[Prom '20] Seven Minutes in Heaven

Lasciate ogni speranza o voi che entrate

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    295
    Spolliciometro
    +702

    Status
    Offline
    jane darko
    I won't ever be fake, that ain't up for debate
    Jane non aveva la scusa di Mckenzie, ma avendo entrambi la stessa player non poteva dire di essere meno confusa. Le bastava battere le palpebre, e – idealmente! - perdersi un solo istante di vita, che baaam, accadevano cose. Gideon Mcpherson che le dava della Jane&Tarzan (che era stato...notevole; Jane non l’aveva neanche preso in considerazione, che occasione sprecata) e poi appallottolava la dedica a Narah lanciandola nell’acqua (bro? U good? Duh, ripigliati); Narah che spariva; qualcuno le aveva mandato una lettera anonima molto lusinghiera, grazie bro tvb kisses; Posh che le dava della escort, come se prostituire il proprio corpo fosse redditizio quanto prostituire quello degli altri – uno dei due conosceva il business, ed evidentemente non era il Gates; Fitz che faceva la molesta domandando in giro questioni del tutto personali che non la riguardavano; Dani che si metteva ulteriormente in imbarazzo ricordando, ancora!, a Twat che gli doveva un ballo.
    Come voleva un po’ bene a quasi tutti.
    «darwin si sta rivoltando nella tomba» commentò, ai compagni ed a nessuno, masticando una delle mele dal cestino (quella che ancora non aveva lanciato sulla capa degli oltraggiosi casi umani – ecco perché ne erano rimaste poche) ed alzando gli occhi al soffitto della sala. Soffitto che, in un punto non meglio precisato delle sue elucubrazioni sulla fragilità della vita, era cambiato, riempiendosi di lanterne e draghi – all’incirca quello che immaginava fosse il contenuto della calotta cranica dello studentato.
    E poi: «chao, ti sento» corrugò le sopracciglia, le spalle a drizzarsi in un sospiro frustrato. Chi era stato l’infame che aveva messo il suo nome nell’urna? Sentiva chiaramente il richiamo dei soldatini, e – altrettanto chiaramente – ne aveva già per le balle. Certo, doveva ammettere di essere intrigata dallo scoprire quale esemplare di essere umano avrebbe avuto il piacere d’incontrare per sette (7) minuti della sua vita, ma...meh, e non tryhard (forse), non così tanto. «arrriiiivoooo» ingoiò la mela e soffiò l’aria fra i denti, alzando una mano in segno di saluto verso i presenti.
    Prima di voltare loro le spalle e allontanarsi verso il suo Destino, li guardò uno ad uno, studiandoli a palpebre assottigliate: «sono uno stupido agnello» bisbigliò, guardando un punto oltre loro, ed allontanandosi con un sempre di classe moonwalk.

    «e quindi» cosa. E quindi cosa, che non stavano parlando. Inarcò un sopracciglio verso Heather Morrison, il complemorte a renderla tanto bella quanto simona (nda: simoma aka fALSAAAAAAAAAAAAAAAAH). «vi siete dati da fare, con il comitato» inclinò il capo sulla spalla osservandola di sottecchi, un debole sorriso a curvare gli angoli della bocca. «non mi piacciono i convenevoli» tagliò corto, perché fra tutta la gente del comitato con cui poteva fare la HeatherMorrisonTM, Jane non era quella giusta. «persino i sette minuti in paradiso...giusto?» ma cosa doveva rispondere a una domanda del genere. «eh già» impassibile, allungò il passo per esplorare il Luogo, la lingua a umettare le labbra. «chissà chi è stato il primo ad inventare questo gioco. E soprattutto, il perchè» piroettò veloce sul posto portando l’occhio all’obiettivo, scattando a tradimento una foto alla Morrison per rubarle un istante in cui non avesse avuto tempo di reindossare la maschera, decidendo cosa mostrare. «una relazione segreta? un amore non corrisposto?» diede nuovamente le spalle a Heather, fotografando il circondario. «timidezza? Solitudine?» si fermò sul ponticello, il dito a tamburellare sulla macchinetta. «sette minuti per permettersi di essere quello che si vuole essere, e fare quel che si vuole fare senza rimorso, e senza che usciti da qui se ne parli – sono queste le regole, giusto?» domandò a Wonder Woman con le ali in abito da cocktail. «se giochi te, gioco anche io» fece spallucce, dondolando pigra la fotocamera. «altrimenti non c’è gusto» solo a quel punto, seppur non nella maniera più affidabile e raccomandabile, le sorrise.
    vega, 17 y.o.
    electrokinesis
    fuck stereotypes
    heterosexuality
    adam & eve
    gif by effstonem
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  2.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    203
    Spolliciometro
    +556

    Status
    Offline
    heather morrison
    hating popular things doesn't make you interesting
    «non mi piacciono i convenevoli»
    Ecco, lo sapeva che non era il suo tipo. La Morrison era diretta, quando voleva esserlo, ma a differenza della special le piacevano le chiacchiere formali e fatte per mera buona educazione, le piaceva che la gente fingesse interesse per quello che stava dicendo anche quando stavano parlando del nulla. Non era fatta per parlare di temi importanti o personali con sconosciuti, per dire la propria quando non era certa l'altra persona avrebbe approvato: erano vantaggi che si sbloccavano dopo un certo livello di amicizia (ovviamente c'erano eccezioni: se ne andava di un buon voto o della propria vita, altrimenti la reputazione era sempre al primo posto).
    Posò la mano destra nell'incavo del braccio sinistro, portando le dita di questo al viso, le unghie a tamburellare sulla guancia, studiando l'altra ancora con un sorriso leggero. «peccato» ammise; sarebbe stata pronta a parlare di come era carina l'ambientazione asiatica per rompere il ghiaccio. La seguì con lo sguardo, cercando di capire cosa si aspettasse la ragazza da quei sette minuti. Voleva buttarsi sul cibo - non parendo troppo interessata a buttarsi su di lei? Doveva fare Heather la prima mossa? O Jane non pensava minimamente di andare in Paradiso come generalmente veniva inteso dal gioco?
    «chissà chi è stato il primo ad inventare questo gioco. E soprattutto, il perchè»click. sollevò leggermente le sopracciglia, unimpressed, alla foto. Sperava di essere venuta bene, anche se non era certa di aver avuto sulle labbra il sorriso leggero di pochi secondi prima e che di nuovo aveva.
    «una relazione segreta? un amore non corrisposto? timidezza? Solitudine?» «noia» non era la principale motivazione per cui l'umanità inventava giochi? Pensò alle altre opzioni proposte: come suonava dolce dire amore non corrisposto, quando in verità chiudere in uno sgabuzzino la tua cotta non corrisposta era invero da maniaci. Si strinse nelle spalle, e prese anche lei a fare un giro, seguendo Jane, annusando l'aria. Un anno e mezzo prima con l'amortentia aveva confessato un cocente amore per Charles, chissà se mangiando qualcosa di quel pic nic si sarebbe infatuata di Jane? L'idea non gli spiaceva; non era brutto, avere quel genere di fame e godersela. «sette minuti per permettersi di essere quello che si vuole essere, e fare quel che si vuole fare senza rimorso, e senza che usciti da qui se ne parli – sono queste le regole, giusto? se giochi te, gioco anche io» dal pic nic, alzò lo sguardo sulla Darko. «altrimenti non c’è gusto»
    Cosa stava cercando di farle fare, esattamente? Di tirare fuori sporchi segreti per scriverli accanto alla sua foto nel suo album da serial killer? «io sono chi voglio essere» forse alla gente comune non raccontava certe parti di sè, o tutto quello che le piaceva, ma perchè non voleva, non perchè pensasse di non poterlo fare. avanzò verso Jane, mettendosi al suo fianco e sfiorandola col braccio. «ho segreti» ammise abbassando il tono di voce e incurvando le labbra con fare malizioso; pensava a quello che aveva scoperto l'anno prima - prima di morire -, a Bunny, al periodo trascorso con Abbadon, a come ancora avesse paura che un giorno potesse riprendersi quello che le aveva dato. «ma chi non ne ha? Non mi fermano dall'essere la ragazza che vorrei essere» ... giusto? Ugh, cinque minuti erano troppo pochi per una seduta di psicoterapia. Voltò il viso per guardare la Darko, e abbastanza vicino da poterle scoccare un bacio. Non lo fece; aveva pur sempre un codice morale. «tu fuori di qui ti senti limitata?»
    (not so) mean girl
    14.11.2001
    valkyrie w/ reggie
    popular girl
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  3.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    134
    Spolliciometro
    +329

