I'll take all the love and all the pain

[OUROBLIVION .02] @madama piediburro, libera (posh ft. nah)

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    Non si era aspettato poi molto, quando aveva iniziato a premere insistentemente il tasto del citofono. Che poi, del resto, non sapeva nemmeno il perchè lo stesse facendo: l'ultimo ricordo che aveva risaliva al pomeriggio del giorno prima, quando aveva iniziato a buttar giù una pasticca dopo l'altra. Aveva semplicemente voluto farlo smettere, e in poco tempo ottenuto l'effetto desiderato: non aveva la minima idea di cosa fosse successo dopo. Sapeva solo che, una volta riaperti gli occhi e ripreso il controllo sul proprio corpo, si era reso conto di esser sdraiato davanti al cancello d'ingresso di penn hilton, una bottiglia quasi vuota di rum in mano e un dolore allucinante alla gamba destra. Non così strano: avrebbe dovuto esser abituato a dormire in strada, viste le volte in cui si era ritrovato a doverlo fare, eppure puntualmente si svegliava accusando un dolore diverso. Tirò fuori il telefono dalla tasca - e già il fatto di non averlo perso era una grande conquista: non se la sentiva a rubarne un altro, solo nell'ultimo mese ne aveva presi ben sette!! - per controllare l'ora e chiamare qualcuno in suo soccorso ma... nope, ovviamente era scarico. Comunque, dopo aver dato una rapida occhiata attorno a sè e rendendosi conto di esser solo, ipotizzò dovessero esser più o meno o le tre o le quattro del mattino: era l'unica fascia oraria in cui nei dintorni di quella casa si poteva respirare una parvenza di normalità, esclusi i matti disposti anche a scavalcare il muro d'ingresso e sfidare il complesso sistema di sicurezza ideato dalla hilton stessa per tenere lontani visitatori non desiderati o un garrison gates in hungover. Ci pensò bene, prima di decidere se suonare: una parte di lui sapeva che, come minimo, penn l'avrebbe ucciso. Ma del resto, negli ultimi tempi, la ragazza lo voleva uccidere sempre quindi insomma, alla fine poteva tentare no?? Qual era la cosa peggiore che gli potesse succedere: un secco no ed il resto della notte all'aperto ed al freddo? Niente di nuovo, per il gates.
    E, dopo quello che era successo il giorno prima, dubitava che qualunque possibile reazione della hilton potesse colpirlo in alcun modo: era già psicologicamente pronto al rifiuto. Anzi, una parte di lui lo voleva: uno in più, uno in meno, che differenza avrebbe fatto? Avrebbe solamente avuto l'ennesima conferma di esser lui, il problema.
    Così aveva suonato.
    Aspettato.
    Ed aspettato.
    E quando finalmente penn gli aveva aperto, la sua reazione era stata totalmente diversa da quella che aveva previsto.

    «non lo dire alla mamma» il bambino rispose con un verso indecifrabile e poi tornò ad addentare il suo biscotto al burro, e posh lo interpretò come un sì: ormai quello tra loro era un patto. «se scoprisse che ti faccio mangiare così tanto mi ucciderebbe» era al primo (1) giorno di babysitting, ed erano già al decimo biscotto. Sfortunatamente, insieme all'incarico di tenerglielo per tutta la giornata, penn non gli aveva affidato anche un libro d'istruzioni da leggere ma solo piccole direttive come fallo giocare al parco o quando fa i capricci non assecondarlo troppo. Non gli aveva mica spiegato il come: e così, al piattino buttato a terra e pianto disperato in seguito al primo e debole "no" del gates, il telepata non era riuscito a far altro che cedere alle richieste del piccolo hilton. Il perchè penn si fidasse di lui tanto da affidargli suo figlio, poi, rimaneva un grande mistero: la notte precedente l'aveva fatto entrare e dato una stanza dove stare, e quella mattina, prima ancora di dargli il buongiorno, gli aveva mollato suo figlio in braccio e oggi me lo tieni tu, me lo devi per avermi svegliata nel cuore della notte: lo sai che non ho più l'età per certi orari! Poi il tono ironico era svanito e, tornando seria, gli aveva assicurato che sarebbe potuto rimaner lì tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno. E c'era mancato poco, anzi pochissimo, che il ragazzo non si rimettesse a piangere come la notte precedente, quando aveva fatto alla ragazza il resoconto del suo brevissimo viaggio in america, perchè quelle della hilton erano le esatte parole che aveva sperato con tutto sè stesso di sentire da suo padre, quando si era ripresentato davanti casa sua dopo tutto quel tempo, ed in cambio aveva ricevuto solo una porta in faccia e un disprezzo mai percepito prima: non erano tanto state le parole che suo padre gli aveva rivolto, a fargli così male, quanto più percepire quello che provava per il proprio figlio «domani ti porto al bde» almeno lì, eccezion fatta per le palle di barbie, non c'erano altre cose che si potessero rompere: non avevano mica piattini o tazze pregiate come madama «così ti presento baby eddie: secondo me ti starà simpatico» ecco come si traumatizzano per bene i bambini.
    E forse preso dall'entusiasmo, forse percependo il potere demoniaco che il semplice nome di eddie emanava (?????), Bang afferrò la tazza di tè - eh si, penn era stata chiara: se voleva prender sul serio l'incarico di babysitter, doveva disintossicarsi almeno per un po' - dalle mani del ragazzo e la buttò a terra.
    Così.
    A caso.
    Con un buonissimo tè bianco mango e limone ancora bollente dentro
    Proprio come qualche minuto prima aveva fatto con il piattino.
    Solo che, quella volta, non fu altrettanto fortunato: l'aveva lanciato sul piede di qualcuno (vuoi esser tu????) «o mio dio SCUSA!!! Non so che problemi abbia, non è roba mia» cosa? cosa «la mamma mi aveva avvisato di far attenzione perchè rompe cose, ma non pensavo intendesse sul serio» l'aveva inteso più come... in senso metaforico???? tipo... la voglia di vivere, o la speranza nel progresso della specie umana.


    [verse 2]
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    Grz betta per la canzone e per averci fatto scoprire che anche posh ha un kuore

     
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    «Ne sei sicuro??» Aveva storto la testa da un lato, la special, non capendo bene se Stiles avesse deciso di lasciarle l’indomani libero perché prevedeva pochi incontri o per pietà – l’aveva mica influenzato vederla sfuggirsi qualche lacrimuccia dopo il racconto troppo commovente di uno studente? Ah no? Dai, almeno aveva aspettato l’uscita del ragazzo per aprire i rubinetti –. «Sì, stai tranquilla!» Mmmmh. Narah aveva degli evidenti problemi, si era sentita in preda ai sensi di colpa, una nullafACENTE SCANSAFATICHE RIPROVEVOLE. Sarebbe comunque stata un’idiota ad andare contro la gentilezza dello psicomago, quindi aveva represso quelle sensazioni insensate e annuito, ancora titubante. Ne avrebbe approfittato per mettersi d’accordo con sua sorella, sperando lei non avesse troppi impegni??
