extra: corvonero vs tassorosso

«Sono KARIKO.» «speriamo non troppo» Joey aveva sbuffato una risata a Big Gid, e non perchè avesse capito cosa ci fosse divertente nel metamorfomagus gonfiato come un culturista, o perchè avesse colto la battuta di mac in meno di dieci secondi, ma perchè sapeva, dopo due anni di amicizia, che gid l'aveva fatto per farli sorridere. Un anno prima l'avrebbe guardato confuso, chiesto perchè pomparsi tanto quando era un cercatore e il suo scopo era essere scattante mentre volava rapido fra gli altri giocatori, e avrebbe domandato a Mac "in che senso?" ma ora? Ora sorrideva, apprezzando quel senso dell'umorismo così distante dal proprio (inesistente), sorrideva sapendo che a loro non interessava non cogliesse (non sempre, non subito) i loro giochi di parole.
«MAGARI VINCIAMO.» ecco, sorriso sparito. «no.» sopracciglia aggrottate verso gid. «vinceremo e basta.» cos'era quella negatività?? Aveva già perso una finale contro tassorosso, avevano già dovuto guardarsi a vicenda con il cuore a pezzi perchè non erano riusciti a dare a gideon la coppa prima del diploma, ed ora avevano un'altra possibilità: non potevano farlo andare via senza la vittoria (no, davvero: joey aveva già programmato la bocciatura del compagno in caso di perdita) (ma anche in caso di vittoria perchè che fai, ti privi del miglior cercare della scuola?). Passò severo lo sguardo sui suoi compagni, come a sfidarli a dire il contrario... rendendosi conto appena in tempo di aver appena rovinato il commento antistress di gideon. oh. «no pressure» si umettò le labbra. bravo, molto meglio. «l'importante è giocare bene, e so che riusciremo a farlo» conosceva i suoi corvi «ma facciamolo per vincere» strinse i foglietti che aveva in tasca, su cui si era scritto un discorso d'incoraggiamento con frasi copiate da intenet, chieste in giro... non li tirò fuori. Forse non sapeva comunicare al meglio le proprie emozioni, ma una cosa non era mai cambiata da quando avevano iniziato a giocare: «ci impegneremo come ne andasse della nostra vita» perchè altrimenti, qual era il senso? guardò mac «se lo faremo, vada come vada, saremo fieri di noi stessi»
voleva vincere, voleva sentirsi vivo, voleva sentire che fosse importante. E più di tutto, voleva giocare con la propria squadra e sapere che, come lui, in loro stessi ci credevano. «non "magari vinciamo": entriamo lì dentro per spaccare culi, sapendo che abbiamo tutte le carte in regole per vincere.» respiro profondo, alzò la mano per mostrare la saetta che si erano tatuati. «mangiamo fulmini e caghiamo saette.»
«comunque vada?»
«comunque vada.»

(in un momento imprecisato aveva anche ricordato ai suoi compagni che quello che succedeva nel campo, restava nel campo - a meno che gli avversari non facessero gli infami macchiando il quidditch con falli e co, eh mort?
«nessuno ti odierà per i bolidi» se gli era giunta voce del patto che aveva fatto firmare? ovviamente. «come tu non odieresti la peetzah se ci facesse male» o almeno sperava ??? «non trattenerti. Sarebbe una mancanza di rispetto per il gioco, e per loro»

COMUNQUE!!!
Abbiamo già un bel 19 su gideon, che difenderemo gridando mentre Joey avanza allontanandosi dagli anelli per recuperare la pluffa prima dei tassi, e rilanciarla ai corvi. Si that's the post ho finito il tempo.

«questi occhiali sono davvero scomodi» che cacacazzo, sempre a lamentarsi. Spinse suddetti occhiali sulla radice del naso, decidendo che Twat non meritasse neanche un'occhiata da sotto le lenti scure. «harper, mi hai sentito chiedere a twat cosa ne pensasse degli occhiali?» alzò un dito come Dr Strange. «no, perché non mi interessa.» sorrise solo con la bocca, legando i capelli color ametista in una coda alta e disordinata - non per scelta di stile, semplicemente non sapeva legarsi i capelli: non potevano essere tutti neurotypical. Era la sua ultima partita come cheerleader; l'anno dopo, Twat avrebbe potuto indossare dei rayban più comodi se avesse voluto. Quel giorno era per il sottomarca cinese.
«cmq che spreco, con braccia così poteva fare la cheerleader» indicò Mac, tornando poi a guardare intenzionale Twat lasciando che Lo Sguardo lasciasse intendere il sottinteso. Il sottinteso: «non mi sollevi più come un tempo» Jane being Jane era già pronta a sostituire il Come stai (dal primo giorno di cheerleading; si volevano bene così). «harper, mi prendi?» un Hale valeva l'altro, no? Alzò le braccia perpendicolari al terreno, ed attese.
(cosa)
(attese ok?)
Se Gideon doveva morire nei primi trenta secondi di partita, Jane voleva vederlo da un po' più vicino: for science.

Un tic nervoso al sopracciglio sinistro fu l'unico segno che Mckenzie Hale stesse ✨soffrendo✨(cit Kal). Strinse le labbra fra i denti, lo sguardo a saettare dal bolide, alle proprie mani, per poi soffermarsi sul resto dei compagni. Cercò di ignorare gli spalti, le grida che incitavano Joni a non morire (dio mio ma mica avrebbe ucciso joni no? cosa dite basta) e gli insulti coloriti che percepiva vibrare quasi alla sua stessa frequenza. Chiuse gli occhi per una frazione di secondo, espirando l'aria di botto e stringendo convulso le dita attorno alla mazza. Joni era brava; Joni era perfettamente in grado di cavarsela.
Joni era perfettamente in grado di cavarsela?
Decisamente sì.
Le sorrise, alzando un pollice nella sua direzione. Inarcò un sopracciglio verso Joey, un'espressione vagamente offesa a balenare nelle iridi chiare. Pensava si sarebbe trattenuto per Joni? Meritava che giocasse al suo meglio, perché era perfettamente in grado di farcela.
E soprattutto: «non ti farei mai questo, cap» e con una sentita preghiera a Dio o Arci o chiunque volesse ascoltarlo, si pose fra il bolide e Gideon, e tentò di colpirlo (il bolide, non gid......) indirizzandolo nuovamente sulla Peetzah.
«ci provo» e raramente riusciva ma ok.