I'll stand by you (but not in a creepy way!)

[ouroblivion] nathan ft. you?

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    “Torna a Londra,” si era detto, “torna a casa e inizia a combinare qualcosa con la tua vita!”
    E avrebbe anche potuto funzionare, come pep talk, se a pronunciare (?? pensare??) quelle parole non fosse stato lui, Nathan Shine(-Clythorne), ma che ne so, qualcun altro, letteralmente chiunque altro! Perché la verità è che “the trouble with giving yourself a pep talk is, that deep down you know it's all bullshit” e lui ci credeva fortemente!! Non perché a dirlo (scriverlo) era stata Auntie Sophie (nda: sì, Nathan leggeva i libri della Kinsella.) ma perché lo aveva testato ripetutamente in prima persona. Non c'era mai stata una (1) singola volta in cui, dopo essersi fatto un discorsetto incoraggiante davanti allo specchio, ci avesse poi creduto e/o dato retta. Finiva sempre così con lui. “Nathan, dimostra di avere un autocontrollo ferreo” si rimproverava e poi, niente, finiva con lo spendere più soldi di quanti ne guadagnasse comprando libri (#relatable); “Nathan, cerca di comportarti da adulto e inizia ad assumere orari /umani/, smettila di fare il vampiro!” ma perché essere too mainstream e andare a dormire (come tutti) quando era buio?!?!? Meglio dormire di giorno, la notte era sempre più interessante (aka di notte si leggeva meglio, non c'erano madri e/o compagni di viaggio molesti che interrompevano i Suoi Momenti TM); “Nathan, trovati un lavoro vero e smettila di girare il mondo come un vagabondo” e poi si iscriveva alla gita organizzata dal gruppo scout del suo quartiere #cos
    Insomma, non c'era mai stata una volta che si fosse ascoltato. Dar retta a se stesso era una cosa che proprio non gli riusciva!
    Quando invece era sua madre a suggerirgli (trad. imporgli) qualcosa, beh... non poteva fare altro se non abbassare la testa e, zitto zitto, obbedire. In realtà ci provava davvero a fare il giovane emancipato ed indipendente ma poi finiva sempre con l'avere i sensi di colpa e, in un modo o nell'altro, col dare retta a Jenna. Anche perché a) Jenna non era una persona troppo svangaBolidi e, di norma, se gli diceva qualcosa era per il suo bene (#IloveUMum) e b) le faceva troppa paura quando si incazzava ed era bastato vederla assumere le sembianze di Satana quella volta che le aveva confessato di non esser entrato in squadra per avere gli incubi tutta la vita.
    Ma, vedete, la scelta che quel giorno lo aveva spinto fino a Wicked Park non c'entrava assolutamente nulla con Jenna Shine – che probabilmente lo avrebbe anche giudicato silenziosamente ma a fondo, se lo avesse saputo – ed era al 110% idea di Nathan. Chi poteva dirlo che “compagnia d'improvvisazione” non rientrasse nel calderone “combina qualcosa con la tua vita”?! Infondo, duh, era una cosa che si era detta da solo... non aveva delle vere e proprie regole. Tutto andava bene. Tutto era accettabile. Un po' come la bet, che si cerca sempre di aggirarla in qualche modo #saradocet Quindi se per lui il teatro rientrava in quella categoria, beh, rientrava in quella categoria.
    Anni e anni di Drama Club ad Hogwarts lo avevano preparato esattamente per quello.
    «Tieni. Questa è la tua parte, Shine.»
    A volte era Shine, alle volte era Clythorne. Raramente era Shine-Clythorne perché era veramente troppo per lui. Vi vu bi mami e papi ma potevate giocarvela a morra cinese e sceglierne solo uno!! Unbelievable.
    Lesse velocemente il copione, mentre una mano andava a districare i nomi che si formavano, puntuali come un orologio svizzero, nei capelli castani. Amava i suoi capelli, fin troppo, ma erano veramente poco pratici?! Quella lunghezza del piffero che non puoi semplicemente lasciarla a fare swish liberamente ma non riesci nemmeno a catturare con un dannato elastico per capelli. Magari avrebbe cercato un incantesimo per allungarli di qualche centimetro perché tagliarli non era nemmeno lontanamente un'ipotesi. Comunque, il copione.
    La sua parte.
    La parte di quella (assurda) storia che avrebbero dovuto mettere in scena nel luna park – grazie direzione per aver accettato, altrimenti sarebbero rimasti personaggi in cerca di autore palcoscenico per chissà quanto altro tempo.
    L'idea alla base di tutto era molto semplice: il copione riportava a malapena un prompt (era familiare con la parola, ne aveva usati a bizzeffe per le sue fanfiction #wat) che l'attore in questione avrebbe dovuto mettere in scena gironzolando per il parco e molestando coinvolgendo gli ignari villeggianti. Si dice villeggianti? Vabbè, coloro che avevano scelto di passare una tranquilla (ah, ah.) giornata al Wicked Park. Erano stati avvisati, al loro ingresso quella mattina, che il programma di quel sabato prevedeva qualcosa di interattivo (e vagamente molesto, dai.) ma la maggior parte di loro, Nathan ne era certo, aveva pensato intendessero qualcosa come “quel tipo vestito da panda gigante verrà a scherzare e ridere con noi ah ah very funny (not funny at all)” e non “sarò la tua ombra e ti seguirò ovunque, anche in bagno, fino a che non deciderai di giocare con me” #creepymuch?
    Trovare qualcuno che stesse al gioco era stato più difficile del previsto e Nate aveva rischiato più volte di venir picchiato (o di beccarsi spray al peperoncino negli occhi) (chi diavolo va al luna park con lo spray al peperoncino!!) (vabbè ci sono studentesse che tirano coltellini per affinare la mira e hanno un machete nello zaino, che mondo bislacco) ma alla fine ce l'aveva fatta!! Aveva trovato la sua vittima qualcuno da proteggere!!!
    Perché la linea guida che gli era toccata era stata molto chiara: “Sei un angelo custode disposto a infrangere persino qualche regola pur di salvare il tuo protetto” e un angioletto, Nathan, sarebbe stato. Non era colpa sua se i demoni erano tutti gli altri!! #RUUUDE Nessuno voleva giocare con lui, come si fa?! Ma guardate che faccino tenerooo!! Non è molesto, giuro!
    Però alla fine ce l'aveva, il suo protetto ♥ Qualcuno da seguire in mezzo al parco, tra giostre e stand delle freccette, stando ben attento che non gli capitasse nulla!! Fino almeno al calar del sole quando tutti, attori e ignari partecipanti volontari che si erano generosamente offerti, si sarebbero ritrovati al centro del parco per l'atto finale.

