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.I give it all my oxygen,
so let the flames begin ©edward moonarie34, deadeater, head empty, moon in bastard SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONEprompt: perdi la memoria per 24 ore. ti ritrovi a vagare senza una meta in un luogo che per qualche motivo ti dà delle sensazioni particolari, come se in una vita passata l'avessi percorso — e che in realtà è un posto molto importante del tuo passato (anche recente). senti i pensieri offuscarsi e l'attacchino di panico che arriva come un treno. glhf. -
.Gli mancavano i bei momenti in quel di Bodie, California, in cui gli abitanti lo circondavano con torce accese cantando in latino per liberarlo dal demonio. Ah, la nostalgia dei tempi andati che lo prendeva sempre nelle giornate in cui il sole faceva capolino oltre la spessa nube britannica, costringendo moralmente gli abitanti ad uscire per prendere un gelato. Non pensava che gli sarebbero mai mancati quei piccoli bastardi, ma al peggio non c’era fine. Strinse i denti, accennando un sorriso alla bambina che continuava imperterrita a premere la faccia contro il vetro dei gelati.
Ma che cazzo di problema aveva.
«p-p-p-prossimo» ringhiò fra i denti, salutando la famiglia con un cordiale ed amichevole cenno con la mano; se divenne o meno un dito medio, non vi è dato saperlo. Vi basti ricordare che fosse stato impiegato del mese per tre mesi di fila.
(Quindi sì. L’aveva fatto.)
Era già pronto a sputare nella coppetta del cliente successivo – che non aveva fatto niente per meritarselo? Esatto, ma il karma era una puttana e Barbie peggio. - quando lo vide.
Ora.
Barnaby Jagger sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel giorno. Sperava di no? Certo: il guaritore odiava i problemi, e quello lo era. E sapete cos’altro odiava? (Tutto) Le domande. Non le capiva, né comprendeva, perché qualcuno si sentisse in dovere di fargliene. Non l’avevano visto in faccia? Chiaramente non sapeva un cazzo di niente e non aveva soluzioni ai loro problemi. Aveva partecipato alla prima guerra mondiale; vendeva gelati. Avrebbe dovuto essere una risposta da sé. E non iniziamo con - «possiamo parlare?» Ecco. Proprio quello. Il Jagger diede un’occhiata alla fila dietro Mac, mostrandogliela con un cenno della mano ed uno strano verso di gola a metà fra un eh e un duh? che fece impallidire maggiormente il fu Bodiotto di Sacramento, ma non ebbe… non poteva dirgli di no. Semplicemente, non poteva. Perchè a suo modo, l’aveva visto crescere; perché, a suo modo, sapeva cosa significasse essere dalla sua parte; perché, in qualche assurdo gioco del destino, era pur sempre stato suo fratello. In un’altra vita, gli aveva sorriso e domandato se gli insegnasse a suonare la chitarra; con un altro Barbie, l’aveva portato con sé ovunque come un cazzo di santinodi ale jrnel portafoglio.
Perchè un altro Mac, l’aveva seguito fino al secolo precedente.
Per un battito di ciglia, desiderò essere qualcun altro. Qualcuno di più comprensivo, di più empatico, di più tutto quello che non era e non poteva essere. Barnaby Jagger non era fatto per quel tipo di responsabilità. Non era fatto per la richiesta che leggeva negli occhi grigi del Corvonero, per lo statico nervosismo con cui continuava a tirare le maniche della giacchetta. Allungando una mano di lui, avrebbe trovato solo un cinque, e solo se fosse stato fortunato.
Avrebbe dovuto saperlo. A Bodie c’erano stati insieme, e prima ancora di sapere chi fossero l’uno per l’altro, Barbie aveva sempre fatto del proprio meglio per distruggere le speranze del ragazzino sotto il tallone della scarpa: se ne andranno senza di noi; sarai morto per quando nasceranno; magari neanche si ricorderanno di te. «ok» Mac si guardò nervosamente attorno, ma Barbie non accennò a spostarsi in un posto più intimo, rimanendo saldamente dietro la cassa a bloccare la fila. Perchè avrebbe dovuto? Sarebbe stato breve, e indolore.