    Status
    Offline

    Il tempo si ferma e delle meravigliose geishe vi scortano verso l'uscita ora libera dalla statue che vi lasciano passare.
    Grazie per essere passati. Alla prossima 💜

     
    .
  4.     +5    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    134
    Spolliciometro
    +329

    Status
    Offline
    7 minuti in paradiso
    Ho un idea di paradiso fatta di tutte quelle cose per cui andrei all’inferno.
    Dimenticate l'aria primaverile e l'atmosfera greco-romana o quella autunnale e frizzante del continente asiatico; il paesaggio che si mostra ai vostri occhi una volta varcata la soglia del bosco è natura selvaggia pura e incontaminata. O, almeno, così sembra ad un primo impatto: entrando e lasciandovi alle spalle la sala grande avrete come la sensazione di esservi Smaterializzati nel cuore più profondo della foresta amazzonica con alberi così alti da toccare quasi il cielo, vegetazione fittissima e tanto, tantissimo verde che si propone tutto intorno a voi.
    Vi basterà seguire il sentiero tortuoso - occhio alle radici, qui non c'è traccia di passaggio dell'uomo, vi basta davvero poco per mettere il piede in fallo e ruzzolare giù - e dopo pochi passi il paesaggio cambia di nuovo: nascosta dal verde, una vecchia costruzione che sembra esser nata insieme alla foresta stessa, si erge in tutto il suo decrepito splendore. Si tratta di niente di più di una piccola torretta in pietra con base circolare, su più livelli comunicanti tramite una serie di scale anch'esse in pietra. Qualche colonna e qualche arco qua e la rendono la costruzione ancora più particolare, tanto da farvi quasi chiedere: come hanno fatto? Esisterà davvero una struttura simile? O è solo magia?
    Beh, chi lo sa...
    Tutto intorno ad essa, comunque, c'è del verde: liane, alberi, cespugli, rampicanti. In qualche modo, pur risultando chiaramente creata dall'uomo, è così ben inserita nell'ambiente circostante da sembrare quasi parte del paesaggio.
    Oltre la costruzione, anche la porta che vi ha condotto fin qui è chiaramente opera dell'uomo: un arco di pietra con su incise tre figure che, una volta fatto il vostro ingresso, provvederanno a richiudere l'accesso per i sette minuti della vostra permanenza.
    Alla sinistra della torre, un piccolo sentiero ugualmente selvaggio e tortuoso, come quello che dall'ingresso vi ha portato alla radura, vi condurrà verso un'altra meraviglia: una piscina naturale dal colore così mozzafiato da risultare quasi magico. E forse lo è? Chissà. Magari ad esser magica è la stessa acqua... ai più audaci la scelta se scoprirlo o meno. In lontananza, sull'altra sponda del piccolo laghetto, una grotta in parte nascosta da rampicanti ed edera.
    Sulla costa, in prossimità della torre, i soliti lenzuoli per picnic con i cestini ancora (sempre) pieni e le bevande più disparate - ma non alcolice, qui Euge non può entrare.
    Anche in questo caso, comunque, all'interno della foresta il silenzio regna sovrano: non ci sono cinguettii di uccelli, né il batter d'ali degli insetti tipici di questi posti; non si sente lo strisciare di serpi tra le foglie o altri versi animali. Sembra che gli unici esseri viventi in questo angolo di paradiso siate voi; enjoy your stay.
    (Una bella notizia? Non c'è l'umidità tipica della foresta amazzonica. Splendido, no?)
    hR5iu8Y
    gif by credits
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  5.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    261
    Spolliciometro
    +508

    Status
    Offline
    tvättbjörn cömmstaj
    gravity's never a friend
    «Io sono una de Gli altri. Anche tu come me e Twat non vedi niente? O forse sono le spille.» Il sedicenne si voltò verso Fitz, sia confuso dal trovarsela alle spalle – giacché non l’aveva assolutamente vista arrivare (anche perché… era ormai praticamente cieco) – che illuminato dalla rivelazione divina della ragazza. Ma certo, come aveva potuto sfuggirgli quel dettaglio? «Fordi jeg drakk» Categoricamente in norvegese perché, per l’appunto, aveva bevuto: non ritenette nemmeno opportuno tradurre ai due ragazzi, mentre l’ambientazione attorno a loro cambiava di nuovo (così come di nuovo al Cömmstaj venne voglia di rimettere tutto ciò che aveva ingurgitato, ma si trattenne per pudore ed amor proprio; un dono e una condanna, avere un sistema circolatorio così accelerato da rendere dieci volte più efficaci gli effetti di alcol e droghe), lasciando loro la libera interpretazione delle proprie parole. Aveva altro cui pensare, lui.
    Tipo decifrare la lettera a lui destinata che era piovuta dal cielo. Si girò verso dove credeva fosse Daniel, alzando il foglio – al contrario. «L’hai scritta tu?» Non sarebbe stata la prima volta che gli scriveva una lettera strana, ma perché anonima? Soprattutto, cosa significava?
    Strinse le labbra tra loro, avvicinandosi con gli altri (credo?) verso la postazione dalla quale era stato rapito poc’anzi. «Pastina la rinnego volentieri,» piegò le labbra verso il basso, senza incrociare lo sguardo della medium o del dj: c’era sempre la vaga probabilità che lo spirito di Björn si fosse impossessato della capra – sempre considerando che fosse morto; voleva bene al gemello, ma lo conosceva anche abbastanza bene da sapere che le sue abilità di sopravvivenza rasentassero lo zero assoluto –, considerando la sua smisurata passione per la rottura di baller altrui sempre più mirata alla sua persona ed a quella di Willow, ma se ne sarebbe volentieri liberato in favore di una bella braciola. Oh, almeno l’anima del fu corvonero avrebbe riposato in pace. «ma non capisco la parte del rifiutare te» constatò, puntando un indice contro (forse: era ancora troppo buio per essere certi delle cose) il guaritore che dovevano aver ormai raggiunto. In linea teorica. Chissà cos’era lo spazio-tempo, a quel punto, visti e considerati anche tutti i cambi del comitato. Era una rivisitazione di Shakespeare, okay, e ne era anche parzialmente lusingato ed ammirato – assurdo che la gioventù conoscesse il drammaturgo britannico –, ma «Ormai ti ho detto di sì, no?» Cioè dai, il tempo per rifiutare il suo invito ormai era passato – non aveva senso.
    Una cosa giusta era l’invito al prossimo bicchiere di punch («Brandy… a che bicchiere sei tu?»: se fosse una gara? , lo era e stava sicuramente vincendo), dopo il quale avrebbe pagato il suo pegno con lo Shin per poi proporre a Brandy la fuga tattica – anche semplicemente su un divano (ce n’erano, di divani?) –, ma qualcosa frenò i suoi piani.
    «Un lama?», per l’esattezza.
    Niente da fare: il destino, in un modo o nell’altro, gli era avverso e cercava di reclamare la sua anima immortale. Ritenne strano che dopo Gesù fu un camelide a chiedergli di seguirlo, ma per quella serata aveva deciso di non porsi più alcun quesito – soprattutto, barcamenandosi a tastoni per raggiungere una meta che non vedeva e presentarsi a quello che per Twat sarebbe stato un vero e proprio appuntamento al buio.
    Ormai era andata così.

