I'm anxious and nothing can help.

Erisha&Romolo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Giurò che quello sarebbe stato l’ultimo sguardo allo specchio.
    Erisha Byrne non era mai stata il tipo di persona che disdegnava il guardarsi allo specchio, anzi, di solito non faceva altro che specchiarsi alla ricerca di un minimo difetto in se stessa, persino quando indossava la divisa non lasciava nulla al caso: la verità era che sotto quegli strati di carattere forte e altezzoso la corvonero aveva delle grandi insicurezze, tipiche di una diciassettenne.
    Ma quella mattina, il dover uscire con una persona speciale, l’aveva messa alle strette, si era davvero alzata prestissimo (non aveva dormito affatto in realtà) per scegliere come si sarebbe vestita, era stata per ore in vestaglia e spettinata davanti al suo armadio, e alla fine aveva scelto una semplice gonna corta e stretta, a quadri bianca e grigia, ed un maglioncino blu con i bottoni, leggermente scollato sul petto, ovviamente ciò che aveva indossato non la convinceva affatto: quella gonna era troppo corta? Avrebbe fatto bene a coprire le gambe o a lasciarle scoperte come aveva fatto? I capelli erano strani, leggermente raccolti dietro la nuca, o le stavano bene?
    Beh, si disse che era ormai troppo tardi ormai per cambiare idea, dopo essersi spruzzata una buona dose di profumo alla vaniglia, infilò semplicemente gli anfibi e il giubbotto di pelle, recuperò la borsa ed uscì finalmente dalla propria stanza.

    […]



    Poggiata con le spalle sulla pietra dura dell’entrata del castello, Erisha Byrne era intenta a ritoccarsi il rossetto mentre aspettava Romolo Linguini: il nervosismo l’aveva portata a recarsi al punto d’incontro un po’ di tempo prima dell’orario stabilito, era domenica mattina ed aveva dovuto fare i conti con tutta la gente che per quel giorno si recava fuori da Hogwarts, non che se ne curasse poi più di tanto, li aveva semplicemente ignorati; sollevando lo sguardo verso l’alto notò che fortunatamente c’era bel tempo, cosa non da poco visto che si trovavano in Scozia, era una giornata perfetta per visitare un parco divertimenti.
    Ora bisognava solo attendere il suo principe azzurro.


    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE


    Edited by Melanie~ - 22/3/2022, 09:23
     
    .
  2.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    «..e poi vabbè, a 'e brutte se me provano a rompe le palle je dico che so te, tanto che ne sanno 'è guardie no?» abbassò gli occhiali da sole sul naso, rivolgendo uno sguardo in direzione del gemello, paciosamente sdraiato sul proprio letto. «Nun je posso dì che so Gigio perché je l'ho già detto l'altra vorta, infatti sto a sperà che nun me rompono convinti de avè preso l'italiano sbajato.» Niente, Remo non se lo filava minimamente, assorto in chissà quali pensieri (oppure, più probabile, una delle tante botte in testa si era rivelata finalmente fatale e l'aveva lasciato rimastino). Romolo tentò il tutto per tutto: «'a Roma ha esonerato Mou»
    Niente, nessuno segno di vita da parte dell'altro.
    «Cazzò, Rè, sei utile come un bagnino alle olimpiadi de nuoto.» E rialzò gli occhiali, comprendo lo sguardo chiaramente in after. Quando la sveglia aveva suonato, nemmeno un'ora prima, Romolo aveva provato l'irrefrenabile impulso di lanciarla giù dalla torre – ma poi si era ricordato che era per Qualcosa di Grande (cit Cremonini at some point) e aveva faticosamente trascinato il culo romano e in botta giù dal letto, stando bene attento a portare con sé pure il fratello perché se non condividevano quelle tragedie, cos'altro?! Avrebbe riservato lo stesso trattamento a Ciruzzo, ma dello zingaro neppure l'ombra: come se non avesse fatto baldoria di nascosto anche lui fino alle prime luci dell'alba. Che infame, ma dove la trovava la voglia di vivere di prima mattina, boh, la maleducazione.
    «Oh.... io vado. Sennò faccio tardi.»
    Da parte dell'altro ricevette solo un mh-mh confuso, segno che Remo era tornato a dormire e non lo stava più a sentire.
    «Vabbeh.... davvero... inutile...»

    E niente, la breve storia triste di come Romolo si era riaddormentato nella classica posa a quattro de bastoni, e aveva completamente perso il senso del tempo.
    Al suon di «cazzocazzocazzo» saltò giù dalle scale, due gradini alla volta, col rischio di rompersi l'osso del collo. Non si preoccupava di essere fermato da qualche caposcuola o professore per via del suo linguaggio scurrile perché era convinto al centocinquanta percento che nessuno di loro capisse l'italiano (e invece.) e che quindi fosse salvo.
    Rallentò la corsa solo una volta in prossimità dell'ingresso, prendendo fiato e sistemando i riccioli scompigliati. Era in ritardo di quarantacinque minuti – ma vabbè, nella vita aveva fatto molto peggio.
    Concluse gli ultimi metri fino al portone con passo normale, nascondendo con il dorso della mano il residuo di uno sbadiglio: la prossima volta che i cugini decidevano di aprire le scorte di limoncino di nonna Rosetta, ci avrebbe pensato due volte, specialmente se il giorno dopo era prevista una levataccia simile. (O forse no, perché alla prospettiva del limoncello di nonna Rosetta non avrebbe mai resistito nessuno, ma voleva fingere di crederci anche solo per un attimo.)
    «Hey! Scusa -» mi sono riaddormento, «-le scale mi hanno fatto finire chissà dove.» Certo certo. Una scusa che non stava in piedi ma !! Erisha, questo è quanto, prendere o lasciare: l'hai voluto tu un Romolo Linguini, mi dispiace un sacco (no, ma per davvero, mi dispiace).
    Squadrò per un attimo la corvonero, sorridendole. «Andiamo?» E menomale che non leggeva nel pensiero, perché se avesse saputo che lo considerava il principe azzurro ci sarebbe rimasto molto male: ma per chi l'hai preso, Eri?! Lui è il principe giallorosso, azzurro tutto al più solo quando giocava la Nazionale (too soon. TOO FUCKING SOON).

