[PROM '21] a hell of a prom

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    «sei... pronta ad andare a battere???» ma che domande erano.
    sebbene le sopracciglia di Joni tendessero perennemente ad incontrarsi al centro della fronte in un'espressione di sempre profonda perplessità nei confronti del genere umano, a quell'uscita del Grifondoro riuscirono ad inclinarsi ancora di più «per chi mi hai preso, giuliano.» offesa? si, ma evidentemente per il motivo sbagliato «io sono sempre pronta a battere.» tutto chiaro. quando Julian fece auto palpazione indicando la mazza sotto la giacca, Joni allungò la propria di mano per constatare di persona la presenza del bastone e annuì soddisfatta (chiamala scema #cos) «sei stata molto brava anche in finale, io tifavo per voi, le hai allenate davvero bene» se il Grifondoro non avesse indossato di proposito quella stupida giacca natalizia per metterle ansia (-175 giorni, un incubo ricorrente senza fine), lo stupore di Joni davanti a quel complimento sarebbe stato di gran lunga maggiore — e con un briciolo di sospetto in più.
    i complimenti sinceri senza il doppio fine di farla innervosire erano una novità per Julian Bolton, e chiaramente una novità anche per la sedicenne «potevo fare meglio, ma loro sono state fantastiche» perché non bastava rispondere grazie e portare a casa. avrebbe rischiato di mostrargli che quelle parole le avevano fatto piacere, che l'idea stessa di dare la caccia all'uccello gigante con lui le faceva piacere; decisamente un passo troppo lungo per la Peetzah, il cui cervello per proteggersi dal senso di vulnerabilità che le trasmetteva Giuliano la portò a concentrarsi su quella visione celestiale che era Sullivan. aveva assistito alla preparazione, al prodotto finito e confezionato, ma ogni volta era un emozione «proprio bella»
    lo disse con un sospiro, che non portava con sé nemmeno un'ombra di invidia: non si era mai ritenuta carina, joni Peetzah, condizione assolutamente estranea ai suoi problemi — cosa che non poteva dire di swag «bei capelli, Jättelik» corrugò la fronte, osservando i riccioli del norvedese con piu attenzione, scrollando poi le spalle nude «occhio a come ti comporti» quell'ultima postilla la aggiunse sporgendosi verso il ragazzino mettendosi in punta dei piedi (anche con un paio di anfibi era sufficiente), come a voler condividere un segreto. ok che era li anche per proteggere swag da Duolingo, ma Sullivan rimaneva la sua priorità.
    salutò entrambi con un cenno del capo e quando si furono allontanati tornò a rivolgere la sua attenzione a quel babbo Natale sorprendentemente in forma che era il Grifondoro «andiamo Giuliano, è tempo di ricognizione» forse lui non aveva ben chiaro quanto fitto fosse il loro programma, ma Joni si: seguire i #lag da una distanza di sicurezza, controllare che mac stesse bene, dare un'occhiata anche a Dylan e Sana perché non si sa mai, sincerarsi che Thor avesse trovato (e non ancora ucciso) il suo accompagnatore misterioso, passare dal professor Jackson a prendere i soldi per piazzare le scommesse con Jane, altre cose del genere. dopo averlo afferrato per un braccio, forza +2 a stringere con le dita in una morsa letale, la Tassorosso trascinò Julian fino alla postazione del vicepresidente Winston (che se spera ci sia markino a portargli un caffè e qualcosa da mangiare ad una certa ha proprio capito male), dove diede senza esitazione il suo biglietto prima di entrare nella torre.
    first reaction: quasi shock.
    insomma, al secondo prom della sua vita si era già abituata alla teatralità del comitato, e quell'omaggio a Dante (*pandi che va in confusione. png)*) risultava perfettamente nel loro stile «questo dev'essere il tuo, Bolton» si insomma, luci rosse (non il porno. forse), decorazioni rosse, tende rosse... sembrava di stare come in un film di orrore — cit. chefkiss «oh!» cos'era quello??? no, non il banchetto del kissing booth, che cosa gliene frega a Joni (anche se Giacomino era un gran bel pezzo di figliolo, fatto innegabile)! «tirami su non vedo niente» meglio, qualcosa aveva intravisto - la testa di mac, i capelli di Harper, una specie di nano da giardino viola accanto a loro -, ma con la gente in mezzo che si preparava per limonare gratis non riusciva a capire cosa stesse succedendo; rivolse a Julian solo un'occhiata, ma sufficiente: sollevami come Immobile solleva Insigne per picchiare Donnarumma.

    e, a proposito di gigio:
    «cazzofiga oh» sempre sobrio, fine.
    abbassò di qualche centimetro gli occhiali scuri lasciandoli scivolare verso la punta del naso, occhi azzurri puntati verso il banchetto del kissing booth «frà, ma checcazzo» sapeva che giacomino (Dwight) poteva sentirlo anche a quella distanza, perché comunicavano col cuore. cioè hai capito l'infame? mica gliel aveva detto che c'era da vestirsi in un certo modo, che là dentro ci stavano solo persone di classe (ma chi)! tutti agghindati a festa, alcuni con colori discutibili e scelte stilistiche tipiche della totale mancanza di gusto estetico che caratterizzava gli inglesi, e poi c'era lui: bermuda da mare al ginocchio con stampa floreale, infradito classica, petto nudo e ghirlanda di fiori posata sui corti riccioli che aveva in testa.
    in mano c'aveva pure una mezza noce di cocco con tanto di cannuccia arrotolata e stuzzicadenti/ombrellino — vuota, perché era un oggetto di scena e il ragazzo aveva tutta intenzione di riempirla al party spaccandosi con margaritas e bahama mama «te se minga bun, giacomino» scosse la testa spingendo in su gli occhiali scuri con un dito, le spalle larghe a contrarsi per la concentrazione; anche se Dwight si era dimostrato (scemo 💕) poco attento alla questione outfit, rimaneva comunque suo cugino — uno dei suoi preferiti (mica come quell'infame di Ezra che poco prima all'ingresso aveva fatto finta di non conoscerlo). a passo deciso, con uno sciabattare che riportava la mente alle estati in spiaggia al Lido di Margherita, il Linguini si piazzò davanti al banchetto del kissing booth - saltando la fila? unexpected - e con la mano libera strategicamente piazzata dietro al collo di Dwight per impedirgli di scappare gli diede il secondo bacio della serata: Michael Corleone non avrebbe saputo fare di meglio «nessuno ti torcerà un capello finché sarà viva mammà» un sibilo nelle orecchie del cugi, poi gli baciò entrambe le guance per concludere.
    «oooohhh, ma che labbra morbide! che tocco delicato! uuuh che bacio indimenticabile! dovreste provare tutti!» mani sul cuore, sguardo estasiato — sempre libero per feste di compleanno, pensionamento e bar miztvah «non ringraziarmi giacomino» già, grazie di che «scusa motherfucka bacio solo i parenti fino al terzo grado» fece a Costas un bel sorriso, sciabattando un po più in là «aaahh, va bene baloss bacio anche te» ma chi te l'ha chiesto JJ?
    la vera domanda è: c'era bisogno di chiederlo?
    una bella ripassata gratis era quello che serviva anche al concasato, poi se ArturoMaria voleva fare a botte Gigio era pronto: lo avrebbe rivoltato come una nazionale spagnola qualunque che perde ai rigori con l'Italia piu bella del mondo.

    e come è arrivato se ne va, scomparendo in un tip tab
    di infradito

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    JONI: parla con Julian, swag e livy. entra con Julian nei lussuriosi e cerca mac/Dylan/sana etc

    Gigio: mette in imbarazzo Dwight 💕 bacia costas, se ne va
     
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    Livy era già troppo felice, la serata era appena iniziata e lei già si sentiva scoppiare di gioia.
    Dyl e Sana? Stupende, le aveva viste già addentrarsi nell'inferno e non vedeva l'ora di raggiungerle, tanto era certa al 98% di dove le avrebbe ritrovate.
    Thor?? Bellissima, e così carino (!!!) anche il suo accompagnatore, ma come aveva fatto a non notarlo mai nei corridoi?? Però... aveva un che di conosciuto, ma proprio non riusciva ad identificare dove l'avesse già visto (val, che durante le pause degli allenamenti gli fa vedere le foto di clay : "EDDAI DOVRESTI RICORDARTELO")
    Mac così regale tutto bianco, sembrava un principe del ghiaccio!!
    E swag le aveva portato i fiori!! NESSUNO LE AVEVA MAI REGALATO DEI FIORI!!! per di più che si accendevano e spegnevano, erano davvero troppo belli, livy vedendoli si era emozionata e, dopo un primo momento in cui aveva pensato di lasciarli in un vaso a different lodge per non rischiare di rovinarli («ma sono finti, mica gli serve l'acqua» «ma così si concertano* bene!!»), alla fine non ce l'aveva fatta a separarsene, voleva farli vedere a tutti!!, così aveva infilato il mazzolino nella scollatura del vestito e ok, un pochino i fili a formare gli steli le davano fastidio sulla pancia, ma ne valeva la pena.
    Ma la gioia più grande?? più dei fiori??? JONI E JULIAN!!!! Niente, li guardava e il suo sorriso non faceva altro che diventare più grande, erano così belli!!!! Livy non l'avrebbe mai detto ad alta voce, per non spaventarli e non sembrare troppo invadente, ma ovvio che nella sua magica sfera dei desideri, il matrimonio dei jujoni fosse uno dei suoi film preferiti da guardare prima di andare a dormire. In alcune versioni del (copione, perchè sono letteralmente filmini mentali) sogno lei era la damigella d'onore di joni, in altri la testimone di julian, nella sua versione preferita invece era entrambi perchè ... beh, era sempre frutto della sua immaginazione, la cosa bella era proprio poter far andare le cose come voleva!!
    «ma no ti pare Bolton! Papà accetta solo le vergini» e livy mica era una sprovveduta: si era informata prima di agire. una willow beckham, ad esempio, al ballo non l'avrebbe mai invitata perchè a) non aveva i capelli ricci come piacevano a lei e b) i suoi riti sacrificali non avevano regole ben delineate. Quelli del dio ikea invece si, quindi prima di agire si era accertata che non corresse alcun pericolo!! «Livy è gemelli, non vergine» Suo fratello invece non aveva fatto bene i compiti a casa, ma la ragazza non poteva biasimarlo, del resto non era stato lui ad aver invitato swag «ma il segno zodiacale non c'entra!» e rise, la hawkins, perchè era tanto felice in generale, ma in quel momento ancor di più, investita dalla consapevolezza del fatto che fosse proprio bello avere finalmente un fratello a preoccuparsi davvero per lei «ma tranquillo che io..» ma come si diceva in inglese?? «bum bum l'ho già fatto, non corro rischi bro ♡» e poi si alzò ancor di più sulle punte, per quanto fosse possibile con i tacchi che indossava (??), per stampare un bacino sulla guancia del fratello prima di andar via. O probabilmente non ci riuscì, e le servì l'aiuto di joni o swag per farsi alzare, come insigne con immobile per dare un coppino carico d'amore a donnarumma. «entriamo ci becchiamo dopo ciaooo» bacino anche a joni, occhiolino tattico a julian, stretta di mano a swag per portarlo via di lì e lasciare i due piccioncini da soli.

