[oblinder] xiv. temperance

fante-di-cuori + dinuovo?why

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    Magari la lettera, quella che ti è arrivata anonima la sera prima, non l'hai neanche aperta. Forse neanche vista, se non intenzionalmente ignorata. Oppure l'hai vista, ed hai pensato fosse lo scherzo di un amico, di uno sconosciuto annoiato, del vicino di casa a cui hai accidentalmente dato fuoco alle rose del giardino - insomma.
    Potresti non averci dato peso. O l'hai fatto, ed hai passato gran parte della notte a chiedere aiuti e suggerimenti alle persone di cui ti fidi, a cercare su internet, a rigirarti nel letto provando a dormire (o peggio, o meglio: a non, dormire).
    Insomma. Non importa la considerazione che tu abbia avuto della pesante busta lilla, e non importa quante precauzioni o meno tu abbia preso in merito.
    Vai a dormire nel letto della tua camera, sotto le tue coperte, circondato da un mondo che conosci ed odi ed ami a seconda dei giorni.
    Il dove apri gli occhi il giorno seguente, però, è un mistero.

    Dev'essere stato l'odore, a svegliarti. Un olezzo tutt'altro che piacevole, un misto di bruciato e polvere che ti fa arricciare il naso. Ti massaggi le palpebre abbassate, rannicchiandoti su te stesso quando senti l'aria farsi pungente...qualcuno ha aperto una finestra?
    Socchiudi le palpebre: no, decisamente nessuno ha aperto una finestra. Non sei nella tua stanza.
    E nulla di quello che vedi, è come lo ricordi.
    Le strade piene di macerie. I palazzi crollati per intero od a metà. Una luce bianca, innaturale, a illuminare il tutto come si trovasse in un limbo fra alba e tramonto perenne.
    E le persone. Le persone...non ci sono.
    Così come i rumori.
    Non riesci a sentire niente.
    Ha tutto l'aria di vecchio ed usurato, di consumato e spaccato - di morto.
    Non c'è nulla di vivo, da quelle parti, e l'idea che offre è che non vi sia nulla di vivente da molto tempo. Ti rendi conto di non essere solo, però: c'è qualcuno, con te. Forse sta dormendo; forse è morto. Probabilmente non è morto.
    Abbassi lo sguardo. Un chiodo tiene impigliato al suolo un pezzo di carta, e quella che sembra essere una carta dei tarocchi: temperance. Sul foglio, ci sono solo sei parole - e mai avresti pensato che sei parole potessero pesare così tanto.
    Eppure lo fanno.
    Non è possibile leggere nei sogni.


    Ci sono altri tre foglietti, uno indirizzato ad entrambi, ed uno per ciascuno di voi.
    (insieme) cercate il posto dove, secondo voi, troverete delle risposte.

    (fante-di-cuori) devono svelare un segreto a vicenda e poi sigillarli attaccando da qualche parte un lucchetto

    (dinuovo?why) con uno strumento a scelta, dedica una canzone alla tua soulmate

    Frugandovi nelle tasche, potete trovare una cellulare (fante-di-cuori) e un Torcia elettrica (dinuovo?why).
    Ah, quasi dimenticavo: la magia non funziona.


    tarocchi
     
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    scrivere un post leggibile dopo mesi di depressione?
    "Come, quale: vivere, ovviamente." Ah.
    "Lo scopriamo insieme? Xoxo."

    Lettera lilla in mano, JD si affacciò alla finestra, cercando nel tristissimo vicolo di Inferius se ci fosse qualcuno dall'aria sus (o somigliante a un cacciavite giallo) (sì, si fidava delle parole di Polgy Girl quando diceva che fosse un cacciavite; l'inghilterra era strana, ok, la gente viaggiava nel tempo, resuscitava, si aprivano varchi su universi alternativi, richard queen era in tutte le foto - tutte, sempre -... un cacciavite giornalista non era neanche la cosa PIU assurda), qualcuno che potesse essergli entrato in casa per lasciargli quella busta indirizzata a lui, ma ovviamente non c'era niente e nessuno ad attirare l'attenzione del ragazzo, che già sapeva fosse stato uno sfizio stupido, quello di provare a guardare. Per quanto ne sapeva, la lettera era sul suo letto da ore.
    "Magari l'ha trovata Ken fuori dall'appartamento mentre ero fuori, e me l'ha lasciata in camera". Insomma, il ragazzo non era in casa quando JD era rientrato quella notte, ma poteva essere passato nel frattempo qualche minuto prima di scomparire di nuovo? Era così, Mudeon. JD gli lasciava in giro per casa post it sulle cose che voleva dirgli (quasi sempre battute o dalla dubbia utilità) (quella sera si sarebbe trovato sul letto per la mattina dopo due valentine card!!!), cibo pronto da scaldare, e ogni tanto in risposta notava i segni del suo passaggio. Almeno, dopo quasi due anni lo special aveva preso a usare un po' di più l'appartamento come casa, e meno che come stazione di transito, con immensa gioia di JD; si era abituato, nei tre anni passati da solo, a non avere coinquilini, ma sarebbe sempre stato debole alla presenza di Mudeon (anche quando lo terrorizzava) nella sua vita. Gli ricordava com'erano le cose prima che tutto iniziasse a cambiare.
    Si stropicciò gli occhi. Si era distratto, colpa delle ore di sonno che continuava a rimandare; trovava semre più difficile stare concentrato, e già di solito non era l'attrezzo più affilato della cassetta. Tornò a osservare le parole.
    Era una... pubblicità di una qualche agenzia romantica? Di nuovo un'appuntamento al buio con la sua anima gemella come due anni prima (Ryan non gli aveva mai più risposto ai messaggi; chissà se era vivo lol!!!)? Non sapeva se essere scocciato, o emozionato come un bambino.
    Certo, aveva mille cose da fare e non voleva certo perdere la giornata per una cosa così, d'altra parte......... era san valentino........ e gli sarebbe piaciuto fare qualcosa di stupido e non emotivamente distruttivo....... e adorava le sorprese....... e se avesse avuto cibo gratis? O fatto nuove amicizie leggere e easy?
    Posando la lettera da qualche parte, andò finalmente alla scrivania, scacciando per il momento il pensiero prima di farsi troppi castelli in aria. In ogni caso, l'avrebbe scoperto il giorno dopo, giusto? Meglio mettersi al lavoro adesso: se già aveva già in programma una nottata per lo più in bianco, la possibilità che polgy gilr (o chi per ess*) avesse intenzione di rapirlo per san valentino, non faceva che convincerlo ancora di più fosse una buona idea finire i progetti iniziati-...