    Una volta davanti ai cancelli del parco, Romolo iniziò a preoccuparsi davvero.
    Trattenne Erisha per una manica, quasi costringendola a fermarsi e guardarlo. «Senti, se chiedono qualcosa io so' Remo.» congiunse le mani in preghiera e si toccò il naso con entrambi gli indici, gli occhi chiusi dietro le spesse lenti scure: non stava pregando, stava solo cercando di farsi tornare a mente gli insegnamenti teatrali impartiti da Giacomino. Doveva essere pronto a dare il meglio di sé se non voleva essere cacciato da lì a calci in culo: aveva già dato, in passato, quando lui e Remo erano stati cacciati da LunEur per un piccolissimo equivoco e poi li avevano banditi a vita dal lunapark romano: sperava non fosse successo anche lì, perché a lui le giostre piacevano troppo per potervi rinunciare!!
    Prese un respiro profondo e poi si incamminò verso l'entrata. «Fingi naturalezza, nun c'hai cortelli e nient'artro, er metal detector nun sona, stai bono.» Parole ripetute in italiano, a se stesso, per calmarsi e convincersi che nessuno l'avrebbe riconosciuto – non con il suo infallibile travestimento!! (Gli occhiali da sole, gli occhiali da sole erano il travestimento.)
    Solo una volta dentro rilasciò finalmente il respiro trattenuto.
    «OKAY. Bella.» batté le mani due volte e si guardò intorno, per poi finire col posare lo sguardo sulla cacciatrice blubronzo. «Da che iniziamo?!»
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  3.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Erisha Byrne detestava provare emozioni.
    Non era di certo un segreto che la corvonero non amasse sfoggiare quell’ampio ventaglio di quelle che lei, prima di prendersi una cotta, chiamava idiozie adolescenziali, che tutti i giovani della loro età, insieme alle scrittrici di quei romanzi rosa che fingeva di detestare, descrivevano in maniera spropositata: ne leggeva di libri Erisha, magari preferiva non far sapere in giro che cime tempestose fosse uno dei suoi preferiti, ma aveva sempre preso in giro, non tanto velatamente, le figure femminili divorate dalle proprie emozioni.
    Era forse per questo che per smaltire l’ansia, anziché camminare in tondo per il cortile come avrebbe voluto, stava terribilmente banchettando con le proprie cuticole: possibile che le avesse dato buca? Era ormai mezz’ora, se non qualcosa in più, che aspettava.
    L’ultimo morso aggressivo dato alle proprie povere mani la fece sanguinare ed emettere un sibilo, talmente distratta da non vedere arrivare l’oggetto dei propri pensieri.
    «Hey! Scusa -» la corvonero si voltò verso la cheerleader rosso-oro alzando un sopracciglio «-le scale mi hanno fatto finire chissà dove.»
    Avrebbe voluto dirgli che era in ritardo e che per colpa sua aveva mangiato buona parte della propria manicure, ma quando alzò lo sguardo verso i capelli arruffati, ma in modo carino, il cuore perse un battito, il cervello le andò probabilmente in pappa visto che dovette costringersi a ritirare la mano per evitare di sistemargli i riccioli scuri.
    «No tranquillo…» la mano incriminata andò a scostare i propri capelli dal collo «Andiamo.»

    […]



    La passeggiata fino al parco era stata leggera e divertente, Romolo aveva cominciato a diventare ansioso nei dintorni del parco, venne trattenuta dal romano per una manica.
    «Senti, se chiedono qualcosa io so' Remo.»
    Calò gli occhiali scuri, che anche lei aveva indossato, sulla punta del naso.
    «Ma si può sapere cosa avete combinato?» voleva saperlo davvero? «No, non dirmelo, non voglio saperlo.» ecco appunto.
    Lo osservò avviarsi ai controlli come un condannato a morte che camminava verso la ghigliottina, nascose una risata dietro le dita della mano sinistra mentre lo seguiva e a sua volta superava l’entrata.
    «Se ci chiedono qualcosa fai parlare me.» portò gli occhiali da sole sul capo usandoli come ferma capelli «Basterà non fargli capire che sei un Linguini, no?» accompagnò la domanda con un occhiolino, poi lo sguardo viaggiò per il parco giochi, illuminandosi ad ogni singola giostra che i propri occhi potessero raggiungere: Erisha era appena tornata bambina.
    «Dai vieni! Andiamo sulle montagne russe.»
    Fu il suo turno, quella volta, di afferrargli una manica per tirarselo dietro.


