sir, that's my emotional support hot shower

[ @spogliatoio tassorosso | clay ft. run ]

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    «just a glglglgl city boooy born and raised in south glglgl detroooooiiiit» clay poteva smettere di cantare, o rischiare di affogare: tra le due aveva chiaramente scelto la seconda. era diventato un tutt'uno con l'acqua calda che gli scorreva addosso da almeno dieci minuti, la pelle delle dita ormai cotta — non che gli importasse; aveva cominciato una canzone e intendeva finirla, a costo di trasformarsi in un anfibio. e comunque, dopo aver corso per un'ora intorno al campo da quidditch ascoltando la (le.) playlist che aveva creato pensando a Val (si, stava a quel punto della sua vita, non giudicatelo), credeva proprio di meritarselo
    «he took the midnight traaain bblrurlrl goin' aaaaaanywheeeeeeere» teneva il flacone dello shampoo (quello che gli aveva regalato Kaz apposta per la cura speciale dei suoi riccioli) stretto in una mano come fosse un microfono, sentendosela molto; la mancina invece stava premuta contro il petto nudo, chiusa a pugno. chiunque fosse passato di li in quel momento avrebbe visto un ragazzetto in costume da bagno avvolto dentro una nube di vapore (e profumo di mora selvatica), i capelli incollati al viso e gli occhi chiusi che cantava a squarciagola sputacchiando acqua tra una parola e l'altra.
    il costume rientrava nelle regole che aveva imposto Joni Peetzah, e Clay era stato più che contento di rispettare quella e anche le altre: le persone che stavano nude nello spogliatoio delle palestre lo terrorizzavano da morire. e anche se, nella vita, al ragazzino fosse piaciuto rimanere con il birillino al vento in uno spogliatoio comune, il fattore #jonipeetzahmifacosipaura avrebbe comunque avuto la meglio — non erano tutti spericolati come Julian, o problematici come Mortino: clay alla sua sopravvivenza ci teneva. anche se, a tal proposito, il quindicenne aveva temuto che partecipare alla lezione congiunta interpretando il villain supremo (impara e porta a casa, rainey) lo avrebbe messo in una posizione alquanto scomoda; e se gli altri studenti lo avessero odiato???? e se il team vecchi avesse deciso di malmenarlo per vendetta???????
    sono domande che uno si pone, sapete.
    e che clay aveva posto anche ai professori, ricevendo in cambio sorrisi divertiti con troppi denti esposti e mani che gli arruffavano i capelli «tu pensa a sfoderare quelle fossette adorabili» avevano detto «e vedrai che non avrai alcun tipo di problema» — effettivamente, non ne aveva avuti. anche se, damn, gli mancava un sacco accarezzare la testa lucida di cigei e fargli una domanda per vedere se appariva la risposta.
    «DON'T STOP!!! BELIEVIN'!!!!!! HOLD ON TO THE FEEEEELIN'!!!!!!!!!!» con una piroetta girò su se stesso, rivolgendo il viso verso la parete delle docce e la schiena all'ingresso; non avrebbe potuto comunque vedere chi entrava, con gli occhi chiusi e l'acqua a scorrere continua sulla testa «STREEEEETLIGHTS!!!! PEEEEEEOPLEEEEE-EEEE-EEEOOOO-OOOOOOOHHHHHHH» sul crescendo, mentre la voce gli si acutizzava raggiungendo livelli concessi solo agli ancieli, il cinetico fu posseduto letteralmente da quel momento catartico, e nell'aprire le braccia il flacone di shampoo gli sfuggì di mano — un proiettile sgusciante di venti centimetri, quasi nuovo e quindi pieno, pronto a colpire in faccia chiunque avesse avuto la sfortuna di trovarsi nel raggio di quattro o cinque metri.

