extra: corvonero vs serpeverde

15.04 - max 21.04

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    corvoneroserpeverdeI'll go so high My feet won't touch the ground



    inizia la partita la squadra dei corvonero. Se entro le 23:00 del 15.04 non avrà postato, potranno giocare i serpeverde

    il cielo è appena coperto.

    tempo per postare fino alle 23.59 del 21/04.

    quick recap delle regole:
    tutti i giocatori ufficiali (quindi PG veri) partiranno da 30 PS, i capitani di squadra da 35 PS, mentre tutte le riserve (quindi PG fittizi o non ancora con una scheda approvata) da 25 PS;
    3 passaggi consecutivi per tentare un tiro agli anelli, di cui il terzo sarà il tiro vero e proprio; per tentare un passaggio si hanno 6 ore, dopodiché la pluffa passerà automaticamente alla squadra avversaria
    le difese possono essere verso azioni scorrette avversarie, o contro un bolide in arrivo (1-10 PD per giocatori normali, 1-15 PD per i battitori); le difese dai falli potranno essere attuate solamente in singolo e senza possibilità di tifo, mentre quelle dai bolidi anche in combo da due giocatori;
    le azioni fallose andranno difese entro 6 ore dal fateggio, ed entrambe avranno una potenza da 1 a 10 (anche le difese dei battitori): se il fallo arreca danni a chi lo subisce, ci sarà la possibilità che l'arbitro veda l'azione scorretta, penalizzando il giocatore che lo ha commesso (primo fallo 4 ore di stop / secondo fallo 6 ore / terzo fallo 12 ore) e permettendo alla squadra attaccata di avanzare di un'azione - [esempio] tassorosso sta facendo il primo passaggio, da 0/3 a 1/3, e subisce un fallo: il passaggio avrà successo e passeranno al passaggio 2/3, per cui potranno tirare in porta. se non stava provando a passare, scattano semplicemente al 1/3.
    i cacciatori sono gli unici a poter tirare la pluffa negli anelli, ma i passaggi possono essere effettuati anche dagli altri giocatori;
    ad ogni passaggio verrà estratto un numero da 1 a 3 (1: passaggio perfetto / 2: passaggio impreciso, 90 minuti di tempo all'altra squadra per tentare di intercettare / 3: passaggio fallimentare, la palla passa all'altra squadra);
    al momento del tiro in porta verranno eseguite tre estrazioni da 1 a 5, stessa cosa per il portiere;
    se il portiere indovina l'anello (scrivendo a me in sede privata), avrà dei bonus da aggiungere alla propria estrazione;
    i bolidi (che non influiscono sull'azione in corso, bensì sulla salute del giocatore) lanciati dal fato avranno una potenza tra 1 e 10, mentre quelli lanciati dai battitori tra 7 e 15;
    sarà possibile interagire con il boccino a partire da domenica;
    il boccino non varrà più 150 punti, bensì 30;
    il tifo può essere fatto entro 30 minuti dal primo post di combo di difesa dai bolidi; il tifo di cheerleader e mascotte vale 1 punto, quello dei tifosi 0,5;

    quick recap delle tempistiche:
    tempo per passare la pluffa: 6 ore.
    tempo per intercettare un passaggio impreciso: 90 minuti.
    tempo per parare un tiro in porta: 8 ore.
    tempo per difendere un bolide: 12 ore.
    tempo per difendere un fallo: 6 ore.
    qualsiasi di queste azioni, esclusa l'intercettazione, se il fateggio avviene in fascia notturna (ca. dopo le 21:00), avrà come scadenza le 12:00 del giorno seguente.

    malus salute:
    35/30 - 21 PS: nessun malus.
    20 - 11 PS: -1 PQ su qualsiasi azione.
    10 - 1 PS: -2 PQ su qualsiasi azione.
    quando un giocatore scende a 0 PS, sarà fuori dal gioco per 12 ore (la prima volta, 18 la seconda e 24 la terza) e, quando rientrerà, partirà dalla metà dei suoi Punti Salute e con un malus fisso di -1, cui aggiungere quello della fascia di PS nella quale si trova - [esempio] Chelsey scende sotto i 0 PS; rientra in gioco dopo 12 ore con: 15 salute, -1 PQ di malus da K.O. e -1 PQ di malus da fascia PS (20 - 11).
    il malus si sottrae al risultato dell'estrazione, e non al massimo estraibile (quindi il colpo di un battitore non sarà estratto da 7 a 14 anziché da 7 a 15, ma il suo esito avràun -1).