    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE


    Edited by Melanie~ - 5/4/2022, 22:47
     
    .
  4.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    Lo sapete quale era il problema... beh, uno dei problemi di Romolo Linguini? L'arroganza. Ma non nel senso che fosse un ragazzo antipatico o altezzoso in maniera irritante – piuttosto era quella strafottenza, quell'essere così sicuro di se stesso e della propria posizione da non rendersi minimamente conto del resto. Tutto ciò che lo circondava andava automaticamente al secondo posto rispetto a Romolo Linguini; quell'eccessiva sicurezza che lo rendeva, infondo, il personaggio che era. La stessa certezza di essere il Linguini più scaltro, più, bello, più simpatico – certezza che sentiva nelle ossa, ovunque. Pur sapendo, razionalmente, di essere anche (e soprattutto) il meno sveglio di tutti, si reputava comunque un pezzo da novanta – e ci credeva. Sapeva di avere dei difetti, duh e grazie tante, ma perché ammetterlo quando i pregi li superavano di gran lunga?!
    Se fosse stato meno gonfio di ego e meno convinto, si sarebbe accorto di quale occasione più unica che rara gli si era presentata in quel momento: un appuntamento con Erisha Byrne, non una qualunque.
    Erisha che, nonostante le voci di corridoio che la dipingevano come una regina di ghiaccio insensibile e sicuramente non prona ad avere relazioni con rAgAzZi dEl GeNeRe, si illuminava come Spelacchio sotto le feste di Natale ogni volta che Romolo era nei paraggi. Ecco, quello non gli era sfuggito: se ne era accorto quel giorno sul campo di Quidditch e poi, da lì, era stato difficile non notarlo; da bravo (animale da branco) cretino quale era, se n'era vantato con i cugini e, onestamente, con chiunque avesse orecchie per ascoltarlo. Per lo più il discorso era sulla falsa riga di “ovviamente, sono irresistibile, sono i geni italiani, è l'aria da ragazzaccio, eccecc” – e le espressioni esasperate che incontrava o ancora, quelle poco convinte, di certo non riuscivano a scoppiare la bolla di arroganza, appunto, del Grifondoro. Per come la vedeva lui, dal suo umilissimo punto di vista, era una cosa totalmente normale che una Erisha si invaghisse di lui e non, invece, l'evento più inspiegabile del secolo, come invece sostenevano altri.
    Se fosse stato più attento, più sensibile, meno Romolo, si sarebbe reso conto dell'affarone che aveva fatto e ne avrebbe avuto un po' più di cura; e invece si era gettato in quell'avvenuta come faceva sempre, con la solita noncuranza e leggerezza che tanto lo caratterizzavano.
    A quelli che ripetevano “Erisha potrebbe avere molto di meglio”, lui ripeteva: «e dove lo trovi uno meglio di me?!» “Ovunque” sembrava essere la risposta che andava per la maggiore, ma a lui importava forse qualcosa? Ovviamente no: era solo gelosia, la loro. Perché, alla fine della fiera, quello che aveva un appuntamento con la Corvonero era lui – e gli altri muti.
    «Ma si può sapere cosa avete combinato?» «Sei sicur-» «No, non dirmelo, non voglio saperlo.» Va beh, dai!! Alla fine non era chissà che... avevano esagerato loro!! Lui non aveva fatto niente di male, a conti fatti, perché era stato interrotto sul più bello. Quindi tanta rottura di palle per niente!!
    «Se ci chiedono qualcosa fai parlare me.»
    Alzò un dito, pronto a ribattere a tono, ma poi dopo vari tentativi in cui non uscì nemmeno una parola, richiuse la bocca e agganciò entrambi i pollici ai passanti dei jeans.
    “Se ci chiedono qualcosa fai parlare me”, era quello che diceva sempre Remo quando le guardie li fermavano per strada mentre tornavano a casa alle quattro del mattino.
    “Se ci chiedono qualcosa fai parlare me”, era quello che diceva Ciruzzo quando i professori li beccavano a fare baccano nei corridoi.
    “Se ci chiedono qualcosa fai parlare me”, era quello che più o meno chiunque gli diceva quando succedeva qualcosa – perché nessuno si fidava di Romolo Linguini. Non sapeva bene come reagire alla cosa... alla fine scelse una scrollata di spalle, perché chissenefrega, era un problema in meno per lui, così, no?!
    «No, ma ti pare.» Come pensava che potesse accettare di “non far capire che fosse un Linguini” cioè............. ce l'aveva letteralmente tatuato sul petto, che era un Linguini. «Diciamo che basterà fargli pensare che sono un altro Linguini.» Si sentiva meno in colpa a mandare nei guai i cugini piuttosto che a nascondere il suo nome: infondo, era prassi quella di accusarsi a vicenda per le cose più svariate quindi insomma. Niente di nuovo sul fronte occidentale italiano.
    E, a proposito di fronte italiano... «cavolo è davvero (brutto) come il LunEur...» un po' aveva nostalgia di casa, doveva ammetterlo. Si guardò intorno anche lui, emozionato quanto Erisha alla vista di tutte quelle giostre: poteva pure essere grande, grosso e giuggiolone, come dice il saggio, ma non sarebbe mai stato troppo vecchio per posti del genere.
    Seguì la cacciatrice verso le montagne russe: iniziavano col botto, dunque. Bella, l'adrenalina subito a mille!! PERFETTO!!
    La giornata, tutto sommato, sembrava promettere bene e il cielo era limpido al punto da non far prevedere pioggia: molti maghi e streghe avevano approfittato di quella prima giornata di sole e avevano scelto, come loro, il parco divertimenti – il che significava code ai chioschi delle giostre, sebbene non chilometriche come quelle a cui era abituato l'italiano. Si mise a sedere sulla ringhiera sparti-coda, nell'attesa, gomiti sulle ginocchia e mento poggiato sul dorso della mano mentre guardava la corsa infernale dei carrelli, che volteggiavano sopra le loro teste, in un turbinio di scintille metallo contro metallo e urla di chi vi era sopra. «Lo sai che in Russia le chiamano “montagne americane”? Fa ridere -» ma anche riflettere. «Però non lo so se è vero, mi sono sempre dimenticato di chiedere conferma a Julian.» Insomma, non è che pensava alle montagne russe h24, Romolo, contrariamente all'opinione pubblica: nella sua testa c'era a che altro... Tipo boh, il calcio? E sicuramente altre cose che non ci vengono in mente.
    Abbassò lo sguardo sulla Byrne, stringendosi nelle spalle. «Me l'hanno detto un sacco di anni fa, ma mi è tornato in mente solo adesso.»
    È vero, avrebbero potuto parlare di un sacco di altre cose........ o forse no, siamo seri; gli argomenti di conversazione preferiti di Romolo erano davvero solo: la Roma, cazzate di vario tipo, figuracce dei cugini, cose del genere. Di che si parlava in compagnia di ragazze come Erisha?! Era... difficile. Cioè, non per lui, avrebbe parlato letteralmente di qualsiasi cosa, gli bastava dare fiato alla bocca ed era felice -- non gli importava essere anche accuratl, ma magari lei si aspettava altro....?? chi lo sa. (Lui no di certo.)
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  5.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Se il più grande difetto di Romolo era l’arroganza, quello di Erisha era l’inesperienza.
    Di certo non era l’unico difetto della corvonero, ma era quello che le dava più problemi degli altri, erano infatti tante, troppe, le volte che parlando con un qualsiasi coetaneo si accorgeva di aver bruciato le tappe.
    Era cresciuta in grandi sale da ballo, cene tristi e abiti pruriginosi, a suon di Erisha quello una signorina non lo farebbe!, Erisha, non puoi giocare con la palla, devi imparare come prendere il tè! e così via, fino ai suoi quattordici anni, fino alla scomparsa di suo padre, non aveva assaporato effettivamente la libertà, quei piccoli sprazzi di felicità nei suoi ricordi erano tutti ritagli di tempo passati con sua madre in gran segreto: sua madre che le leggeva un libro, sua madre che la rincorreva per le stanze del castello, le memorie che le si accavallavano in mente erano solo una piccola parte della propria infanzia, quasi distrutta.
    Era così che Inay si era decisa a far vivere alla figlia l’adolescenza che ogni ragazza avrebbe sognato, l’aveva incoraggiata e supportata in tutto, le aveva fatto fare tutto ciò che in età infantile le era stato negato, ed era con lei che, la prima volta era andata in un parco divertimenti o era salita in groppa ad una scopa.
    Erisha quindi, poggiata con i gomiti alla staccionata di fianco a Romolo, che si era seduto (she could never, ha la gonna corta), osservava con curiosità ed interesse tutto ciò che le stava intorno, proprio come una bambina avrebbe fatto.
    «Davvero? Le chiamano seriamente montagne americane?»
    Non avrebbe potuto scegliere argomento migliore, quindi, perché oltre al fatto che la mezza indiana pendesse dalle labbra dell’italiano (davvero, puoi parlare di quello che vuoi Romolo, persino di calcio, Erisha ti ascolterà con interesse), lei ne sapeva davvero poco riguardo ai luna park e al divertimento in generale, probabilmente era uno dei motivi per cui la definivano frigida o regina di ghiaccio fra le mura del castello.
    «Chiedi a Julian? Avvisalo anche che farai un coro per me nella prossima partita.»
    Rise e finalmente si voltò a guardarlo in volto, lo prendeva in giro; ovviamente, si stavano allenando molto per quella partita in vista, sapeva che il portiere grifondoro, seppur fosse un pezzo di pane, era un osso duro in campo ma Erisha non faceva altro che pensare al fatto che se avesse fatto punto per prima la tifoseria dei grifi si sarebbe tinta un pelino di blu, e il sapere che sarebbe stato merito suo le faceva riempire il cuore di una qualche strana sensazione, che ovviamente non conosceva.
    «Diciamo che questa potrebbe essere la mia… terza volta alle giostre.» si mordicchiò il labbro inferiore leggermente a disagio, era strano che fosse così inesperta in… tutto? «Non ci venivo molto da bambina, la prima volta che sono salita su una giostra avevo 13 anni.»
    Certo che era strano, ma era ancora più strano che si stesse confidando in quel modo con un ragazzo genere che di solito non riteneva degno di fiducia, eppure le parole fuoriuscivano senza alcuno sforzo dalle proprie labbra, persino qualche minuto prima, quando gli aveva detto di far parlare lei, non lo aveva detto perché non si fidasse, ma semplicemente per una questione di accenti che lei avrebbe potuto facilmente mascherare, a differenza del suo accompagnatore.
    I pensieri si interruppero quando il suo sguardo venne catturato da un’ abnorme nuvola di zucchero filato, più grande della bambina che la teneva fra le mani, che cambiava colore.
    «Ma è magica? Dopo ne voglio assolutamente una.»
    Presa dall’enfasi, non si era accorta di aver afferrato il braccio del ragazzo per richiamare la sua attenzione, quando tornò in se si rese conto di aver avuto una reazione estremamente infantile e dopo essere arrossita balzò via prendendo le distanze e distogliendo lo sguardo.
    Si sentiva proprio una stupida.

