extra: grifondoro vs serpeverde

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    grifondoro 200200 serpeverde






    Lo scontro tra i Cercatori è tutto nella nostra testa ha, letteralmente, ribaltato le sorti della partita.
    Ezra Nott aveva fatto qualcosa fino a quel momento? No.
    Ha fatto una lotta all’ultimo millimetro contro Mort Riney? Chapeau.
    Ha preso il boccino? Chapeau.
    Ha fatto guadagnare a Grifondoro 150 punti sul tabellone? Chapeau.
    Piace come giocatore? No.
    È il più grande Cercatore della storia? No.
    Poteva non prendere il boccino e far vincere Serpeverde per chiuderla prima? Magari. Parere mio personale, sbaglierò? Amen.
    Per me è la qualità, la raffinatezza, sventola.
    Qualità che, a dirla tutta, neanche Mort possiede – e che probabilmente mai avrà – ma questi sono soltanto futili dettagli, soprattutto perché a condurre il gioco fino a quel momento era stata la squadra verde-argento: per tutto il match avevano lasciato ai rivali storici poco spazio di manovra e ancora meno occasioni di arrivare sotto porta.
    Se i Grifondoro all’inizio hanno provato a vincere a “horto muso” e con un catenaccio imbarazzante, dello stesso avviso non sono stati i loro avversari, che hanno mostrato un gioco decisamente più aggressivo, dinamico e, soprattutto, vincente.
    Almeno fino a quando il Cercatore rosso-oro non ha sollevato in aria la piccola sfera dorata, smorzando l’entusiasmo delle Serpi che già si vedevano alzare la coppa del Quidditch davanti a tutta la scuola e pareggiando il risultato sul tabellone, consentendo così alla propria squadra di giocarsi il tutto e per tutto ai rigori o, in alternativa, di essere asfaltati anche nello scontro 1 vs 1.
    Siete da soli contro il portiere avversario e il portiere è solo a proteggere gli anelli.
    La tensione è palpabile nell’aria e tutti i tifosi hanno il fiato sospeso.
    Attendete solo il fischio dell’arbitro per fare la vostra mossa.

    REGOLAMENTO I RIGORI:
    I giocatori hanno fino al 25.06.22 alle 18:00 per:
    - scegliere 3 giocatori (che non siano né il portiere, né il cercatore) e provare il tiro davanti agli anelli. Il post sarà unico e descrittivo (es. prende la rincorsa e tira prima della linea dell'area del portiere);
    - i portieri posteranno l'azione della parata (basta solo un post);
    - non ci saranno bonus anelli e non verranno assegnati malus random per rendere tutto più spicy;
    - ogni goal vale 10 punti.
    Potete postare senza un ordine preciso, tuttavia la prima squadra che lo fa è anche la prima che on game parte dal “dischetto”.
    Se postate dopo le 18:00 del 25.06.22 il tiro o le parate sono automaticamente nulli.
    I tiri verranno sorteggiati come se fossero dei tiri in porta normali (3 lanci da max 5 pq da sommare tra loro) e se la cifra supera quella del portiere, è goal. Se inferiore o pari al lancio del portiere, il tiro si considera parato.
    Si vince "al meglio di 3", se dovesse finire in pareggio, il quarto giocatore che non ha effettuato il tiro (possono essere inclusi portieri e cercatori), ritenta la sorte. Se dovesse nuovamente finire in parità, eccezionalmente sarà un lancio secco del dado a decretare il vincitore (non essendo stato giocato lo scontro per il boccino, sarà la sorte a decidere).
    Tutti hanno fino al 27.06.22 ore 18:00 per scrivere il tifo, che non andrà ad influire con nessuna azione giocata. Non c’è un limite minimo o massimo di post che potete fare se volete interagire tra voi.

