never trust a stranger in a dark alley

libera ♥︎ (amalie ft. turo)

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    In momenti come quello, Amalie Shapherd riusciva a pensare ad una cosa sola: perché? Cosa aveva fatto di tanto grave, nella sua vita precedente – non che credesse nella teoria della reincarnazione, sia chiaro, si riferiva alla sua vera vita precedente - per meritarsi tutto quello? Dai racconti dei suoi fratelli non le era mai sembrato che Mabel avesse fatto qualcosa di così grave da far meritare ad Amalie quella serie di punizioni divine, eppure… era forse tutto colpa di quell’ultimo errore? Okay, l’aver abbandonato i fratelli a cui per anni aveva fatto da madre era più che sufficiente per farle meritare una vita di sfighe più grandi di quelle di gideon e behan combinate insieme ma... il motivo per cui l'aveva fatto doveva pur contare qualcosa, no? Salvare il mondo intero, evitare la morte delle persone a loro più care, risparmiare ai crane winston del futuro il dover perdere i propri genitori in giovanissima età e l'esser costretti a farcela senza di loro: non erano forse motivi validi? Per non contare poi il dolore atroce che Mabel doveva aver provato nel prender quella decisione!
    Evidentemente no, dato che per la Shapherd sembrava non esserci un momento di pace: puntualmente si illudeva di poter vivere felice e tranquilla e poi booOOM!, ecco un altro trauma. L'universo però sembrava essersi scordato di una cosa, e cioè che Amalie fosse sopravvissuta mesi sola nell'au, spacciandosi per la gemella ucraina perduta della sua controparte in quell'universo e circondandosi di gatti randagi raccolti per strada: quando una persona riusciva ad uscir da un'esperienza del genere senza perdere il lume della ragione, era praticamente preparata ad affrontare qualunque cosa.
    O forse in quel momento si stava facendo fin troppi viaggi mentali (come sempre) e ciò che le era appena successo non era altro che colpa dell'essersi ritrovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. E, se solo fosse rimasta al castello a completare il suo ripasso per i MAGO, non le sarebbe successo nulla. Non era il tipo dark street, la Shapherd, e prima di quel pomeriggio aveva percorso quella via tre volte in tutto, le prime due solo dopo essersi persa. E, se fosse stato per lei, avrebbe volentieri lasciato il conto così com'era ed evitato per sempre quella parte di Hogsmeade. Però, subito dopo pranzo, Jess aveva fatto irruzione nella sua stanza - apparendo dal nulla davanti ai suoi occhi e causandole un mini infarto - e l'aveva implorata di aiutarla a recuperare la dose di pelle tritata di girilacco di cui aveva bisogno per permettere ad erin di completare la pozione polisucco «sotto questo mantello inizia a fare caldissimo e almeno al prom vorrei partecipare senza dovermi nascondere, ams ti preeeego» E, ovviamente, mai avrebbe potuto dirle di no: era impossibile negare qualcosa alla goodwin, quando te lo chiedeva con quegli occhi da cucciolo indifeso. Anche perchè voleva evitare a tutti i costi che rischiasse la vita infiltrandosi nell'ufficio della queen a recuperare gli ingredienti di cui aveva bisogno: non poteva nemmeno pensare a quali sarebbero state le conseguenze se la professoressa l'avesse scoperta (una special non dichiarata e ladra, probabilmente l'avrebbe portata al ministero e di lì non sarebbe mai più uscita) Così aveva chiuso i libri, aveva scritto ad Arturo un messaggio di scuse in cui annullava la sessione di studio di quel pomeriggio - anche se, in realtà, non si era poi sentita così in colpa: di solito aveva speranza fino all'ultimo, ma nella promozione dell'Hendrickson persino lei aveva smesso di crederci, nonostante tutti gli sforzi - e si era cambiata per uscire. Non era passata nemmeno da Barry per chiedergli di farle compagnia, illusa di potersela cavare in massimo un'oretta e poi tornare al castello a studiare. O forse fare altro, dato che in quei giorni praticamente aveva alzato la testa dai libri giusto per mangiare (poco) e dormire (ancora meno) e magari una pausa le avrebbe fatto bene (spolier: #no)
    Recuperare l'ingrediente che mancava a Jess era stato più facile del previsto, una trattativa durata una quindicina di minuti ed alla fine la shapherd era riuscita a pagare solo il doppio del prezzo ufficiale di mercato, il che per un bene di contrabbando era notevole. Soddisfatta, aveva messo nella borsa il sacchetto con la pelle tritata di girilacco e si era incamminata verso la via principale, pronta a lasciarsi dark street alle spalle e tornare tra persone con visi carini e non minacciosi. Le mancava solo qualche metro, sapete?? Se solo si fosse incamminata a passo più spedito, o avesse chiuso più velocemente l'accordo con il venditore, tutto sarebbe andato come da programma: avrebbe svoltato a destra alla fine del vicolo ed imboccato la via principale di hogsmeade, e una decina di minuti dopo sarebbe arrivata ad hogwarts e si sarebbe affacciata nell'ufficio di erbologia per dare l'ingrediente ad erin, e in caso non l'avesse trovata lì, sarebbe andata a controllare nella stanza delle necessità.
