who am i when i'm not kicking ass?

post partita corvonero - serpeverde || chiunque voglia menare

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    io di risposte non ne ho mai avute e mai ne avrò
    mort
    rainey
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    Era furioso e (alessia) non sapeva perché, ma era nervoso e per quello sapeva decisamente perché. La sconfitta era prevedibile, i corvonero erano una squadra di ragazzi del VII anno pluribocciati, che giocava insieme da anni e che avevano, a quanto pare, un solido rapporto anche all'esterno degli spogliatoi; non era la sconfitta in sé a renderlo così nervoso, erano state le modalità della stessa a renderlo irascibile. Non che ci volesse molto, in realtà, a fargli scattare la scintilla, ma in quel modo era ancora più terribile. Prima di tutto, non sopportava di essere una riserva. Non sappiamo chi stesse sostituendo il quel ruolo /così/ importante ma non gli era andato a genio che Arturomaria avesse deciso di metterlo in panchina per il resto delle partita e poi richiamarlo solo quando si trovava nella merda perché il tale cercatore Gianframarcangelo si era rotto tutte le ossa dopo aver preso in pieno un bolide della Weasley in allenamento (ma è il ruolo delle riserve. sì, ma a lui rodeva il culo); seconda cosa, non sopportava che il capitano fosse così... così... inetto (scusa turino tvb), non prendeva mai una vera decisione, non aveva mano ferma. Cioè i grifondoro avevano Hazel che li caricava a pallettoni, i tassorosso avevano la Peetzah e si sa che buon sangue non mente e infatti avevano spaccato i culi, era una tosta, e addirittura i corvonero con quella specie di robottino umano che era il Moonaire erano più credibili dell'Hendrickson. E poi con quella pantomima per cui non si doveva toccare Mac. Infangava il nome dei serpeverde. Terzo e non per ultimo, i corvonero erano stati mhm spocchiosi (??) in campo, con quel loro esternare la facilità con cui erano arrivati in porta, con cui ogni volta gli rubavano la pluffa (perché siete scarsi, mort. eh vbb), con quei bolidi fottuti su Costas. Che nervi. Poi ci stava che non avesse preso il boccino (certo, era il suo unico compito ma CHE compito), insomma il McPherson aveva delle braccia lunghissime. Sbuffò mettendo piede sul terreno non di gioco, visto che giocavano in aria, e poi scosse la testa. «un cazzo di spaventapasseri» commentò guardando il cercatore avversario (ciao gid tvb). Lanciò uno sguardo alla sua squadre e, si ripeteva, la sconfitta ci stava, era prevedibile, ma le statistiche non la rendevano meno accettabile; quando mise il piede a terra strinse i denti in una smorfia di dolore, poi uno sguardo sul Motherfucka, che era decisamente messo peggio di lui. L'unico intatto, a riprova della sua inutilità, era Arturo. C'era anche Sorta, vero, ma almeno lei aveva parato e poi era una tosta anche lei ma /ARTURO/ mamma mia come gli dava ai nervi. E c'era anche Chiaki, ma, again, era sempre stato dei loro, aveva fatto fallo, era componente ma /ARTURO/...
    Eppure, non poteva prendere a pugni il suo capitano e compagno di squadra (anche se forse sarebbe stato utile, si sarebbe potuto svegliare), quindi cercò di canalizzare la rabbia verso altri.
    Guardò i corvonero festeggiare e congratularsi tra loro e sentì il sangue ribollirgli nelle vene, salire al viso e scaldargli le guance. Non aveva un reale motivo per prendersela con loro, avevano giocato secondo le regole, avevano giocato pulito. Era questo quello che lo innervosiva (perché? eh boh). Una volta spogliato di tutti gli impedimenti e gli ingombranti accessori della divisa da Quidditch gli si avvicinò lentamente e, sorrisino sghembo stampato in faccia, si esibì in un plateale e ironico applauso al rallenty, un po' come il Joker dietro le sbarre (piantino, sempre). «ma complimenti» altro applauso ironico, mentre si avvicinava lentamente ai corvonero «siete stati proprio... ineccepibili» non era serio, ovviamente. «meritate un applauso» e infatti stava continuando ad applaudire, mentre si avvicinava al suo vero nemicoh!!1!! (mac) «sono venuto a reclamare quell'appuntamento che mi avevi promesso» l'aveva promesso? not so sure, ma gli serviva un pretesto! «però non vale se io sono infortunato e tu no» eccolo, il pretesto, e quindi detto fatto, avrebbe provato a tirare una spallata al battitore corvonero per farlo cadere o insomma sì boh che ne so vuole menare, si deve sfogare, è un bimbo problematico lasciatelo stare.


    SPOILER (click to view)
    eeee niente, for reference e basta, la rissa c'è stata.

    lancio dadi:
    1-2: una carezzina
    3-4: botta leggera
    5: iniziamo a ragionare
    6: va bene le cose si fanno serie

    MORT: 2, fa una carezzina a mac, fa molto ridere ma /eh/
     
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    GJ
    Le braccia sollevate in aria, l'adrinalina a scorrere nelle vene, le corde vocali lacerate dalle urla di gioia quando Gideon aveva afferrato il boccino, mostrando a chiunque - ma proprio tutti, nessuno escluso - di avercelo più lungo (e più vivo, kapita la battuta) di Mort Rainey. L'allegria si era diffusa come un virus, tra i tifosi dei corvonero e nella squadra stessa che, buttate a terra le scope, si era lasciata andare ad urla ed abbracci calorosi.
    Era tutto bellissimo, davvero. Ma non sentivano di scoppiare? Non sentivano la stretta dentro il petto ed il bisogno di lasciar uscire un mostro? Non sentivano di voler sputare fuoco? (ciao Goleador) Non sentivano il bisogno di gridare ancora e per sempre? E battere le mani? E battere le mani sulla faccia delle persone che non avevano creduto in loro? Su chi li aveva ostacolati per tutta l'intera partita come una cazzo di vongola ancorata (al cazzo) ad uno scoglio? Ai serpeverde, per capirci?
    A Gregory Joel prudevano le mani. Tanto, ma così tanto.
    Okay, aveva un po' odiato la propria squadra per non aver messo in campo dei falli straordinari, okay, si era ritrovato a tanto così da cambiare bandiera per tifare i serpeverde ma...MA, non lo aveva fatto. Era rimasto fedele ai propri compagni e lo era ancora. I capelli scomposti, la faccia dipinta di un qualche azzurro schizzato a caso, macchie che non avevano più una vera forma, sudore come se avesse giocato lui stesso.
    Era dentro i festeggiamenti con gli altri ma non così tanto da non intercettare un applauso provenire da poco lontano e, voltandosi, vide una speranza: Mort Rainey, era così disperato da starlo facendo davvero, stava provocando Mckenzie Hale, il proprietario di un drago bipolare in campo. Quanto cazzo doveva essere scemo per fare una cosa del genere?! O aveva due palle così - e magari lo avrebbe dimostrato anche in gioco, un giorno - o era solo un fesso, come lo era lui, tra l'altro. LO AMAVA. Ma si sentiva toccato in prima persona dalle sue parole, non solo perchè aveva un forte orgoglio di squadra, ma proprio perchè Gregory Joel, una caccola di tredici anni, cercava la rissa esattamente quanto Mort Rainey, ma solo per il gusto di prenderle e darle, anche non in egual misura.
    Sorrise, quasi gioioso in quella che fu la sua risposta.
    Ma dove vuoi andare Rainey, che ce l'hai pure piccolo il braccio, s'intendeva. Più corto, ecco, meno svelto, tra l'altro. Ma!! Il Rainey non lo degnava d'attenzioni, troppo occupato a prendersela con il vibrante Mckenzie - ma che gusto ci trovava a provocare il battitore corvonero?? Non lo poteva comprendere, GJ. Mckenzie non avrebbe mai risposto con le botte, dai! in particolare quando con un semplice "dracarys" - Gideon gli aveva spammato GOT ma GJ su gugol si era fermato ai meme - avrebbe potuto incenerire il Rainey senza battere ciglio, se avesse voluto. Sarebbe stata una mossa saggia, GJ lo avrebbe fatto, fosse stato al posto del battitore, ma lui era troppo buono. Per cui...ma che cazzo stava facendo, il bullo???
    Spostò altrove le proprie attenzioni, a chi le meritava davvero: Costas aveva dato a GJ tante gioie, ma anche tante, tantissime scuse, per avercela con lui - il suo pollo (gideon) non lo doveva toccare. Non era così tanto più alto di lui, anzi, quindi poteva pure avere una chance.
    Ehi Motherfucka! Lo sguardo, malizioso, ricercò il battitore dei serpeverde, sorriso mal celato sulle labbra mentre con passo cauto si faceva sempre più vicino fino a raggiungere una distanza di quasi un metro, accarezzandosi la mano destra con la sinistra. Cristo stava per succedere ed aveva la pelle d'oca!!!! Quando fu certo che il ragazzo potesse vederlo bene e con chiarezza, alzò una mano, stringendola in un pugno che gli mostrò, sollevandolo all'altezza del proprio viso. Leggi cosa c'è scritto? E gli indicò il pugno, una scritta che apparentemente avrebbe dovuto trovarsi sulle falange, come un tatuaggio. Lo leggi? Domandò, non davvero curioso di ricevere una risposta. C'è scritto GeDeOnE cazzo!! E così dicendo avrebbe provato a sferrargli un pugno - privo di sensi di colpa ,ma ricco di speranze - dritto sul naso, o quel che ne rimaneva dopo le bolidate.