    Edited by C h e l l S E Y - 22/6/2022, 16:57
     
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    Per prima, per ultima, che importanza aveva: qualcuno doveva iniziare, e qualcuno doveva finire. Ad Heidi interessava poco chi facesse cosa: le interessava solo mettere fine a quella (sofferenza) partita, riportare i piedi a terra e dare la mazza rinforzata sui denti di tutti i Serpeverde ― eccezion fatta per sua sorella, e guai se qualcuno l'avesse anche solo guardata in modo sbagliato: Hot avrebbe pistato di botte anche loro.
    Ma per poter passare alle mani dovevano prima chiudere quella storia dei rigori. Terribile. La sua mira era discretamente buona, stando agli avversari disarcionati negli anni, anche prima di arrivare ad Hogwarts, ma ribattere un Bolide con la mazza era diverso dallo scagliare una Pluffa contro gli anelli.
    Guardò la sua squadra allineata alle sue spalle; guardò sua sorella schierata insieme ai nemici e le rivolse un bacino; poi guardò di nuovo verso i Grifondoro e lanciò un'occhiata ad Hazel. Non le disse nulla, ma nello sguardo azzurro poteva leggersi chiaramente la richiesta di approvazione da parte della Saus nei confronti di quella che, con il passare del tempo, era diventata a tutti gli effetti la sua mentore: sperava di non deluderla proprio a così poco dalla fine. Dal canto suo, Hot avrebbe fatto il possibile per centrare alla perfezione gli anelli; poteva solo sperare nella distrazione della Motherfucka, alla quale fece l'occhiolino attraverso gli spessi occhiali protettivi.
    «Here goes nothing» sussurrò tra sé e sé. Poi tirò.



    tira il rigore
     
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    Bisogna dire che per essere uno che passava praticamente metà della (sua vita) giornata ad allenarsi – che fosse Quidditch, la corda, o il corpo libero – era particolarmente scarso in quello che faceva. Forse chissà l’idea di utilizzare i suoi 196 centimetri per stendersi davanti a tutti gli anelli non era così geniale come pensava all’inizio, e neanche i 30 centimetri bonus dei suoi piedi erano stati mai d’aiuto, quindi gli toccava trovarsi un’altra strategia – o ritirarsi dalla squadra, anche quello era un pensiero.
    In realtà, se fosse stato più un bravo studente e meno un bravo atleta durante l’anno quello sarebbe dovuto essere il suo ultimo anno, ma si era lasciato distrarre da altre cose e quindi eH; la prospettiva di ripetere l’anno, però, non era mai stata così gioiosa per il Bolton, si poteva ipotizzare che l’avesse quasi fatto di proposito:
    - Più tempo con Livy
    - Più tempo con Joni (scusa joni, il sangue del suo sangue è sempre al primo posto, ask a Tryhard)
    - Più tempo per allenarsi e migliorarsi!!!
    Ecco, l’unica cosa per cui gli dispiaceva veramente era che la squadra si dimezzasse e il Cap e Ash andassero via (ma non davvero, giusto???? Fatevi bocciare di nuovo dai!!), e l’idea di avergli regalato un’ultima finalissima in cui aveva fatto pena e aveva preso (quanti?) troppi gol. Certo, anche gli altri avrebbero potuto dare una mano eh, ma a Julian non piaceva scaricare la colpa sugli altri, si prendeva le sue responsabilità e se poteva aiutare la squadra, era disposto a caricarsi anche tutta la colpa sulle sue spalle.
    Per prima cosa, andò a battere (punto.) il cinque alto al Linguini, che aveva ribaltato la partita con una mossa da vero Ciruzzo «sei stato grande Ciruzzo» ormai l’aveva imparato anche lui il vero nome dello zingaro «meno male che c’eri tu» eh perché a quanto pare gli altri avevano fatto tutti troppo schifo, ma il portiere continuava a dispensare sorrisoni e pacche sulle spalle a tutti – una un po’ più sentita alla McPherson «scusa Cap» sinceramente dispiaciuto e mortificato, ma non per questo abbattuto «ma che finale è senza rigori? Così la partita dura di più e ci divertiamo di più» tutti gli sport insegnano che i punti decisivi dell’ultimo minuto, o dell’ultimo secondo, erano la vera essenza dello sport; belli i tempo di euro2020 eh? La locatina, i gol di Chiesa, il tiraggir, ma qual dieta m piacn e purpett, bernardeschi che rischia la giocata, bei tempi, ma i Grifondoro di quel giorno erano molto lontani dall’Italia di luglio 2021 (come l’italia stessa, dopotutto), e stancamente, ma con carica e concentrazione, Julian riprese la sua posizione davanti agli anelli per tentare di parare, uno dopo l’altro, i tiri dei serpeverde.
    Un ultimo e veloce sguardo agli spalti, alla ricerca di una chioma rossa che potesse trasmettergli la forza, e poi un sospirone e modalità sole attivata così magari li accecava!!! «viecce» gliel’aveva insegnato Lollo.