    Quindi sì, stava seguendo (te? vuoi essere tu??) *qualcuno* perché, ad essere completamente onesti, era l'unico che non aveva minacciato di smembrarlo pezzo per pezzo o di giocare a Shangai con le sue ossa. O che aveva deviato dalla sua traiettoria manco fosse un rappresentante di compagnie telefoniche agli stand nei centri commerciali, diamine! Diciamo pure, sempre a onestà del vero, che il malcapitato (la malcapitata?) aveva provato più volte a seminare lo Shine nella folla ma lui era persistente e aveva sempre ritrovato il suo protetto! Era calato nella parte e l'unica cosa che gli mancava, in quel momento, era fluttuare intorno alla persona mentre gli ripeteva di stare attento, lo tirava per una manica per non farlo andare a sbattere contro le altre persone (?) e gli ricordava di non salire sulle montagne russe se era ancora sudato perché poi gli veniva il raffreddore (???)
    Non era molto sicuro di come avrebbe affrontato tutta la storia del /infrangere le regole/ ma probablmente avrebbe evitato di arrampicarsi sullo scheletro di metallo delle giostre per un salvataggio in extremis non era evan buckley o di far suonare l'allarme anti-incendio facendo scoppiare il panico generale, perché entrambe le soluzioni avrebbero portato decisamente a tutto il contrario rispetto a ciò che stava tentando di ottenere! Mica voleva far morire quella povera personcina prima del tempo (ovvero l'atto finale)

