extra: corvonero vs serpeverde

Hazel era stata intrattabile per tutto il post partita grifi - tassi, e Gideon avrebbe voluto esserle di supporto ma sapeva che quando sua sorella era così, niente avrebbe potuto consolarla. Solo il tempo di sbollire. Ed alla sua squadra come sarebbe andata? Essere al suo ultimo anno, per la seconda volta, portava con sè delle responsabilità non da poco. Un deja vù inclemente che prevedeva da parte sua una prestanza eccezionale: non era così, non sarebbe stato mai così, ma ci si provava. Il suo ultimo campionato di quidditch, Gideon McPherson, lo aveva già vissuto. E poi era tornato, nonostante l'ultimatum dato dal suo cardiologo "il tuo cuore è parecchio affaticato" e non poteva davvero immaginare quanto lo fosse in verità, "è difficile da dire ma...il mio consiglio è quello di mettere da parte il Quidditch. Gideon, non ti affaticare." Certe cose i medici non le possono capire, nemmeno quando il loro mestiere è studiare i cuori degli altri. Ed invece era sulla scopa ancora una volta, perchè era un paradosso, ma non avrebbe mai mollato qualcosa che lo faceva sentire vivo, anche se le controindicazioni prevedevano la morte. Il cuore a battere nel petto con forza ed il respiro reso regolare da una concentrazione a cui provava ad appigliarsi, riuscendoci a momenti sì, ed altri no. Lo sguardo attento scrutava il campo ed i compagni, scandagliandone i visi per capirne lo stato d'animo. Kiel sembrava ansioso di dimostrare che fosse degno di far parte della squadra e di loro, in un loop infinito che gli forse gli impediva di vedere la realtà: la squadra era anche lui e senza di lui non sarebbe stata la stessa cosa. Una pacca sulla spalla, amichevole, ed un sorriso verso il ragazzo, mentre compiva il proprio giro di perlustrazione. Willow, pareva essere in attesa di un bolide
(e sta arrivandoo!) Non sapeva, in verità, se essere felice o triste per lei: insomma, una via di mezzo, dai. Un cinquanta e cinquanta. Magari poteva investirla e romperle solo una gamba! Lei sarebbe stata felice (ma non troppo perchè, andiamo, le gambe stanno coperte gran parte dell'anno e lei le sue ferite aveva il bisogno di sfoggiarle), ed allo stesso tempo non avrebbe smesso di giocare, anzi, forse avrebbe giocato meglio. E poi, c'era Mac. Mckenzie Hale era il panico fatto persona, e per quanto solo qualche minuto prima, negli spogliatoi avesse voluto fargli pensare che ci credesse davvero alle sue parole, quando le pronunciava, quell'andrà meglio suonava alle orecchie di Gideon come rassegnazione, come se volesse convincere lui e non sè stesso. Non ci credeva. Ed era per questo che non aveva davvero risposto subito alle sue parole, espressione neutra nel viso, un velo di preoccupazione che non riusciva a celare, mentre provava ad aiutarlo - per quanto lui gli concedesse, per quanto fosse possibile, ad uscire dal bagno in maniera dignitosa e non ricoperto di vomito. Certo, andrà meglio. Un sorriso di conforto, mentre rifletteva sul fatto che era difficile che addirittura andasse peggio. Forse era la matematica, ad aiutare l'Hale, in quel pensiero positivo o forse era solo la preoccupazione di Gideon a parlare. Il vuoto nel petto, quando guardava Mac, era immenso. Avrebbe voluto aiutarlo, ma non sapeva come. Sapeva solo che sì, sarebbe andata meglio di sicuro, e lui ci credeva davvero.
Joey, poi, magari nascondeva anche bene l'ansia di quell'ultimo scontro, dietro un'invidiabile facciata deadpan, ma sapeva che anche per lui, l'ansia di starsi giocando tutto era viva ed intensa. Fece un giro di ricognizione lungo il perimetro del campo, prima di mettersi in posizione ed attendere l'avvio della partita, ogni muscolo indolenzito dalle numerose contratture date dall'ansia e dal freddo. Andrà meglio, si ripetè.
Perchè no? Poteva andare peggio? E poi, guardò gli spalti e vide Narah.
E vide Perses.
Ed altri amici.
Poteva andare peggio. Avrebbe floppato davanti a tutti un'altra volta. Per esempio con un bolide da 24 PQ dritto in faccia. Scherzavo va di merda come sempre. Vedendolo arrivare nella propria direzione, balzò sulla scopa spaventato come un gatto in tangenziale e, con i pochi riflessi da bradipo che la natura gli aveva donato, provò una schivata latero-mortale