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    niente più di un Clay che fa la doccia e lancia per sbaglio il flacone di shampoo in testa a qualcuno.
    chissà se puo entrare chiunque, nel dubbio VIECCE
     
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    «vieni nani, ti faccio vedere come sistemano le faccende i veri adulti» Cinse le spalle di Romolo Linguini con un sorriso a trentadue denti. Ancora non poteva credere che qualcuno avesse scelto lei per svolgere tirocinio (LEI! SUCK IT UP GEMES, TU CE L’HAI UN TIROCINANTE? HA! SFIGATO), e presa dell’entusiasmo, gli aveva mostrato davvero tutto quello che c’era da sapere per diventare un ottimo membro della security.
    Niente, principalmente. Il loro lavoro era fare terrorismo psicologico agli studenti di Hogwarts perché non si cacciassero nei guai, incitare qualche rissa (*sedare, dannazione l’auto correttore), e controllare che tutti rispettassero bene o male le regole. Visto che non era quella la parte divertente del loro lavoro, gli aveva mostrato tutto il resto: come i ragazzini cercassero sempre di corromperli con qualcosa; come si potessero tenere la merce sequestrata; come bisognasse sempre essere un passo avanti ai trend, e conoscere ogni pettegolezzo perché c’erano lunghissimi tempi morti e ci si annoiava da morire. L’aveva portato a bere con lei per festeggiare la fine di un turno, e l’aveva picchiato (*addestrato, ma dai… basta correggere le parole a caso!) per insegnargli come stare al mondo, e come reagire nelle occasioni in cui fosse necessaria la violenza senza l’omicidio.
    Era giunto il momento che gli mostrasse la parte più importante. La vera collaborazione fra adulti responsabili e autorevoli, ciò che manteneva l’ordine fra il caos dei membri della squadra. Si fermarono in mezzo al corridoio del secondo piano, laddove si dava sempre appuntamento con Jekyll e Murphy, e tirò fuori il Barattolo Dei Posti. «oggi lollo sceglie chi pesca per primo» coro di uuuh e aaahhh dalla folla ( : Jekyll e Murphy.), mentre il Linguini, senza contesto, decideva il loro destino. Non poteva ancora saperlo, ma il Barattolo dei Luoghi conteneva i nomi di tutte le zone del castello dove fosse necessario, per un motivo o per l’altro, fare pattuglia. Visto che, nei primi tempi, era capitato spesso che si trovassero tutti e tre negli stessi posti (inserire qui meme di spiderman) avevano adottato quella tecnica infallibile per scegliere dove svolgere il proprio ruolo. Avevano provato con morra cinese, ma quelle merde competitive l’avevano sempre accusata di barare. Come si erano permessi ad averne il dubbio? Certo che barava: era Run Crane, per l’amor del cielo.
    Comunque.
    «boh» Bravo Linguini, ci piace la gente che non sa un cazzo. Già uno di loro! Indicò vago Jek, e Run ammiccò al fratello mentre quello girava e rigirava (e rigirava...e rigirava… «bro basta pesca sto biglietto.» ) la mano nel Barattolo sancendo la propria sorte. Tirò fuori una sottile striscia di carta, e dall’espressione dipinta sul volto del pirocineta, dedusse che si trattasse di «i sotterranei!» Nessuno voleva andare nei sotterranei. Non c’era niente, assolutamente niente da fare, ma dovevano controllare che nessuno rubasse nulla nel laboratorio della Queen, quindi gli toccava stazionare. Jekyll mise un adorabile broncio che forse, forse, su un altro pubblico avrebbe funzionato e gli avrebbero permesso di estrarre una seconda volta, ma non su quello. Era una questione seria, e le cugine Quinn la prendevano come tale. Mica erano pivelle, loro due. Diede comunque un buffetto al giovane uomo, mentre Murphy, lingua stretta fra le labbra in catartica concentrazione, pescava la sua zona. Foglio di carta alla mano, sbuffò e lo girò perché potessero leggerlo anche loro. «foresta proibita...pesante» il numero di adolescenti intenzionato a morire giovane era davvero elevato. Comprendeva perché li attirasse tanto, eh, non giudicava, ma era il suo lavoro giudicarli, quindi insomma, lo faceva. Al proprio turno, soffiò sulle proprie dita, prima di immergerle nel Barattolo.