    ...Ah sì, non ve l'ho detto?! Colpa mia, piccolo passo indietro *rumore di nastro che si riavvolge*

    «Tieni. Questa è la tua parte, Shine.»
    Afferrò la pergamena sottile con trepidazione, sciogliendo in fretta il fiocco che la teneva arrotolata e scorrendo poi, con le iridi castane piene di eccitamento, le poche parole che vi erano state apposte.
    «Sei un angelo custode disposto a infrangere persino qualche regola pur di salvare il tuo protetto -» e fino a lì, tutto okay, sembrava molto divertente come cosa??? «- molto più del dovuto e come punizione sarai costretto a vederlo morire.»
    Angst!! A N G S T !! Tragedia !!!!!
    Il suo cuore da fangirl per tutto ciò che è Shakesperiano per poco non era scoppiato. Era il pRoMpT della vita!!! (Cioè, della morte in realtà, ma anche della vita!!!!)
    Era partito alla ricerca di un'anima pura da salvare (solo per poi vederla morire nella scena finale, che tragggggedia!) ancor prima che i suoi colleghi attori terminassero di leggere le rispettive parti.

    «Quiiiindi,» Quindi cosa? Boh, chissà cosa voleva chiederli. Voleva solo fare due chiacchiere con... ??
    Ehm... come si chiamava? Non ne aveva idea. Non si erano manco presentati! Nate si era limitato ad informare lo sconosciuto su quanto stava accadendo, della compagnia di improvvisazione eccetera eccetera, e gli aveva dato un'infarinatura veloce su ciò che avrebbero fatto insieme quel giorno (#cosa?cosa) e poi aveva iniziato a seguirlo quando, appunto, l'altra persona non aveva dato segni di volerlo particolarmente aggredire e/o mutilare. Da lì era iniziato il loro giro nel luna park ma Nathan non sapeva ancora nulla della persona misteriosa! Nemmeno il sesso sta diventando difficile utilizzare pronomi neutri damn
    Vi starete chiedendo se l'ignaro partecipante avesse idea di cosa lo aspettava alla fine della farsa... beh, effettivamente no in quanto Nathan aveva omesso quel piccolo dettaglio. Ma era per il bene della rappresentazione!?!?! Voleva che fosse tutto molto naturale; cosa c'era di più naturale dello sgomento di sapere che sarebbe morto di lì a poco?!
    Già poteva immaginare la scena:
    loro due, al centro della piazza, Nathan in ginocchio accanto al corpo quasi senza vita della persona che aveva fallito, la persona che avrebbe dovuto proteggere e che stava morendo; lei/lui sdraiato a terra e sfinito (dalla vita ma anche da Nathan molto probabilmente) che sperava solo tutto quello (la scena, probabilmente parte due) finisse presto. Il pubblico che si era pian piano radunato attorno alla compagnia completamente rapito dal pathos e quasi sull'orlo delle lacrime. Sperava che il suo protetto fosse un bravo attore, come minimo!!! Dovevano metetrci tutto in quel finale col botto!
    E poi quell'ultima parola, piena di dolore, di sentimento, di disperazione: «Peeerchééé??»
    (Già, peeerchééé me lo chiedo anche io mentre scrivo questo nonsense)
    E poi, infine, giusto perché doveva mettere anche in conto l'eventualità che l'altra persona non sapesse recitare (sacrilegio) avrebbe sussurrato: «Questa è la parte in cui muori.» Sempre pEr FiNtA eh. «Muori» appena un sussurro, mica poteva farsi sentire da tutti gli spettatoriii!!!