    divertitevi, e se avete dubbi contattatemi ♥


    Edited by zugzwang. - 15/4/2021, 18:02
     
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    Fece scivolare la lingua sulle labbra strette tra loro, gli occhi scuri a scivolare da una parte all'altra del campo da Quidditch - dagli spalti all'arbitro, dai Serpeverde ai suoi compagni di squadra. Sentiva il cuore pulsare prepotente contro lo sterno, mentre lenta la scopa alla quale si era ancorato dondolava sospinta dalla tiepida brezza primaverile. E più il tempo passava in attesa del fischio d'inizio, più aumentava il martellare del muscolo cardiaco, tanto che dallo scandire i secondi pareva avesse deciso di contare i millesimi al loro interno.
    Non era la prima partita di Quidditch di Kiel, né tanto meno la prima volta sul campo assieme a quella squadra: per quanto l'ansia dell'essersi intromesso all'interno di un gruppo già tanto coeso non fosse ancora passata, aveva oramai imparato a conviverci.
    Piuttosto, era forse il fatto di essere una delle ultime partite del campionato scolastico a fargli tanto tremare le mani - metaforicamente parlando, Cap, non preoccuparti! Non solo perché, dopo di quelle, avrebbe dovuto attendere un'intera estate prima di poter ritornare su una scopa con i suoi compagni; e nemmeno perché si era affezionato a quel piccolo gruppo, con il quale poco sentiva di condividere se non la divisa.
    Pochi punti separavano le squadre l'una dall'altra, e anche una sola pluffa negli anelli alla fine della partita avrebbe potuto decretare il loro successo. Un solo sbaglio li avrebbe fatti slittare all'ultimo posto, e un'azione fantastica avrebbe rischiato di far ambire ai Corvonero la Coppa.
    Aveva tanto da dimostrare, Kiel Idowu-Kane: a se stesso, e a Joey e Willow e Mac e Gideon. E conoscendosi, avrebbe fatto qualche danno.
    Osservò i capitani andare alle proprie postazioni, e con un sospiro a labbra socchiuse cercò di far scivolare via tutto lo stress di quegli ultimi minuti (e giorni) (... e settimane? e settimane). Quando il Milkobitch fischiò l'inizio e lanciò in aria la pluffa, piegò la punta della scopa in avanti e scattò, il più velocemente possibile. Evidentemente gli andò bene, perché fu il primo a toccare la pluffa e, tenendosela stretta, cercò di staccarsi abbastanza da individuare qualche compagno libero.
    Quando lo vide, cercò di approfittarne subito e lanciò la pluffa, pregando che andasse bene.



    «fdgsfasdsa»


    PASSAGGIO
     
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    kiel kane25 psazione: --cacciatore
    bolide i: 4 pq (sorta)
    bolide ii: 6 pq (willow)
    azione: corvonero (1/3)


    passaggio perfetto, la pluffa finisce tranquillamente tra le braccia del prossimo corvonero.

    i bolidi vengono liberati, e puntano subito su sorta motherfucka e willow beckham.
     
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    Ad un occhio esterno, quella partita forse poteva sembrare un'ottima occasione per la ragazza di sfogarsi in campo e picchiar duro costas e arturomaria, più di quanto la ragazza non avesse già fatto durante il torneo dei duellanti. Ma c'era una cosa che a molte persone sembrava strana, eppure era una sacrosanta verità, tanto quanto lo era il suo amore per i morti e la sua passione per i cimiteri: willow beckham era una ragazza che aveva rispetto per le regole. Un enorme rispetto per le regole (esempio pratico: negli anni di scuola era sempre uscita nel cuore della notte per andare nei cimiteri, ma poi puntualmente si costituiva per prendersi le dovute ore di tortura)(e bold of you to assume che per lei quella fosse una vera punizione: solo nuove cicatrici da sfoggiare e ore per imparare tattike nuove di tortura, era tutta cultura)(poi era diventata caposcuola quindi acab poteva fare quello che le pareva IL SUO REGNO DEL TERRORE) e quando le vedeva infrangere le saliva un po' il crimine, più del normale.
    Quindi no, ovviamente non avrebbe fatto nemmeno mezzo fallo, e non solo per amore e rispetto nei confronti del suo cap: al mondo esistevano circostanze adeguate e debiti momenti in cui far le cose, e di certo picchiare le persone durante una partita di quidditch non era quello giusto. C'era tempo dopo, per le botte, mentre per le fratture sul campo ci si doveva affidar ai bolidi e alla potenza dei battitori a rilanciarli. Per questo, prima dell'ingresso sul campo, la ragazza aveva prima invocato gli spiriti per darle la forza di rimanere calma e zen, fedele ai suoi principi, ("datemi la forza di non buttar giù dalla scopa arturomaria quando lo vedrò in campo")("e di non usar come palla da bowling per far cadere lui e costas quel gigante ladro di kiel, amen")(l'avrebbe mai perdonato per esser morto per primo a tottington? mai.) e poi aveva poggiato entrambe le mani sulle spalle di mac - dovendo salir in piedi sulle panche degli spogliatoi per farlo, ma meglio non rimarcare questo dettaglio - e stampato un bacio sulla testa dell'amico. «và, e disarcionali dalle scope tutti» perchè mac, e la sua mazza, erano gli unici in grado di poter far legalmente del male in campo, quindi la beckham non poteva che confidar in lui.