    Mort Rainey, prendi esempio.

    liar
    liar
    pants on
    fire
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    i panic! at (a lot of places besides) the disco
    i see it, i like it, i want it, i got it


    SI VUOLE SFOGARE E VUOLE MORIRE
     
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    Non si era reso conto di aver trattenuto il respiro, fino a che non aveva visto il pugno di Gideon chiuso, e qualcosa brillare dorato fra le dita. Espirò di getto, perdendo quota e battiti, stringendo entrambe le mani sulla scopa in preda a momentanee vertigini date dal deflusso di adrenalina.
    Avevano vinto.
    Avevano vinto. Le urla del pubblico ruppero la bolla dell'Hale, dipingendo sulle labbra del Corvonero un sorriso entusiasta ed orgoglioso che per pochi, gloriosi, istanti, lo svuotarono dell'ansia e della stanchezza che sentiva pervadere ossa e muscoli. Un grido liberatorio scivolò morbido, e giovane e felice, dalle labbra dischiuse di McKenzie, mentre volava verso i suoi compagni per celebrare con loro una delle partite più lunghe di quel campionato. Era sempre un vada come vada, per loro, e non era la vittoria in sé a far brillare lo sguardo grigio di Mac: era la strada che avevano fatto insieme; era guardarsi alle spalle e vedere che gli allenamenti avessero dato i loro frutti, che i pezzi malandati che il Moonarie si era ritrovato fra le mani fossero diventati un tutt'uno. Era sentire il proprio battito sulla lingua, e sapere fosse anche il loro, e che il fiato a premere nella cassa toracica fosse fatto anche dei loro sospiri. Era vincere insieme, da squadra e da amici - e da giusti e completi e reali. Era guardare i colori sugli spalti, e rendersi conto fossero stati loro, quelli a cui nessuno avrebbe mai dato credito, a farli esultare. Erano i loro nomi, quelli gridati al cielo. Non amava avere troppa attenzione su di sé, ma quella era equamente divisa con i propri compagni. E quella, anziché farlo a sentire fuori posto, lo faceva sentire...non vivo, era fin troppo conscio di esserlo, ma presente. Esisteva. Esistevano.
    Fu restio a planare al suolo, consapevole che quella sensazione di leggerezza sarebbe andata scemando, e la realtà l'avrebbe colpito in faccia con l'usuale poca delicatezza che non lasciava lividi, ma spaccava tutto. Le grida si sarebbero affievolite; il momento sarebbe diventato passato.
    E le conseguenze, avrebbero demandato che il debito fosse saldato.
    Si lasciò, finalmente, cadere sull'erba, ancora respirando sorrisi e risate e trionfo. Nascose gli occhi al mondo, inspirando veloce ed espirando piano, cercando di placare le ondate di nausea e vertigini. Mantenne un sorriso tremante anche quando fu avvolto dai propri compagni, perché sei stato bravo Mac, lo sai vero? e no, non lo sapeva. Essere bravi era sempre questione di punti di vista, e l'Hale non era mai riuscito a sceglierne solo uno: era stato bravo per Gideon, e Joey e Willow e Kiel, ma a quale prezzo.
    (un prezzo che avrebbe pagato sempre, per loro, fatto di notti insonne ed attacchi di panico e siamo amici vero sussurrati a tutti e nessuno in particolare.)
    Quanto ancora poteva mandare l'inevitabile? Era indolenzito, e stanco, e sottile e fragile. Voleva farsi una doccia (voleva farsi una canna), e voleva venti minuti da solo con McKenzie Leighton Hale per riprendere contatto con realtà e terraferma. Per raddrizzare il proprio baricentro.
    Per convincersi che fosse stato bravo, e non fosse stata colpa sua, che avessero vinto e se lo fossero meritato, che -
    «sono felice di avervi nella mia vita» e fosse anche felice di aversi nella propria. Lo disse piano, perché McKenzie Leighton Hale, perlomeno con i piedi a terra, era delicato in tutto quel che faceva, diceva, ed era, temendo che ogni battito fosse un'offesa per qualcuno. Non voleva disturbare troppo, sentendosi più interferenza che frequenza pulita. Deglutì, le guance arrossate per quella dichiarazione non richiesta scivolata fra labbra secche e stanche. Avrebbe potuto dare un contesto, e non solo un pezzo del disegno più grande; avrebbe voluto essere in grado di elaborare quel pensiero e dargli la concretezza che sentiva stringere la bocca dello stomaco, ma argomentare non era qualcosa in cui fosse particolarmente ferrato.
    C'era un ottimo motivo, se parlava poco. Ma aveva bisogno di dirglielo. Non era solito cedere ai sentimentalismi, preferendo scriverli e lasciarli dimenticati, ma mai persi, sulle righe di uno spartito, però c'erano momenti in cui tutto si faceva troppo intenso. Troppo reale.
    Troppo terrificante, perché nessuno aveva mai insegnato a Mac come dosare il proprio amore senza affogarci dentro.
    Perché era indubbio, che li amasse. Platonico, puro e spontaneo - un genere d'affetto a cui ancora, dopo anni con Run, e Jeremy, e Todd, faticava ad abituarsi. Harper era una parte di lui, ed una parte di lui che temeva lo amasse solo perché fosse tutto ciò che avesse conosciuto. Non gli aveva dato una scelta, Mac, dipendendo da lei come fosse un secondo cuore a pompare anima e vita anziché sangue.
    Onestamente, ed egoisticamente, sperava non si accorgesse mai di averla, quella scelta.
    Malgrado meritasse più di un McKenzie Leighton Hale.
    Si rialzò, non propriamente conscio delle mani a toccarlo e sospingerlo e tirarlo. Poteva essere Kiel; potevano essere Willow o Gideon; Joey o Jane o Twat; Harper. Lasciò che fosse la sensazione, un calore familiare e liquido, a riempirlo ed inebriarlo.
    La realtà arrivo a punzecchiarlo a pezzettini:
    il dolore alle braccia
    i passi pesanti dei ragazzi che tornavano al castello
    la smorfia dolorante di Mort
    lo sguardo truce di Costas
    la tensione nelle spalle dei propri compagni
    la consapevolezza di quel che sarebbe successo dopo - a loro, a lui.
    Cercò lo sguardo di Turo, un silente sei stato bravo; sei un ottimo capitano, non farti convincere del contrario; è tutto ok? che venne spazzato via al tonfo sordo di un battito di mani.
    «ma complimenti»
    Oh no.
    «siete stati proprio... ineccepibili»
    Cercò nervosamente lo sguardo di Willow, e Joey e Kiel, planando poi disperato su Gideon. La rabbia di Gid non era solita mettere radici, e per quanto potesse essere offeso dal comportamento del Serpeverde, sperava di avere un alleato con cui condividere il peso della Conoscenza.
    Si erano trattenuti tutta la partita, ma non avevano sempre il Quidditch a tenere al guinzaglio le bestie: Willow era libera.
    «meritate un applauso»
    Tornò lentamente a guardare Mort Rainey, risalendo dalla caviglia infortunata all'odio tangibile negli occhi chiari, ed inarcò un sopracciglio. A parte che era vero, e quell'ironia fosse deh tutto superflua, ma poi. Si ritrovò di nuovo a pensare che parlasse troppo, ed ancora si morse l'interno della guancia per impedirsi di gettare futile benzina sul fuoco. Parlava troppo, e lo faceva male- anzi, perlopiù, si faceva male. Ma chi era lui per giudicare?
    Scosse impercettibilmente il capo, sopracciglia corrugate e labbra strette fra loro. Il fatto che Mac invece parlasse poco, non significava che non dicesse niente, e tutto, dall'espressione del volto al vivido sguardo color cenere puntato sul cercatore avversario, suggeriva non farlo.
    Lo diceva per lui. Senso del dovere, senso di colpa, istinto di sopravvivenza che al ragazzo pareva mancare. Ma anche stanchezza, sapete? E non era un fan della violenza in generale, quando poteva evitarla.
    Malgrado le buone intenzioni, impallidí quando Mort puntó effettivamente gli occhi su di lui. Non si trattava di paura nei suoi confronti, né del disprezzo dipinto poco candidamente sul viso del verde argento, quanto più un disagio interiore e profondo dell'essere guardato in generale. Si aspettava quello, ma non se lo aspettava in quel momento, quando ancora erano tutti caldi dalla partita appena conclusa. Quando tutti i suoi compagni erano lì a guardare. Sapeva che si sarebbero comportati allo stesso modo con chiunque fra loro avesse ricevuto quell'occhiata, ma in quanto McKenzie, sentiva che fosse un po' più personale.
    Faceva quell'effetto da sempre, da tutte le vite: intenzionalmente o meno, si ritrovava sempre a gravitare attorno a persone più di lui. Più feroci, più determinate, più carne e sangue e muscoli, e per uno strano intersecarsi del destino, sembrava sempre che loro ricambiassero quella gravità. Li sentí già sulla difensiva, perché sapevano che fra tutti McKenzie sarebbe stato l'unico a non reagire, e che avrebbero dovuto farlo per lui - non perché non sapesse farlo, ma perché non volesse.
    La differenza era che dove Levi sorrideva alle occhiate assassine di Tiny agli sprovveduti che, con coscienza e buoni motivi, se la prendevano con lui, sornione nel sapere che qualcuno gli coprisse le spalle, McKenzie era terrorizzato dall'idea che Willow si mettesse in mezzo ai guai per colpa sua.
    «sono venuto a reclamare quell'appuntamento che mi avevi promesso» Did i? was i sober? Lo osservò battendo lento le palpebre, deglutendo febbrile per obbligarsi a non indietreggiare.
    Quello che pensava: ti prego colpiscimi forte e dammi una scusa per sparire da qui a boh i prossimi mesi e magari boh cambiare continente e non tornare più sai no tutto è meglio di questo ma che vuol dire poi smettila mi metti in imbarazzo cosa significa arrivo dal 1917 parliamone ma a distanza magari che dici con qualche lettera e qualche francobollo da collezionare
    Quello che disse: «prima di una doccia?» c'eri quasi, McKenzie.
    C'eri quasi.
    «però non vale se io sono infortunato e tu no»
    In quel momento comprese come dovette essersi sentito Elena di Troia: di «merda» si preparò all'impatto, perché se lo meritava - sapeva di meritarselo.
    Si preparò all'impatto.
    ... Si preparò all'impatto?
    Pungolò la lingua sull'interno della guancia, seguendo la spallata ma senza spostarsi. Chiuse gli occhi ed inspirò, perché ridere sarebbe stato molto rude, e lanciò un'occhiata sopra la spalla al cercatore.
    Ma che modo di merda era per iniziare una rissa. Fu così inaspettato che si ritrovò ad aprire bocca e dire, spontaneo e riflettendo ad alta voce, un dato di fatto che ritenne opportuno condividere. «pensavo fossi più alto» e che rimpianse non appena l'ebbe fatto.
    Mckenzie Leighton Hale, il chaosbringer inaspettato.
    A suo favore, era davvero molto provato.