    Ah, sperava anche che la persona in questione non fosse particolarmente sfigata perché a) sarebbe stato muy difícil metterla in salvo dalle inside del Wicked Park e b) la morte doveva rimanere metaforica?!? FINTA?!?! Non fate scherzi. Niente Beh o Gid, per l'amor di Tosca.
    20 anni - ex tassorosso - "attore"
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    Edited by cinnamonroll - 4/10/2020, 19:24
     
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    «Sai che giorno è?» Disse Beltè saltellando per l'appartamento che condivideva da quasi un anno col suo compagno Jae. In risposta vide il ragazzo dubbioso mentre accarezzava il loro cane ma per fortuna il moro non si perdeva d'animo e continuò a scodinzolare a distanza.
    «Un aiutino?» si aprì in un sorriso mostrando il coniglietto che c'era in lui, quasi sveniva quando faceva in quel modo, il suo cuore aveva anche perso qualche battito, lo mandava completamente fuori. Gli si avvicinò e lo abbracciò da dietro «Oggi è la giornata a wicked park» gli diede un bacio sulla guancia per poi spostarsi di qualche passo «Dobbiamo andare sulle mele caramellate, le scope volante e - calmati Hyung. Io oggi non posso. Devo andare al ristorante.» Si vedeva che era dispiaciuto e lo percepiva pure e non poteva quindi neanche essere troppo infuriato per quel due di picche. Sapeva quanto fosse importante il ristorante per entrambi, si dedicavano con anima e cuore in quella gestione però un pochino di delusione la stava provando perchè erano da settimane che avevano deciso di recarsi al parco giochi, ma si era ripromesso di non farlo mai sentire in colpa soprattutto se l'imprevisto era dato per un impegno lavorativo. Sorrise così al proprio ragazzo «Non importa. Ci andremo un'altra volta»
    doveva trovare qualcosa da fare nel frattempo.
    «Perchè non senti Min-Kyung, potrebbe farti compagnia lui. Potrebbe essere un'occasione per voi di recuperare del tempo.» «Siiii.....lo chiamo subito» gli tornò il sorriso e di nuovo super agitato chiamò l'amico che accettò immediatamente. «Ha detto di si!»
    «Lo sapevo. A che ora avete fissato?»
    «Ora.»
    «Andiamo ti accompagno che ti perdi sennò Hyung.» lo conosceva davvero bene perchè nonostante fossero a Londra da diverso tempo aveva un'incredibile abilità di perdersi ogni volta che provava a girare per le strade, da solo. Il compagno al contrario sembrava sapersi orientare abbastanza bene tanto che accettò più che volentieri perchè era sempre un'occasione per stare insieme.

    E niente una volta arrivato al parco, provò ad aspettare l'amico, lo fece per diversi minuti perchè sapeva che probabilmente se Hoseok non l'aveva accompagnato anche l'amico si era sicuramente perso per le strade. Ma aspettare non gli pesava poi molto, poteva pensare a tutte le giostre che insieme avrebbero fatto e rifatto fino alla nausea, forse fino a vomitare era troppo ma sicuramente fino alla chiusura. Non sarebbe stato come stare insieme al proprio ragazzo, ma avrebbero sicuramente recuperato un giorno, perchè Beltè aveva sempre voglia del luna park. All'improvviso un ragazzo gli si piazzò davanti come se si conoscessero ma quasi sicuramente non era così «Sai, credo che tu abbia sbagliato kinese» disse senza mai smettere di sorridere, non era la prima volta che lo scambiavano per qualcun altro, spesso gli occidentali non vedevano le differenze e un kinese era sempre lo stesso ma con la capacità di spostarsi velocemente da un posto all'altro; lui lo trovava davvero divertente perchè succedeva anche a lui con gli inglesi. Ma il ragazzo sembrava convinto e lo aveva scelto per qualcosa che sinceramente il ragazzo non aveva capito, aveva ancora qualche difficoltà a capire quella lingua, ma quando gli aveva proposto di fare un giro aveva accettato. Se lo avesse saputo Ringo, altro che litigio, perchè tra le regole c'era chiaramente quella di non accettare le caramelle dagli sconosciuti o inviti come in quel caso, ma ovviamente non aveva rispettato questa piccola regola. Ma se non lo sapeva poteva anche farlo no? No, ma shh.
    «Io sono Tae Hyun-Jin, tu?» magari se si presentavano non era più uno sconosciuto e poteva fare un giro con lui. Assolutamente no, ma vabbè.
    «Quindi cosa dobbiamo fare?» Il kinese aveva problemi a capire un pochino tutto e la lezione di Nathaniel era stata la prova, infatti ancora oggi si chiedeva come poteva essere sopravvissuto. Comunque sorrise al ragazzo cercando di capire le sue prossime parole, almeno un minimo ecco.