    Invece ecco che, qualche metro prima di svoltare e tornare sulla via principale, amalie sentì un tonfo alle sue spalle. Ovviamente si girò subito, e ne individuò subito la causa: al centro della strada c'era un anziano a terra e, diamine, nessuno lo stava aiutando? I maghi continuavano a camminare tranquilli, ignorandolo completamente, ma che comportamento era!!! Col senno di poi, la ragazza si sarebbe anche potuta pentire di essersi precipitata a soccorrerlo, ma in realtà l'avrebbe fatto altre mille volte: era una persona che aveva bisogno di aiuto, e la shapherd era sempre pronta ad offrirlo a chiunque. L'aveva aiutato a rimettersi in piedi, gli aveva chiesto se fosse ferito e avesse bisogno di aiuto per fasciare eventuali abrasioni e poi, dopo essersi assicurata fosse tutto intero, gli aveva augurato buona giornata ed era stata sul punto di andar via. L'anziano le aveva sorriso e «servirebbero più giovanotti come te, al mondo» e ??? amalie non aveva saputo cosa rispondere, limitandosi a sorridere e non facendogli notare che in realtà era una ragazza: sapeva che alle persone di una certa età non piaceva esser contraddette. E poi era successo l'impensabile: l'anziano l'aveva colpita. Così, dal nulla: un attimo prima si reggeva a lei per ritrovare la stabilità e stare in piedi, quello dopo tirava fuori la bacchetta dalla manica e le lanciava un incantesimo contro, non dandole nemmeno il tempo di difendersi o rendersi conto, di ciò che stava accadendo.
    «ma che ca...-» AMALIE!!! Poteva anche non esser lì con lei, maeve winston, ma nella testa della ragazzina era sempre presente «...voletti di bruxelles! Perchè l'ha fatto?? Io l'ho aiutata!!» Che poi, che cosa aveva fatto, di preciso? Stranamente non le faceva male nulla, e colta dalla sorpresa non aveva nemmeno ascoltato le parole dell'incantesimo. «te l'ho già detto: servirebbero più giovanotti come te, al mondo»
    E questa è la breve storia triste di come amalie shapherd si ritrovò nel corpo di un uomo. O meglio, nel suo corpo da uomo. Si era girata verso la vetrina di uno dei negozi e aveva visto lo scempio: i suoi lunghi capelli biondi? Spariti. Il suo esile fisico e il suo metro e settanta? Spazzato via, per esser sostituito da un corpo più maschile e da una decina di centimetri in più in altezza. Dio, e se una volta tornata a scuola le avessero offerto un posto in qualche squadra di quidditch?????? Del resto non era un segreto che Morley Peetzah cercasse nuove reclute per la sua squadra. A quel punto la voce della sua coscienza si fece avanti assumendo il timbro di voce (spaventoso) di Bells, e UNA SQUADRA DI DONNE, AMS!!!! MA DEVO INSEGNARTI TUTTO??? Ah già, ogni tanto dimenticava, ma come biasimarla: al di fuori del campionato scolastico, la ragazza non seguiva minimamente il quidditch e non sapeva nemmeno quante e quali squadre esistessero al mondo. «AAAAAAAAAAAAAAAA» CHE DIAMINE, ANCHE LA VOCE NON ERA PIÙ QUELLA DI PRIMA «PERCHÈ L'HAI FATTO, FAMMI TORNARE NORMALEEeEEeeeEEEEE!!!!!!!» Aveva così tanto da fare!!!!1!! Concentrarsi sugli esami, andare per negozi con Erin a scegliere l'abito perfetto per il prom, scattare foto al prom!!!! Di certo non poteva farlo così!!!!! «COME PRIMA COME PRIMA TI PREGO ANNULLA TUTTO MA PERCHEEEEEE» Si girò, pronta a mandare all'aria tutti i suoi valori e picchiare un anziano ma... dove diamine era. Un attimo prima era lì, e quello dopo????? Lo individuò qualche metro più avanti, mentre correva a zigzag tra le persone, e subito si lanciò verso di lui nel tentativo di acciuffarlo così da fargli risolvere quella - hyde's voice (bro dove sei, vieni ad aiutare tua sorella) - TRAGEDIA!!!!! «PRENDETE QUEL MAGO, PRENDETE QUEL MAGOOOOOO» Perchè nessuno la stava aiutando?????? E nella corsa, concentrata a non perder di vista il vecchio, diede una forte spallata a (qualcuno, vuoi esser tu????) e «SCUSA!» senza nemmeno controllare chi fosse, lo afferrò per un braccio e gli indicò l'anziano «LUI MI HA RUBATO UNA COSA IMPORTANTISSIMA, AIUTAMI A PRENDERLO!!!!» Perchè due maghi erano sempre meglio che uno, e Amalie in quel momento era disperata.
    Omg, ma sarebbe stata ancora la patata di barry anche se non ne aveva più una???? O forse il ragazzo avrebbe ben apprezzato il suo nuovo look (#no), forse anche più di quello precedente!!!! ma a lei non importava, VOLEVA TORNARE COME PRIMA E LE DAVA FASTIDIO CHE IL VECCHIO AVESSE AGITO SENZA CHIEDERE IL SUO PERMESSO!!!!!! SI CHIEDEVA SEMPRE! IL PERMESSO, CHE DIAMINE!!!!!!





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    Avete presente la sensazione di pura gioia che vi invade quando, senza la minima voglia di metter piede fuori casa (ma ugualmente costretti a farlo perché altrimenti i vostri amici iniziano a considerarvi dei pigroni pantofolai), ricevete quel bellissimo messaggio che dice "sks nn si fa più niente xoxo" e vorreste quasi piangere dalla gioia?! Perché effettivamente voi non siete mai neppure usciti dal vostro comodissimo letto e siete ancora in pigiama?! No??? Come no???? H O W Ecco, era esattamente così che si era sentito Arturo Maria quando aveva ricevuto il messaggio via gufo da parte di Amalie che lo informava, causa "impegni dell'ultimo minuto", di dover annullare la loro sessione di studio. What a great time to be alive.