    «sembri un abat-jour»
    proprio come mac la lampada da cui era vestita, indie si illuminò: era davvero tutto più chiaro
    «a mia madre sono sempre piaciuti di più gli oggetti d'arredamento» di sua figlia: il fatto che avesse tentato di trasformarla in uno di loro con quel vestito? aveva proprio senso. E finchè si trattava di abiti e non di un incantesimo vero di trasfigurazione, indie poteva pure accettarlo dai. soprattutto se tal vestito le faceva ottenere un complimento da jane darko
    La stanza dei lussuriosi non era tra le sue preferite - kissing booth? rosso e luci soffuse??? not her cup of tea - ma se la sua accompagnatrice voleva rimaner lì, chi era indie per dire qualcosa in merito? e poi... mai lo avrebbe ammesso, nemmeno a sè stessa, ma forse giusto un pochino il drama era interessante. O forse era grazie al punto di vista nuovo sull'argomento, e sul mondo in generale, che le aveva offerto jane qualche mese prima, i tempi in cui avevano iniziato a parlare su twitter «se non mi danno il drama che mi merito, prima di lasciare scuola, la brucio» ti aiuto volentieri, perchè lei hogwarts l'aveva sempre odiata un po'. un po' tanto. «con l'aiuto di un pirocineta o old school, con le taniche di benzina?» sembrava una domanda casuale, ironica, ma in realtà il suo era sincero interesse: sarebbe stato comodo avere un taccuino come quello di jane in quel momento, per prendere appunti. E poi e pooooi: eccolo il drama che voleva «non possiamo passare avanti ora» no perchè «perdersi arturomaria che sviene sarebbe una tragedia» a indie non fregava nulla del quidditch, quindi meh mica lo considerava il suo capitano. e poi boh, grazie a nice conosceva tutti gli struggle d'amore e le pare inutili che quel ragazzo si faceva, indie l'aveva trovato sempre un po' scemo perchè dall'altro lato aveva una persona pronta a buttarsi su di lui - più di quanto già non facesse. - al primo semplice cenno del capo. Il fatto che fossero lì al prom insieme era una svolta vera.
    Che costas fosse finito allo stand del kissing booth era ancora più divertente.

    Dopo aver salutato twat con un bel dito medio («non sapevo si dicesse così in norvegese!!!!!» però lo special era proprio bello quella sera quindi ovvio che quel complimento se lo fosse meritato tutto, le era bastata la frase di swag e TAC lei si era messa ad agitare il dito medio verso di lui!!!) e scattato la foto di rito al photo booth, ecco che livy rimase estasiata dal primo girone: era tutto rosso!! «COME ME!!!» cioè vabbè bellissimo, poteva piroettare nella stanza e le luci avrebbero abbracciato il suo abito con delicatezza, facendola sembrare parte integrante della stanza: era troppo felice. «vuoi ballare??» del resto era quello che lei gli aveva promesso nel promposal!! «uH MA QUELLO È UN..- (o) stand -..BARACCHINO DEI BACI????» NO VABBÈ TROPPO BELLO «non ne avevo mai visto uno dal vivo!! solo in un film» che, pensandoci «ha come protagonista un ragazzo similissimo a julian, TU L'HAI VISTO? È su nectflis!!» da quando markino aveva aggiunto un profilo tutto per lei (!!!) nel suo account, la hawkins aveva recuperato davvero tantissimi bei film, romantici come piacevano a lei!!
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    livy: è con swag, parla con julian e joni, saluta twat, entrano nel girone dei lussuriosi
    indie: è vicina al kissing booth con jane, fitz e cj??
     
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    Alcune volte, in quel pozzo nero che era la sua anima, sentiva di provare qualcosa nei confronti di gideon che non fosse solo il desiderio di dargli schiaffi, un qualcosa simile all'affetto.
    «magari è cambiato ed è sincero??» Poi però se ne usciva con cagate simili, e willow si pentiva di tutto: ma perchè erano diventati amici invece che ucciderlo accidentalmente durante uno dei riti per togliergli il malocchio? "non abbiamo riserve", risuonava la voce del cap nella sua testa. Ma ora le riserve le avevano, giovani fanciulli sulle loro panchine a fargli da schiavi portando l'acqua nei momenti di bisogno e pulendo il campo a fine allenamento, quindi stai all'erta gedeò (♡) «a volte mi stupisci» per il suo buon cuore? «sei proprio scemo» Willow non ci credeva nei redemption arc, perchè mai qualcuno avrebbe dovuto attraversarne uno quando esser cattivi era così bello?? O eri scemo o eri scemo. O forse aveva ragione gid, e ad esser scemo era proprio mort e non lui... nah, rimaneva della sua idea, era gedeone l'ingenuo e mortino invece quello che voleva le botte.
    «Melvin hai mica un guinzaglio in più?? No eh?» anche gideon ne voleva un po', a quanto pare «questi kink li dovresti riservare per la tua fidanzata» cioè boh, stava con una stupenda come narah e poi parlava di BSDM con mac e voleva mettere il guinzaglio a lei: un ingrato.
    Con il cuore pesante ma anche tanto orgoglioso nel vederlo prender l'iniziativa, will assecondò la richiesta di mac ( «solo perchè sei tu») e sperò nel meglio, e cioè un mort rainey con un trauma cranico grazie a una mazzata di mac. mica le era sfuggita la protuberanza sospetta di julian, e l'aveva capito subito che si trattasse di una mazza estranea. Sperava proprio che anche il raggio di sole decidesse di passare al lato oscuro, del resto erano all'inferno e l'influenza negativa del trio degli oscuratori a daremyland doveva pur avergli lasciato qualcosa, no??
    deadpan come al suo solito scattò la foto con un euforico gid e una callie ancora più euforica dietro l'obiettivo, e poi... «non ci siamo» sapeva che all'inferno ci fossero anche loro, ma a willow non piacevano: il rosso della passione era un affronto al vero RossoTM, quello del sangue «stiamo lontani dalle luci .» su questo concordava: piuttosto si sarebbe ammazzata. «secondo te si vince qualcosa oltre la mono?» finalmente una domanda interessante!! «malattie esantematiche, difterite, tubercolosi, adenovirus di faringiti, herpes, streptococco, pertosse....» erano davvero tanti gli effetti collaterali di un bacio «ma se vado lì posso solo baciare o accettano anche i pugni?» Non sarebbe stato male colpire costanzo, solo per passare il tempo. [inserire-qui-meme-barbieri.jpg] «chiedo»
    E poi niente, occhio vigile a controllare la situazione mort-harper-mac, anche se era bassa e ci vedeva poco. A breve forse anche lei si sarebbe arrampicata sulle spalle di gid, anche se avrebbe significato ammettere che sì, forse un pochino si pentiva di non aver indossato i tacchi che gli aveva preso il ragazzo - anche perchè si trasformavano in un arma!!! se solo il mcpherson gliel'avesse detto prima!!! «comunque questa stanza non mi piace.» già detto quel rosso fosse un eresia?? «voglio arrivare a quelle dei peccati seri»

    «'mbapì» accolse così il ritorno di suo cugino: con un bel coppino sul collo «me li ridai tu i soldi» come se non avesse almeno un centinaio (ad esser tirati.) di euro di debito con ogni singolo membro della famiglia. Ma lu era fatta così: accumulava cinque euro alla volta, e poi semplicemente sperava che nel corso degli anni se ne dimenticassero. Quando aveva visto la luce poggiarsi su sul suo cuginetto e portarlo al kissing booth («cioè ste cose esistono davvero?? pensavo fossero americanate da film»), lu aveva afferrato lo studente più vicino e gli aveva offerto una scommessa: "dwight non riceverà più di due baci" Voleva bene a giacomino, sangue del suo sangue, ma quando si trattava del gioco lu - o crez, come aveva scelto di farsi chiamare in inghilterra + il documento falso che si era dovuta procurare per entrare alla bet o al bingo perchè, shock, chiedevano i documenti????? per lei che i soldi nelle slot machine aveva iniziato a buttarli a tredici anni con le banconote da 20 che le dava la nonna per comprarsi il gelato, era stato un trauma - non guardava in faccia nessuno. E conosceva le sue pecore, quindi le era sembrata la scommessa perfetta, un incasso facile, ed invece.
    Dwight già l'aveva stupita tanto presentandosi con una ragazza al guinzaglio, ci si metteva pure gigio a rovinare i suoi piani ora?? «sai cosa c'ha grosso giacomino??» oltre all'animo ed alla passione per i film? «il c..» «cuore!» no «caZZO!» nO «il culo» e no, non quelli che piacevano al motherfucka - poteva anche esser arrivata lì da poco, la linguini, ma si era informata in fretta «è troppo sculato, ma perchè non me lo sono mai portato con me a giocare alle virtuali » quanti soldi persi...
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    willow: è nel girone dei lussuriosi con gid, parla con lui e...basta? osserva #wat
    lu imbucata
    + harper la scrivo dopo, richiede troppa fatica.
     
