extra: torneo - I girone (c)

arturo maria hendrickson freaky friday → jordan griffith

Le cose sceme che si fanno in gioventù, eh?
Tipo un tatuaggio discutibile, un piercing in piena faccia, scegliere di partecipare al club dei duellanti solo perché è una cosa che piace a Costas e tu hai deciso di volerlo iniziare a conoscere un po' meglio, un taglio di capelli che non ti dona, cose del genere.
E Turo non aveva piercing, non aveva tatuaggi, non aveva mai portato i capelli in maniera diversa da quel taglio corto che si portava dietro più o meno dagli undici anni. Però ultimamente, di cose sceme ne faceva davvero tante quando di mezzo c'era il suo confratello e compagno di squadra.
E, inutile dirlo, anche quella volta come molte delle precedenti, se ne stava pentendo.
Sarebbe stato più semplice se Costas avesse avuto un altro hobby, uno che non comportasse l'ammazzare (o farsi ammazzare, più probabilmente, da)i propri compagni di scuola ma hey, chi era lui per giudicare? E poi, non è che l'avesse espressamente detto il motivo della sua presenza lì quel giorno, pure quando parecchi sguardi curiosi e confusi si erano voltati nella sua direzione, vedendolo approcciare l'arena tirata su per l'occasione. Magari pensavano che era lì per fare il tifo ai propri amici o compagni di casata, non che fosse suicida al punto di partecipare volontariamente al torneo.
E invece.
Le cose sceme che si fanno in gioventù, un par de pelotas (semicit.); questo era proprio borderline idiota, persino per lui. Insomma, chiunque lo conoscesse sapeva che (e stavolta cito testualmente) "magia (.) e cac (.)" ma anche strategia mica era punto e virgola per lui. Quindi davvero, cosa ci facesse lì era un domanda lecita che chiunque avrebbe potuto porsi - ma Arturo non avrebbe risposto. Avrebbe lasciato correre con una risatina, una scrollata di spalle, una grattata della nuca, il tutto accompagnato dalla solita massiccia dose di disagio perché quello era Arturo. Tutto pur di non esprimersi espressamente #wat E poi, onestamente, non erano affari loro. Se stava lì in mezzo ai partecipanti pur non essendo una Hazel eccitata all'idea di picchiare duro o una Callie Jackson convinta che fosse un gioco, un motivo c'era, che fosse la cotta per Costas, l'istinto suicida, l'idea di vedere la reazione di Cris nello scoprire con chi si sarebbe scambiata Willow... che differenza faceva quale fosse quella vera?
Con lo sguardo azzurro rivolto al cielo non altrettanto limpido, Arturo bisbigliò una veloce preghiera verso un Dio che ultimamente sentiva sempre più lontano, ma sperava nella sua benevolenza e che non lo giudicasse troppo male, e che ci provasse quanto meno a proteggerlo; non voleva morire a Hogwarts - e insomma, i precedenti parlavano chiaro + quell'anno era iniziato male malissimo, quindi.
Un altro sospiro pesante, l'aria a filtrare a malapena tra i denti strettissimi, un "sto facendo una cazza? sto facendo una cazzata" pensato fortissimamente, e poi finalmente si chiuse la porta (la tenda?) del camerino alle spalle.

Era certo di non aver visto la Queen nei paraggi, però non si sa mai, e non era proprio convintissimo che Barrow avrebbe offerto loro Gatorade pre-match, lo faceva più tipo da whiskeyttino liscio mandato giù di botto, perciò avrebbe dovuto davvero davvero immaginarselo che bere da quel calice non avrebbe portato a nulla di positivo. Cioè, almeno non lo avevano avvelenato!!! Almeno... sperava?
Con i polpastrelli andò a tastarsi la faccia e a) la sensibilità c'era ancora; b) la faccia c'era ancora (che non era mai da dare per scontato); c) aveva ancora i capelli. «Questo non è il mio naso.» Insomma, lo scontro con Indie a Daremyland era rimasto impresso per la sua rimonta ma lui ricordava fin troppo bene la musata per terra, che gli aveva lasciato un bel ricordino sul naso altrimenti perfettamente dritto. Fu quella particolare rivelazione a farlo voltare, finalmente, verso lo specchio e «¡Pero qué puta mierda!» cioè, voleva bene a Jordan ed erano veramente un sakko anime affini e c'entravano ben poco sul campo da Quidditch con le rispettive squadre ma.......! Non poteva distrarsi un attimo che l'ennesimo prank dei professori era in agguato.