    Sia chiaro, la Shapherd sembrava una personcina apposto anche se un po' invasata e una gattaraTM e Turo era felice di avercela come tutor... era lo studio la nota dolente! Proprio non gli andava a genio l'idea di dover sacrificare i suoi pomeriggi per ripassare ora quella, ora quell'altra materia e aveva spesso tentato si dissuadere la bionda dal perdere tempo con lui quando anch'ella aveva cose ben più importanti a cui pensare piuttosto che alla sua causa ormai persissima (sai, tipo i gatti da curare, nuovi cori da progettare degni della nomina di capo ultras che si era fatta, quella specie di fidanzato che aveva, le amiche... ah sì, anche studiare per i MAGO ormai dietro l'angolo, giusto) ma niente da fare: Amalie ripeteva sempre che un impegno preso era praticamente una parola data e lei manteneva le promesse (che suonavano sempre vagamente come minacce, help) quindi non era mai riuscito nel suo tentativo di giocare d'astuzia (ma chi, lui?!) e si era rassegnato al fatto che, almeno fino a giugno, avrebbe dovuto quanto meno provarci e impegnarsi, anche solo per ripagare la (povera) Amalie che tanto si impegnava con lui. Bisogna sottolineare come avesse sempre fallito miseramente anche lì, comunque: i suoi sforzi non erano mai stati sufficienti (o sufficientemente sinceri) e forse anche la Corvonero ormai se ne era convinta perché lungi da una Shapherd convinta di potercela fare annullare una sessione di tutoring con così poco preavviso! Eppure lo aveva fatto e... Arturo sorrise soddisfatto, anzi praticamente euforico, per quel pomeriggio libero appena guadagnato!

    Si era goduto il resto della mattinata e il pranzo con una serenità addosso pari a quella provata alla fine di ogni partita di Quidditch (perché sì, okay, magari gli piaceva anche giocare ma la MorteTM era sempre dietro l'angolo quindi riuscire a mettere i piedi a terra chiamava da sé innumerevoli preghierine e ringraziamenti al cielo per averlo aiutato a sopravvivere) e poi aveva organizzato dei giri per quel pomeriggio: aveva rimandato la cosa per troppo tempo ma ormai iniziava a disegnare praticamente con le dita e col sangue, poiché le matite che di solito utilizzava si erano ridotte all'osso e non poteva più posticipare quell'impegno, doveva necessariamente recarsi nella cosa più simile ad una cartolibreria avessero i maghi per fare nuovi acquisti. Il problema, per lui, era che i materiali magici da disegno non lo soddisfacevano tanto quanto quelli babbani: lui era un amante del classico, delle matite con mina B dal tratto scuro e adatto alle sfumature che caratterizzavano i suoi disegni; dei fogli ruvidi e non delle pergamene dove il tratto scivolava via e i chiaroscuri non avevano la stessa profondità; delle gomme morbide che a malapena cancellavano il tratto ma, infondo, erano usate solo per ammorbidire il tutto e sfumare ancora meglio. Già, i materiali babbani erano il top per Turo ma in quel frangente aveva ben poco da fare lo spocchioso: o si accontentava di quello che Hogsmeade aveva da offrire o ben presto sarebbe rimasto senza materia prima per disegnare. Poteva recapitare un gufo a casa e chiedere ai suoi genitori di mandargli una bella scorta di matite e colori, penseranno alcuni, ma la verità era che scrivere ai coniugi Hendrickson era quasi peggio che usare grafite magica, secondo il Serpeverde. Se per limitare al minimo le interazioni con la famiglia doveva accontentarsi dei prodotti trovati nel villaggio magico... beh, tutto sommato aveva proprio voglia di una passeggiata all'aria aperta hihihi *fake laughter*

    Non aveva contato di... perdersi, ecco. I piani erano semplici: andare a Hogsmeade, individuare un negozio di articoli di cancelleria, compare il minimo indispensabile e tornare al castello per rifugiarsi in cortile e perdersi nei suoi scarabocchi fino all'ora di cena. So far, so good. Arrivato al villaggio, solo soletto perché quelle commissioni andavano fatte in pace e tranquillità, si era districato, non senza fatica, tra una vetrina e l'altra di quei negozi che avrebbe dovuto ormai conoscere dopo anni di permanenza al castello, ma ai quali non faceva mai veramente attenzione e, di conseguenza, gli risultavano sempre nuovi. Tra un negozio di animali e un pub per maghi di mezza età, alla fine, aveva scorto ciò che gli interessava e aveva speso lì dentro più galeoni di quanto contasse di fare; altro contro dei materiali magici: costavano un fottìo. Gli erano rimasti soldi sufficienti per un ultimo pit-stop, però! E così, soddisfatto di quella scoperta (ma non dei suoi acquisti) aveva preso posto ad un tavolino all'aperto di uno dei punti di ristoro più vicini e ordinato una fetta di torta fatta in casa e del succo di zucca.
    Non contava di rimanere seduto lì per ore ma gli era successo come spesso capitava: aveva aperto il blocco da disegno e chiuso fuori il resto del mondo. Con la scusa del "voglio provare i nuovi materiali e vedere se sono davvero fighi come dice altrimenti glieli riporto a quel mago da strapazzo !!!" aveva iniziato un piccolo ritratto del villaggio e dei suoi abitanti e, ben presto, comunque più presto di quanto avesse realizzato, erano passare tre ore. «Cavoletti.» borbottò sotto voce, mettendo via tutto e sistemando la tracolla della borsa in pelle su una spalla. Doveva tornare al castello in fretta perché lo stavano aspettando!! Aveva promesso ad uno di terzo anno che avrebbe fatto per lui un ritratto e... no, okay, i dettagli non li aveva captati ma gli bastava sapere che il cinnetto lo avrebbe pagato a sufficienza, quindi doveva muoversi e tornare al castello.
    Da lì la brillante idea di /usare una scorciatoia/ che aveva fatto solo una volta in vita sua, in compagnia di Charles, ma che era sicuro si ricordare benissimo.
    (Spoiler, non ricordava un cavolo.)
    E gli erano bastati due nanosecondi per rendersene conto.