    Le sue settimane erano scandite da un ritmo stabile, e Narah ci si era abituata con tale calma che aveva sorpreso se stessa: all’inizio, come per tutte le cose, alla prospettiva di iniziare un lavoro del tutto nuovo, abitare “da sola” a New Hovel e tutto il resto, aveva creduto che sarebbe stato più…. traumatico?? Sconvolgente??? Stava giusto tentando di spiegarlo a Jess, mentre questa la osservava confusa con quello sguardo affettuoso che tanto la confortava. Come aveva fatto a sopravvivere senza di lei per tutti quegli anni?? «Tutto sommato sto bene.» Si strinse nelle spalle, la tazza di tè caldo tra le mani. Nah amava il tè di Madama Piediburro, era il migliore. «BENE, è questo l’importante!!!» Sorrise, e si allungò oltre il tavolo per rubarle giocosamente il biscotto al burro di mano. «!!! Ehi, RIDAMMELO!!!» La sua faccia indignata ne valeva la pena. Avrebbe dovuto fare la dispettosa più spesso, era divertente!!! «CI PENSO.» Scosse la testa e le schioccò un bacio sulla guancia, infine restituendole il suo amato biscottino. Osservò la sua soddisfazione nel mordere il biscottino, ridendosela. Che scema, sul serio. PROPRIO SUA SORELLA!!1! «Quando vieni a vedere Citra???» «AAAH NON VEDO L’ORA DI COCCOLARLA.» «Siete due terremoti, andreste d’amore e d’accordo.» Ne era fermamente convinta. «- in ke senso.»
    NIENTE, assieme alle eleganti tazzine vuote, per Jess era giunta l’ora di abbandonarla. Avevano pagato il conto ognuna per sé, dopo la solita diatriba tra le due del tipo “Dai fammi pagare anche per te!”, “No io!!!”, “nO IO!!!1!1” che non si sapeva come, ma non si stancavano mai di fare. A Nah era rimasto il sorriso sulle labbra, anche quando la schiena della ragazza non fu più visibile: Jessalyn riusciva sempre, SEMPRE a essere un raggio di sole, la ammirava da morire!!! Avrebbe dovuto prendere spunto da lei, in effetti… mise via il portafogli nella borsa a tracolla mentre costeggiava i tavolini per arrivare all’uscita senza calpestare scarpe, borse, bambini e cagnolini.
    Stavolta, e proprio la volta che non aveva la testa tra le nuvole e stava attenta!!!!, fu la tazzina a calpestare il suo piede(?). Il suo corpo era stato più veloce della coscienza a realizzare l’impatto di un oggetto caldo e non identificato sulla sua sneaker, e si fermò con un sussulto. «Cos...?» - A MI E’ CADUTO SUL PIEDE????? Lo spavento si placò solo constatando che una tazzina intatta a mo’ di beffa stava rotolando lentamente ai suoi piedi, una macchia di liquido ad allargarsi al pari di una pozza di sangue sulle scene del crimine(?). La vera domanda era: perché le avevano lanciato una tazza sul piede. Piovevano tazzine? Era un modo elegante per segnalare ai clienti che l’orario di chiusura era vicino? (cosa? cosa) Controllò persino l’orario, vittima del suo stesso dubbio. Ma no, era presto…? CHE SUCCEDEH. Si chinò per afferrare la tazza per poi controllare se fosse rotta, e una voce vagamente familiare e contrita la raggiunse; uh, quel ragazzo si stava scusando con lei? La telepate sollevò lo sguardo, guardandosi per un attimo attorno per comprendere chi le stesse parlando, e scoprì essere un altro telepate. Spalancò gli occhi, abbinando al volo un nome a quel volto, le labbra a piegarsi in un sorriso morbido e sincero nella sua contentezza. «Posh!!» Narah era sempre felice di rivedere i suoi vecchi compagni, non si era proprio aspettata quell’incontro! «Non so che problemi abbia, non è roba mia» ??? Ma perché si era scusato poi?? Fu allora che la Bloodworth si accorse della presenza della roba (.). AAAAW, un bambino!! «Oh!» Fissò la tazzina, poi Posh, poi il bambino e di nuovo la tazzina: ah ochei, spiegato il dilemma. Il volto dello special pareva fisicamente (sconvolto) provato, mentre le parlava scatenandole un moto di ilarità. Si passò l’indice sotto il naso per nascondere la tensione nel contenersi. Oh no. Non doveva ridere, non sarebbe stato affatto carino!!!
    Spoiler: fallì miseramente. «Non c’è problema, non è successo niente! La tazza non si è neppure rotta,» gli comunicò, posando l’arma del delitto sul tavolino. Si distrasse per cercare in silenzio la figura di un cameriere, e intercettandolo con lo sguardo indicò a terra, contrita. Immaginava che un mago avrebbe pulito con un colpo di bacchetta ma eh, visto che erano lei e Posh di magia ne avevano ben poca. Si girò nuovamente verso l’ex compagno, un accenno di timidezza a fare capolino. «Avresti mica… un fazzoletto, o qualcosa di simile??» Venne infine il tanto temuto momento: incrociare gli occhioni fin troppo svegli del bambino. 3, 2, 1… «Ciaaao Vocina acuta mode on. Si azzardò a sfiorare la testolina del piccoletto, un’estrema tenerezza a scaldarle il petto. Narah aveva un debole per i cuccioli da sempre, che fossero di uomo o altre specie!!1! (= le piacevano i bambini) «Per essere una roba sei piuttosto carino,» ridacchiò ancora, rivolgendosi poi a Posh. «Come si chiama?» E, ultimo ma non per importanza: «Morde? Come stai?» Chissà se poteva sedersi??? Tanto era la sua giornata libera, da brava scansafatiche non aveva nulla da fare!



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    Ci voleva davvero tanto coraggio, ad affidare un bambino ad un garrison gates.
    Ci voleva altrettanto coraggio, ad accettare di far da babysitter ad un bangkok hilton.
    Nonostante ciò, il ragazzo si era illuso che nel corso di quella mattinata tra lui ed il bambino si fosse creato un legame, un patto silenzioso sigillato per riuscir ad arrivare vivi a fine giornata e non deludere la persona a cui entrambi volevano bene (e che allo stesso tempo li terrorizzava) eppure no, evidentemente bang aveva capito di esser il privilegiato tra i due e di poter continuare a far ciò che voleva guadagnandoci i biscotti, e non ottenendoli in cambio di un comportamento da bambino normale, perchè tanto tra i due, era ovvio che penn se la sarebbe presa solo con posh «ti odio» sussurrò appena, non facendosi sentire neppure dal bambino - era in quella fastidiosa fase in cui ripeteva tutto ciò che sentiva, e insegnargli quella frase non era il massimo, se poi fosse andato a ripeterla a pappagallo dalla mamma. E poi in realtà non lo odiava sul serio, solo che.. era difficile gestirlo?? soprattutto quando si metteva a lanciare roba in giro, ecco, e gli toglieva da sotto in naso la sua adorata tazza di tè al mango prima ancora di dargli la possibilità di farne un sorso.
