maybe... you may have the right to remain silent!?

ft. wren

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    «WREEEEEN!» spalancò l'ennesima porta del Quartier Generale, senza successo e sempre più confuso da quel luogo. Sembrava sempre così piccolo, soprattutto per un Aloysius Angus Crane qualunque che, in maniera sistemica e involontaria, continuava a dimenticarsi dei prodigi della magia. Non lo faceva apposta: il problema sostanziale era che quelle stranezze fossero , di fatto, divenute punti cardine della sua esistenza in quel mondo di pazzi, ma che in ogni caso il rapporto con gli anni passati da comune mortale restava comunque di due a uno. Poteva anche accettare come quasi normale l'entrare nello sgabuzzino di una casupola abbandonata dell'Essex e ritrovarsi nella Harrods magica e nascosta, ma ad ogni uscio di quello spazio che apriva alla ricerca del segretario ribelle gli tornava in mente che nel suo, di sgabuzzino, a malapena ci entrasse lui alla ricerca di una stramaledettissima scopa per pulire.
    Senza contare che, all'interno dell'alleanza ribelle, ci fosse entrato da - quanto? Un paio di mesi, forse? Se glielo avessero chiesto, non avrebbe affatto saputo rispondere: poteva essere passato un giorno quanto un anno, o una vita intera.
    Dopo quante ne aveva viste, quante ne aveva viste, avvicinarsi al lato ribelle della forza gli era parso un passaggio naturale. Non gli sarebbe risultato difficile attribuire quella tappa della propria vita, e tutto quello che aveva dovuto subire e sorbire in precedenza per arrivare a quel punto, al fato, se solo ci avesse creduto anche soltanto un minimo. Era più incline a credere di averlo fatto per il futuro dei suoi figli, tutti quanti, e che non fosse predestinato a un bel niente; era più credibile, ai suoi occhi, l'averlo fatto per star più vicino a Maeve.
    Tutto ciò, comunque, non lo liberava dalla confusione che quel posto decideva di donargli quasi quotidianamente.
    Grugnì, chiudendo la porta con più ferocia del dovuto. Cristo, potevano quantomeno appendere una mappa interattiva per i corridoi di quel labirinto: facevano talmente tante cose con i loro dannati bastoncini di legno, che gli costava mettere uno Specchio delle Brame che gli mostrasse dove trovare gli altri ribelli? Non credeva fosse chiedere troppo.
    «HASTINGS SPERO TU SIA- oh, ho interrotto qualcosa?» la risposta la lesse nelle iridi chiare del Barrow - e in quelle dei diversi altri ribelli presenti nell'ufficio del Leader -, prima ancora ch'egli gli diede voce. «... scusate.» sorrise sornione, retrocedendo sui propri passi. Almeno, aveva capito perché il Quartier Generale fosse così vuoto: conquiste. «Me ne vado, sì, tornate pure a...» gesticolò a caso, lasciando intendere che non avesse idea del perché fossero riuniti lì: poteva essere un meeting di alte cariche ribelli inglesi, oppure con delegazioni estere; per quanto ne sapeva, e conoscendo un po' Will, poteva anche trattarsi di un'orgia. Meglio rimanere vaghi. «Avete per caso visto Wren? No? Ok ciao buona continuazione.»
    E niente, un altro buco nell'acqua.
    La figura di merda nemmeno la considerava più di tanto, aveva ancora la scusa dell'essere l'ultimo arrivato e poteva permettersene ancora una mezza dozzina (nella sua testa); era il fallimento a turbarlo.
    Senza contare fosse per un motivo importante, che si stava impegnando tanto nella ricerca del wizard.
    Ma aveva ancora assi nella manica, lo sentiva, doveva solo- «CLAY!!!» ringraziare il cielo per la botta di culo.
    Altro che assi nella manica: stava per arrendersi.
    Si avventò sul povero Morales di passaggio, afferrandolo per le spalle e fissandolo dritto negli occhi. «Sei la mia ultima speranza!» e già. Scosse il ragazzo come una maracas in un moto di inaspettata enfasi, impedendogli di replicare in alcun modo; poteva provarci, certo, ma né Al lo avrebbe davvero ascoltato, né gli sarebbe stato facile pronunciare anche una sola parola, sballottolato com'era. «Hai per puro caso visto Wren da qualche parte? Lo sto cercando da ore.» ok, non da ore: una decina di minuti. Forse. «Mh, sì? È- è appena arrivato? All'ingresso, credo sia-» «OKAY GRAZIE BIMBO SEI FANTASTICO» diede un bacio in fronte a Clayton, se l'era meritato, e più veloce di Bip Bip alle prese con Willy il coyote se lo lasciò alle spalle.