    Si guardò intorno, facendo vagare lo sguardo ceruleo a destra e sinistra mentre deglutiva nervoso, registrando i dintorni sconosciuti e... «whyyyy» era finito in Dark Street? Era finito in Dark Street. Aveva la minima idea di come tornare sulla via principale di Hogsmeade per tornare al castello? Ah ah ah. Nope. Poteva chiedere a qualcuno le indicazioni? Beh... altra occhiata in giro mentre rifletteva e okay, nope parte due. Nessuno lì aveva una faccia raccomandabile, magari se faceva finta di niente e si faceva piccolo piccolo poteva sperare di andarsene senza che gli succedesse nulla.
    «..PRENDETE QUEL MAGO»
    Oddio, ce l'hanno con lui?!
    «AAAAAHHH» ecco lo stavano per molestare (possibile, magari non come pensava lui ma era pur sempre sua sorella, sooo, era inevitabile la cosa), ne era certo. Urlare era stato un riflesso incondizionato nel sentire una mano stringersi contro il suo braccio, lo aveva allarmato ancora più della spallata ricevuta. Insomma, non un cuor di leone il nostro Turo.
    Continuava ad urlare anche mentre l'altra persona, un mago che non riconosceva, urlava a sua volta.
    «AAAAHHHH - cos??»
    All'improvviso, così come era nato, l'urlo si spense. «Che succede?» era perplesso, e per capirlo bastava guardarlo in faccia osservare la sua espressione frastornata e confusa. Strabuzzò gli occhi mettendo a fuoco la persona di fronte a lui - un ragazzo che sembrava avere più o meno la sua età? ma non lo aveva mai visto ad Hogwarts, di questo ne era certo - senza mollare la presa solida dalla tracolla; non era sicuro al centro percento di potersi fidare di lui.
    Anzi, non si fidava punto e basta. Chi era quel pazzo che urlava in quel modo?! In mezzo a quella via piena di.... personcine poco raccomandabili?? Era un kattivone anche lui??
    Meglio stare in guardia. (Rido, avrebbe avuto la stessa reazione se davanti avesse avuto la vera Amalie ♡)
    «Chi ti ha rubato cosa??» Nello sguardo azzurro di Arturo c'era sospetto, non si sarebbe fidato del primo sconosciuto beccato in un vicolo buio!!! (cit.) Come faceva ad essere sicuro che non fosse lui ad aver rubato qualcosa a qualcuno e lo stesse usando ora come diversivo (?) per darsi alla fuga?! AH! Ti è andata male, non hai beccato mica un fesso!
    *narrator* infatti aveva beccato un vero idiota.
    17 | slytherin | vi
    chaser (captain) | artist
    #whatsgoingon
    dark street | Hogsmeade
    © neinhydra | insp.


    Edited by (cry me a) mojito - 27/10/2020, 17:00
     
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    Ormai, arrivata a quel punto della sua vita, la ragazza avrebbe dovuto capirlo: il fato non era dalla sua parte, mai. Evidentemente venir privata del proprio corpo da un vecchio chiaramente affetto da demenza senile - perchè no, la ragazza non era disposta ad accettare che una persona potesse esser così cattiva gratuitamente - e trasformata in un uomo non era abbastanza, e così ecco l'ennesimo scherzo del destino: tra tutte le persone presenti lì a dark street, a chi aveva afferrato il braccio presa dalla confusione e dall'urgenza dettata dal momento?? Avrebbe preferito di gran lunga un criminale pluriomicida o un mercenario disposto ad aiutarla solo in cambio di una ingente somma di denaro, chiunque dei classici stereotipi di mago in cui era semplice imbattersi in quella zona della città, ed invece contro ogni previsione possibile chi aveva beccato??? «aRtUrO?!» ma dio santo, perchè.
    Mentre il fratello era impegnato ad urlare come se ad afferrargli il braccio fosse stato un funzionario del ministero pronto a portarlo ad azkaban per chiuderlo in una cella e lasciarlo lì a marcire per sempre, la ragazza si concesse un secondo per alzare gli occhi al cielo e ringraziare chiunque fosse lì su per l'ennesimo colpo basso. Non Hyde, non Jekyll, non Run: tra tutti i fratelli a disposizione, ovviamente le era capitato lui. Seems fair. A questo punto le restava solo vederci il lato positivo: almeno era la sua versione adolescente, e non River: lì si che si sarebbe preoccupata. «hai...finito?» no beh, per capire: in caso contrario avrebbe continuato a tenere le mani a coprire le orecchie. «Che succede?» e qui qualunque persona normale avrebbe risposto con dov'è bugo? ma sfortunatamente amalie era una persona triste e non seguiva queste cose babbane, quindi si limitò a valutare se fosse il caso di dire o meno al ragazzo la verità. Una parte di lei avrebbe preferito di gran lunga risolvere la cosa senza farlo sapere a nessuno dei suoi conoscenti, e tornare al castello solo a situazione risolta, eppure... e se non ci fosse riuscita da sola?? Certo, avrebbe potuto dare una pacca sulla spalla dell'hendrickson, rassicurarlo con un "scherzavo, tutto ok puoi andare volevo solo controllare i tuoi riflessi" (#cos) e andarsi a cercare un altro aiutante ma... il tempo stringeva, e più rimaneva lì senza far nulla e più diminuivano le possibilità di riavere indietro il proprio corpo. E in caso di fallimento sarebbe dovuta tornare a scuola così, e come glielo spiegava poi ad arturo il perchè l'avesse prima placcato in strada e poi ignorato???? «Chi ti ha rubato cosa??» Fece un profondo sospiro, accettando già dentro di sè la possibilità di rimanere in quello stato per sempre: sapeva che ormai era troppo tardi per rincorrere il vecchio in strada. Toccava giocare d'ingegno ed iniziare le ricerche in pieno stile detective (?) «il mio corpo! un vecchietto mi ha lanciato un incantesimo dopo che l'avevo aiutato a rialzarsi per strada e ORA SONO UN RAGAZZO!» e voleva un po' tanto morire «non mi riconosci proprio per niente?? nemmeno un pochino????» i capelli biondi??? gli occhi azzurri tendenti al grigio??? no?????? nemmeno il modo in cui gli rivolgeva domande alle quali sapeva che il ragazzo non sapesse rispondere, ma non per questo perdeva la speranza nel fatto che potesse riuscirci?????? «sono io!» tua sorella «amalie!!!» Se si fosse messo a ridere, era pronta a picchiarlo: non si sarebbe mai definita una persona violenta, ma doveva ammettere di avere i suoi momenti..come dire...speciali, come sugli spalti del campo da quidditch quando a giocare erano i corvi, o in quest quando c'era bisogno di far fuori tutti per uscirne vivi. Dunque, prima che in quella strada potesse consumarsi un fraticidio, gli puntò un dito al petto e «non ti azzardare a ridere, è una situazione critica» e speriamo che arturo si accorga di come gli occhi della ragazza stessero brillando in maniera creepy: quello di solito era il segnale per capire che non conveniva farla innervosire perchè non era più in sè «non hai la scopa dietro, vero??» ...ma effettivamente, perchè mai doveva andarsene in giro con la scopa «...fai finta che non l'abbia detto, è che sono un po' nel pallone» come avrebbe fatto ad acchiapparlo????? «è solo che.... è corso via così velocemente!! mi ha colta alla sprovvista, pensavo avesse, tipo, cent'anni e, per di più «era appena caduto in strada!!! dio santo, ma quale anziano non si spacca le ossa dopo una botta simile???» tutte a lei, tutte a lei.