    SPOILER (click to view)
    parate (o forse no)

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    Non aveva neanche aspettato il fischio finale, l’aveva già capito con largo anticipo, ed era volato velocemente verso Jeremy con aria truce e furiosa «OOOOOH ARBITROOOOOO MA STIAMO SCHERZANDO MA NON L’HAI VISTO» con la mano indicava il cercatore Grifondoro che stava intanto festeggiando e prendendosi i complimenti di tutti la squadra «MA HA USATO UNO DEI SUOI FRUSTINI PER PRENDERE IL BOCCINO NON VALE! È FALLO!» inhale, exhale: «E MI HA PURE SPINTO», e la matematica di base diceva: «DUE FALLI!!!1!1!» proprio come piace a Ciruzzo.
    Ovviamente nessuno gli diede retta, ma mentre si preparavano a tirare i calci di rigore svolazzò vicino all’italiano «non è finita qui, zingaro, ce la vediamo fuori dal campo, ti faccio vedere chi è più forte»

     
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    «che cazzo di ansia!» Costas aveva aspettato quel giorno con ansia ed eccitazione, voleva quella coppa quanto in passato aveva voluto Arturo. Forse lo voleva ancora ma non è questo il post per parlarne.
    «forza ragazzi possiamo ancora farcela e tu Sorta vedi di parlarle! » e magari loro potevano segnare ma per questo dobbiamo aspettare il fato.« vado per primo» non era un cacciatore, preferiva battere ma ci avrebbe provato, voleva quella dannata coppa. Si sistemò al meglio sulla scopa,diede un bacio alla propria mazza e la diede a Liz la loro cheerleader. Momento di suspance...poi tirò la pluffa verso uno degli anelli.


    tira il rigore
     
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    Lux: «Ma quindi devo tirare?».
    Squadra grifondoro in coro: «Sì».
    Lux: «Ma siete sicuri?».
    Squadra grifondoro in coro: «Sì».
    Lux: «Ma io io.
    Lollo Linguini, da qualche parte sugli spalti: «A’ Lucre’, hai rotto ‘er cazzo!».
    Oh no. Quindi doveva davvero tirare. Dopo aver sbagliato ogni passaggio, letteralmente, di tutta la partita. «Ah ma è vero! Sono una calciatrice, devo fare goal!!» «Cacciatrice», la corresse un Ciruzzo che, per l’occasione, smorzò la gioia di aver fatto l’unica azione decente dei grifondoro in tutta la partita, alias beccarsi il famigerato bocchino, sostituendola momentaneamente con una perfetta imitazione di nonno Lino esasperato con nonna Rosa.
    Non che le importasse sul serio di farcela, dal momento che era entrata nella squadra solo per infastidire i suoi cugini, uno sul campo e gli altri sugli spalti, ma nel corso della stagione si era affezionata al tutto. D’accordo, soprattutto alla loro capitana, sulla quale voleva fare bella impressione. Anche perché!! Presto si sarebbe diplomata!! Era la sua ultima occasione per far capire a Hazel McPherson quale meravigliosa meraviglia, quale perla rara!!!, rischiava di perdersi.
    Peccato che, anche durante gli allenamenti, Lux non fosse riuscita a segnare neanche una (1) volta. Ma non era colpa sua!! Erano gli anelli che, ogni volta, cambiavano numero!! Ora erano sei, ora nove, una volta persino dodici… Se non altro, almeno, andavano sempre a multipli di tre e, chissà come mai, quando si presentava in campo un po’ meno in hangover del suo standard diminuivano.
    Lux: «Ve lo chiedo un’ultima volta: devo tirare?».
    Tutto lo stadio il corpo studenti di Hogwarts, guidati da Romolo: «HAI ROTTO ‘ER CAZZO!!!».
    E vabbè, lei ci aveva provato. «Non odiatemi, pls. Soprattutto te, stradora», sospirò, rivolgendosi, sul finale, a Hazel, alla quale non mancò di soffiare un bacio.
    Se non altro, quel giorno, gli anelli erano solo tre. Quindi, insomma, aveva il 33% di beccarci, no?? Il problema, più che altro, stava nel fatto che, a difenderli, non c’era il GGG, il loro Grande Giuliano Gentile, bensì… «Sorta. Lo sai che oggi sei più bella del solito?» Non se la stava arruffianando, era davvero così!! In effetti, cos’era quella storia che tutte le più fighe di Hogwarts giocavano a quidditch? Erisha, Livy, Hazel, Sorta… e ovviamente anche lei, non scherziamo. «Se me la lasci passare, prometto che ti mostrerò quanto è interessante la lingua italiana.»
    Era una minaccia? Un augurio? Chissà.
    Ma Lux non era ancora contenta. Adesso che si era convinta, o forse rassegnata, al suo destino, in mente aveva solo una cosa. Non quella. Va bene. Anche quella. Ma, prima di tutto, la musica.
    E cos’era più adatto di quel momento se non… «Nino Lucy non aver paura di sbagliare un calcio di rigore! Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo, dalla fantasiaaaaa».
    Così, mise il cuore dentro la scopa e volò più veloce del vento, sperando con tutta sé stessa di penetrare le aperture della Motherfucka.