    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE
     
    .
  6.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    «Davvero? Le chiamano seriamente montagne americane?»
    Si strinse nelle spalle, l'italiano. «Che ne so, così mi hanno detto.» Lui non voleva responsabilità (fine, that's it.) per certe affermazioni. «Non me lo sono mica inventato.» Non gli credeva?! Assurdo, mica diceva cazz-
    Ah, okay, in effetti .
    Chiuse la bocca, stringendo forte le labbra in un'espressione offesa: d'accordo, ne diceva un po' sacco, ma!!!!!!!!!
    Niente, niente ma. Non era scusabile.
    La informò che avrebbe chiesto conferma a Julian – se se ne fosse ricordato. «Avvisalo anche che farai un coro per me nella prossima partita.» «gnegnegne» in italiano, e borbottato come la persona matura che non era. «Dimentichi la parte più importante, Byrne: farò un coro solo se segnerai un goal.» che non era scontato, con Julian tra i pali.

    ..
    .
    AH AH AH.
    Ma che dico.
    Tanto valeva iniziare a scriverlo già, insomma. Scusa Julian, ti vogliamo bene, ma i (fateggi) fatti parlano chiari.
    Tuttavia, Romolo non avrebbe mai ammesso davanti al nEmIcO che un po' temeva per l'esito della scommessa – ma eh, che giocatore d'azzardo sarebbe stato se non avesse rischiato almeno un po'?! Tutta colpa di Lucrezia, mannaggia, che l'aveva contagiato con la sua ludopatia. Dunque, alla ragazza di fronte a lui rivolse solo un sorriso sicuro e beffardo, quello di chi credeva tantissimo nella sua squadra, anche quando le statistiche sembravano a loro sfavore e tutte quelle stronzate lì: non crescevi romanista senza imparare a fregartene di quello che dicevano gli altri, i giornalisti e i bookmakers – anche quando non c'erano speranze, ci credevi, e se ti diceva bene portavi il risultato sul 3-0 contro il Barcellona all'Olimpico e volavi in semifinale di Champions League #ROMAntada
    E niente, si era perso a pensare alla Roma e a osservare la giostra, classic Romolo.
    «Diciamo che questa potrebbe essere la mia… terza volta alle giostre.» La voce della ragazza gli fece rivolgere nuovamente le attenzioni su di lei e – mh, non l'aveva mai vista così a disagio, nemmeno quando l'aveva presa a pallonate in mezzo alla neve e costretta a dire cose imbarazzanti (coooosa non erano andati così gli avvenimenti di quel giorno?????? Ma che diteeee!!! Era esattamente così che Romolo li ricordava... bugiardi voiiiii)
    «Non ci venivo molto da bambina, la prima volta che sono salita su una giostra avevo 13 anni.» La osservò ancora, confuso – sinceramente confuso.
    E cercò di fare la sua solita battuta da coglione quale era, ma lei riprese a parlare prima che potesse aprir bocca (menomale).
    «Ma è magica? Dopo ne voglio assolutamente una.»
    Poiché la stava ancora osservando pensieroso, si rese conto subito di come le si illuminò il viso nel notare lo zucchero filato arcobaleno, e vide anche la mano partire per stringersi attorno al suo braccio, ma non fece nulla per spostarsi. Anzi, lasciò che l'angolo della bocca si piegasse in un sorriso compiaciuto e rimase ad osservarla in silenzio ancora un po', in attesa del momento in cui si fosse resa conto del suo gesto istintivo.
    E la pazienza lo ripagò in fretta: il rossore, l'imbarazzo, il salto di svariati metri per allontanarsi da lui. Gesti prevedibili e comunque carini nella loro tenerezza.
    Anche Romolo saltò giù dalla staccionata, allora, ma senza avvicinarsi troppo alla Corvonero.
    «Ovviamente.» Gli piacevano le donne che se ne fregavano della dieta, quelle che poteva portare a "La Villetta" a mangiare una bella carbonara come si deve o il famoso dolce "Me cojoni", un trionfo di zabaione, cioccolato e calorie caloriche; le ragazzi come lui, in pratica – veraci e genuine.
    Erisha non gli era mai parsa quel tipo, ma forse si era sbagliato: scegliere il Wicked Park come luogo per l'appuntamento, puntare le montagne russe come prima attrazione, lo zucchero filato... Erano tutti piccoli dettagli che, nella sua visione stereotipata delle ragazze, gli stava facendo cambiare idea riguardo la cacciatrice.
    Erano una piacevole novità.
    Avanzò a passo di gambero insieme alla fila, quando la sentì muoversi al termine dell'ennesimo giro di giostra, ma tenne lo sguardo sulla ragazza. «Zucchero filato sia, ma dopo la giostra.» Perché non era mai consigliato mangiare prima di salire sulle montagne russe, eh Giacomino?
    «Ma....quindi. Non ti piacevano le giostre e avevi paura?» Riprese con scioltezza il discorso di poco prima, infilando le mani in tasca. «È per questo che non andavi mai ai parchi divertimento?!?»
    Romolo non aveva capito un tubo, ovviamente.
    Ma d'altronde venivano da due realtà troppo diverse, per potersi mettere nei panni della Byrne; e, per certi versi, TBM era stata il parco (di pochi e discutibili) divertimenti dei gemelli Linguini per tutta la vita – niente a che vedere con l'educazione rigida e il galateo impartito a forza su Erisha, quindi. Che ne sapeva Romolo, di com'era stata la vita della ragazza.
    Ma magari... magari gli interessava scoprirlo, si rese conto.
    Se gli avesse detto bene, altri particolari interessanti sarebbero venuti alla luce e avrebbero disegnato un contorno sempre più definito della cacciatrice blu-bronzo, soppiantando l'idea sbagliata e approssimativa che si era fatto Lollo.
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  7.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Evidentemente i pochi metri, sempre se effettivamente fossero stati più metri visto che si trovavano in fila, non erano serviti alla corvonero per schiarirsi la mente: le guance le bruciavano ancora per quel gesto istintivo; che diamine, in 17 anni non aveva mai avuto quel tipo di reazioni, ed ora che si era presa una cotta pareva essersi instupidita del tutto.
    Troppo presa dalle proprie emozioni non si accorse mica del mezzo sorriso che il grifondoro le aveva regalato, si riscosse dai propri pensieri solo quando sentì la fila muoversi e fu costretta (sì certo) a riavvicinarsi al proprio accompagnatore.
    «Ovviamente.» lo sguardo scuro andò a posarsi nuovamente sul suo viso «Zucchero filato sia, ma dopo la giostra.» (e ancora vi chiedete se Erisha rimarrà a lungo sottona per Romolo?) Probabilmente lo sguardo della cacciatrice blu-bronzo smise di essere quello di un cucciolo che fa i capricci e tornò ad essere quello di una bambina a cui avevano appena promesso le caramelle. «Davvero? Ne dividiamo una?» Non perché badasse alle calorie o alla dieta, ovviamente, Erisha quando aveva dinnanzi dolci, o semplicemente cose che le piacevano, era un pozzo senza fondo: avrebbe potuto seriamente mangiare dieci fette di torta al cioccolato di fila senza mai stancarsi, semplicemente non voleva avere lo stomaco sottosopra per le prossime attrazioni.
    «Ma....quindi. Non ti piacevano le giostre e avevi paura?»
    Arricciò le labbra, c’era stato un tempo in cui aveva avuto paura di qualcosa che effettivamente non conosceva, non era mai stata alle giostre e i suoi nonni le descrivevano come la peggior cosa al mondo, Erisha poco più che una bambina li ascoltava ed era terrorizzata all’idea di quelle macchine infernali.
    «Direi che non avevo paura, però pensavo di averne.» perché la prima volta che si era arrampicata su un albero o sul tetto di casa, aveva provato l’ebrezza delle grandi altezze e non aveva più potuto farne a meno.
    «È per questo che non andavi mai ai parchi divertimento?!?»
    Scosse la testa «No.» portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, cercando di trovare le parole giuste «I miei parenti non mi ci mandavano.»
    Dopo quella confessione si sentiva leggermente più leggera, davvero, l’aveva mai raccontato a qualcuno? Non qualcuno che già non lo sapesse probabilmente.
    «È che la mia famiglia, prima che andassi a vivere con mia madre, faceva schifo, letteralmente, insomma credevano di essere nell’ottocento o qualcosa del genere, perché mi obbligavano a fare cose noiosissime come prendere il tè o imparare quale posata dovessi usare.» che poi non erano tutte uguali? Erisha aveva iniziato a gesticolare, l’enfasi di poter spiegare le cose che le erano successe, condividerle con qualcuno di importante per lei le aveva fatto perdere la propria classica compostezza.
    «Quindi non ho assaporato il divertimento fino a pochi anni fa…» con la coda dell’occhio guardò il ragazzo frenando subito il suo sproloquio. «Scusa, ti sto annoiando vero?»
    I denti andarono a cercare il labbro inferiore, di nuovo, ma nonostante il leggero imbarazzo sentiva il cuore più leggero, sentiva che parlare di quelle cose era stata la scelta più giusta.
    Forse avere una cotta non era poi così tanto male.