    avrei voluto ci fosse cigei mannaggia la miseria, invece vi tocca un McKenzie

    che ovviamente subisce, ma lancia il sasso (morale #wat)
    MA VA BENE FACCIAMOLO TIME TO RISSA VERA
     
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    die.
    willow
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    Non si poteva dire che fosse impeccabile nei lanci di pluffa in campo, di questo ne era consapevole lei e tutto il resto della squadra, ma il quidditch del resto non era il suo habitat naturale. Si era segnata un squadra per una scommessa persa con suo fratello, ci era rimasta perché, contro ogni sua aspettativa, aveva trovato in essa più che dei semplici compagni di casata con i quali condividere ore di allenamento e di partita, ma (shOCK) degli amici. Persone con le quali dubitava avrebbe mai legato in condizioni normali - per colpa sua, perchè era la persona più antisocial tra gli antisocial e dunque, senza il quidditch, probabilmente sarebbe arrivata a quegli ultimi anni di scuola con la sola compagnia di una capra e delle persone da odiare nella sua agenda - ma che quello sport aveva radunato insieme, e reso molto di più. Persone per le quali farsi bocciare e passare un altro anno in quella scuola non sarebbe stata una tragedia, ma il normale corso delle cose, e che allo stesso tempo le avevano dato un vero motivo per non far fuori nessuno tra quei corridoi, con il rischio di farsi espellere del tutto o esser costretta a scappare oltreoceano per sfuggire da una condanna ad azkaban (mica era una sfigata come kiel: lei dietro le sbarre non ci sarebbe andata.) Dunque si era creata un mantra, da ripetersi ogni volta che il suo istinto tentava di prevalere e qualcuno rischiava di ritrovarsi con un coltello conficcato nel petto
    Il diploma
    Il quidditch
    La squadra
    Se lo ripeteva una, due o persino cinque volte, quando la situazione lo richiedeva, e la aiutava a ritrovare quella stabilità interiore necessaria per non trasformare i suoi coetanei in bersagli mobili. E dio solo sapeva quante volte avesse ripetuto quelle parole quel giorno, lì sul campo, mentre i serpeverde affilavano un fallo dopo l'altro, puntando come le bestie che erano a mac e gideon. Ma l'aveva fatto, per il bene della squadra e perchè stava dimostrando che sì, era degna di esser lì perchè sapeva ascoltare le parole del suo capitano, e rispettare le regole di quel gioco a cui doveva così tanto, anche se ad alta voce non l'avrebbe ammesso mai.
    E che ne fosse valsa la pena ne aveva avuto la conferma quando, al fischio di fine partita, la ragazza aveva messo i piedi a terra e osservato i volti contenti dei suoi amici: avevano vinto, insieme. Aveva persino sorriso!!, lei!!!, e tutti i piani per la vendetta - che andava servita fredda e crudele, ben calcolata - li aveva messi da parte, almeno per un po'.
    Ma poi
    MA POI
    «ma complimenti» ma cristo: e dire che se fosse stata nei suoi panni, ammaccato com'era dai bolidi e con una taglia sopra la testa grossa come l'alaska, da persona sana di mente sarebbe andata a cercare un luogo sicuro dove nascondersi per i giorni successivi. Anzi, le settimane. Anzi, facciamo fino alla fine dell'anno scolastico và. «il bolide ha colpito costanzo in testa, non te.» quindi evidentemente lui era proprio demente così di suo.
    E niente, in un attimo le cose precipitarono e inzomma la beckham voleva proprio ammazzarlo quindi non restava altro da fare. Come già detto, willow non era impeccabile nei lanci di pluffa in campo. Ma con le armi da taglio?? Aveva una mira da cecchino ed una precisione chirurgica, li considerava un’estensione naturale del suo corpo. Per quello non poteva far nulla senza. prediligeva l’accetta, seguita poi dal machete, ma portarsi o uno o l’altro in un campo sarebbe stato abbastanza complicato, persino per lei. Ma un coltello fissato per bene all’elastico del reggiseno? Quello non disturbava affatto. E dunque, mentre mort era occupato a scatenare la più inutile delle risse ed altri si aggiungevano a caso - ma era un tentativo di pugno, quello di giggino a costas?? forse era arrivata l'ora di imparare il suo vero nome, se l'era guadagnato - la ragazza tirò fuori l'arma, tenendola poi l'impugnatura ben stretta in mano ma con la lama rivolta verso di sè, in modo da poterla nascondere con la manica della divisa.
    Il diploma
    Il quidditch
    La squadra
    eh ma era stato lui a venire a rompere le palle
    Il diploma
    Il quidditch
    La squadra
    ok, non poteva accoltellarlo lì davanti a tutti, doveva aspettare di beccarlo in corridoio da solo o magari attirarlo al lago nero, così poi da poterne lanciare la carcassa in acqua e farlo biodegradare lì dentro: concime naturale per i pesci, avrebbe fatto un favore alla natura!!1! anche se l'idea di farlo marcire in una stanza dimenticata ad hogwarts e tornare a reclamare le sue ossa tra qualche anno era più stuzzicante.
    Il diploma
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    La squadra
    che palle, avere una coscienza. con quelle poche opzioni a disposizione, willow agì: diede un calcio al ragazzo, a livello della ascella della gamba cavità poplitea, non forte da fargli male (dai, è uscito 4 non 6, poteva andarti peggio!!1!), con con lo scopo di fargli davvero male ma solo per costringerlo a chinarsi e coglierlo di sorpresa (?) ed a quel punto, in una frazione di secondo, gli puntò il coltello a contatto dell'interno coscia, a pochissima distanza dal cavallo dei pantaloni. Sarebbe stato cosi facile, spostarlo di appena qualche centimetro e lacerare la pelle del ragazzo.
    Il diploma
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    La squadra
    ok. «levati dal cazzo, mortino, se ci tieni a mantenere il tuo tutto interno» se attacchi consapevolmente gli amici di chi ha coltelli, non ti stupir se poi vieni accoltellato.
     