    Stay gold
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    Tae
    Hyun-Jin
    when: 30 Dicembre
    where: Seul
    sign: Empaty
    status: TAKEN


    Edited by _You'remineBunny_ - 10/7/2020, 00:55
     
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    «Sai, credo che tu abbia sbagliato kinese»
    Troppo preoccupato dal cercare di convincere quello sconosciuto a fidarsi di lui, e a lasciarsi seguire per tutto il parco da un Nathan visibilmente emozionato, l'ex Tassorossso non aveva registrato le parole del ragazzo se non svariati minuti più tardi. Quando il kinese gli aveva infatti rivolto quell'affermazione, sorridente e per niente offeso, Nathan si era limitato a sgranare gli occhioni castani e a sorridere raggiante perché non lo stava cacciando via??? Davvero?? WOW! Era un gran bel traguardo, se si consideravano i tentativi precedenti!! Quindi aveva decisamente altro a cui pensare, il mago, come al fatto che finalmente (!!) aveva trovato il suo protetto per quel giorno; perché il ragazzo non lo aveva ignorato/allontanato/minacciato quindi valeva come consenso, giusto?! Giusto. Nathan lo aveva appena deciso, accollandosi al moro come una cozza fa con lo scoglio. Non lo avrebbe più lasciato, almeno fino alla fine della messa in scena. Gli voleva già bene!!
    Solo una volta tornato /vagamente/ in controllo di se stesso, sebbene fosse ancora su di giri per la cosa, ripensò al modo in cui lo sconosciuto aveva risposto al suo (molesto) «CIAO! Vuoi giocare con me???» (Beh, col senno di poi, avrebbe dovuto capirlo da solo che magari braccare in quel modo perfetti sconosciuti non era la maniera migliore, o che ispirava più fiducia, ecco.) Non gli aveva rifilato contro un "vai via, pazzo" né lo aveva guardato MalissimoTM, uno di quegli sguardi che prometteva di incenerirlo sul posto, ma anzi!! Aveva addirittura sorriso!! Wow. Sul serio, Nate gli voleva già bene. La risposta arrivò dunque in ritardo di svariati minuti, successiva a tutto il "ti spiego velocemente - forse troppo velocemente - il gioco sarà divertentissimo fidati di me", ma arrivò. Confusa, ma arrivò. «Uh, ma pensa. Sei kinese cosa? cosa. «Cioè, cinese. Non kinese!!» risata nervosissima, non voleva essere accusato di razzismo, anche se era stato l'altro il primo ad utilizzare quel termine!! «Credevo fossi... cioè, pensavo... mi sembravi coreano??» Chiese, ora meno convinto di quanto era stato inizialmente. Lui aveva passato parecchio tempo in Cina e in Corea, e aveva creduto di saper riconoscere chi veniva da dove!! Nathan non aveva mai accettato quelli che dicevano che gli asiatici fossero tutti uguali - erano proprio dei cAfOnI!! Equivaleva a dire che gli spagnoli e i francesi erano uguali agli italiani solo perché europei!! Assurdo. Quindi, insomma, Nate era convinto di saperli distinguere ma ora aveva paura di aver fatto un'enorme gaffe. E per rimediare fece la prima cosa che gli balenò in mente!! «Sei comunque bellissimo!!! Adoro i tuoi capelli!!!» sembravano così soffici!!! Chissa se poteva accarezzarli!! «Posso accarezzarli?» Un sussurro, appena un filo di voce, ma non riuscì a frenare quella stupida richiesta.
    Anche meno molesto, Nathan, please.
