extra: grifondoro vs corvonero

Con le mani tra i riccioli scuri, in piedi sulla seduta degli spalti, Romolo era a dir poco fuori di sé.
«MACHECCAZZOFAIIIIII»
Con amore, sempre, perché quale buon tifoso non insulta i propri giocatori durante la partita? Duh.
«OHHHHH UN PASSAGGIO DEVI FAAAA UNOOOOOO» E quale buon tifoso non urla (davanti alla tv) convinto di poter esser sentito fino in campo, no?
Ma, ad ogni modo, la curva non si ferma e non demorde.
Tornando con le spalle al campo, e l'attenzione sulla tifoseria, Romolo prese fiato e dal nulla urlò.
«FOOOORZA GRIIIIFO»
Contò cinque secondi, mano bene in mostra e allo scattare del quinto, come un Beppe Vessicchio qualunque, fece cenno alla platea di ripetere a gran voce quanto aveva appena detto.
Poi ne contò altri dieci, e urlò: «GRIFOOO CAMPIONEEEE!»
Stessa cosa: cinque secondi, poi fece cenno alla folla di urlare di nuovo e sorrise.
Dopo altri dieci secondi urlò nuovamente.
«FORZA GRIFO! IL GRIFO OLEEEEEE»
Ancora cinque secondi, e la folla a ripetere quel grido.

E così per altre cinque o sei volte, alla fine delle quali Romolo si voltò verso Remo, occhi lucidi e mano sul cuore: «sempre uno dei più belli» e si asciugò la lacrimuccia di commozione.

McKenzie aveva un segreto.
Okay, forse più di uno, ma mentre negli spogliatoi osservava Gideon vantarsi per i ritrovati muscoli, sorridendo lieve e distratto, ed annuiva alle (normale amministrazione in quel dello spogliatoio Corvonero) minacce di morte di Erisha, quello in particolare gli premeva sulla coscienza come qualcosa di sporco e ruvido. Per la prima volta dopo anni, si sentiva... sbagliato. La malinconia della penultima partita iniziava a vibrare sotto pelle come una creatura irritante e corrosiva, rendendo ogni respiro un po' più difficile di quello precedente, e per quanto giocare contro Grifondoro non gli mettesse la stessa angoscia di vivere delle altre squadre, era fuori fase rispetto ai compagni.
Avevano giocato per divertirsi.
Avevano giocato per vincere.
Ma non avevano mai giocato per perdere - e l'Hale, a quello puntava. Quello, era il suo segreto. Forse neanche troppo intimo, ma il pallore del volto era un classico dei pre partita, quindi forse i compagni potevano biasimarlo a quello e non al fatto che fosse un traditore.
Ma davvero.
Vincere avrebbe significato giocarsi la finale contro i Serpeverde, ed avrebbe davvero, davvero, preferito non farlo, per una lunga serie di motivi che iniziava con Mort e finiva con Rainey, comprendendo tutto quello che c'era in mezzo (tipo il fratello nazista). Non aveva neanche più voglia di lanciargli bolidi contro per farlo stare zitto - voleva solo evitarselo. Un motivo egoista, si, perché a rimetterci sarebbe stata la squadra (il loro ultimo campionato!), e Willow fremeva dal disarcionare almeno due verde argento, ma eh. Al cuore non si comandava, e il cuore gli diceva che (voleva fermarsi. almeno per un po'. glielo suggeriva on a daily basis) non voleva farlo. Non avrebbe mai compromesso volontariamente la partita, ma il solo desiderarlo - il solo sperare che il suo Capitano perdesse - lo faceva sentire indegno e abominevole. Umettò le labbra secche, valutando di paccarli (mlml) all'ultimo momento: magari poteva chiedere alla mamma di Kiel e Dylan se azzoppava anche lui, così, per solidarietà.
Rimase indietro rispetto ai compagni, già in fila per uscire dagli spogliatoi ed entrare in campo.
Magari poteva baciare Willow e prendersi una pugnalata. Sarebbe stato invalidato per (sempre) la partita, e l'avrebbe fatto nel modo più carino possibile: c'era modo migliore di venire menomato che non dimostrando il suo affetto? Sarebbe diventato l'eroe di Gideon!
«devo dirvi una cosa» ammise, guardando le nuche dei compagni.
Diglielo.
Diglielo.
DIGLIELO
Invece inizio a spogliarsi, sollevando la divisa e mostrando la maglia stampata appositamente per l'occasione con la faccia di Kiel. «comunque vada.»
Si sarebbe portato quel segreto nella tomba.

«gideon, come attrai te le palle nessuno mai» non stava neanche sorridendo, Mac. Era una riflessione ad alta voce, più a se stesso che non al Cercatore, guancia premuta sulla spalla per asciugarsi dalla pioggia. «chi ha il pane non ha i denti» cosa? cosa ma nelle solite frasi ambigue che avevano un senso puro per Mac, perché Gid non aveva la mazza!!!, ed a cui sara non poteva trattenersi. Alla fine si era convinto ad entrare in campo, ed aveva provato un intenso senso di dejavu.
Ricordava altra pioggia.
Altri Grifondoro.
Ma lo stesso, identico!, saluto disperato e solidale verso il Portiere, un legame indissolubile che l'Hale si portava appresso da quando fra quegli anelli c'era Meh. Chissà se anche Julian un po' stava piangendo, nascosto dalla pioggia; il suo sole non c'era quell'oggi. Gli altri rosso oro gli erano piuttosto indifferenti, per quando indifferente potesse rimanere un Ezra Nott (respectfully 👀); avrebbe salutato volentieri anche Ash, ma dubitava il ragazzo l'avrebbe riconosciuto, altrimenti non avrebbe continuato a passare la palla a loro. Insomma. Team Julian.
Barry: 22pa
Mac: 👁️__👁️
«sei la legge dell'attrazione fatta persona. donnine? check. fulmini? check. nuvole di pioggia? check. bolidi? eh» strinse le dita attorno alla mazza, drizzando le spalle e cercando di ribattere verso il Cercatore avversario. «oppure... hai mica fatto il vaccino? pfizer» se avesse avuto un penny glielo avrebbe lanciato, per la scienza.