    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE


    Edited by Melanie~ - 11/4/2022, 08:36
     
    .
  8.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    «Davvero? Ne dividiamo una?»
    Sorrise, il Linguini, accettando quella proposta perché gli pareva la scelta più romantica e quindi la scelta perfetta per il suo fine ultimo: conquistare Erisha Byrne (che ne poteva sapere, lui, che Eri era già conquistata.) Nulla gli impediva, comunque, di prendere poi altro zucchero filato, o le noccioline, o il gelato o una crepes, perché no, se avesse avuto ancora fame tra una giostra e l'altra.
    E, a proposito di giostra, sperava di salire su quelle dannate montagne russe il prima possibile; stava letteralmente vibrando di emozione, ancora un paio di giri e poi sarebbe stato il loro turno!! Nel frattempo, tanto, avevano di che parlare: nello specifico, l'infanzia di Erisha di cui Romolo scopriva sempre più dettagli, man mano che parlava con la cacciatrice.
    «Direi che non avevo paura, però pensavo di averne.»
    Una risposta strana e per certi versi profonda, ma Romolo Linguini non era tipo da afferrare al volo quelle cose (o qualunque cosa, ad essere del tutto sinceri) perciò arricciò il naso, riflettendo sul fatto che per lui un discorso simile non era mai stato valido: raramente qualcosa gli faceva paura, e ancora più raramente erano cose sconosciute a suscitare in lui apprensione o strizza. Lollo viveva la vita un quarto di miglio alla volta, per citare il saggio, e non aveva mai davvero il tempo pre frenare di fronte ai pericoli: poteva solo aggirarli e sperare di essere abbastanza veloce da non schiantarsi contro di essi. O, alle brutte, di uscirne il più illeso possibile.
    Sì, insomma, farsi male non gli dispiaceva; a farlo rabbrividire era più l'ipotesi di potersi precludere qualcosa solo per fifa. Inaccettabile. IMPOSSIBILE.
    Ma ad Eri non disse nulla, si limitò a chiederle se era stato per quel motivo che si era tenuta lontana da posti del genere, e poi annuì alla sua risposta. «I miei parenti non mi ci mandavano.» Ah, beh! Drizzò le orecchie, interessato e incuriosito: lui non aveva mai dato retta ai suoi genitori, figurarsi "ai parenti" (che non fossero nonno Lino o nonna Rosetta, e solo perché aveva tentato in passato di ignorare i loro comandi e si era beccato zoccoli e cucchiarelle tirati dietro in quantità industriali) quindi era una cosa che lo affascinava: la brava ragazza che da retta ai parenti, che ascolta quello che loro dicono, che sottostà alle loro imposizioni. Cioè, per dire: sua madre non riusciva nemmeno a far sì che Romolo mettesse in ordine la propria cameretta o portasse fuori la spazzatura, quindi insomma.
    «È che la mia famiglia, prima che andassi a vivere con mia madre, faceva schifo, letteralmente, insomma credevano di essere nell’ottocento o qualcosa del genere, perché mi obbligavano a fare cose noiosissime come prendere il tè o imparare quale posata dovessi usare.» Purtroppo per lui, non riuscì a trattenere una risata quando Erisha paragonò i propri familiari ad una versione magica e moderna dei Bridgerton. «Quindi non ho assaporato il divertimento fino a pochi anni fa…»
    Madò, a Lollo quasi veniva da piangere. «Quanti sono "pochi anni fa".» Mano sul cuore, a trattenere un infarto e la speranza che lei gli dicesse qualcosa come "beh all'incirca sedici" perché ?? altrimenti ?? sarebbe stato proprio: triste. Non divertirsi per la stragrande maggioranza dei suoi anni?! Non fare.... Boh, le cose che voleva fare???? Non essere un po' folle, un po' irresponsabile???? Non dico ai livelli di Romolo, eh, dovevi avere un certificato specifico per quel genere di deficienza, ma...non lo so, livello Gigio?????? Sarebbe stato già abbastanza - comunque poco, ma abbastanza. Iniziava a preoccuparsi per la Byrne: quante cose, di preciso, si era persa nella vita?1?1
    La studiò attentamente, e poi scosse la testa a quell'ultima domanda. «Scusa, ti sto annoiando vero?» «No, assolutamente» ed era: sincero. Aveva temuto di sì, di ritrovarsi a passare il tempo con una stronzettina un po' snob da prendere in giro poi con i cugini ma la realtà era che stava davvero scoprendo un lato di Eri che non aveva nemmeno lontanamente immaginato potesse esistere, figurarsi fuoriuscire. Le sorrise ancora, e quella volta fu lui ad allungare un braccio per prenderla delicatamente dal gomito e invitarla a seguirlo mentre avanzava (lui sempre all'indietro) con la folla. Ormai erano davvero in dirittura d'arrivo, al prossimo giro sarebbe toccato a loro.
    Avevano ancora il tempo per qualche altra domanda.
    «Dove vivevi, prima di andare a stare con tua mamma? Sempre a Londra? E perché i tuoi parenti erano così fissati cor galateo e quelle cose lì? Sei più felice, adesso?» immaginava di sì, che qualsiasi alternativa a quella vita dovesse essere più emozionante, ma ormai era partito per la tangente e voleva sapere tutto, era investito in quella conversazione. «Il quidditch è una delle cose a cui ti sei avvicinata.. dopo?» perché poteva essere punte un tonto, ma dubitava che parenti rigidi come quelli di Erisha avrebbero approvato uno sportivo come quello. «E -» vabbeh, Rò, te li fai un paio di cazzetti tua? No eh??? «-niente, cioè, questo. Se ti va di parlà, io ti ascorto eh.» l'avrebbe fatto davvero, che ci crediate o no.
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  9.     +1    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Da piccola aveva immaginato il suo primo appuntamento in assoluto con fiori, cene romantiche e tanti altri scenari da fiaba, la sua mente fervida da adolescente aveva immaginato scene utopiche e dolci da cariare i denti… se solo ci ripensava le veniva da ridere, il suo cuore attualmente non avrebbe voluto trovarsi da nessuna parte se non lì, in fila per una delle cose che più le piacevano, con il ragazzo che le faceva battere il cuore a fare delle confessioni che non avrebbe mai pensato di pronunciare ad alta voce: un leggero sorrisetto si dipinse sulle labbra carnose della cacciatrice, doveva apparire radiosa come non lo era mai stata, con il luccichio negli occhi che tanto caratterizzava la corvonero nei loro incontri.
    Lo osservò ascoltare, cambiare espressione e persino ridacchiare al suo stupido paragone è lo trovò semplicemente… bello come non aveva mai trovato alcun ragazzo, era quello l’amore? non poteva saperlo perché non lo aveva mai provato prima d’allora, ma quel sentimento senza nome che prima aveva rifiutato di conoscere le stava facendo provare un tepore che mai avrebbe saputo spiegare a parole.
    Vedendo le labbra del grifondoro incurvarsi, sorrise di rimando, non più in grado di fermare le sue emozioni ormai straripanti «Quanti sono "pochi anni fa".» la mano che si portò al petto stupito non fece altro che farla ridacchiare «È un po’ triste dire tre anni fa, vero?» tre anni prima la sua vita aveva cominciato a colorarsi, attualmente la sentiva molto più carica di colore quando passava dei momenti con la squadra e… con lui, ma questo se lo sarebbe tenuto per se; quel «No, assolutamente» le fece, se possibile, accelerare il battito ancor di più , non lo annoiava? era stata in pena una notte con la paura di poter scoprire che a lui non potesse piacere una come lei, quelle parole l’avevano forse rincuorata; e la sua mano sul proprio braccio la distrasse ancora facendola finire in un brodo di giuggiole, ma la distrazione durò poco visto che, camminando all’indietro, il ragazzo stava per andare a finire sul tipo che li precedeva in fila, Erisha lo afferrò per il braccio libero cercando di evitare la collisione «Attenzione!» se fosse riuscita ad acchiapparlo probabilmente lo avrebbe avuto più vicino di quanto già fosse, per un attimo era ritornata a Kredric, in quella stanza di ospedale dove era arrivata troppo tardi per salvarlo dagli aculei «Ti sei fatto male?» era presente un velo di preoccupazione sul volto della diciassettenne, anche se era improbabile che Romolo si fosse effettivamente fatto male; lasciò quasi immediatamente la presa sul suo braccio, leggermente imbarazzata come ogni volta che lo toccava, e fece un passo indietro, ascoltando le domande che il linguini le poneva con attenzione «Dove vivevi, prima di andare a stare con tua mamma? Sempre a Londra? E perché i tuoi parenti erano così fissati cor galateo e quelle cose lì? Sei più felice, adesso?» si prese qualche momento prima di rispondere, ancora provata dallo spavento che aveva preso poco prima, se era felice adesso? il suo primo pensiero non era ovviamente andato alla situazione familiare, bensì al momento che stavano condividendo loro due: era più che felice, il suo cuore scoppiava di gioia «Il quidditch è una delle cose a cui ti sei avvicinata.. dopo?» annuì leggermente, pronta a rispondere, ma lo vide prendere ancora fiato «E -» continuo ad osservarlo aspettando l’ultima domanda «-niente, cioè, questo. Se ti va di parlà, io ti ascorto eh.» sorrise intenerita, il fatto che fosse così curioso sulle sue disavventure non faceva altro che ribaltarle lo stomaco più delle montagne russe «Certo che voglio parlarti.» lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo, poi prese fiato, pronta a raccontare un pezzo di se «Prima di venire a Londra, da bambina, ero ad Agra, in India, poi ci siamo trasferite qui quando avevo circa dodici anni, la mia famiglia è da generazioni purosangue e… antica, credevano che istruire le donne alle regole del bon ton le avrebbe (??) aiutate a trovare presto marito» era una storia triste, anzi orribile ed era la prima volta che ne parlava con qualcuno che non fosse suo cugino Chandra «Ora sono più felice, si.» lo sguardo andò a cercare quello del proprio accompagnatore, era uno di quei sguardi che racchiudevano parole non dette, parole che erisha non aveva il coraggio di dire, non ancora per lo meno «E si, al quidditch mi sono avvicinata da grande, anzi prima di Hogwarts non sapevo nemmeno da che parte si tenesse una scopa» sorrise, poggiandosi alla staccionata, le pareva di aver appena corso una maratona, e di averla persino vinta «è davvero bello il fatto che tu voglia ascoltarmi, mi fai davvero felice» ok forse l’ultima parte avrebbe voluto tenerla per se, infatti iniziò a mordicchiarsi il labbro inferiore imbarazzata: era proprio vero che l’amore rendeva stupidi.