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    Non ci aveva creduto davvero finchè non aveva rimsesso i piedi a terra e notato i compagni di squadra corrergli incontro per abbracciarlo. Il boccino ancora tra le dita e le urla dagli spalti a renderlo sordo. Non sentiva la consistenza di ciò che aveva in mano, sembrava fatto d'aria, o che la sua pelle avesse smesso di sentire il tocco. Non sentiva niente. Non aveva avuto alcuna espressione in viso fino a quando era stato travolto dagli altri compagni, fin quando non si erano buttati sull'erba, urlando, stringendosi. Ed allora si era svegliato, all'inizio quasi intorpidito e poi sempre più presente. Abbiamo vinto. Ed adesso il sorriso era più vivo che mai, ad illuminargli il volto. Ce l'abbiamo fatta davvero! E non era scontato perchè, dopo la partita dell'anno precedente che li aveva visti perdere proprio all'ultimo - perchè lui non era stato abbastanza veloce, abbastanza sveglio e preciso - Gideon aveva creduto che non ci sarebbero state altre opportunità per farcela insieme, soprattutto perchè lui avrebbe lasciato la scuola e la squadra. E invece. La vittoria faceva bene al cuore ed all'animo, era una conferma in più del fatto che si fossero impegnati abbastanza da riuscirci, che i loro allenamenti fossero andati bene, che tutti gli sforzi fatti non erano stati vani. Guardò Joey, provando a carpire e relegare dentro di sè il ricordo del suo volto sorridente - che diciamocelo, non è che si vede spessissimo, no? - ed ancora guardo Willow, per lo stesso motivo, e poi Kiel e Mac. Erano stati bravissimi, ma la vittoria, non era tutto. Loro ce la facevano insieme sempre, anche quando perdevano. Era questo che caratterizzava la loro bellissima squadra, insieme aveva tutto un peso diverso, nel bene e nel male.

    Ma poi...
    «ma complimenti»
    Se l'aspettava? Nì. Certamente sarebbe stato strano chiuderla lì dopo una partita sudata, senza scambiar nemmeno due o tre parole con la squadra avversaria, ma visto come erano andate le cose in gioco e vedendo l'espressione sul volto di Mort, Gideon ebbe un pessimo presentimento. Non capì perchè stesse rivolgendo quelle parole a Mac. Era per le bolidate? Ed allora si sentì colpevole e toccato tanto quanto l'Hale, perchè quelle bolidate, erano in gran parte servite a difendere lui. Lo aveva difeso per tutta la partita, ed adesso, toccava a Gideon difendere Mac o prenderle con lui, se fosse stato necessario.
    «però non vale se io sono infortunato e tu no»
    Cosa?
    Non lo aveva detto davvero.
    Non
    lo
    aveva
    detto
    davvero.

    Il volto si fece rosso, l'espressione seria che davvero, raramente gli si vedeva in viso.
    Sentì un sentimento crescere e montare a dismisura. Paura? No, Gideon McPherson aveva paura di tante cose, da altre era addirittura terrorizzato, ma aveva smesso di avere paura dei bulletti da troppi, troppi anni. Il sentimento portante - e che avrebbe rischiato di renderlo poco lucido, se non avesse avuto una mente di ferro - era la rabbia, rabbia e senso di protezione smisurato che lo portarono a fare un passo avanti, mettersi affianco all'Hale ed anzi forse poco più avanti di lui e prendere la sua mano nella propria. Perchè? Perchè temeva che il Rainey potesse in qualche modo afferrarlo ed iniziare a colpirlo, ed anche solo perchè voleva che Mac sentisse la sua presenza lì, di supporto - morale, ma se fosse servito, come ultima spiaggia, anche fisico. Sì, anche fisico: avrebbe dovuto mettere a rischio il proprio cuore ma avrebbe sfruttato il quasi metro e novanta d'altezza che aveva se serviva. E poi avevano Willow ed il calcio che gli diede alla gamba. Il cuore gli salì direttamente in gola e si ributtò nel torace iniziando a battere fortissimo quando la Beckham si fece avanti, estraendo qualcosa di luccicante ed appena visibile. Adesso Gideon non sapeva più per chi temere davvero. Forse Rainey era una testa calda, forse quelle ferite guadagnate sul campo non erano bastate e meritava uno sfregio in più per aver anche solo pensato di poter toccare Mckenzie, ma non era sicuro che meritasse una coltellata da parte di Willow. Era un ragazzo, era giovane, aveva sbagliato, ma non lo meritava. E poi, cosa sarebbe successo? Willow sarebbe finita nei guai? L'avrebbero espulsa? Fremette, cercando di mantenere la calma. E poi, era pure zoppo. Cioè capito!!! Non poteva arrecargli altro male, poverino. Per favore, Rainey. Lo guardò, ora con sguardo più morbido, quasi comprensivo. Avrete la vostra occasione. Era il gioco, dopotutto.

    E poi, GJ in lontananza "c'è scritto GeDeOnE cazzo"
    Gideon: non ne so niente.
    Ma questo in un altro post.


    Edited by visions of gideon - 22/4/2021, 12:07
     
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    8-9: le ossa rotte le diamo ai cani di Drew
    10-11: barella is coming
    12: nuovi cadaveri per le fosse comuni di Anje

     
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    La partita era finitada giorni e lui aveva ancora quella voglia di picchiare tutti, forse non proprio tutti, aveva paura di Willow e a Mac non avrebbe mai davvero storto un capello. Era vero che gli aveva fatto un fallo, ma era il gioco e tutto era permesso ma fuori dal campo erano amici e non aveva davvero un motivo per picchiarlo, ma cazzo se bruciava la sconfitta. Lui odiava perdere anche se succedeva più spesso di quanto avrebbe voluto ammettere e farlo al quidditch gli rodeva ancora di più. Guardò il capitano che con fare mesto e deluso si stava dileguando dal campo, giustamente. Anche no! Ma dove stava andando? Sapeva che era deluso da loro e da se stesso, gli dispiaceva vederlo in quel modo. Avrebbero sicuramente discusso. Dannazione. Lo lasciò andare perchè lui non se ne sarebbe andato via molto facilmente da quel campo.
    Niente l'avrebbe fermato dal fare la rissa o almeno da discutere con i corvi, neanche la promessa dalla pannocchia da parte di Arturo nelle docce lo avrebbe fatto desistere dal buttarsi nel mezzo. Probabilmente in seguito avrebbe avuto un cazziatone da parte del latino perchè non avevano seguito una parola, sapeva anche che sarebbero finiti in sala tortura con la Queen per la sconfitta e probabilmente per l'imminente rissa ma nonostante tutti quei contro decise che quella volta non avrebbe fatto un passo indietro e se ci sarebbe stato da picchiare lo avrebbe fatto.
    Seguì Mort, che comunque era da cazziare prima o poi per non aver rispettato il capitano. Il fatto che non lo avesse fatto neanche lui era un dettaglio perchè il fallo su Mac era stato d'obbligo e l'aveva fatto solo dopo quel cazzo di bolide lanciato alla velocità della luce e con una forza che non sapeva neanche lui che potesse mai avere uno come Mac. «Ehi Mac, bel colpo prima» gli sorrise perchè non poteva negare che aveva davvero battuto forte. molto più di lui, ma questo non lo avrebbe detto ad alta voce, ne andava del proprio ego. Magari dopo quello avrebbero riso e scherzato per poi andare nelle docce. NO! Lui aveva ancora il ghigno e gli prudevano le mani e voleva dire solo una cosa - infarto - che sarebbe tornato in infermeria molto presto.
    Strinse le mani a pugno quando vide il compagno di casata affrontare proprio il battitore dei corvonero, sapeva che sarebbe arrivata la rissa con quel gesto, ma non sarebbe scappato. Era nato pronto. Non è vero!
    «Morty...» ma si era reso conto di essere tra i corvi?! Quelli avevano il becco e facevano male, soprattutto Willow, forse quel dieci su wechat era segno che doveva salire sulla barella al volo e farsi portare in infermeria di nuovo. Avrebbe voluto davvero mettersi tra lui e MacWillow, perchè aveva seriamente paura che il compagno le prendesse, ma un nanetto - neanche troppo - decise di mettersi tra i più grandi. Posso dirlo visto che lui ha solo 13 anni eheh.
    Ehi Motherfucka!
    «Cosino» non riusciva a prenderlo in considerazione dato che era un cazzo di tredicenne che non sapeva stare al mondo. Non avrebbe fatto a botte con lui, non aveva senso, lui voleva fare una rissa con quelli che avevano giocato con loro non con uno che si era trovato lì per caso.
    Leggi cosa c'è scritto?
    «Vattene prima di rimetterci» gli si fece vicino, non aveva paura di quelli più grandi, figuriamoci se aveva paura di uno più piccolo, mentre questo gli mostrava il pugno e provava a fargli leggere qualcosa che a lui proprio non interessava .
    C'è scritto GeDeOnE cazzo!!
    «COSA?» non fece in tempo a capire cosa stesse succedendo che vide arrivare un pugno verso di lui. Stava davvero provando a picchiarlo?! Magari quei 5 ps si sarebbero fatti sentire anche lì ma, cazzo, non sarebbe andato in infermeria senza aver sferrato anche lui un cazzotto anche se non avrebbe voluto iniziare con Giggino. Si postò( e posso perchè ho fatto dieci e non voglio il cazzotto in faccia) giusto in tempo per poi fargli lo sgambetto e magari vederlo a terra. «Non me ne frega un cazzo se sei più piccolo. Vattene!» . Avrebbe rischiato il linciaggio? Senza alcun dubbio. «Ehi Mort abbiamo bisogno di una mano in più o finiamo nelle fosse comuni della Queen» guardò sua sorella, non Willow, Sorta, sperava davvero di averla dalla loro e pronta a picchiare duro, come solo lei sapeva fare o rischiavano davvero di essere sotterrati.


    ops...sgambetto...