    Qualche minuto più tardi: fischio d'inizio, tutti sulle scope, zen willow per le risse c'è tempo dopo la partita, «uh, è un bolide» era un bolide. Si sarebbe scansata per provare a togliersi dalla sua traiettoria, perchè ok i lividi erano sempre belli ma voleva aspettare un po' dai avevano appena iniziato!!
    ...e poi non sappiamo se il bolide se lo becca o meno ma la pluffa si, cadendole con grazia unexpected in mano «..ah ochei» mmmmh k bll era già confusa al punto giusto. Volò un po' verso gli anelli, prima di ripassarla al suo collega «tIENI»


    difesa willow (mac + willow): si sposta
    + passa la pluffa!!!


    Edited by spooky-kink - 15/4/2021, 20:47
     
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    Ringraziava che il suo corpo reggesse più della sua mente, rimanendo unito anche quando pensieri e raziocinio si scioglievano in liquida bile, altrimenti in quella tazza avrebbe vomitato anche il cuore. Non aveva mai afferrato completamente il significato di cuore in gola, fino a che non si era sentito in obbligo di portare entrambe le mani alla trachea per bloccare, fisicamente, il grumo di muscolo cardiaco che sentiva premere in risalita per uscire insieme al resto della colazione - quel che ancora non aveva preso la strada dei tubi. Ansimò in un vago tentativo di respirare senza affogare, tristemente consapevole d'essere salvagente e marea tutta insieme: Mckenzie Hale era la penna a scrivere la sua stessa tragedia. E non sapeva come fermarsi, come mettere un punto ed iniziare un paragrafo leggero e divertente. Ci provava, Dio se ci provava, e c'erano giorni - ore, istanti - in cui credeva di avercela fatta. Poi i colori tornavano a sciogliersi in pozze grigie lasciando un mondo in bianco e nero, e si ritrovava a dover lottare per convincersi ad esistere.
    Voleva credere che la vita non fosse destinata ad essere così. Che fosse solo un malessere passeggero, che i momenti migliori valessero tutto il tempo passato a ridipingere e vedersi di nuovo portare via i colori. Quella speranza era ciò che, nelle settimane precedenti, l'aveva spinto ad allenarsi più duramente, portandosi allo stremo più di quanto non avesse fatto durante l'anno - e solo in pochi erano a conoscenza di quanto si fosse allenato, il tremante Mac che aveva messo piede in campo l'anno prima - portandolo a finire le latte di vernice di modo da arrivare alla partita contro i Serpeverde con stanze di un brillante pastello: aveva voluto arrivarci ottimista, perché tornava in campo con i suoi amici. Tornava a condividere battiti e respiri con i disparati organi che s'erano costretti ad essere apparato, ed erano riusciti a funzionare. Gli allenamenti li avevano avvicinati, il tempo libero passato insieme li aveva uniti, ma la saldatura arrivava quando, come un fronte unito, scendevano in campo sfidando più Dio dei loro avversari. Sfidando demoni che li avevano perseguitati per anni. Negli spogliatoi cambiavano pelle, e lì la lasciavano diventando cose nuove quand'erano sulla scopa, e quando lo erano insieme. Il galeotto. La svitata. Il nano. Il nerd. Lo sfigato - etichette perse come post it dalla colla scaduta. Non c'erano quei giudizi affrettati: quando l'arbitro fischiava, erano Kiel-Willow-Joey-Gideon-Mac.
    Ed era bellissimo. Quando ci pensava a mente lucida, si rendeva conto di quale rara meraviglia fosse, quella sensazione di appartenenza slegata - foglie di uno stesso albero a vagare nel vento - e voleva viverla ancora, ed ancora, ed ancora fino a che quella sensazione non gli fosse rimasta impressa sulla pelle come il tatuaggio saetta che li firmava come figurine di un unico album.
    Ma quando, ci pensava a mente lucida? Non certo quando avrebbe dovuto essere al loro fianco; indossare la divisa; offrire sorrisi di incoraggiamento. Non certo quando serviva, ed allora si ritrovava rannicchiato sul pavimento, stretto ad un gabinetto in cui per ragioni fisiche non stava lasciando il proprio cuore, ma cereali e senno ed anima e incongrui perché, sì.
    Avevano bisogno di lui, e per quanto per loro avrebbe dato tutto, quella era l'unica cosa che sembrava incapace di concedere. Non si sentiva all'altezza. Non era tagliato per. Non era affidabile. Nell'apparecchio ch'erano, Mac era sempre l'ingranaggio a scricchiolare sinistro. L'anello debole. Non erano loro a dirlo, e magari non era neanche vero, ma non significava che non lo sentisse reale. Gli incubi non erano tangibili, ma ti svegliavano comunque tremante e madido di sudore. Non potersi permettere d'essere l'anello debole, faceva un lavoro migliore a schiacciarlo a terra della forza di gravità. Fin troppo, migliore: si sentiva piccolo ed insignificante, un accessorio che si fingesse da solo abbigliamento, un -
    Un altro conato, ormai asciutto e secco, lo piegò verso il gabinetto. Tossí, e chiuse gli occhi, e li riaprì, e sputò saliva e malessere nell'acqua, e li richiuse, e desideró poter essere nato nel posto giusto al momento giusto anziché sentirsi sempre il cazzo di (gomma) pesce fuor d'acqua. Pareva anche un modo di dire carino: pesce fuor d'acqua; poi ti rendevi conto che quel pesce, senz'acqua, si dimenasse scrollando la pinna al suolo finché non soffocava, ed allora più che una metafora conveniente diventava una descrizione troppo accurata per essere confortante.
    Dio. Gli venne da piangere, e strizzò le palpebre finché non vide altro che nero e puntini.
    Da lui non dipendeva la sorte della partita. Non era suo il compito, la pressione, di segnare, parare, o catturare il boccino. Non era il campione della squadra, e non era di lui che avrebbero parlato negli anni: il suo sarebbe stato il nome dimenticato di un ragazzo smarrito. Forse avrebbe preferito portare quel genere di delusione sulle spalle, piuttosto che il rischio di -
    Il rischio di. La scorsa partita, aveva cambiato...qualcosa, in McKenzie. Un senso di responsabilità nuovo, cruento e crudele, che aveva scavato nel petto fino a che, anziché uscirne, non aveva portato con sé tutto quello che c'era dentro. Vedeva l'espressione sofferente di Joni, e di Livy, e di Hazel e Julian, e - e . Il pensiero di vederla sui propri compagni, sarebbe stato intollerabile di suo, ma capire che ogni smorfia sarebbe stata colpa sua? Un suo fallimento nel non aver intercettato correttamente un bolide? Non era fatto per far male, Mac.
    Eppure sembrava saper fare solo quello.
    Poteva fingersi malato. Non avrebbe neanche dovuto fingere, a dire il vero: lo era.Lo fottutamente era. Non volerlo essere, a quanto pareva, non lo curava magicamente da ogni male.
    «mac? tutto bene?»
    Una favola.
    Aprì la bocca per rispondere al compagno - Gideon, probabilmente - e dire che certo, stava bene, una favola, solo un po'? eh ma non si meritavano quello. Non loro, che ci avevano provato e continuavano a provarci, che gli avevano dato un posto in cui esistere. Che, malgrado fosse un Mac, gli avevano fatto spazio nelle loro vite.
    Provava troppe cose tutte insieme, e non sapeva come farle coesistere. Era entusiasta, e terrorizzato, ed euforico, ed angosciato. Ed intero, ed a pezzi.
    Deglutì. Passò il dorso della mano sulla bocca.
    Non si disse che sarebbe andato tutto bene. Non si ricordò quanto si fosse allenato, quanto sudore e respiri ci fossero dietro le mani strette attorno alla mazza. Non pensó alle aspettative.
    Alla vittoria.
    Pensò a Willow Beckham, e si schiarí la voce.
    Pensò a Kiel Kane, ed inspirò.
    Pensò a Gideon McPherson, e si alzò in piedi.
    Pensò a Joseph Moonarie, quando aprì la porta del bagno nel quale si era chiuso, e nel quale era cambiato - in peggio, ed in meglio, e poi di nuovo in peggio - fino a diventare il fantasma che offrí un sorriso di scuse al moro.
    E pensò a Mckenzie Hale, quando aprì bocca. Il ragazzo ch'era stato e che voleva essere e che avrebbe voluto diventare. Quello che la sua squadra
    (i suoi amici, la sua found family)
    credeva fosse.
    E quello che Harper, anche nei suoi momenti peggiori, aveva sempre visto: «andrà meglio.»