    Ancor di più poi se andava ad attentare alla vita non di clienti random del posto, ma di «..narah??» mio dio, voleva sprofondare: l'istinto di lanciare via bang e scappare era forte, ma trovò il coraggio per rimaner fermo sul posto. E prima la lezione di controllo poteri in cui aveva puntato contro lei ed il suo gruppo una pistola, ed ora il bambino a cui faceva da babysitter che la colpiva con una tazza... non si sarebbe stupito se la bloodworth fosse stata convinta che il ragazzo la odiasse, senza alcun motivo. Ed infatti il ragazzo di motivi non ne aveva, assolutamente!!!!! NON NE AVREBBE AVUTI PER ODIARLA!!!!!!!!! Ma il destino sembrava essercisi messo d'impegno a dare alla ragazza quell'impressione??? Era già pronto a.. che so, uno schiaffo? o esser ignorato?? perlomeno una sfuriata per le scarpe macchiate??? e invece, shocking!, la ragazza rimase ferma sul posto e gli rivolse persino la parola con gentilezza! «Non c’è problema, non è successo niente! La tazza non si è neppure rotta,» oh
    Fitz gli aveva detto che era gentile, e ne aveva avuto prova osservandola ogni tanto parlare con la ragazza ma.. aveva dato per scontato quella gentilezza fosse riservata ai suoi amici? persone a cui teneva?? non era assolutamente abituato ad averla rivolta nei suoi confronti! Magari... magari era solo mossa da compassione nei suoi confronti: il video di posh che arrivava in mongolfiera davanti alla finestra di fitz e le implorava, urlando da un megafono, di tornare insieme dedicandole un pezzo trap scritto da lui era diventato virale nel giro di poche ore e non c'era ragazzo ad hogwarts che non l'avesse visto, così come il successivo rifiuto della bionda. O forse narah sapeva la verità, e cioè che la scena era stata orchestrata in anticipo dai due ragazzi e così fitz aveva ottenuto il break-up in gran stile che aveva sempre sognato??? «Avresti mica… un fazzoletto, o qualcosa di simile??» la voce di narah lo riportò alla realtà, e subito afferrò un paio di tovagliolini dal tavolo e li allungò alla ragazza «ecco!! non sono tanti però.. appena passa il cameriere ne richiedo un po'!!» anche se, ne era certissimo, la cosa più probabile che avrebbe ottenuto da lui sarebbe stato un cordiale invito ad andar via, visti i disastri fatti dal bambino. O forse lo avevano riconosciuto nel momento stesso in cui lo aveva portato dentro, e per quello non avevano ancora fatto storie?? Del resto non era da tutti i giorni avere nel proprio locale un piccolo hilton!! Narah, nel frattempo, aveva rivolto la sua attenzione proprio a Bang, e il bambino sembrava stranamente più... tranquillo?? «Per essere una roba sei piuttosto carino,» finchè non cerca di romperti un dito sì, ma preferì non specificarlo ad alta voce
    «Come si chiama?» il piccolo fu più veloce di lui, urlando un soddisfatto «BANG!!» per poi iniziare ad afferrare i capelli della ragazza e tirarli leggermente, finchè posh non gli spostò le mani e tentò di tenerlo fermo «scusalo!! è... iperattivo??» non avrebbe davvero saputo come altro descriverlo «comunque sì, si chiama bangkok» anche se bang era più azzeccato: descriveva il rumore che si sentiva ogni volta che toccava qualcosa «è il figlio di una mia amica» chissà se conosceva penn?? in ogni caso, per il momento, preferì non specificarlo: era raro parlare con qualcuno della sua amicizia con gli hilton senza ritrovarsi davanti fan impazziti per loro «mi ha chiesto di tenerglielo, per oggi» non sapeva se sarebbe diventata una cosa fissa?? forse quello era il suo giorno di prova e non lo sapeva nemmeno!! «Come stai?» escluso l'aver provato a riallacciare un rapporto con mio padre ed aver ricevuto in cambio una porta in faccia? «benissimo! amo la vita fuori da hogwarts» tranne per il fatto che la odiava, così come odiava il non passare più tutto il giorno con twat e non aver più un tetto sotto il quale vivere. Poteva solo sperare che Nah non decidesse di usare il proprio potere su di lui in quel momento. «tu invece?? come va la vita da diplomata??» sapeva che lavorava ad hogwarts, e un po' la invidiava: doveva essere davvero bello, continuare a vivere lì «ti va di sederti?? ti devo un tè!! o una cioccolata?? o magari un caffè.. non so, QUELLO CHE PREFERISCI!!!» si sentiva in debito nei suoi confronti, visto l'attentato nei confronti delle sue scarpe (#wat) e poi non gli sarebbe dispiaciuta affatto la sua compagnia mentre era lì, soprattutto perchè da quella mattina l'unica cosa con cui aveva avuto a che fare erano stati i RAW RAAAAW *rutto* RAAW (sersha: triggered) di Bang «tanto devo farmi portare un altro tè al mango»


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    Non capitava tutti i giorni di venire coinvolti in una scena del crimine in cui si scopre che la fantomatica tazza suicida in realtà era stata lanciata con violenza da un bambino iperattivo; a Nah non importava neanche che il tè al suo interno si fosse rovesciato quasi per intero sulla sua scarpa – quella si poteva lavare!! Non si sarebbe mai arrabbiata per un piccolo incidente del genere, e oltre allo stupore per un contrattempo inatteso tutto ciò che le suscitò fu un sorriso, non appena si rese conto a chi appartenesse la voce che si era scusata. Come in tutte le cose, le andava di vedere il lato positivo e… be’, stavolta le aveva fatto incontrare un ex compagno e un bambino dal viso letteralmente adorabile!!
    Certo, non era un gran danno ma avrebbe preferito non camminare col piede in una pozzanghera. Cavolo, peccato non ci fosse Beh, lei non l’avrebbe mai delusa con la sua scorta di fazzoletti! Aveva infine ceduto e aveva domandato a Posh se avesse dei fazzoletti, magari quelli del bar? Sempre che non servissero a lui?? Lo osservò afferrare i tovagliolini con cui era agghindato il tavolo e alzò appena le sopracciglia, sorpresa da quella prontezza – l’aveva capito che non era successo niente di grave, vero?? «Grazie, questi vanno benissimo.» Gli rivolse un sorriso grato, un po’ imbarazzata dato che non avevano chissà quale confidenza – ma aveva legato con Fitz, e Nah si fidava dei pareri della sua amica! Le venne in mente in un lampo la scena di Posh in mongolfiera, e comprese perfettamente perché alla medium lui andasse tanto a genio. Sbuffò una leggera risata nasale, tentando di asciugarsi la scarpa nel modo più discreto e dignitoso possibile, buttando poi i fazzoletti nell’apposito cestino presente nelle vicinanze. A volte un bel gratta e netta avrebbe proprio fatto comodo!