Breve, e indolore.
«volevo...parlare di…? Cioè… se...»
«n-n-no» chiarì subito, così, a scanso di equivoci. Sarebbe stato dannoso per entrambi farlo proseguire in un discorso che, ovviamente, nessuno dei due voleva affrontare - altrimenti perché aspettare? Gwen gliel’aveva detto subito, quando aveva rivelato loro del 2043. Settembre. Si era fatto due domande, e dato due risposte, nel non vedere nessuno dei due approcciarlo nei mesi successivi. Probabilmente non sarebbe cambiato nulla, e l’espressione di Barbie sarebbe stata la stessa indossata quel giorno – annoiata; grezza – ma forse avrebbe cambiato tutto, che fossero andati a cercarlo il giorno successivo. Magari per insultarlo; per chiedere perchè non avesse detto niente; per vedere le foto dalle quali si erano cancellati.
Niente.
E arrivava, mesi dopo, per avere...cosa? Cosa voleva da lui? Rassicurazioni? Fare una chiacchierata fra amici? Aveva perfino smesso di andare a trovare Mads, come se la Wesley c’entrasse qualcosa. «n-n-non c’è b-b-bisogno d-d-di p-p-parlarne» fece spallucce, come se la questione non lo toccasse minimamente. Avrebbe voluto fosse così; avrebbe voluto non provare quel fastidio al petto, gemello di quello che aveva sentito quando Zac gli aveva aperto la porta del suo ufficio la prima volta non dando segno di riconoscerlo. Perchè era stupido, no? Insensato. Odiava le cose stupide e insensate, quelle troppo astratte e morbide perché potesse stringerle fra le dita e gettarle via volontariamente. «n-n-non ha importanza» lo ripetè ad entrambi, guardando annoiato un punto oltre le spalle dell’Hale. Anche se, ed era un grosso se, fosse venuto lì per… qualcosa, Barbie non avrebbe saputo come darglielo. Non era Sander; non poteva essere il cardine di cui chiaramente il ragazzo, da sempre, aveva avuto bisogno. Soprattutto, non voleva esserlo, perché era troppo faticoso e lui non ne aveva sbatti, ok? Non aveva firmato nessun foglio che lo costringesse a fare da badante a non più adolescenti con crisi d’identità. Se voleva conforto, Barbie era la persona sbagliata.
Meglio un taglio netto e chirurgico.
«n-n-n-non c-c-cambia un c-c-cazzo» Abbassò lo sguardo giusto in tempo per vedere l’esatto, preciso momento, in cui qualcosa si ruppe. Non avrebbe saputo dire cosa, e non era (non è?) compito suo deciderlo. E se in parte, in parte, si sentì in colpa e bugiardo, cazzi suoi: l’avrebbe aggiunto alla numerosa lista di difetti con cui conviveva da ventotto anni, e ci avrebbe dormito un’altra notte. «f-f-fai p-p-prima a d-d-dimenticarlo» nessuno poteva fargli causa, se il tono si fosse lievemente addolcito. Se un po’ si maledisse per essere stato Barnaby Jagger TM senza un minimo di filtro, nel notare come le spalle dell’altro si fossero fatte curve e pesanti, le ciglia a battere frenetiche. «p-p-pensa al tuo f-f-futuro. S-sei all’ultimo a-a-an-anno n-no?» quando Mac annuì, battè le mani fra loro, facendolo sussultare. Umettò le labbra, notando come le persone dietro l’Hale iniziassero a spazientirsi.
Sentendo la propria risoluzione, indebolirsi.
Era meglio per entrambi. Davvero. Magari non quel giorno, ma un giorno l’avrebbe capito.
Avrebbe potuto dirgli cento e mille cose, in quel momento.
«q-q-quindi il g-g-gelato l-lo v-v-vuoi?» Ma non lo fece, perché era pur sempre Barnaby Jagger. Lo guardò
(avere un mental breakdown con la porta. Cercare di aprirla spingendo, invece di tirando com’era scritto sul cartello. Non lo aiutò solo perché pensava avrebbe peggiorato le cose, e fu molto maturo e responsabile da parte sua, grazie tante)
andare via con il gelato stretto fra le mani come il peggior insetto immaginabile, e non fece niente.