    Narratore: infatti, non andò meglio.
    Era così pallido che i capelli, tornati al loro color neve, erano il dettaglio più colorato del suo volto. Nel proprio biancore, si confondeva fra i lampi in lontananza. Una stella, un riflesso della luna, un fantasma - in qualunque modo si volesse vedere, non poteva di certo passare inosservato. Attirava lo sguardo più del boccino d'oro. Doveva solo che ringraziare non ci fosse il sole, o avrebbe accecato i propri compagni.
    Tremava, Mac; il tremore tipico dei McKenzie, fatto di singhiozzi silenziosi ed occhi spalancati in preghiera a Dio o chi per esso. Accennò un saluto alla platea, un sorriso timido sulle labbra sottili. Dall'alto non riusciva a distinguere i suoi compagni sugli spalti, ma per il proprio benessere psicofisico, quando vide una chioma rossa, decise fosse Joni venuta a fare il tifo per lui; quando vide una bionda sventolare dei cartelloni, volle credere fosse Sullivan, e che la creatura appallottolata al suo fianco fosse Ty; che quello in piedi intento a saltare ed agitare le braccia, lo stesse facendo verso di lui, e che ci fossero lacrime condivise nei suoi occhi scuri - Meh.
    Di certo non poteva non riconoscere Jane. Twat ed Harper. Loro, era certo che li avrebbe percepiti ovunque, come avessero avuto piccole forze di gravità a loro stanti, anche se non fossero stati a bordo campo, pronti alla (pioggia) partita.
    Sorrise un po' meno incerto, quando agitó la mazza a mo' di saluto verso Costas e Turo - la sua anima gemella, ed il ragazzo della sua anima gemella.
    gasp!
    In compenso, perse qualche centimetro di quota quando l'arbitro fischió l'inizio della partita, e grida indistinte si alzarono dal pubblico in onde fisiche che lo spinsero e tirarono tutto insieme.
    Bellissimo
    Mio dio aiuto è terribile.
    Trattenne il fiato quando Kiel prese la pluffa, più rapido delle saette (per ora...) nell'afferrarla con fermezza, e rilanciarla a lui.
    Aspetta: rilanciarla a lui?
    In che «sensooOoooH» ??? Lo sapevano che «non mi sento a mio agio con le palle» se fosse stato possibile per la sua carnagione, sarebbe ancor più impallidito, ahimè era già così chiaro che avrebbe potuto solamente diventare traslucido.
    Ed a quanto pareva, non era ancora riuscito nella sua mimesi totale con il cielo scozzese. «la prendo» non la prese, perché era intervenuta Willow: «dio è qui, tutti su le mani, grazie» fece un rapido segno della croce con la mazza al cielo.
    Ed a proposito di mazza: «mi mancano i tuoni» un po' come nelle partite di baseball dei Cullen. come un Edward qualsiasi, avrebbe stretto la mazza con entrambe le mani ed avrebbe ribattuto il bolide verso l'unico fra i Serpeverde che poteva capire come Mac si sentisse.
    No, non Turo: Mort. Same, bro.