    Ma poi passò alle questioni importanti: fare complimenti al bambino. QUELLE GUANCIOTTEEEEE, avrebbe voluto sbaciucchiarlo tutto!!! Gli lasciò una dolce carezza sulla testolina, tentando di capire di che colore avesse gli occhi – era inutile, Nah aveva davvero davvero un debole per i bambini. Li adorava, così piccoli e spontanei, pieni di curiosità! Allo stesso modo in cui Citra l’aveva conquistata con una pigra occhiata, quel «BANG!!» pronunciato forte e chiaro la fece sciogliere, e lasciò che le tirasse una ciocca di capelli scuri quanto le pareva. Quanto era carino?? Chissà se si faceva tenere in braccio?? Non avrebbe osato farlo, ovviamente, però l’istinto c’era eccome. «Iperattivo? Non l’avrei mai detto,» scherzò piano, senza smettere di dare attenzioni a Bangkok, così glielo presentò il ragazzo. AAAAW, quindi quel Bang era stata una risposta!! «Che bel nome!» Avrebbe pensato fosse un nome insolito, ma chi era lei col suo “Narah” per giudicare?? Sfiorò una guancia liscia di Bang col dorso dell’indice, e quando questo lo afferrò nel tentativo di morderlo gli posò la punta dell’indice sul naso, gesto che a quanto pare parve sciokkarlo tanto da mollare la presa. Rise, per un attimo dimenticando il sottile imbarazzo.
    Trovò una bella cosa che Posh avesse colto l’obbligo della richiesta accettato di tenere il figlio di un’amica; annuì un paio di volte, decisamente di buonumore – in effetti avere una giornata libera non era male. Lo ascoltò mentre diceva che amava la vita da diplomato e sorrise. Non tutti erano nostalgici per lei e lo sapeva, di sicuro un sacco di diplomati erano felici di aver chiuso con la scuola! «Mi fa piacere,» rispose, e nell’educazione si celava come al solito una candida sincerità. In linea di massima, più persone stavano bene più lei era felice(??). Spostò il peso da una gamba all’altra, una ciocca ancora prigioniera della manina di Bang. «Io lavoro a Hogwarts come assistente psicomago! E mi trovo bene.» Più di quanto avesse pensato. Si sentiva ancora strana a chiamarsi aDuLtA quando l’altro ieri ancora aveva quindici anni #wat. Col fatto che Gideon girasse per i corridoi con la sua divisa da studente, poi, le sembrava strano il doppio.
    «ti va di sederti?? ti devo un tè!! o una cioccolata?? o magari un caffè.. non so, QUELLO CHE PREFERISCI!!!» Oh. Sul serio?? Cercò di nascondere la sorpresa, mentre staccava gli occhi da Bangkok e li portava su Posh; non è che Nah pensasse fosse un ragazzo rude(??), semplicemente… non si era aspettata un invito a rimanere, ecco. Credeva ancora ce l’avesse con lui dalla lezione, anche se avevano chiarito al prom mesi prima?? Sforzandosi per non apparire troppo impacciata, annuì di nuovo e prese posto sulla sedia di fronte a quella del ragazzo. «Non... non serve che mi offri nulla!!! Non è successo nien-» para<del>Nahia<del>noia mode on: era da maleducati rifiutare, vero? Se Posh avesse pensato che ce l’aveva con lui nonostante avesse negato? Strinse le labbra, alzando appena le mani e arrendendosi con un leggero sorriso. «Io… okay! Proverò anch’io il tuo tè al mango,» mormorò, le guance rosse al pensiero di aver interrotto la giornata del ragazzo. «E magari stavolta teniamo le tazze lontane da Bang.» Che si stava agitando sul posto, forse sporgendosi verso di lei?? Voleva morderla o voleva solo i suoi capelli? Gli avvicinò un dito, pronta a riutilizzare la strategia precedente per salvarsi nel caso di bisogno. «Ti occupi spesso di lui?? Io non ho mai badato a un bambino,» commentò. Certo che i bambini le piacevano, ma occuparsene in assenza dei genitori era una bella responsabilità di cui avrebbe avuto un po’ paura. Già i bimbi sperduti erano piuttosto impegnativi!!!




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    Edited by butterfly‚ - 15/11/2020, 11:16
     
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    «Che bel nome!» e posh, che la bocca chiusa non sapeva tenerla mai «è il nome della città dove l'ha partorito» oh no. Si rese conto un attimo più tardi di averlo detto davvero e non solo pensato nella sua testa, e lasciò cadere a peso morto la testa sul tavolo, dando una bella testata - forse qualcuno gliel'avrebbe dovuto dire, che così facendo non faceva altro che peggiorare le cose piuttosto che migliorarle - che fece scoppiare a ridere il bambino seduto sulle sue gambe. Una risata più unica che rara, che di solito il giovanissimo hilton (...peetzah? chissà se posh lo sa) riservava solo per i momenti in cui spaccava qualcosa. Non aveva paura di sembrar troppo melodrammatico (??) anche perchè, poco tempo prima, si era presentato ad hogwarts in mongolfiera: sapevano tutti quanto il gates amasse far scena. Ma quella non lo era: in quel momento era semplicemente stanco - nessuno l'aveva avvisato del fatto che i bambini togliessero così tanta voglia di vivere?? - e avrebbe volentieri preferito tornar indietro nel tempo solo di qualche minuto per rimangiarsi quella frase. Non conosceva Nah poi così bene ma si fidava di lei, e dall'idea che era riusito a farsi della ragazza sapeva che non era il tipo a cui interessavano i gossip, eppure... posh sapeva anche quanto ogni minima informazione, anche se piccola e insignificante come quella, fosse il genere di notizia sul quale i giornalisti di cronaca rosa riuscivano a fare articoli interi. E penn hilton che partoriva a bangkok? era proprio il classico inutile titolo da copertina, da cui poi partiva tutta la ricerca che avrebbe portato, in un modo o nell'altro, nel salotto di barbarella a pomeriggio cinque la fruttivendola da cui i monaci dove la hilton aveva partorito andavano a comprare la frutta, o qualcosa del genere. vabbè ma ormai aveva parlato: poteva solo sperare che nessuno degli altri clienti del locale lo avesse sentito, o perlomeno che non avessero riconosciuto il bambino che aveva tra le braccia.
    Rassegnato, riemerse dalla sua disperazione (#wat) sollevando la testa dal legno del tavolo e riportando lo sguardo su narah, solo per trovarla alle prese bang intenzionato a morderle un dito: di male in peggio. «scusalo» ancora: tentò di fermarlo allungandogli un altro biscottino al burro, nella speranza di placarlo almeno per qualche minuto «giuro che non sta crescendo in una giungla» anche se, più tempo passava con lui, e più si convinceva del fatto che fosse la reincarnazione di mowgli, con un educazione simile a quella che davano i lupi (...e posh che ne sapeva?? beh, aveva visto il libro della giungla!) Anzi no: mowgli era molto meno bestia di lui.