    tira il rigore


    Edited by turtlèina. - 25/6/2022, 13:03
     
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    «Che cazzo di ansia.»
    EH!!! «Troppo bello.» Ma pensandoci, mio dio aiuto «Orribile.» Il che riassumeva un po' tutto il mood di quel giorno. Cioè, erano già all'ultima partita?? AI RIGORI?? Scioccante, ma quando era successo.
    «Ok quindi avete detto che non vale disarcionare il portie-» «nO.» La serpeverde sbuffò, sventolando la mano in aria e annuendo di malavoglia. Avrebbe potuto essere una finale emozionantissima, con del sangue a rendere il tutto più cOmPeTiTiVo (in k sns) e invece smontavano sempre le sue iniziative sul nascere. «Ve lo dico io come si chiama: PERBENISMO!!!» Ma sarebbe rimasta buona buona, perché sì che Bbq amava vincere (era scritto nel sangue Saus, mica era colpa sua!!!), ma aveva finito per affezionarsi alla squadra oltre che al gioco: non voleva deludere il cap e neanche tutto il resto dei compagni.
    Inoltre, pensò con un sorrisetto, non poteva assolutamente lasciare che sua sorella vincesse senza prima averla ostacolata in tutti i modi!! A riprova di ciò, al bacino rivoltole da Hot Barbra rispose con un elegantissimo dito medio - non era rude, era solo!!! Il... loro linguaggio? Insomma, era risaputo che nella vita si volevano bene e sul campo si ammazzavano, esisteva un'alternativa?? MA DAVVERO DAVVERO? Naaah.
    Quando venne il suo turno, era super in fermento e non vedeva l'ora di scaricare l'adrenalina. «Ora di sfoderare la mia mira da falco.» Unless. «Sappiate che ci ho provato.» Lanciò un'occhiata al portiere, sospirando malinconica pensando a quanto sarebbe stato bello se al mondo i disarcionamenti fossero stati consentiti. Not today, Bolton (sicuramente gli dispiaceva molto, OVVIO, chi non amava i tentativi di essere ammazzato con una pluffa??). Strinse con tenacia il manico della scopa e si accinse a sfoderare la sua onda energetica con la pluffa, il fiato sospeso e gli occhi sgranati a seguire la traiettoria di quest'ultima. Oh, con la violenza sarebbe stato tutto migliore ma non lamentiamoci sempre!!


    tira il rigore!!!
     
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    «Signore e signori, la mia avventura da cap finisce qui. VOGLIAMO VINCERLA O NO QUESTA COPPA?????»
    (*sticker grifondoro 1+1-1*: mh mh)
    Ahimè, sarebbe stata davvero l'ultima volta in cui avrebbe giocato coi suoi amici (merdine nei giorni storti) sul Campo. Doveva dirlo? Doveva proprio dirlo? MA SICURI SICURI? E va bene, lo diciamo: un (1) (anzi 0,000001) briciolo di tristezza Hazel la provava.
    PFFF, non ne era mica consapevole, figuriamoci se la McPherson avesse tutta questa grande capacità di insight da CAPIRE di starsi sentendo triste e malinconica. Incredibile, impossibile, DISONORE PER LA SUA REPUTAZIONE!!! Eppure sapeva bene, guardando la sua squadra, che quei casi umani le sarebbero mancati: quella era l'ultima volta in cui l'avrebbero chiamata capitano (anche se avrebbe insistito per farsi chiamare ex cap, solo perché cap passato a miglior vita aka fuori da scuola era troppo lungo) e le scaturiva sensazioni conflittuali. In fondo non era un addio eh, non doveva andare in guerra!!! A meno che qualche antagonista non avesse deciso di smontare l'attività delle hallie dichiarando aperti i duelli all'ultimo sangue.
    Tornando alla partita, Hazel proprio non lo capiva quel dolore al petto. D'istinto se lo batté con una mano come la scimmia scarsamente evoluta che era. «Chissà se mi sta venendo un infarto.» Avrebbe dovuto chiedere a Gedeone, era lui l'esperto in materia. BANDO ALLE CIANCE!!! Aveva dei compagni su cui fare terrorismo psicologico. Rivolse un sorriso diabolico a Julian, mollandogli un pugnetto sulla gamba - il braccio no, gli serviva. «Da quando in qua temiamo i rigori.» BAH!!!! Semmai erano uno spasso, col brivido dell'ignoto fino all'ultimo. «Ma MI RACCOMANDO SO DOV'E' IL TUO DORMITORIO....» Così, giusto per mettere i punti sulle i.
    Alzò un pollice in alto verso Hot, mimandogli con le labbra un «SPIETATA» perché sapeva di poter contare su di lei per questo, mentre Lux... eh, era Lux. Se doveva tirare lei? «Certo.» Ma davvero? «Ovvio.» NON VOLEVA??? «Questo o la scomunica. Che tanto per la cronaca è una cosa gravizzima.» Kattivissima ma NON L'AVREBBE FATTO SUL SERIO COMUNQUE! Ma con la pressione la Linguini funzionava meglio. «LOLLO TIFA FORTISSIMO!!!!!!!» Ormai era il prerequisitoTM, no tifo linguini no partita.
    Poi arrivò il suo momento, e Hazel si piazzò davanti a Sorta con un sorrisone. LA SUA ULTIMA MOSSA!!! DOVEVA GODERSELA!!! Si strofinò le mani, riuscendo ad apparire vagamente malvagia e complottista con quel semplice gesto. «Ci sono.» C'era. Avrebbe potuto dire lo faccio, e in effetti lo fece, ma non era la persona giusta per quella cit. «EeeeEEEeeeEEEE CARICAAA.»