    «fghjkl» Lo lascio? Lo lasciò.



    DIFESA BOLIDE WILLOW (Mac + Willow): rilancia su mort


    Edited by mcroyal - 15/4/2021, 20:54
     
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    Debes meter la dieron para el chivo a primo de que lavó alta - e lo lascio perché è poesia, ma tradotto per chi non parli (xiaomiese) la lingua dell'anglo-svedese: «devo smetterla di mettere le mani sul cibo di Bri» perché quella volta aveva beccato qualcosa che avrebbe rimpianto una volta passato l'effetto ma tant'è, ormai era li e la pizza si sta freddando, trenta minuti sono pochi ma il tifo va fatto perché è bello anche se è per Willow.
    «YEAAHHH CORVONERO!!!11!1!» Pacca sulla spalla magrolina di Taichi, mentre il volto del pirocineta continuava a seguire la traiettoria della pluffa.
    Non ci capiva molto dello sport (non ci capiva molto in generale e punto, specialmente strafatto di qhel dolce Rainbowqualcosa dai non ho tempo di ritrovare il nome andate sulla fiducia, è nel topic giuro.
    Con i segni neri sulle guance, disegnati di getto con un pezzetto di carbone (non dico che abbia accidentalmente dato fuoco alla balaustra degli spalti, ma.........) e lo sguardo da invasato non sembra nemmeno il solito hans belby ma è lui, vero al cento percento come era vero
    «pentacolo che fa il cheerleader*» *mascotte ma non c'è tempo per correggere, immagine cursed pentacolo con la divisa e i pompon.
    «DAJE -» non si ricorda il nome, ma non è manco certo di aver visto davvero contro chi fosse diretto il bolide, ma comunque «YOO CORVONEROOOO»

    La pizza è de gomma ormai.



    tifo per corvi


    Edited by ignis fatuus. - 15/4/2021, 20:57
     
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    Harper aveva uscito le gambe.
    E voleva un po' morire: ma chi le aveva inventate le divise da cheerleader???? Ci pensava sempre, ogni volta che la indossava, la faceva sentire ancora più a disagio di quanto non si sentisse...well, sempre. Il solo esser al mondo le provocava disagio, figuriamoci esserlo con le gambe in vista e la paura di esser.. più visibile?? al mondo??? non era solo la divisa di per sè, ma quello che significava: esser nella squadra significava esser a bordo campo durante la partita, e non rannicchiata sugli spalti, ed era terribile.
    Stava provando ad abituarsi, a tener bene a mente di esser lì sia per esser ancora più di supporto a suo fratello, sia per migliorare le sue (inesistenti) skills sociali: aveva sentito un sacco di podcast dove consigliavano di far la cosa che più faceva paura, per avere la dimostrazione concreta che in realtà non ci fosse nulla da cui dover esser spaventati nel concreto!! Quindi lo stava facendo!!!! ed era comunque terrorizzata e saltellava sul posto per scaldarsi perchè aveva freddo ma era lì!! ANCHE QUELLA PARTITA!!! Erano grandi progressi.
    Comunque la tranquillizzava l'idea di esser così vicina a mac: in caso fosse successo qualcosa (che NON DOVEVA SUCCEDERE!! BRO MI RAKK) poteva arrivar da lui in un attimo. E poi la compagnia di jane e twat era davvero piacevole, e per la prima volta si sentiva parte di qualcosa!!