    Una corsa che avrebbe avuto delle conseguenze su un fisico non più molto allenato, ma quando con il fiatone si pose davanti al geocineta non ebbe modo di pensarci. «WARREN... TREVOR...» alzò un dito davanti ai suoi occhi, intimandogli di rimanere in silenzio mentre riprendeva fiato. «Hastings.» Wren lo avrebbe perdonato, prima o poi: doveva allenare il suo potere da Padre per quando River e Flow sarebbero diventati adolescenti ingestibili. «Dove cazzo eri. Anzi no, non mi importa, non dirmelo.» anche perché: a malapena si conoscevano, per quale motivo avrebbe dovuto dirgli dove fosse? Lo prese per un orecchio, letteralmente, iniziando a trascinarlo davanti a tutti i suoi amici. «Dobbiamo fare una cosa importante.»
    Lo scortò fino alla prima stanza libera ch'ebbe a disposizione - avendo imparato velocemente dai propri sbagli, si era anche premurato di bussare: passi avanti.
    Lo fece sedere su una sedia, e spostò un tavolo davanti alla sua postazione; dopodiché, ne prese un'altra per sé. «Allora. Ciao! Come va?» innanzitutto le buone maniere: era un uomo educato, il Crane. Il sorriso sulle labbra carnose, tuttavia, lasciò immediatamente spazio ad un'espressione più seriosa, consapevole. Largo ai convenevoli, non avevano davvero molto tempo da perdere. «Saprai che al ministero stanno interrogando un po' di gente dopo i fatti del museo, vero? Ecco, mi è capitato di sentire parlare di uno di questi incontri, e» non molto delicatamente, sbatté un Morsmordre non proprio recente davanti agli occhi dell'Hastings. «confido tu abbia letto i ritagli al riguardo. Il fatto per cui siamo qui oggi è questo: mi è giunta voce tu fossi amico di North. È corretto?» Doveva chiederlo, prima di andare avanti e perdere tempo inutile: d'altronde era lì da poco, poteva aver travisato qualche nozione fondamentale, ma era pur sempre un pavor. Se poteva aiutare in qualche modo la Resistenza, era servendosi di quel che conosceva del modus operandi del Ministero.
    Poco, ma comunque.
    «Se dovessero chiamarti per una testimonianza, che faresti?»
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    Edited by zugzwang. - 8/4/2022, 15:02
     
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    «WARREN... TREVOR...» Rimase in silenzio, gli occhi color cioccolato fissi su quel dito alzato a mo' di ammonimento, il principio di un sorriso strafottente a curvare le labbra carnose, in attesa. «Hastings.»
    Si trattenne dall'istinto di rispondere con un «yes daddy» perché non gli pareva il caso: lui e Aloysius Crane non avevano ancora quel livello di confidenza. Ma gli sorrise comunque, allargando il ghigno e lasciando che una luce maliziosa illuminasse lo sguardo, le iridi poco più di un alone leggermente più chiaro intorno alla pupilla. «Mi hai trovato.» Non starò qui a dire che Wren aveva fumacchiato qualcosa prima di recarsi al QG, ma non lo negherò nemmeno; d'altro canto, era così che passava gran parte dei suoi giorni e il fumo non incideva negativamente sul suo operato (non più della sua sbadataggine, comunque: quindi non vedeva come potesse essere un problema) (e forse già quello era il problema.
    Il resto dei ribelli che erano con lui si defilò silenziosamente, ma Wren li notò a malapena; all'uomo dall'aria trafelata di fronte a lui, invece, rivolse un'occhiata curiosa mentre incrociava le braccia al petto. «Che succe-» «Dove cazzo eri. Anzi no, non mi importa, non dirmelo.» «hey, rude» e mise su un finto broncio per sottolineare quanto la mancanza di interesse del Crane nei confronti della sua vita lo rattristasse: poco, in effetti, ma chi era lui se non un cazzo di drama bitch (cit.), dico bene?
    Anche se, infondo, meglio così: quelli non erano certo argomenti adatti al corridoio del quartier generale dei ribelli. «Sicuro che- hey.» Aloysius Crane lo aveva appena preso per un orecchio che manco sua madre quando aveva le palle che le giravano ad una velocità stratosferica.