    «Oh mio Hubble.» Espirò, addentrandosi nella foresta tropicale: , il telescopio per Tvättbjörn era molto più divino di qualsiasi altra entità. Alzò gli occhi al cielo con dovuta cautela e lentezza, abbassando il mento con la medesima velocità; si guardò intorno, moderatamente rincoglionito a causa di Eugene Jackson ma abbastanza sveglio per poter dire, con assoluta certezza, di vederci di nuovo chiaramente. Non capiva come fosse possibile, ma non gli interessava abbastanza da condurci un’indagine mirata e precisa: evidentemente, in quel posto, le spille funzionavano male; chissà se la Fitzgerald era tornata a vedere normalmente, o se ancora osservava il mondo attraverso un fascio di luce bianchissimo.
    Il motivo per il quale aveva realmente sospirato, muovendo i primi passi all’interno del bosco fino ad arrivare ad una vasca, talmente simile ad un lago naturale («meh, avevo sentito dire ci fossero delle capre») da far venir voglia di spogliarsi e buttarcisi dentro? Non c’era nessuno.
    Non c’era anima viva, i rumori della festa arrivavano più attutiti e lontani, si respirava meglio.
    Buon Merlino, non poteva restare lì tutto il resto della serata? Magari nascosto in qualche cespuglio: non dava fastidio a nessuno, soprattutto per il semplice fatto che non gliene sarebbe fregato un cazzo di nessun altro che avrebbe potuto fare il proprio ingresso lì dentro, a fare Odino solo sapeva quale porcheria.
    Si sedette a terra, e un attimo dopo aver chiuso gli occhi si lasciò cadere sull’erba. Da lì probabilmente non si sarebbe mosso, se solo non avesse riconosciuto i passi. Aprì un solo occhio, piegando il capo verso la fonte del suono.
    Quasi sorrise, nel rendersi conto di aver avuto ragione: era proprio lui. «Meh!?» Avrebbe riconosciuto i suoi piedi di fata schiacciare foglie secche ovunque.
    Sapendo già quel che sarebbe accaduto, veloce come una faina scattò in piedi e tutto l’alcol in corpo – giusto per quei pochi istanti, il necessario – smise di essere deleterio per il suo organismo. Era un ballerino, era un professionista, e la danza era gran parte di ciò che lo aveva tenuto insieme durante gli anni nei laboratori: poteva mettere da parte se stesso per qualche secondo, per dedicarsi al ballo.
    Glielo leggeva negli occhi, quel prendimi sottinteso.
    Annuì soltanto, perché il Tryhard sapeva l’avrebbe fatto.
    Flash dance riassunto in sette minuti.
    21.12.2003
    vega: emokinesis
    w/ brandy
    dress: hermes
    gif by crossfire
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  6.     +6    
     
    .
    Avatar

    get in l o s e r !

    Group
    Neutral
    Posts
    269
    Spolliciometro
    +753

    Status
    Offline
    mehan tryhard
    i am, unfortunately, all panic and no disco.

    rob e meh sono sicuri che mac, pur strafatto (o forse proprio grazie a questo), non ci ignorerá ─ un po' perché è una patata dolcissima, e un po' perché non notare un tizio che ti si appoggia addosso cercando conforto è difficile anche per chi non è del tutto lucido; nel caso recupereremo la conversazione (quale) a tempo debito, perché a quanto pare it's his time to shine.
    nemmeno il tempo di saziare la fame fiondandosi sul buffet, tra l'altro! «un lama» nel caso qualcuno non avesse notato l'animale che gli si era appena avvicinato, mentre l'arredo della sala grande cambiava un'ennesima volta confondendo gli ubriachi, ma non solo: al diciottenne, che per sua sfortuna non era ancora riuscito a toccare un goccio (punch corretto o meno, aveva giusto un po' di sete), girava già la testa. um volteggiare sommesso che certo non migliorò quando il lama prese a dirgli cose all'orecchio, tipo che era arrivato il suo momento di andare in paradiso. «ammazza, ma.. è la mia ora?? hunter????» possibile?!?!? non aveva ancora salutato erin, baciato suo fratello! no, aspettate, al contrario. insomma! era troppo giovane per morire, Mehan Tryhard, non dimostrava nemmeno la sua età anagrafica! «vuole che vai nel- quello che era il boschetto, qualunque cosa sia ora» santo hunter da Padova, cervello corvonero di origine controllata!
    una vera fortuna, per uran e per il mondo, non aver ereditato l'unico neurone funzionante del padre!
    «ah, ecco!» easy peasy, no? doveva solo lasciare i suoi amici per una manciata di minuti e seguire il lama parlante verso- «aspetta» momento, momento, momento. tentò di frenare il proprio incedere, anche se aveva fatto solo un passo avanti, sentendo l'animale alitargli sul collo «ma è dove sono entrati gid e perses??» ebbe appena il tempo di vedere l'amico annuire, meh, prima di ricevere un spintarella amichevole ma decisa tra le scapole ─ troppo tardi, bitch.
    improvvisamente in ansia, il grifondoro prese a guardarsi intorno senza nemmeno poter rallentare; non lo preoccupava l'idea di trovarsi nella versione fancy dello stanzino dei limoni duri con un altro studente (a quanto sembrava paccare non era obbligatorio), ma in cuor suo sapeva che qualcuno aveva fatto l'infame. se lo sentiva, capite? ci scommetteva tutti i soldi che non aveva, anche le mutande se necessario: qualche anima persa e senza dio stava cercando di accoppiarlo con behan, again.
    E NON VEDEVA SUO FRATELLO DA NESSUNA PARTE PERCHÉ AAAAAAA!!! perché già nel boschetto, meh, mettiti il cuore in pace. DONT.