    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE


    Edited by Melanie~ - 27/5/2022, 08:46
     
    .
  10.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    «È un po’ triste dire tre anni fa, vero?»
    Romolo non era mai stato bravo in matematica, e pure quando le lettere dell'alfabeto non c'entravano nulla con le operazioni più basilari, luo aveva avuto bisogno di supporto (morale, da parte di Remo) di dita o calcolatrici per fare i più semplici dei calcoli ― ma quello, forse per lo shock, lo fece al volo e realizzò che diciassette meno tre fa quattordici.... cosa aveva combinato Erisha fino ai quattordici anni??? Gli venne automatico pensare a dov'era lui a quattordici anni: bocciato due volte e in procinto di essere sbattuto a BeiBastoni perché suo nonno ne aveva le palle piene dei continui casini in cui si cacciava; sbattuto fuori da svariati multisala della capitale per atteggiamenti poco "consoni" (da quando limonare con una compagna di scuola sui sedili scomodi del cinema era iLlEGaLe e ImMoRalE); tifoso tesserato in curva e abbonato a trasferte e risse in qualsiasi città giocasse quella settimana la sua Roma; protagonista di non si sa bene quante scazzottate e artefice del naso rotto di quel ragazzino laziale infame che alle medie continuava a prenderlo per il culo; terrore della professoressa di matematica (appunto.) alla quale aveva cosparso la sedia di Attaccatutto UHU Extra; assiduo frequentatore dell'ufficio del preside, al punto che ormai la sedia aveva preso la forma delle sue chiappe.... insomma, giusto per citarne qualcuna.
    Non era mai stato un tipo tranquilo, lui, e il solo pensierosa di non godersi ogni singolo istante della propria vita nel modo in cui voleva lui gli pareva una follia ― e una colossale perdita di tempo.
    Non commentò subito quanto detto da Erisha, prendendosi un attimo per riflettere, ancora una volta, sulle profonde differenze dei loro background. Non potevano essere più distanti di così eppure erano lì, una accanto all'altro, in fila per una delle giostre più belle di sempre, a ridere e scherzare come se provenissero dallo stesso ambiente, come se non li separassero stati sociali, abitudini, caratteri e altre aspetti culturali impossibili da non tenere in considerazione.
    Erano semplicemente loro, e in qualche modo riuscivano a funzionare senza sentire il peso di tutte quelle differenze.
    Allora, alla fine, sorrise abbassando la testa prima di scuoterla leggermente. Non era triste ― triste sarebbe stato se Erisha si fosse trovata ancora rinchiusa in quella vita di merda. E invece ne era uscita, e quello semmai era motivo di festa; e poi oh, doveva recuperare quattordici anni di noia, mica un giorno!
    Continuò ad arretrare a passo del gambero che, come prevedibile, lo portò quasi a scontrarsi con qualcuno nella fila. Romolo era già pronto a urlare parolacce italiane al cretino che si era messo in mezzo, perché era quel genere di persona, ma la presa di Eri che lo tirava verso di sé lo distrasse abbastanza da fargli dimenticare di essere sgarbato. La osservò per qualche istante, prendendo nota del cipiglio vagamente preoccupato e dello sguardo scuro, e serio, quasi distante, poi le sorrise. «Tutto apposto, tranquilla!» Si sarebbe fatto più male l'altro se Lollo avesse avuto l'occasione di pestarlo di botte per puro divertimento.