    ...- solo che questo non era esattamente quello che aveva in mente.
    «cosa ma in coreano.»
    si era addormentato, ad un certo punto. Ricordava di aver guardato con gli occhi a pizzicargli gli ultimi messaggi su twitter chiedendosi se fosse il caso scrivere a Ethan di andare a dormire, cazzo (dimostrando però così facendo di essere sveglio lui stesso, quindi aveva resistito; fargli compagnia e incentivare la sua insonnia non si eguagliavano), di aver bevuto il caffè freddo e essersi detto che un power nap mentre attendeva la caffeina facesse effetto fosse quello di cui aveva bisogno... ed eccolo lì, al centro del distretto tredici.
    Quando Polgy (sì dai, era abbastanza certo fosse un messaggio di polgy) aveva detto sopravvivere intendeva proprio SOPRAVVIVERE, wow. Si guardò. Era vestito come quando si era addormentato, non gli avevano neanche dato la tutina fika da hunger games, geez, o dato il tempo di lavarsi la faccia (più skin daily routine, obv). Come faceva a presentarsi alla sua anima gemella, se indossava gli stessi vestiti da tutte quelle ore e non si era coperto le occhiaie col correttore???
    Sperava vivamente fosse un sogno e non l'avessero già davvero rapit-
    Un attimo.
    Non era a tottington, giusto?
    Aveva passato gli ultimi mesi a crearsi una bacheca al riguardo, post it attaccati al muro e appunti di trascrizioni di cose dette da dani, swing, fitz, phobos... e insomma, anche loro si erano trovati in una specie di sogno collettivo e molto vivido, giusto? e poi per qualche settimana avevano continuato a tornarci. Aveva assistito a qualche episodio capitato a Sehyung, gola stretta e mani fra i capelli del ragazzo svenuto mentre pregava che finisse in fretta; era anche lui nello stesso stato, adesso? In una specie di trance in camera sua (solo, bellissimo; sperava Sith non si sarebbe svegliata a e spaventata a vederlo così). Non essendo mai stato nella città non poteva esserne certo ma... dai, avrebbe avuto senso! Forse qualcuno voleva lanciargli un messaggio che doveva smetterla di indagare? Non sarebbe stata la prima volta (che ignorava un attivo simile).
    "...a san valentino. Dopo un messaggio sul sopravvivere con la tua anima gemella."
    mh.
    Sus.
    «totti shipper» vabbè, a ognuno il suo hobby, a JD piaceva prendere pessime decisioni!
    Poi.
    Poi lo vide.
    «!!!!» Si alzò di scatto, appena il tempo di tastarsi le tasche e notare di avere ancora con sè il cellulare (prendeva? funzionava? in teoria era carico la sera prima). «REPORT» aveva visto il cadavere QUINDI ORA SAREBBE SCATTATO IL MEETING, GIUSTO? NON ERA STATO LUI LUI ERA IN ELECTRICAL- ah no la persona era viva. E... forse la sua anima gemella citata nel foglietto lilla? Sperava fosse migliore di lui nei survival game: JD amava fingersi badass (dove) ma faceva davvero schifo nei giochi con gli zombi.
    Si diede un contegno. Non aveva Alexa, non aveva vestiti profumati (lui difficilmente lo era; non si era cambiato tornato a casa, ma gesù se era grato di essersi lavato i denti), probabilmente il cellulare non prendeva, forse era morto e quello era l'inferno, ma EHI!!!! ASSICURARSI L'ALTRA PERSONA STESSE BENE PRIMA DI TUTTO!
    «Tutto bene?» porse la mano alla sua "anima gemella", sorridendo.
    Con la coda dell'occhio notò la carta, i foglietti a terra. Mh. Ok, creepy? "Non è possibile leggere nei sogni." Sus, in inception non gli pareva lo dicessero. Ed era proprio quello che un sogno avrebbe detto che convincerlo non lo fosse!! GOTCHA! Tornò a osservare l'altro. «sembra che siamo i fortunati partecipanti di un survival game. Yay!» sorriso caldo al suo posto, ammiccò. Suvvia, poteva avere un briciolo di paura che si trattasse di una città maledetta e non tutto un gioco di Polgy, ma non voleva dire che sarebbe entrato nel panico o non sarebbe stato un buon amico! «cerchiamo di survivere insieme!!» cosa? in inglese non ha senso? dai come se dicesse let's try to survivaling ???
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    volevo scrivere il riassunto ma mi rendo conto non... faccia niente. Non è divertente nè scritto bene nè cito davvero i legami di JD ma E' UN POST!!!!!!
     
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    I didn't want to attend the event.
    I wanted to spend this Valentine's Day
    in peace. But no. I can't do that.
    Yun-Hee ne aveva avuto davvero abbastanza degli eventi di San Valentino.
    Il primo anno si era ritrovata suo malgrado al Fiendfyre (l'aveva iscritta sua madre all'evento), un locale in cui non sarebbe mai entrata di sua spontanea volontà neanche sotto tortura, e ne era uscita traumatizzata a vita. Il secondo anno invece era stata lei stessa ad iscriversi all'evento di San Valentino ed era lì che aveva conosciuto uno psicopatico rapitore di bambini (che aveva poi rincontrato nel suo stesso negozio di strumenti musicali). Il terzo anno, pertanto, non sarebbe dovuto esserci ma neanche se l'avessero minacciata con un coltello, anche perché dati i precedenti non aveva proprio intenzione di riprovarci... ma sua madre era tornata all'attacco e si era affidata ad un nuovo organizzatore (inspiegabilmente) per trovarle marito.
    Yun-Hee aveva già 29 anni e per la madre era già troppo vecchia per essere ancora sola. Senza marito e senza figli da amare ed accudire.
    Non c'era proprio tempo da perdere ed era per questo che la donna aveva colto la palla al balzo e l'aveva iscritta all'ennesimo evento (che si sarebbe rivelato l'ennesimo disastro/trauma della sua vita).
    La donna non lo faceva con cattiveria ma Yun-Hee ne aveva abbastanza anche del comportamento della madre. Forse non era semplicemente nel destino di Yun-Hee il riuscire a trovare l'anima gemella e forse non era neanche portata ad essere una buona madre, con tutte le insicurezze di cui era dotata. E si sentiva troppo bambina ancora per fare quel passo avanti, proprio per tutte le insicurezze che la caratterizzavano.
    Tae-Joon sicuramente l'avrebbe difesa e spalleggiata. Era in questi momenti che il fratello le mancava di più in assoluto. Sentiva proprio un vuoto. Dalla scomparsa di Tae-Joon nessuno era mai riuscito a capirla ed a proteggerla così come faceva lui. E forse era da egoisti che le mancasse il fratello per questi motivi ma non aveva mai preteso di essere una persona perfetta.
    Yun-Hee, come tanti altri, era piena di difetti. E li riconosceva tutti.
    Il problema era uno: c'era davvero qualcuno al mondo in grado di accettare i suoi difetti? E di amarli? Yun-Hee credeva di no.
    L'unica cosa certa, però, era che non avrebbe di certo trovato la sua anima gemella ad un evento di questo tipo. Ed era proprio per questo che aveva deciso di non presentarsi ad alcun evento, checché ne dicesse sua madre. Infatti si era rinchiusa nel suo negozio, Seul Sound, ed aveva lavorato per tutto il giorno (13 Febbraio), con l'intenzione di rimanere a dormire lì e continuare a lavorare anche il giorno di San Valentino.
    Ci voleva molto tempo per poter creare uno strumento musicale ed in quel momento stava lavorando ad una chitarra classica.
    Decisamente era molto più interessante rimanere a lavorare in negozio piuttosto che finire in chissà quale guaio ideato da Polgy o da chissà chi altro. Era già stata truffata due volte. Non ce ne sarebbe stata una terza. Mai.
    Yun-Hee però era un po' in ansia per questa situazione. Si poteva davvero fuggire da un evento di San Valentino? Sinceramente nessuno le aveva mai raccontato di una persona che si fosse iscritta per poi cambiare idea (tranne forse per degli eventi babbani). E la sua anima ansiosa stava facendo un po' i capricci dalla paura. Specialmente quando una lettera lilla arrivò in negozio (e non arrivavano mai lettere lì).
    Yun-Hee la aprì con mani tremanti:

    Credi nel destino? Credi che esista qualcuno, nel mondo, in grado di aiutarti nel compito più difficile di tutti?
    Come, quale: vivere, ovviamente.
    Lo scopriamo insieme? Xoxo.