    Edited by Costa(nzo)s - 22/4/2021, 22:49
     
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    Esalò piano, il tempo prima a fermarsi e poi a esplodere insieme alla folla sugli spalti quando Gideon riuscì a prendere il boccino.
    Il cuore a mille, il fiatone per l'emozione. Ce l'avevano fatta.
    Erano di nuovo in finale.
    Sorrise, dimenticandosi parzialmente della rabbia perchè avevano vinto cazzo, insieme, perchè avevano un'altra occasione di portare la coppa a corvonero (ma soprattutto a Willow e Gideon all'ultimo anno... forse), e perchè era sul campo, perchè era con la sua squadra, perchè era vivo. Perchè erano stati bravi ed era stato bravo. Non aveva ribattuto alle offese come avrebbe fatto un paio di anni prima, non si era fatto ammonire, aveva fatto il suo gioco, e aveva dato i suoi frutti. Il quidditch, come la gang, non si infama.
    Gridò anche lui, come d'abitudine fra i corvi, uno sportivo dito medio in generale agli avversari - perchè era felice, si era calmato, ma non era tutto a posto; i serpeverde li odiava ancora per il gioco sporco, quel sentimento era solo passato in secondo piano momentaneamente (per poco...........)
    Si avvicinò ai compagni, sorrise a loro, ai suoi freaks sugli spalti mimando un "visto?" a sersha, a cui aveva detto che senza almeno lei in campo, i serpeverde non avevano possibilità (scherzando; ogni tanto lo faceva)... ed era felice, ed era soddisfatto, ed era orgoglioso. «sei stato bravo» a mac, a kiel, a gid, a willow. Perchè ovviamente avevano vinto grazie allo sforzo di tutti come squadra, e poco importava chi aveva fatto goal, nel momento in cui per passarsi la palla erano stati tutti sincronizzati, chi avesse preso il boccino, quando era servito qualcuno che difendesse il cercatore. Erano stati bravi insieme-
    ma poteva durare la felicità dei corvonero?
    evidentemente no.
    fast foward sulla "rissa"!
    Il primo istinto fu di picchiare Mort (Joey si avvicinò a mac, quasi spalla contro- beh, decisamente non spalla, visto che si passavano parecchi centimetri).
    Poi di ignorare: era capitato anche a loro di perdere, di perdere partite importanti, e poteva capire la rabbia. E poi Mort stava facendo i complimenti, era sportivo!
    Poi di chiedere spiegazioni: «gli hai promesso un appuntamento?» mormorò. E l'anno scorso willow e halley, e adesso mort e mac... ma cosa succedeva nel campo mentre lui era concentrato sugli anelli?? Vabbè in effetti, ci stava: il quiditch era sexy.
    E dopo la spallata, di picchiarlo di nuovo.
    Non importava quanto piano, che Mac sorridesse: tocca uno di noi (MA POI!!! MAC!!!), ti metti contro tutti.
    Si morse l'interno della guancia stringendo i pugni, il fiato a farsi veloce mentre lo sguardo saettava veloce verso i coach, per assicurarsi non stessero guardando e- willow fu più veloce.
    Onesto, non a caso se non ci fosse stato gideon sarebbe stata lei la cercatrice (???).
    Nocche chiuse, sguardo severo, soddisfatto che Willow avesse preso l'iniziativa dove lui aveva tentennato per non rischiare come capitano. Lo aveva fatto per Mac, lo aveva fatto per la squadra... dio, le voleva bene.
    Un po', sperava Mort rispondesse, che desse anche a lui la possibilità di sfogarsi e ribattere... un po', sperava ascoltasse l'invito, e se ne andasse.
    "Non qui. Non qui".
    non sul campo, non dove potevano perdere tutto. E se Jeremy avesse tolto loro la vittoria perchè erano i primi ad iniziare davvero la rissa - dopo lo spintone provocatorio di Mort? Forse era una tattica dei serpeverde. Farli arrabbiare, fare annullare la partita...
    Ma poi costas tirò uno sgambetto a GJ che ehi, era stato debole, ma glielo aveva dato.
    Ad un tredicenne.
    Il loro tredicenne.
    «Come cazzo osi» cosa? aveva iniziato quel mini freak di GJ? vabbè dai UNA CAREZZINA DA DUE !!! CONTRO UN BATTITORE!! E poi ok, gli prudevano le mani dalla voglia di fare qualcosa. Costas era dall'inizio della partita - della stagione - che pregava di farsi tirare un pugno in faccia.
    Cercò di accontentarlo.
    Dopo un anno e passa di "non abbiamo riserve", potete giurarci che le avrebbe difese con le unghie e con i denti.


    Tira un pugno in faccia a costas !! o vabbè ci prova. MA ! era uscito 5 su 6 (perchè avevo tirato ieri sera prima dei nuovi numeri #wat) sappilo wink wink
     
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    «pensavo fossi più alto» inarcò il sopracciglio e guardò l’Hale in silenzio per un attimo, non troppo arrabbiato, ma solo confuso. Era l’unica cosa che era riuscito a dire? La sua priorità in quella rissa era dirgli che pensava fosse più alto?! Quelle parole non l’avevano pienamente ferito nell’orgoglio, l’avevano appena titillato, quindi ragionò ancora un po’ su quanto dovesse prendersela veramente e alla fine scoppiò in una fragorosa risata, ironica anche quella. «ah mckenzie, mckenzie» fece schioccare la lingua sotto il palato e scosse la testa «dovresti davvero rivedere le tue priorità» cit. e mentre lo diceva, alzò la mano verso il suo viso. Non aveva intenzione di colpirlo veramente, nonostante l’idea l’avesse stuzzicato più volte, sapeva che se l’avesse fatto sarebbe passato dalla parte del torto e quella era l’unica cosa che non voleva. Ci teneva ad avere ragione, Mort, e ci teneva ad avere la possibilità di alzare le spalle davanti a Jeremy e proclamarsi innocente, buttare il sasso e nascondere la mano era nel suo modus operandi; dopotutto, lui aveva solo dato una spallata molto molto leggera, una carezza, qualcuno avrebbe potuto definire quella sulla spalla del battitore corvonero. Non era stato lui a scatenare materialmente la rissa, ma questo non significava che non la apprezzasse, o non la volesse. Per questo, ginocchia piegate a causa del calcio di Willow, muscoli tesi nel non fare nessun movimento brusco e rischiare di tranciarsi la vena e morire dissanguato, o, peggio, essere castrato, rise di nuovo. Era, a dire la verità, una risata che cercava di mascherare un astio molto più profondo perché nonostante provasse a fare il gradasso e il figo, tutto quello continuava ad innervosirlo. Abbassò lo sguardo sulla lama del coltello premuta sul tessuto dei suoi pantaloni, poi sbuffò, cacciando aria dalle narici. «cristo Beckham non ti facevo così stupida» deglutì, poi voltò leggermente il viso per guardare la corvonero con la stessa faccia da schiaffi espressione provocatoria «i coltelli sul campo da quidditch? vuoi proprio» doveva pesare bene le parole; sapeva che minacciare l'espulsione, la bocciatura, non sarebbe servito a niente visto che, again, una squadra di studenti del vii anno pluribbocciati!!!11!, doveva puntare su qualcosa di più importante «che la tua squadra venga squalificata» certo che sarebbero stati squalificati, i coltelli non si potevano portare sul campo da quidditch! i falli si potevano fare, facevano parte del gioco, ma i coltelli erano a tutti gli effetti armi quindi mEH Jeremy vero che venivano squalificati?! «squadra, poi» si corresse «un nano, un gigante, una squilibrata, un carcerato, e un vibratore: una barzelletta» e nel dirlo alzò lo sguardo verso Gideon. Ah ma come gli dava fastidio quella bontà, era una presa per il culo e lo sapeva. Sospirò pesantemente e alzò gli occhi al cielo, quasi scocciato, e non si curò di risponderlo, ma lanciò uno sguardo oltre la sua spalla e scorse Costas quasi nelle stesse condizioni e gli fece piacere. Non che le stesse prendendo, sia chiaro, ma che fosse della sua stessa idea, che avesse la sua stessa voglia di far vedere chi fosse più forte; non c'entrava la partita, al diavolo la partita, quella ormai era passata, era una questione di territorialità, di forza, di giustizia (la sua, che è discutibile vbb). «se finiremo nelle fosse, ci finiremo a testa alta Costas» o senza testa, magari se la sarebbe tenuta Willow sul comodino come premio.
    E a proposito di Willow, era convinto che non gli avrebbe torto un capello, non poteva farlo, quindi alzò il braccio e puntò con il gomito proprio al naso della Beckham ma /eh/ 6/12 quindi dai un graffietto, evidentemente gli 11ps si fanno sentire, deve essere stanco.
    rip.