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    Aveva un segreto, Thursday De Thirteenth. Un segreto così segreto che non aveva confessato neanche alle sue migliori amiche. Un segreto così segreto che aveva persino fatto passare in secondo piano l’aver perso la finale contro quelle cariatidi dei Corvonero. Thor… non odiava completamente l’idea di andare al prom. Non che le piacesse, sia chiaro, ma, nella lista di cose che la infastidivano, era molto in fondo, quasi sul limitare che le separava da quelle che, al contrario, apprezzava. Insomma, forse Dylan non aveva poi tutti i torti quando sosteneva che lei, in quanto a cinnamon roll, sembrasse solo pronta a uccidere, ma che, in realtà, lo fosse davvero, sotto sotto. Molto sotto, chiaramente, tuttavia era così: coperto da strati e strati di rabbia, aggressività e, naturalmente, violenza, Thor nascondeva un cuoricino alla cannella tenero e profumato. Le veniva da vomitare al solo pensiero, ma non poteva farci nulla. Una parte di lei non poteva non pensare al prom. Con ansia, certo, ma ci pensava.
    «Quindi voi mi abbandonate? Tutte non era melodrammatica, ma, cosa decisamente preoccupante, non era neanche incazzata. Thor era incredula e… un po’ ferita. Se ne vergognò all’istante, sentendosi terribilmente egoista. «Scusate…» farfugliò ad occhi bassi, sentendosi il viso andare a fuoco per l’imbarazzo. «Non volevo fare la stronza… o l’invidiosa…» per sottolineare il concetto fece una smorfia schifata. «Però… davvero… siete tutte accoppiate!! Io come faccio?»
    ***
    «… perché non sto zitta?» si buttò a faccia in giù sul letto, tirando in mezzo alla stanza la busta. Sapeva che qualcuno, o meglio, Dylan o Livy, l’avrebbero afferrata al volo, senza lasciarle nemmeno il tempo di toccare il pavimento. «Non avevo detto che non volevo andare al prom da sola! Dicevo solo che… avrei voluto andarci con voi…!» spiegò con il viso affondando nel cuscino, per poi emettere un verso brontoloso. Non solo non sarebbe andata con le sue amiche, ma avrebbe dovuto sopportare uno sconosciuto. D’accordo, in realtà quel nome aveva un che di famigliare, o qualcosa del genere, ma Thor non riuscì a ricollegarlo. Chi cavolo era Clay?!
    ***
    Nessuno doveva osare dire che si era opposta ai preparativi per il prom. Non solo aveva ceduto al giro di folle shopping di Dyl, Sana e Livy, trascinandosi insieme a Joni tra lamentele e sbuffi vari, ma adesso aveva persino sfondato la porta (aperta) del bagno per tirare fuori la Peetzah e… «MA SEI BELLISSIMA!!» Le sorrise, entusiasta, per poi guardare anche le altre tre. In realtà era tutto il pomeriggio che le rimirava farsi belle, senza neanche sforzarsi di nascondere il sorriso. Con le sue amiche poteva essere sé stessa, quindi non aveva paura di ammirarle e di essere orgogliosa di loro. Certo, erano stupende con o senza quei vestiti scomodissimi e quel trucco e parrucco complicato, però doveva ammettere che tutte quelle diavolerie da femmina le facevano risplendere ancora di più. Questo, chiaramente, non comprendeva lei: si era già sforzata fin troppo nel comprare un abito semi-elegante che, già lo sapeva, la avrebbe fatta sentire terribilmente a disagio – era stata irremovibile, invece, sulle scarpe: mai e poi mai si sarebbe messa dei trampoli alias tacchi –, cosa volevano di più? Anche perché, Thor lo sapeva bene, non è che ci fosse molto da lavorare. Il suo non era neanche il viso, e l’aspetto, di una bambina: sembrava un ragazzino, in tutto e per tutto. Un maschio. Quindi perché sforzarsi?! Pensava quindi di essersela scampata, ma, dopo aver fatto uscire Joni dalla sua tana, se le trovò addosso tutte, capeggiate ovviamente da Dylan. «RAWWW RAWWW RAWWWW! LASCIATEMIII!!!»
    ***
    Più si avvicinavano al Lago Nero, più il batticuore aumentava. Sebbene cercasse di fingere che sarebbero rimaste per tutta la serata così, tutte e cinque insieme, sapeva che presto, molto presto, avrebbe dovuto fare i conti con la realtà. Un passo dopo l’altro la torre in mezzo al lago si fece sempre più grande e alla fine accadde. Si sforzò di sorridere, salutandole, mentre però sentiva il magone chiuderle la gola: Sana e Dylan, mano nella mano, erano già pronte a saltellare verso il buffet; Julian e la sua mazza aspettavano Joni vestiti da Babbo Natale; e Swag e Livy… erano dei fiori quelli? Era felice per le sue amiche, lo era davvero, ma questa scena le sembrò un’istantanea di quella che, da quel momento in avanti, sarebbe stata la sua vita: lei sola e le sue amiche lontane, perché impegnate e prese da altro e da altri. Odiava l’invidia e la gelosia, tra i mali peggiori del mondo, quindi si sentiva da schifo a fare quei pensieri. Ma era pur sempre una sedicenne che, per la prima volta, non poteva godere del calore, e della protezione, delle persone che più amava al mondo, insieme ai suoi fratelli.
    Ecco, a proposito di fratelli: SANDY E JOEY! F-I-N-A-L-M-E-N-T-E!! Non era una psycho shipper, ma quei due avevano davvero, davvero rotto. Si guardò intorno, finché non li vide. A passo deciso, per non dire correndo, si avviò verso di loro, giusto in tempo per sentire quel deficiente di suo fratello dire qualcosa tipo: «se vuoi aspettare la tua squadra, non è un problema; dimmi tu.» «… EH? Sandra, ma sei scemo??!» lo apostrofò, sgranando gli occhi. «Joey, tu che sei più intelligente,» forse, «gli vuoi dire che al prom ci siete venuti insieme? Tu e lui? Voi due? Non siete qui per stare con altri o per picchiare Rainey. MUOVETE IL CULO ED ENTRATE!!» Tornò a guardare Sandy e gli fece il gesto di Ti-presento-i-miei tm, alias non-ti-staccherò-gli-occhi-di-dosso-neanche-per-un-attimo. Ebbene sì, non l’aveva fatto a Julian, anche se ovviamente l’intenzione c’era, ma a suo fratello sì. Persino lei, che vomitava al solo pensiero, si era accorta della tensione tra Joey e Sandy!!! Dovevano consumarla.
    Diede un coppino a suo fratello, o meglio, ci provò, visto che non è che ci arrivasse poi così tanto bene, quindi, com’era arrivata, si allontanò, già diretta verso l’ingresso della torre. Stava quasi per entrare quando un brivido le attraversò la schiena. Lì, da qualche parte, doveva esserci il suo accompagnatore. Doveva… cercarlo? Ma non poteva essere lui a cercare lei?! Magari era già entrato… che stronzo, però! Senza neanche aspettarla! Tentennò un attimo, poi decise di dargli il beneficio del dubbio. Anzi, si sforzò persino di spremere le meningi: possibile che non sapesse chi fosse Clay? E allora perché quel nome le diceva qualcosa? Prese a camminare e per poco non andò a sbattere contro un ragazzino. «TU!!» gli urlò in faccia, fissandolo mezza spiritata. «TU SEI L’AMICO DI VAL!!!» Lo prese per le spalle, scuotendolo. «TU… sei Clay?» Da spiritata, la sua espressione scivolò prima verso la sorpresa, poi il disappunto. Ecco perché il nome le era familiare. Quante volte Val aveva sventolato davanti alle facce stanche di tutta la squadra, dopo un allenamento, una foto magica di quel ragazzino? Sì, lo era anche lei, è vero, ma lui lo era ancora di più. «Devo farti da babysitter insomma…» sbuffò e arrossì, facendo una smorfia. «Almeno sei giallo, sei molto Tasso… e anche un po’ un'ape.» cercò di autoconvincersi, facendogli un mezzo sorriso. «Quindi… i tuoi amici non ci sono, eh?» Dentro, Thor stava morendo di imbarazzo. Probabilmente, anzi, sicuramente da lì a breve entrambi avrebbero preferito annegare nel Lago Nero che passare la serata in compagnia dell’altro, ma di una cosa era certa: non avrebbe abbandonato Clay da solo perché sapeva cosa significava esserlo. Anche lei, dopotutto, era senza le sue amiche. Con lo special aveva ben poco da spartire, ma in mezzo a quella tempesta di rabbia Thor nascondeva il suo cuore di cannella. «Entriamo e vediamo che cosa si è inventato il comitato!» Quindi, senza aspettare una risposta, trascinò dentro il ragazzino.
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    Piagnucola tra sé e sé perché tutte le sue amiche sono con qualcuno e l'hanno smollata al suo triste destino, infastidisce Sandy e Joey, recupera Clay e con lui entra nel primo girone.


    Edited by god(dess) of thunder. - 19/7/2021, 19:35
     
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    «buongiorno anche a te, principessa» replicò in tono derisorio e rilassato, arcuando un sopracciglio ed indicando con l’indice l’auricolare al proprio orecchio. Mimò un twat nome ed aggettivo, spostando distratta gli occhi azzurri dall’uno all’altro dei compagni nel tentativo di non perdersi nulla. «ash pioverà sul tuo cammino quando meno lo vorrai, quindi ti conviene iniziare ad entrare. Noi siamo al primo girone, muoviti o ti perdi la parte divertente.» non poteva davvero chiudergli il telefono in faccia o chiudere la conversazione, ma nulla nel tono di Jane lasciava intendere potesse esserci un seguito. «non possiamo passare avanti ora. perdersi arturomaria che sviene sarebbe una tragedia» Era esattamente (proprio letteralmente, nella linea temporale in cui Sara non perdeva post) quello che aveva pensato anche lei, e sorrise complice cercando con lo sguardo il capitano dei Serpeverde. «svenimento sarebbe troppo estremo, ho tre opzioni: - alzò un dito per ciascuna delle possibilità, senza mai perdere di vista il magico duo. - fuga tattica alla Cenerentola di Mezzanotte perché pensavo ci fosse qualcosa fra noi MI HAI TRADITO…... opzione b. si rifugerà nei piaceri dell’alcool – duh, si, abbiamo visto tutti i prof correggerli, ciao bro – e piangerà o farà qualcosa di estremamente stupido un sogno. Ultima opzione? cantare qualcosa di pablo meneguzzi.» quella si concludeva da sè senza ulteriori spiegazioni, e sorrise soddisfatta. «ho un capitolo su di loro» confessò, recuperando sistemandosi in modo da essere in pole position ed invitando Indie a fare lo stesso. «peccato a questo piano non ci siano pop corn» priorità.

    Sospirò melodrammatica quando una luce, una LUCE!, si mosse nella loro direzione. Melvin Diesel non credeva nelle coincidenze: credeva nel destino, nelle stelle, nei raggi divini che apparivano dal nulla seguendo il tuo compagno di prom fino a illuminarlo d’immenso. «sei un prescelto» c’erano ammirazione e devozione nel tono di Vin, che – ovviamente – non comprese cosa significasse, fino a che il Volere non ammiccò loro indicando il kissing booth (come in che senso? Non lo so, ma fingiamo per un attimo che abbia senso, senza farci troppe domande) demandando Dwight come vittima sacrificale. Unì le mani e le posò sotto il mento, sorridendo estasiata allo special ed a Costas: troppo bello.
    (mio dio aiuto è terribile)
    Mentre un tipo in ciabatte sbaciucchiava Dwight, Melvin piroettò verso il Motherfucka salutandolo entusiasta. «CIAO COSTAS SONO MELVIN COME SEI CARINO STASERA BRAVO TURO è PROPRIO FORTUNATO» gli prese le guanciotte da Quinto Anno TM fra le mani, e si sporse per dargli un bacino affettuoso. I baci, per Melvin, erano un po’ come il brofist o una stretta di mano per chiunque altro, quindi era proprio felice del kissing booth: finalmente il suo time to rise and shine. Tornò poi dal suo accompagnatore, chinandosi in avanti per schioccargli un bacio sulla guancia. «STAI ANDANDO BENISSIMO!!!» tifo cheerleader: +1

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    JANE: parla con indie e si mette in pole position per spiare i coturo

    MELVIN: BACINI A COSTAS E DWIGHT!!!
     
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    CJ, felicemente ignaro di ciò che accadeva attorno a sé, sedeva su uno dei cuscini che decoravano la stanza sorseggiando qualcosa dal dubbio gusto che sapeva tanto di benza di Spaco.
    (perché la era)
    «speravo che almeno il barrow fosse meno tirchio» e invece. Passò la lingua sull’arcata superiore dei denti, annusando il contenuto di uno dei bicchieri prima di porgerlo a Fitz. «non assicuro sul sapore, ma almeno non puzza di rimpianto e tristezza quanto il resto» bisognava accontentarsi delle piccole cose.

    Nel mentre, Mckenzie valutava l’idea di immergersi in una delle bevande offerte dal Girone ed offrirsi una serata degna di essere chiamata tale, ovverosia dimenticata l’alba successiva, ma si obbligava a rimanere lucido per una serie di motivazioni che andavano dal pudore personale, al se devo commettere un omicidio preferisco ricordarlo - cose del genere. La pazienza era la virtù dei forti, e di chi era troppo pigro per fare una scelta.
    Quindi, invece di inquadrare il tavolino con gli (an)alcolici donando all’obiettivo un’aura dorata e promettente, torniamo alla cruda realtà dei colori freddi dei nostri protagonisti preferiti. Attiviamo l’audio? Sicuri? Ok.
    You had me at «tuo fratello» and you lost me at «mi cerca, sempre, è come se non sapesse stare senza di me» Ascoltò, e riascoltò, quella frase, un paio di volte, prima di rendersi conto che il Rainey fosse serio – per quanto serio potesse apparire un Mort(o che cammina.) - e decidere di lasciare che giungesse in superficie un vago sorriso divertito ed incredulo. Non ricordava proprio così la storia, anzi, a voler essere onesti, rimembrava l’esatto contrario, ed era piuttosto certo che tutti i presenti fossero a conoscenza di come fossero andate le cose fra loro negli ultimi mesi. Anche senza sapere i fatti, bastava conoscere Mac per sapere che, in generale, si sarebbe tagliato un dito piuttosto che avvicinarsi a chiunque, figurarsi nello specifico qualcuno come Mort Rainey. L’unica cosa che Mckenzie Leighton Hale cercava on a daily basis era la voglia di vivere, quindi insomma. Inspirò e trattenne il fiato quando gli toccò la giacca, ignorando il primo istinto di ritrarsi perché sarebbe stato incoerente e stupido visto che era stato il primo a violare gli spazi personali del Cercatore, ma era… beh, Mac era incoerente e stupido, ed accettava solo quello che concedeva in prima persona, per cui si permise di irrigidirsi ed anziché spingerlo, stringere plastico i pugni lungo i fianchi. Visto? Miglioramenti. Ed era stato perfino, perfino!, disposto ad ascoltarlo, pur sapendo avesse la tendenza a parlare troppo - così tanto da sconvolgerlo il fatto che non fosse mai riuscito a ingoiare il boccino come Beh, visto che aveva sempre la bocca aperta; a suo favore, fosse stato nel boccino, anche lui si sarebbe lanciato nelle mani di un avversario, quindi forse era giustificato – e dire una marea di minchiate, fino a che «se volevi venire al ballo con me potevi chiedermelo, non mi sembra il caso, ora, di fare scenate»: fu un po’ estremo anche per lui.
    E le cazzate continuarono, abbastanza da far pensare al Corvonero che Mortino non avesse capito il proprio girone – l’unica cosa violenta che aveva, erano le botte che aveva preso da bambino cadendo dal seggiolone – e pensasse di essere in quello dei buffoni.
    Dei ciarlatani. Dei bugiardi. «il bianco ti dona» concesse, gentile e morbido.
    Lo ascoltò, permettendo al proprio sorriso di farsi triste e pietoso fino a sparire completamente. Il compatimento, però, era ben visibile negli occhi chiari dell’Hale, mentre squadrava dal basso verso l’alto il ragazzo. Ad Harper rivolse un’occhiata di scuse, perché ci aveva provato, ok, ma non era colpa sua se il suo accompagnatore era un FALSO BUGIARDO MANIPOLATORE E NON SI MERITAVA UN CAZZO.
    Quindi, disse quello che pensava mai avrebbe detto a Mort Rainey: «hai ragione» per un istante, esitò. Una parte di lui, quella più logica e machiavellica, avrebbe voluto dargli ragione su tutto, perché sapeva che se fosse stato vero, sarebbe stato tutto più semplice. Se avesse detto, o fatto credere, ad Harper che quanto detto dal Serpeverde fosse vero, sapeva che sua sorella avrebbe … rinunciato, sempre che di rinuncia si potesse parlare (e non si poteva.) alla sua serata con Mort Rainey – ed avrebbe salvato il prom di App.
    Ma.
    Non sapeva mentire ad Harper, non così, ed in ogni caso, sarebbe stato poco credibile agli occhi di qualcuno che lo conosceva quanto lei: Harper Hale sapeva Mac avesse degli ✨ standard ✨.
    «ho commesso un errore da principiante» corrugò le sopracciglia inumidendo le labbra. «a mio favore, pensavo davvero conoscessi il significato del termine “dignità”» un mezzo sorriso, e fece spallucce. «scusami. Preferisci che te lo scriva, o se te lo spiego riesci a ricordarlo?»

