[oblinder] iv. the emperor

PotatoBun + sntranoi777

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    Magari la lettera, quella che ti è arrivata anonima la sera prima, non l'hai neanche aperta. Forse neanche vista, se non intenzionalmente ignorata. Oppure l'hai vista, ed hai pensato fosse lo scherzo di un amico, di uno sconosciuto annoiato, del vicino di casa a cui hai accidentalmente dato fuoco alle rose del giardino - insomma.
    Potresti non averci dato peso. O l'hai fatto, ed hai passato gran parte della notte a chiedere aiuti e suggerimenti alle persone di cui ti fidi, a cercare su internet, a rigirarti nel letto provando a dormire (o peggio, o meglio: a non, dormire).
    Insomma. Non importa la considerazione che tu abbia avuto della pesante busta lilla, e non importa quante precauzioni o meno tu abbia preso in merito.
    Vai a dormire nel letto della tua camera, sotto le tue coperte, circondato da un mondo che conosci ed odi ed ami a seconda dei giorni.
    Il dove apri gli occhi il giorno seguente, però, è un mistero.

    Dev'essere stato l'odore, a svegliarti. Un olezzo tutt'altro che piacevole, un misto di bruciato e polvere che ti fa arricciare il naso. Ti massaggi le palpebre abbassate, rannicchiandoti su te stesso quando senti l'aria farsi pungente...qualcuno ha aperto una finestra?
    Socchiudi le palpebre: no, decisamente nessuno ha aperto una finestra. Ti svegli dietro quello che pare, ma non ne sei certo, essere un bancone, e che solo uscendo, scavalcando tavoli marcescenti e malridotti, comprendi essere la Tasta di Porco. Nulla di quello che vedi, è come lo ricordi.
    Le strade piene di macerie. I palazzi crollati per intero od a metà. Una luce bianca, innaturale, a illuminare il tutto come si trovasse in un limbo fra alba e tramonto perenne.
    E le persone. Le persone...non ci sono.
    Così come i rumori.
    Non riesci a sentire niente.
    Ha tutto l'aria di vecchio ed usurato, di consumato e spaccato - di morto.
    Non c'è nulla di vivo, da quelle parti, e l'idea che offre è che non vi sia nulla di vivente da molto tempo. Ti rendi conto di non essere solo, però: c'è qualcuno, con te. Forse sta dormendo; forse è morto. Probabilmente non è morto.
    Abbassi lo sguardo. Un chiodo tiene impigliato al suolo un pezzo di carta, e quella che sembra essere una carta dei tarocchi: the emperor. Sul foglio, ci sono solo sei parole - e mai avresti pensato che sei parole potessero pesare così tanto.
    Eppure lo fanno.
    Non è possibile leggere nei sogni.


    Ci sono altri tre foglietti, uno indirizzato ad entrambi, ed uno per ciascuno di voi.
    (insieme) costruisci un'arma fai da te con quello che hai a disposizione.

    (PotatoBun) Cantare la canzone preferita

    (sntranoi777) racconta uno dei tuoi kink (lo sappiamo tutti che non solo ne hai, ma che sono pure più di uno)

    Frugandovi nelle tasche, potete trovare una Coltellino (PotatoBun) e un Cupcake (sntranoi777).
    Ah, quasi dimenticavo: la magia non funziona.


    tarocchi
     
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    «Vivi come se avessi una vita davanti
    Fotti come se fosse l'ultimo giorno»

    E questa? si ritrovò con quella busta lilla in mano, poco convinto di aprirla. Anche se poteva sembrare strano, qualche ragazza che le faceva il filo l'aveva, ma non poteva concedersi a tutte. ahah, scherzo. Ovviamente avrebbe volentieri fatto un giro con la mittente di quella lettera, ma ultimamente aveva altro per la testa e prendeva il nome di Arturo. Il compagno non faceva che scappare da lui e da quando gli aveva praticamente confessato quanto lo desiderava si era chiuso a riccio e anche se aveva fatto finta di non accorgersene, aveva notato che lo stava evitando e quelle poche volte che s'incontravano non lo guardava negli occhi. Era in imbarazzo. Non era una novità, visto che Costas aveva l'abitudine di farlo arrossire ma quella volta era davvero strano, perchè non importava quanto il battitore provasse a creare un qualche legame, Arturo non ne voleva sapere. Gli aveva anche chiesto di uscire quella domenica, sapeva della festa ma non era che gli importasse davvero festeggiarlo, voleva solo staccare per qualche ora da tutto ma a quanto pare Arturo non voleva più aprirsi a lui, forse era arrivato il momento di lasciar perdere.
    Fanculo gettò a terra la busta senza neanche aprirla, non aveva voglia di vedere chi era quella sfigata che voleva dichiararsi a lui, si sdraiò a letto senza neanche togliersi la divisa e alla fine crollò.