     
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    «forza ragazzi possiamo ancora farcela e tu Sorta vedi di parlarle!» sbattè le palpebre una, due, tre volte. «da quando sono la donna che sussurra alle palle?» chiese mentre un brivido le percorse la schiena. Se fosse andata male sarebbe stata tutta colpa di quel typo perché ew??? Non riusciva più ad eliminare l'immagine dalla sua mente. E insomma la partita era andata avanti, nel bene e nel male e ora arrivava la parte più adrenalinica: i rigori. Minchia, i rigori. «Sorta. Lo sai che oggi sei più bella del solito?» cos'era questa storia che ogni volta a tirare si trovava di fronte delle ragazze e come facevi a non flirtare un po' tête-à-tête. Avrebbero dovuto cambiare un po' i ruoli lì dentro. Si era allenata eh!!! Certo che si era allenata!! Aveva chiesto ad Erisha di allenarsi assieme e l'aveva messa di fronte alla porta a tirare. Erano stati allenamenti duri, mantenere massima la concentrazione, non distogliere lo sguardo dai movimenti. Altro che scalare montagne, uccidere nemici, fare cose sovrannaturale, quelli era troppo facile ma?? non cadere in tentazione? Quella sì che era una vera sfida. «oh, grazie mille. è quello che fanno molti predatori, si fanno belli per attirare le loro prede nelle trappole. I ragni con i colori, le lucciole con la bioliminescenza e così via. dovresti fare attenzione» sorrise e le fece un occhiolino. «Se me la lasci passare, prometto che ti mostrerò quanto è interessante la lingua italiana.» Inspira, espira, inspira, espira. Questo era un fallo bello e buono peggio di quelli fisici. ARBITROOOO QUA STANNO BARANDO!!!! «Allora se mi lasci parare, ti mostrerò quanto è fluente la lingua motherfucka.» E ora erano tette sue, perché lei avrebbe vinto in ogni caso. «dea lella!! dea lella!! dea lella!! io ti invoco» toccatina alle tette, bacio volante, patata. Ehm, volevo dire, parata.


    niente più di così non posso scrivere al momento.
    cerca di parare tutto
     
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    «Sappiate che ci ho provato.»
    Ci avevano provato tutti, durante quella partita. L'avevano preparata fin nei minimi dettagli, avevano studiato le debolezze degli avversari e avevano sfoderato una delle loro migliori prestazioni. KT, nello specifico, aveva già assaporato il momento in cui avrebbe mandato in stampa una serie di gadget con sopra il suo meraviglioso viso o quello in cui sarebbe stato sommerso da richieste di autografi, fotografie e lettere dei suoi ammiratori.
    Eppure, tutto ciò che avevano fatto non era stato sufficiente.
    Avanzò verso gli anelli difesi dal Bolton, respirando a fondo per rallentare il battito, racimolare le giuste energie e tornare ad isolarsi in quella bolla in cui non poteva essere raggiunto dai cori sugli spalti o dagli sguardi di compagni e avversari.
    C'erano soltanto lui e i suoi pensieri.
    Lui e Julian.
    Ad un tiro dalla fine.
    Portò lo sguardo sulla pluffa, stretta tra le sue mani, per poi incrociare quello del suo avversario. Attese qualche istante, nella speranza di cogliere anche la più piccola incertezza nei suoi gesti; confidava in uno scatto anticipato, in un movimento che ne tradisse le intenzioni, qualunque cosa potesse dare al serpeverde un vantaggio, seppur minimo.
    Visualizzò il tiro, portò il braccio all'indietro e scagliò la palla in direzione degli anelli.