    «oOoOooOoOo»
    (grazie Lollo. Hai capito tutto. Ti voglio bene. Sei il mio preferito)
    «CAMPO DA QUIDDITCH!»
    «OLEEEEEE [...]EEEEE»
    «campo da quidditch?»
    «EEEE? Siamo felici o tristi*» (*tradotto dal romano all’inglese, la nuova specialità di Run)
    «entrambe» sospirò, mentre Murphy si lamentava di quanto la vita fosse ingiusta. Si sporse per darle un bacino sulla guancia, e tanto bastò per farla sorridere, silenziando ogni protesta.
    La amava così tanto.
    «ci mandano a fare giro ricognizione per evitare che la gente ci si apparti.» portò afflitta una mano al cuore, sentendo un dolore quasi fisico all’idea di dover punire qualcosa che ovviamente, ai suoi tempi, aveva fatto anche lei, e che se avesse avuto la materia prima a portata di mano, avrebbe tranquillamente continuato a fare. Andava contro la sua religione, capite? Comprendeva perfettamente che i giovani amanti andassero a cercare un po’ di intimità nell’unico luogo dove, partite ed allenamenti a parte, non c’era anima viva; al massimo potevano incrociare Joseph Moonarie, ma non rientrava esattamente nelle anime vive, quindi tutto nella norma. Era un clichè, quello di spalti e campo e spogliatoi, e non dovevi far parte di nessuna squadra per unirti al divertimento. Ecco perché era il posto preferito da Murphy, dove raccoglieva materiale per il club (e per aggiornare lei quando si annoiava, quindi… spesso.), ed ecco perché Run, al contrario, non lo sopportava. CHE PALLE ESSERE ADULTI E RESPONSABILI. Non era da lei domare i bollenti spiriti degli adolescenti.
    Sospirò. Avrebbe potuto fare cambio con la Skywalker, non le avrebbe fatto male un po’ d’azione, ma non si fotteva, con il Barattolo dei Luoghi. Era legge. E lo sapevano tutti, quindi si congedò dai compagni, Lollino compreso, per dirigersi verso la sua Zona TM.

    «ragazze. eddai. sapete le regole. Non fatemelo fare» calciò delicatamente le gambe della Grifondoro stesa al suolo, la coperta a coprire entrambe le fanciulle da metà busto in giù. Avevano cercato rifugio in un piccolo anfratto dietro le tribune, e Run avrebbe tranquillamente potuto fingere di non vederle, ma ogni tanto – ogni tanto ….. - prendeva sul serio il proprio lavoro.
    Senza contare che preferiva infrangere le regole in modi più divertenti che permettendo ad un giovane amore di sbocciare, ad esempio pugnalando i ragazzini che gli stavano sulle palle. Cose così.
    Non rimase a guardare mentre si sistemavano. Un minimo di dignità poteva ancora concederlo.
    Si affacciò negli spogliatoi, i capelli bruni a penzolare oltre la spalla.
    Grifondoro: pulito.
    Corvonero: pulito.
    Serpeverde: «costas, baby, se sei di nuovo lì dentro, sappi che sto entrando e non voglio vedere, giuro su dio che ti prendo a testate – ah non sei costas, ciao keegan, scusa keegan non volevo spaventarti, dai davvero non volevo - eh. vabbè»
    Tassorosso:
    «ehi? Chi c’è.»
    «DON'T STOP!!! BELIEVIN'!!!!!! HOLD ON TO THE FEEEEELIN'!!!!!!!!!!»
    «dai davvero, chi c’è. Sto entrando, ma non guardo» Come promesso, si coprì gli occhi con le dita.
    «STREEEEETLIGHTS!!!! PEEEEEEOPLEEEEE-EEEE-EEEOOOO-OOOOOOOHHHHHHH»
    E qualcosa la colpì in faccia.