    Ed ovviamente non era firmata. Chi gliel'aveva mandata? Gli organizzatori del nuovo evento? O tutto questo non c'entrava niente?
    Ed analizzando la lettera:
    Punto n.1: Credo nel destino? Si.
    Punto n.2: Credo che esista qualcuno in grado di aiutarmi nel compito più difficile? No.
    Punto n.3: Lo scopriamo insieme? NO.
    «Ti prego no. Ti prego no. Non voglio scoprirlo insieme. Non voglio più essere traumatizzata. Lasciatemi tutti in pace!» disse Yun-Hee ad alta voce, unendo le mani come se stesse pregando degli esseri superiori affinché la salvassero dal suo triste destino.
    Fatto sta che aveva una bruttissima sensazione e questa non se ne andava neanche se provava a distrarsi con qualunque mezzo possibile.
    Si sentiva già in trappola anche se in realtà non c'era nulla di concreto che non la facesse sentire libera (almeno per il momento).
    Non dimentichiamoci, però, che Yun-Hee è una veggente -non proprio/in un certo senso- quindi certe cose se le sentiva proprio. Era per questo che quella notte si addormentò sul divano letto del retrobottega con accanto una lampada da comodino. Eh. Non sapete perché? Diciamo solo che Yun-Hee considera le lampade (di qualunque tipo, forma e colore) come dei sostituti delle armi di distruzione di massa. Avere una lampada equivaleva ad essere invincibili perché una lampada era stata in grado di tenere testa al rapitore di bambini del San Valentino n. 2, quindi ormai c'era fiducia.
    «Se dovesse succedere qualcosa... SBAM!» disse Yun-Hee ad alta voce, anche per darsi coraggio. Fece proprio il gesto di colpire qualcosa con la lampada e questo la calmò. Si portò una mano al cuore e fece lunghi respiri profondi. Si, con la lampada era ben protetta. E con questi pensieri si addormentò, stringendo a sé sia la lampada che la copertina di pile.

    ---

    Sentiva puzza. Troppa puzza. Cos'era? Odore di bruciato? L'unica cosa certa era che non era per niente piacevole. Yun-Hee cercò la sua copertina con la mano ma non la trovò. Questo spiegava perché non si sentiva più tanto al caldo. Ma dov'era finita la coperta? Tentò di aprire gli occhi ma da sotto le palpebre vedeva una luce strana. Stava cominciando ad essere inquieta.
    E perché sembrava fosse sdraiata su delle pietre? Era certa di avere la testa su un masso e non su di un cuscino. Ma com'era possibile?
    Contrariata, Yun-Hee provò ad aprire di nuovo gli occhi e la prima cosa che notò fu un cielo ed una luce molto strana. Innaturale.
    Col cuore in gola, cercò la sua amatissima lampada ma più allungava le dita e più non la trovava. Bene. Molto bene. Era forse questo il momento giusto per farsi prendere dal panico? Mmh. No.
    Poi una persona entrò nel suo campo visivo.
    «Tutto bene?» chiese la persona, un uomo (giovane). Orientale pure lui.
    Lo sconosciuto le porse una mano ma lei, di tutta risposta, scattò come una molla e si allontanò, cercando la sua lampada.
    Ebbene si: questo era il momento per farsi prendere dal panico. LA LAMPADA NON C'ERA. Yun-Hee non poteva ricevere notizia più brutta. A chi importava se si trovavano in un mondo pieno di macerie, palazzi crollati e zero traccia di umanità. ERA SCOMPARSA LA SUA LAMPADA. Priorità insomma.
    Priva di alcuna arma, Yun-Hee si sentì malissimo. Era questo che si provava nel sentirsi svenire? Mmh? E meno male che nel panico non aveva sfiorato il ragazzo perché ci mancava solo il vedere pezzi del suo passato o chissà cos'altro. No, no e no. Il suo potere di veggente era meglio che non fosse proprio attivato. Anche se avrebbe potuto aiutarla a capire se quel ragazzo fosse buono o meno. Mmh.
    «sembra che siamo i fortunati partecipanti di un survival game. Yay!» disse poi il giovane. E Yun-Hee sperava di aver capito molto male ma fu in quel momento che si guardò effettivamente bene intorno e quella assomigliava proprio tanto ad una scena post-apocalittica.
    Si mise le mani nei capelli. Le sarebbe venuto un infarto di lì a breve.
    «Per favore, dimmi che stai scherzando.» disse Yun-Hee ma era chiaro che ci fosse qualcosa sotto. Insomma, si era addormentata nel suo letto e si era svegliata in mezzo alla strada e sembrava che il mondo fosse finito! Non c'era anima viva. A parte un tizio sconosciuto e... degli indizi?
    A terra c'era una carta dei tarocchi (the temperance) ed anche un foglietto.
    «Con uno strumento a scelta, dedica una canzone alla tua soulmate.» e fu lì che Yun-Hee cominciò veramente a collegare tutti i pezzi. Era l'evento di San Valentino. ERA IL NUOVO EVENTO DI SAN VALENTINO.
    «cerchiamo di survivere insieme!!» disse lo sconosciuto.
    E veramente: che altra scelta avevano? Se questo era l'evento di San Valentino e lui era il suo valentino, dovevano farcela insieme. Per quanto Yun-Hee non volesse fare altro che darsi un colpo in testa da sola nella speranza di tornare così nel retrobottega del suo negozio.
    «Ok. Nessun problema. NIENTE PANICO... tutti calmi.» disse Yun-Hee, cominciando a fare avanti e indietro nella speranza di avere un'idea brillante. Era pur sempre una ex Corvonero quindi qualcosa in quel cervellino ce l'aveva eccome! Doveva solo darsi una calmata.
    «Hai trovato altri biglietti? Degli indizi? Qualcosa?» chiese lei, frugandosi poi anche nelle tasche. Ed in quel preciso istante si accorse di avere qualcosa di abbastanza voluminoso nella tasca destra del jeans che indossava.
    La tastò e poi la estrasse. E... «UNA MINI LAMPADAAAAA!» urlò Yun-Hee, abbracciandosi quella torcia elettrica al petto come se avesse appena trovato un milione di dollari. Ora si che si sentiva più al sicuro.
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    Edited by guiding light - 15/2/2021, 21:12
     
