what doesn't kill you -- will probably try again.

ft. wendy

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  1. but first‚ coffee
         
     
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    guadalupe garcía ramos
    There is no progress
    or accomplishment
    without sacrifice.


    1996 ✧ erbology ✧ toxicologist
    Todas as coisas
    excelentes
    são tão difíceis
    quanto raras.
    «cosa facciamo?»
    Con una calma che andava in constrasto con l’urgenza nella voce della collega, Guadalupe alzò gli occhi dalle pergamente su cui stava prendendo appunti e inclinò leggermente la testa sulla spalla. Che domanda sciocca era mai quella? «Studiamo gli effetti della tossina.» Glielo aveva già detto che lo scopo era quello, no?
    Intinse la piuma nel calamaio, per marchiare il foglio con alcune teorie che le erano venute in mente in quell’ultimo minuto, per non dimenticarle: erano tutte cose di cui avrebbe dovuto sincerarsi con il passare del tempo ed il mostrarsi degli effetti collateralli della tossica accidentalmente toccata da Wendy. Quando ebbe finito, la incantò affinché potesse prendere appunti al suo posto, e rimise i guanti protettivi.
    «Dammi la mano, per favore.» Fece un cenno con le dite, alla collega, di avvicinanarsi. «Voglio studiare eventuali reazioni cutanee.» Non era sicuro che apparissero, e soprattutto era ancora relativamente presto, ma non voleva perdere alcun dettaglio che potesse rivelarsi determinante nel capire qualcosa in più sulla tossina in questione. Quando (se??) Wendy le diede il permesso di tenere la mano tra le sue e studiarla, Lupe iniziò a rigirarla, occhi scuri attenti a non perdere nemmeno un dettaglio raccontato dalle dita affusolate e dalle unghie rovinate della de13th. Dopotutto, era una professoressa che aveva a che fare costantemente con le creature magiche, i loro mangimi e la loro cura, era impensabile che avesse mani perfette.
    «Per ora non c’è alcuna traccia di sfogo cutaneo.» restituì la mano alla collega, e con un cenno del capo fece segno alla penna di prendere a scrivere. «Dopo il primo minuto, ancora non si osservano visibili effetti sulla pelle del soggetto.» Un battito di ciglia, e le iridi scure tornarono su Wendy. «Senti formicolii strani? Al punto di contatto.» Indicò il proprio dito, nel punto esatto in cui la bionda aveva accidentamente toccato il liquido invisibile. «Hai mal di stomaco? Male ai muscoli?» A quell’ora, avrebbe già dovuto avvertire i primi fastidi: dagli studi dei suoi colleghi, si parlava di effetti che agivano in fretta. E l’indolenzimento muscolare era uno tra i più ricorrenti.
    Nel mentre che bombardava Wendy di domande, tolse di nuovo i guanti e aprì un cassetto. Ne tirò fuori un’ampola di piccole dimensioni, contenente un liquido rosa molto acceso. «È essenza di rosa.» O meglio, una rosa magica di cui stavano coltivano alcune specie per studiarne le proprietà (alcuni volevano applicarlo al settore della cosmesi, ugh, Lupe voleva convincerli che potesse essere impiegata molto meglio) ma che aveva un odore molto forte, seppur dolce. Tolse il tappo e la avvicinò all’altra. «Odora questa. Riesci a sentirne il profumo?» Da altri appunti aveva letto di possibile mancanza di olfatto, almeno per qualche minuto: voleva vedere se fosse vero.
    «Non preoccuparti, Wednesday, non è letale.» Lo ripetè, perché la de13th sembrava più pallida del solito. «Se preferisci, possiamo parlare di qualcosa mentre aspettiamo il manifestarsi di altri sintomi. Per metterti a tuo agio.» Una cosa che Guadalupe non sapeva fare con le persone, ma nella quale eccelleva con i pazienti. «C’è qualcosa di cui ti andrebbe di parlare?» Tanto lei avrebbe solo fatto finta di ascoltare.
    I give it all my oxygen,
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2 replies since 6/4/2022, 21:27   108 views
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