    «hai capito il Comitato..» potevano anche tremargli le vene nei polsi al pensiero di ritrovarsi di fronte suo fratello ─ la sua anima gemella ─ ma di fronte a quello spettacolo mehan riuscì momentaneamente a sopire il panico. niente di tutto quello che lo circondava sembrava artefatto, ma un puro e semplice miracolo di Madre Natura: non fosse stato per l'umidità tipica della foresta amazzonica, che con quel suo bel mantello addosso era come stare fermi in macchina sotto il sole di agosto con l'aria condizionata rotta, forse l'avrebbe persino apprezzato di più.
    e gli sarebbe piaciuto continuare a (sudare) ammirare il paesaggio tra un «oohhh» e un sentitissimo «sticazzi apperó!», solo che non poteva ─ non si sfugge al proprio destino, ci si può soltanto correre incontro. per questo mehan prese un bel respiro, addentrandosi nella radura, nelle orecchie esclusivamente il suono ovattato del proprio muscolo cardiaco. ora o mai più «beh, sei tu?» e, vi dirò, stranamente (non) era beh. «meh?» @betta, sto avendo un infarto?
    la sensazione, tutto sommato, era in po' quella.
    solo nel riconoscere la figura del COMESTAI (skus brotell così a memoria non so come si scrive) il grifondoro si concesse di tirare un sospiro di sollievo, e ci aggiunse persino un sorriso! gli piaceva, twat, anche se si esprimeva per lo più a gesti (cos) e a quel punto i suoi capelli platinati gli facevano partire i warflashback; lo amava soprattutto perché - almeno lui. - non mancava mai una lezione di danza. «TUÁ!» un po' alla francese, come i rap di jade beech «meno male» aggiunse, ma senza perdere tempo a spiegargli perché ─ certe storie, come quella del materasso™ sono divertenti, altre per niente. poi, un po' unexpected, mehan tryhard prese ad ammiccare; non in modo sexy, non ne sarebbe stato capace anche volendo, ma con la stessa carica attrattiva che può emanare un cucciolo di labrador, quindi potentissima.
    twat intercettó il suo sguardo
    ne percepì il significato intrinseco
    e capì.



    no, non stanno per paccare, staph!

    «MARIAAAAAAA YOU'VE GOTTA SEE HEEER!» eu, quante volte l'avevano provata quella! abbastanza perché meh si lanciasse in avanti senza avvisare il compagno, certo che l'altro lo avrebbe afferrato (please) sollevandolo su, su! verso il cielo! «GO INSANE AND OUT OF YOUR MIIIIND!» soundtrack azzeccatissima, livelli Umbrella Academy. rimase in aria con le braccia aperte stile gabbiano al mare in planata per qualche secondo, occhi chiusi e cuore forte (cos), poi lo svedese (posso chiamarti ikea???????? o ibra ???) fece scendere il Grifondoro a terra e parte della magia svanì insieme agli echi della sua vocetta ancora prepuberale ─ abbiamo sentito tutti tom holland parlare, inutile raccontarci favole.
    «bellissimo! bravo che ti sei allenato!» questi giovani, quante soddisfazioni! «al saggio andremo fortissimo» eh, non lo sapevate? c'è il saggio di danza, incubo paralizzante di rob dall'anno 1996 (dopo cristo, nel caso qualche gen z se li stesse chiedendo) all'anno 1999 ─ siete tutti (obbligati a venire) invitati! «allora, come sta andando il ballo? Brandiz come se la cava?» #mehanciatella non so perché ma il correttore automatico mi ha cambiato brandy in brandiz quindi ormai è andata cosi ciao ♡

    07.2002 | 18 y.o.
    ♡ hunter | mordred
    loser, gryff
    calm tf down
    gif: crediti
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  7.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    261
    Spolliciometro
    +508

    Status
    Offline
    tvättbjörn cömmstaj
    gravity's never a friend
    Fu questione di un solo minuto, di un soffio di fiato, di un attimo ancora.
    Twat piegò le ginocchia, le braccia tese in avanti in trepidante attesa; era bastato che gli occhi celesti, ch'eppure di Mehan ne vedevano un paio pronti a saltare, incrociassero quelli nocciola del grifondoro per sapere esattamente quel che ronzava nel suo cervello. Ormai funzionavano così, dopo tutti i pomeriggi passati a provare nelle più svariate location di Hogwarts e dintorni: male, perlopiù, ma anche abbastanza sincronizzati.
    Quando il Tryhard iniziò a (urlare, strillare) cantare, il norvegese chiuse gli occhi. Era bravo, più che bravo, ma c'era sempre l'handicap momentaneo dell'alcol a renderlo vagamente più rallentato: voleva evitare di prendere il ragazzo sbagliato e lasciare quello vero alla mercé di se stesso, magari facendolo schiantare a terra o contro uno dei numerosi alberi, procurandogli un trauma cerebrale; era già particolare di suo, non gli serviva la mano del Cömmstaj a complicargli l'esistenza. Perciò, decise di concentrarsi unicamente sul suono fastidiosamente stridulo della voce di Meh. Naturalmente, fu la scelta più saggia - anche se gli faceva vagamente venire da vomitare tenerlo in alto e farlo roteare come un beyblade sopra la propria testa senza vedere l'ambiente circostante; rischi del mestiere.
    «Sei così leggero che avrei potuto lanciarti via» Certo, se solo avesse avuto la forza (di vivere) per farlo in quel preciso istante. Onestamente parlando, non sapeva nemmeno perché mettendolo giù avesse esternato quel pensiero: qualcuno avrebbe potuto fargli notare che non fosse una cosa carina da dire alla gente, e che in seguito magari avrebbe anche dovuto dire che stesse scherzando - anche se non lo pensava davvero. Roba da esseri umani funzionali, insomma.
    Cosa che Tvättbjörn non era nemmeno da sobrio, ragion per cui non disse nient'altro e rimase a fissare il ragazzo impassibile. A dire il vero, gli sorrise divertito per un'immagine che era impossibilitato a condividere: il Tryhard a volare direttamente dentro la piscina naturalmente innaturale di quella radura. Sarebbe stato davvero esilarante.
    «bellissimo! bravo che ti sei allenato! al saggio andremo fortissimo» Twat annuì solennemente. «Ovvio» sia che si era allenato, sia che sarebbero andati fortissimo al saggio: per chi lo aveva preso? «Sono un professionista,» dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, batté la mano sulla spalla di Meh. «siamo» Che fosse preoccupato per l'esibizione finale? Bah, non capiva.
    «allora, come sta andando il ballo? Brandiz come se la cava?» Il norvegese si strinse tra le spalle e strizzò gli occhi per mettere a fuoco la figura dell'amico, dato che ce n'erano di nuovo due. «Confuso,» fece guizzare la lingua sulle labbra. «sia il ballo che Brandy.» Più onesto di così, si muore; forse doveva provarci (cosa?) (cosa). «Dove siamo secondo te?» Perché okay, era bellissimo, ma doveva capire se fosse il Valhalla o un altare per i sacrifici in pieno stile Maya. Giusto per essere pronto ad ogni evenienza, ecco.
    Poi corrugò le sopracciglia, illuminato dalla vodka di( Eugene)vina.
    Fitz faceva domande strane (ancora non capiva che intendesse con "farselo", ma il gergo giovanile inglese avrebbe continuato a confonderlo vita natural durante: magari avrebbe dovuto provare a capire il contesto senza alcol in corpo); la lettera anonima gli diceva di rifiutare il Frozen; Meh gli chiedeva come se la stesse cavando il ragazzo. «C'è qualcosa su Brandy che dovrei sapere?» Curiosità, la sua.
    21.12.2003
    vega: emokinesis
    w/ brandy
    dress: hermes
    gif by crossfire
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  8.     +4    
     
    .
    Avatar

    get in l o s e r !