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    La prima reazione della ragazza vedendolo era stata quella di scattare via. Bene ma non benissimo. Almeno, a dispetto dell'anima gemella trovatagli due anni prima, non aveva cercato di piantarlo in asso vedendo che era (probabilmente) biologicamente un maschio (o forse la giovane non era scappata solo perchè non poteva farlo, essendo loro nel bel mezzo del nulla e lui usabile come scudo umano; eh, scusa yunhee, a differenza di ryan JD ti tocca sorbirtelo).
    «ok» alzò le mani in aria, mostrando come fosse disarmato e tenero. Sorrise un po' di più; suvvia, chi poteva resistere a quelle fossette? Tutto di lui in quel momento diceva "sono carino e innoquo".
    In tutta risposta, lei si mise impanicata a cercare qualcosa, a guardarsi intorno («vuoi... che ti aiuti?» che ne sapeva, magari come Poor faceva anche lei collezione di sassi e ne voleva uno in particolare) (ora che ci pensava doveva portagliene uno ricordo!)... finchè, mani nei capelli, tornò a guardarlo. JD nel frattempo aveva guardato in giro, ma non riconobbe, ancora, nè il luogo, nè vide gente. Solo quelle carte a terra... che sarebbe andato a vedere appena fosse stato sicuro che lei non gli avrebbe tirato una scarpa se si fosse mosso.
    «Per favore, dimmi che stai scherzando.» oh. ora era un po' confuso. «non hai ricevuto anche tu una lettera anonima sul dover sopravvivere con la tua anima gemella?» indicò con la testa i foglietti adocchiati di sfuggita prima «sembrerebbe un gioco di san valentino» che fosse innocente e non pericoloso, questo era ancora da vedere: i ricchi (e i maghi ricchi in particolare) si divertivano in strani modi: a Mabeobkakkeun Hakkyo si vociferava di un tal torneo svolto in occidente dagli studenti delle scuole in cui la gente moriva; una volta un prof aveva detto che sarebbe stata buona cosa introdurlo da loro, per liberarsi dell'erba marcia. Very funny, non gli mancava la scuola.
    «Con uno strumento a scelta, dedica una canzone alla tua soulmate.» «UUUH CARINO!» DAI gli avrebbe dedicato una canzone? Bellissimo!!! «io hoooo» prese il fogliettino destinato a lui, e con molta calma lo lesse. «...mh.» arricciò il naso «dobbiamo svelare un segreto a vicenda, e poi sigillarli attaccando da qualche parte un lucchetto» guardò meglio in giro. Non avevano un lucchetto. vabbè, magari sarebbe apparso magicamente. «voto di svelare un segreto divertente o hot. A nessuno interessano i segreti tristi» fece una smorfia nel dirlo; dai, veto segreti tristi!! chi li vuole!! ah ah ah lui no di certo!!
    Niente, mentre JD era partito per la tengente a chiedersi cosa avrebbe potuto rivelare ad una sconosciuta (qualcosa di abbastanza interessante da non farli potenzialmente penalizzare o uccidere dal master dal gioco, ma neanche troppo personale), la ragazza era entrata nel panico. Onesto, fosse stato da solo forse l'avrebbe fatto anche lui.
    «Hai trovato altri biglietti? Degli indizi? Qualcosa?»
    «c'è quello che ci consiglia di andare dove, secondo noi, troveremo delle risposte» indicò la carta dei tarocchi che lei aveva già notato. «per caso sai cosa significa la carta? Io ne ho un'idea molto vaga- OH! E puoi chiamarmi JD. Le circostanze sono quelle che sono, ma è un piacere conoscerti» ancora, sorrise. Gli pareva la ragazza fosse coreana dai tratti, ma visto che non voleva suonare maleducato (magari era cresciuta in inghiterra, e non era legata alle sue origini), se lo tenne per sè.
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    Edited by finger-guns.png - 17/2/2021, 21:16
     