    SPOILER (click to view)
    gomitata da graffietti come i micetti (a willow, perché vuole morire)
     
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    Non si stava mettendo male, di più. Le orecchie pungevano per gli schiamazzi intorno a quella che, presto o tarsi, se qualcuno non fosse intervenuto, si sarebbe trasformata in una scena del crimine.
    Il cuore nel petto correva veloce come una lepre, adesso più spaventato rispetto a quanto non fosse poco prima, perchè le cose stavano degenerando. Da quando Willow aveva minacciato Mort, tirando fuori quella che agli occhi del McPherson pareva una lama, aveva iniziato a degenerare. Non sapeva davvero se credere che lo avrebbe potuto fare davvero, sfidata così apertamente. Con la Beckham tutto era possibile e Gideon temeva per questo. Le mani iniziarono a tremare, la rabbia trattenuta fino a quel momento iniziò a soccombere a favore di un sentimento di paura: temeva per il ragazzo, e temeva per le conseguenze che sarebbero ricadute se Willow lo avesse ferito o peggio. Gli insulti di Mort - se insulti volevano essere, dai erano dati di fatto #cos -, poi, non li sentì nemmeno. Non trovarono terreno fertile per attecchire (perchè è nosioso scusate), gli scivolarono addosso. Ma sentì bene le sue parole successive, riguardo la squalifica della squadra. Sentiva la bocca secca, i battiti del cuore a pulsare forti sui polsi ed in gola. Ed odiava quella sensazione di annientamento ed impotenza. La odiava. Si odiò persino quando Mort sollevò un braccio per colpire la sua amica, e lui rimase lì, fermo a guardare. L'istinto gli diceva di buttarglisi addosso e spingerlo via, la ragione lo frenava dal farlo, e li consigliava, invece, di preservare ciò che poteva essere preservato ancora. Si guardò intorno, cercando di capire se avesse potuto muoversi inosservato, dopotutto, chi buttava l'attenzione su Gideon McPherson quando poco distante da lui, qualcun altro si stava per ammazzare? (Cap e Costas compresi). Si inumidì le labbra con la lingua e con la mano destra sollevò appena il lembo sinistro del mantello, sfilando la bacchetta che teneva sotto di esso. La punta indirizzata verso la lama appena visibile del coltello tenuto stretto nella mano di Willow, appena prima che potesse decidere di andare più affondo nella pelle del ragazzo. cultro evanesco. Sussurrò, sperando di veder il coltello sparire nel nulla. Non voleva che Willow si spingesse così oltre, ed allo stesso tempo non voleva che le beccassero un'arma sul campo da gioco: l'avrebbero squalificata, o avrebbero squalificato la squadra e non lo meritavano. Veloce com'era stato, avrebbe poi riposto la bacchetta al proprio posto.


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    ??????
     
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    a manica de mbecilli io ve asfartoooooo aooooo
    mikano
    tahtiro napiña
    botteee!1!11 rissa1111!!!!
    Solo due delle seguenti affermazioni sono vere:
    - Mika aveva un cacciavite nella tasca del mantello.
    - Mika era una Corvonero.
    - Mika era nata con il solo scopo di picchiare gente.

    «my time to raise and shine» pensò (pandi) arrotolando le maniche della divisa fin sopra al gomito e liberando le braccia esili. «let's stab these fuckers» kinda letteralmente, nel suo caso.
    Era stata una partita bellissima quella - c'era stato il sangue !1!! i falli !!1!!! i bolidi assassini WOW Mica (non lei) come quella tra Tassorosso e Grifondoro: la de13th c'aveva provato a fare qualche entrataccia sugli avversarsi, ma meh....... che gioco noioso ragazzi miei, aveva persino lanciato (le monetine? da vera bulla? ma no dai, aveva tirato) le popcorn di un primino, con fare di disapprovazione e qualche «buuh» fischiato con noia.
    Un'altra piccola verità: a Mika piaceva il gioco duro.
    Gli scontri a mezz'aria.
    I bolidi rispediti al mittente con cattiveria.
    Sentire il rumore di ossa che si fratturavano nell'impatto ed esclamare «SEEEHHH» quando tutti si lasciavano andare a GASP shockati o «oh meo deo» preoccupati.
    Quel pomeriggio, dunque, era l'apice della carriera scolastica di Tahtiro Mikano ('na scarpa in fronte).
    E stava per migliorare.
    Dov'era quel pirla di Shin quando serviva qualcuno con la faccia da schiaffi per caricarla al meglio? Niente la triggerava come lui e la sua aria da Bitchy Bitch that Bitches. Ma l'altro era rimasto ad annoiare primini con le sue storie strampalate, senza dubbio: beh, scemi loro che gli davano ancora retta. Mika, dal canto suo, era già su di giri al punto da decidere, in un istante, di seguire gli altri studenti giù dagli spalti e accalcarsi con loro sul campo di gioco.
    In una qualsiasi altra situazione - tipo, appunto, la partita precedente - se ne sarebbe andata prima del triplice fischio, delusa dalla mancanza di organi in bella mostra, ossa frantumate o ferite che sanguinavano copiosamente; quel pomeriggio, invece, la sentiva proprio nell'aria la promessa di una bella rissa come si deve. «it was about fucking time.» E infatti, non rimase delusa.
    E poteva anche non arrivare a vedere oltre i banchi di scuola, Mika, ma la sua era l'altezza giusta per tirare testate sui testicoli e sgusciare via tra le gambe degli stampelloni, quei dannati watussi come il cercatore blubronzo.
    Tuttavia, non si accanì contro il McPherson, né diede lui una testata sui gioielli di famiglia, sebbene se la meritasse per aver messo in ridicolo Mort fucking Rainey; persino una (bambina?) (pazza?) (eh.) come lei si rendeva conto che picchiare il Cercatore era tipo una cosa immorale. E soprattutto, poco soddisfacente: che gusto c'era ad alzare le mani con uno che non avrebbe risposto? Se volevi picchiare e divertirti facendolo, dovevi puntare qualcuno che reagisse!!!!!! Non Gideon McPherson.
    Né, tantomeno, Hale.
    Onestamente? Mika s'era aspettata molto di più da Mort.
    «disappointed.» non è ancora chiaro perché i suoi discorsi siano in inglese ma okay.
    Un'altra piccola verità su Mika: aveva una cotta per la riserva serpeverde e aveva esultato ad ogni suoi fallo - perché sul campo erano AMMESSI!! E !! CONCESSI!! Lo prevedeva il regolamento!! CORVI DOVETE STARCI!!! Se uno fa il battitore, deve tenerlo in conto di poter essere preso a sportellate in campo!!! VIENE CON IL REPARTO!!! Ma picchiare un Mac Hale a mente lucida (...discutibile) e fuori dal gioco vera un po' troppo extreme persino per il serpeverde. E noioso. «he's not worth it» con molta calma, sfruttando i suoi scarsissimi centocinquanta centimetri e l'anonimato che le forniva il suo essere "solo una del quarto anno", si era intrufolata tra le due bande rivali (??), arrivando proprio accanto al Rainey, incrociando le braccia al petto e giudicandolo malissimo. Doveva davvero iniziare a prendersela con qualcuno che gli avrebbe dato soddisfazioni!! Tipo La Beckham? O il galeotto? Se volevano tener fede alle loro reputazioni (ma quali?) Mika era certa che avrebbero picchiato duramente. «watch and learn»
    Ma nemmeno tempo di mettere mano alla sua arma segreta, che vide la Beckham piombare su Mort e quasi il cuore le esplose per la gioia. «someone will die» of fun? no, letteralmente. Peccato dovesse toccare proprio a Mort; la ragazzina un po' c'aveva sperato di conquistarlo con il tempo.
    Si trovava di fronte ad un bivio: decidere se fosse più forte la voglia di vedere qualcuno prendercele di santa ragione, o la voglia di prendere le guanciotte di Rainey e fargli dire cioppi cioppi? Eh. «you're too cute to die» ma non le andava nemmeno di mettersi contro la Beckham. Aveva delle lealtà non esplicitate, la Tahtiro, e sotto sotto Willow Beckham era un po' il suo modello di vita.
    Scusa Mort, you're cute ma she's better.
    Quindi, non si mise in mezzo; e tanto da che ho iniziato a scrivere, nel frattempo ci ha pensato Gid a frenare la minaccia quindi bella!1!!! Mika può gettarsi nella mischia senza preoccuparsi che il suo futuro ragazzo venga squartato davanti a tutti.
    Che centrava lei lì in mezzo? Assolutamente nulla.
    Ma, altra piccola verità: Mika era instabile un concentrato di follia e alzare le mani contro qualcuno, pure quando non centrava niente nella faccenda, non l'aveva mai preoccupata - o frenata. Anzi, al contrario, la rendeva felice. Con un «u can do it babe» mandò un bacino a Mort e saltellò in direzione di Costas, che quei 5ps iniziava ad accusarli per davvero. Ma, soprattutto: quando le sarebbe ricapitato di poter assestare una capocciata a qualcuno direttamente sul naso??? Una tale ebrezza non l'avrebbe riprovata facilmente. Perciò si accanì contro il capitano dei Corvonero, perché tra tutti era quello in cui sperava di più per una reazione come si deve.
    Caricò il colpo e, con un sorriso esaltato sulle labbra, gli mollò tutta felice la testata.
    «shin, where the fuck are u» davvero, Lucas, dove sei? Se stai parlando male di lei ti fa ingoiare il frustino (della Queen). «this is fucking awesome» hey macklemore, can we go thrift shopping avanti così tutto il giorno?!
    Tanto, come dicono gli appunti del 2009 di pandi: finché c'è sangue che zampilla, va tutto bene.
    Joey, dicci, la testata da otto ti ha fatto sanguinare? Speriamo di sì, niente contro di te ma insomma, è una rissa no? Non eri nemmeno il suo bersaglio principale, in realtà, però le sei capitato sotto mano ed era troppo una tentazione spericulata (-cit) per non cedere.
    E posò, infine, lo sguardo (folle) color cioccolato su un GJ già sgambettato dal Motherfucka. «get up.»
    Perché, infondo, era l'unico contro cui si sarebbe divertita dAvVEro. Dacci questa gioia, Giggino.