    Sconcertata, lasciò cadere mano e mandibola. «MI HAI COLPITO? È ILLEGALE» L’AVEVA ATTACCATA? COSì, SENZA SENSO? «CLAY MORALES SEI DA SOLO Lì DENTRO? SE C’è VAL» Murphy ne sarebbe davvero felice. «FACCIO IL CULO AD ENTRAMBI. DOPPIO. PERCHè MI HAI FUCKIN COLPITO» Run non dimenticava, Run non perdonava.
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    «MI HAI COLPITO? È ILLEGALE»
    oh mio dio.
    «oh mio dio»
    oh mio dio.
    neanche si era accorto di aver perso il controllo sul flacone di shampoo, tanto era il fervore con cui stava (annegando) cantando, figurarsi sentire la voce di Run che annunciava il suo ingresso. ma a quel tono da mamma incazzata con la ciabatta in mano, l'istinto di sopravvivenza del cinetico prese il sopravvento, rendendo i cinque sensi - e anche il sesto, per non sbagliare - improvvisamente più acuti «CLAY MORALES SEI DA SOLO Lì DENTRO? SE C’è VAL» magari (cosa.) «FACCIO IL CULO AD ENTRAMBI. DOPPIO. PERCHè MI HAI FUCKIN COLPITO» ugh!!!!
    ma poi tu guarda che sfiga, tra tutti quelli cui poteva lanciare qualcosa in faccia proprio heidrun crane doveva beccare?
    chiuse in fretta e furia l'acqua della doccia — perché seppur terrorizzato ci teneva ad evitare gli sprechi «SONO DA SOLO, VAL NON C'ENTRA» non sapeva bene perché stesse urlando anche lui, ora che il rumore di sottofondo era cessato, ma era probabile fosse solo una reazione istintiva al panico. come lo fu il tentativo del sedicenne di lanciarsi fuori dalla doccia, capelli bagnati negli occhi, contravvenendo ad una delle regole fondamentali dell'universo (sua madre): non si mangia il pollo crudo, mai stare a meno di due metri dalla televisione, guarda sempre prima di attraversare la strada, non fare il bagno dopo pranzo, asciuga sempre i capelli
    non correre a bordo piscina.
    che, ok, clay non si trovava in piscina, ma l'effetto sdrucciolevole era esattamente lo stesso — dopo tutto, i piedi palmati ancora non gli erano cresciuti «SCUS-» seppe di aver perso aderenza con il pavimento ancora prima di perderla davvero, e forse questo gli diede il tempo di chiudere gli occhi: non tanto per prepararsi all'impatto del proprio sedere con le piastrelle, quanto per permettere alla propria anima di abbandonare quel corpo traditore. già aver colpito in faccia un membro della security (HEIDRUN!! CRANE!!! — se aveva anche una piccola crush? per forza) con il flacone di shampoo era imbarazzante, ma finirle anche lungo disteso davanti ai piedi? extreme «-Ahia.» dopo aver concluso la sua parabola discendente (verso l'inferno) non c'era poi molto da dire.
    rimase lì, il morales, disteso sul pavimento bagnato con le braccia e le gambe aperte, riflettendo sulle sue scelte di vita e su cosa facesse più male: la botta all'osso sacro o la brutta figura appena fatta «scusa-SCUSI! hedr-signorina crane?????» ma perché non stava zitto. richiuse gli occhi (I pretend I don't see), pregando il dio dei parchetti (.) di portarlo via di lì; o kaz di passare a prenderlo, same thing «non volevo colpirti..colpirla????? mi è sfuggito» e come a voler sottolineare la sua buona fede (assolutamente sincera, straight from the heart), sollevò entrambi i pollici in direzione della special, con un sorriso carico di dolore - fisico, ma soprattutto emotivo - che gli andava da un orecchio all'altro «se posso fare qualcosa per rimediare..» Murphy somewhere: ah, shit «appena riesco a rimettermi in piedi» one does not simple.

