extra: corvonero vs tassorosso

Forse Thor avrebbe dovuto fare come Tananai a Sanremo 2022 e non solo rassegnarsi all’ultimo posto, ma addirittura imbracciarlo e celebrarlo. L’idea, però, le dava il voltastomaco. E ogni colpo subito dalle sue amiche era un dolore inflitto anche a lei.
Digrignò i denti fino quasi a sentire il sapore metallico del sangue in bocca vedendo Joni cercare di dissimulare la botta al ginocchio. Certo, Kaz era di nuovo in sella alla sua scopa truccata, ma a quale prezzo. «NON ASCOLTARLI!! TE L’HO DETTO, IL NASO TORNERA’ PIU’ BELLO DI PRIMA!! SARA’ UNA FERITA SOLO NEL KWORE!!», cercò di incoraggiarlo, mentre la sua, di ferita nel kwore, sanguinava. Non solo perché Joni, Kaz e Sana si reggevano sulla scopa per miracolo. Non solo perché la sua presenza, lì, era completamente inutile, quasi ai livelli di un Bertie qualsiasi.
I Corvonero stavano per provare a segnare. DI NUOVO.
Ponderò se farsi colpire in pieno dal bolide diretto dritto dritto verso di lei, ma, pur essendo una pg di Sara, aveva stranamente voglia di vivere. Insomma, dopotutto non si chiamava Hugo Cox, lei. E per fortuna. «STOCAZZO!! RAW RAWWW!!», esclamò, in un urlo di guerra, spostandosi, o meglio, provando a spostarsi dalla traiettoria.
Tanto lo sapeva, anzi, lo shentiva nel kwore che se lo sarebbe preso in testa. Chissà, magari, come il pastello di Homer Simpson, sarebbe diventata improvvisamente il genio della famiglia, in seguito a quel trauma cranico.

«¡¡MIRA MAMÁ ESTOY VOLANDO!!» Sua madre, da qualche parte: «¡Si te atrapo te haré volar io…!» Aracoeli adorava il Quidditch ed era preparatissima, sì, ma solo da un punto di vista teorico. Le sue esperienze sulla scopa risalivano al primo anno a Castelobruxo, e lì si erano fermate: un po’ perché, durante una lezione, era caduta, rompendosi quasi tutte le ossa – e quindi passando i tre mesi successivi in infermeria –, un po’ perché sua madre era a dir poco terrorizzata dall’idea che lei volasse, visto che il fratello del cugino dell’amico della zia del pronipote del cognato Carlos faceva il giocatore di Quidditch ed era morto durante una partita.
Aracoeli si sentiva quindi in colpa, ma solo un pochino. O meglio, verso sua madre. Il vero senso di colpa era dato dal fatto di star sostituendo così, totalmente a caso e completamente all’ultimo lei, la cercatrice più bella e più brava di tutta Hogwarts: Sullivan Hawkins. Quel «#JULIEEEE» che aveva urlato quando erano venuti a chiederle se volesse scendere in campo, sì e no due minuti prima (chi? Boh. Qualcuno) era insieme di gioia e di dolore. Voleva battersi, o forse, visto l’andazzo, sacrificarsi per la squadra, ma l’idea di farlo perché Livy non stava bene le spezzava il cuore.
«POR FAVOR, DIOS MÍO, FAMMELO PRENDERE!!» Il bocchino ovviamente, eh. Damn autocorrect. E in effetti proprio mentre lo diceva le sembrò di vedere brillare qualcosa vicino a Dylan. «!!!!!!!» Si fece il segno della croce e schizzò a raffica – decisamente instabile, date le sue scarse abilità – in direzione delle porte della furia urlatrice.

Forse Aracoeli non aveva davvero visto il boccino. Forse voleva solo andare da Dylan e abbracciarla, perché le voleva proprio bene, così come ne voleva a tutte le altre furie.
Ma anche Gideon, QUEL Gideon, GIDEON MCPHERSON!!!!, si era diretto in quella direzione. E lui, con i bocc(h)ini, ci sapeva fare. O almeno, così dicevano tutte le #gides che aveva letto nel corso della sua vita. Lo guardò ammirata, e sospirante (perché, insomma, OVVIAMENTE shippava la #gara, ma gli occhi ce li aveva anche lei!!) e tentò di tenere il passo, o meglio, il volo.
PERò OMMIODDIO, LE PARLAVA PURE SPAGNOLO???
UN SOGNO!!!!
«¡OH, DIOS MÍO! ¡¡LO SÉ!! Perdón, quise decir .... ¡¡¡ENCANTADA!!! ¡¡¡YO SOY ARACOELI!!!» E niente, il suo kwore da fangirl stava per esplodere. MA NON DOVEVA DISTRARSI!! AVEVA UNA MISSIONE DA COMPIERE!!
E, ottimista di natura com’era, Aracoeli credeva davvero di potercela fare. Molto più concentrata di quanto non fosse mai stata in tutta la sua vita, esami compresi, tentò il tutto per tutto. Avrebbe avuto i crampi per giorni, per non dire settimane, ma non le importava: con tutte le sue forze tentò di raggiungere il luccichio e… di afferrarlo.