l'amour toujours dragostea din tei

nice & posh

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    garrison
    come uno dei suoi tiktok preferiti, quella sera posh aveva fatto irruzione nella stanza di poor con un bel «we uscIAMO???» al quale però, ahimè, il withpotatoes non aveva risposto dandogli soddisfazioni. si sarebbe aspettato un bel "seee ma che usciamo" al quale il gates avrebbe dovuto rispondere di conseguenza, in un classic botta e risposta così da ricreare il meme, e invece. la risposta di poor fu un breve e categorico «assolutamente no.», a cui seguì un lancio di scarpa e conseguente porta in faccia (nulla di nuovo, in quel di casa aslan) Imperterrito, comunque, il gates continuò con il copione del tiktok «andiamo a fare la baldoriAaAaAaA» niente? non l'aveva conquistato neppure così??? attese un po'.
    due minuti.
    cinque minuti.
    dieci minuti.
    al quindicesimo minuto ancora lì, immobile dietro alla porta, ecco che posh abbandonò le speranze: sarebbe volentieri rimasto lì ad attender un change of heart del suo bro anche per un'altra mezz'ora, se solo non avesse avuto dei tempi così stretti. Doveva ancora scegliere l'outfit, lavarsi ed asciugarsi per bene con il diffusore i capelli così da modellare i suoi riccioli, e soprattutto sottoporsi al suo rituale di skincare quotidiano: aveva bisogno di tempo. Normalmente non si faceva alcun problema ad arrivare più tardi del previsto, ma... quella sera aveva un appuntamento! serio!! e no, non romantico - cioè, dipendeva tutto dai punti di vista - ma qualcosa di più, che richiedeva puntualità!!1! garrison gates rispettava sempre le promesse fatte ai suoi amici. e vivere il drama??? fatto a modo suo era una delle sue attività preferite!!

    «cioè guardali, ti pare una persona del genere sia all'altezza di una ragazza strepitosa come lei?» la "persona del genere" in questione in realtà, almeno a prima vista, non aveva nulla di male - poi magari collezionava denti di scoiattolo o faceva i rutti ad ogni boccone dei pasti, ma queste sono cose che si scoprono agli appuntamenti seri, mica in discoteca - ma quella sera era l'oggetto delle occhiate incazzate del gates. ok, di incazzato avevano ben poco, ma CI STAVA LAVORANDO!!! gli servivano proprio occasioni come quella, in cui affinare la sua occhiata da "uè guardami male e ti spacco la faccia", che tanto andava tra i trap boyz ma a lui proprio non riusciva! però si stava allenando. Gli occhi da innamorato invece gli venivano decisamente meglio. Forse perchè, quando li rivolgeva alla diretta interessata, c'era qualcosa in più che semplice recitazione: garrison gates voleva davvero tanto bene a fitz. E adorava vederla felice, per quello anche quella sera aveva acconsentito a quella recita, di lui ex fidanzato che ci sta ancora sotto come un treno e la guarda mentre balla in pista con un altro. Si divertiva sempre un mondo quando uscivano insieme e diffondevano un po' di drama e di caos, creando arte pura, e poi a posh recitare piaceva davvero un sacco!!! ed in un certo senso era come tener viva una parte della sua carriera scolastica: posh aveva sempre amato tantissimo il drama club, quelle recite con fitz erano un po' come svolger i compiti settimanali del prof henderson. con l'unica differenza che non fosse più tra le mura del castello a farlo. «sono proprio INCAZZATO!» non era così che facevano i basic boy un po' toxic nei film tipo after?? era tosta per il ragazzo rimaner serio, anche perchè aveva bevuto qualche drink di troppo e non ridere diventava sempre più difficile, quindi doveva trovar un espediente per non andare ooc. Che altro facevano nei film, oltre a guardar male e lamentarsi?? fare le risse sicuro, ma posh era un ragazzo pacifico, non se la sentiva proprio!!! però... poteva lasciarsi andare al Clichè dei Clichè. Il «UAaaa!» aka grido da macho frustrato che ha appena perso la schedina per un gol solo o che ha visto la uagliona baciarsi con un altro più figo «..aaa» non era certo su quanto dovesse durare, comunque mentre gridava frustrato, ecco che diede un bel pugno al muro che.. «AAAAAA» adesso era dolore. un urlo di puro e semplice dolore «MANNAGGIA A TUTT'I PROFANI DELLA TRAP, CHE MALEEEEEEE» e poi fece l'errore di guardarsi la mano. e un dito.... dio, il gates per poco non svenne lì in mezzo a tutti, «NON È NORMALE CHE È SUCCESSO CENTODICIOTTOOOOOOOO CHIAMATE VI PREGO» SAREBBE MORTO LÌ, CON UN DITO TUTTO STORTO E SICURO DISTRUTTO
    posh
    gates
    I give it all my oxygen,
    so let the flames begin ©