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    CJ: beve e offre da bere a Fitz


    MAC: risponde solo a mortino
     
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    Il suono della sirena vi assorda ma vi comunica anche che il momento di gloria (ma neanche troppo) dei due ragazzi è terminato. Siete pregati di lasciare il posto a due nuovi soggetti!!
    Chi saranno i due nuovi fortunati? Le luci sembrano impazzire come la prima volta e si fermano rispettivamente una su EZRA segui la luce e non quella della salvezza ma verso la perversione o semplicemente sul palco dove verrai riempito di baci (forse). Il secondo fortunato è MCKENZIE, è il tuo momento!! Avvicinati allo stand e fatti travolgere dai baci.
    Divertitevi 💜





    Diamo qualche spiegazione:
    In off, non è obbligatorio postare per il pg che viene baciato ma al contrario chi andrà a baciarli dovrà fare il post.
    I pg non sono mascherati quindi sapranno chi li sta baciando e non dovete per forza baciarli sulla bocca ma insomma è consigliato <3
    I prescelti staranno allo stand 4/5 giorni e chiunque voglia baciarli può farlo anche più di una volta, ma rispettate la fila (Sempre che ci sia)

    In on i soggetti staranno allo stand mezz'ora ( ma potrebbe cambiare) e potrebbero anche non essere d'accordo di andare ma il fato ha deciso per loro e sono obbligati a farlo anche contro la loro volontà.

    Non penso sia tutto, ma in caso di domande non esitate a chiedere e magari ci sarà qualcuno del comitato che mi aiuterà a rispondervi :)

    Buon ballo a tutti <3


    Si non ho cambiato praticamente niente ..
     
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    ok Barry lo aveva lasciato solo.
    un ragazzino nella media e dall'aspetto anonimo se non fosse stato per il completo giallo senape e la camicia con la stampa a fiori; dava leggermente nell'occhio, nonostante fosse proprio quello che clay avrebbe dovuto non fare, e iniziava a tremargli il ginocchio destro. nei momenti di panico, e bisogna dire che non ne affrontava molti, quello era il primo segnale di pericolo.
    non sapeva nemmeno come cavolo andarsene, perché lo aveva fatto entrare Jess di straforo e poi si era accomiatata con un 'ci vediamo alla mezzanotte!' — ok, ma se fosse voluto scappare via prima? era in trappola!!! non poteva né (scendere) uscire da Hogwarts né (salire) entrare nella Torre, perché già sapeva che di fronte al signore figo che controllava i biglietti avrebbe vuotato il sacco.
    «TU!!» oh no
    OH NO LO AVEVANO SCOPERTO
    aveva della droga in tasca? no, ma si sentì esattamente così, clay, un criminale colto sul fatto ancora con le mani nella marmellata (?). il salto che fece su se stesso non fu affatto mascolino e virile, ma a quel punto di sembrare un moccioso non gli importava: anzi magari qualcuno si sarebbe intenerito (me lo correggeva con incenerito aiut) e lo avrebbe cullato con tanto di bacio in fronte «NON HO FATTO NIENTE LO GIURO SIGNORA (I LIMONIIII)» solo che non era una signora, ma una ragazza super carina che gli arrivava al mento «TU SEI L’AMICO DI VAL!!! TU… sei Clay?» nonostante lo stesse scuotendo come Florenzi a chiellini nel post partita (MA QUALE CALMAAAAHHHHH - cit.), clay si ritrovò a sorridere beone «a-a-a-w-w-w h-ha p-pa-parla-t-to d-di m-m-me???» le priorità sono chiare.
    quando finalmente Thor lo lasciò andare, il (quasi) quindicenne ebbe modo di osservare la ragazza dalla testa ai piedi, le mani a premere sulle labbra «oddioa tu sei... UNA DELLE FURIE???» sguardo incazzoso, piccoletta, capelli rossi, anche Val nel descrivere la squadra delle tasse era stato molto dettagliato (anche se clay vera a tutti i costi conoscere quella con i capelli rosa, troppo fighi) «mi piace un sacco il tuo completo, sei davvero molto carina»
    clay gentiluomo sempre, aò.
    «Devo farti da babysitter insomma…» a quel punto clay scosse la testa, portandosi una mano tra i capelli mossi, la mancina a sistemare contemporaneamente il bavero della giacca «so badare a me stesso» cosa «e farò di tutto perche passi una bella serata! » davvero eh; e sperava anche che fosse lo stesso per Thor, perché ormai erano li e tanto valeva divertirsi. si strinse nelle spalle quando la de13 accennò a Ross, Val e Giggino, offrendole un braccio cosi che lei potesse passarci sotto il suo «va benissimo anche così, no? » solo che Thor non gli diede nemmeno il tempo per capire se il sorrisetto marpione™ avesse funzionato (no): strattonandolo con tutta la delicatezza di questo mondo (assolutamente nessuna)(ma non gli dà fastidio, dopo Heather ha un po il kink dell'essere trattato come una pezza), si trascinò il Morales all'interno, dove luci rosse e ovattate lo costrinsero a sollevare lo sguardo con espressione colma di fascino «vabbe ma che figo!!» aaahh c'era anche il kissing booth come nei film! «vuoi ballare? cioè solo se ti va, io sono scarsissimo ma questa canzone è davvero top» già innamorato della playlist, top.

    «oh, ditelo se dobbiamo lasciarvi soli eh» a mac e mort, i nuovi #locatella «io e Harper possiamo andare a ballare nel caso» e sollevò un sopracciglio rivolgendosi alla rossa, Barry, già leggermente pieno a nemmeno 10 minuti dall'inizio del prom.
    prossimo step:
    IMG-20210713-190448

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    clay: entra con thor, girone lussuriosi, le chiede se vuole ballare ❤