    Il puzzo non era un problema, per il Motherfucka, dato che negli spogliatoi dopo una partita di Quidditch non c'era profumo di lavanda e gelsomino; neanche il freddo alla fine era un gran problema. Ma qualcosa non andava, perchè non stava squillando la sveglia? Perchè non c'era Arturo a svegliarlo - anche se questo non accadeva da giorni - ma dove erano tutti? Aprì gli occhi, mentre quella puzza stava decisamente peggiorando. Ma che? era alla testa di porco? ma quando ci era arrivato? Stava sicuramente sognando. Forse ora sarebbe arrivato Arturo e poi sarebbe diventato un porno. Erezione mattutina arrivo si leccò le labbra in attesa di vedere entrare il compagno di casa dalla porta, ma niente. Passarono diversi minuti e il silenzio più assoluto, oltre che al puzzo di morte, gli diedero la conferma che non sarebbe mai arrivato e che forse quello non era solo un sogno. Uscì dal locale e solo rovine.
    Non di nuovo Tottington. aveva rischiato la vita e aveva ancora costanti incubi al riguardo. Non voleva rivivere una situazione del genere, per fortuna che aveva un coltellino, anche se forse avere la mazza sarebbe stato più utile.
    Però non era solo Ehi, tutto bene? chiese avvicinandosi al corpo che sperava fosse vivo, mentre leggeva il foglietto e capiva cosa dovessero fare per sopravvivere. Ancora. Un'evento normale no? Chiaramente no. La carta, comunque non era male, si sentiva quasi potente con quella anche se era allo stesso tempo molto macabra. Se ti alzi, magari riusciamo anche ad andarcene da questo posto che ci sta dicendo che stiamo per morire.

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    Kieran Sargent amava San Valentino, perché come poteva lei non amare la festa che celebrava l’amore? Non che avesse qualcuno di particolare con cui condividere quella giornata, anche se con il passare del tempo aveva imparato a conviverci e ad accontentarsi delle piccole gioie che quella giornata le offriva. Come lo sconto di più di metà prezzo sui cioccolatini il giorno dopo San Valentino, un qualcosa che, se avesse creduto al Paradiso, si sarebbe avvicinata di più a un eden in terra. Insomma, se doveva sorbirsi coppie felici che passeggiavano per Hogsmeade, almeno poteva approfittare delle delizie che quella festa le offriva, anche se si trovava senza un’anima gemella. Ecco perché, quando ricevette una lettera la sera prima di San Valentino, la sua confusione era evidente sul suo volto.

    Credi nel destino? Credi che esista qualcuno, nel mondo, in grado di aiutarti nel compito più difficile di tutti?
    Come, quale: vivere, ovviamente.
    Lo scopriamo insieme?
    Xoxo.


