Tell me, did you fall for a shooting star?

#amery ♥︎

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    Pietrificata.
    Ecco come aveva riaperto gli occhi, incapace di muovere un muscolo, bloccata dal terrore. ci voleva sempre qualche minuto, prima che riuscisse a metabolizzare il fatto di essersi risvegliata, e che ciò che aveva appena vissuto non era vero. o almeno, non più. a volte le bastava fare respiri profondi e tornare a dormire. altre riprender sonno sarebbe stato impossibile, e di conseguenza usciva dalla stanza senza far alcun rumore, per non svegliare chelsey, e si dirigeva in cucina a prepararsi una tisana calda. e poi c'erano le volte in cui non poteva non svegliare la weasley, perché in punta di piedi arrivava ai piedi del suo letto e le chiedeva se potesse dormire lì con lei. non ne avevano mai parlato apertamente, alla luce del giorno, ma chels non aveva mai fatto domande: si limitava a farle spazio nel letto, e lasciarla dormire lì con lei. perché potevano anche aver dovuto abolire il quidditch scolastico come argomento di conversazione permesso a casa cws, ma erano comunque sorelle. E amalie sapeva che un giorno, quando sarebbe stata pronta, le avrebbe spiegato ad alta voce il perché dei suoi problemi a riprender sonno.
    Il perché puntualmente, una volta sveglia, i suoi occhi vagassero disperatamente per la stanza alla ricerca di luna, e di come poi tirasse un sospiro di sollievo nel rendersi conto non fosse lì, ma a casa con erin.
    E perché non togliesse mai la collanina argentata che barry le aveva regalato mesi e mesi prima, e solo facendo profondi respiri stringendo in pugno il piccolo ciondolo a forma di pianeta riuscisse a calmarsi e riprender sonno. Perché il ciondolo era incantato e pulsava, a garanzia del fatto che anche il cuore di barry lo facesse. perché, quando il ragazzo non era con lei per poterlo controllare di persona, la shapherd aveva bisogno della prova concreta che battesse ancora. Un reminder costante, a cancellare almeno un po' il momento in cui l'aveva sentito fermarsi, proprio sotto le sue dita.
    Quando aveva pensato di averlo perso per sempre.
    Di averli, persi per sempre.
    Barry.
    Erin.
    e tutti gli altri, nel periodo in cui era rimasta bloccata nell'upside down e, dopo mesi, aveva inevitabilmente perso le speranze di trovare un modo per tornare indietro.
    Erano queste, le immagini che ormai da anni tormentavano le notti della ragazza. Ne aveva passate tante e, nel trambusto generale, gli shapherd erano stati l'ultimo dei suoi problemi: dopo esser tornata dal 2119 loro non avevano cercato lei, e lei non aveva cercato loro. e pensava di averla superata, davvero. non ne aveva sentito la mancanza, perché con la loro assenza aveva imparato a conviverci da tempo, ben prima di venir catapultata cento anni nel futuro. non pensava potessero ancora farla sentire così.
    «barry? sei sveglio??» che fosse vivo ne aveva già la certezza: con il viso poggiato sul suo petto, amalie ne poteva sentire il respiro ed il battito del cuore. iniziò a picchiettare con l'indice sul petto del ragazzo, fino ad ottenere rantoli indistinti a prova del fatto che.. sì, adesso era sveglio. «ti devo chiedere una cosa» non certo l'argomento di conversazione più leggero da intraprendere alle... tre? quattro?? di notte, ma ams aveva davvero bisogno di parlarne. e finalmente aveva trovato la forza per farlo... o forse era la deprivazione di sonno a parlar per lei «ci pensi mai ai tuoi..» ma, proprio come gli shapherd, tali non potevano esser definiti «..ai cooper» sapeva bene cosa aveva fatto, sapeva perché lo aveva fatto. non condivideva, non del tutto, ma comprenderlo? quello sempre. solo che, una domanda così out of context, era strana. e amalie doveva almeno dargli una spiegazione. «ho incontrato mia madre, oggi» la sua voce si era abbassata a poco più di un sussurro «non maeve»
    amalie
    shapherd
    But tell me,
    did the wind
    sweep you off
    your feet?
    22 y.o.crazy cat lady2043!mabel
    gifs
    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it
     