    penitenza lucky:
    presx dalla rabbia, tiri drammaticamente un pugno al muro per fare scena ma ti insacchi un dito e devi chiedere di portarti in ospedale
     
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    nice cox hill
    «MANNAGGIA A TUTT'I PROFANI DELLA TRAP, CHE MALEEEEEEE NON È NORMALE CHE È SUCCESSO CENTODICIOTTOOOOOOOO CHIAMATE VI PREGO»
    A quel punto, e solo a quel punto, Nice Hillcox abbandonò la poltroncina scomoda dov'era seduta e con un sospiro pesante, così pesante che avrebbero potuto sentirlo anche oltre la musica assordante del Fiendfyre, decise di fare (l'impicciona) l'adulta responsabile che era e di avvicinarsi al povero Gates — nella speranza di porre fine alle sue pene? Certo, anche, perché no: non si precludeva alcuna possibilità, la stilista. Diciamo che, considerando gli strilli disumani che il ragazzo stava lanciando ormai da svariati minuti, non era un'ipotesi così remota.
    Era stata, inizialmente, la curiosità (mista ad una punta malcelata di fastidio) causata proprio da quelle grida a catturare l'attenzione di Nice e farla voltare in direzione del minore; poi l'incredulità l'aveva trattenuta, lo sguardo azzurro incollato sulla figura di Posh ed entrambe le sopracciglia a svettare oltre la fronte, prendendo coscienza di una scena (pietosa) alla quale forse non avrebbe voluto assistere. Non poteva credere a quello che aveva appena visto — voleva credere, invece, che neppure lui, neppure Garrison Gates, potesse essere così deficiente.
    Ah, l'aspettava un rude risveglio.
    Evitando con grazia i corpi sudaticci che incrociava sul suo cammino, si diresse con tutta la calma del mondo verso Posh, come se quest'ultimo non stesse per svenire ai suoi piedi (aw, carino babe ma non sei il suo tipo) da un momento all'altro, tanto il dolore. Solo quando fu abbastanza vicina, incrociò le braccia al petto e strinse le labbra cremisi tra loro.
    Lo stava giudicando — lo stava giudicando eccome. Non riusciva a trovare una motivazione che potesse spiegare un tale, folle, scemunito gesto. Ma, ancora, era difficile trovare una motivazione per il novanta percento delle cose che faceva Posh Gates. Se vogliamo, era parte del suo fascino — uno che Nice non aveva ancora trovato, tra parentesi, ma che doveva essere lì, da qualche parte. D'altronde, gli voleva bene; un bene genuino, nonostante potesse dire di conoscerlo poco, per lo meno, in quelle vesti. Aveva voluto bene ad Archie, in passato, e alle volte faticava a riconoscerlo in quei lineamenti il ragazzo che era stato in un'altra vita.
    In certi altri, invece, lo riconosceva perfettamente.
    Fece schioccare la lingua contro il palato, espressione apparentemente impassibile (ma che in realtà nascondeva l'accenno di un sorriso divertito che solo i veri esperti avrebbero saputo scorgere) nel prendere atto di quanto accaduto, dei danni non riportati dalla parete contro cui Posh aveva sferrato il pugno, e di quelli invece evidenti sulla mano già in fase di arrossamento del ragazzo; le dita non avevano un bell'aspetto, ma dubitava sarebbero cadute.
    Forse — che ne poteva sapere, non era mica guaritrice lei, e frequentarsi con un infermiere non le aveva automaticamente trasmesso conoscenze importanti in campo medico.
    «Cosa può averti mai fatto questa povera parete.» Doveva ammetterlo, l'arredamento di quel posto non era dei migliori ma le pareva esagerata una reazione del genere ad una carta da parati discutibile. «E direi che è abbastanza normale faccia male, in realtà, sai.» Sì, insomma, cosa ti aspettavi Posh, quando tiri un pugno al muro.