    Ma che significava. Ormai Kieran non si stupiva più di niente, non dopo essere stata rapita venti volte, dieci delle quali si era ritrovata in una navicella spaziale. E lei che sperava fosse qualche ammiratore segreto che aveva fatto una mossa tattika e si era confessato a lei. Forse era colpa sua, per aver visto troppi film della Disney. O aver fatto quella maratona di Bridgerton che le aveva rovinato ogni aspettativa sull’amore. Ma mica la stavano per portare nell’era della regency, vero? Certo che credeva nel destino, nel suo destino di sposarsi con il duca di Hastings ovviamente! Anche se avrebbe volentieri concesso la sua mano a Siena. Comunque, Kieran non era una sprovveduta che puzzava ancora di latte, e certe cose le aveva già viste. Ecco perché si era armata di computer e una tazza di latte caldo e aveva iniziato a fare le sue ricerche su come vivere. O sopravvivere? Non ne era certa, ma nel corso di quella notte aveva imparato diverse cose sulla filosofia hegeliana e su varie posizioni di yoga. Non pensava le sarebbe servito a molto ma erano sempre skills, no? E infatti, nel risvegliarsi in un posto completamente sconosciuto, si rese conto di quanto poco il suo cervello fosse pronto a quella situazione. Per un attimo Kieran si lasciò prendere dal panico, ma poi ragionò tra se stessa che non poteva essere peggio di tutte le altre volte in cui era stata rapita e aveva dovuto combattere contro gente mistica.
    Si trovava alla Testa di Porco, e intorno a lei l’aria aveva una connotazione di bruciato, un odore pungente che le faceva torcere lo stomaco, quasi fosse sulle montagne russe. Le montagne russe della vita, ovvio. Non aveva senso rimanere lì a rimuginare su cosa fosse accaduto, quindi si fece forza e uscì allo scoperto, per la strada. Ciò che la accolse non era quello che si era aspettata, e la sua mascella per poco non toccò la pietra ai suoi piedi. Era certamente...uno spettacolo, un panorama che solo i film apocalittici potevano vantare. Vi erano macerie, palazzi mezzi crollati e un silenzio innaturale che avvolgeva il quartiere come una coltre di neve. Ci mancava solo la milf super alta di Resident Evil.
    Kieran ovviamente aveva già capito cosa stava succedendo.
    «Oddio, ma sono finita in Sword Art Online. Kinda.» kinda, perché non si ricordava che fosse così apocalittico, però il meccanismo di quello strano VR era lo stesso. «O mi sono finalmente risvegliata dalla simulazione in cui noi tutti vivevamo. Finalmente sono riuscita a trascendere il mio misero corpo fatto di codici e algoritmi. Finalmente sono libera, una vera bimba di Conte.» Cosa? Eh, il bruciato le stava dando alla testa. Purtroppo, si era resa troppo tardi che c’era un’altra presenza vicino a lei, la quale stava cercando di indagare sul suo stato mentale da diversi minuti. «Eh? Ah sì, sono confusa. Cioè, non così tanto ma non so cosa dobbiamo fare. O cosa sia successo.» il ragazzo (ehi! MA LEI LO CONOSCEVA) aveva in mano un foglio, o meglio, una carta che assomigliava a quella dei tarocchi. «Comunque anche io sento puzza di morta. Ho paura di chiederti cosa c’è scritto sul quella carta, ma dimmelo comunque. Nulla sarà mai peggio del finale di The Royals.» indicò la carta con l’indice, con uno sguardo vagamente inquietato. Erano lì per fare riti vodoo? «Oh, ma c’è della roba qui!» Per terra c’erano altri tre pezzi di carta, e Kieran si abbassò prima che potessero volare via (anche se erano inchiodati, but still) o fossero calpestati da loro. Non voleva davvero leggere, ma la curiosità era più forte di lei. «Io- no dai. Ma io mi vergogno.» Niente, menomale che la popolazione mondiale era stata sterminata e nessuno avrebbe saputo dei suoi kinks al di fuori del socio.
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    «Vivi come se avessi una vita davanti
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    Costas ammirò da capo a piedi la ragazza che sembrava venire da un altro pianeta, e soprattutto sembrava quasi che non avesse capito che lui era lì con lei; lo stava beatamente ignorando decidendo da sola cosa fare. Non disse niente, decidendo di rimanere a guardare cosa pensava di fare e nel mentre gli vennero una serie infinita di pensieri sconci. Il ragazzo non era gay, era bisessuale o forse è meglio dire che gli piaceva chiunque respirasse e Kieran - che non conosce - rientrava tra questi. E poi sembrava più grande di lui, questo la rendeva la preda perfetta per un sedicenne che si sarebbe vantato con tutti i suoi compagni di casa per tale conquista; semmai l'avesse davvero fatto, ma anche in caso contrario. Avrebbe raccontato a sua sorella che aveva vissuto un'avventura - nel vero senso della parola - con un bel pezzo di f***.
    «Comunque anche io sento puzza di morta. Ho paura di chiederti cosa c’è scritto sul quella carta, ma dimmelo comunque. Nulla sarà mai peggio del finale di The Royals.» ah ok, ora si era accorta di non essere sola. Costas le sorrise
    «dobbiamo costruire delle armi. IO ho un coltello magari possiamo prendere una gamba di un tavolo nella Testa di Porco e riusciamo a fare un'arma »
    «Io- no dai. Ma io mi vergogno.» ma aveva ascoltata almeno una singola parola di quello che gli aveva detto il ragazzo? Gli piaceva.
    «Fanculo la missione.».Per un attimo dimenticò di essere nella versione horror di un film, che doveva portare a termine quelle missioni , forse, per non morire. Ma perchè perdere un'occasione del genere? poggiò le braccia sulle spalle per avvicinarsi a lei «Vogliamo fare altro?».stava rischiando il tutto per tutto e non si erano neanche presentati. Sarebbe successo, forse dopo un pugno nello stomaco .
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