    A quel punto, decise che valeva la pena caricare Erisha di tremila domande perché perché no: di solito era lui quello che amava chiacchierare e raccontare e dire ed esagerare, ma Romolo Linguini era anche un cazzo di libro apertissimo, praticamente tutte le cose che si potevano sapere sul suo conto si sapevano già, non aveva segreti e di certo non aveva un passato turbolento e misterioso che teneva per sé. Ogni sua (dis)avventura era (condivisa con i cugini e) di dominio pubblico, perché Lollo non si frenava mai dal raccontare qualsiasi cosa, a chiunque avesse orecchie per ascoltarlo.
    Erisha, invece, sembrava aver bisogno di parlare con qualcuno e Lollo dubitava che lo facesse con qualcuno che non fossero i suoi compagni di squadra (che, tra parentesi, non gli parevano proprio il genere di persone che morivano dalla voglia di ascoltare i monologhi altrui, fatta eccezione per qualcuno).
    Lui di solito non era un ascoltatore attento, piuttosto tendeva ad essere colui che bruciava le orecchie delle persone con il suo continuo ciarlare, ma quel giorno avrebbe fatto un'eccezione.
    «E si, al quidditch mi sono avvicinata da grande, anzi prima di Hogwarts non sapevo nemmeno da che parte si tenesse una scopa» piegò la testa da un lato, confuso: una famiglia purosangue e antica che non insegnava alle proprie figlie come volare su una scopa? Straaaano fooorte. «e cosa usavate per volare... i tappeti?» poteva suonare come una presa in giro priva di tatto, ma era una domanda onesta: tutto quel parlare di Agrabah e India e matrimoni combinati e magia, gli aveva ricordato il plot di Aladdin; per quel che ne sapeva il romano (e romanista), magari davvero in India utilizzavano i tappeti come metodo alternativo alle scope vanti, e la Disney aveva preso spunto da lì. La sua rimaneva una domanda onesta, una volta tanto!
    «è davvero bello il fatto che tu voglia ascoltarmi, mi fai davvero felice» le sorrise, perché cos'altro avrebbe potuto fare? Romolo Linguini non era di certo il protagonista maschile che trovavi in una qualsiasi romcom, ma si stava impegnando per far sì che quell'appartamento risultasse un successo perché, infondo, ci teneva. Di solito non si comportava in quel modo con le ragazze ― ma è anche vero che non usciva di solito con ragazze come Erisha.
    «Oh... ma figurati! Lo faccio con piacere,» no, davvero, altrimenti non avrebbe chiesto in primo luogo, «cosi imparo qualcosa di più su Erisha Byrne. Su di me c'è poco da raccontare che non sia già noto a tutto,» e quello che rimaneva segreto, lo era per un motivo ben preciso, «e se nessuno dei due parlava tutto il giorno sai che noia!!!» si mise a ridere, perché era pur sempre Romolo Linguini e quello non era il set di Notting Hill: ogni tanto ci stava un reality check giusto per ricordare ad Erisha chi avesse di fronte (una bestia, scusa Erisha).

    Poi boh, finalmente è il loro turno sulle montagne russe sennò stanno in fila fino a Ferragosto.
    Quando scesero, sistemandosi i riccioli scuri scompigliati dal vento, Romolo guardò la Corvonero chiedendole cosa volesse fare, se un'altra giostra o mettersi già in fila per lo zucchero filato, per lui andava bene tutto, la giornata era appena iniziata.
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  11.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    ogni tanto, erisha, si chiedeva se incontrare Romolo Linguini fosse stato un sono del destino.
    Era sempre stata frigida, quasi fredda, prima del loro primo vero incontro sul campo da quidditch, non si ricordava nemmeno di essersi mai rotolata in quel modo fra la neve gelida, e le era piaciuto! Le era piaciuto così tanto che il suo cuore aveva cominciato a vedere sotto una luce diversa il caotico grifondoro che aveva ora di fianco, era possibile che prima non avesse mai notato che le piaceva da morire il modo in cui sorrideva? O che non avesse mai pensato ad affondare le dita nei suoi ricci scuri? probabilmente, si era detta, quel sentimento era cosa vecchia, una cosa che aveva represso dentro di se ad ogni sguardo fra i corridoi, ad ogni coro che aveva ascoltato stando sul manico di scopa, e che infine era scoppiato come un fuoco d’artificio e colato come cioccolata bollente sul ghiaccio.
    Era così sbagliato, si era chiesta dopo aver capito che quel sentimento si era ormai annidato nel suo cuore, avere il batticuore solo per il suo profumo? Oppure il volergli tenere la mano, ed essere l’unica a tenergliela, senza un motivo apparente?
    La corvonero non sapeva darsi una risposta, ma non riusciva ormai a pensare alla sua vita scolastica senza pensare, di conseguenza, a Romolo Linguini, un piacevole imprevisto che le era capitato e che le aveva scaldato il cuore, tanto da farle avere quasi tutti i giorni la testa tra le nuvole, tanto da farle perdere, quando era nelle sue vicinanze, quella sua aria da diligente studentessa, quella che di solito le regalava la sua divisa solo indossandola «Non so se gli altri usassero i tappeti, ma la mia famiglia di sicuro ne faceva a meno» gli disse con un cenno di sorriso sulle labbra, nessuno di loro aveva mai pensato di insegnare ad erisha come andare sulla scopa, semplicemente non era nelle loro prerogative che l’erede, donna, di quella secolare famiglia purosangue sapesse volare, per quanto riguardava il ramo indiano, beh non ci avevano mai provato a trasmetterle la passione per il volo, non prima che si liberassero di quel padre ingombrante che si ritrovava «Anche a me piace ascoltarti, puoi parlare quanto vuoi» e di cosa vuoi, perché poteva pur essere vero che di Romolo si sapesse quasi tutto, ma la cacciatrice blu-bronzo lo avrebbe ascoltato per ore anche parlar del nulla cosmico, era quel modo caotico di parlare che le piaceva tanto e a cui non avrebbe saputo rinunciare per nulla al mondo.
    Per la prima volta quindi, senza arrossire o non farlo di proposito, gli afferrò la mano «tocca a noi!» e si precipitarono verso la giostra.