    Barry: pieno come Vittoria Ferragni-Lucia in qualunque foto
     
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    In tutta onestà? Era arrivato oltremodo in ritardo e non gliene poteva fottere di meno. Dai, andiamo, quando avevano rapito Giacomino e Gin per chiuderli nei Lab non aveva alzato un sopracciglio e loro erano sangue di parte del suo sangue, avevano condiviso più o meno tutto nella vita e comunque non si era reso conto (non aveva voluto rendersi conto) della loro assenza. Qualche insulto qui, qualche trimone lì ed era finita come al solito a tarallucci e vino. Per questo motivo, se Kallistos avesse avuto l’ardire di fargli notare il suo mancato rispetto dell’orario previsto (st’ingrato, già è tanto si fosse presentato), oltre a fare spallucce avrebbe fatto quello che faceva sempre: accampare qualche scusa, dire che non aveva cambiato l’orario al suo orologio, il jet leg (eh, un’ora indietro si fa sentire, non è abituato a questi cambi pazzeschi) e se fosse emerso che non portava nulla al polso, se non qualche bracciale frutto di viaggi ormai dimenticati, avrebbe fatto in modo di recuperarne uno. Mica lo chiamavano “o’ zingaro” tanto per, era un soprannome che si era conquistato con anni e anni di esperienza e cattive frequentazioni (Romolo e Remo tra tutte).
    Quel prom lo aveva spiazzato: era arrivato il giorno prima, il preside non c’era e per qualche strano motivo non era possibile smistarlo, era stato addirittura invitato a una festa. Roba che a Bei Bastioni o le organizzavano i Linguini o venivano sabotate dai Linguini. Non c’erano molte alternative, soprattutto quando dovevano dar filo da torcere a quelle merde francesi, ma questa è tutta un’altra storia.
    Non aveva idea di cosa indossare ed era certo che Giacomino, sicuramente più navigato di loro in quel di Scozia, non avrebbe saputo dare un solo consiglio utile che non fosse stato estrapolato da qualche film o serie televisiva. Oh, Giacomino aveva con loro un grosso, grossissimo debito, roba che avevano messo a ferro e fuoco mezza Francia per l’oltraggio subito e, se non fosse stato per l’intervento non richiesto del Nott – nonché l’uomo che aveva solo contribuito a metterlo al mondo per poi svignarsela con la prima figa che passava quando era stata annunciata la gravidanza di sua madre – sarebbe tornato a Canosa per finire i suoi studi così come li aveva iniziati: con la nonna e la sua cucchiarella sulle mani ogni volta che sbagliava a scrivere.
    Era un ragazzo di strada, letteralmente, e non concepiva le regole e convenzioni sociali, i formalismi inutili e tutte quelle imposizioni che ponevano freni alla vita, alla sua vita. L’unica regola che aveva provato a rispettare era quella di non far arrabbiare i nonni perché a deluderli ormai ci era abituato. Non fu infatti una sorpresa, almeno per il Linguini, il ghigno che si andò a formare sulle sue labbra quando vide la figura ingessata di quello che sarebbe stato il suo accompagnatore. D’altronde, dopo il calcio e il quidditch, il suo sport preferito era quello di togliere quel palo in culo che si portavano sempre dietro i figli di papà e il Sinclair dava tutta l’aria di appartenere a quella categoria: pallido, altezzoso, con quell’aria di superiorità che il Nott non vedeva l’ora di cancellare.
    Tuttavia, Kallistos non aveva fatto (ancora) niente di male e se non iscriversi al prom e avere la sfiga di capitare con uno come lui, lontano anni luce da tutto ciò che il Grifondoro poteva sperare o, addirittura, immaginare. Senza contare che Ezra, Ciruzzo per quei pochi (nzomma mica tanto) eletti, era pur sempre italiano e nel suo viaggiare per il mondo fin da quando era un bambino aveva imparato a non giudicare mai un libro dalla copertina o, in quel caso, da quella lastra di ghiaccio e parvenza di ostilità che era diventato il suo accompagnatore.
    “Ueeeee comparema!” allargò le braccia per abbracciare il ragazzo davanti a lui e gli assestò una poderosa pacca sulla schiena prima di poggiargli le mani sugli avambracci e squadrarlo dalla testa ai piedi, come se fossero amici da una vita, quando in realtà a stento conoscevano il nome l’uno dell’altro. “Pronto a fare baldoria?” Ma soprattutto schifo, solo che non poteva dirlo davanti a quello che gli avevano indicato come il vicepreside. Ok che non rispettava le regole, ma non era mica stupido.
    Diede una sistemata alla giacca maculata che aveva scelto per l’occasione, ai capelli tirati indietro per evitare gli cadessero sulla fronte e al trucco scuro sugli occhi, sorrise guardando come il braccialetto si abbinasse al suo outfit e alle diverse collane che portava al collo e puntò, in primis, allo stand delle foto (“nonna guarda quanto so’ figo!”) per immortalare al meglio ogni momento di quella serata.
    “Bello, guarda che me le faccio fare anche se non t’avvicini.” Non era un invito, ma neanche una minaccia. “’Sta festa è per me e ci dobbiamo dare dentro. Cazzo, Dante! L’Inferno! Vi siete proprio superati e tutto questo per me!” Era quasi commosso, il Linguini, per quell’accoglienza a dir poco spettacolare! Vi rendete conto? Hanno scomodato Dante, per uno come lui! “Minchia, Gin avrebbe dato di matto, fortuna non c’è nessuno di Ravenna, vero?” Eh, le partiva il trigger facile a quella bestiolina quando si toccavano certi argomenti scottanti. E, a proposito di hot things poco ci era venuto che non gli partisse un /porca puttena/ tale da richiamare tutto il parentado quando UNA TIPA AVEVA DATO UN GUINZAGLIO A GIACOMINO E, ADDIRITTURA, UN BACIO ALL’INGRESSO. Era in ritardo, sì, ma certe cose le /sentiva/. Un anno lontano dalla famigghia e guarda quanto era cresciuto! Ecco perché non aveva visto Gigio, doveva ancora riprendersi dallo shock! Senza contare che, per un lungo istante si era rispecchiato nella sua stessa figura, solo un po’ più cupa e pelata. “Figo.” Tutto quello che disse per esternare la sua approvazione al tipo vestito di nero, anche lui solo giacca, pantaloni e tatuaggi in bella vista. Certo, i suoi pantaloni non erano a zampa come quelli del Nott, ma la moda, quella vera, aveva come patria l’Italia, mica il Regno Unito.
    E, comunque, nonostante tutto, era arrivato giusto in tempo per godere di uno di quegli spettacoli che capitavano una volta nella vita: Giacomino al Kissing Booth. Dopo un leggero shock iniziale e dopo la delusione di non aver avuto Gigio nelle vicinanze per intonare un “E GIACOMINO LIMONA” citando uno dei loro film preferiti, non poteva essere da meno, soprattutto perché Lu aveva scommesso solo due baci a Giacomino. E che fai, non gli dai il terzo per far perdere tua cugina? Da merdina qual era, si avvicinò allo stand dove stava il cugino per stampargli un bacio sulle labbra (ma quindi è come se avesse baciato anche Gigio? Aaaawww) e per sollevare un dito medio verso Crez (a’ rinnegataaaaa).
    Si voltò verso il compagno di avventure del Linguini, squadrandolo dalla testa ai piedi.
    “Hai mai baciato un italiano? No?” Domandò retorico (avrebbe potuto fermarsi alle prime tre parole, ma non voleva essere maleducato), non che gli importasse la risposta, aveva ormai preso la sua decisione e, data la presenza del ragazzo allo stand, dava per scontato fosse disposto a rischiare la giocata. Se Ciruzzo se ne fotteva delle relazioni a lungo termine, lo stesso poteva dire per il ragazzino davanti a lui, altrimenti non sarebbe stato lì.
    Un sorriso ferino incurvò le sue labbra, prima di avvicinarsi alla preda di turno e colmare ogni centimetro di distanza che vi fosse tra loro.
    Non per vantarsi, ma Ezra era sempre stato uno che ci sapeva fare e mai, mai avrebbe fatto sfigurare la sua nazione o la sua famiglia. Costas ne doveva ancora mangiare di pastasciutta per arrivare ai suoi livelli, ma quella sera si sentiva un dio magnanimo e decise di non infierire.
    Non fece neanche in tempo ad allontanarsi dal banchetto che una luce apparve sulla sua testa e, da quel poco che aveva capito (che gli avevano fatto capire), era giunto il suo momento di dare spettacolo.
    “Guarda e impara, Giacomi’” disse prendendo il posto del cugino e, voltandosi verso Kallistos, aggiunse “Per te, offre la casa.”
    Aveva appena fatto in tempo a sistemarsi dietro lo stand che vide arrivare un tipo completamente vestito di bianco e, con quelle luci soffuse, era difficile dire se fosse bianco-bianco o se quel pallore fosse il frutto di un improvviso attacco di panico. Era sudore quello che vedeva imperlare la fronte del suo compagno di KB? Beh, effettivamente faceva un po' caldino lì sotto, ma mai quanto a Canosa in pieno agosto. Se il tipello avesse mai scelto di fare le vacanze al sud Italia, probabilmente sarebbe collassato ancor prima di mettere piede in terra pugliese. Ma compatirlo non rientrava tra le mansioni della serata, ma probabilmente neanche della settimana o della vita.
    Poggiò il gomito sul banchetto, ruotando il busto in direzione dell'imbianchino quel tanto che bastava per osservarlo meglio alla luce soffusa. Non che ci fosse tutta questa differenza, ma meglio lasciarglielo credere. "Prima volta, eh?" Domandò sporgendosi in avanti e superando il confine imposto dal banchetto, quel tanto che bastava per voltare il viso del ragazzo nella sua direzione e poggiare un bacio piuttosto casto sulle labbra morbide del nuovo arrivato. Non voleva strafare, benché meno mandarlo in iperventilazione (eh, faceva quell'effetto), solo farlo rilassare un po'. Dopotutto, erano lì solo per un bacio. "Meglio iniziare in bellezza e finire col botto." if you know what he means *wink wink*

    ***


    Chelsey Weasley era furiosa.
    No, non perché fosse costretta ad indossare l’ennesimo vestitino carino della stagione - a quello ormai ci aveva quasi fatto l’abitudine - e neanche per aver promesso a Dom che non avrebbe portato con sé la mazza d’ordinanza per placare o izzare qualche rissa a destra e manca, qualora la situazione si fosse fatta troppo scottante o troppo monotona. Ok, un pochino ci era rimasta male per quella richiesta, ma capiva anche che non sarebbe stato il massimo chiudere l’anno scolastico passando la notte insonne in Infermeria a rimettere in sesto un Rainey qualunque… però… voleva davvero spaccare qualcosa. Sollevare una statua a mani nude e scaraventarla contro il primo essere vivente che si trovasse a passare davanti a lei.
    Voleva urlare e prendere a pugni qualunque cosa, ma non poteva. E forse solo Willow Beckham, tra tutti, avrebbe potuto capirla. Avrebbero potuto capirsi.
    Era passato un anno, ben 365 giorni, da quella notte. Era stata troppo ingenua, troppo Weasley, troppo stupida a credere che potesse cambiare qualcosa, che la sua non vita sentimentale potesse fare un qualsiasi passo in avanti.
    Si era aggrappata al Quidditch, come sempre quando le cose non andavano bene, e aveva investito ogni singolo battito del suo cuore per la squadra, devolvendo ad essa tutte le sue energie. Le Arpie erano il motore della sua vita, come lo erano stati i Grifi, e mai avrebbe pensato di iniziare la sua carriera da giocatrice professionista levando al cielo tre coppe e sentendosi così profondamente sola, senza quel qualcuno con cui condividere quella gioia.
    Per questo quando si accorse della reazione di Dominic all’ingresso di Nice le venne da prendere a testate prima il muro e poi quella testa vuota del Cavendish. Da quando aveva unito i puntini, come un Piz qualunque, le era risultato difficile restare calma e tranquilla alla vista di quei due imbecilli che si rincorrevano a vicenda quando era PALESE A TUTTI (magari era solo lei, ma se ci era arrivata la Dallaire, era davvero lapalissiano) che si piacessero. E che potessero avere qualcosa che lei non avrebbe mai avuto con Kain. Era reciproco, cazzo. E se solo non avesse avuto a cuore Nice sarebbe andata dritta da Dom per dargli prima del coglione e poi per dirgli la verità sull’età della ragazza, su chi fosse davvero. Ma Chelsey era oltremodo fedele e leale e non avrebbe mai fatto un’infamata simile.
    Certo, aveva il terrore che se fossero finiti insieme avrebbe di nuovo perso qualcuno nella sua vita, perché… dai, sicuramente Dominic non avrebbe più avuto tempo per lei, così come Nice e… non era pronta a veder meno quelle figure che nel corso degli ultimi mesi avevano un po’ colmato il vuoto lasciato da Kain. Certo, c’era sempre Hyde ma era… Hyde, appunto. Con Dom e Nice non si sentiva di camminare su dei gusci d’uovo, non si sentiva in difetto per non essere la persona che loro ricordavano, non si sentiva dispiaciuta di essere se stessa. Hyde era lì ma… ancora doveva trovare il coraggio di parlargli, di chiedergli se andasse bene anche così, a distanza di anni da quando aveva deciso di trasferirsi da lui, certo, ma il Kellergan l’aveva quasi resa paranoica e per quanto non volesse affezionarsi alle persone, più sentiva vacillare quei legami che aveva creato, più aveva il terrore di perderli tutti, così come aveva perso quelli del 2043, così come aveva perso i Weasley così come aveva perso… “Hai ancora qualche scorta o hai già finito tutto?” Sussurrò all’orecchio di Eugene, pregando che l’ex professore avesse qualcosa di forte con sé. Per quanto fosse circondata dalle migliori bellezze che Hogwarts potesse offrire, e da Dominic, sapeva bene che finché non fosse arrivata la vista di Phobos a distrarla non le sarebbe rimasto altro che l’alcol e qualche scommessa.
    “30 galeoni che Mort va a baciare Mac.”
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    Ciruzzo: parla con Kallistos, si fa qualche foto, apprezza CJ, bacia Giacomino, fa perdere la scommessa a Lu, limona Costas, prende posto al Kissing Booth, invita Kal a baciarlo e bacia Mac.

    Chelsey: sclera un pochino, chiede a Euge dell'alcol e piazza una scommessa


    Edited by C h e l l S E Y - 13/7/2021, 22:52
     
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    «no VABBÈÈÈÈÈÈ» stava vibrando come un diapason, più del normale: quella serata non faceva che diventare più bella!!! Livy non era certo il tipo da lasciare solo il proprio accompagnatore, ma!! quando aveva visto quella luce magica posarsi proprio su di lui, la bionda non aveva resistito. Glielo urlava ogni singolo centimetro del suo corpo che doveva, sia perchè una parte di lei più di una volta l'aveva immaginato, sia perchè quella sarebbe stata una dichiarazione d'amore davanti a tutta la scuola, in caso gli abbracci con i quali stritolava l'hale in ogni momento possibile ed immaginabile non fossero abbastanza: SULLIVAN!! HAWKINS!! ADORAVA!!! MCKENZIE!!! HALE!!!! E DA LUI!!! SI SAREBBE FATTA LANCIARE CONTRO!!!! TUTTI I BOLIDI DEL MONDO!!!!!! «scusami un secondino solo giuro torno subito» ma il fatto di allontanarsi per poco non cancellava la sensazione di esser in difetto, quindi si sentì in obbligo di specificare «mac è un uomosensuale*» a pensarci bene, praticamente tutti quelli per cui aveva preso cotte da quando era arrivata lì in inghilterra lo erano... aveva letto su gugòl che esisteva un radar per capirlo in anticipo, e mamma mia quanto le sarebbe piaciuto averlo! ma, sfortunatamente, aveva capito di non averlo, e non era roba che si trovava su amazon quindi ... piegò leggermente la testa di lato, soffermandosi per un attimo ad osservare per bene swag «anche tu lo sei?» almeno per una volta voleva esser pronta in anticipo!! «cioè solo se ti senti di dirmelo, quando vuoi eh, TORNO SUBITO SMACK» e, dopo avergli stampato un bacino sulla guancia, la ragazzina si allontanò saltellando - per quanto i tacchi glielo permettessero - diretta al kissing booth. una volta arrivata al banchetto, si parò davanti a mac e sorrise soddisfatta: era arrivata per prima!!!!! «sei in ansia??? non essere in ansia!!» livy era una brava amica, ed ovviamente aveva un piano! baciarlo per prima significava a) farlo sciogliere un po' e b) fare un'ottima pubblicità e così magari, proprio come quel film che la hawkins aveva visto su netflics, anche mac avrebbe trovato l'amore veroTM lì al kissing booth!! Abbassò la voce per non farsi sentire dagli altri, un «fidati di me» seguito da un occhiolino, prima di prendergli il viso tra le mani e (spingerglielo giù per abbassarlo, è bassa altrimenti non ci arriverebbe mai.) sporgersi verso di lui per stampargli un bel bacio sulle labbra.
    La sua mente fu assalita da un solo pensiero, "oh mio dio livy stai davvero baciando mac!!!!", ma i primi secondi di iperventilazione vennero presto sostituiti dalla realizzazione che.. ormai non provava di più? ed era così felice di poterlo baciare così ed esprimere il suo affetto e AIUTARLO COME UN'AMICA CHE MAC MERITAVA!! «BACIA BENE COME BATTE!!!!!!! FIDATEVI DI ME, HO VISSUTO ENTRAMBE LE COSE SULLA MIA PELLE» altro occhiolino a mac, prima di allontanarsi dal banchetto sogghignando soddisfatta e tornando da swag, felice di aver svolto per bene il suo lavoro.
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    livy: va a baciare mac al kissing booth
     