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    Yun-Hee doveva per forza essere la persona più sfortunata del pianeta. C'era ben poco da aggiungere. Solo una persona particolarmente sfigata poteva rimanere intrappolata in un nuovo evento di San Valentino per il terzo anno di fila (contro la sua volontà). E questo era un dato di fatto.
    Era valso a nulla il suo brillante piano di fuga -ossia lo stare nascosta nella sua bottega-. E neanche la sua amata lampada l'aveva aiutata quando era stata trasportata tra quelle macerie (come? boh. quando? boh.) ma era tutta colpa sua, non della lampada. Come avrebbe potuto aiutarla se non si era svegliata quando i suoi rapitori -l'avevano poi davvero rapita?- l'avevano presa con la forza? In nessun modo. Era pur sempre lei ad impugnarla come fosse la più famosa spada dei tempi antichi. Excalibur? Pff. Durlindana? No. Al confronto con la sua lampada non erano che spade da quattro soldi. Però una bella spada/lampada per essere utile doveva avere un cavaliere sveglio e Yun-Hee non aveva che dormito per tutto il tempo, ignara del pericolo.
    Un presentimento l'aveva avuto, la sera del 13, quando aveva aperto quella busta lilla. MA CHI POTEVA IMMAGINARE UN RAPIMENTO?
    «Santo cielo, mi scoppia il cervello.» pensò la donna. Poteva fare causa? Yun-Hee non aveva un'idea precisa di come funzionassero i tribunali nel mondo magico, però così era troppo. Questa volta avevano esagerato, senza alcun dubbio. Una cosa del genere non poteva essere legale!
    Però Tae-Joon avrebbe amato tutto ciò. Si sarebbe fatto delle grosse risate ed avrebbe fatto in modo di rasserenare Yun-Hee, strapazzandole le guance.
    Dopo un primo impatto iniziale -dovuto allo shock-, Yun-Hee tuttavia doveva ammettere di non avere paura. Era più che altro scocciata.
    Aveva promesso che non ci sarebbe stata una terza volta, eppure eccola lì.
    Aveva detto che non si sarebbe fatta più ingannare, eppure era nei guai.
    Era proprio arrabbiata. E c'erano poche cose che la facevano incavolare. Il primo era sicuramente il rapitore di bambini -le aveva fatto uscire fuori un caratterino niente male-; il secondo gli eventi di San Valentino.
    Poteva tranquillamente essere una bomba pronta ad esplodere. Uh.
    Quantomeno però non era da sola, sebbene non conoscesse la persona che le era capitata come anima gemella. Quante probabilità c'erano che un altro asiatico le fosse assegnato? Poche ma evidentemente non basse. Yun-Hee era dispiaciuta pure per quel povero ragazzo. Tanto quegli eventi erano solo delle truffe belle e buone e lei non era di certo la sua anima gemella.
    «non hai ricevuto anche tu una lettera anonima sul dover sopravvivere con la tua anima gemella? Sembrerebbe un gioco di san valentino» disse il ragazzo e purtroppo era arrivata anche lei a questa triste conclusione. Avrebbe tanto voluto essere smentita ma con una sfiga come la sua, come poteva essere qualcosa di diverso? Forse era sfigati in due. D'altronde dovevano pure avere qualcosa in comune, seppur ad una prima impressione c'era solo l'aspetto fisico a poter essere tirato in causa (davvero troppo poco).
    «E dire che speravo di passare questo San Valentino in compagnia di me stessa e dei miei strumenti...» disse la donna, sospirando. «Con una tazza di cioccolata calda ed il profumo del legno appena tagliato.» concluse con un bel respiro profondo. Si portò comunque le mani ai capelli, sopraffatta dalla vista di tutte quelle macerie. Non sarebbe stato affatto facile uscire di lì. Ed era propria questa consapevolezza a farla uscire ancora di più fuori di testa.
    Per non impazzire totalmente, si concentrò sull'asfalto dove trovò appunto dei biglietti -di cui uno con il suo nome scritto sopra-. La sua missione era di cantare una canzone con uno strumento a sua scelta, peccato che non ci fossero strumenti a disposizione. Però grazie a quel soulmate scritto sul bigliettino aveva avuto la conferma definitiva che si trattava sul serio di un evento di San Valentino. WOW, CHE FORTUNELLA!
    «dobbiamo svelare un segreto a vicenda, e poi sigillarli attaccando da qualche parte un lucchetto» disse poi il ragazzo, leggendo il biglietto che invece era indirizzato a lui. E qui sorgeva già un altro problema. Forse forse non erano stati proprio tanto fortunati con le loro missioni. Erano per caso la coppia di sfigati? No, perché a questo punto non era poi così poco plausibile.
    «voto di svelare un segreto divertente o hot. A nessuno interessano i segreti tristi» disse ancora il ragazzo. Che qualcuno comunque si stesse divertendo? O quantomeno era chiaro che la stesse prendendo meglio di Yun-Hee.
    La donna comunque voleva solo che la terra la inghiottisse all'istante. MA CHE SEGRETO DOVEVA SVELARE? Insomma, non l'avevano vista?
    Era la tipica ragazza che faceva casa-lavoro-casa-lavoro. Non aveva mai avuto un fidanzato, quindi i racconti hot erano fuori dalla sua portata. E di cose divertenti ce n'erano state davvero poche nella sua vita.
    Nella fretta di pensarne una, neanche se le stava ricordando. Anche perché tra Lab e la scomparsa di Tae-Joon c'era stato ben poco da ridere.
    «Non sono sicura di essere la persona giusta per segreti hot o divertenti.» disse la ragazza, leggermente imbarazzata. Non era affatto felice di avere pochissime esperienze a livello intimo, così come non era fiera di essere una persona triste... ma la vita non era stata carina con lei. «Ma se ne hai, dinne pure uno. Io ci penserò un altro po'.» disse ancora Yun-Hee, sempre più indecisa su cosa raccontare. Che segreto poteva rivelare che non la facesse sembrare ancora più stupida? O bambina?
    Pensò quindi di sviare il discorso e parlare dell'ultimo biglietto rimasto. Ed in quel momento trovò anche una torcia elettrica. Forse non era poi così sfigata come pensava! UNA MINI-LAMPADA ERA LA VITA. Un colpo e SBAM... uomo a tappeto. Ora si che si sentiva al sicuro. Avere un'arma a portata di mano poteva essere molto utile in un luogo del genere.
    «c'è quello che ci consiglia di andare dove, secondo noi, troveremo delle risposte» rispose il ragazzo. Yun-Hee non si avvicinò neanche per leggerlo da sé, preferendo non sfiorarlo neanche per sbaglio (non si sapeva mai).
    Ma non è che stava diventando tutto anche fin troppo enigmatico?
    Dovevano fidarsi del loro stesso istinto? Bene. Erano fritti in padella.
    «per caso sai cosa significa la carta? Io ne ho un'idea molto vaga- OH! E puoi chiamarmi JD. Le circostanze sono quelle che sono, ma è un piacere conoscerti» disse infine il ragazzo, presentandosi e lanciando una domanda molto difficile. Yun-Hee sorrise, roteando gli occhi al cielo.
    I tarocchi, secondo una convinzione popolare, erano degli oggetti tipici per dei veggenti o altre figure di questo tipo. Ma Yun-Hee non aveva mai mostrato interesse per quelle cose. Aveva già abbastanza a che fare con il mondo dell'astratto e non aveva intenzione di immergersi ancora di più in queste sciocchezze. Quindi no. Ricordava forse solo qualcosa dei tempi della scuola ma niente di specifico.
    Rideva comunque perché, anche se JD non poteva saperlo, era divertente che una persona le avesse rivolto una domanda del genere.
    «Ricordo solo che è una carta legata all'amore e che ha due significati in base a come viene estratta dal mazzo. Però è un'informazione ovvia dato che stiamo affrontando un evento di San Valentino... » disse Yun-Hee.