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    Le docce del campo da Quidditch non erano proprietà di Ciro – da non confondere con Ciruzzo: roba di proprietà del Grifondoro l’aveva già trovata, e nei luoghi più disparati; confiscare sex toys era una delle sue attività preferite, ADORAVA GLI ADOLESCENTI - e si sentiva, perché l’aria non le si appiccicava addosso rarefatta e minacciando di farle marcire le ossa seduta stante. Un piccola vittoria, considerando che si era appena presa una bottiglietta di shampoo in faccia, ma Run era una che si accontentava di poco.
    Non per niente avrebbe sposato Gemes Hamilton.
    «SONO DA SOLO, VAL NON C'ENTRA»
    «oh» Non sapeva se il disappunto nella voce fosse proprio, o dato dalla mistica connessione a duplice senso che condivideva con sua cugina. Corrugò le sopracciglia, osservando lo sgagnetto bagnato che schizzava via dalla doccia come un fuoco d’artificio. Murphy, si rispose. La Skywalker era una shipper più facile da accontentare rispetto alla Crane, prendeva quel che passava il convento, mentre la mimetica aveva altre aspettative per i giovani amori di Hogwarts: voleva i DUELLI. I TRADIMENTI. Voleva le confessioni d’amore sbagliate! Le serenate! (gli achievement, sara? Sì, ma me ne sono accorta dopo.) VOLEVA IL there was only one bed, e tutta la suspense che quelle due patate informi di Clay e Val non potevano darle.
    Belli. Bimbi bellissimi. Super carini. Ma non era sulla loro barca, le cose soft non facevano per lei. Faticava a credere potessero esistere, troppo abituata a pagare pegno alto per ottenere qualunque cosa: non si aspettava nulla di meno dagli altri. Non significava che volesse loro meno bene, soprattutto quando le sgusciavano ai piedi con un tonfo degno da perderci il coccige ed una dignità calpestata e rigurgitata. Poteva perfino pensare di perdonarlo per l’affronto del lancio – per il quale, diciamocelo, era più offesa del non essere riuscita a prenderlo al volo, che dal tiro in sé: QUEL LAVORO L’AVEVA IMPIGRITA, DOV’ERANO LE quest MISSIONI DEL MINISTERO DOVE SI LOTTAVA PER SOPRAVVIVERE! Era da un sacco che qualcuno non moriva né veniva rapito.
    (Jeremy: eppure… non è così : - ) baci )
    «scusa-SCUSI! hedr-signorina crane?????» signorina Crane. Che speciale. Baby boy. Un bacino in fronte. «non volevo colpirti..colpirla????? mi è sfuggito» Avrebbe potuto permettere alla propria espressione di ammorbidirsi, sarebbe stata sincera, ma diciamocelo: innanzitutto, non sarebbe stato divertente; in secondo luogo, se fosse entrato qualcun altro al suo posto, probabilmente il Morales sarebbe già stato spedito nella sala delle torture.
    Perchè era uno special. Da membro della security, sapeva con certezza che le reazioni non fossero eque al misfatto. Strinse le labbra fra loro, accucciandosi al fianco del ragazzino. Fremeva dalla voglia di spostare i capelli bagnati sulla fronte, dirgli che capitasse, che apprezzava la scelta musicale, chiedergli come stesse, ed invece si limitò ad osservarlo, testa reclinata sulla spalla e sguardo a scivolare sugli arti per assicurarsi che non si fosse rotto nulla.
    Perfetto. Era solo una bottarella. Sarebbe sopravvissuto. «se posso fare qualcosa per rimediare..appena riesco a rimettermi in piedi» Oh my. Aveva appena detto quello che credeva avesse detto? Si schiarì la voce, il pugno di fronte alla bocca, ed alzò un dito per intimargli di aspettarla mentre si allontanava dalla parte opposta delle docce. «mama, qui bahama. passo» mago docet. «ho trovato la talpa. Passo.» una pausa. «sentiti libera di raggiungerci quando vuoi. Mi annoio. E non passo» soffiò un bacio al walkie talkie magico – quelli di Topolino erano finiti, la security aveva quelli di Sonic (click) – e si volse verso il nano biondo.