    Cercava di non darlo a vedere, amalie shapherd, ma la realtà era che avrebbe potuto tranquillamente entrar a far parte del club della sfiga nera insieme a gideon e behan.





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    «aRtUrO?!»
    Lo riuscite a sentire quel /gulp/ riecheggiare nella strada buia e poco trafficata di Dark Street? Ebbene si, era proprio il giovane Serpeverde che se la faceva sotto che affrontava l'improvvisa consapevolezza che quel mago sconosciuto sapeva il suo nome. Come?! Chi era? Cosa voleva da lui? Non lo aveva mai visto prima in vita sua!?!! A.I.U.T.O.!
    Strinse più forte la tracolla appesa su una spalla, indietreggiando di qualche passo per divincolarsi dalla presa di quel biondo, invasato e vagamente stralunato. Voleva allontanarsi il più possibile da lì, quel tipo gli ispirava davvero poca fiducia. E se fosse stato un pazzo criminale evaso da Azkaban? E se avesse cercato di fArGlI dEl MaLe?! (Ipotesi non da scartare, probabilmente Ams stava già immaginando cento modi per fare fuori suo fratello ma whatevs, lui non poteva davvero saperlo)
    Chiuse di scatto la bocca a quel «hai...finito?» detto molto deadpan (woooow, effettivamente così Amalie somigliava molto ad Hyde #cosa?cosa.) e lanciò due o tre colpi di tosse, seguiti da un appena sussurrato «...ho finito» prima di farsi coraggio e chiedere, a voce più alta, cosa fosse successo. Non si fidava ancora (!!) ma voleva comunque sapere cosa mai avesse spinto quello sconosciuto a braccarlo così, in mezzo alla via, e urlargli di fermare quel (quale?) mago. Arturo, allungando il collo nella direzione indicata, non vedeva nessunissimo mago in fuga. Assottigliò lo sguardo, studiando il biondo. Che si stesse per caso prendendo gioco di lui? «Amico, se è uno scherzo non è divertente.» Andiamo, la storia del “vecchietto che mi ha rubato il corpo gne gne gne” era così assurda che solo un vero idiota ci avrebbe potuto credere! Ma per chi l'aveva preso? (*rumore di grilli in sottofondo*)
    «I “vecchietti”» disse, mimando le virgolette con entrambe le mani, «non ti affatturano se cerchi di aiutarli. Dì la verità, cosa stavi cercando di fare?! Derubare un povero innocente?» Inaccettabile! Che mascalzone villano. «Non farò il tuo gioco, non ti aiuterò ad acciuffare un povero vecchio affinché tu possa derubare lui... e anche me!» Perché se era un malintenzionato non c'era da escludere l'ipotesi che volesse derubare anche lo spagnolo! Ay, Dìos mio. Lo studente in questione incrociò le braccia al petto, rifilando l'ennesima occhiataccia poco convinta al biondo, certo che riuscisse a leggere in essa tutta la sua diffidenza. Ma quell'altro non voleva demordere. «Non mi riconosci proprio per niente?? nemmeno un pochino????» «Dovrei..?» chiese, l'indifferenza incrinata solo in parte dalla possibilità che lo conoscesse davvero. Ma no, Turo non era il tipo di persona che dimenticava facilmente un volto ed era certo di non aver mai visto quel ragazzo prima di quel pomeriggio. Lo informò della cosa e poi aggiunse: «Questo gioco con me non attacca.» Ah no?
    Si lasciò sfuggire una risata incredula nell'udire quel nome: sì, certo, e lui era la Regina Elisabetta II. «Non mi sembri affatto il tipo dello Skylinski, mi dispiace amico.» (e invece.)
    Forse non piacque, a quel pazzo, il modo in cui Arturo lo aveva sbeffeggiato – aveva ferito i suoi sentimenti? aveva una cotta per Barry e per questo andava in giro fingendosi la sua patata? oh boi – perché lo vide avvicinarsi a lui con aria minacciosa, un dito puntato al petto, mentre gli intimava di non ridere. «Hey, calmati...» anche se... oh mio Dio....... OH MIO DIO. Oh MeO dEo «Amalie??????» Nessuno poteva minacciarlo in quel modo e procurargli la stessa pelle d'oca come riusciva la ragazza (#trigger2043 che non sapeva di avere); neppure la Queen gli faceva così paura. «Amalie... sei davvero tu???» oh boi, pt due. «Giuro che non volevo ridere!!!» Sia mai che lo affatturasse per quella mancanza di rispetto #help «Ma perché non l'hai detto subito!!!!!» ...vabbè, non ce la può fare.
