22 yo - former gryff telepath - hitman |
| Choleric individuals tend to be more extroverted. They are described as independent, decisive, goal-oriented, and ambitious. These combined with their dominant, result-oriented outlook make them natural leaders. In Greek, Medieval, and Renaissance thought, they were also violent, vengeful, and short-tempered. |
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Ma che cazzo stava succedendo. Jericho Karma Lowell, sull’orlo dei ventitrè anni in cui non sarebbe piaciuta a nessuno (joke’s on you, aveva fatto un così bel lavoro che non piaceva a nessuno già da prima), si svegliò fra le travi marcescenti della Stamberga Strillante con già le ovaie di traverso. Non che fosse una novità, sfidava chiunque ad essere di umore tollerabile al mattino e prima d’un caffè, ma quel giorno era, se umanamente possibile, ancor più infervorata nell’odiare la galassia che ancora non le apparteneva, e che tendeva a comportarsi in maniera inaccettabile; avrebbe cambiato il suo corso, una volta ch’ella ne avesse avuto le redini. Ma tempo al tempo. Silenziosa come un ninja, si alzò in piedi e portò gli irritati pugni chiusi contro i fianchi, gli occhi ridotti a fessura a studiare il circondario. La Stamberga era sempre stato un posto di merda e decadente, ma non ricordava che avesse raggiunto quei livelli. L’ultima volta che ivi aveva messo piede, perlomeno, non puzzava così tanto di morto. Ma forse quello era da imputare al cadavere disteso poco più avanti. Strinse le labbra fra loro osandosi avanzare d’un paio di metri, spingendo il capo oltre la finestra per spiare l’esterno: era certa che dietro quella buffonata ci fosse Nathaniel, e si trovava sicuramente nei paraggi in attesa di aggiornamenti, e… aspetta. Aspetta. Dischiuse le labbra sorpresa (e c’erano ben poche cose al mondo in grado di sorprenderla), lo sguardo turchese a saettare sulla distesa di nulla attorno alla Stamberga. Era esplosa un’atomica e l’aveva risparmiata? Giusto così. L’idea la fece sorridere trionfante. Non sarebbe stato emozionante uguale governare un mondo vuoto, ma vabbè, sapeva accontentarsi. Doveva succedere, sapete; legge di Darwin e quella roba lì, survival of the fittest: meritava di sopravvivere ad un’apocalisse. Sperava che gli animali fossero stati risparmiati, già si vedeva con un plotone di carlini e pincher infernal- what. What. Un rumore appena percettibile la costrinse ad abbassare lo sguardo sulla persona distesa al suolo. Era… era viva? Non era possibile. Non era possibile, e non solo perché così facendo avrebbe rovinato i suoi sogni di gloria - non sentiva i suoi pensieri. Era un cazzo di zombie? Ti prego, Dio. Se ci sei, fa che sia uno zombie. Sempre muovendosi piano, attenta a non fare alcun rumore, si portò al fianco della figura. Infilò una mano in tasca laddove aveva percepito il peso familiare del coltellino da lancio, e con decisione - via il dente via il dolore - diede un calcio alla figura per rigirarla a pancia in su. Non sapete di cosa sono fatti gli incubi, se non avete mai visto una ragazza di un metro e cinquanta con una onesie da unicorno addosso (un trademark della sua linea di vestiti, quella creata con Arci e sulla quale Nice li aiutava ormai costantemente; sul petto, dove avrebbe dovuto esserci il kwore, regnava la scritta in caratteri dorati they see me rollin’, they got stabbin’) che punta minacciosa un coltello alla vostra faccia. «sei un fottuto zombie?» dì di sì. |