    «ouchouchouch» «Dobbiamo fare una cosa importante.» «Dobbiamo????» La voce più alta del solito di un paio di ottave e la mano chiusa intorno a quella che stringeva il suo orecchio nella speranza di fargli mollare la presa, Wren si ritrovò suo malgrado a seguire l'uomo mentre questi lo guidava per i corridoi. Di cosa dovevano parlare?! Era quasi certo di non avergli fatto nulla.
    Ma poteva comunque sbagliarsi – succedeva di rado (ah sì?) ma succedeva.
    «Senti, Al-» iniziò, incespicando sui propri piedi, «io sono un pacifista, le pratiche BDSM non fanno per me.» n k sns «La violenza è un graaaande turn off gli pareva giusto mettere le mani avanti e in chiaro le cose prima di raggiungere qualsiasi stanza adibita a dungeon di Christian Gray nascosto nella nuova e luccicante base ribelle: gli dispiaceva deludere Al, ma non era la persona adatta per quelle cose!!!!!!
    Vorrei dire che Wren capì tutto una volta giunti nella stanza e lasciato libero di prender posto sulla sedia presente, ma non fu così. Al contrario, il geocineta si guardò intorno, più confuso del necessario. «Nemmeno un frustino? Niente?» Ma allora che stava succedendo.
    Si sedette comunque, perché era nato stanco e le sue chiappe avevano il superpotere di trovare sempre una superficie più o meno comoda a cui incollarsi (e alla quale rimanere incollata per svariate ore, se lasciate libere di farlo.) – aveva proprio un dono per la pigrizia; così, da seduto, osservò il Crane adoperarsi per sistemare quello che aveva a tutti gli effetti, ora, l'aspetto di «un esame??? mi interroghi???? oh no, non sono pronto.» sarebbe molto divertente se solo la prima volta al test non abbia fatto una cosa come tredici punti, davvero.
    Anyway.
    Alzò le mani, agitandole con veemenza. «Giuro che- “ciao, come va”??» O-ddio. Era fatto anche Aloysius Crane?! Mano sulla bocca a coprire l'espressione oltraggiata ed occhi spalancati: non aveva comprato la roba da Wren?????? COME OSAVA.
    Ma poi l'espressione di Al si fece improvvisamente seria e un brividino percorse la schiena del minore, ora un pelino più attento. Doveva aver frainteso di nuovo le cose, quello non era un esame: leggere le situazioni non era proprio il suo forte.
    «Saprai che al ministero stanno interrogando un po' di gente dopo i fatti del museo, vero?» ah sì? *scimmia_che_guarda_di_lato_meme.png* Wren non ne sapeva nulla. «confido tu abbia letto i ritagli al riguardo.» Poteva confessargli di non saper leggere, era abbastanza probabile come cosa e sicuramente Al c'avrebbe creduto.
    Ma lo sguardo incuriosito finì comunque sul quotidiano magico, dove le foto in movimento e i titoli continuavano a cambiare, contribuendo al mal di testa dello special, nonostante il succo rimanesse lo stesso: le fottutissime indagini a seguito dell'attentato. Il che lo riportava a pensare a tantissime cose che l'Hastings cercava di evitare da mesi – e invece eccole lì, sbattute di nuovo davanti ai suoi occhi.
    «Mi è giunta voce tu fossi amico di North. È corretto?»
    Forse per la prima volta in ventiquattro anni di vita, Warren Trevor Hastings non aveva nulla da dire.
    No, peggio: non sapeva cosa dire. Perché qualcosa da dire, intelligente o stupida che fosse, Wren ce l'aveva sempre. Ma in quel caso... era difficile trovare le parole giuste, persino (e forse soprattutto) quando di fronte aveva un altro ribelle come lui. Come loro.
    Le tante parole del Crane, tutte insieme, e quell'improvviso e brusco ritorno alla realtà, riuscirono a dissipare almeno in parte la coltre di intorpidimento dovuta al fumo che s'era avviluppata intorno alla mente del geocineta, e Wren riuscì a concentrarsi almeno un po' su quanto stava accadendo. Ripeté quanto detto da Al nella sua testa, o forse ad alta voce, dividendo le parole, setacciandole, studiandole.
    Sapeva degli interrogatori al Ministero. Lo sapeva. Aveva letto i giornali – e sua madre era andata in escandescenze quando aveva visto la foto di North sul Morsmordre («come ha potuto farsi beccare!!! chissà come sta dove sta WREN NON PENSARCI NEMMENO TU NON ANDRAI A CERCARLA», perché il sottile confine tra ribellione e sconsideratezza spesso era facile da superare, specialmente per il pasticcere, e Valerie lo sapeva).