    .... e comunque la partita era iniziata da meno di un (1) minuto e già erano usciti i bolidi.
    Aiuto.
    Sangue freddo: ahahah simpatico per lei, le stava andando letteralmente a fuoco GRAZIE SAPEVA CREARLO IL FUOCO!!! EPPURE AVEVA FREDDISSIMO!!!! che paradosso che era (ma che sto scrivendo non lo so)
    «dobbiamo...iniziare??» avevano già la coreografia?? era un po' in panico aveva già paura «vi seguo» li avrebbe seguiti.
    Era una harper hale, i cori non sapeva farli, al massimo poteva provare un timidissimo...«uEPPA SPOSTATI WILL!!» poi però si ricordò che si trattava di una willow «...SE TI VA EH?? ERA UN CONSIGLIO!!» niente da fare, quella ragazza le faceva troppa paura


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    A Narah mancava davvero un sacco la sua vita di studentessa per una serie di motivi: non alloggiare a Different Lodge capeggiava al primo posto, perché dai, erano passati e mesi e mesi dal raggiungimento della sua pseudo indipendenza da adulta e ancora non si era abituata alla solitudine della propria cameretta. Le mancavano i chiacchiericci di Fitz (o apparenti monologhi le sere in cui parlava con qualche suo amico fantasma, tutto nella norma - letteralmente), e le risposte pronte e sagaci di Jane. Le mancava fare colazione assieme al tavolo, magari anche coi suoi bellissimi bimbi sperduti, le mancava confrontarsi con Gideon per quelle (poche) materie che ora special e studenti maghi condividevano - e se era Erbologia, allora poteva stare certa che Gid avrebbe iniziato a recitare a memoria l'enciclopedia rispondendo a ogni sua domanda.
    Era anche vero che adesso aveva nuove abitudini: svegliarsi la mattina a causa del dolce (#no) miagolio affamato di Citra, arrivare al castello e passare un po' di tempo con Nathan e Arci - il primo ciarlero come sempre, mentre il secondo ancora la prendeva in giro per la cosa di twitter!!! ... come... hai fatto a capire che sono io ma era un buon amico, e Narah gli voleva bene -. Per il resto, magikamente riusciva a incastrare gli orari di lavoro con le visite a tutti i suoi amici in un buffo e concitato andirivieni. Ciò, però, non toglieva che quel giorno le mancasse tantissimo fare da cheerleader ai Corvonero, la sua squadra del cuore da SEMPRE!!!!! Okay, la divisa da cheerleader non la rimpiangeva affatto ma QUASI QUASI si dispiaceva pure per quella. Si sarebbe limitata a tifare per loro, però, e già era impaziente di vedere come sarebbe andata - anche se la partita precedente l'aveva traumatizzata..... che violenza. Non pioveva neanche!!! Era proprio un miracolo!!!
    E niente, la partita era appena iniziata e già un bolide puntava Willow. «Oh porcospino,» si lascio sfuggire, per poi girarsi imbarazzata verso chiunque-fosse-accanto-a-lei. Inforandom, porcospino era la sua nuova imprecazione preferita che vera imprecazione non era - non la rendeva una maleducata(!) ed era così tenera!!1!


    TIFO CORVI


    Edited by .hazard. - 15/4/2021, 22:00
     
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    «iO nOn ci voLEVo veNIrEeEEe» aveva già i pugni stretti contro la bocca, mehan tryhard, e non era proprio un bel segno. solo pochi giorni di pausa per riprendersi dalla partita vinta dalle furie rosse (una squadra tutta di CHELSEY... l'incubo perfetto per tormentare le notti del diciottenne), e poi di nuovo trascinato nella mischia.
    lo faccio per mac, continuava a ripetersi, mentre accanto a lui il prof Jackson urlava insulti all'arbitro ancora prima di sentire fischio d'inizio, a detta sua per «scaldare il campo, tryhard. bisogna sempre scaldare il campo prima di una partita!» ma perché mai, quando bastava l'ansia a far aumentare il calore corporeo??? domande che, evidentemente, ad Eugene non erano nemmeno passate per l'anticamera del cervello: quello era il suo fucking momento di shineare! «GUARDA, GUARDA!!» scrollò l'assistente come una palla magica (ciao cj) indicando un punto imprecisato sotto di loro, dove scope e bolidi sfrecciavano a venti metri di altezza confondendosi tra loro «hanno già puntato la Beckham!!»
    Madonnina Santa che emozione!!!
    ah, quanto gli mancavano i bei tempi da cheerleader - per questo forse l'ex Serpeverde si sporse in avanti, mani a Coppa attorno alla bocca, e sculettando di fronte ad un attonito Tryhard prese ad urlare «BEEECKHAAAM
    BEEEEECKHAAAM
    ATTENTA A QUEL BOLIDEE-E-E
    NON FARTI PIGLIARE
    SE POI IN FACCIA ALLE SERPI
    MCKENZIE LO FAI RIBATTEREEE
    SOLO BEI VOTI VI POTRÒ METTEREEE»

    così, random.