Aveva preso la pluffa, ma poi l’aveva persa perché si era distratta.
Evidentemente Lucrezia Linguini conosceva i punti deboli della corvonero (la sottonaggine), ed infatti, se stava cercando di ignorare le urla disumane provenienti dagli spalti, la grifondoro le rammentò qual era la sua fonte maggiore di distrazione.
«Accidenti a te, Linguini» le rivolse uno sguardo scherzoso «Mi dispiace ma tuo cugino non smetterà di piacermi perché qualcuno cerca di dissuadermi.» quello che viene detto in campo rimane in campo no? Un occhiolino, poi virò e tornò indietro: giusto in tempo per vedere Gideon riacciuffare la pluffa, lanciatagli direttamente da Ash.
«Ketchum hai portato gli addominali ed hai lasciato il cervello nello spogliatoio?»
Gli girò intorno sorridendo soddisfatta, di solito non era così rude ma la faida con Asher non era mai finita, aveva persino ignorato il suo saluto ad inizio partita, stava puntando sulla tattica ”se lo ignori non esiste” ma prenderlo in giro era molto più esilarante di far finta che non esistesse.
Il suo gongolare venne interrotto dalla vista di un bolide che puntava… Gid.
«GIDEON ATTENTO AL BOLIDE! SCANSATI!»
Aveva gridato con tutto il fiato che aveva in corpo, era sinceramente preoccupata per le nozze.

Inutile dire che gli si erano drizzati tutti i peli del corpo, mannari e non. Quelle parole e quella musica (se tali potevano essere definite) erano peggio delle unghie a graffiare sulla parete nera e liscia di una lavagna: suoni disumani.
Che, inoltre, facevano nascere nel Grifondoro romano e romanista una risposta istantanea. Così, megafono piazzato davanti alla bocca, Romolo inneggiò:
«E LASCIAMI GRIDAAAARE
E LASCIAMI SFOGAAAAAREEEEE
IO SENZA ROMA NON SO STAREEEE!»
Remo, accanto a lui, lo tirò per la manica della felpa sussurrando un «a fra nun stamo 'n sud»
Vabbeh, dettagli.
«IO CHE PORTO NEL CUORE
SOLTANTO L'AMORE
PER QUEI DUE COLORIIIIII
LE GIOIEEEEE
E I DOLORIIIIIII
CHE VINCAAAAA O CHE PERDAAAA
LA LAZIO È NA MMMERDAAAAAA
PER QUESTO CAAANTIAAAMOOOOOO
DAI ROMA TI AAAAAAMOOOOOO»
«*Grifo» stessa cosa
«NOI TI SOSTENIAAAAAMOOOOOOO
RICOMINCIAAAAMOOOOO»

Gideon si era beccato in pieno il bolide, Erisha l’aveva avvertito ma non aveva fatto in tempo a scostarsi, colpito in pieno Gideon le aveva passato la pluffa.
Se l’era stretta al petto allontanandosi da quel posto che sembrava portare una sfiga assurda, aveva vagato per il campo, aveva una visibilità limitata per colpa della pioggia, ma appena aveva avvistato uno dei suoi compagni dalla divisa blu si era avvicinata.
«PALLA!»
Avrebbe tentato di lanciare la pluffa in modo preciso, sperando finalmente in un passaggio non strabico.

Sulle note di "Zingara",
di Iva Zanicchi

«PRENDI QUEL BOCCINO,
ZINGAROOOOOOO!!!
FAJE VEDE
COOOOOME SE FAAAA

TU VACCE COR COREEE,
NOI TI SOSTERREMO
PERCHÉ
LO SAI
CHE ORMAIIIII
STACURVATAPPARTIEEEEENEEEEEE»

Il ghigno già gioioso di Hot si allargò incredibilmente nel momento in cui il bolide da lei rispedito in direzione del McPherson andò ad impattare contro il Cercatore blubronzo.
E pensare che non aveva nemmeno dato il suo meglio.
Cercò con lo sguardo il battitore avversario e gli fece un occhiolino, ringraziandolo per non averci nemmeno provato: probabile che stesse aiutando la Saus a fare bella figura, magari era un #riot shipper anche lui.
Si concesse ben due (2) secondi per assaporare il rumore delle ossa che venivano schiacciate dalla palla magica poi, rinvigorita, tornò a pensare alla partita. Fu in quel momento che vide la Byrne con la pluffa in mano e la affiancò, cercando di distrarla mettendosi sulla traiettoria per intercettare il tiro altrimenti diretto ad un corvonero.
«Dai, che ve ne fate voi, lasciate le palle a chi sa maneggiarle.» Quindi tipo, non la Beckham di sicuro, ugh.


«sdfgh» mi serve