    Fortunatamente il discorso passò ad altro, e posh sorrise alle parole della ragazza «deve essere proprio bello lavorarci!» e lo pensava sul serio!! se solo fosse stato un po' più bravo (in cosa? qualunque: non aveva mai dato alle lezioni il giusto peso, e per questo non era mai spiccato in nessuna materia)(...tranne che nelle attività aggiuntive, lì si che era bravo!!! Quidditch finchè aveva potuto, poi il drama... tutto ciò che non richiedeva studiare - esclusi i copioni per una parte, quelli si che gli piacevano! - faceva per lui) probabilmente anche lui avrebbe provato a cercare un lavoro lì «e immagino tu veda sempre fitz e jane, no? un giorno di questi mi farebbe piacere passare a different lodge» anche se forse non sarebbe stata una buona idea, tornare nell'ennesima casa dalla quale era stato cacciato contro la sua volontà: non era certo la stessa situazione come quella con il padre, e in questo caso non aveva colpe se non quella di esser cresciuto, eppure.. una parte di lui avrebbe voluto non andarsene mai di lì, quindi sapeva che sarebbe stato triste varcare di nuovo le porte di different lodge con la consapevolezza di esserne ormai un semplice visitatore.
    Comunque un «davvero, mi fa piacere se resti!» nella vita garrison gates non aveva mai dovuto dirlo, forse perchè, esclusi gli amici che si era fatto ad hogwarts, di solito le persone lo avevano frequentato solamente per la ricchezza della sua famiglia e le conoscenze famose che aveva. E pronunciare quella frase si rivelò stranamente... tranquillizzante? «Io… okay! Proverò anch’io il tuo tè al mango,» Sorrise soddisfatto, felice di esser riuscito a convincerla, anche se ben consapevole che forse era stato tutto merito della sua faccia stravolta, che probabilmente aveva fatto pena alla ragazza: era davvero bello parlare finalmente con una persona che sapesse a) dire le doppie e b) affilare tre parole di senso compiuto una dopo l'altra, e non solo "BANG! GNAM! SPACO SPACO TUTO!" «fidati non te ne pentirai, è il mio tè preferito!! è caldo ma sa d'estate» ... che non aveva molto senso come frase, detta ad alta voce, eppure il ragazzo non avrebbe saputo descriverlo diversamente «Ti occupi spesso di lui?? Io non ho mai badato a un bambino,» nemmeno lui, prima di quella mattina, eppure si sentiva già un adulto badger esperto del mestiere, pronto a dispensare saggi consigli «se sono tutti come lui, ti consiglio di salvarti in tempo e non farlo mai» sicuramente narah sarebbe stata più brava di posh (ma era solo una sua impressione, o dal suo arrivo bang si era calmato?? certo, aveva provato a morderla, ma... sembrava meno agitato??) ma non avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico di occuparsi di un terremoto come lui. E sapeva che arturo condivideva la sua opinione, quindi non era posh il problema ma bang!!1! «comunque in realtà questo è il mio primo giorno!» e si vedeva «teoricamente non avrei dovuto dargli troppi biscotti, ma è l'unico modo che ho trovato per tenerlo buono???» e poi i bambini paffutelli erano più carini, gli stava facendo un favore «e non fargli spaccare niente» più o meno «ma è ancora tutto intero, quindi mi reputo soddisfatto»
    photo5810197553365495636
    «....tu per caso hai idee?? su come si calma un bambino, intendo» gli aveva appena detto di non essersi mai occupata di uno ma.. magari da piccola aveva giocato più di lui al tamagotchi?? o a nintendogs??? animali virtuali, bambini veri... la differenza in fin dei conti era minima.


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    «è il nome della città dove l’ha partorito.» E la cara e innocente Narah, ben poco interessata ai pettegolezzi delle riviste di gossip, non avrebbe mai potuto fare un collegamento tra gli Hilton e quel bambino al tavolo con Posh. Non era neanche sicura di sapere chi fossero gli Hilton se non per sentito dire, ed era certo all’oscuro del fatto che i loro nomi si collegassero a città famose. Quindi quella notizia le suonò come una sorta di stranezza, ma una stranezza molto carina! «Ah.» Le labbra a mostrare di nuovo un sorriso, pensò che di sicuro Bang avrebbe potuto vantare un nome unico negli appelli a scuola. Quelle riflessioni lasciarono spazio a una vaga perplessità mentre Posh sbatteva la fronte sul tavolino; cos’era??? Successo??? «… Ti sei appena ricordato qualcosa di importante?» chiese, prima che riuscisse a mordersi la lingua per frenare la curiosità. Narah Bloodworth pensava sempre – anche troppo – e tendeva a voler capire ciò che le sfuggiva, ricercare un motivo, una spiegazione, e a volte – ma solo a volte – la curiosità aveva il sopravvento sulla timidezza. Come in quel caso, in cui forse era stata indiscreta?? Magari a causare quella reazione era solo la vena teatrale del telepate, quella che stava tanto simpatica a Fitz?
    Distolse lo sguardo, riportandolo su Bang per evitare con la propria mossa sekreta appena scoperta che le mordesse il dito. Insomma, era davvero adorabile e già aveva un debole per lui, ma quello sarebbe stato un altro livello di masochismo. «scusalo. giuro che non sta crescendo in una giungla.» Immaginare quel piccoletto volare in mezzo alle liane della giungla la fece ridere. Si vedeva che Posh credeva le… stesse dando fastidio?? Ma per Narah, essere alle prese con un (violento) iperattivo Bang poteva essere solo un’esperienza diversa dal solito. «È okay!!» Guardò lo special con sincerità, prima di stringersi nelle spalle. «Mia madre ogni tanto mi raccontava che anch’io mordevo, da piccola.» Eppure mica era cresciuta in una giungla!! Avrebbe accompagnato quel ricordo con un sorriso, se ne fosse stata in vena; pensare a sua madre, però, non era più una bella cosa da un sacco di anni. Non poteva essere altrimenti, se dopo mesi di sofferenza passati in laboratorio, dopo essere riuscita a tornare a casa, quest’ultima le era stata sottratta da una persona che all’epoca era la più importante. Mantenne un’espressione neutra, preferendo non sbilanciarsi sull’argomento, e non solo perché era Posh: cercava di parlarne il meno possibile, anche se di tanto in tanto c’era qualche ricordo che si collegava a lei.