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    harper, an intellectual: "perchè fai pena a picchiare" ma, ovviamente, non diede voce a quel pensiero, perchè era una ragazza educata e.... e niente, nel 1919 le avevano insegnato le buone maniere, non sapeva rispondere male o in modo sassy alle persone?? anche se fosse stata più spigliata e non in una situazione di difficoltà costante, dubitava sarebbe mai riuscita a dire frasi così savage a qualcuno. così rimase in silenzio, limitandosi a mantenere il suo sguardo fisso su quello del rainey - già uno sforzo grandissimo, per la hale, guardare una persona negli occhi per tutto quel tempo - e sentire come altro avrebbe provato a giustificarsi. ovviamente, non aveva intenzione di credere ad una singola delle sue parole: poteva anche non esser vestito di bianco, ma harper non aveva bisogno di altre prove per sapere che il ragazzo fosse un bugiardo. «sono io quello che è stato spintonato e preso a calci dai corvonero» "ma sei tu che ti ci sei lanciato contro" harper era stata lì, aveva visto tutto, e dunque era.. inutile? che il ragazzo cercasse di giustificiarsi?? Una hale più coraggiosa avrebbe dato voce a quei pensieri, un "non puoi lanciare il sasso e poi nascondere la mano" magari a mort avrebbe fatto comodo come insegnamento di vita?? ma era ancora troppo sconvolta, troppo triste, per trovare la forza di rispondere ancora, quindi tenne la bocca chiusa e continuò a fissarlo ed aspettare: in un contesto diverso, sarebbe quasi stato divertente ascoltare l'assurdo modo in cui stava distorcendo i fatti. «ma sono cose passate, no?» "se mi hai invitata al ballo per vendicarti su mac, evidentemente no" ma quella conversazione sarebbe probabilmente andata così in eterno: mort a parlare da solo, harper a rispondere unicamente nella sua testa. Ma la frase successiva del ragazzo la lasciò perplessa: inarcò un sopracciglio, e l'impassibilità sul suo volto fece spazio a sincera confusione «ti interessa davvero?» non credergli: non poteva permettersi di esser nuovamente così ingenua, lo sapeva che le parole su quella lettera erano false! quello che all'inizio le era sembrato un gesto romantico e d'altri tempi, un appuntamento al buio, quella sera si era rivelato per ciò che era davvero: un inganno. Se fosse stata una vera gen z, la hale non si sarebbe mai fidata della lettera, visto che nel 2021 gli unici appuntamenti al buio potevano esser dati o da catfish psicopatici (= mort.) o organizzati per intrattenere il pubblico di real time. però... un ballo in cambio della tranquillità di mac era uno scambio equo, su questo il ragazzo aveva ragione.
    Anche se harper non credeva affatto sarebbe stato così semplice.
    Però avrebbe potuto... «trovati» oh no.
    Se mac era lì, allora ... barry, twat, willow: «non picchiatevi» sussurrò appena, e lanciò uno sguardo di supplica allo skylinski: non lo so fai qualcosa come funziona in questi casi???? cug send help «oh, ditelo se dobbiamo lasciarvi soli eh» damn barry, non questo tipo di help! così come mac non sopportava l'idea di lasciare lei e mort soli, anche la special provava lo stesso sentimento nei confronti del fratello, anzi peggio perchè almeno ad harper mort non aveva mai provata a picchiarla?? mentre mac si????? NON POTEVANO RIMANERE SOLI!!!!!!
    [tutti gli shipper: e invece SI.]
    Poi arrivò una luce dall'alto, e mac venne illuminato tutto «ti sei acceso» cioè, non che fosse strano rispetto al solito, ma?? spostò lo sguardo sempre più confuso da mort, a mac, a barry e poi viceversa «no aspetta dove vai» ma che stava succedendo.
    ah, il kissing booth.
    ..
    ....
    oh no, il kissing booth
    povero mac, ma poteva andare a salvarlo?? no??? tirò un sospiro di sollievo solo quando vide arrivare livy davanti al banchetto, consapevole che la ragazzina potesse migliorare un po' le cose???? forse «mi dici una cosa?» se suo fratello aveva trovato la forza di star lì a baciare sconosciuti, allora harper poteva trovarlo il coraggio per fare una semplice domanda a mort «ma ci credi davvero a quello che dici?» che detta così sembrava davvero rude, ma... la sua era curiosità sincera!!

    crez, nel frattempo, aveva una sola cosa da dire «CIRÙ NGUL A MAMMT» cioè boh, l'aveva fatta perdere?? COSI A SFREGIO???? ma come si permetteva, poteva pure spacciarsi per gipsy fiko ed alternativo ma lo sapevano tutti che in famiglia di zingara ce ne stava una sola: ciruzzo un giorno tra i pigri di pescara non sarebbe mica sopravvissuto, aveva la faccia troppo buona, da uno che il cazzotto a caso mentre cammina se lo becca al 100%. «non insultare la zia» che palle gigio, però «scusa hai ragione» voleva bene alla zia «NGUL A SORT!!!» quella sicuro non ce l'aveva????
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    harper: ascolta mort, va nel panico quando arriva mac e.. niente??
    lu insulta il cugino
     
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    Nemmeno il tempo di metabolizzare il fatto che Mort fosse lì con Harper – e di conseguenza molto più vicino ad essere letteralmente Mort di quanto non accadesse in campo – che ecco l'ennesima sorpresa del prom a capitargli dritta tra capo e collo. Guardò confuso verso Costas, adesso illuminato da una luce rossa che faceva pendant con il suo outfit, e aggrottò lo sopracciglia. «che succ» eh, povero Arturo, non voleva saperlo davvero. Gli bastava vedere Costas che, ammiccando, si allontanava da lui verso chissà dove. «co.. dove... ??» Non era un vero kissing booth, no? Cioè ah ah, non avrebbe dovuto davvero baciare gli altri studenti, giusto? Oh meglio, nessuno si sarebbe avvicinato a baciare Costas, NO???? Avrebbe voluto crederci davvero, ma purtroppo Costas era Costas, prometteva limoni a destra e a manca pure quando non aveva la scusa di un banchetto dispensatore di baci gratuiti come quello: dubitava che qualcuno non avrebbe approfittato dell'occasione. Non poteva nemmeno piazzarsi lì accanto a Mehan e rifilare occhiatacce a chiunque si avvicinasse troppo al concasato............ o poteva? Si guardò intorno alla ricerca di supporto morale, ma trovò solo occhi chiari pronto a studiarne ogni mossa (santo cielo, la Darko gli metteva così ansia) e il ghigno tipico di Nice che, da lontano, si gustava la scena. Okay, davvero: «cool. COOL.» era molto cool, era solo... un gioco. AH AH. E poi chi era lui per sentirsi geloso lol non era geloso, vi pare ah ah ah a h .
    Serrò la presa intorno al bicchiere che aveva in mano, ma contrariamente a quanto avrebbe (e aveva.) fatto l'anno precedente, non lo mandò giù per affogare qualsiasi cosa stesse provando in quel momento nell'alcol: doveva rimanere lucido e controllare la situazione. Poteva farcela? Forse no, ma d'altro canto doveva fingersi imperturbato dalla cosa: lui e Costas non erano ufficialmente una coppia. Non erano... nulla. Non ancora; quindi finse di trovare divertente JJ che baciava Costas, stirando le labbra in un sorriso a cui nessuno, lui per primo, poteva credere.
    Rivolse poi lo sguardo azzurro sulla figura accanto a lui, un'altra Linguini, ma quanti erano? Da dove erano usciti? «io... non scommetto?» Lucrezia aveva scelto il Serpeverde sbagliato: se voleva qualcuno contro cui perdere galeoni, doveva rivolgersi alla Hillcox. Per sua fortuna, comunque, un altro studente arrivò a piazzare la scommessa, e Arturo potè defilarsi come un ninja, avvicinandosi di poco (!!) al banchetto dei baci. Oh Melvin, bella come il sole. Quel commento sì che tirò verso l'alto gli angoli della bocca del capitano verde-argento, in un sorriso che tentò di nascondere dietro il bicchiere ancora pieno. Sì, alle volte si sentiva incredibilmente fortunato; altre... beh, insomma, si sentiva un po' come in quel momento. Non aveva alcun diritto di rovinare la festa al compagno, o di dimostrarsi musone per quella stupida storia dei baci. Non lo avrebbe fatto!!! Mosse la mano in segno di saluto verso Melvin, mentre lei si allontanava da Costas, lasciando il posto vuoto per il prossimo partecipante.
    Poteva essere lui?
    Ci pensò un attimo, ci pensò davvero tanto, e poi mosse un piede... per fare un passo indietro. “No puedo, lo siento”: questo ciò che Costas avrebbe letto nella sua espressione, guardando verso di lui. Poteva essere la scusa perfetta, il momento giusto per... per cosa? Qualsiasi cosa provasse nei confronti del concasato, la condivideva già abbastanza quando erano loro due da soli, e quello era più importante di qualunque bacetto rifilato al kissing booth. Indietreggiò ancora, fino a sentire la parete contro la schiena, distogliendo lo sguardo dall'ennesimo Linguini che paccava col suo accompagnatore. «Spero almeno perdiate la semifinale.» E INVECE!! Manco quella gioia avrebbe avuto.