    tifo per i corvi
     
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    Jane, i pugni premuti contro i fianchi, assottigliò le palpebre lanciando una greve occhiata al cielo sopra di loro. In che senso non stava piovendo? Dov'erano i loro ombrelli assassini volanti? I cartelloni? I fulmini? Che immensa mancanza di rispetto.
    Ruotò gli occhi azzurri su Twat ed Harper, le labbra curvate verso il basso.
    «sono offesa» era (beh) offesa. Ormai era una tradizione, quella di svegliarsi il giorno dopo con la bronchite e la febbre a 38:che ne sarebbe stata della gelatina alla frutta che Dakota le teneva sempre da parte in infermeria per la colazione dei campioni? Unfuckinbelievable.
    Vabbè, c'era ancora tempo (per le saette. per postare il tifo? non troppo) e solo per quei momenti gloriosi avrebbe lasciato il meglio del cheerleading, quello per cui lei, Twat ed Harper si erano tanto adoperati. Le canzoni Darko erano un must delle partite Corvonero, ma di certo non poteva mostrare le proprie carte a inizio partita.
    Non che avesse molto altro da mostrare, non aveva neanche le tette, però qualcosa avrebbe trovato.
    «oh my God we're back again» legó la chioma viola, ormai tendente più al rosa che al viola carico di qualche mese prima, e la schioccó nell'aria come una frusta verso il vero avversario della partita: non Zeus (cioè, anche), il tifo avversario.
    Soffiò un bacio a Nice, le fece l'occhiolino, e poi gridò al cielo una preghiera per Willow: «CARNEFICINA!!!!!»



    «sdfg» si anche lei ogni tanto sbrodolava parole.




    tifo corvonero cheerleader
     
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    «Non mi fido.» un sussurro rivolto alle sue compagne di cheerleading, quello di Tvättbjörn Cömmstaj, mentre volgeva il capo al cielo sopra le loro teste.
    Non si fidava di tante cose, l'emocineta, tra le quali era impossibile non citare sia i giocatori dei Serpeverde sia quelli dei Corvonero - okay che tifava per quest'ultimi, e suo malgrado non se ne era mai pentito, ma era oggettivo e sapeva quanto la sfiga li perseguitasse dentro il campo. In quel preciso istante era però al globo luminoso che faceva capolino nel cielo che si stava riferendo: «È falso, me lo sento.» e, come la Simona che era, iniziava già a fare la merda infame contro i giocatori blu-bronzo, decisamente non abituati a quelle condizioni metereologiche. Avevano fatto interi allenamenti sotto fulmini e saette, ma col bel tempo?
    Così fece svolazzare la divisa da cheerleader, saltellando al fianco di Harper. «WILLOW NON MORIRE NON LASCIARMI SOLO CON PASTINA» i tifi, quelli belli.


    tifo willow
     
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    bolide ii: 20 pq (mort)
    azione: corvonero (1/3) - intercettabile


    il passaggio di willow è impreciso, i serpeverde possono tentare un'intercettazione.

    ottimo invece l'intervento di Mac sul bolide rivolto alla compagna, che viene rispedito con forza verso gli avversari.

    difesa willow (mac + willow): 6 + 6 + 4 = 16 (+10)
    bolide mort: 10 + 10 = 20
     
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    Se c'erano degli insegnamenti che aveva tratto, il Chiaki Jojo, nell’attenta osservazione della pietosa sconfitta dei grindondoro, questi erano senz'altro i seguenti:
    1) I FALLI!!! BISOGNAVA FARE I FALLIII!!!
    2) Le tassorosso erano delle FOTTUTISSIME BESTIE DI SATANA DOPATE, e facevano un sakko paura (╥﹏╥).
    3) Aidan è bello e non deve morire.
    4) I FALLI!!! BISOGNAVA FARE I FALLIII!!!
    ... e proprio «falli» era la parola che aveva loro sussurrato il Motherfucka durante ogni sudato allenamento (che si riferisse alla tecnica di gioco o ad altro, non è il caso di indagare). Lo scopo del quidditch era chiaro a tutti, no? ... non è importante vivere, ma vincere o morire nel farlo cit. Viola Costas. Chi se ne fregava se il loro capitano aveva esplicitamente vietato alla squadra il gioco sporco - cioè, Cap sei bellixximo ( ˘ ³˘)♥, l'onestà prima di tutto, bla bla bla, tante cose belle... ma la strategia era decisa, nessuna pietà.
    «Sono pronto» per niente.
    Sostituire la Kavinsky non sarebbe stata una facile impresa, e per quanto si trattasse di Chiaki Jojo, la realtà dei fatti appariva chiara persino ad uno come lui, segnatosi alle audizioni unicamente per fare colpo sulle belle cheerleader in gonnella. Una folta nube di aspettative attese lo accompagnava come un inquieto genitore il primo giorno d'asilo, mentre con la sua scopa stretta in una sudaticcia presa, metteva piede sul campo di Hogwarts per la sua prima vera partita.
    Portandosi una mano tra i neri capelli, lanciò un sorriso alla sua squadra, per poi augurare la buona riuscita a chi come lui, fino ad allora, era stata una semplice riserva «in bocca al lupo con la sfera del drago alata» più comunemente noto come boccino d'oro.