    Era molto più gradevole parlare del presente, e su questo si concentrò, avvertendo il buonumore che si rinvigoriva. Era un altro gran cambiamento che Narah aveva fatto, quello di non provare più una nostalgia struggente del passato. Apprezzava la vita che conduceva adesso, da special felice di esserlo. «Sì, è bello. Sto imparando molte cose,» aggiunse, e la propria voce suonò stupita alle sue stesse orecchie. La verità era che, tempo prima, si era buttata sul lavoro che più le sembrava affine alle sue caratteristiche, non per questo aspettandosi qualcosa. Affatto. Non si era aspettata di appassionarsi al mestiere di Stiles, anche se le faceva ancora paura per le responsabilità che ne conseguivano; si stava addirittura ritrovando a rimpiangere di non poter diventare psicomaga appunto perché… be’, non era una strega. Altrimenti si sarebbe chiamata psicospecial(???) #ochei. «Stiles è simpatico...» Nonostante la bullizzasse perché non aveva mai giocato a Pokémon – le aveva dato una giornata libera apposta per porre rimedio a questa mancanza!!1! «E sì, le vedo tutti i giorni.» Uno dei suoi vantaggi preferiti di lavorare a Hogwarts!! Le mancavano davvero un sacco, quelle due. «un giorno di questi mi farebbe piacere passare a different lodge.» Lei non amava andarci perché poi sentiva la mancanza anche della stanza che condivideva con le sue amiche, ma «Perché no? Era la nostra casa.»
    Tutto questo mentre cercava di liberare dalla manina di Bang i propri capelli, senza offendere il primo e perdere i secondi. CHE MONELLO!!1!1 Gli premette leggermente il nasino morbido, e il suo cuore si sciolse allo scoppio di risa dell’altro. «AW!!» MA CHE!!! ADORABILE!!! CUCCIOLO DI UOMO!!! (posh in background, reduce di una mattinata sfiancante con il suddetto cucciolo di uomo: mcexcuse me) Gli lasciò una carezza sulla guanciotta, ormai convinta a restare, pur non sapendo bene cosa pensare delle parole dello special: davvero gli avrebbe fatto piacere? Quasi non si conoscevano! Che provasse ancora quel senso di colpa per il lancio della tazzina – nuovo sport – e volesse porvi rimedio? Non ne aveva idea, ma le sembrò comunque gentile, e alla gentilezza Narah non sapeva dire di no. Ascoltò Posh descrivere il suo tè preferito con trasporto, ed era così buffo mentre lo faceva che glielo fece stare ancora più simpatico; le ricordava sul serio Fitz, con le frasi un po’ poetiche e ad effetto, oltre che nei modi di fare. «Ora non vedo l’ora, ho grandi aspettative!!» lo avvertì, sistemandosi sulla sedia e – l’istinto era fortissimo!!! – allungando di nuovo una mano alla mercé di Bang, evitando giusto per un soffio che lanciasse in aria un fazzoletto.
    «se sono tutti come lui, ti consiglio di salvarti in tempo e non farlo mai.» . Era chiaramente messo male. «Per essere il primo giorno non stai andando così male!!!» Un po’ di incoraggiamento non si negava a nessuno, dai! E poi ammirava il suo coraggio di badare da solo al figlio di qualcun altro; lei sarebbe stata troppo in ansia!! (tanto per cambiare) «Ecco, magari andrebbe trovato un sostituto ai biscotti…» O alle tazze da lanciare per divertimento. Decisamente. Sollevò gli occhi scuri su Posh, volendo fare questa prova di intensa fIdUcIa e non controllare ogni singolo movimento di Bang, che la morse. «Ehi!» Fortuna che non aveva i dentini affilati. «Guarda cosa ho scoperto-» E ovviamente si stava rivolgendo al telepate(??). Di nuovo, portò l’indice a schiacciare appena il naso di Bang, e questo si mostrò stupito tanto da lasciare la presa. Chissà perché lo sconvolgeva tanto?? Sorrise al piccoletto (spoiler: mamma Nah si era irrimediabilmente affezionata). «Una tecnica per smettergli di far fare guai!!» Ke bello si sentiva già super esperta in Bangologia. «ma è ancora tutto intero, quindi mi reputo soddisfatto.» Sbuffò una silenziosa risatina dal naso. «Complimenti!»
    Reputò tuttavia giusto concentrarsi sul ragazzo, visto che l’aveva invitata a restare, e come sempre la curiosità – ora che era capace di sostenere una normale conversazione senza accenni di attacchi di panico – non le fece mancare la prima domanda: «Frequenti il piediburro? Non ti ho mai incrociato...» E, ad essere sincera, Posh non le aveva mai dato l’impressione di un ragazzo che frequentava i salotti da tè; errore di cui si pentiva, non era carino dedurre informazioni senza fondamenti sugli altri! «Anzi, non so molto di te??» ammise, di colpo a disagio: Narah non lo aveva mai evitato per cattiveria, anzi, non lo aveva mai fatto, ma allo stesso tempo a different lodge era sempre stata così timida che era già un miracolo avesse fatto amicizia con Fitz e Jane. Solo negli ultimi due anni poteva dire di essere migliorata, e stava pian piano scoprendo di andare d’accordo con- più persone di quanto avesse creduto possibile??? SHOCK VERO!!! D’altra parte, non era tanto sfrontata da dire apertamente “conosciamoci meglio!!1!”, quindi quel pensiero rimase espresso in maniera piuttosto vaga e poco chiara. Dai, per Narah Bloodworth era pure troppo! #wat




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    Da quando l'aveva conosciuto, posh aveva dato per scontato fosse senza speranza: il primo ricordo che aveva del bambino era di lui che incerto avvicinava una mano alla sua culla per.. toccargli una guancia?? okay, forse un po' di colpe erano imputabili al gates perchè non aveva la minima idea di come si trattasse con i neonati, ma vabbè di certo non si era aspettato che il piccolo girasse la testa per azzannarglielo!! E, grazie a dio, di dentini quando l'aveva conosciuto ne aveva solamente due, i piccoli ed aguzzi incisivi inferiori. Ricordava di essersi girato confuso verso penn, una tacita domanda che però non ebbe il coraggio di rivolgerle a voce: ma l'hai concepito con il demonio? No beh (non tryhard), il suo era un dubbio lecito, anche visto tutto l'alone di mistero e segretezza che aveva avvolto la gravidanza, la successiva nascita e poi l'identità del padre del bambino. Dunque non aveva mai creduto ci fosse un margine di miglioramento ampio, per quella piccola bestiolina, o almeno finchè... «Mia madre ogni tanto mi raccontava che anch’io mordevo, da piccola.»