    ~ ~ ~ ~ ~

    Nel frattempo, su uno dei millemila campi di padel della capitale...
    «'spetta 'spetta 'spetta» una mano alzata all'improvviso, un gesto fatto agli avversari come ad intimarli di stare fermi e in silenzio per un attimo. Un messaggio a quanto pare non recepito, perché eccolo lì l'infame della situazione già pronto alla battuta. «Ao', t'ho detto aspetta.» Eh, glielo aveva detto. Ma tu guarda sto deficiente. «Ma allora nun capisci proprio un cazzo.» Se si era gettato oltre la rete, addosso all'amico, per rubargli la racchetta e scaraventarla il più lontano possibile? Eh. Aveva evidenti problemi a gestire la rabbia, il Linguini. Però, a sua discolpa, glielo aveva detto!!!
    «Viè qua.» Tornato poi dal fratello e compagno di squadra, e preso per le spalle il povero Remo, lo fissò in silenzio per qualche istante e poi indicò un punto imprecisato intorno a loro. «'o senti? Sh sh. Ascorta.» Ancora silenzio, mentre dava tempo al fratello di CapireTM. «Sta a succede quarcosa de grosso, fratè.» Grossissimo. «m'o sento.» Non hai livelli del porca puttena di nonno Lino, che avrebbe spinto la nazionale azzurra fino alla vetta dell'europa di lì a pochi giorni e che di solito richiamava tutti i cugini al rapporto, ma Romolo lo sentiva comunque nelle ossa (rotte ripetutamente quando era ragazzino) (e pure da grande) che stava accadendo qualcosa oltre-Manica. «Minchia Rè, te lo giuro.» Lo lasciò andare, agitando la racchetta da padel e fendendo l'aria calda e appiccicosa di una tipica sera estiva in quel di Roma, «se quei cojoni nun ripiano tutto ma TUTTO, io me li magno.» Kinda metaforicamente, kinda no. «VOJO 'R FIRMINO. Vojo sapè tutto.»
    Inizialmente aveva sentito l'animo Linguini ballare la pizzica quando Gigio aveva sbaciucchiato Giacomino – no, ancora prima, quando Giacomino aveva iniziato le pratiche BDSM con Vin, eh già – ma ora che i Linguini prendevano velocemente possesso del banchetto del kissing booth, Lollo stava praticamente vibrando. Era certo che pure per Remo valesse lo stesso. E per Gin, ovunque fosse a fare la GinevraTM. «AO'.» Scrollatina tattica per le (s)palle del fratello, «'st'art'anno annamo a 'sta cazzo de Hogwarts pure noi, eh.» Scusa, stavano già tutti lì, mancavano solo loro (e quella vecchia di Ginevra). Dopo che pure Bei Bastoni (in cu.... eh, proprio francesi, sono!!!) li aveva cacciati tutti quanti, era giunto il momento anche per loro di infestare la scuola inglese... ma dopo l'estate, eh, perché le priorità erano chiare: giornata al mare, poi aperitivino allo stabilimento, poi seratina tattica ovunque capitasse purché se potevano sfascià come solo loro sapevano fare. Tutta vita.
    «Che famo? Giocamo?»
    Ah sì, e la partitella a padel per fare un po' di attività fisica: guarda nonna come siamo bravi, e che vita salutare!!!
    Roteò così forte gli occhi, il Linguini, che per un attimo vide l'interno della propria scatola cranica. «Mo li apro come du' ostriche, te giuro.» Detto con confidenza e sotto voce a Remo. Poi in direzione degli altri due gridò: «vabbè hai rotto la minchia, che accollo che sei zì, tira sta palla de merda eddaje» e via, si ricomincia a padelare, con un occhio metaforico sempre buttato su Hogwarts e su quello che i cugini stanno a combinà.
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    turo: osserva tutti i baci che costas riceve (senza avere un nervous breakdown!!!111!!) (quanto meno, non visibile hihihi)

    romolo: niente, è a roma e sta giocando a padel ma shente che qualcosa sta succedendo ad hogwarts


    Edited by hell\evator - 16/7/2021, 15:41
     
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    Questo post era già stato scritto ma poi è andato perso, come le mie speranze di riuscire a riprodurlo uguale. Voglio solo piangere. E' una vergogna che i post vadano persi ancora nel 2021!!!

    Le foto scattate furono tre: una con sua sorella e due con Willow. Queste tre foto avevano in comune una cosa: in tutte, Gideon sembrava un addestratore circense.
    No, okay, forse solo per quella con Hazel che con ogni probabilità prevedeva uno scenario simile: lei tentava di scappare e lui tentava di acchiapparla.
    In quelle con Willow, era andata un po' meglio. Nella prima, si poteva vedere il ragazzo voltato a guardare l'amica, sul volto un'espressione di trattenuta risata mentre osservava il viso di lei perfettamente inespressivo.
    cristo.
    Nella seconda, invece, entrambi guardavano l'obbiettivo, adesso Gid con un'espressione sorridente, e Willow...con la stessa della foto precedente, come fosse stato fatto un copia e incolla. Era probabile che avrebbe avuto quell'espressione per sempre, nei secoli dei secoli. (amen). Entrarono nella sala, Gid le mani nascoste nelle tasche dei pantaloni mentre, alto come un palo della luce, spiava TUTTA LA FUCKING SALA.
    «a volte mi stupisci, sei proprio scemo»
    No se tu che mi stupisci. Dov'è la novità. CIOE' Gideon non capiva, dove stava la novità? Willow aveva iniziato il duemilaventuno dandogli dello scemo - ed avevano anche litigato su twitter, o meglio, Gideon aveva litigato da solo - per le cattiverie che lei gli diceva - e con il senno di poi, il McPherson sapeva che erano solo parole d'affetto. Ti voglio bene anche io madrì! L'avrebbe abbracciata, se non avesse avuto paura di perdere un braccio. E' che non me lo spiego! Lanciò uno sguardo alla coppia, ora diventata trio, distante da loro. Capisco l'astio per Mac, perchè il battitore è un ruolo ingrato ma...usare Harper Hale?? Poverina dai, non era davvero credibile come cosa! Harper era buona, nessuno le avrebbe mai voluto far del male, e Gideon non ci poteva davvero credere! Nemmeno tu sei così malefica. E non era un insulto per la Beckham, insomma, la sua cattiveria si vedeva in altre cose, più fisiche e meno psicologiche.
    Si trovavano nella sala da meno di trenta secondi, e Gideon aveva già sfoggiato il suo innato talento nel localizzare il bancone delle bevande: non si spiegava come o perchè ma aveva già in mano due bicchieri pieni - entrambi per lui - e ne aveva messi altri due in mano a Willow. Qualche secondo dopo, poi, questi erano già vuoti e spariti. Magie che nemmeno un aspirapolvere sapeva fare. Si sentiva: alla grande. E poi??? Dio, sembravano immersi in un mare di meduse rosse! Gli passavano affianco, lo accarezzavano facendogli venire i brividi ed invadendo i suoi spazi vitali e personalissimi. Si sarebbe sentito quasi a disagio in altre circostanze, ma no, stava benissimo. Quante bellissime medusa chrysaora rosse velate, le amo! Però non bruciano, vorresti che bruciassero eh? Che suonava molto kink. Ammiccò alla Beckham, per rimanere in tema kink e bdsm. Tra l'altro, il mcpherson non aveva nemmeno idea che quella del guinzaglio fosse anche solo lontanamente un kink, beata innocenza! Ma dato che era la sala dei lussuriosi, ci stava pure parlarne: povera narah?? non si legano gli angeli, mentre i diavoli sì. IIHIHIH L'avrebbe abbracciata, se non avesse avuto paura di perdere un braccio. (x2)
    Erano un'ottima squadra, i Beckson: Gideon era la difesa e controllava le parti alte della sala, facendo anche da vedetta, e Willow era l'attacco e controllava le parti basse della stanza. Parlano. Aggiornò la Beckham, che forse non poteva vedere i ragazzi immersi nel fitto della sala. Mac ha dato un bacio a Mort ?? Io non. Che succede? Credo sia il bacio di Giuda. E ...forse sta andando al kissing booth?? non ci credo che accetta Ricordò il loro bacio l'estate precedente e...una constatazione: Mac bacia benissimo, ti fa riscoprire bisessuale.
    L'elenco delle malattie descritto da Willow non lo spaventava, perchè aveva La Perla dalla sua: è peggio una vita senza amore, comunque.
    «comunque questa stanza non mi piace.» nemmeno a me. Erano d'accordo? unreal, unexpected. Mi piace solo per le meduse rosse. #quali
    Ma quali sono i peccati più seri per te? Non so se voglio finire in una sala torture 2.0.