    Scosse la testa con veemenza, non era quel tipo di giocatore, che si portava la scopa o la mazza ovunque. Jeez, ora che la (lo???) guardava meglio, era innegabilmente sua sorella la sua tutor: stessa espressione invasata, stessa aria stressata, stesso tic nervoso all'occhio. Quella non era solo un'Amalie, era un'Amalie sull'orlo di una crisi di nervi. «*gulp*» eccolo di nuovo, quel rumore sordo di saliva che veniva mandata giù insieme all'ansia e alla paura – non più di uno sconosciuto random che lo aveva braccato in mezzo alla via più malfamata di Hogsmeade, ma di una ragazza che conosceva fin troppo bene (meglio di quanto credeva) e che lo aveva sempre /lowkey/ terrorizzato.
    «Perché mai un anziano avrebbe dovuto farti... questo?» Chiese, mentre indicava con una mano l'intera figura della ragazza... del ragazzo? Si, vabbe, insomma. «Ce n'è di gente pazza in giro.» Si accorse troppo tardi di aver lanciato, involontariamente, un'occhiata in direzione della Shaperd nel pronunciare quelle parole, così si affrettò a cambiare argomento. «Quindi, fammi capire... hai aiutato un vecchietto a rialzarsi da terra e lui per ripagarti ti ha trasformata in un ragazzo?» ZANZAN, sorpresa di scoprire che ha capito tutto? (si anche noi.) «Ma non sappiamo il perché. Mh. E ora è fuggito da quella parte?» *dito in direzione di un punto non meglio precisato della via* «Come ha fatto a scappare così velocemente? Wow.» Bastava poco per distrarlo, evidentemente, perché ora Arturo non riusciva a smettere di pensare al vecchino sprint che era fuggito via portandosi dietro la vera Amalie. «Oh... pensi che se non riusciamo a beccarlo rischi di rimanere così per sempre?» onesto, onestissimo, ma rude. Non voleva fare l'insensibile ma era proprio una curiosità genuina la sua.
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    «I “vecchietti”» o meo deo, le toccava davvero star lì ad ascoltarlo mentre puntualizzava l'ovvio? Rassegnata ormai ad un triste e buio destino da uomo, la shapherd incrociò le braccia al petto nell'attesa che finisse di parlare, un sopracciglio sollevato (ma si sollevava comunque bene come sapeva far lei, in quel corpo??? kissà, sicuro che con quella faccia fosse meno giudichevole #cos) in attesa che turo chiudesse la bocca «non ti affatturano se cerchi di aiutarli. Dì la verità, cosa stavi cercando di fare?! Derubare un povero innocente?» ... venir accusata di essere una ladra le mancava proprio alla lunga lista di casini capitati nei suoi brevi vent'anni di vita. Rubare, lei! Sarebbe scoppiata a ridere di gusto, se solo quella situazione non fosse stata così maledettamente stressante «Non farò il tuo gioco, non ti aiuterò ad acciuffare un povero vecchio affinché tu possa derubare lui... e anche me!» «so che il cappello ti ha smistato tra le serpi, ma azzarderei quasi a dire che si è sbagliato» sembrava proprio avercelo scritto in testa, il "GRIFONTONTODORO" a caratteri cubitali. O forse no, e schermato sotto quelle frasi da coraggioso si celava un ragazzo terrorizzato, ma hey già il fatto che non fosse fuggito via a gambe levate era un buon segno!! Ad amalie, fuori dal campo di quidditch (lì dove ogni santissima volta le avevano tolto l'anima: voleva un bene dell'anima a chelsey, ma sul campo ogni legame passava in secondo piano rispetto alla SQUADRA!!! E guidare la tifoseria dei corvi richiedeva il doppio della fatica, quando in campo c'era anche la squadra rosso oro) i grifondoro piacevano un sacco!!! In ogni caso apprezzava il coraggio del fratello, e la sua fiducia nel genere umano, così simile a quella della shapherd: anche lei, prima di quel pomeriggio, mai e poi mai avrebbe creduto che un vecchino sarebbe stato capace di un gesto simile. Niente da fare, amalie sapeva che dal giorno successivo non sarebbe più stata la stessa, ed avrebbe avuto sempre un po' più di timore a proporsi agli anziani come aiutante per portar la spesa o prender loro prodotti dagli scaffali più in alto del supermercato.
    Arturo in ogni caso pareva irremovibile «Questo gioco con me non attacca.» «...magari fosse un gioco» sospirò affranta, consapevole che ogni minuto che passava era un minuto che la allontanava dal proprio aspetto originale. Non poteva crollare, non poteva crollare, non potev...«Non mi sembri affatto il tipo dello Skylinski, mi dispiace amico.» damn. Amalie normalmente non piangeva, (i suoi coping mechanisms di solito erano ben altri)(fase da gattara fuori di testa slash finta gemella ucraina della sua versione au?? triggered) ma... quel commento?? Li sentì subito gli occhi pizzicare, le lacrime minacciare di uscire ma...nope, lei non piangeva.