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    «Pensaci» si voltò verso Swag, attendendo che quella parola penetrasse le nubi di fumo che obnubilavano la mente dell'amico. Qualcuno avrebbe potuto pensare che il cronocineta gli stesse chiedendo uno sforzo eccessivo, date le circostanze e la delicata fase di gioco; eppure, l'italiano sapeva bene che, tra le classiche invocazioni al padre ed esclamazioni in una lingua che mancava al suo repertorio da poliglotta, fioccavano delle perle di saggezza che, di volta in volta, si affrettava ad appuntare sul suo diario – ci avrebbe fatto un film, un giorno, e avrebbe diviso incassi e gloria con lui. Mandò giù un sorso di Coca-Cola dalla lattina attaccata al suo cappello e proseguì, a voce bassa per non farsi sentire dai cugini nei paraggi. «Sarebbe così terribile se la partita si concludesse in pareggio?» non perché si fosse stancato di starsene lì (ok, un po', ma vivere nel Sud Italia lo aveva temprato ad eventi che potevano protrarsi fino al giorno successivo); piuttosto perché «non ci sarebbero risse, accoltellamenti» non era sicuro fosse successo davvero, aveva soltanto sentito delle voci di corridoio «e potremmo andarcene tutti in Sala Grande a festegg– VAI LUX!» si fermò per qualche istante quando fu il turno della cugina, trattenendo il fiato durante il suo rigore. «Sì, lo so,» sollevò le mani e fece per anticipare alcune possibili obiezioni «fa parte della vita e dalle sconfitte si impara più che dalle vittorie, ma...» a quel punto avrebbe dovuto concludere con qualcosa di altrettanto significativo, ma era genuinamente convinto che una simile proposta portasse con sé soltanto risvolti positivi. «sarebbe tutto più semplice» allungò un boccone di lasagna a Spirit e spostò lo sguardo verso gli anelli difesi dal portiere Grifondoro per non sottrarsi ai compiti che gli erano stati assegnati da Lollo. «SIAM VENUTI FIN QUA, SIAM VENUTI FIN QUA, PER VEDERE GIULIANO PARAAAR» come se nulla fosse, si rivolse nuovamente a Swag. «no?»

     
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    julian bolton10 pq4 + 4 + 2
    azione: parata
    Lux Linguini10 pq4 + 2 + 4
    sorta motherfucka13 pq4 + 5 + 4
    azione: parata
    bbq saus11 pq4 + 5 + 2
    julian bolton5 pq2 + 2 + 1
    azione: goal
    Haz McPherson10 pq2 + 4 + 4
    sorta motherfucka12 pq4 + 5 + 3
    azione: parata
    KT Mathews8 pq2 + 5 + 1
    julian bolton8 pq2 + 2 + 4
    azione: parata




    Qualcuno da lassù (probabilmente nonno Lino) ha sentito le preghiere di Giacomino affinché la partita possa finire in pareggio. La dura legge del Quidditch, tuttavia, non prevede la parità qualora si stia giocando la finale e altri due giocatori sono chiamati sul “dischetto” per provare a portare a casa la vittoria.
    È stato uno scontro iconico quello che si è svolto davanti ai pali: se da un lato Julian portava a casa il risultato con il minimo indispensabile, utilizzando tutti e 30 i cm del suo piede per deviare quasi all’ultimo istante il tiro di KTM (il giocatore decisamente più invocato da parte di tutti gli italiani presenti a Hogwarts), dall’altro la Motherfucka ha deciso di flexare, facendo scuola al Bolton su come si sta tra i pali.
    A rimetterci, comunque, sono le due tifoserie: tra sanità mentale ampiamente compromessa e l’elevato rischio di avere un infarto tra un tiro e l’altro, l’infermeria sarà meta di molti studenti. Che questo sia tutto un piano del Cavendish per spostare il party post finale lì dove anche lui può essere l’anima dei festeggiamenti?