    Vedete. Gli studenti di quella scuola di merda, erano tutti infami gatekeeper, e nessuno spillava il tea. Certo, spezzando una lancia a loro favore, probabilmente pensavano che avrebbero usato quelle informazioni contro di loro, ma erano stati deviati dalla propaganda. Non era così! A Run piaceva solo farsi i cazzi loro, ed essere sempre aggiornata su tutto! Afferrò l’asciugamano del ragazzino, lanciandoglielo addosso perché non prendesse freddo, ed anziché aiutarlo ad alzarsi, si sedette a gambe incrociate per terra al suo fianco. «puoi fare qualcosa, in effetti» tamburellò il dito sul labbro inferiore, fingendo di soppesare la proposta. «ma è un compito delicato. Di intelligence» si guardò attorno, e malgrado fosse sicura che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, abbassò ulteriormente il tono di voce. «devi essere un ninja. avere occhi ovunque. Scindere realtà dall’inganno» picchiettò le falangi fra loro, occhi verdi puntati su un punto nella distanza. «non è un lavoro per tutti» Roteò lo sguardo sul pulcino bagnato al suo fianco, un’espressione seria e solenne in volto. «ma prima di scendere nei dettagli, devo farti una domanda» gli afferrò le spalline esili che si ritrovava, avvicinando il viso al suo, squadrandolo con attenzione. Non era lo stesso fare il bad cop senza il suo good cop di fiducia, ma avrebbe preso quel che passava il convento. «la sai la differenza fra ship e otp?» la domanda che avrebbe cambiato niente tutto.

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    clay era un ragazzino per bene.
    vorrei partire da questo presupposto prima di andare avanti: non si sarebbe buttato nel fuoco se heidrun crane glielo avesse chiesto (forse), ma aveva comunque sufficiente rispetto per le autorità da essere disposto a grandi sacrifici pur di rimediare al suo errore.
    che poi avesse anche una piccola crush (del tutto giustificata: ma l'avete vista? i mean) era solo la ciliegina sulla torta.
    per questo forse non si rese nemmeno conto del peso specifico delle proprie parole mentre le pronunciava, ignaro di quanto il loro significato potesse diventare potente se giunto alle orecchie (giuste) sbagliate: come quelle di una shipper™ cugina di una psycho!shipper™.
    che ne sapeva clay, sempre così naive.
    poi da quella posizione supina e vulnerabile, come un cucciolo di Labrador che mostra la pancia al proprio padrone in atto di sottomissione (e per farsi fare un grattino), vedeva solo gli occhi supermegabellissimi e verdissimi della mimetica; pur sentendosi molto vicino ad un principio di attacco cardiaco, non perse comunque l'occasione di sorriderle timidamente. da una parte, nel profondo del suo cuore, clay morales sapeva che sarebbe potuta andargli molto peggio — non era nuovo gli scomodi soggiorni in quel della sala torture, per quanto facesse di tutto per tenersene alla larga.
    si mise seduto mentre run gli faceva cenno di aspettare e prendeva il walkie-talkie, stringendo le ginocchia al petto senza trovare il coraggio di alzarsi in piedi. un po perché non aveva ricevuto il permesso (.) e un po perché temeva di scivolare un'altra volta, vanificando così il tentativo di passare per affidabile e degno di fiducia agli occhi della crane. molto meglio starsene lì fermo con il culo sul pavimento, fradicio dalla testa ai piedi, in attesa — di un verdetto, qualunque esso fosse.