    Aveva letto i giornali, certo che aveva letto i giornali – e a quel “chiunque avesse informazioni su JD KIM e NORTH WOGAN è pregato di recarsi immediatamente dai Pavor” reagiva sempre in maniera differente; non voleva denunciare North – mai nella vita avrebbe venduto la ragazza, nemmeno (e specialmente) durante i lunghi mesi di silenzio in cui l'empatica era letteralmente sparita dalla faccia della terra. Era la sua migliore amica, come avrebbe potuto farle una cosa del genere?
    Ma allo stesso tempo.... avrebbe dovuto farlo – non sarebbe stato ancora più sospetto se fosse rimasto in silenzio? Avrebbe ammesso di esser complice, anche prima di diventarlo davvero.
    E le parole di sua madre «affronteremo questo problema quando sarà il momento, a costo di lanciarti un oblivion hominum per confondere ancora di più le idee dei pavor» non avevano mai aiutato davvero la sua causa: dimenticare North? Piuttosto Wren si sarebbe recluso su qualche montagna dell'Himalaya con l'intento di non farsi mai più trovare da nessuno, ma quanto meno avrebbe tenuto i suoi ricordi, tutti i suoi ricordi.
    Poi Will l'aveva (adescato.) reclutato e Wren aveva trovato qualcuno disposto ad aiutarlo in maniera meno drastica di sua madre –
    ma non aveva mai agito, perché non ne aveva avuto bisogno fino a quel momento. Si era adagiato nella sua nuvola di fumo tossico, nel paese immaginario dove non esistevano preoccupazioni, e non aveva più pensato al problema – reale, realissmo, che prima o poi l'avrebbero chiamato al Ministero per interrogarlo. Sul serio. Come possibile persona informata sui fatti – quale fatti? Boh, i fatti. Lo avessero fatto mesi prima, non avrebbe avuto nulla da nascondere: conosceva North da anni e non aveva mai sospettato potesse essere vicina alla causa ribelle, mai neppure l'ombra di un sentore, nada, nisba. Non si sarebbe trovato nella posizione di dover mentire.
    Ma ora?
    Ora aveva troppo da perdere. E non si considerava così bravo a mentire (come North.) o a resistere ai giochini mentali dei mangiamorte; a volte aveva il sospetto che fosse già successo, che lo avessero già interrogato senza che lui lo ricordasse, un po' perché la sua mente era poco affidabile e un po' perché chissà cosa cavolo combinavano i maghi con le loro bacchette e i loro incantesimi infami, no?! Cercava di non pensare a quelle ipotesi, però; anzi, per mesi aveva fatto di tutto per non pensare a nulla e basta.
    Aveva iniziato a passare tutto il suo tempo al negozio o al QG, cercando di rimanere solo il meno possibile, ma sapeva inconsciamente che non bastava: se convocato per testimoniare, non avrebbe potuto rifiutarsi in alcun modo – pena l'accusa di tradimento e, nella migliore delle ipotesi, Azkaban.
    Tenere la testa bassa, in quel caso, non l'avrebbe salvato.
    Si passò entrambe le mani nella zazzera color miele, scompigliata e in attesa di una più che dovuta spuntatina, riservando poi al Pavor di fronte a lui una scrollata di spalle, unica risposta dopo un silenzio lunghissimo.
    «Meh.» Si strinse ancora di più nelle spalle, ora abbastanza lucido ma non per questo meno cretino del solito. «Sì, la conosco.» un eufemismo. Al, a quanto pareva, non sembrava disposto a credergli.
    «Se dovessero chiamarti per una testimonianza, che faresti?»
    Onestamente?
    «Lascerei il paese.» Buttato lì in maniera molto piatta, ma sincera. Poi scoppiò a ridere, con tanto di finger guns in direzione dell'uomo. «No, ske, ti pare. Non potrei mai.» ah ah. unless.
    Se avesse avuto la certezza che la sua improvvisa sparizione non avrebbe avuto alcuna ripercussione su sua madre e sua nonna, avrebbe riempito uno zaino con i primi abiti trovati e si sarebbe diretto dall'altra parte del mondo. Ma nessuno poteva dargli quella sicurezza; nessuno poteva aiutarlo davvero.
    Non aveva molte chance che non finissero con i Mangiamorte che gli facevano il culo perché troppo incapace di mentire, o con un'ingloriosa morte perché non era riuscito a proteggere la sua mente, rivelando involontariamente sekreti sekretissimi ai kattivoni della situazione.
    Capite perché cercava di non pensarci?!?! Era tutto fottutamente incasinato, man!!!!!!! Aveva bisogno di fumare ancora e rilassarsi.
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