    non poteva farlo, altrimenti addio ogni possibilità di riappropriarsi del suo corpo! Doveva rimanere lucida, e per farlo non poteva di certo star lì a pensare a cosa barry avrebbe pensato di lei in quelle nuove vesti. Quindi MEGLIO PUNTARE IL DITO AL PETTO DI ARTURO E PROVARE A FARLO RAGIONARE!!!! Magari spaventarlo come faceva durante le ore di ripetizioni gli avrebbe fatto aprire gli occhi??? E infatti, esattamente due (2) secondi dopo, «Amalie??????» «eh» glielo stava dicendo da dieci minuti buoni!!!! «Amalie... sei davvero tu???» «E H!» l'aveva buggato?? chris vrs pg di pandi, a never ending saga «Ma perché non l'hai detto subito!!!!!» ecco, appunto. Alzò gli occhi al cielo, implorando - di nuovo - chiunque fosse lì su di darle la forza necessaria per rimaner calma e non perdere le staffe: nemmeno ad amalie piaceva psycho amalie. Eppure era lì, ed in quel momento fremeva per uscire, un po' come il suo hulk personale. «Perché mai un anziano avrebbe dovuto farti... questo?» a saperlo. Alzò le spalle rassegnata, consapevole che, anche se aveva convinto finalmente turo, ritrovare il vecchio sarebbe stato complicato «ti ho già detto tutto ciò che so, io lo stavo aiutando! penso questo fosse il suo.. ringraziamento?? in qualche strano e contorto modo» cosa ci fosse di bello nello strappar via ad una persona il proprio aspetto era proprio un mistero, ma si sapeva che ad una certa età le persone diventavano strane «Ce n'è di gente pazza in giro.» ... e questo era verissimo: lei stessa rischiava di diventarlo, se fosse rimasta ragazzo più a lungo del necessario.
    Annuì alle parole del ragazzo, sollevata - e quasi sorpresa? sks turo tvtb - dal fatto che, finalmente, sembrasse aver capito la situazione «Come ha fatto a scappare così velocemente? Wow.» .. questo era un mistero anche per lei «...non lo so, ero distratta a specchiarmi in una vetrina ed urlare» oh, la sua era stata una reazione naturale e più che giustificata!! «...pensi che se non riusciamo a beccarlo rischi di rimanere così per sempre?» .... «rassicurante eh» lei ci provava sempre a trovare il lato positivo: sapeva che le cose potevano andar male, davvero male, ma a farla andar avanti era la speranza che, in un modo o nell'altro, si sarebbero sistemate.
    Era sopravvissuta al dolore per la morte dei suoi genitori, e a quello del decidere di abbandonare i propri fratelli.
    Era sopravvissuta a dei genitori orribili, in quella nuova vita
    Era sopravvissuta per mesi in un universo alternativo senza alcuna certezza che un giorno sarebbe ritornata nel proprio, dalle persone che amava.
    Era sopravvissuta alla morte della sua migliore amica, e del ragazzo che amava.
    E, in qualche modo, era ancora lì. Serena. «si risolverà anche questo, ne sono sicura» non troppo in realtà, ma non poteva che sperarci «...e se non ritroverò mai quel mago, imparerò a vivere così» alzò le spalle rassegnata, lentamente accettando la possibilità che quella situazione sarebbe potuta diventare permanente. poteva aver sclerato all'inizio, e rischiato di avere una vera e propria crisi di nervi ma.. come già detto, era sopravvissuta a molto peggio. Un corpo da uomo, in confronto, non era poi un problema così grave «o magari è tipo.. a tempo?? è troppo sperare si risolva tutto da solo in qualche ora??? tipo uno shampoo colorato, che dopo qualche lavaggio va via» #no





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    Gli occhi spalancati e la bocca semi dischiusa, Arturo fissò per un lungo, lunghissimo istante il viso sconosciuto di quella che avrebbe dovuto essere la Shapherd; e a conti fatti in qualche modo lo era, dal capello biondo agli occhi grigio-azzurri, all'espressione sconsolata che si poteva scorgere dietro quella più impanicata, frutto dell'urgenza di ritrovare il mago che l'aveva privata del proprio corpo. Ma, soprattutto, era Amalie perché solo lei, se si escludeva sua sorella Rosie, sembrava sempre conoscerlo un po' meglio degli altri; chissà come mai, poi! Ma tant'è, e anche quel pomeriggio Amalie aveva dato prova di SapereTM. «Co- come lo sai?» La voce bassa, e la testa leggermente inclinata verso quella della Corvonero, quasi come se quello di cui stavano parlando era un segreto segretissimo che andava tenuto al riparo da orecchie indiscrete. Come faceva a sapere che il Cappello aveva titubato fino all'ultimo, volendolo smistare nelle file giallo-nere? Come lo sapeva?!!??!! Perché era di quello che Ams parlava, no? Altrimenti di cosa...? Come al solito, non ci arrivava, e quella specie di insulto rimase incompreso al povero spagnolo, che continuò a fissare con occhi sgranati la giovane di fronte a lui.
    Beh, tecnicamente, il giovane di fronte a lui. Oh, per la barba di Merlino, com'era complicata quella situazione!!
    Però... portò una mano sotto al mento, quella che non teneva ancora una salda presa attorno alla tracolla della borsa, e iniziò a pensare studiando quella versione di Amalie così... particolare! Strana! Oh, sì! Sarebbe stato il plot perfetto per uno dei suoi fumetti! La supereroina che veniva maledetta dal suo acerrimo nemico e costretta a vivere per... vabbè, tot giorni (i dettagli li avrebbe definiti poi) in un corpo estraneo, uno che nessuno dei suoi amici più cari, o dei suoi amati, avrebbe riconosciuto! E per tornare alla sua vera forma avrebbe dovuto compiere un faticoso viaggio introspettivo all'insegna della scoperta di se stessa e avrebbe fronteggiato le sue paure più remote, i suoi dubbi più grandi, i suoi - «si risolverà anche questo, ne sono sicura» Ah, ma pensa: si era distratto. Ripercorse velocemente la loro conversazione fino a quel momento, cercando indizi nella storia di Amalie che potessero aiutarli a capire il perché di quel gesto («era un folle», e quello lo avevano appurato) o come far tornare la ragazza alle sue sembianze originali. C'era un motivo, però, se Arturo non vinceva mai quando giocava a Cluedo: faceva schifo a cogliere gli indizi. Si strinse nelle spalle, provando a comunicare silenziosamente ad Amalie quella consapevolezza, senza affidarsi a parole inutili perché... beh, perché in qualche modo l'altra lo capiva sempre. Come se le lunghe ore di tutoring gli avessero permesso di sviluppare una sorta di linguaggio non verbale con cui potevano tranquillamente comunicare tra loro.