    «mama, qui bahama. passo. ho trovato la talpa. Passo.» magari non quello.
    un nome in codice già sentito.
    come la voce che rispose affermativo all'altro capo dell'apparecchio: murphy skywalker stava arrivando armata di ciabatta per rimetterlo in riga? quante sessioni di allenamento al quartier generale gli sarebbe costato quel piccolo errore di valutazione? non voleva nemmeno pensarci. anzi, all'idea si raggomitolò ancora di più su se stesso, immensamente grato quando run gli lanciò un asciugamano: ok essere giovani (punto) e forti, ma nemmeno i sedicenni erano immuni ai colpi d'aria. vi si avvolse dentro lasciandone una parte sulla testa per tamponare almeno un po i capelli che ancora gli sgocciolavano sul viso, occhi sgranati e sguardo terrorizzato attento quando la crane gli si sedette vicino.
    avrebbe potuto alzarsi e magari rivestirsi, ma per qualche ragione Clayton sapeva che non era il caso di muoversi o fare mosse azzardate — doveva solo cercare di farle tenerezza, e in quello era un maestro.
    al puoi fare qualcosa il cinetico si illuminò.
    alla parola intelligence corrugò la fronte perché non aveva idea di cosa significasse.
    al devi essere un ninja avrebbe voluto sollevare il dito indice e fare un piccolo appunto riguardo le sue inesistenti skills fisiche. gli mancava tutto: coordinazione, agilità, velocità. ma richiuse la bocca dopo averla appena aperta, per non interrompere run. mentire sulle proprie capacità non era così terribile in fondo — nelia non aveva ancora rinunciato nella sua missione di donargli un baricentro funzionante. «Scindere realtà dall’inganno. non è un lavoro per tutti» si trattenne a stento dall'urlarle in faccia, con una nuova luce di puro orgoglio a brillare nelle iridi cioccolato, che lui sapeva tutto di realtà e inganno!!! che il prof Jackson e il prof Barrow gli avevano fatto un corso accelerato ma completo!!! CHE ERA DIVENTATO IL RE DEI PARCHETTI MICA PER NIENTE!!!!!!!, limitandosi ad annuire con l'asciugamano stretto sotto il mento «posso farlo!!! davvero, mi metta alla prova!!!!» disse clay, e allora run: «ma prima di scendere nei dettagli, devo farti una domanda» damn, girl.
    non gli erano mai piaciuti i test, ma avrebbe comunque affrontato la domanda e il proprio destino «ah» un argomento delicato che non si aspettava certo venisse messo sul piatto proprio in quel momento. abbassò lo sguardo sulle ginocchia, cercando di ricordare quanto Ross aveva tentato di insegnargli; prima di arrivare a Londra, quando la sua vita in quel di Barcellona sembrava scorrere nel modo più normale e anonimo possibile, Clayton non si era mai concentrato davvero su serie tv e fanfiction. complice l'incapacità di rimanere seduto e concentrato su una (1) cosa per più di cinque minuti, da ragazzino aveva rinunciato anche ai libri che superassero le 100 pagine. quello dello shipping era un mondo nuovo per il neo sedicenne, ma poteva ancora imparare.
    doveva.
    «ehm.. direi.. le otp sono quelle coppie destinate a stare insieme per sempre? come si dice.. endgame Murphy, apparsa dal nulla come Batman quando accendono il batsegnale sul tetto della caserma di polizia: «oh signore mio.»

    aveva ancora molte cose da imparare, Clayton Morales. le otp sono endgame— ma in quale realtà alternativa viveva?

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    oh mamma scusa freme ci ho messo cinque (5) mesi. sono terribile. ok se vuoi possiamo a) chiuderla, b) fare salto temporale con clay che fa pratica come spione shipper o c) andare avanti. as you wish ❤
     
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    Che ragazzino prezioso, quel Clay. Le ricordava i tempi passati, quando al liceo aveva la brutta abitudine di raccogliere tutti i casi umani in circolazione, e decidere fossero suoi. Anche dietro i banchi di scuola, la Crane era stata stravagante e sopra le righe: entrava in tutti i gruppi di amici pur non facendo parte di nessuno di essi, si intrufolava agli incontri dei club a cui non aderiva, flirtava con il gruppo di inventori e con le majorette. Entrava l’ora dopo per fumarsi una canna con i fattoni, o per fotografare uno scorcio di scuola troppo affollato durante il resto del giorno insieme al più testardo membro del giornalino scolastico. Era sempre stata di tutti e di nessuno, un soffio di vento che passava a portare il caos e così com’era apparso, spariva nuovamente.