    Non capiva davvero la connessione tra la carta e le missioni che dovevano svolgere. Quelle però la preoccupavano molto di più.
    «Ricordo anche che c'entra qualcosa l'equilibrio e la riflessione ma non ti so dire di più.» disse ancora lei, dispiaciuta. Il non riuscire a rispondere ad una domanda del genere non era solo un torto fatto a JD ma anche a se stessa perché non sarebbero riusciti a fuggire di lì in poco tempo.
    «Mi chiamo Yun-Hee, comunque. Piacere JD. Non è di certo una buona circostanza ma... eh.» disse Yun-Hee. Sorrise ma era un sorriso stanco ed anche esasperato. Stava andando tutto storto. Era tutto difficile.
    «Secondo me dovremmo cominciare a guardarci intorno... Non abbiamo un lucchetto per i nostri segreti e non abbiamo neanche uno strumento musicale, quindi le missioni singole non possiamo svolgerle.» disse infine. Onestamente non c'era molto altro che potessero fare al momento.
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    «E dire che speravo di passare questo San Valentino in compagnia di me stessa e dei miei strumenti... Con una tazza di cioccolata calda ed il profumo del legno appena tagliato.»
    E se Yunhee stava pensando a quanto dovesse essere sfigata per essere finita di nuovo ad un evento di san valentino contro la sua volontà, JD non si stupì più di tanto a rendersi conto di essere finito di nuovo ad un evento di san valentino con qualcuno che lì, e con lui, non voleva starci. EH era fortunello così EVVIVA!!! (Vedi Jericho? Non vuoi essere la sua anima gemella neanche tu, hai già il requisito base per esserlo!) «Lo sapevi che ci piace tanto tenere le mani sulle tazze tiepide, perchè ricorda il calore umano? se vuoi posso essere la tua cioccolata calda, wink wink. Entro fine giornata scoprirai di adorarmi, e sarai felice di questa avventura» Ammiccò con uno tz, dita a formare due finger guns indirizzati al kuore della giovane. «...o forse no» probabilmente no «ma sarà comunque qualcosa di divertente da raccontare agli amici! La cosa dell'avventura, ovviamente» portò una mano sul cuore, aprì l'altro braccio mostrandosi in tutto il suo (non) splendore, occhiaie e vestiti stropicciati compresi; per lo meno, sapeva di stare bene con i capelli spettinati. «sul fatto che mi adorerai, sono sicuro» e ah ah ah quanto era divertente e palesemente falso, ma che JD sarebbe stato a non fingere (fino a crederci) che la ragazza decretata come sua anima gemella non lo odiasse? Che JD sarebbe stato, a non cercare di alleggerire la tensione con battute sceme? Yunhee era decisamente... sulle spine (a ragione, per molti versi); preferiva si concentrasse a rispondergli, piuttosto che a quanto erano fottuti e senza idee su come procedere.
    «ehi, hai detto "i miei strumenti", al plurale? Che strumenti hai e suoni?»
    (...)
    «Non sono sicura di essere la persona giusta per segreti hot o divertenti.»
    «Ahia» JD arricciò il naso «ti passo i segreti hot, ma sono confuso: nessun segreto divertente perchè sei una persona sincera che dice sempre la verità o...?» non gli veniva in mente niente su se stesso al momento considerabile segreto divertente, ma immaginava di averne. «penso dovremmo dirci lo stesso genere di segreti; sai, per giustizia divina. Se preferisci qualcosa di... personale? e non esattamente felice, mi adeguo» un po' di giustizia a quel gioco, suvvia! Non le avrebbe fatto confessare qualcosa di grosso e triste, senza ricambiare. Era un bugiardo, ma era un bugiardo con un codice d'onore.
    (...)
    «Ricordo solo che è una carta legata all'amore-» «UUUUUH- scusa, vai avanti» ...ed erano al punto di partenza.
    «mh, sì, più o meno cosa ricordo io» Uno dei pranzo al mc con Vin, la ragazzina gli aveva spiegato le carte, ma era difficile ricordare esattamente i significati fuori contesto; JD non era mai stato un grande studioso. «mi pare significhi anche "prendersi la responsabilità delle proprie azioni"..? poco ominious, mi dicono» ridacchiò. «VABBE' troveremo altri indizi! O altre carte. no worries!»
    (...)
    Yunhee non aveva detto di rimando la propria età, quindi JD decise che fosse nativa inglese e che non dovesse rivolgersi a lei con suffissi; meglio. Meno cose a cui pensare. «Secondo me dovremmo cominciare a guardarci intorno... Non abbiamo un lucchetto per i nostri segreti e non abbiamo neanche uno strumento musicale, quindi le missioni singole non possiamo svolgerle.»
    «possiamo usare questi legni e queste pietre come strumento» si accovacciò a terra, raccogliendone un paio «tipo... percussioni, sai?» iniziò a battere a tempo di "it's the final countdown" («tututuuutuuu...tutututtutuu») rialzandosi poco dopo con gli "strumenti" in mano.
    «per le risposte... sembra ci sia stata un'esplosione, giusto? Forse al centro di questa, andando verso la zona più distrutta, potremmo capire cosa sia successo.»
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    I didn't want to attend the event.
    I wanted to spend this Valentine's Day
    in peace. But no. I can't do that.
    In tutta quella strana e difficile situazione, Yun-Hee non si era affatto resa conto di poter ferire il suo Valentino. Con le parole, si intende.
    D'altronde si era auto-convinta che chiunque non ritenesse questi eventi di San Valentino come un qualcosa di serio in cui si potesse trovare sul serio la propria anima gemella, quindi Yun-Hee non aveva riflettuto affatto su come JD potesse offendersi per il modo in cui lei avesse dichiarato apertamente di voler trovarsi da qualunque altra parte tranne che lì.
    E questo ovviamente le dispiaceva profondamente. Il problema non era JD che, tra l'altro, sembrava una persona molto carina. Il problema era che Yun-Hee aveva ormai perso le speranze di trovare qualcuno con cui condividere il resto dei suoi giorni, quindi vedeva tutto un po' nero -come sempre-.
    Senza contare, ovviamente, le innumerevoli disavventure avvenute proprio quando stava cercando in qualche modo di crederci alla possibilità di avere per la prima volta un po' di fortuna... ed invece era stata appunto delusa e delusa ancora da una vita che non riusciva ad essere dolce neanche per sbaglio. Proprio per questo che non ci aveva pensato due volte prima di dire quelle parole. Ritenendole, appunto, un pensiero comune.
    Ma forse si sbagliava di grosso. Forse JD credeva effettivamente nel destino.
    Eppure, JD poteva davvero credere che lei, Yun-Hee, potesse essere la donna destinata a lui? Proprio lei? Una donna così fragile, inutile ed insignificante?
    No, si stava sicuramente sbagliando. Anche nel caso in cui JD lo pensasse, era di sicuro tutto troppo assurdo per essere vero. Ed ora Yun-Hee si sentiva pure in colpa per essere stata assegnata a lui, quando invece potevano esserci altre persone che avrebbero meritato di più le sue attenzioni.
    «sul fatto che mi adorerai, sono sicuro» disse JD, cercando forse di stemperare la tensione (?). Dal canto suo, Yun-Hee si sentiva profondamente in imbarazzo, sia per colpa della battutina di JD -non c'era abituata quindi non sapeva bene come rispondere a tono-, e sia per il fraintendimento. JD non era il problema e Yun-Hee non aveva niente contro di lui.