    Non accennò a voler muovere un dito, preferendo rimanere al suo posto con le spalle poggiate contro la parete che aveva subito l'affronto e le braccia incrociate sotto al seno. Non aveva ancora deciso se, tra le opzioni a sua disposizione, figurava anche quella di rendersi utile — doveva pensarci su. Probabilmente sì, perché alla fine della fiera Nice era una brava persona; prima o poi avrebbe fatto qualcosa per aiutare Posh, ma il ragazzo doveva essere bravo e convincente per farla cedere. Era divertente vederlo urlare e muoversi in maniera così frenetica in preda ai dolori, forse avrebbe continuato a godersi la scena ancora per un po'.
    «Non so il numero,» del centodiciotto — era una cosa così da Jekyll da dire che Nice sorrise tra sé e sé, inside joke — «vuoi che chiami qualcun altro?» l'espressione a colorarsi di una tontaggine così costruita che nessuno, nemmeno Posh, avrebbe mai potuto crederci — e un po' sperava che il dolore non avesse reso lo special del tutto scemo, perché Nice avrebbe perso metà del divertimento se la sua farsa non fosse stata recepita come sperava.
    Perché, in tutto quello, un po' Posh se lo meritava di soffrire come un cane per esser stato tanto cretino; ma ci pensate che quello era la persona a cui Penn affidava il piccolo Bang? Poi ci meravigliamo se crescono disagiati, questi giovani. Con affetto, baby.
    «No, ma sul serio -» spill the tea, Poshino, «che succede? Non chiedo se è tutto okay perché chiaramente non lo è,» non solo nella tua testa, «situazioni di cuore? Drammi familiari? Altre cose che dovrei sapere?» Per quale motivo avrebbe dovuto? Per nessuno, nello specifico, se non il più importante di tutti: saziare la sete di gossip che Nice si portava dietro da tutta la vita. Aveva bisogno dei gossip, specialmente ora che non era più a scuola e i drammi adolescenziali erano stati soppiantati da drammi da adulto — decisamente non la stessa cosa. Le piaceva la sua nuova vita da donna matura e responsabile, le piaceva lavorare e dividersi tra i due impieghi ugualmente importanti seppur per motivi diversi (uno era per passione, l'altro per necessità) ma certe volte, e credetemi non l'avrebbe mai detto lei per prima, le mancava Hogwarts con i suoi gossip e le voci di corridoio e i tradimenti e le pugnalate alle spalle e.... basta, le ship le interessavano solo quando portavano con loro il drama (era stata big fan, ad esempio, di tutta la questione Garah Vs Gides solo perché era divertente; in fatto di ship era per il Narah x Felicità, a mani basse, non le interessava particolarmente chi la rendesse felice) (ma se doveva scegliere, sceglieva Jane) (#cosa?cosa).
    E quell'improvvisa nostalgia per qualcosa di semplice era stata il motivo che l'aveva spinta ad accettare l'invito di Jek per quella sera, seguendolo al Fiendfyre senza realizzare quanto, in realtà ne avesse davvero avuto bisogno. Scegliere un abito molto corto, indossare delle belle scarpe (s)comode ma che facevano la loro figura; osare con un po' di brillantini spalmati sulla generosa scollatura e sulle gote, fare gli occhi dolci a qualche povero malcapitato nei pressi del bancone solo per spillargli un drink e farsi così l'intera serata senza spendere un soldo... Erano cose che Nice non faceva sa tempo.
    Da un sacco di tempo.
    Da quando la data sul suo diario riportava un quattro davanti all'ultima cifra, e non un due.
    Ricordi che appartenevano ad una vita fa, una vita che di tanto in tanto tornava a bussare pretendendo che Nice gli aprisse.
    E, qualche volta, la Serpeverde sceglieva di farlo.
    Berenice
    Hillcox
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