    Aver messo radici, l’aveva cambiata. Non drasticamente, ma abbastanza da essere quella che rimaneva a mettere a posto dopo aver mandato tutto a puttane, ed abbastanza da riconoscere che non potesse rapire studenti di Hogwarts per insegnargli come andasse realmente la vita. Erano, come si soleva dire in gergo, cazzi del Morales, che ancora sapesse così poco su come stare al mondo. Gli sorrise, perché lo trovava comunque adorabile, ed allungò una mano per scompigliargli i capelli ancora bagnati. «sei giovane» gli disse soltanto, lasciando che una virgola di malinconia tingesse gli angoli della bocca.
    Nulla durava per sempre. Neanche la morte.
    «capirai da solo la differenza.» o meglio, non proprio da solo: sarebbe stato istruito su quali [HINT] cogliere, e lei e la cugina gli avrebbero mostrato la retta via.
    Non quel giorno. Per quel giorno, era ancora salvo e libero di credere nell’amore eterno. «per ora ti basti sapere che sentirai fremiti nella forza, e semplicemente saprai di dovermi venire a cercare per dirmi tutto.» una ragazza pragmatica, che sospirò appena e si strinse nelle spalle. Non voleva sapere solo per fare gossip (si invece) ma anche per essere consapevole di quali zone evitare per rovinare dei momenti: prendeva (poco) sul serio il suo lavoro da security, e fermava i ragazzini dal fare cose estremamente stupide, ma con quale coerenza avrebbe interrotto loro un po’ di sano petting. Aiutava a mantenere alto l’umore in quel di Hogwarts, e che adolescenza era senza infrangere un po’ le regole? Tifava per loro, Run – soprattutto per Rennie e Cici, perché Cici stava cercando di vincere la friendzone da almeno un anno e la mimetica ci credeva sul serio.
    «dismissed» disse semplicemente, tornando nelle proprie vesti ufficiali e liquidando il Morales con un pigro cenno della mano. Non lo degnò neanche di una seconda occhiata, perché per quanto lo trovasse tenerissimo e carino, non le importava così tanto. Si trascinò invece fino al muro più vicino, contro cui poggiò la schiena. Piegò un ginocchio, lasciando l’altra gamba allungata di fronte a sé. «bahama? Mi annoio» ripetè, caso mai la Skywalker ancora non l’avesse capito. «vieni a giocare a questa è canon con me? Ho in tasca i nomi» picchiettò contro la coscia. Aveva una bustina con scritti tutti i nomi di studentato e staff scolastico di Hogwarts? Certo. Nei tempi liberi, ma anche quelli occupati, li usava per estrarre cose assolutamente casuali per poi metterle in pratica insieme ai suoi amichetti? Ovvio. Chiudere a chiave persone random nelle aule, far adottare loro animali esotici, appuntamenti al buio fra professori e assistenti, le sturphy l’avevano fatto.
    E non avevano rimpianto nulla.
    "if we are in a situation where i'm the voice of reason, then we are in a very bad, bad situation"
    heidrun crane, 26
    now playing: keeps gettin' better
    Some days I'm a super bitch
    Up to my old tricks
    But it won't last forever
    Next day I'm your super girl
    Out to save the world
    And it keeps gettin' better

    non ho davvero in tasca i nomi, ma secondo me possiamo fare una lista e farlo davvero. via di caos. è così che scriveremo gli articoli del giornalino.
     
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5 replies since 27/3/2022, 12:13   224 views
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