    «Oh, no... Non intendevo dire che tu non mi piaci.» disse Yun-Hee, con voce un po' tremante. Affrontare certi argomenti non era appunto il suo forte. Di solito scappava a gambe levate o stava in silenzio. «Sono sicura che sei una bravissima persona...! E ringrazio il cielo di star vivendo questa avventura con te, piuttosto che con un rapitore di bambini, ecco. È solo il contesto che non mi piace.» disse ancora lei, sperando di non risultare ancora una volta offensiva in qualche modo. Parlando davvero in generale molto poco, temeva di non essere bene in grado di far arrivare un messaggio nel modo giusto.
    Le relazioni umane erano davvero difficili, ecco perché si trovava meglio da sola. O forse si era come sempre auto-convinta così perché non aveva avuto buone esperienze in merito e quindi era meglio pensarla in questo modo piuttosto che rimanere nuovamente delusa.
    «Ho partecipato ad altri eventi di San Valentino e tutti si sono rivelati un disastro. Ti lascio immaginare... Ed è per questo che sono ancora un po' preoccupata, data la situazione. Ma veramente, tu non c'entri niente e mi dispiace se lo hai pensato.» disse ancora Yun-Hee. Forse così la situazione era stata chiarita totalmente, il che la faceva sentire un po' meglio con se stessa. Yun-Hee non era una cattiva persona quindi l'idea che avesse potuto anche solo potenzialmente ferire qualcuno la faceva star male di conseguenza. Poteva anche darsi che stesse facendo più storie di quelle che sarebbero state necessarie, dato che non capiva esattamente come ci si comportasse con le persone, quindi magari JD l'aveva detto per scherzare. Però era meglio chiarire subito così da rendere il resto dell'esperienza più piacevole e priva di malintesi. D'altronde, JD aveva ragione: quella sarebbe stata di sicuro un'avventura da raccontare.
    [...]
    «ehi, hai detto "i miei strumenti", al plurale? Che strumenti hai e suoni?» chiese JD e quello era sicuramente un argomento molto facile da affrontare per Yun-Hee. Suonava fin da quando era bambina, anche grazie al padre.
    Tutto ciò che riguardava la musica la metteva a suo agio, soprattutto quando con la mente andava a ricordare la sensazione del legno sotto le dita e le lunghe ore passate ad intagliare ogni singolo pezzo necessario a comporre uno strumento, che fosse una chitarra o un ukulele.
    «Ho una bottega in cui realizzo vari strumenti a corda, tipo chitarre, violini, ecc. Però ho sempre avuto un debole per le chitarre classiche, infatti direi che è lo strumento che so suonare di più. Mi sento sempre libera con una chitarra in mano.» disse Yun-Hee, anche se le sue competenze in ambito musicale non erano di certo finite qui. «Poi mi diverto anche con l'ukulele. E so suonare qualcosina sia con il violino che con l'arpa, anche se non posso definirmi una professionista.» concluse lei.
    [...]
    «ti passo i segreti hot, ma sono confuso: nessun segreto divertente perchè sei una persona sincera che dice sempre la verità o...?» chiese JD e non poteva essere più lontano dalla verità. Però non la conosceva quindi era normale che non sapesse che razza di vita Yun-Hee avesse vissuto fino a quel momento, altrimenti avrebbe capito tante cose.
    «Purtroppo non è questo. Posso solo dire che non ho vissuto una vita divertente, anzi è andata complicandosi dopo aver finito la scuola.» disse Yun-Hee. Aka scomparsa del fratello + viaggetto indesiderato nei lab. Più altre mille cose che non valeva la pena anche solo di accennare. Yun-Hee cercava sempre di parlarne il meno possibile, anche per non fare pena.
    «penso dovremmo dirci lo stesso genere di segreti; sai, per giustizia divina. Se preferisci qualcosa di... personale? e non esattamente felice, mi adeguo» disse ancora JD e Yun-Hee cominciò a pensare ancora più seriamente a cosa raccontare. Come detto, la sua mente era invasa prevalentemente da pensieri tristi quindi trovare un segreto divertente non era facile.
    Forse però poteva trovare qualcosa dei tempi in cui era una ragazzina? Non era un segreto super divertente ma era l'unica cosa che le veniva in mente, così su due piedi. «Mmh... Quando ero piccola ho per sbaglio tagliato tutti i miei capelli con la magia, rendendoli simili ai tuoi. Poi però li ho tenuti così fino alla fine del mio periodo scolastico ad Hogwarts, nonostante avessi potuto farli ricrescere... e sai perché?» chiese Yun-Hee con un altro sospiro, ben sapendo che JD non potesse mai arrivare alla soluzione. Per anni Yun-Hee si era nascosta dietro ad una corazza ma c'era ben altro dietro rispetto alle scuse che aveva sempre detto a Tae-Joon, ad esempio. Era a conti fatti la prima volta che ne parlava. «Perché avevo bisogno di decidere qualcosa per me stessa. Un atto di ribellione, se vuoi. Sono sempre stata calma e pacata, però avevo bisogno di qualcosa che andasse contro corrente. Quindi tenere i capelli corti, cosa non tipica per una ragazza, mi ha aiutato a scendere a patti con tutte le altre cose che non potevo controllare.» disse ancora Yun-Hee. Se infatti inizialmente questa idea di avere i capelli corti era stata scaturita dalla voglia di pentimento, dato che si sentiva in colpa verso la sua famiglia per aver tenuto loro nascosto il fatto di essere diversa, poi questo gesto si era trasformato in qualcosa di diverso. E non l'aveva mai ammesso.
    «E poi non mi importava granché di essere scambiata per un ragazzo. Tanto non erano i capelli il problema per cui non piacevo ai ragazzi.» disse ancora lei, alzando piano le spalle. Era la sua eccessiva timidezza il problema, unita alle sue paure. Non sentirsi a proprio agio con se stessi poi era un altro dei problemi. Meno ti ami e meno le persone possono apprezzarti.
    «In ogni caso tu sentiti libero di raccontare qualunque tipo di segreto. Non è colpa tua se non ne ho uno che fa ridere... Va bene qualunque cosa e forse se hai qualcosa di divertente da condividere è anche meglio per rallegrarci un pochino.» disse Yun-Hee, sperando di spingerlo ad avere più libertà di espressione. Andava bene qualunque tipo di segreto.
    [...]
    «possiamo usare questi legni e queste pietre come strumento» disse JD e Yun-Hee si illuminò. Stava pensando troppo nello specifico quando invece era pur vero che dovevano arrangiarsi per il momento. Di sicuro non sarebbe stato facile trovare una chitarra nelle vicinanze, quindi usare dei legnetti era una buona idea. Meno male che JD ci aveva pensato.
    «È perfetto! Mi sa che dobbiamo scegliere qualcosa di classico, altrimenti la melodia non sarebbe simile, per quanto possiamo provarci.» disse Yun-Hee. Per quanto volesse tanto poter cantare e suonare qualche canzone dei Blink 182, era sicura di poter fare solo dei casini con i legnetti. E se avesse avuto un bicchiere a portata di mano anche la cup song sarebbe stata perfetta da poter fare per la missione. Ma niente. E We will rock you sia.
    Poteva essere eseguita anche solo con le mani, effettivamente, quindi Yun-Hee abbandonò momentaneamente l'idea dei legnetti e si mise in ginocchio a terra. Cominciò a battere le mani prima sulle cosce due volte e poi tra loro una volta, eseguendo la tipica melodia della canzone.
    «Buddy, you're a boy, make a big noise
    Playing in the street, gonna be a big man someday
    You got mud on your face, you big disgrace
    Kicking your can all over the place, singin'
    We will, we will rock you
    We will, we will rock you»