Sospirò.
Gwen gli avrebbe fatto un culo epocale.
Pensava che la cosa più strana e assurda del giorno fosse già successa.
Invece era arrivato un cliente, trafelato e dall’aria preoccupata, che gli aveva domandato (a lui. Ma dov’era quell’infame del Tryhard quando c’era tutto quel movimento in negozio?) se sapesse cosa fosse successo nei pressi dello Spacobot, come se la questione potesse interessare il Jagger. «n-n-no.» «ma c’era il tuo collega!! quello!!!» indicò una foto di Eddie.
Gli interessava ancora meno. «s-s-sono s-s-sconvolto.» «DOVRESTI!!! Gli hanno dato una bella botta in testa!!! Quando me ne sono andato, girava senza senso per i vicoli cercando un certo Sandro?» No, aspetta… Gli avevano dato una bella botta in testa SENZA DI LUI? Attendeva quel momento da anni, Barbie. Non si stupì del fatto che nessuno avesse prestato soccorso, e fossero invece andati nel luogo di (non.) lavoro a spargere pettegolezzi – era così che funzionava il mondo – e nessuno battè ciglio quando dichiarò il locale chiuso, e domandò un passaggio per Dark Street.
Che amore. Tutto per aiutare il suo amichetto!
[…] «papà?» Era bellissimo. Si meritava esattamente quel genere di sollazzo, il Jagger, dopo una giornata così di merda – anche perché dubitava che la Markley gliel’avrebbe data, non le piaceva quando faceva piangere i “suoi” bambini. Duh. «t-t-t-ti p-p-piacerebbe» lo studiò di sottecchi, domandandosi quanto la situazione fosse tragica. Abbastanza da rimanere nei paraggi? Sì. Ma da fare qualcosa in merito? Eh. Magari dopo. «s-s-sai quante d-d-dita s-s-sono?» e se le sfarfallò cambiandole rapidamente davanti alla faccia di Eddie, era solo fuckin karma. «o c-c-chi s-s-sei? T-ti aiuto: fa r-r-rima c-con b-b-bronzo» sorrise, una spalla poggiata al vialetto."i've been having a weird fucking time"
- barbie jagger, 28now playing: haunted
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Remnants of what I once wasSPOILER (clicca per visualizzare)un sogno. aspettavo questo momento da tutta la vita. #baddie for life. -
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.«sander.»
Barbie si fermò.
Lì, in mezzo al vicolo buio e maleodorante nel quale non era stato affatto difficile trovare il Moonarie in stato confusionale, fra pattumiera e roditori affamati - a casa, in pratica - perchè, fra le tante cose che avrebbe potuto dirgli, mai avrebbe immaginato... quello. Corrugò le sopracciglia, un brivido nel rendersi conto di star guardando un estraneo dal volto familiare (non la prima volta che gli capitava; non l'ultima): c'era qualcosa di lucido, ed estremamente non Eddie, nell'uomo che lo studiava a pochi metri da lui.
In quel «sander!» con cui lo richiamò all'attenzione, sorridendo come se tutto quello avesse avuto perfettamente senso.
Non lo aveva.
Come... come faceva a sapere fosse lui (-semi cit). Eddie e Barbie non avevano mai parlato del 2043, di quel Sander Bitchinskarden che suonava alieno e sbagliato pronunciato da Eddie a quel Barbie, l'ombra offuscata di quel che era stato. Il Jagger neanche sapeva che l'altro sapesse, per l'amor di Dio, e ora quello se ne andava a sbandierare un nome che non gli apparteneva più come fosse la cosa più ovvia e giusta del mondo? Cristo santo, ma che cazzo di botta in testa gli avevano dato, per mandarlo così in errore - ed orrore, se l'aveste chiesto al guaritore ancora immobile, l'espressione inflessibile che ben poco si addiceva a chi era solito indossare noia e pallido divertimento.