Alla fine in qualche modo era uscito dal camerino, a disagio e cercando di farsi il più piccolo possibile perché non si sentiva assolutamente tranquillo a vestire non solo i panni, ma la faccia di un suo compagno, e quello era già un macigno pesantissimo a pesargli sulle spalle. Si sentiva goffo, imbarazzato, sciocco; laddove la gente era euforica per aver assunto le sembianze di un amico o di un parente, o altri che invece avevano accettato la cosa con aria impassibile, lui si sentiva un truffatore. Sperava - come sempre - di essere messo ko subito perché quell'idea la stava già rimpiangendo (#whatsnew)
Non aveva capito bene le regole del gioco, era stato impegnato a cercare tra gli studenti un volto che fosse familiare, ricordandosi solo alla fine che non aveva idea di chi potesse esserci sotto, e non aveva ascoltato le parole del prof. ¡Qué malo! Se ne sarebbe sicuramente pentito una volta iniziato lo scontro, perché non aveva idea di cosa doveva fare, a parte... picchiare e tentare di rimanere vivo? Cosa che incredibilmente riusciva a fare da (27+)18 anni a quella parte, assurdo. Non si aspettava nemmeno di essere piazzato in una squadra - well, scusate in anticipo - ma seguì comunque le direttive e raggiunse i suoi compagni di squadra: Twat e Thor. Non poteva dire se valesse pure per il biondo, ma la Tassorosso non era certo famosa per il tirarsi indietro da un'azzuffata, al contrario. Quanto meno una disposta a menare duro c'era, in squadra, menomale.
(E invece pensa, è tuo cognato con la solita gioia di vivere.)
Con lo sguardo perso, un'espressione che quantomeno era abbastanza consueta sul viso di Jo, per lo meno quando Julian faceva il Julian, (stavo scrivendo River) Arturo seguì il flow (perché la mia testa già lo sapeva) e si apprestò a scegliere un'arma - una che possibilmente gli evitasse di avvicinarsi troppo agli avversarsi ma che fosse ugualmente efficace. Avrebbe evitato la mazza, nonostante si fosse rivelata incredibilmente utile al parco divertimenti abbandonato, perché da qualche parte (tipo al suo fianco.) un Costas non avrebbe approvato che qualcuno la prendesse al posto suo e alla fine optò per una lancia, ottima da usare come bastone e perfetta da lanciare. Almeno la mira, quella Arturo ce l'aveva buona #cacciatore

E se pensava di aver visto il peggio nei mesi passati, non era decisamente pronto a quello: di fronte a sé, proprio davanti dAvNtI (dai, sono schierati come lo schemino dei nomi, ho deciso.) aveva....... se stesso con l'espressione più omicida del mondo. Nemmeno quando pasticciavano con i suoi colori o sbirciavano i suoi disegni si sentiva così violato. Persino.... persino le molestie quotidiane di Costas, alle quali fingeva di essersi ormai abituato, lo facevano sentire...... così!!!!!! Forse doveva smetterla di fissarsi così tanto, era pur sempre nel corpo di Jordan! Non voleva dare l'impressione di...... di cosa? Beh. #paturnie
Ma era difficile non guardarsi - e non perché si reputasse degno di essere ammirato, giammai, ma perché era così surreale la cosa da risultare quasi tragica divertente; peccato che non riuscisse davvero a ridere. O a muovere un muscolo che fosse uno. A galvanizzarlo, infine, fu uno dei suoi compagni di squadra: con una nonchalance tipica solo del Motherfucka, Twat accarezzò il suo sedere per poi rivolgersi (a lui) a qualcuno di non precisato all'interno dell'arena: «Arturito se stai guardando finalmente puoi vederlo coi tuo occhi quanto mi piace il tuo culo»
HOLY. MOTHERFORKING. SHIRTBALLS.
Twat non era Twat - okay, questo lo aveva immaginato.
Twat era Costas. E stava palpeggiando un culo non suo. Cioè, sì, era teoricamente il suo. Ma non era il suo suo. CIOE!!!! LUI SHOCKBASITO. Gli occhi chiari passarono velocemente da sguardo-da-folle-omicida!Turo a maniaco-come-solo-Costy-sa-essere!Twat ripetute volte, e niente: impallatissimo come un Internet Explorer qualsiasi.
Ho detto che quello servì a galvanizzarlo? Well, I lied!
Ciò che lo fece davvero, davvero, scattare, fu vedere Twat muoversi finalmente in direzione della Delon, mazza già pronta a colpire, e si ritrovò a scattare insieme a lui, più per abitudine che altro; non importava l'aspetto, i loro corpi erano ormai in sintonia, conseguenza delle infinite ore passate ad allenarsi insieme. Rimanendo comunque ad una certa distanza, roteò l'asta della lancia per tentare di colpire Barney alle gambe, facendole mancare la stabilità e portandola a terra. Il tutto mentre, con la voce bassissima, chiedeva al concasato: «lo sai che tecnicamente quello non era lui, vero?» E che stai probabilmente rischiando la vita, just saying, tua sorella è una bestia. «E che palpeggiarlo davanti ai suoi occhi è comunque una molestia? Doppia tra l'altro, nei suoi confronti e quelli della persona palpeggiata.»
Per il momento, decise, non si sarebbe rivelato.
Ci avrebbero pensato le lacrime e le preghiere in spagnolo tra pochi momenti, tanto.