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    Iniziò a spostare lo sguardo confuso da bang a narah, e poi di nuovo dalla ragazza a bang: non lo credeva umanamente possibile, però forse.. «dici che c'è speranza anche per lui?» perchè a vederlo in quel momento non sembrava proprio, ma se una ragazza tanto posata, gentile e tranquilla come la bloodworth aveva attraversato una breve fase di cannibalismo e ne era uscita così, allora forse penn hilton - e pure lui, di conseguenza, a meno che in un futuro molto prossimo non si fosse dato una mossa per trovarsi un altro lavoro, o fatto qualcosa per sfondare definitivamente nella scena trap inglese ed internazionale - non era condannata ad un futuro burrascoso, come invece lui aveva ormai dato per scontato. «ma sono certo che tu non lo facevi con malizia» non la conosceva così bene, nonostante avessero frequentato ben sette anni nella stessa scuola (EDIT: sei, mi scordo sempre che un anno intero se l'è fatto nei lab, ke gioia), eppure da ciò che aveva visto e dall'idea che si era fatto di lei, non riusciva proprio ad immaginarla da bambina come una piccola bang: le mancava quella scintilla un po' tanto psycho - e basta: niente a che vedere con quella degli shipper - negli occhi, che invece, ad esempio, in una philadelphia hilton o un costantine motherfucka era ancora lì presente, anche se meglio camuffata «lui invece si diverte proprio a diffondere chaos» un giovane adepto della famosissima chaosbringer, in sostanza: chissà se un esorcismo ben fatto sarebbe stato sufficiente a liberargli l'anima.
    Ascoltò con interesse le parole della ragazza sul suo nuovo lavoro, sinceramente felice di sapere che avesse trovato la sua.. strada?? mica era facile capire così in fretta cosa voler fare davvero nella vita!! lui, ad esempio, non ne aveva la minima idea, ma solo tante idee e, vista la sua condizione precaria da special, non se la sentiva nemmeno di fuggire dall'altra parte dell'oceano per frequentare il college, come invece eddie gli aveva consigliato di fare. Che poi, anche se fosse stato ancora un mago... con quali soldi, se non aveva neppure un vero tetto sopra la testa. E poi insomma dai, narah lavorava con «AW STILES!» sicuro avevano un sacco di momenti divertenti!!! Pensandoci, si sentiva anche un po' scemo a non esser mai andato a farsi psicanalizzare dallo stilinski, una chiacchierata con lui forse gli avrebbe fatto bene: magari poteva provare comunque, chissà se valeva il bonus "studente-appena-diplomato-con-famiglia-complicata-e-zero-prospettive-future"
    E poi rimase sinceramente colpito - e un po' ferito nell'orgoglio? anche - quando vide che narah?? riusciva?? ad accarezzare bang??? in faccia??? SENZA FARLO SCATTARE???? un «resta per sempre» sussurrato appena, mentre nella sua testa si chiedeva se in realtà la bloodworth stesse usando sul bambino i suoi poteri: lui non ci aveva ancora provato per non rischiare di lasciargli qualche danno celebrale perenne - eh beh, non l'aveva mai usato su uno così piccolo, aveva paura!! - ma se lei sapeva come fare aveva il via libera, nonchè il suo pieno appoggio. E si illuminò al complimento che lei gli rivolse, perchè a) era un posh gates e i complimenti lo rendevano sempre felice e b) avere una conferma esterna di non star facendo un totale disastro era incoraggiante!! e gli infondeva un minimo di speranza, abbastanza da rimandare a più avanti il momento in cui avrebbe mollato per esasperazione hihihi già a pensare a licenziarsi il primo giorno?? certo che sì, con chi credete di avere a che fare. «ma non saprei proprio cosa, i biscotti mi sembrano gli unici che funzionano???» non ci aveva ancora provato, ma aveva la forte sensazione che, se si fosse azzardato a dargli qualcosa di salutare tipo, che so, una carota, probabilmente il bambino gliel'avrebbe rilanciata contro tipo boomerang. E voleva evitare di beccarsi altri morsi.. come quello che si era appena presa nah, again «ah, ma allora non lo stai controllando telepaticamente!» il dubbio era lecito, e mica giudicava!!! poi strabuzzò gli occhi nel vedere la scoperta della ragazza «è una tecnica pazzeska!!!!!» tipo per fermarlo quando, mentre lo teneva in braccio, il bambino gli afferrava i riccioli e glieli tirava: posh non poteva permettersi che la sua chioma venisse rovinata, non li aveva i soldi per comprarsi il trattamento di ricostruzione. «GRAZIE LA USERÒ SEMPRE» che poi magari fatta da lui non avrebbe funzionato altrettanto bene, ma avere una speranza era già tantissimo!!! Cioè bastava davvero solo schiacciargli il naso per fargli lasciare la presa??? assurdo. «Frequenti il piediburro? Non ti ho mai incrociato...» comprendeva lo stupore (??) nel tono della ragazza, perchè insomma, a livello di aes (#wat) madama piediburro non era certo un locale simile a lui. A livello di vibes, il gates era molto più sintonizzato con quelli del BDE. Però, nonostante ciò, il ragazzo aveva un debole per i tè, di ogni gusto e tipologia e dunque, ogni volta che ne aveva l'occasione, si ritagliava del tempo per andarci «sono davvero un grandissimo fan del tè» ma forse questo narah l'aveva capito dal trasporto con il quale le aveva presentato quello a limone e mango??? «e qui hanno i gusti migliori!! e poi mi piacciono le tazze che usano» così eleganti, gli ricordavano casa «...ed ho capito che non ci tornerò più con bang, non voglio rischiare di venir bannato a vita!!!» un conto era venir esiliati da casa propria, ma tutta un'altra storia sarebbe stata venir cacciato anche da lì: UNA VERA TRAGEDIA!!
    «e.. mmh, in realtà non credo ci sia molto altro da sapere??» sapeva che era un telepata, che faceva il babysitter, che gli piaceva il tè, che fosse un po' extra doveva averlo già capito dalla sua relazione con fitz quindi.. erano già un sacco di cose!! «mi piacciono i gioielli d'oro» cosa? cosa. eh, anche quella era un informazione fondamentale!!!! Aggiunto questo ultimo tassello, praticamente la bloodworth aveva un quadro semi completo del ragazzo. Mancava giusto l'esser figlio di uno degli uomini più ricchi al mondo ed allo stesso tempo non avere uno zellino in tasca, ma preferiva non parlarne hihihi quindi optò per spostare l'argomento da sè alla ragazza «anche tu ci vieni spesso?? non lo sapevo,!» non l'aveva mai vista?? o forse sì ma era troppo fatto per accorgersene. dettaglio sekreto: a posh il tè piaceva un sacco già di base, ma berlo in botta ancora di più!!1! «ma sono sicuro che quello di oggi è stato il primo attentato ai tuoi piedi da parte di un bambino» perchè dai, era certo che di solito, in un locale così carino, i genitori portavano solo bambini ben educati #wat o perlomeno, a lui non era mai capitato di esser attaccato da tazzine volanti.


