Vabbè, random.org, ma che hai deciso.
Anzi.
Sara, ma che hai deciso; dai, basta rimandare l'inevitabile, caccia questa difesa da 1pd e via, chiudiamola qui. Arturo è già durato troppo, ben tre post più di quanto si aspettava -- lo consideriamo ✨ development ✨ siamo tutti molto contenti e felici della crescita, bravo, bravo, addio ciao. Un giorno, poi, imparerà a menare duro con coscienza e senza lasciarsi trascinare dalle emozioni nude e crude, ma non è questo il giorno.
Quello era il giorno delle stranezze inaspettate, come quel duello; per prima cosa, l'aveva iniziato lui -- e già questo; in secondo luogo: aveva accusato un pugno sul fianco e nulla più, per il momento, riuscendo in qualche modo a parare o anticipare tutti i colpi dell'altro Serpeverde. E Mort aveva fatto lo stesso con i suoi -- quasi come se fossero sullo stesso livello, quasi come fossero simili; quasi come fossero più in sintonia di quanto entrambi volessero ammettere. Rabbrividì al solo pensiero, mentre Mort rispondeva alle sue accuse con parole che non facevano che sottolineare quelle di Turo. «Vedi, l'hai fatto di nuovo.» a denti stretti, cercando di contrastare gli attacchi del minore, si trattenne dal sorridere a sua volta: Mort era proprio un deficiente. Formulare quel pensiero non lo stupì, nemmeno in negativo, quando, invece, avrebbe dovuto: ma era solo consapevolezza che prendeva piede nella sua mente, niente più. «Hai aperto la bocca e detto la prima cosa stupida che ti è venuta in mente.» Cioè, secondo lui Arturo era sempre pronto a credere che fossero gli altri nel torto? Arturo voleva avere sempre ragione? Arturo credeva di avere qualcosa in più degli altri?! Quello sì che gli strappò una mezza risata, un verso nasale tra i divertito e il basito: ma quale Arturo conosceva, esattamente?!? «Dovresti proprio chiuder-» e poi niente, il pippone infinito su Alan.
Oh no.
Lo spagnolo socchiuse gli occhi, invocando Merlino e tutti i maghi prima di lui supplicandoli di donargli la forza necessariaper soccombere: fingersi morto avrebbe funzionato, no? Gli avrebbe evitato la storiella da quattro soldi che, altrimenti, gli sarebbe toccato sorbirsi.
Abbassò le spalle e le braccia, ancorando però la presa sugli avambracci del minore e cercando di tirarlo a terra con sé: magari cadendo avrebbe battuto il mento, si sarebbe acciaccato la lingua e avrebbe smesso di parlare. Oh, uno doveva pur sperare in qualcosa.
Poi, nel mezzo di un discorso che non stava davvero ascoltando e che per lo più gli scivolava addosso insieme alle grida di incoraggiamento degli studenti radunati intorno a loro, un pensiero lo colpì in pieno: «ma che problemi avete» sussurrato più a se stesso che non rivolto al Rainey, troppo occupato a percorrere i viali dei ricordi per prestare attenzione a lui. Il plurale era chiaramente riferito a lui e alla Beckham: a pensarci bene, una certa somiglianza la notava ed era tutta nel chiaro ed inequivocabile fatto che fossero entrambi un po' toccati di testa per essere così... così.... assurdi. Cioè, lui era un inetto incapace e disagiato, ma almeno non era uno psicopatico. Lo poteva considerare un punto a suo favore.
Quando Mort si lasciò trascinare a terra, Arturo si permise di sibilare un «finalmente» di sincero gaudio: aveva smesso di monologare come un villain da quattro soldi. O almeno così sperava l'Hendrickson.
Per favore, pensò rivolto al fato (ciao Sara), oneshottami adesso così non devo più sentire la sua fastidiosa vocina da bambino. Magari lo avrebbe accontentato.
O magari (!!), sarebbe arrivata la Queen da un momento all'altro per dividerli e torturarli. Oddio, da quando il pensiero delle torture di Anjelika Queen lo faceva stare meglio? Mort, l'aveva proprio buggato.
Una volta a terra, comunque, cercò di parare il colpo del minore con il proprio avambraccio, e se non fosse arrivato nessuno a separarli (pls, do it) avrebbe provato a ricolpire a sua volta, mirando al naso di Mort con una gomitata.