    REGOLAMENTO RIGORI:
    I giocatori hanno fino alle ore 19:30 del 29.06.22 per:
    - scegliere un altro giocatore per squadra che non abbia già partecipato alla fase precedente per tirare l'ultimo rigore;
    - tale giocatore dovrà scrivere un post per provare il tiro davanti agli anelli. Il post sarà unico e descrittivo. Potete postare senza un ordine preciso.
    Se postate dopo le 19:30 del 29.06.22 il tiro è automaticamente nullo.
    Se dovesse nuovamente finire in parità, eccezionalmente sarà un lancio secco del dado a decretare il vincitore (non essendo stato giocato lo scontro per il boccino, sarà la sorte a decidere).
     
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    Era già tanto che Ash sapesse di star giocando quella finale e di dover fare l'ultimo rigore (giuro, fino a qualche minuto prima era come se non avesse dovuto giocare affatto assurdo!! avevano fatto tutto ciruzzo e la mano magica i suoi compagni letteralemnte ciruzzo visto che erano sotto di mille punti), quindi niente ansia, niente commenti alla Lux "Oh regà sicuri che tiro io??", niente panico o pensieri negativi. Gli interessava vincere, gli interessava portare la coppa a casa e far felice Hazel, maaaaa
    non così tanto.
    Il suo cervello era piccolo, c'era lo spazio solo per una cosa alla volta, e adesso pensava a centrare uno di quegli anelli. E basta.
    Fece uno scaramantico segno della croce mandando un bacio in cielo a gesù che sicuramente tifava grifondoro, prese la rincorsa. Tirò la pluffa in aria e poi la colpi col fondo della scopa nel tentativo di fare goal.

     
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    «con tutto il rispetto» which is none, in alcune occasioni anche nei confronti dei concasati e compagni di squadra «ma come cazzo si fa a non segnare al Bolton che è più lento di un paguro intrappolato nelle sabbie mobili della Florida del sud, santo salazar». La verità è che Mort Rainey poteva essere qualsiasi cosa nella vita, un letterato, un dottore, un filosofo, un magiavvocato, uno stratega, anche il capo del governo, e sicuramente sarebbe stato un miglior preside di Hogwarts, ma era rimasto umile e se ne stava insieme a persone di caratura inferiore; e così anche nel quidditch: era ovvio che fosse il cercatore perché era il ruolo più importante in quello sport e c'era bisogno di una tecnica e una fermezza che solo ed esclusivamente lui poteva vantare, ma avrebbe potuto ricoprire qualsiasi altro ruolo e avrebbe fatto comunque (schifo.) faville, perché era quello che era, naturalmente portato e naturalmente vincente.
    Questo era quello che si raccontava allo specchio, e la notte prima di dormire, e la mattina appena sveglio, durante lo spuntino pomeridiano e così via, mentre la realtà era un tantino più crudele. Ma l'importante è crederci, no? Che poi è solo un altro modo di dire che la convinzione fotte la gente, ma queste sono questioni che riconducono ai più grandi interrogativi della storia del tipo il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, è nato prima l'uovo o la gallina, siamo soli nell'universo, perché Giorgino ha deciso di lasciare il tg1 e ci ha lasciati in balia del caos più totale Giorgino torna mi manchi già, e altri importanti interrogativi che attanagliano l'uomo da millenni.
    Mort, però, non aveva mai risentito di queste problematiche -- perché fosse un hubermensch o perché fosse incredibilmente stupido è tutto ancora da chiarire -- e non aveva mai lasciato troppo spazio a inutili domande, soprattutto sul campo da Quidditch, ecco perché: «vado io» a tirare l'ultimo rigore. non aveva lasciato spazio ribattute, si era preso le pacche sulla spalla del Cap e gli aveva strizzato l'occhio «stai tranquillo Costy, lo faccio fritto il Bolton, lo mangiamo domani a colazione» e pranzo, e spuntino e poi cena visto quanto era grosso.
    Fatto sta che fatto non stava, purtroppo, quando si presentò davanti agli anelli del portiere grifondoro, con la pluffa in mano nell'insolito compito di fare goal.
    Julian:
    Jeremy:
    Chelsey:
    Tutti:
    Mort: «Bolton la vuoi sapere una storia?»
    Julian:
    «avevo un amico, si chiamava Alan»
    tutti, stavolta: oh no!
    Ma non preoccupatevi era solo un diversivo per distrarre il portiere, perché prese la rincorsa e tirò la pluffa, sperando di segnare il goal della vittoria.