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    Narah non poteva sapere se da piccola avesse il vizio di mordere – oggetti e persone – con malizia o per semplice curiosità, ma in effetti propendeva molto di più per la seconda opzione. Non lo disse al ragazzo, però, limitandosi a un sorrisetto divertito che si estese ancora di più sentendolo parlare in quei termini di Bang. Ridacchiò. «In effetti sembra si sia divertito un sacco a lanciarmi la tazzina!!» Un’esperienza che l’aveva lasciata alquanto confusa, inizialmente non riuscendo a capire proprio da dove fosse arrivata o se fosse caduta dal cielo random. Il bambino in questione pareva agitato, ma se c’era una cosa non intuibile della special, era che – sembrava paradossale – andava piuttosto d’accordo coi chaosbringer, forse perché la facevano sempre ridere ed erano diversi da lei in un modo quasi sempre positivo. Secondo la sua visione, Fitz e Jane erano decisamente delle portatrici di caos!!! Magari con modalità meno pericolose di quelle del piccolo Bang, ma si meritavano quel titolo.
    Rimase piacevolmente colpita dal fatto che Posh la stava ascoltando con quello che era sincero interesse: era una cosa carina, considerando che non avevano mai parlato granché! Questo la fece sentire un po’ più a suo agio, e sorrise di rimando quando il telepate commentò con simpatia Stiles – che non era affatto il capo serio che si era aspettata, e dato che era nata awkward era una cosa davvero bellissima e provvidenziale. Le persone troppo severe le facevano venire l’ansia, era sensibbbile. E magari quel bambino era un combinaguai, ma era uno dei combinaguai più adorabili che avesse mai conosciuto nella sua vita!!! Lo osservò ridere con il cuore sciolto come un cono gelato al sole di agosto(??), non accorgendosi delle parole sussurrate da Posh – e per fortuna, altrimenti con tutte le probabilità sarebbe morta dall’imbarazzo!
    Il che sarebbe stato un peccato, dato che a dire il vero stava gradendo quella conversazione e le piaceva sempre conoscere nuova gente con cui stringere anche amicizia!! In fondo, ricordiamolo, Posh era amiketto di Fitz, che quando prendeva qualcuno in antipatia diventava una piccola canaglia (con amore), perciò per forza doveva essere un tipo a posto! Si ritrovò a riflettere seriamente sulla domanda del ragazzo. «Mmmh, magari dei biscottini dietetici gli piacciono??» Anche se sicuramente per i bambini così piccoli era un bel cambiamento passare da biscotti pieni di zucchero a… che ne sapeva, crusca? Rise di nuovo. «Okay, forse non è proprio l’ideale. Puoi provare a dargli uno dei suoi giochi preferiti quando fa il bravo e toglierlo se fa troppi capricci?» Si sfiorò il mento con le dita stile Sherlock #wat: forse era un po’ crudele ma non eccessivamente, poteva essere la soluzione giusta!
    Telepatia?? Per un attimo Nah rimase confusa, prima di capire a cosa l’altro si stesse riferendo. «Oh! No no, io… non lo farei mai, è così piccolo che avrei paura di fargli del male,» confessò. Sapeva controllare bene il proprio potere, dopo anni e anni di allenamento, tuttavia non aveva mai provato la telepatia su un bambino e non credeva l’avrebbe mai fatto. Solo al pensiero di fare dei danni si sentiva terribilmente in colpa!! Sollevò le spalle con un sorriso leggero. «In generale non invado le menti degli altri se non ce n’è bisogno.» Una scelta che forse Posh avrebbe trovato sciocco, ma lei era fermamente convinta di questo, era una sorta di principio etico da telepata!!! «Sono felice di averti dato una mano,» commentò, lo sguardo a illuminarsi appena alla prospettiva di avergli fornito un modo di rendere il babysitting meno… cruento sia per lui che per Bang.
    Spostando la discussione su argomenti più leggeri come l’abitudine di frequentare il piediburro, Narah era perfettamente d’accordo con la preferenza di Posh per il tè, ANZI!! Si sporse appena sulla sedia, perché quello era un punto di vitale importanza per un’assidua consumatrice di tisane come lei: «Anch’io adoro il tè, da sempre! Ma da un paio di anni bevo solo tisane, sai, la teina.» (???) Che dire, prendeva una tisana ogni sera e ci teneva a dormire senza sostanze eccitanti in corpo. «ed ho capito che non ci tornerò più con bang, non voglio rischiare di venir bannato a vita!!!» Non lo disse, ma pensò che era una scelta davvero saggia. Coccolò la testolina di Bang, che per quanto adorabile era pur sempre un frantumatore seriale di tazze. «Meglio un posto senza vetro o ceramica,» scherzò (ma neanche tanto ekko), osservando lo special e ascoltandolo. Era sicura che invece ci fosse altro da sapere su di lui, tutte le persone erano da scoprire!! «Uh!» Ma ovviamente non insistette, e si limitò a quelle informazioni aggiuntive: gli piacevano i gioielli d’oro, un dettaglio che le suscitò simpatia – soprattutto perché tra tutte le cose che Posh avrebbe potuto dirle, aveva scelto proprio quella. Doveva essere super importante allora!
    Narah Bloodworth, crescendo, aveva imparato a mascherare un po’ la propria goffaggine nelle conversazioni, ma questa tendeva ad emergere con prepotenza quando ci si spostava su di lei. Mamma mia, che ansietta; non amava stare al centro dell’attenzione o raccontare di sé, più che altro perché era convinta di essere una persona piuttosto ordinaria e persino noiosetta. Si schiarì la voce, arrotolandosi una ciocca di capelli lungo il dito – e Bang se ne accorse e decise di seguire l’esempio con un suo altro ricciolo scuro, giusto per essere solidali. Lo lasciò fare, intenerita, tornando a posare gli occhi scuri e gentili sull’altro. «Vengo qui ogni volta che posso, e alcune volte a settimana per colazione! Adoro il tè e pure i dolci,» gli rivelò, un sorriso maggiormente stiracchiato come se fosse in imbarazzo – non che si sentisse in colpa a mangiare dolci!! Ma molti le dicevano che era “troppo magra” e magari convinti che mangiassero poco e niente, invece era solo costituzione, ma questo le faceva ricevere qualche domanda del tipo “quanto mangi??”. Certo, solo da parte dei mAlEdUcAtI.
    La frase successiva del Gates la fece annuire con rinnovato divertimento. «Prima e ultima volta, ne sono sicurissima!!» Fece una pausa, liberando i capelli dalle manine malefike di Bang che stavano iniziando a tirare troppo. CHE TENERO!!! (ma come.) «Però mi ha fatto piacere incontrarvi! Non… sono granché tagliata per la socializzazione, forse l’hai notato ahah Ahah, già. Risatina nervosa mentre si riavviava i capelli dietro le spalle. «Ma mi fa piacere stringere nuovi legami.» Eeee arrivò il cameriere coi loro tè al mango a interrompere il momento. Incuriosita, si affrettò a spostare il piattino dalla traiettoria del bambino – lo adorava già ma non voleva asciugarsi di nuovo le scarpe – e aggiunse un paio di zollette di zucchero prima di mescolare il liquido con l’elegante cucchiaino del locale. «Il profumo sembra buonissimo!!» Lanciò un’occhiata all’altro, attendendo per abitudine ed educazione che anche l’altro iniziasse a bere.




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