Sander. Di nuovo. Proprio quel giorno, poi. Non se lo meritava.
«cosa succede?»
You're confused? i'm fuckin confused, bro.
L'istinto di sfotterlo era troppo forte perchè il Guaritore potesse resistere, malgrado l'altro fosse malconcio e pietoso. Vorrei dire che fosse il suo copy mechanism perchè terrorizzato da quanto stesse succedendo, ma sarebbe stata una cazzata: Barnaby Jagger era semplicemente una merda. C'era poco da girarci attorno. Era un bastardo secolare che trovava intrattenimento nella miseria altrui, come dimostrava con le maratone di reality tossici che si faceva in segreto con la Kentucky (aka: Sersha) ed il fatto che di fronte ad un uomo sanguinante, un uomo che conosceva, si prendesse gioco di lui piuttosto che prestare soccorso.
Quello, era Barbie. Non un gran logico, nè portato a pensare prima di agire; non era empatico. Dopo anni sepolto sotto i sensi di colpa, da quando aveva scoperto che sua moglie e suo figlio si fossero salvati, e non fossero mai morti, Barbie Jagger ne era uscito più menefreghista di prima, impermeabile alla morale che colorava le vite altrui.
Vaffanculo era il suo nuovo cazzo di mantra. Sono troppo vecchio per questa merda (bengali: triggered).
Poi se la gente ci si metteva d'impegno a strizzargli i coglioni, cos'altro vi aspettavate?
«non.. mi ricordo. o-oronzo?» Il sorriso di Barbie si appiattì, gli occhi ridotti ad una fessura. Non esisteva forma e modo, e mondo, in cui Edward Moonarie potesse non cogliere quell'allusione - era semplicemente contro natura. Perfino Julius, con uno stizzito linguaggio!, avrebbe colto quel sottile tentativo di umorismo tossico del Jagger.
«fa male.. e ho-»
Aveva sviluppato un Istinto TM, per quei momenti. Un sesto senso che avrebbe fatto l'invidia di Gwen, il cui terzo occhio socchiuso non riusciva a prevedere neanche il meteo del giorno affacciandosi alla finestra. Qualcosa di primordiale, creato dai primi uomini per salvarsi la pelle dai pericoli di notti senza luna e stelle.
«n-n-no» alzò un dito, piantandolo contro il naso del Moonarie. Già era difficile sopportare, e sopravvivere a, Eddie, ma - quello? Quello davvero *clap* non *clap* se *clap* lo *clap* fuckin meritava. «n-no, eddie - m-m-merda» Sospirò. I sospiri andavano sempre per la maggiore, in famiglia.
Abbassò lo sguardo su vestiti larghi e pelle stretta. Non sapeva perchè ogni tanto, a cazzo, Eddie tornasse bambino - non gli era mai importato abbastanza da domandarselo, tanto era un problema in entrambe le età - ma se non fosse stato così un piccolo infame di merda, gli sarebbe dispiaciuto che tra tutte le età a cui potesse tornare, gli fosse toccata proprio quella: la pre adolescenza, con quegli arti tutti lunghi e deformi che lo facevano apparire uno scoordinato ragnetto albino. Non si era accorto di aver chiuso gli occhi, forse sperando che le palpebre abbassate lo collegassero direttamente a Dio e lo salvassero da quello strazio, ma quando li riaprì, si ritrovò a guardare Sandwich.
In - in lacrime.
Cristo santo. Ma che cazzo era successo.
«ho paura»
Anche Barbie, ma non glielo disse. Non avrebbe saputo dire di cosa, in ogni caso.
«aiutami?»
E quello sgagnetto insensato, sporco di sangue e lerciume, gli strinse le mani alla vita e lo abbracciò.