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    quando Barry aveva aperto gli occhi per la prima volta (quella notte, non nella vita), attorno a lui c'era quasi solo buio. lo spicchio di luna che si intravedeva oltre la finestra della torre non era sufficiente ad illuminare lo spazio intorno a lui — intorno a loro, ma al corvonero non importava. non aveva paura dei mostri aquattati nell'ombra, barrow skylinski: ne aveva già ucciso qualcuno, ed era sempre disponibile a concedere il bis.
    aveva abbassato lo sguardo, subito sveglio, improvvisamente vigile, e l'aveva vista; raggomitolata contro il suo fianco, un lamento lieve e soffocato sulle labbra. non era la prima volta che dormivano insieme, Barry e Amalie, e non lo era nemmeno quel sonno agitato, le lacrime ad imperlare le ciglia sotto gli occhi chiusi «ehi» non l'aveva svegliata, non lo faceva mai. ma se l'era stretta contro un po' più forte, scostandole i capelli dal viso con una carezza «va tutto bene, ams» non era forse quello che ripeteva ogni volta? come se Amalie potesse sentirlo — come se potesse credergli. Barry aveva smesso di crederci da tempo, che andasse davvero tutto bene, forse non l'aveva mai fatto; ma per lei lo skylinski era disposto a fare un'eccezione.
    «barry? sei sveglio??» non si era mai riaddormentato del tutto, nelle ultime due ore, ma sollevare le palpebre questa volta fu più difficile: si ritrovó a fissare i suoi di occhi, altrettanto azzurri, decisamente più sinceri «adesso sì» prese la mano che Amalie gli stava premendo sul petto, intrecciando insieme le dita «un brutto sogno?» sapeva quali ricordi tormentavano la ragazza quando la mente era libera di vagare, e se fosse stato capace di sognare forse anche Barry avrebbe visto le stesse cose — beh, quasi: non aveva dovuto stringere nessuno tra le braccia per un ultimo addio, perché quello a tirare le cuoia era stato lui.
    ma non c'erano sogni, o incubi nelle notti di barrow skylinski, nemmeno ora che aveva dato un taglio alle pasticche e i pensieri erano tornati a scorrergli in testa un po' troppo rapidi, i ricordi un po' troppo vividi.
    «ti devo chiedere una cosa» che a livello di angoscia stava poco sotto ad un 'dobbiamo parlare' «no ams, te l'ho già detto... non ho intenzione di lasciarti per costas motherfucka» doveva essere una battuta per farla sorridere, ma nella voce di Barry era riconoscibile una certa serietà: quel San Valentino Venti Ventidue lo aveva profondamente segnato, e non solo per il limone con il morto. prese l'eyeroll di Amalie come un buon segno, anche se avvertiva ancora la tensione con la quale la ragazza gli si stringeva addosso; a dividerli, solo il cotone della maglia che lei gli aveva rubato prima di addormentarsi entrambi.
    fortuna (per Barry) che la Shaperd, vera Portatrice del Neurone, si era portata dietro una tenda magica dentro la quale trascorrere la notte: faceva lievemente freschino lì alla torre di astronomia, in quel di marzo nella sempre soleggiata e ridente Scozia. fosse stato per il freak, si sarebbero congelati le chiappe prima ancora di sparpagliare vestiti in giro — puntava tutto al calore umano, barrow skylinski.
    «ci pensi mai ai tuoi... ai cooper» nel sentire quel nome che non usava più da tempo, le labbra del corvonero si piegarono in una smorfia. una reazione istintiva, come la mezza risata soffocata che gli sfuggì dalle labbra un istante dopo; difficile dire se più sarcastica o divertita, ma non per Amalie: lei conosceva ogni sfumatura della sua voce, ormai «a loro da vivi o a quando sono morti?» sapeva che non era quella la domanda, ma non poté fare a meno di porla. perché al giorno in cui finalmente erano passati a miglior vita Barry ci pensava spesso: ogni volta che avvertiva il desiderio bruciante di mettersi una pasticca sulla lingua, ogni volta che in una giornata umida gli dolevano le costole lì dove Christoff Cooper gliele aveva spezzate quando era solo un bambino; immaginava quella scintilla di comprensione che si era improvvisamente accesa negli occhi di entrambi, quando i ladri che li avevano legati come salami si erano tolti i passamontagna dal volto. solo a quel punto si erano resi conto che era finita.
    «penso a come sia migliorata la mia vita senza quei due pezzi di merda in circolazione» si sistemò meglio sul sacco a pelo, cercando di mitigare la rabbia nella voce con un colpo di tosse; non voleva che Amalie pensasse fosse rivolto a lei, quel sentimento improvvisamente cupo, capace di rovinare l'atmosfera — magari era il momento buono per proporle di condividere l'unica canna che gli era rimasta dopo la retata. si girò sul fianco destro, osservando così la ragazza negli occhi, dita a tamburellare lievi sul suo fianco «ma non era di loro che volevi parlare, giusto?» come per ogni bravo corvonero che si rispetti, la qualità migliore di barrow era la sagacia.
    «ho incontrato mia madre, oggi» eccallà.
    era finita, lo aveva scoperto.
    si irrigidí (wink wink) accanto a lei, fin troppo rapido nel sollevare il busto appoggiando un gomito sul materassino, occhi celesti ad osservarla colpevoli come quelli di un bambino colto con le mani nella marmellata «senti ams, te lo giuro non l'ho drogata di proposito» stava portando istintivamente le ginocchia piegate a proteggere il ventre? per forza — era la parte più esposta e certo quella che avrebbe più male se Amalie avesse deciso di colpirlo; piuttosto era meglio un pugno in faccia, o al limite un gatto randagio. ne aveva sempre qualcuno da lanciargli dietro all'occorrenza, e l'occorrenza si presentava spesso «ho fatto I brownies ok? non pensavo che li avrebbe mangiati proprio lei, e-» «non maeve» e chi ci pensava più agli Shaperd. li aveva completamente rimossi, Barry, in parte perché Amalie non ne parlava quasi mai, e in parte perché lo skylinski non era proprio tipo da fammi conoscere i tuoi genitori: con Maeve Winston non aveva avuto molta scelta.
    tiró un sospiro di sollievo, lasciandosi ricadere sulla schiena, entrambe le mani tra i capelli biondi. la piacevole sensazione di averla scampata, però, durò poco: era vero che la corvonero non condivideva volentieri informazioni sulle persone che l'avevano cresciuta, e il fatto che volesse parlargliene alle quattro di notte dopo aver avuto un incubo lo mise di nuovo in allarme «non l'avevi già incontrata dopo.. » che sono morto «..quando siamo tornati? » la verità era che Barry non lo sapeva. ad eludere l'argomento la ragazza era stata bravissima, e dopo la dipartita dei Cooper anche lui lo aveva accantonato in una scatola dei brutti ricordi che raramente tornava ad aprire «quanto è andata male? » chiese, infine, passandole un braccio attorno alle spalle così che potesse apooggiarsi nuovamente al suo petto, le dita a giocare con una ciocca di capelli biondi.
    e se c'era da far fuori un altro paio di persone, chi era barrow skylinski per tirarsi indietro, skus.


    barrow
    skylinski
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