutto frutto della sua immaginazione.
    Ethan
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