    dadi: 8/12
    dai joey, è tutta salute (che se ne vaaaa)
    post senza senso, picchiatela, non vediamo l'ora çWç SIAMO QUI PER QUESTO!1!11!!!!
     
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    «ah mckenzie, mckenzie. dovresti davvero rivedere le tue priorità» Un sorriso imbarazzato tirò le labbra del Corvonero, perché sapeva non ci fosse nulla di divertente, ed al contempo sembrava incapace di rimanere serio in una situazione che in qualunque momento avrebbe potuto diventare critica. Gli veniva da ridere perché era stanco, e perché - andiamo, agli altri non faceva sorridere la evil laugh di Mortino? Se vi foste chiesti come avesse fatto a sopravvivere (cento)diciotto anni senza possedere neanche una parvenza di poker face, ecco il motivo.
    Willow, era il motivo, già sgattaiolata alle spalle del Serpeverde. Gideon e Joey, erano il motivo, entrambi al suo fianco ad osservare il Rainey. Di suo, Mckenzie, aveva le skill di sopravvivenza di un opossum già morto.
    «non mi pare?» replicò sincero, perché – perlomeno in quel momento – non c’era nulla che lo preoccupasse abbastanza da dargli aulici pensieri che non fossero l’altezza dei suoi avversari. Soprattutto perché era stato colpito dal fatto che non avesse mai visto prima il cercatore serpeverde. E sì che si faceva i cazzi propri, ma almeno gli altri giocatori avrebbe dovuto conoscerli. Le nascondevano bene le loro riserve! Lo sguardo di Mac guizzò sulla mano alzata, e ferma, del Rainey, e l’Hale fece l’unica cosa che chiunque in quel momento avrebbe potuto pensare di fare.
    Gli battè il cinque («bella?»), perché era rude lasciare qualcuno appeso.
    Era una strategia subdola, quella del Serpeverde, e, per quanti pochi esempi ne aveste nella vita quotidiana, in tutte e tre le sue vite Mckenzie era stato un Corvonero, quindi non poteva fingere di non capire. D’altro canto, era portato a cercare sempre i perchè dietro i comportamenti della gente, e perchè fosse così furente da voler scatenare una rissa ma far incolpare loro, gli sfuggiva. Forse perché lui tendeva a prendersi sempre le proprie responsabilità; faticava a capirlo, quando gli altri facevano di tutto pur di non farlo. Abbassò lo sguardo verso il luccichio nelle mani di Willow, ed un sorriso scappò dalla bocca di Mac. Per quanto sapesse che fosse sbagliato, e scorretto, non potè che provare un moto di orgoglio, e soddisfazione, e amore platonico verso la sua concasata.
    Era proprio Bella TM.
    Ciò non significava che volesse del sangue.
    «Ehi Mac, bel colpo prima» Alzò il capo verso Costas, occhi spalancati a cercare il tono derisorio del Rainey anche nel sorriso del suo concasato. Deglutì, strinse le labbra fra loro, e decise che non ve ne fosse, perché Costas era suo amico, perché si sentiva in colpa, perché voleva crederci più di quanto potesse ammettere. «grazie» bisbigliò, alzando poi la voce per attirare la sua attenzione prima che la dedicasse ad altro. «mi dispiace per -» gesticolò vago indicando le loro ferite da guerra, gli occhi grigi a rimbalzare da un Serpeverde all’altro. «siete stati comunque bravissimi» Costas era riuscito, pur provato, ad evitare quasi tutti i bolidi, i Cacciatori avevano intercettato molti dei loro passaggi, Sorta aveva parato, e perfino Morty aveva dato del filo da torcere a Gideon. «davvero» sottolineò, riportando lo sguardo sul Rainey, confuso e vagamente ferito – perché lui lo pensava davvero.
    Kids nowadays.
    Poi accaddero tante cose e tutte insieme: Costas e lo sgambetto a Giggino, Joey di volata a colpire il battitore, una ragazzina minuscola a prendere il Cap a testate, Mort a tirare una gomitata in faccia a Willow.
    Mort a tirare una gomitata in faccia a Willow?
    Oh no. Oh no. Oh nonono.
    Fremette – e non vibrò: iniziava a sentirsi un po’ a disagio all’essere il vibratore di turno; Morty basta, non siamo ancora alla terza base – dal bisogno di fare un rapido segno della croce e bisbigliare ominous mor(t)s tua vita mea, ma non era pronto a vederlo morire. Sarebbe stato sanguinolento, il che l’avrebbe fatto svenire, e Willow sarebbe stata… beh, forse non espulsa, ma le avrebbero fatto qualcosa di brutto. Era ad Hogwarts da due anni, ed ancora non capiva come funzionassero le punizioni al castello. «volete che finiamo in sala delle torture insieme CHE DOLCI! slytheryn @ ravenclaw: # ENEMIES TO LOVERS # UNITED WE STAND DIVIDED WE FALL ok non insistete veniamo con voi.
    Ma prima, visto che a quanto pareva bisognava essere un po’ bitch, avrebbe cercato di mitigare le acque nel modo più soft che gli venne in mente per spegnere quella carneficina prima che diventasse tale: «scusa?» bofonchiò, ed approfittando del piedino devastato di Mortino, mise il proprio dietro quello sano dell’altro, e con una mano sulla spalla lo spinse. L’intento era di farlo gentilmente cadere a terra così che tutti vivessero felici e contenti, drago abbattuto and all of that, ma pur sempre di un 7 si trattava.
    Quindi insomma: we tried ma non troppo.


    (7) spinge mortino????? i punti di domanda sono perchè sono confusa anche io
     
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    Io batto e tu?
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    La situazione non era delle migliori e non solo per i due serpeverdi, che sicuramente non ne sarebbero usciti illesi, ma anche i corvonero avrebbero avuto il loro triste momento con la Queen e la sala torture; se loro erano destinati per aver perso la partita quegli uccellacci li avrebbero seguiti per quella rissa. Poteva quasi esserne soddisfatto perchè avrebbero sofferto anche loro. Ma prima di poter mollare doveva prima posare le sue nocche sulla faccia di qualcuno, che non sarebbe stato Gj era troppo piccolo anche per Costas, non sarebbe stato corretto.
    «Come cazzo osi» arrivò l'eroe dei corvonero che pensava di prendere a pugni proprio il Motherfucka, non lo temeva ma non era neanche da sottovalutare.
    «Disse lui....Eh Moonarie, pensi di farmi paura» non perse il ghigno anche se sarebbe stato inevitabile prenderle, ma farlo per mano del tappetto corvo, anche no. Non ci sarebbe stato. Si fece avanti per poter parare il colpo e contraccambiare nell'immediato ma venne preceduto da una ragazzina che andò di capocciata. Rimase interdetto per un secondo, non sapendo bene cosa fare e il problema non era il fatto che fosse stato difeso da una donna, figuriamoci se feriva l'orgoglio, non voleva davvero prenderle e se la piccoletta aveva deciso di interporsi tra lui e il biondo, allora gli andava più che bene.
    «Grazie Mika» ma la conosceva? Io dico di si. Lui doveva aiutare Morty, visto che erano tre contro uno? Ok, forse Mac non contava e neanche Gideon ma Willow, con un coltellino, che scorrettezza. E fu così che erano di nuovo loro due, contro il mondo, come Brad e Angelina, schiena contro schiena come dei veri eroi.
    «se finiremo nelle fosse, ci finiremo a testa alta Costas» aveva proprio ragione, sarebbero finiti in sala torture ma almeno si sarebbero tolti quel maledetto sassolino dalla scarpa. «Insieme Mort!! Andiamo!» non lo avrebbe lasciato da solo, piuttosto sarebbero stati messi ko insieme da una Willow indemoniata.
    «Beckham sei scorretta lo sai?» disse mentre provava a fare cosa? non lo so, ho fatto un misero cinque quindi le avrebbe tirato i capelli come le ragazzine, ci sta no? ma invece non lo fece perchè ho deciso di cambiare all'ultimo questo post decise di infastidire Gideon. Uno dei suoi culi preferiti, ora che l'aveva a portata di palpata non poteva non provarci. «Cercatore, ti senti solo?» disse per poi avvicinarsi a lui e afferrarlo dai fianchi. Non avrebbe aspettato una sua contro mossa perchè rischiava di ricevere una testata senza aver fatto quello per il quale era nato: palpargli il sedere, forte. Così provò a tenerselo vicino e poi fu lui che andò di testata, era troppo? Sicuramente per un misero cinque.