Così, a caso. Come se Barnaby Jagger fosse davvero in grado di aiutare qualcuno. Gli venne da ridere, ed un po' istericamente, alla fiducia immeritata riposta nei suoi confronti. «m-m-m-minchia eddie. s-s-se volevi un oscar c-c-c'erano m-m-modi m-meno r-r-rompicoglioni» ma aveva anche sinceramente paura, quindi la voce suonò meno decisa e meno pregna di derisione di quanto avesse voluto. Poggiò una mano sulla sua testa, come uno dei ganci nelle macchinette per recuperare peluche alle fiere, e lo spostò allontanandolo da sè. Gli girò il viso, cercando la ferita ancora aperta ed eventuali altre emorragie interne che stessero causando... qualunque cosa stessero causando. Non voleva farsi troppe domande. Tendeva a non apprezzare le risposte. Quello che sapeva, però, era che non fosse più divertente, perchè sembrava l'inizio di un cazzo di film dell'orrore: Barbie era duro a morire, ma non eterno. «s-s-se m-m-mi stai p-p-prendendo p-per il c-c-culo, l-l-lascio il bde» sibilò fra i denti. Il motivo per cui sopportava quella testa di minchia, era che fosse troppo pigro per cercare un'altra occupazione, ma quello era un po' troppo sopra le righe perfino per Eddie, ed anche il Jagger aveva i suoi limiti.
Barnaby Jagger non era cattivo, solo un gran cazzone. Se qualcuno aveva bisogno di una mano, pur facendolo pesare ad ogni momento, l'avrebbe fatto, e non voleva... non voleva che Eddie morisse.
Non avrebbe lasciato quella soddisfazione a qualcuno senza nome e senza faccia.
E in parte - minima - gli sarebbe mancato. Probabilmente. Era pure un modo di merda di morire, quello lì.
Quindi.
Fece assorbire il sangue, curò la ferita, si assicurò che non rimanessero lesioni permanenti - sul danno alla nascita, non poteva fare niente - e lo osservò con occhio critico e clinico. «t-t-ti c-chiami edward m-m-moonarie. r-r-rompi il c-c-cazzo p-p-per v-v-vivere. n-n-non so quanto anni t-t-tu abbia. n-nè d-d-dove v-v-vivi.» quindi, quello era quanto sapesse di lui e potesse condividere: nome, e mansione lavorativa. «n-n-non s-s-sono -» deglutì, spostando lo sguardo oltre le spalle del bambino. «sander.» in quel momento, gli veniva difficile credere di esserlo mai stato. «s-s-sono b-b-barbie. un» amico? Probabilmente.
Lo guardò comunque serio, perchè neanche in quelle condizioni era abbastanza intenerito da ammetterlo: per quanto ne sapeva, era tutta una farsa. Ce l'aveva, quell'indole da primadonna. Cercò di ricordare se il giorno prima avesse ignorato i suoi messaggi, causando una crisi d'ego che l'avesse portato a quello.
La risposta era: sì. Barbie ignorava i messaggi di tutti, fatta eccezione per le dirty talk con Gwen. Non doveva pensarci molto.
«c-c-colleghi» indicò la divisa che ancora aveva addosso, stampandosi un falso sorriso da bancone sulle labbra. «t-t-tadaaan?»"i've been having a weird fucking time"
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so let the flames begin ©edward moonarie3414, deadeater, head empty, moon in bastard. -
.Fanculo. Uh-uh, fanculo. Non aveva firmato per quello, non voleva essere lì, e odiava tutto di quella situazione. Era nato nel 1894, aveva vissuto in un istituto finché non era fuggito ed aveva iniziato a vivere di mance e compagnia di topi, era andato in guerra, era tornato solo come un cane e con più PTSD di quando fosse disposto ad ammettere in un buco di culo della California dove ogni abitante cercava di ucciderlo almeno una volta al giorno, ma quello? Era la cosa più fottutamente inquietante che gli fosse capitata, e dovette reprimere un altro brivido lungo la colonna vertebrale.
Davvero un film dell’orrore. Il cambio di personalità? La coscienza che si accendeva e spegneva beffarda nello sguardo del bambino? No. N-o. Mancava solo un carillon mal funzionante a dare una colonna sonora al loro trailer, ed il gioco era fatto.
Prima lo riconosceva. Poi gli chiedeva se avesse anche lui quella divisa.