    Probabilmente la pinzetta per capelli che aveva indossato quella mattina aveva deciso di partire per le bahamas, vergognandosi della sottonaggine, facendo discorsi sul femminismo occulto, quindi la lunga chioma corvina della corvonero era ormai in balia del vento, beh poco importava; con ancora le dita intrecciate a quelle del grifondoro, lo trascinò verso lo stand dello zucchero filato «vuoi?» gli disse una volta afferrato il bastoncino e strappato dalla nuvola un batuffolo di zucchero, che gli porse avvicinandolo al suo viso, fregandosene delle buone maniere ed ascoltando unicamente il suo cuoricino in subbuglio.

    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE
     
    .
  12.     +2    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    191
    Spolliciometro
    +374

    Status
    Offline
    Non ricordava una fila così lunga per fare le giostre da quella volta in cui i Linguini erano andati tutti (e dico tutti) insieme a Gardaland e avevano passato ore incolonnati come formiche in attesa del loro turno su ogni. dannata. attrazione.
    Non ricordava nemmeno che il Wicked Park fosse così affollato durante il week-end — ma c'era da dire che l'ultima volta che c'era stato non aveva badato ai maghi in coda, troppo preso dal convincere Erin Chipmunks delle sue buone intenzioni con Ivan la Scimmia (aveva fallito, ma aveva tentato il ché valeva molto di più dell'esserci riuscito, "l'importante è partecipare, non vincere" e tutte quelle stronzate lì.) Quindi insomma, aveva avuto altre priorità e non si era reso conto.
    Immaginatevi il suo stupore, quel giorno, nel constatare che, per salire sulle montagne russe, avevano già passato quasi un'ora. Inutile dire (e Romolo Linguini non l'avrebbe mai detto, ma era così.) che il tempo era letteralmente volato, tra una chiacchierata e l'altra, complice anche la compagnia così piacevole: si era presentato a quell'appartamento con l'idea di essere il solito se stesso («ah Rè, è così: o me ama, o me odia, nun ce stanno vie de mezzo» perché che ne sapeva lui che Eri fosse già cotta a puntino) e invece si stava persino rivelando un essere umano quasi decente. Lasciò persino salire Erisha per prima una volta giunto il loro turno sull'attrazione!!!!
    Un cavaliere fatto e finito!!!

    «il blue tornado è tutta un'altra storia, comunque» (credo, non lo so, mi fido del parere generale: io sto male solo vedendo i video.)
    Era stato un giro rapido e divertente, sì, ma non così adrenalinico come aveva superato.
    Spazzolò alla bell'e meglio i riccioli, utilizzando la mano libera; l'altra stringeva con delicatezza quella della corvonero più o meno da quando la giostra era partita. Romolo non aveva intenzione di essere il primo a mollare la presa. «ci sei mai stata a Gardaland?» le chiese, avvicinandosi con lei allo stand dello zucchero filato. «è fighissimo, mica come quello schifo si MagicLand» nominato come se Erisha Byrne avesse idea di cosa fosse, Rainbow MagicLand. Che poi, le attrazioni carine ce l'aveva anche il parco divertimenti di Valmontone, eh, ma erano due o tre in croce e niente a che vedere con gli altri parchi italiani. La guardò per un attimo, sorridendo. «secondo me ti piacerebbe» non poteva dire di conoscerla ancora così bene, ma ci stava lavorandoci e sentiva di non sbagliarsi, a riguardo.
    Poi quel «vuoi?» e come poteva rifiutare?????? Era (un maschio) pur sempre Lollo Linguini: certo che voleva. Si limitò però ad un sorriso, la risposta affermativa nascosta nell'espressione malandrina, e poi avvicinò la bocca alle dita di Erisha, senza interrompere il contatto visivo.
    Sì, lo zucchero filato era bono, ma lei di più. (Non faccio io le regole)
    «ci sarebbe anche un'altra cosa che vorrei» ..ok, facciamo anche due . «fare.» doveva ricordarsi di essere in mezzo alla gente e con una ragazza che non era la solita tipella di TBM, e darsi una regolata.
    Le accarezzò il viso con la mano libera, spostando una ciocca di capelli e fermandola dietro l'orecchio, per osservarla meglio nei grandi occhi scuri. «posso?» erano abbastanza vicini che specificare cosa era superfluo e inutile, ma lo fece lo stesso. «posso baciarti?» Romolo Linguini di solito non chiedeva, non aveva bisogno di chiedere, e non perché fosse un Adone che le ragazze non vedevano l'ora di limonarsi, ma piuttosto perché quando si trovava con qualcuna era implicito l'esito della serata.
    Con Erisha, invece, non poteva (non voleva) dare nulla per scontato.
    Non pensare a domani,
    alza al cielo le mani,
    "meglio ubriachi che infami",
    perché, a noi, domani ci passa!
    Woh-oh-oh!
    22 yo | gryff
    capo ultra
    romano
    (e romanista)
    romolo linguini
    1.18
    2.25
    domani ci passa, ludwig
     
    .
  13.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Wizard
    Posts
    407
    Spolliciometro
    +652

    Status
    Offline


    Il batticuore che aveva provato poco prima sulla giostra non era paragonabile a quello che provava in quel momento, mano nella mano con la sua cotta (lo aveva ammesso finalmente a se stessa, che senso aveva negarlo quando era palese agli occhi di tutti?) mentre, dopo una giostra, andavano a prendere una delle cose che le piacevano di più: insomma, un tripudio di cose che le piacevano da morire e che le rendevano le gambe molli come gelatina, non era un’esperta in quel campo e a differenza delle altre cose non aveva potuto imparare tutto da un qualche manuale in biblioteca, ma sapeva dire per certo che quelle sensazioni le avrebbe volute riprovare altre volte, tantissime volte, ed era proprio quello che pensava mentre Romolo rubava una nuvola di zucchero filato dalle sue mani e la guardava dritto negli occhi, se fosse stata un po’ meno Erisha non avrebbe avuto il cuore a mille per quel piccolo gesto, non avrebbe trovato il grifondoro dinnanzi a se bellissimo anche con quello sguardo malandrino.
    «ci sarebbe anche un'altra cosa che vorrei fare» Erisha schiuse leggermente le labbra confusa, probabilmente aveva aggrottato anche le sopracciglia, un po’ per lo stupore un po’ perché davvero non aveva capito cosa volesse l’italiano, ma prima che arrivasse a fare una qualsiasi domanda la spiazzò un «posso?» ma l’ultrà era ormai talmente vicino (e le aveva toccato i capelli!1!2!) che il cervello aveva cominciato a non risponderle più dignitosamente «posso baciarti?» e siccome aveva perso l’uso della parola da ben 10 minuti la cacciatrice blu-bronzo chiuse gli occhi e unì le labbra a quelle del grifondoro di sua iniziativa, senza pensarci su due volte «… se vuoi farlo un altra volta non devi chiedermi il permesso» disse con voce impastata dall’imbarazzo e guance rosse, perché non avrebbe mai ammesso a voce alta che ne voleva ancora.

    I'm so sick of 17. Where's my f*ckin’ teenage dream? If someone tells me one more time ‘Enjoy your youth,’ I'm gonna cry.
    17 y.o.
    Quidditch player.
    Ravenclaw.
    Erisha Byrne.
    1:07
    2:48
    abcdefu, GAYLE
     
    .
12 replies since 22/3/2022, 01:44   493 views
  Share  
.
Top