     
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    grifondoro 220210 serpeverde


    hot saus13 pq3 + 5 + 5
    sorta motherfucka9 pq5 + 1 + 3
    azione: goal
    costas motherfucka6 pq1 + 3 + 2
    julian bolton10 pq4 + 4 + 2
    azione: parata
    Lux Linguini10 pq4 + 2 + 4
    sorta motherfucka13 pq4 + 5 + 4
    azione: parata
    bbq saus11 pq4 + 5 + 2
    julian bolton5 pq2 + 2 + 1
    azione: goal
    Haz McPherson10 pq2 + 4 + 4
    sorta motherfucka12 pq4 + 5 + 3
    azione: parata
    KT Mathews8 pq2 + 5 + 1
    julian bolton8 pq2 + 2 + 4
    azione: parata
    Ash Ketchum8 pq3 + 1 + 4
    sorta motherfucka7 pq1 + 4 + 2
    azione: goal
    Mort Rainey12 pq3+ 4 + 5
    julian bolton12 pq3 + 4 + 5
    azione: parata





    Silenzio. Nessuno si azzardò anche a solo a fiatare quando a prendere la pluffa per posizionarsi nell'area di tiro fu Ash Ketchum. Avrebbero potuto far partire qualche coro, certo, ma tra l'ansia della partita e la consapevolezza che il Cacciatore avesse il cervello piccolo, non era il caso di distrarlo con delle lusinghe. Una cosa alla volta, sia mai che qualche commento sui sui addominali lo avesse distolto dal compito di centrare uno di quegli anelli.
    Fu un lancio... teso. Non uno dei migliori, non uno dei più belli da vedere, quanto meno uno di quelli che quando si guardano si pensa immediatamente "questa è dentro". Molti Grifondoro chiusero gli occhi, altri lanciarono qualche insulto educativo nei confronti del Ketchum, sempre colmo di affetto. Miscredenti. Non avevano fatto i conti con l'arma più potente di Ash, il suo asso nella manica: Gesù che sicuramente tifava Grifondoro.
    Non è ben chiaro come, ma il tiro di scopa del Cacciatore rosso-oro ha completamente spiazzato la Motherfucka che, soltanto all'ultimo, ormai troppo tardi, si è resa conto della traiettoria della pluffa.
    Asher Katchum segna e porta momentaneamente in vantaggio Grifondoro.
    Dagli spalti scoppia il boato della curva rosso-oro.

    Mort Rainey ci credeva tanto. Tantissimo. Lo si vedeva da come si stava preparando al tiro: ostentava quella sicurezza di chi era consapevole che non avrebbe fallito, aveva lo sguardo di chi avrebbe fatto mangiare polvere al Bolton. Probabilmente, nella sua testa, era convinto che il portiere avversario non avrebbe neanche visto la pluffa, che sarebbe rimasto spiazzato dalla sua bravura e dalla precisione del suo tiro. I Serpeverde dovevano quasi ringraziarlo per essere lì, per essere così calmo e tranquillo per quel tiro che valeva un'intera stagione di sforzi e sacrifici.
    Era convinto di farcela. Glielo si leggeva negli occhi che le mani che avrebbero sollevato la coppa sarebbero state le sue. Anzi, prima le sue, perché la meritava più di tutti (eh, era pur sempre bello, fantastico, incredibilmente bravo, una vera benedizione per chiunque avesse l'onore di incontrarlo sul suo cammino), perché era grazie alla sua capacità di prendere il boccino, alla sua mentalità vincente che i Serpeverde si stavano giocando quella finale.
    Quello del Cercatore verde-argento fu un tiro perfetto, uno dei migliori di quella giornata, in barba a tutti i Cacciatori che fino a quel momento avevano lanciato la pluffa quasi fossero dilettanti.
    Le labbra del Rainey si incurvarono in un sorriso, conscio che la palla sarebbe presto entrata in porta. Nessuno avrebbe potuto pararla...
    ... Nessuno che non fosse Julian Bolton.
    Perché per la seconda volta, in due anni, fu proprio il Portiere para-rigori dei Grifondoro a mettersi in mezzo tra le Serpi e la vittoria. Poteva aver fatto schifo per tutta la partita, eh, ma lì tra i pali, nell' 1 vs 1, stava dimostrando di essere quasi infallibile.
    Se da un lato il tiro del Rainey fu perfetto, ancor di più lo è stata la parata del Bolton, quanto mai preciso e puntuale nel bloccare la pluffa tra le sue mani, sigillando così il risultato e mettendo fine alla partita.

    GRIFONDORO VINCE.

     
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