    Inutile dire che si stava vergognando come non mai. Non cantava mai in pubblico, sebbene non avesse una brutta voce. Però non era da lei lo stare al centro dell'attenzione. E non era neanche sicura che questo suo sforzo avrebbe fatto ottenere loro dei risultati. Magari davvero avevano bisogno di uno strumento e non sarebbero bastata le mani o i legnetti.
    «Spero che basti...» disse ancora lei, tutta rossa per l'imbarazzo. Si rialzò da terra e si pulì i pantaloni che nel frattempo erano diventati grigi a contatto con i resti delle macerie.
    «per le risposte... sembra ci sia stata un'esplosione, giusto? Forse al centro di questa, andando verso la zona più distrutta, potremmo capire cosa sia successo.» disse JD e Yun-Hee annuì, felice di poter chiedere quella parentesi pietosa. Si guardò di nuovo intorno ma non c'era niente che potesse indicarle la strada giusta da percorrere, quindi sospirò di nuovo.
    «Proviamoci... è sempre meglio che rimanere qui ad aspettare. Magari appunto troveremo dei nuovi indizi altrove.» disse Yun-Hee, pronta ad incamminarsi nella direzione indicata da JD.
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    C'era un nonsochè di divertente e emozionante nel far imbarazzare e/o lasciare senza parole persone sicure di sè e sempre con la risposta pronta; quante volte, solo le ultime settimane, JD si era impegnato a mettere in difficoltà Ethan per farlo uscire dalla sua confort zone? Erano passati ormai più di due mesi, e ancora lo prendeva in giro per quando erano andati in palestra insieme per fargli provare discipline aeree, e il Lynx aveva avuto l'espressione di un uomo al patibolo ritrovandosi in aria sul nastro («sono un ballerino, se fossi caduto e mi fossi rotto qualcosa ne avrebbe risentito tutta la mia vita!!!» sì sì ok, ma intanto per il Kim era stato uno spasso). JD era molesto, gli piaceva esserlo, ed era facile essere ricordato come stronzetto...
    però.
    Yunhee sembrava mortificata dal commento fatto in verità in totale leggerezza da JD, dove il ragazzo non aveva affatto avuto intenzione di farla sentire in colpa per una cosa simile. Ora era lui quello a sentirsi male. «Nooooo» agitò le mani in aria, unna buffa espressione sul viso mentre non sapeva decidersi fra il desolato e il divertito.
    «non devi sentirti in dovere di- mh, farmi complimenti» ma gli stava facendo complimenti? Insomma, non proprio, ma non gli veniva un termine migliore. «Apprezzo, sono d'accordo, ma... scialla»
    si chiese se fosse il caso indagare sul "rapitore di bambini" (se parlava del suo ex, la barra per essere migliore di lui era bassa... UNA GIOIA! almeno JD poteva competere e essere un valentino migliore; forse), ma evitò per il momento: pareva un vero vaso di pandora da aprire.
    «Ho partecipato ad altri eventi di San Valentino e tutti si sono rivelati un disastro. Ti lascio immaginare... » Discretamente, l'investigatore mandò un bacio al cielo. RIP Ryan, ovunque tu sia - never forget san valentino 2019. «Ed è per questo che sono ancora un po' preoccupata, data la situazione. Ma veramente, tu non c'entri niente e mi dispiace se lo hai pensato.»
    Sì, ovviamente l'aveva pensato - e davvero, lei avrebbe potuto trovare diversi motivi per non volere lui ancor prima di conoscerlo, figuriamoci dopo, quindi non si sarebbe offeso! Sorrise, sventolando di nuovo una mano in aria. «Discorso chiuso, ricominciamo. Ad esempio, potremmo provare a conoscerci meglio..? Visto che dobbiamo giocare insieme» Lo sguardo aveva vagato un po' in giro, ma ora tornò su di lei. «Ehi, sei coreana anche tu?» no, non perchè riconosceva i lineamenti, ma «Perchè a quanto pare sei la mia Seoul sister.» BADABUM TSSSSSS e su questo, stacchetto.
    (...)
    Si erano messi a camminare, e avanzando JD si rese conto che erano probabilmente all'interno di un edificio distrutto, più precisamente... uffici? non c'erano fogli leggibili, o almeno non ne avevano ancora trovate, ma quelle parevano scrivanie bruciacchiate, sedie sotto le macerie. Non era convinto fosse una buona idea addentrarsi dove il soffitto non aveva ceduto, ma visto che dovevano cercare il posto dove secondo loro c'erano le risposte, il minimo era iniziare a capire dove si trovassero.
    Ascoltando la ragazza parlare di musica, si voltò sorridente a guardarla, distraendosi dall'ambiente circostante. Sembrava davvero felice a parlarne, gli ricordava Blaise... e sì, collegava sempre lui quando si parlava di musica, succede quando sei innamorato di un produttore musicale.
    «Suoni un sacco di strumenti, è bellissimo» c'era stato un tempo in cui JD aveva pensato di suonare la chitarra per strada, per fare l'elemosina, ma la sua competenza musicale si fermava a quello - e non era neanche così bravo. «Dov'è il tuo negozio? Potrei esserci passato davanti? se ci salviamo, attendo lo sconto!»
    (...)
    «Purtroppo non è questo. Posso solo dire che non ho vissuto una vita divertente, anzi è andata complicandosi dopo aver finito la scuola.»
    «Complicato può essere divertente» ma non la guardava più, mentre stava con le labbra incurvate verso l'alto come se niente fosse, avendo nonostante ciò in testa pensieri tutt'altro d'accordo con quanto appena detto. Complicato era divertente parlando di un giallo senza vittime, era divertente di libro o di un film, a volte, ma parlando della vita? Ancora non era certo di aver capito che diavolo fosse successo gli ultimi quattro anni della sua - e dei suoi amici -, fra viaggi nel tempo e AU e resurrezioni e strane città immaginarie e-
    insomma.
    Complicato.
    E non in modo positivo.
    Per fortuna, il seguito delle parole della ragazza lo fecero ridere. Il racconto sui capelli? Poesia; chi non si era mai tagliato i capelli da solo da bambino?
    «Sono sicuro fossi comunque carinissima... ma continua: l'hai tenuto perchè...?» si avvicinò, osservandola incuriosito.
    «Perché avevo bisogno di decidere qualcosa per me stessa. Un atto di ribellione, se vuoi. Sono sempre stata calma e pacata, però avevo bisogno di qualcosa che andasse contro corrente. Quindi tenere i capelli corti, cosa non tipica per una ragazza, mi ha aiutato a scendere a patti con tutte le altre cose che non potevo controllare.»
    Oh. Lo sguardò di JD si allargò leggermente, sorpreso da una risposta così seria. Si era aspettato un "perchè così assomigliavo alla mia cotta" o "era il taglio del mio cantante preferito", ma quello era... serio. E personale. E relatable. «È una bella storia» Dopo il primo momento di sorpresa, il suo sguardo si addolcì, e tornò a sorridere spensierato. Si indicò la testa «Ho iniziato a tingermi per quaaaasi lo stesso motivo. Insomma, ho sempre voluto farlo fin d bambino, perchè amavo i capelli colorati di mio cugino... ma dopo che ho iniziato a tingerli, un sacco di persone - tipo i miei insegnanti a scuola, mia madre... - se la sono presa, dicendomi di tornare scuro, che era un disonore e bla bla bla. Quindi li ho tenuti per principio» si strinse nelle spalle, distogliendo lo sguardo. «Ora li coloro perchè mi piace e basta, ma... in parte comprendo, forse» la guardò di striscio, sorriso bieco. «La tua versione di teen ribelle è più divertente, però. Mi pare assurdo credere non piacessi ai ragazzi... a meno che, ovviamente, tu non li spaventassi per scelta, preferendo attirare l'attenzione di altri» non le chiese di fare coming out, ma gli pareva di averlo detto abbastanza con leggerezza per far capire che poteva dirlo, nel caso, e avrebbe capito. In ogni caso, non è che JD volesse davvero concludere qualcosa di romantico con lei - a meno che non arrivasse un improvviso copo di fulmine -, quindi che importanza aveva?
    (...)
    Quando iniziò a battere le mani, JD quasi ebbe un mancamento. una canzone che conosceva!! E UNA CANZONE CHE GLI PIACEVA!!! Iniziò divertito a battere con lei, cercando di trattenere le risate mentre si inginocchiava al suo fianco, per metterla un po' più al suo agio. Un orecchio era sempre all'ascolto di quello che accadeva intorno a loro, ma per ora non farla scappare urlando e restare da sola in quel luogo era la sua priorità.
    Cantò il coro, e finita la canzone si prodigò pure in applausi e fischi. «ECCEZIONALE!! AVETE SENTITO YUNHEE, MACERIE TOWN!» mano attorno alla bocca, fece anche il verso delle altre persone «LA FOLLA E' IN DELIRIO!»
    Ridendo, le diede un leggerò buffetto sulla spalla. «Il tuo primo concerto in Macerie Town. Dovrai tornare per altre date, temo» e ancora sorrideva, divertito, e ancora pensava a dirigersi verso il centro dell'esplosione che- «aspetta» la sua espressione di congelò, cipigliò a guardare altre le spalle della ragazza. Con la testa, indicò perchè anche lei guardasse. «Sei mai stata al ministero della magia?» non serviva dirle perchè lui ci fosse stato (non per motivi legali o invitato), ma magari anche lei era stata lì per-... questioni burocratiche? Amici che ci lavoravano? «Quella statua a terra distrutta sembra quella che c'è lì» Si guardò meglio attorno. Il soffitto era quasi del tutto crollato, c'erano strutture rotte in mattoni neri e rossi, vetri-... più lo guardava, più gli pareva l'atrio del ministero della magia londinese. Ma non aveva senso, non era saltato in aria; l'avrebbe saputo. Avevano... distrutto un posto simile per un gioco di san valentino..? No, non era possibile. Giusto? Nessuno poteva abbattere il governo in una notte. Era finto? Non era davvero quel posto? Aveva pensato di essere stato portato alla hunger games con una specie di passaporta da qualche parte, ma era così reale.
    Si avvicinò di un passo a lei, lento e quasi impercettibile, ma sentendosi già meglio.
    «"cercate il posto dove, secondo voi, troverete delle risposte."» Alzò la carta dei tarocchi, guardandola. Niente, non gli diceva niente. «Pare che siamo a... Londra, o in una copia di essa» aggrottò le sopracciglia. «Non mentirò: se mi ritrovassi in una qualsiasi altra parte di una Londra distrutta, le risposte di tale distruzione le ricercherei al ministero - ai piani sotterranei. Ma siamo già qui, e anche il ministero è distrutto» Si voltò a guardarla. «Idee?»
    La sua proposta di prima di cercare l'epicentro restava, ma ora si chiedeva: come trovarlo?
    dinuovo?why / joined the chat /
    gifs: Jd
    i panic! at (a lot of places besides) the disco // sketch by chris
    i see it, i like it, i want it, i got it
     
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