    Group
    Neutral
    Posts
    269
    Spolliciometro
    +753

    Status
    Offline
    mehan tryhard
    i am, unfortunately, all panic and no disco.
    «Sei così leggero che avrei potuto lanciarti via» a volte la vita ti metteva davanti ad una scelta: leggere tra le righe di una frase apparentemente innocua la peggiore delle offese («cosa stai insinuando, scusa? che sono basso????? TI SEMBRO UN BAMBINO???»), oppure prendere quelle poche parole come un complimento puro e semplice. se gliel'avesse detto hunter, che era leggero, probabilmente meh avrebbe optato per la prima ipotesi (sempre lì a rigirare il coltello nella piaga, l'oakes), ma twat non sembrava il tipo da cattiverie gratuite ─ e raramente cannava una prima impressione, Mehan Tryhard. «aww, grazie, sto facendo una dieta» #cos: nel caso non lo sapeste, ogni crying session fa bruciare circa 158 calorie.
    un po' come il mantello che ancora gli cadeva sulle spalle e che finalmente il Grifondoro cominciava a identificare come il vero responsabile di quel sudore in atteso ─ e non, come credeva (rob), l'umidità tipica della foresta amazzonica. «alla prossima festa a tema scelgo un personaggio famoso con vestiti leggeri» e annuì a se stesso mentre si sfilava il cappuccio e il mantello, la stoffa piegata a dovere e appoggiata per terra. una vera fortuna aver deciso di lasciare sotto una camicia, senza fare l'errore di presentarsi nudo come il buon vecchio Arturo Maria detto Mojito.
    «Confuso, sia il ballo che Brandy.» ancora una volta, il diciottenne mosse piano la testa avanti e indietro, un soffio lieve tra i denti. non era il suo primo rodeo, e dopo il watstorming della festa di halloween 2018 ben poche cose potevano traumatizzarlo, ma poteva comunque capire: nel giro di dieci (10) minuti al prom era accaduto di tutto, e ovviamente la linea temporale era andata a farsi benedire praticamente subito. «per evitare ulteriori trip consiglio di evitare come la peste il punch. c'è già passato il professor jackson» troppo tardi, sempre troppo tardi.
    si guardò un attimo intorno, mani intrecciate dietro la schiena come il più giovane dei vecchi al cantiere, le iridi castane attratte come un magnete dal laghetto poco lontano «sono un po' una capra in geografia» ammise, accucciandosi a terra passando i palmi sull'erba leggermente umida di rugiada «pensa che non sapevo Trento stesse in Trentino» #truestory «però mi ricorda un po'.. hai mai visto 'Escobar'? ecco, quella foresta» solo grandi classici a casa Tryhard «quindi forse siamo.. in america?» ma così, eh, con il punto di domanda finale perché era tutto tranne che sicuro.
    aveva chiesto a twat di brandy per pura curiosità da ciatella, ma l'interrogativo posto di rimando dal norvegese (questa volta mi sono ricordata brotell) lo prese decisamente in contropiede; probabile che twat avesse frainteso il suo interessamento cordiale con un tentativo di metterlo in guardia, proprio come aveva fatto poco prima con mac, e fu questo ad accendere nel cervello del Grifondoro un allarme antipanico. «se non fa parte anche lui della gang di eddie, credo tu possa andare tranquillo. voglio dire-» si rimise dritto, puntando le mani avanti a palmi aperti segnando la propria resa «non lo conosco molto bene, ma sembra a posto!»
    niente citazioni imbarazzanti su polgy girl, nessuna notizia di affari malandrini trapelata dallo shipper club ─ non si poteva proprio dire di tutti. «però siete amici, giusto? non ti avrà invitato cosi, random..» non voleva credere, meh, che brandy avesse semplicemente pescato a caso nel mucchio, tanto per fare una promposal; era un inguaribile romantico, il tryhard, anche quando si trattava del legame imprescindibile e inviolabile tra due bros. «sai, sono contento di essere qui con hunter, ma anche triste» nel caso non si fosse capito, era in vena di chiacchiere. e confessioni. chissà se twat capirà tutto o lo guarderà semplicemente aprire e chiudere la bocca sentendo in sottofondo il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia. «ho una relazione segreta ─ proibita!» cauto abbassò il tono di voce, appoggiando una mano a coppa vicino al bocca, nel caso qualcuno li stesse spiando e magari leggendo anche il labiale #cos «non sai cosa darei per passare la serata con lei» con un sospiro il Grifondoro si allontanò nuovamente dal comestai, accovacciandosi sulla riva del laghetto ma senza ancora allungare la mano verso l'acqua «dici che si può bere?»
    altrimenti rimane solo la benza di spaco.
    07.2002 | 18 y.o.
    ♡ hunter | mordred
    loser, gryff
    calm tf down
    gif: crediti
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  9.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    134
    Spolliciometro
    +329

    Status
    Offline

    Le liane giungono lentamente dietro di voi e vi battono sulle spalle: il tempo è scaduto. È ora di andare e la natura vi lascia passare fino all'uscita.
    Grazie per essere passati.
    Alla prossima 💜

     
    .
  10.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Neutral
    Posts
    416
    Spolliciometro
    +931