    io direi di considerare solo la palpata come mossa su gideon u.u
     
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    «volete che finiamo in sala delle torture insieme?»
    Roteò gli occhi al cielo, poi riportò lo sguardo su Mac prima e sui serpeverde dopo. Incrociò le braccia sul petto, la bocca secca ed un'espressione di piombo, imperturbabile mentre gli altri intorno a loro si prendevano a pugni e testate.
    Ma anche no. Rispose, nonostante l'ironia nelle parole dell'altro. Ecco, se c'era qualcosa che temeva, davvero tanto, era proprio la sala torture. Al solo pensiero sentiva ogni muscolo contrarsi e tremare, a suggerirgli di muoversi e scappare lontano. Ma stava inchiodato lì, incapace di voltare davvero le spalle ai suoi compagni. Sarebbe rimasto con loro fino alla fine di quella stupida fiera della vendetta. Nonostante le gambe gli stessero tremando e volesse solo rientrare nella sala comune a festeggiare.
    In mezzo secondo il campo si riempì di...bambini??? O mio Dio. Cap bambina a ore dodici!! Dritta davanti a lui e pronta a dargli una testata. Ma forse aveva abbassato troppo la guardia, convinto che nessuno sarebbe andato a rompere le palle direttamente a lui perché stava nel proprio, non si stava impicciando davvero, non stava dando fastidio a nessuno anzi provava a sedare. Non aveva picchiato nessuno anche se in tanti lo meritavano, non aveva provocato nessuno. Quando Costas si avvicinò verso di lui, lo guardo interrogativo, sopracciglia sollevate. Sciolse le mani dall'addome riportandole lungo i fianchi e rimase ad osservarlo un pelo spaventato ed incredulo, finché non gli fu troppo vicino. Provò ad allungare le braccia per spingerlo via ma nel mentre, il Serpeverde aveva già agito.
    Lo sentì palpargli il sedere, con invadenza, con prepotenza e forse per questa intrusione molesta ed inaspettata, non ebbe tempo di reagire alla testata che dunque si beccò in pieno viso.
    PORCA PU
    Gideon sei meglio di così
    Trattenne e subì.
    Quando mai aveva avuto i riflessi veloci, nel corpo a corpo? nel proprio corpo? Mai, appunto. Aveva bisogno di tempo, Gideon, non era il tipo da riflessi pronti e cose simili. Chiuse gli occhi lucidi, stringendo forte le palpebre sentendo le lacrime pungere per uscire. Il naso a bruciare come il fuoco. Si piegò appena in avanti con un lamento di dolore a sfuggirgli dalle labbra. aa-ah.. Si portò le mani al volto, stringendo le dita sul naso e pregando tutti i santi di dargli pazienza ma...non ce n'era più. Le scorte di pazienza erano finite. Si guardò la mano, vedendo del sangue. COSTAS?? Si lamentò, incredulo ma nemmeno tanto. Ma vaffanculo!! E non era tanto la testata, quanto per la molestia. Vaffanculo cazzo!! Ripetè, arrabbiato e come un disco rotto. Forse non erano abbastanza amici? Forse addirittura Costas lo odiava? Perché lo aveva fatto? Le lacrime non erano solo di dolore, c'era un sentimento diverso di mezzo, era proprio amareggiato.
    Stava ragionando? Il dolore al naso e la rabbia erano forti e stringendo le labbra con espressione non più neutra ma ora di rabbia fece un passo indietro ed estrasse la bacchetta dalla fodera dentro il mantello.
    Ancora prima di ragionare se quella fosse una mossa giusta o corretta, aveva già agitato il polso in un movimento circolare, la punta della bacchetta verso il battitore dei serpeverde. Avrebbe visto il Quidditch da un punto di vista diverso. Quello del boccino. guttus aurum Un bagliore giallo oro avrebbe colpito il Motherfucka, trasformando le sue sembianze in quelle di un boccino d'oro molto simile all'originale.
    (i dadi) diconoche sono bravo con le trasfigurazioni. Raccolse il boccino, con la sola intenzione di recuperarlo per portarlo alle labbra e dargli un piccolo bacio. Poi prese la mazza di Mac in prestito scusa un attimo. e lanciando in aria la sfera dorata le sferrò un colpo preciso per farla andare lontano lontano lasciando che fosse libera di dispiegare le sue piccole alette e volare via.
    Vola piccolo Costas, porta onore alla tua casa.
    E poi, lanciò uno sguardo a Mort, a terra? Ancora in piedi? Poco importava, Gideon ne aveva le palle piene. (Ma si sentiva già in colpa e forse si era anche un po' pentito. QUALCUNO LO PRENDA)
    Cercatore, è il tuo momento! Magari questa volta ci riusciva e se li toglievano di mezzo entrambi. Anche perché la trasfigurazione sarebbe finita quando qualcuno lo avesse catturato intenzionalmente. Una lezione crudele e morale, quella del McPherson, che certamente (aspirava ad insegnare ad Hogwarts, un giorno, e si sarebbe ricordato per sempre quelle molestie . ). E poi, era sempre stato più portato per gli scontri magici che non per quelli fisici.

    guttus aurum ◆
    Trasforma in boccini d'oro.
    Incantesimo trasfigurante di tipo non antropomorfo, caratterizzato da un bagliore giallo-oro e che richiede un piccolo movimento circolare del polso. Si esaurisce nel momento in cui il finto boccino viene catturato intenzionalmente, dunque non necessita particolari contro incantesimi. ©


    subisco la palpatestata ma uso tutto il (12) fosse comuni di anje per la trasfigurazione

    Mi sento malissimo ma è la giusta punizione per le molestie mi disp.


    Edited by visions of gideon - 25/4/2021, 10:09
     
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    Fanculo alla linea temporale.
    Fanculo se Costas è già un boccino.

    «Non me ne frega un cazzo se sei più piccolo. Vattene!»
    MA PERCHE'.
    Il pugno in cui aveva tanto sperato sferzò l'aria con nemmeno troppa potenza, ed affondò nel vuoto. In un primo momento, davanti a lui c'era Costas, e poi il nulla, solo l'erba a farsi sempre più vicina mentre cadeva, sbilanciato dal suo stesso colpo ed a causa dello sgambetto del ragazzo. Prontamente, portò i palmi davanti a sè, per attutire la caduta sull'erba, che comunque non fu dolorosa.
    Inalberato per non essere considerato all'altezza di quella rissa, storse le labbra in una smorfia di disappunto. Rimanendo ancora a terra, gomiti poggiati sull'erba e sguardo puntato su Costas e su Joey che...gli dava un pugno?
    CAP ti vuole troppo bene per averlo difeso! Ma l'orgoglio per quell'amicizia respinta iniziò a bruciare.
    Ma come?? Siamo quasi alti uguali! Okay, qualche centimetro di differenza c'era pure, ma mica erano così tanti!
    E poi lo sanno tutti che dopo una rissa si è più amici di prima, non vuoi essere mio amico? #no
    Mica come a Bodie, che lo scoppio di una rissa prevedeva almeno due o tre cadaveri. Nel ventunesimo secolo, i maschi si picchiavano per sport. I...maschi? Sbattè le palpebre, vedendo rotolare una pallina umana in mezzo al campo. Una bambina che ad occhio e croce doveva avere massimo nove o dieci anni. Ma rimase impressionato, GJ dalla forza di spirito e fisica che sapeva dimostrare, sbilanciandosi a dare addirittura una testata al loro Capitano!! Mitica!!!
    Ma hai l'età per stare ad Hogwarts?! Era figlia di qualche professore? Era un mezzo elfo? Si era sentito così, Costas, quando lo aveva avuto di fronte? Frenato dal fatto che fosse più basso di lui, più piccolo?
    «get up.»
    E quando una bambina ti dice di alzarsi con tono minaccioso, tu non puoi certo disobbidire. ECCOMI. Aspetta non te ne andare. Non gli sembrava vero, LO STAVA SFIDANDO! Si abbassò piegando le ginocchia per arrivare ai suoi centocinquanta centimetri. Ne hai di coraggio per picchiare il capitano!! Una femmina, poi!!! E così dicendo avrebbe provato a darle una spinta per farla cadere indietro, provando poi a bloccarle il torace con la suola della scarpa. Quanti anni hai? Io sono GJ, tu?

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    i see it, i like it, i want it, i got it


    1-3: maybe carezzina will be our always

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