    Poco distante, il Sinclair veniva letteralmente travolto da Ciruzzo con furore. Le speranze che il ritardo del suo accompagnatore fossero segno di una sua assenza lo abbandonarono presto quando Ciruzzo lo abbracciò, letteralmente, lasciandolo di stucco: chiaramente non era abituato a questo tipo di effusioni, ma proprio no. Cioè la leggenda narrava che i Sinclair fossero stati cullati in fasce dagli elfi domestici, a causa della fobia dei genitori per il contatto fisico. E poi arrivava un estraneo e?? ma non c'era più religione?? Chiuse gli occhi, rimanendo rigido come una statua di ghiaccio impalata. Verso sui cugino Perses non le facevano queste ScOrTeSiE. Quando quello si staccò, il Sinclair si sistemò il completo argentato, sguardo più freddo di prima e labbra arricciate in un sorrisetto amaro verso la vita. Soffermò lo sguardo sul tipo: un ragazzo dallo strano accento, vestito male ed accessoriato peggio ma che comunque faceva la sua porca figura al suo fianco. Kallistos Sinclair non aveva mai conosciuto l'insicurezza, non sapeva proprio cosa fosse, ma era incredibilmente realista, cazzo. “Pronto a fare baldoria?”
    Mi sa che non abbiamo le stesse aspettative, ma non è una tragedia possiamo divid-
    “’Sta festa è per me e ci dobbiamo dare dentro."
    Nel senso che era un demonio?
    Kallistos non era un esperto di letteratura, sapeva si e no chi fosse Dante Alighieri, ma cavolo per pensare che la festa fosse per lui il tipo doveva avere un ego grande come tutto l'inferno.
    Nelle foto, uscirono con più o meno un metro di distanza l'uno dall'altro, Ciruz più felice di quanto Kallistos Sinclair fosse stato in diciassette anni di vita.
    Qualche parente sull'Olimpo aveva ascoltato le sue preghiere, tant'è che appena varcata la soglia dei lussuriosi, Ciro venne chiamato al kissing booth. O mio Dio, un'occasione da non perdere, chiamano solo i più fighi della sala a fare queste cose, è un'usanza locale a cui non si può dire di no. Ma il tipo non sembrava nemmeno in difficoltà all'idea, e nemmeno un po' intirmorito dalla cosa, anzi, era già lì. Si sfregò le mani tra di loro, Kal, convinto di essere baciato dalla fortuna. “Per te, offre la casa.” Per tutti i galeoni.
    Come ricevuto, non si scomodi (la casa) HAZEL! ma guarda un po', una vekkia amica. La guardò da capo a piedi, quasi non riconoscendola avvolta in quell'abito elegante. Ma che cazz?? Ma che mi venisse un colpo. (hazel: magari) E si lanciò in un complimento di quelli Rari. Sembri quasi umana.
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    Stava ancora sorridendo, una lieve piega della bocca, osservando Mort(imer? acci? Mort non rende, come Alessia / Alessandra. Da oggi sei Mortadella Rainey) in attesa di delucidazioni sulla modalità di apprendimento, quando finalmente qualcuno dimostrò di avere senno: «oh, ditelo se dobbiamo lasciarvi soli eh» «SI.» c’era un appena percettibile esasperazione, nel tono dell’Hale, una supplica a portare via - «io e Harper possiamo andare a ballare nel caso» - ...Harper? Corrugò le sopracciglia, ruotando il capo fino a poter squadrare Barrow Skylinski. «nnnno?» cercò di incrociarne lo sguardo, un silente ma da che parte stai nelle iridi grigie. Non era lunga la lista di persone con cui avrebbe avuto piacere di rimanere solo, e per il momento Mort non rientrava nella lista: non lo voleva insieme ad Harper perché era una Simona TM, ma non era ancora al livello di prendere un’arma contundente e finire quello che aveva iniziato sul campo da Quidditch, unico motivo che avrebbe richiesto di essere lasciato solo con lui. «no, giusto?» ribadì, assottigliando le palpebre, cercando di capire se quello di Barry fosse un codice per dirgli che avrebbe cercato il posto migliore dove nascondere il cadavere mentre lui si occupava del resto, o… ? Niente le sue opzioni erano finite. «ti sei acceso» Una mezza risata scivolò dalla bocca del Corvonero a metà fra uno sbuffo ed un colpo di tosse, perché a quanto pareva il glow up omicida impiegava meno del dovuto a fare effetto, e «ah no era letterale.» osservò truce il faretto puntato su di lui.
    Chiuse gli occhi. Inspirò. Solo un lieve tic al sopracciglio indicò quanto, in quel momento, stesse rimpiangendo ogni scelta di vita che l’aveva portato in quell’esatto istante della sua arzigogolata linea temporale. Sapeva di cosa si trattasse, certo che lo sapeva: aveva aiutato a progettare quella tortura medievale con le sue stesse mani. E quando Costas, con quei suoi occhioni da Stregatto, gli aveva detto «dai mac, vienici anche tu», aveva risposto «haha sì certo» credendo fosse OVVIO CHE NON FOSSE CERTO. Non che gli cambiasse qualcosa, probabilmente in qualunque altra serata ne avrebbe riso e amen, ma non era il momento adatto. Sapeva, SAPEVA!, quella fosse l’occasione che Mortadella Rainey stava aspettando per rapire Harper come una Peach qualsiasi, e… niente, non poteva farci proprio niente. Per quanto la tentazione di fingere di non sapere fosse sperikolata, era troppo lawful good per abbandonare il comitato e lasciare il posto vacante. Umettò le labbra e scosse il capo, la bozza di un sorriso rivolto solo ad Harper. «nessuno ti biasima se ti sfugge il controllo» [Harper: SCREECHING] le prese una mano portandola rapidamente alle labbra, stringendola prima di lasciarla andare. «divertiti» a dare fuoco al Rainey? Forse, ma anche in generale. Spostò l’attenzione sul Rainey, e se le occhiate avessero avuto il potere di sua sorella, Mort non sarebbe più stato un problema di nessuno. «tornerò .»
    Poi si voltò, uno sguardo ALLUSIVO allo Skylinski, prima di prendergli il viso fra le mani ed attirarlo verso di sé. «amalie per favore aiutami te sai cosa fare» bisbigliò all’auricolare – perché se aspettava che Barry cogliesse i Segnali TM, sarebbero stati lì a fissarsi tutta la notte – e con l’ultima delicata pacchetta sulla guancia di Barrow, fece voltare il viso del ragazzo verso sua sorella. Mac si era concesso di avere un Joey, una Willow, un Gideon e un Kiel su cui fare affidamento; una Joni, un Turo, un Ty, e perfino un Barry per quando le cose andavano male, o aveva bisogno di supporto morale. Sua sorella, no. I GOT YOUR BACK SIS.
    Passò al tavolino degli alcolici, perché sì che il banchetto dei baci non fosse un big deal - andiamo, ma chi si fermava per baciare MCKENZIE HALE? Si erano a malapena fermati per COSTAS…… era abbastanza tranquillo di non correre rischi. - ma richiedeva pur sempre una basica interazione sociale, e prese due bicchierini, uno per sé ed un per il malcapitato con cui doveva condividere quella Quest, prima di approcciarsi al kissing booth.
    Quando vide il malcapitato, Mckenzie ebbe la certezza che gli era mancata nelle lunghe giornate incatenato nello scantinato di Sacramento: Dio esisteva. Non solo era evidentemente stato creato da una mano ultraterrena, non esistevano dei geni così in natura – oppure era un broccolo, con la loro struttura perfetta; chiedere a freme per conferma – ma con una persona così al kissing booth, nessuno sano di mente avrebbe notato Mac. Sospirò, in parte venerazione ed in parte sollevato, e probabilmente doveva essere da (“quanti anni hai diciassette anni?” “da-”) un po’ che fissava il ragazzo senza dire nulla, perché quello si voltò verso di lui.
    Yeet. «Prima volta, eh?» Nel dubbio, si guardò alle spalle per assicurarsi che non ci fosse nessun altro: nope. «magari» replicò con voce rotta, schiarendosi la gola. Solo dopo gli sovvenne che forse non intendeva entrare in Mac.exe e buggarsi, ma partecipare ad un kissing booth.
    Molto dopo. Tipo la notte seguente, quando si sarebbe reso conto in feedback di aver fallito e avrebbe ripercorso la conversazione chiedendosi COME??? COME!!! ERA COSì SEMPLICE. «ti ho, uh, port...ato…?» battè le palpebre mentre lo sconosciuto gli sollevava il mento, elaborando informazioni con la solita velocità bradicardica che (non) l’aveva reso la mente più veloce del far west, e prima che potesse realmente comprendere, le labbra dell’altro furono sulle sue. Fu un bacio breve, delicato, morbido, e concluso prima che Mac avesse il tempo di cancellare lo stupore e la confusione dal proprio viso.
    Le persone, come avrebbe avuto modo di scoprire in seguito, avevano davvero uno strano concetto delle modalità in cui Mckenzie Leighton Hale si rilassava. «uhm, grazie?» cosa si diceva a qualcuno che ti baciava per caso?? NON AVEVA NEANCHE FATTO LA FILA, E NON C’ERA UNA BOTTIGLIA, NON ERA PRONTO!! Un altro dei motivi per cui era felice di essere dipinto – lo era ancora, o ormai era diventato argento? - di bianco, era che non potessero vedere né quando impallidiva, né quando arrossiva. Valutò di usare quel trucco per sempre – woah, poteva diventare il suo trademark! «Meglio iniziare in bellezza e finire col botto.» BEH, CHE DIRE, di sicuro aveva iniziato in bellezza, e pensava anche di finire con un botto - letterale, d’esplosivo – ma non era certo che l’eretico intendesse la stessa cosa. DI QUALCOSA DI INTELLIGENTE MCKENZIE, DI QUALCOSA DI INTELLIGENTE. «uhuh» bravo, con le vocali ed i versi inintelligibili non si fallisce mai. «ti ho portato qualcosa da bere?» Ricordandosi di avere ancora due bicchieri in mano, ne porse uno al suo compagno, ed ingurgitò il proprio in un sorso. Aspirò l’aria fra i denti. Sapeva davvero di rimpianto e tristezza: in pratica la sua amortentia! «QUALCUNO ME NE PORTA UN ALTRO PER FAVORE?? GRAZIE!!» Si sporse oltre il banchetto agitando il bicchiere vuoto.
    Arrivò qualcosa di migliore di qualunque tipo di falso analcolico: Sullivan Hawkins. Mac la osservò un po’ stordito, chiedendosi – non per la prima volta – come potesse essere così bella, soprattutto quando sorrideva in quel modo. «sei in ansia??? non essere in ansia!!» Il sorriso dell’Hale vacillò. Non era in ansia, fino a che Livy non gli aveva detto di non essere in ansia, ma ora non ne era più tanto certo. Cioè… non era fatto (per ora) e non era ubriaco (non ancora) e ritrovarsi in una situazione simile da lucido era piuttosto destabilizzante, ma non era in...ansia? Credeva.
    Oddio.
    «fidati di me» «sempre»
    Non avrebbe dovuto.
    C’era un che di confortante, e familiare, e dolce come zucchero filato, nel baciare Sullivan Hawkins. Qualcosa nel suo profumo, nel sorriso che sentiva premere contro le proprie labbra, nei capelli morbidi che aveva intrecciato fra le dita avvicinandola a sé, nella pelle calda contro i polpastrelli. Quando fece per allontanarsi, la trattenne un po’ di più, perché sapeva che il mondo all’infuori di quella bolla non sarebbe stato altrettanto bello e liquido. Pensò a quanto sarebbe stato facile amare una Sullivan Hawkins. A quanto avrebbe reso felice i suoi genitori, e Daniel e Careen, presentarsi sulla porta di casa con al braccio un raggio di sole.
    In un’altra vita, per un altro Mac.
    «grazie di esistere» avrebbe potuto dire nella mia vita, ma era felice esistesse punto. «sei -» e non sapremo mai quale arcaico complimento avrebbe tirato fuori dal suo cilindro novecentesco, perché quel che uscì dalla labbra a cuore della russa, cancellò ogni pensiero coerente dalla mente dell’Hale.
    «BACIA BENE COME BATTE!!!!!!! FIDATEVI DI ME, HO VISSUTO ENTRAMBE LE COSE SULLA MIA PELLE»
    «whet» -cit
    code by greywaren @ neinhydra "Abandon all hope, ye who enter here"


    MAC: parla con harper, barry (e amalie.) e mortino, poi va allo stand e perlopiù fangirla, chiede a qualche buon'anima di portargli da bere. vi prego portategli da bere .
     
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    ad ogni buona azione corrisponde un cazzo di coppino, e JJ Linguini lo sapeva bene «ma sei pirla???» ruotò su se stesso con uno scatto felino, la mano destra poggiata sul collo dove era stato colpito, la bocca dischiusa in un'espressione che andava oltre il disappunto — poi si trovò di fronte la cugina «ah cazzo sei tu stavo già per mandarti a cagare» un po più morbido, il sorriso vispo a fare du nuovo capolino sulle labbra; lù con gigio aveva carta bianca, e questo per il diciassettenne voleva dire pagare. ma non i debiti di giacomino, sia chiaro «oh, mi faceva pena. almeno gli ho fatto pubblicità» così bene che dopo di lui a Dwight non l'aveva baciato più nessuno: oh no, anyway.
    «sai cosa c'ha grosso giacomino??» con un sopracciglio inarcato, gigio diede una succhiata dalla cannuccia, aspirando solo aria — figa, si era dimenticato di prendere da bere «il c..» aahh, quindi doveva indovinare lui «cuore!» conoscendo giacomino anima candida quella era sicuramente la sua prima opzione; la seconda, meno galante ma altrettanto onestà, fu «allora il caZZO!» e invece no, manco quello. «il culo» il Serpeverde si strinse nelle spalle, come a dire che sì, giacomino aveva un culo che parlava — ed era anche fortunato, pensa te «per il solito motivo per cui non lo si porta mai da nessuna parte...» si girò verso il banchetto dei baci con un profondo sorriso, notando proprio in quel momento Dwight che si alzava per tornare dalla sua compagna di prom «è una cazzo di patata» come poteva fare cose illegali dai ❤
    OH, OH «OH» con la mano libera si mise a strizzare il braccio di crez facendola ondeggiare avanti e indietro bandiera italiana style, saltellando sul posto con uno schiocco di ciabatte che pareva stessero sparando da una mitragliatrice «I LIMONI CIRUZZO I LIMONIIIIII»
    niente oh, quella sera toccava proprio fare gli straordinari.
    battendosi il petto nudo e (come si dice senza peli.) quella parola li, abbandonò la cugina per raggiungere l'altro parente «via, sciò, ho il pass consanguinei» saltando la fila che si era certamente già andata a formare perché Ezra era un gran figo; giunto davanti al ragazzo non gli diede tempo di — gridare, denunciarlo alle autorità, schiantarlo con un incantesimo, rifiutare le sue avances, pancia a premere sul banchetto e labbra contro quelle del cugino «top» con tanto di dita baciate e schiocco sentito *chef kiss*
    «BACIA BENE COME BATTE!!!!!!! FIDATEVI DI ME, HO VISSUTO ENTRAMBE LE COSE SULLA MIA PELLE» figa oh, ma chi è che copiava il suo style pubblicitario??? allontanò il volto di CIRUZZO con una manata, piegando la testa per osservare la ragazza alla propria sinistra... e lasciarsi sfuggire un fischio «ellamadonna» era la Hawkins. Dio Sergio Mattarella benedica Sullivan Hawkins e i signori Hawkins, ottimo lavoro davvero «oh Ciro, guarda li, che spettacolo mi viene da piangere» ed effettivamente si asciugò le lacrime, gigio linguini, commosso davvero «QUALCUNO ME NE PORTA UN ALTRO PER FAVORE?? GRAZIE!!» questo doveva arrivare prima, ma le linee temporali per gli italiani non esistono «sei doppiamente fortunato, ciccio» prese il bicchiere di mac, avvicinandosi ad uno dei tavolini per riempire lo stesso e la propria noce di cocco (mlmlml) con il punch rosa già corretto, riportando se stesso e i drink al kissing booth «ti sei beccato la bionda e i Linguini»
    cazzo che fortuna.
    e poi baciò anche mac — sulla bocca, tenendogli il volto dipinto con le mani, squishi squishi, perché se non li colleziona tutti dove sta il divertimento?????

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    Gigio: parla con crez, bacia Ezra, prende da bere a mac e lo bacia
     
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