    Status
    Offline
    joni peetzah
    am i cute? no. but do i have a nice personality? also no.
    DiStAnZiAmEnTo SoCiAlE!!1!!!” la cosa positiva, nell'essere alta un metro e un tappo, era che poteva evitare le gomitate di hunter oakes senza grande sforzo, e così fece; dovette abbassarsi comunque, la peetzah, ma di poco, e in quel modo riuscì a salvare tutti i denti. «credo che abbiano capito» tentó, lanciando un'occhiata alquanto scettica al gruppetto radunato sulla riva: si erano effettivamente separati al passaggio del corvonero, ma solo per evitare di prendersi una pizza volante. tempo dieci secondi ed erano già tutti uno addosso all'altro a ciatellare «o magari no, insomma. affari loro» sempre pragmatica, la peetzah, quando aveva di fronte una soluzione alternativa: nello specifico, allontanarsi il più possibile da quel nugolo di germi e lasciarli sguazzare nelle loro microparticelle di saliva.
    provare ci aveva provato, no?
    "Ben fatto!" detto sinceramente, se hunter si fosse limitato a quello, joni lo avrebbe anche preso come un complimento, cosa che già di rado accettava volentieri; ma l'avvicinarsi del ragazzo, un po' troppo e senza preavviso, la costrinse a fare contemporaneamente un passo indietro, le labbra tirate in una smorfia. si vedeva lontano un miglio che stava facendo appello a tutta la sua forza di volontà per non ringhiargli contro come un animale selvatico «grazie» anche se le uscì dalla bocca così contrito che non era certo hunter sarebbe riuscito a sentirla. ancora una volta, non erano affari di joni.
    niente di personale, mostrava sempre i denti anche a suo fratello, ed erano certo più in confidenza che con il loser.
    fu rapida a tornare da livy prima che hunter decidesse di provare un'altra volta a matchare le loro spille (a quel punto si, che avrebbe potuto tranquillamente mordergli un dito), solo per venire accolta dalla tremolante presenza di taichi, aggiuntosi alla combriccola. anche se prima del prom aveva pensato di capirlo, di provare persino un po' di compassione per il sedicenne (mai visto un fascio di nervi teso e scoperto come quello), nel vederlo non poté fare a meno di lanciargli un'occhiataccia, palpebre assottigliare e labbro superiore leggermente sollevato a scoprire i candidi canini. anche qui, dovete fare appello alla (poca) pazienza che possedeva, obbligandosi a rispondere al saluto di ty con lo stesso movimento della mano: lo faceva per sullivan, soprattutto, e anche per la voce di morley che continuamente in testa le ripeteva quanto fosse acida e intrattabile.
    lui lo diceva col sorriso sulla bocca e joni ne andava segretamente fiera, ma in quelle occasioni mondane di socializzazione finiva comunque per scontrarsi con la cruda realtà: non poteva picchiare tutti quelli che non le andavano proprio a genio (forse).
    a quel punto, come se il resto non bastasse già di suo, si accorse di avere un lama piazzato di fianco ─ un lama stalker che la fissava con esasperante insistenza. «e tu che vuoi?» niente tentativi di accarezzare la morbida pelliccia dell'animale, nessun grattino sotto il mento: era lei l'animale lì dentro, bastava e avanzava. tentò di scansarsi per usando la mano destra per spingerlo via, ma quello le si fece di nuovo sotto blaterando (mo parlano pure) di Paradiso e Dante Alighieri, dandole un colpetto sulla schiena con il muso al secondo tentativo di fuga. «ohi, ma che tocchi!» nearly threw hands with a 13 year old lama.
    e quello giù un'altra spinta. «ho capito, ho capito, piantala adesso» prima che decida di farti diventare un'arrosticino gigante, le sarebbe piaciuto aggiungere; solo che poi livy l'avrebbe presa per una psycho, e non voleva darle già quell'impressione. «torno presto»
    alla hawkins, ma in realtà l'avviso valeva anche per ty ─ ti tengo d'occhio límore.

    almeno il lama non l'aveva seguita fin nella radura. c'era mancato davvero poco che gli saltasse in groppa e cercasse di strozzarlo, all'ennesimo colpo di muso tra le scapole, ma alla fine si era ritrovata da sola.
    immersa nel silenzio più totale, come piaceva a lei. «decisamente non è uno sgabuzzino » giusto un tantino esagerato, questo comitato. preferì tenere le iridi grigio azzurre ben piantate sul terreno, piuttosto che rivolgere uno sguardo sognante alla volta che gli alberi disegnavano sulla sua testa; dovette saltare un paio di grosse radici sporgenti, ringraziando la propria testardaggine per vere ai piedi un paio di calzature basse senza tacco, e alla fine eccolo li.
    l'ormai famoso laghetto delle capre.
    che poi non era sempre lo stesso, ma joni che ne sapeva!
    con entrambe le mani a coppa intorno alla bocca e i piedi a pochi passi dalla riva, intonó un «meeeeehhhh» (non tryhard) per richiamare i suddetti (anfibi a questo punto) animali, senza però ricevere risposta. disappointed but not surprised. diede le spalle allo specchio d'acqua dopo averle strette leggermente, inquadrando come prima cosa il lenzuolo steso sul prato e i cestini pieni di cibo, poi ─ «chouko!» anche lei appena arrivata all radura. anche se non si frequentavano molto a causa della differenza di età, erano comunque concasate, e non rientrava nella categoria di gente cui joni avrebbe volentieri ringhiato contro. «ti ha obbligata anche a te un lama antipatico?» si sedette sul lenzuolo a gambe incrociate, allungando una mano per afferrare... una ciambella? un pretzel? sembrava una via di mezzo con gli zuccherini, e alla peetzah tanto bastava. «hai fame?» niente limoni, però (ahah.)


    02.2005 | 15 y.o.
    ♡ livy | xena
    huffle, iv
    *hissing*
    gif: crediti
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  11.     +7    
     
    .
    Avatar

    isn't it strange
    to create something
    that hates you?

    Group
    Death Eater
    Posts
    1,589
    Spolliciometro
    +2,061

    Status
    Anonymous
    dani + chou
    "be the bigger person" i cant i am only 5"3
    «che succede.» che succedeva.
    Si strinse impossibilmente più vicina a Nicky, la mano a cercare quella dell’altra per ricevere quel po’ di supporto morale necessario per poter digerire la situazione. «??? ci sono i lama??» sciòc numero uno. Poi alzò lo sguardo in aria, l’incantesimo spezzato a renderla finalmente conscia della situazione: «sono spariti i ciliegi??????» sciòc (insuperabile) numero due.
    «inganno…» tirò su col naso, viso accartocciato in un broncio, e allungò una mano per poterla passare sul pelo dell’animale — timidamente, poi con più sicurezza quando quest’ultimo non provò a mangiarsela. Eh, non si può mai sapere. «slealtà……» perché lo scenario era bellino dannazione, e perché sperava (inutilmente.) che l’atmosfera romantica portasse la concasata a [drama bgm] guardarla con attenzione per la prima volta e scoprirne la bellezza fino ad allora ignorata, accendendo così la #passione proibita e kiss kiss fall in love, insomma. Evidentemente il potere degli anime non era dalla sua parte.
    Voltò la testa in direzione di Nicky, stringendosi nelle spalle — quindi arricciò il naso, incerta. «ti spiace se—» e con un cenno della testa indicò l’animale, lasciando il resto della frase sospeso in aria. Non era certa di cosa, esattamente, la facesse sentire così in imbarazzo in quel momento, considerando che in qualità di sua amica aveva ripetuto quella scena innumerevoli volte negli anni precedenti; forse il contesto ad appesantire l’aria e renderla elettrica — forse l’incapacità di ammettere ad alta voce perché l’idea di separarsi dalla Winston la disturbasse così tanto in quel momento. Sistemò le ciocche dorate dietro la spalla, mostrando un semplice sorriso all’altra prima di afferrare i lembi della gonna e alzarsi. «ci vediamo dopo?» non che avesse altra scelta, quando la bestiolina cheekyfobica continuava a strofinare il muso contro la sua spalla.