    Il fischio del Milkobitch aveva sancito l'inizio della partita, la pluffa era stata lanciata in aria, e l'inquieto sguardo di Chiaki era volto verso il cielo. Mantenendo l'equilibrio sulla scopa, le sue mani erano congiunte in segno di preghiera... «Ade due damballa !!! Dammi i poteri, ti scongiuro !!!» ...Chucky sbagliato, ma concetto giusto (ho avuto una visione/incubo delle furie versione bambole assassine che non dimenticherò così facilmente). Con una Willow amichetta del demonio in campo, recitare una formula voodoo era il minimo che Jojo potesse fare per la sua squadra - «Spiritelli vvb (*^ ・^)ノ⌒☆» gli spiriti andavano traviati verso i serpeverde, o almeno era quello che aveva inteso il giovane dalle parole della Delon durante la loro seduta pre partita («prevedo che vi faranno il culo» frase chiaramente traducibile con: "corrompi gli spiriti").

    «AAAAAAAAA» ma quella a tentare il passaggio della pluffa di fronte a lui era proprio la Beckham? gli spiriti lo avevano ascoltato? WOOOW GRZ !!\(^ _ ^)/.


    prova ad intercettare la pluffa
     
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    bolide ii: 20 pq (mort)
    azione: serpeverde (0/3)


    chiaki riesce ad intercettare la pluffa, che ora è nelle mani dei serpeverde: possono far ripartire l'azione.
     
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    < quindi, a conti fatti, c'era un 99% di possibilità che Mort avesse bofonchiato qualcosa e poi sbuffato al discorso di Arturo negli spogliatoi. Che poi, chiamalo discorso, aveva balbettato qualcosa con poca convinzione e terminato con un «se volete» perché pugno duro mai nella vita l'Hendrickson, e di tutta risposta lui, ginocchiere ben salde, occhialoni già sulla fronte e manico della scopa ben saldo nella mano destra, giusto prima di uscire in campo aperto per quella - tragica, lo sentiva, i corvonero erano come i tassorosso: bastardi - partita, si era avvicinato al cocapitano del fucking V anno. q u i n t o. «oh, costas!» lo richiamò con voce preoccupata «ma li facciamo i falli, sì?» voleva solo quella certezza, niente di più, e Costas gliela diede.
    Non è che non si fidava di Arturo è che...
    si fidava di Arturo? no
    avrebbe comunque fatto quello che diceva Arturo in quanto suo capitano? assolutamente no, non funzionava così, il Cap la fiducia se la doveva guadagnare sul campo (scusa turo, quando uno è bestiolina è bestiolina, mica sono tutti giuliano)
    Ma comunque un po' gli voleva bene perché l'aveva scelto come riserva e questo poteva significare solo che avesse l'occhio lungo anche per il quidditch e non solo sbirciare tra le gambe di Costas.
    E poi lo sapeva quanto sarebbero serviti quei falli; i corvonero, seppur evidenti capre pluribocciate, erano bravi, si allenavano insieme da anni e poi forse erano anche robot: il Moonaire non aveva emozioni, la Beckham aveva solo emozioni negative, l'Hale aveva emozioni vibranti e gli altri due tanto normali non dovevano essere se stavano in squadra con quelli. «e ricorda:» chi? tutti «no mercy» l'ultimo comandamento dei cobra kai fisso in testa, Mort cominciò a svolazzare nell'attesa del bocchino. del boccino? nono, proprio del bocchino, a quanto pare i giocatori di quidditch ne ricevevano tutti uno?! così pareva, vbb.

    «EEEEH MOTHERFUCKA!» lei, non lui «ATTENTA (A) SOR(E)TA!» e planò in discesa (da dove? dall'alto dei cieli) per strattonare Sorta e levarla dalla traiettoria del bolide «che fai, guardi le farfalle?!» magari si metteva a parlare col McPherson e lo distraeva così non prenderla il boccino sTRatEgIA! e poi «presa!» si trovò la pluffa tra le mani. «grazie Beckham gentilissima» ammiccò, poi le strizzò anche l'occhio e poi inner aaaaah tattico per passare la pluffa a qualcuno perché con valli funzionava, vediamo se funziona anche con me


    SPOILER (click to view)
    combo difesa sorta (mort + costas): la strattona
    passaggio pluffa
     
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