Barbie aveva passato gli ultimi dieci minuti di quella conversazione a senso unico a fissare un punto oltre le spalle del bambino - eddie? Julius? L’anti cristo? - cercando un modo per uscire da quella situazione all’istante. Se avesse potuto teletrasportarsi, l’avrebbe fatto, anche a costo (oh no...anyway) di abbandonare il ragazzino al suo destino. Purtroppo, il suo inutile potere gli permetteva solo di essere più resistente, e regalare indesiderate nuove albe a chi già aveva un piede nella fossa. Neanche quell’eredità diretta da Gesù poteva fare qualcosa per la follia nel volto imberbe e mucoso del bambino ancora stretto alla sua vita.
Lo sapeva un po’ troppo bene.
«mi hanno dato una bottigliata in testa
BARBIE! QUEL CAZZONE MI HA DATO UNA BOTTIGLIATA IN TESTA!»
Aprì e chiuse la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Spostò gli occhi scuri sul Moonarie, battendo lento le ciglia, lasciando che lo scambio di personalità facesse il suo corso rimbalzando da un’identità all’altra. Forse se avesse finto abbastanza a lungo di essere morto, qualcuno l’avrebbe graziato.
Eddie iniziò a ridere.
Barbie fece un passo indietro. Non si sapeva mai.
«lo ammazzo»
Portò una mano alla bocca, osservandolo con il timore e l’orrore che meritava. La risata rimbalzò su ogni pietra di quel vicolo, e Barbie – che no, fanculo, davvero, ma manco per il cazzo – prese il telefono, scorrendo la rubrica per cercare qualcuno da chiamare che fosse più preparato di lui per affrontare tutto quello. O paziente. Volenteroso. Insomma, tutto quello che lui non era.
Non aveva così tanti numeri. Gwen sarebbe stata più che felice di aiutare in quelle circostanze, un po’ troppo forse. Dopo aver cercato di esorcizzarlo, l’avrebbe accompagnato a … Aspetta. Aspetta. Oddio. Stava davvero basando le sue scelte su cosa avrebbe fatto Gwendolyn Markley al suo posto? Aveva toccato il fondo, e stava scavando per andarci sotto? Però… non era così male come idea. Insomma, le alternative non erano molte. La scelta più matura sarebbe stata accompagnarlo al San Mungo, ma Eddie non era il genere di persona che andava di propria volontà al San Mungo; probabilmente era ricercato per qualcosa. Portarselo a casa? Meh. Mads sicuramente avrebbe saputo che farsene di quel bambino sociopatico, ma non voleva che, se avesse ricordato quel pomeriggio, credesse fossero qualcosa più di quel che fossero. Troppa confidenza.
Quindi.
«s-s-sai che c-c-c’è? an-andata» Si chinò per avere gli occhi alla stessa altezza del ragazzino. Prese il bordo della maglietta che Eddie indossava con la punta della dita, e la piegò verso l’alto per (soffocarlo.) pulirgli poco delicatamente la faccia dall’ammasso di muco e sangue. «andiamo a am-am-m-m-mazzare un f-f-figlio d-di p-p-puttana» magari avrebbe avuto le risposte. Magari non gli aveva dato solo una bottigliata in testa, l’aveva maledetto; posseduto; chi poteva saperlo. «m-m-magari la v-v-vendetta aiuta» era così ottimista all’idea di picchiare qualcuno – e prenderle. Sempre. Perché Barbie era quel tipo di persona. - che gli offrì addirittura la mano, così che potesse stringerla nella propria. «d-d-dov’eri? F-f-fai strada» Friendship goals ♥"i've been having a weird fucking time"
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Remnants of what I once was. -
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so let the flames begin ©edward moonarie3414, deadeater, head empty, moon in bastardSPOILER (clicca per visualizzare)ciao freme scusa se ti ho appesa oer 4 mesi aiuto. ho /chiuso/ così se vuoi possiamo lasciare o fare salto temporale? ti porta la colazione ICE CREAM ARE COLD, SO AM I, o niente dimmi te ❤
Edited by send nudes . - 3/4/2023, 15:18.