    «chiunque tu sia—» heavy sweating. Indice contro indice a formare una croce improvvisata, piegò appena le ginocchia e portò indietro il busto, espressione terrorizzata a saettare d’angolo in angolo. Era pronta alla guerra, qualora fosse stata necessaria. «non ho paura di te.» ma aveva paura del comitato, che era un po’ la stessa cosa. Lanciò un’occhiata tradita nella direzione generale del lama, che nel frattempo era sparito tra le ombre. Traditore maledetto, e lei che aveva passato il tragitto a carezzargli la groppa e raccontargli tutti i risvolti del campionato di Overwatch. Non c’era davvero più religione, in quel mondo.
    «ti prego non ti avvicinare troppo però perché—» «chouko!»
    ed era joni! «oh mio dio sei joni.»
    Portò una mano contro il petto, l’altra a mezz’aria per segnalare alla Mitchell che necessitasse due secondi per riprendersi, spalle fino a quel momento rigide come pietre a scendere indolenzite. «non mentirò, pensavo sarei capitata con un—con un womo» e il labbro inferiore vibrò come sotto comando, lì a enfatizzare il suo estremo dolore; «o… o addirittura con un eterosessuale, che è l’ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento.» e vabbè, in realtà non sapeva quale sponda interessasse alla concasata, ma era una ragazza; il vago disgusto nei confronti del genere maschile faceva indubbiamente parte del suo codice genetico.
    Annuì sconsolata in risposta alla domanda di Joni, quindi — poi una seconda volta, perché in effetti non era ancora riuscita a toccar cibo da inizio serata, troppo presa a fare gli occhi a cuore alla sua accompagnatrice. Nuovamente si buttò a terra senza preoccuparsi di strappare o rovinare l’abito, pugno già infilato nella ciotola piena di patatine. «allora, punti salienti della serata?» e schiaffò lo snack in bocca, prima di assottigliare lo sguardo e avvicinarsi di qualche centimetro alla minore — «nessun ragazzo molesto, mh?» casomai toccasse ritirare fuori la mazza chiodata.
    vii & vi
    jane & nicky
    miss keisha?
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  12.     +4    
     
    .
    Avatar

    get in l o s e r !

    Group
    Neutral
    Posts
    269
    Spolliciometro
    +753

    Status
    Offline
    joni peetzah
    am i cute? no. but do i have a nice personality? also no.
    «oh mio dio sei joni.» che chouko avesse sfiorato una crisi di panico, sostenendo l'attesa di scoprire con chi fosse stata accoppiata come uno che attende il suo turno per entrare dal dentista, era palese; joni riconobbe l'improvviso sollievo sul volto di porcellana della ragazza con una punta di orgoglio feroce (visto morley? non sono acida con tutti, in fondo.) eh no, signori miei! c'erano persone che la apprezzavano comunque anche se di tanto in tanto ringhiava e a volte mordeva, non sorrideva volentieri, era tutto tranne che aperta e disponibile ─ ma aveva anche dei difetti. «colpevole!» mostrò a chouko i palmi sollevati, prima di afferrare la ciambella e portarla alle labbra strappando un grosso e soffice boccone; al di là dello sbattimento fatto dal comitato per organizzare il prom in ogni dettaglio, quello era l'unico per cui la tassorosso li avrebbe volentieri ringraziati.
    «non mentirò, pensavo sarei capitata con un—con un womo» nonostante il sapore dolce sulla lingua le labbra di joni si piegarono all'ingiù in una smorfia, prima di annuire. non odiava il genere maschile a priori, la peetzah, e infatti qualche amico lo aveva: steph amava il silenzio e mantenere intanto il proprio spazio vitale esattamente quanto lei, hammie era più molesto ma senza mai oltrepassare il limite. un limite che spesso i ragazzi fingevano di non vedere, nonostante lampeggiasse a chiare lettere a prova di cieco, problema quello che con le amiche femmine non aveva mai avuto. «o… o addirittura con un eterosessuale, che è l’ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento.» finì di masticare anche l'ultimo pezzetto di dolce, sbriciolando sul lenzuolo quanto le era rimasto attaccato al vestito, le iridi grigio azzurre di nuovo sulla figura di chouko, attente. non si era mai interessata ai pettegolezzi, la quindicenne, voci di corridoio che entravano in un orecchio e uscivano dall'altro; adorava l'idea di farsi gli affari propri e campare cent'anni, come diceva il proverbio, e l'identità sessuale dei suoi compagni di scuola rientrava nel suo campo di interesse solo se erano loro a parlarne per primi, in confidenza o meno.
    «a volte sono davvero noiosi» disse, stringendosi tra le spalle mentre come chouko andava ad afferrare una manciata di patatine «ma non tutti» un'aggiunta che improvvisamente le parve obbligata, pur soffiata tra le labbra con fatica. stava pensando a suo fratello, eterosessuale non proprio doc (i racconti degli anni di scuola passati accanto ad elwyn o a sbavare su elijah dallaire avevano sollevato più di un dubbio nella quindicenne), ma anche ad Hammie e, perché no, a behan tryhard ─ beata innocenza. cosa piacesse a lei, invece, pepper joni peetzah non lo sapeva; meglio, non le interessava priorio: la sua cotta per il portiere dei tassorosso era volatile e momentanea, legata soprattutto al fatto che grazie a lui alla fine avevano vinto il campionato, ma rimaneva comunque platonica. l'ultima cosa nella lista delle sue priorità era trovarsi un ragazzo ─ o una ragazza.
    «allora, punti salienti della serata?» sollevò lo sguardo verso il laghetto, la cui superficie non presentava nemmeno la più piccola delle increspature, masticando rumorosamente un paio di croccanti patatine «mehan tryhard è stato posseduto e livy lo ha esorcizzato. e pare che giri una sorta di herpes, una malattia chiamata gides. qualche assembramento di fuori, ma niente di davvero divertente» perché ancora non aveva visto Bertuccia fare la dab piangendo! «nessun ragazzo molesto, mh?» a quel punto, finalmente, joni mitchell peetzah sorrise: non un ghigno alla baby eddie, ma quasi. «oh no, non ci prova nessuno» che detto forse da un'altra ragazza, senza quello scintillio negli occhi, sarebbe suonato anche un po' triste; ma nel caso della rossa il sottinteso era chiaro: hanno troppa paura.
    che li picchiasse, o si ricordasse di loro in una notte di luna piena. delle due l'una.


    02.2005 | 15 y.o.
    ♡ livy | xena
    huffle, iv
    *hissing*
    gif: crediti
    design by royalflvsh
    code by crossfire
     
    .
  13.      
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    134
    Spolliciometro
    +329

    Status
    Offline

    Le liane giungono lentamente dietro di voi e vi battono sulle spalle: il tempo è scaduto. È ora di andare e la natura vi lascia passare fino all'uscita.
    Grazie per essere passati.
    Alla prossima 💜

     
    .
  14.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Rebel
    Posts
    584
    Spolliciometro
    +870