arturo maria hendrickson freaky friday → jordan griffith

Era tutto troppo da processare, e il tempo per farlo molto poco.
Se solo Arturo fosse riuscito a togliersi dalla testa l'immagine di TwatCostas che palpava il sedere della persona che indossava il suo volto sarebbe stato tutto più facile, e avrebbe forse registrato più in fretta quel «bECKHAM» rivolto in direzione di impostor!Turo, realizzazione che arrivò invece troppo troppo tardi, nel bel mezzo dell'azione e solo vedendo se stesso brandire un fucking machete verso TwatCostas.
E siccome conosceva le sue pecore (cit.) la prima cosa che Arturo sentì il bisogno di fare fu urlare in direzione dell'adesso biondissimo confratello un «non dirlo ad alta voce!!!!!!» perché l'unica cosa a salvargli le chiappe, in quel momento, era il fatto che Willow non sapesse che fake!Jordan fosse lui e Arturo avrebbe posticipato volentieri la sua dipartita per mano della spaventosissima Corvonero il più a lungo possibile.
Che Costas l'avesse riconosciuto, poco male in effetti, anzi era quasi sollevato dalla cosa: vorrei poter sottolineare degnamente quanto in palla lo mandasse il fatto che l'altro potesse non riconoscerlo se privato del proprio aspetto anonimo, ma merita tempo che attualmente non ho quindi lo terremo per altri svarioni, in altre role.
Al momento la cosa importante è che Willow sembrava hellbent ad uccidere Costas per quella plapatina («te l'avevo detto, perché sei così.») e il capitano non ci teneva a perdere in compagno di squadra. Ma difenderlo attaccando se stesso era un po' troppo extreme (primo, perché picchiarsi da solo aveva senso solo quando era effettivamente se stesso, secondo, perché picchiare la Beckham era veramente come firmare la propria condanna a morte e NOPE).
Quindi Arturo decise per la cosa più indolore possibile, vista la situazione, e con un sospiro e gli occhi rivolti al cielo, si gettò contro Costas per spostarlo dalla traiettoria. Se lo sentiva che se ne sarebbe pentito, non si averlo salvato, sia chiaro, ma ti averlo fatto in quella maniera ma non voleva vederlo morire e, insomma, Willow non stava infonendo ai tratti mediterranei di Arturo un'espressione pacifica e serena, ecco.
«Puoi evitare di morire, per favore? PUOI EVITARE DI STUZZICARLA, SOPRATTUTTO??????» Just saying eh, è un suggerimento.
Poi, con la coda dell'occhio, vede un Gideon corrergli incontro e non per abbracciarlo OMG WHY quindi, combattendo l'istinto di coprirsi il volto con le mani e rannicchiarsi su se stesso per farsi il più piccolo possibile, Arturo tenta di scartare verso destra per evitare il colpo e, con un gesto veloce delle braccia, fa roteare l'asta della lancia per darla sulla parte interna delle ginocchia del compagno. «SCUSA!!!!» dai non voleva fargli male, avevano vissuto insieme troppe emozioni (?) per volero uccidere in quel dannato torneo.


Chissà se ha senso il tempo per rileggere non c'è
Pandi out