    Sì, insomma, quello o il fatto che fossero stati fratelli praticamente in simbiosi in un'altra vita e avessero passato gran parte di essa a preoccuparsi quotidianamente per il resto della famiglia dividendosi responsabilità e doveri da fratelli maggiori #whatever #nobigdeal
    Ma nello sguardo azzurro Turo cercò di convogliare tutto il suo dispiacere, perché proprio non aveva idea di come aiutare Amalie, se non continuando a fare domande stupide – perché era quella, in apparenza, l'unica cosa che sapeva fare – nella speranza di sbloccare qualche ricordo, o qualche dettaglio, rimasto nascosto fino a quel momento. Ma non sembravano essercene.
    Forse avrebbe fatto meglio a chiedere a qualcun altro, a rivolgersi ad uno dei suoi concasati – sicuramente più esperti in questo genere di incantesimi o – o, perché no, direttamente alla loro mamma prof Winston! Lei avrebbe saputo sicuramente cosa fare, o quale controincantesimo consigliare ad Ams, o quale pozione far preparare dalla Quinn per annullare il sortilegio. Insomma, al castello avrebbe trovato sicuramente una (1) persona che facesse al caso suo e invece... «io non... mi dispiace...?» non solo era inutile perché di quel genere di maledizioni aveva letto solo nei libri – di fantasia, tra l'altro, neppure a dire che fossero quelli di scuola! - ma era anche la persona meno adatta per aiutarla alla caccia al vecchietto, soprattutto se per trovarlo andavano formulate ipotesi, fatte teorie, studiati indizi. Lui era più il png dei videogiochi che ti da informazioni assolutamente inutili sulla città che stai visitando mentre viaggi in cerca delle palestre pokemon, mica era quello che dava i consigli utili !! o che ti diceva dove andare per salire di livello e cose simili !! Povera Ams.
    Ancora una volta, la guardò con aria mesta, sforzandosi però di rivolgerle anche un sorriso per non farla sentire troppo giù di morale: doveva essere proprio una situazione del cavolo, incastrata in un corpo maschile, sconosciuto, e in modo così improvviso. Non voleva perdere alcun arto e quindi non l'abbracciò, ma tentò comunque di infonderle un po' di ottimismo (quale? Che lui non ne aveva un briciolo? Boh.) «Eh già... sarebbe bello. Ma magari è così? E' davvero uno shampoo magico? Cioè.. non davvero uno shampoo. Ma magari... basta lavarlo via? E se ne va?» Il pipino, ma anche il sortilegio. «Cioè... magari ti basta una doccia ed è fatta.» I consigli, quelli davvero molto utili. Ma ci stava provando!! Non ad essere d'aiuto, quello poteva anche provarci ma raramente gli sarebbe riuscito, quanto più a darle abbastanza cose positive su cui concentrarsi in modo da non farla diventare hulk-amalie, e farle mettere a ferro e fuoco il villaggio pur di ritrovare il vecchio. Aveva un po' (tanta) paura.
    «Magari voleva solo farti prendere uno spavento...? Che vecchino burlone.» Si sforzò di cacciar via una risata, ma suonò davvero troppo tirata e falsa: non ci credeva manco lui. «Come quella volta che Charles ha trovato il flacone di crema che cambia i connotati e ha pensato bene si spalmarmela in faccia per provare e...» poi, ad un tratto: un memorabile (cit.)
    Nella testa di Arturo stava prendendo forma un'idea (una singola ma potenzialmente utile idea *meme di strange col dito indice alzato*) rimase in silenzio ancora per qualche secondo, perché era davvero una cosa assurda, ma... poteva funzionare?? Dai, era quasi certo che funzionasse. Riportò lo sguardo a focalizzare l'attenzione sulla compagna di scuola, per poi informarla che «la crema è nel mio baule.» E magari offrire una sorta di spiegazione, che dici? Scosse la testa e continuò. «Ho vinto una... una specie di crema. Un flaconcino di roba che profuma di rosa e chiodi di garofano e-» l'occhiata della Shapherd lo spinse ad andare oltre, «giusto, le cose importanti. Quindi. E' una crema che cambia i connotati delle persone. Cioè, davvero, solo i connotati.» Insomma, non era un vero e proprio rimedio ma più una soluzione temporanea alla cosa? «Puoi prenderne un po' e.. non lo so, magari nel frattempo trovare una soluzione più efficace.» Fece spallucce, perché davvero: a lui la crema non serviva poi così tanto e non la utilizzava da mesi, ma anzi aveva dovuto nasconderla agli occhi dei suoi compagni per evitare che gli giocassero ulteriori scherzi. Quindi Ams era la benvenuta, nel caso avesse deciso di accettare. «Sarà strano, credimi -» la faccia in un modo, il corpo in un altro? Davvero un'esperienza mistica. «ma almeno puoi tornare al castello e fare.... sì insomma, quelle cose che fate voi*» *studenti, corvonero, persone normali: ricerche.
    «Scusa, non ho altre soluzioni. E non credo che iniziare a correre per tutta Dark Street, alla ricerca di un vecchio qualunque, sia un piano... valido Ma sapeva che, nel caso in cui Amalie avesse deciso di accantonare la stupida idea della crema, che non risolveva un bel niente, e avesse iniziato a correre davvero per tutta Dark Street.... beh, Arturo le sarebbe andato dietro perché quello era il genere di persona che Arturo Maria Hendrickson era: uno che correre senza meta pur di fornire supporto – almeno morale – a chi ne ha bisogno.
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