    Status
    Offline
    Chelsey Weasley
    You're pretty smug, Lady Ares, for a girl who runs from Cupid statues.
    Eh, lo sapeva Chelsey che Gideon le aveva rubato i centimetri! Altrimenti perché il ragazzo, sotto minaccia, aveva deciso di restituirglieli? Era pronta a sferrare il colpo, il braccio ben carico dietro pronto a colpire la maschella del McPherson, aiutata anche dalla spinta della ricrescita quando… accaddero diverse cose, tutte insieme.
    Gideon le toccò i capelli finendo di diritto nel suo personalissimo Death Note, Halley la caricò come un toro che aveva appena visto rosso, Chelsey non veniva spesso disarcionata dalla scopa ma, a sua discolpa, era meno della metà di quanto non fosse normalmente e, soprattutto, non aveva una scopa; sentì qualcuno nelle vicinanze che urlava al distanziamento sociale, ma, ancor più distintamente, sentì la voce del suo personalissimo ariete dire a Gideon. Di. Scappare.
    Ora, se non fu il Corvonero a prendersi un bellissimo gancio in piena zona zebedei (perché era ancora piccolina e lui tipo un colosso), la Oakes non fu altrettanto fortunata. Chelsey non era certo un’esperta di lotta greco-romana, ma non si era mai tirata indietro a una rissa. Provò a divincolarsi dalla presa della bionda, e non nego abbia tentato di tirarle i capelli, ficcarle le dita nel naso e colpirla con il ginocchio – non esattamente in quest’ordine -, fino a quando qualcosa non arrestò l’impeto della sua furia.
    La freccia poteva anche essere giocattolo, ma quando fece leva sui gomiti per sollevare lo sguardo, gli occhi di Kain mostravano tutto, meno che stesse scherzando. Sapeva la madre di Kain fosse una Veela, non che il Tassorosso avesse ereditato il suo stesso sangue. Deglutì a fatica, la gola improvvisamente secca, mentre osservava le iridi scure di Kain. Anche a distanza, sentì che qualcosa era appena scattato. C’era una leggenda a Hogwarts, più una voce di corridoio, che diceva che nessuno avesse mai visto un Tassorosso arrabbiato, e in quel momento Chelsey capì che, in realtà, nessuno era sopravvissuto per raccontarlo. Non aveva mai visto Kain perdere il sorriso e quella tensione delle braccia, quello sguardo così duro la fece tremare leggermente.
    Si morse appena il labbro, pensando a cosa fare, impietrita da quella visione dorata. Chelsey era un animale selvaggio e certe cose, certe variazioni, le sentiva a pelle. Istinto di sopravvivenza o mera legge del più forte. Se, in quel momento, avesse potuto, avrebbe accompagnato al brivido che le corse lungo la schiena un cenno del capo, mostrando così il suo rispetto a Kain. Senza contare che, in una scala da 0 a 10, il Tassorosso aveva giusto superato di poco il livello Elwyn Huxley.
    Era ancora a terra, vittima di una strana eccitazione sensazione, quasi dimentica di Gideon – perché tanto Hogwarts non era poi così grande e un bolide fellone poteva colpire chiunque - quando vide un lama avvicinarsi a lei.
    “Se devi sputare qualcuno, sputa lui.” Indicò il Corvonero facendo spallucce, alzandosi in piedi e stiracchiandosi leggermente. Continuò a fissare il lama, prima di fare spallucce e iniziare a seguirlo verso… il boschetto? Una foresta? C’era tanto verde! E c’era anche Kain! E dicevano che fosse il paradiso!!!
    “Kain” lo chiamò mentre si avvicinava a lui e gli passava un braccio attorno al gomito, saltellando un poco per arrivare alla sua altezza. “Dicono che qui dentro sia il Paradiso… pensi che ci sia un campo da Quidditch?” Si abbassò appena, per evitare che una liana la colpisse in faccia, e aguzzò i suoi occhi da elfo lince. “Guarda c’è altro cibo!” Indicò verso la torretta, i cestini del pic nic e i lenzuoli lungo la costa. "Anche se non capisco una cosa. Perché Sandy ci ha fermato per darci questi?" Giocò con la bustina argentata che aveva in mano, il contenuto che sgusciava via alla minima pressione delle dita. "Pensi che sia un test del professor Barrow? Come quando ci ha dato da curare dei genitali per un mese?" domandò ancora, dando voce ai propri pensieri e infilando il preservativo nello scollo del vestito.
    Tuttavia, arrestò soltanto per qualche istante il suo passo, lasciando andare la presa su Kain, lo sguardo fisso su una radice che spuntava lungo il sentiero.
    “Davvero ti andrebbe bene se qualcun altro… mi toccasse?”
    Perché, a volte, le parole la colpivano all’improvviso.
    Gryffindor
    With: Eros!Kain
    Holyhead Harpies
    gif by NOME_BLOG
    design by royalflvsh
    code by crossfire


    Scusate per il post, non so che ho scritto in questi 10 minuti, devo uscire, addio


    Edited by C h e l l S E Y - 15/8/2020, 12:34
     
    .
  15.     +7    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    137
    Spolliciometro
    +305

    Status
    Offline
    KAIN KELLERGAN
    IF THE BLUDGER DOESN'T KILL YOU MAKES YOU STRONGER

    Il lama Piccola Mela (un nome d’obbligo, dato che aveva mangiato tutte le mele che aveva incontrato sul suo cammino) lo fece ricongiungere a Chelsey. Quell’intervento era stato un toccasana per cancellare ogni bollente spirito negativo. Piccola Mela era adorabile, poteva adottarla? Sarebbe stata un animale da compagnia perfetto!
    Era talmente concentrato su di lei e a farle grattini che si rese conto di essere entrato in uno scenario completamente diverso.
    “Il paradiso? Io non credo” Infatti non c’era un campo da quidditch da nessuna parte, come faceva notare giustamente Chelsey. Che paradiso farlocco. “Però... non senti odore di Quidditch? Sembra un mix di legno e...zuccotti? Ah, se ci sono zuccotti iniziamo a ragionare!” c’era appunto una sorta di organizzazione per un picnic, magari ne avrebbero trovati lì.
    La liana scansata da Chelsey, nel frattempo, lo colpì in pieno in faccia.

    “Un test dici? Nooo, spero di no. Conoscendo Sandy, secondo me vorrebbe che li usassimo per divertirci. Stavo pensando...a te andrebbe? Di provare? Non lo abbiamo mai fatto” propose pensieroso, mentre a braccetto si dirigevano verso la costa. Il posto perfetto per farne buon uso!

    L’ultima domanda della rossa lo lasciò invece spiazzato - ci mise un po’ a capire a cosa si stesse riferendo.
    “Uhm... intendevo che non dovesse approfittarne per toccarti i capelli? So che per te è importante che venga rispettato quel limite” non per niente, ci aveva messo anni e anni lui stesso prima di poterli accarezzare liberamente. Era un gesto di intimità, un privilegio, un segno di fiducia che per entrambi significava più di quanto volessero ammettere.
    Lasciò scivolare via il braccio da quello di Chelsey, in modo da guardarla negli occhi. “Ma me lo chiedi perché... vorresti che qualcun altro ti toccasse?”
    Quello non fu un pensiero gradevole, se doveva essere onesto. Probabilmente, i suoi occhi ancora una volta non nascosero quello che provava dentro. Era qualcosa di viscerale, oscuro che, per un attimo, decise di assecondare. Prese una ciocca di capelli tra le dita e si chinò verso di lei, sfiorandole l’orecchio con le labbra come se le stesse sussurrando un segreto ...come faccio io? Mormorò, un soffio contro la sua pelle.
    La mano scivoló piano, lungo la scollatura e un poco più giú. Afferrò l’involucro argentato del preservativo, per riporlo di nuovo nella mano di Chels.
    “Usiamoli, dai” Propose convinto, chinandosi mentre con i denti apriva il suo.

    Così, senza esitazione....ci soffió dentro e lo riempí con l’acqua del rigagnolo, per farne il gavettone perfetto.
    Era ufficialmente un segnale di sfida, su misura per la “signora della guerra”.
    EROS!KAIN WITH: ARES!CHELSEY
    QUIDDITCH
    HALF VEELA
    TUTSHILL TORNADOS' PLAYER
    gif by NOME_BLOG
    design by royalflvsh
    code by crossfire


    Sandy, c’hai provato. Perdoname por mi vida loca #LottaDiGavettoniIsBetterThanSex
     
    .
72 replies since 30/7/2020, 20:21   2252 views
  Share  
.
Top