    «Comunque!!» Battè un paio di volte le mani, emozionato dalla situazione. «Non ho sbagliato-» kinese? Coreano? «ehm, asiatico Bella mossa, rimanere generico. «Cercavo proprio te!!!» ...che dicevamo riguardo l'essere molesti, Nate? Oh boy.
    Il mago sorrise raggiante in direzione e del nuovo compagno di (dis)avventure e poi, iniziando a muoversi insieme a lui, come fosse la sua ombra, aggiunse: «Cioè, non te te ma... vabbè... insomma!! hihi» Insomma cosa? Niente, in realtà, non sapeva semplicemente come uscire da quel vortice di imbarazzo e frasi vagamente moleste in cui si era incastrato. Voleva solo fare amicizia!! Di solito gli veniva più facile, in maniera meno disagiata. Si passò una mano tra i capelli più corti e più ricci del post precedente. «Quindi...» «Io sono Tae Hyun-Jin, tu?» Le loro parole si sovrapposero, ma la presentazione dell'altro gli ricordò che non si erano ancora neppure scambiati i nomi. Era così fomentato dall'idea di aver trovato un volontario (well, potato, potahto, questione di punti di vista) (magari non si era propriamente offerto ma non aveva neanche detto di no!) (ergo era un volontario) che si era dimenticato di fare la persona educata. Come era possibile!!?? «Hai ragione!» si colpì la fronte con un palmo ben aperto, dandosi dello scemo mentalmente. «Io sono Nathan! Tanto piacere Hyun!» Allungò la mano per stringere quella del kinese - ecco, ora non riusciva a pensare ad altro soprannome, help. - e poi aggiunse, a quel proposito, un «Posso chiamarti Hyun? Preferisci in qualche altro modo? Hai un soprannome particolare?!» No, l'imbarazzo ormai non c'entrava più nulla con il suo vomitare parole a raffica, era semplicemente Nathan che si stava pian piano abituando alla presenza dell'altro ragazzo e dava il meglio (peggio?) di sé, parlando a manetta, troppo velocemente per essere davvero compreso. «Allora, come mai qui al parco? Che fai nella vita? Io sono un attore!» Allargò le braccia come a dire duuuhh, come se fosse la cosa più ovvia del mondo (non lo era). «Quale giostra vuoi fare? Ti piace la poesia? Che ne pensi dell'ultima stagione di Doctor Who!?!? E quali sono le tue teorie riguardo-» si interruppe bruscamente nel notare l'espressione vagamente confusa sul volto di Hyun. Forse aveva detto troppe cose tutte insieme? Sua mamma lo rimproverava sempre al riguardo, in effetti.
    Lo capiva dallo sguardo del kinese che aveva qualcosa da chiedergli, ma non fece in tempo ad indagare su cosa fosse che l'altro esordì con un «Quindi cosa dobbiamo fare?» «...le giostre?» In che senso cosa dovevano fare?? «O se preferisci possiamo prendere dello zucchero filato! O le caramelle gommose!! NO, ASPETTA!» lo fermò con un braccio disteso, all'altezza del petto di Hyun, arrestandosi bruscamente «Bastoncini di liquirizia.» Se lo disse con un accenno di bavetta all'angolo della bocca? Beh... .
    «Sai che la radice di liquirizia fa be-nis-si-mo ai denti?! Andrebbe masticata spesso e- OH.» Già, oh. C'era arrivato con un leggero ritardo anche quella volta. «Intendevi cosa dobbiamo fare per la recita, giusto?» Dieci punti a Tassorosso. Contrariamente a quello che poteva sembrare, specialmente in situazioni come quella, Nathan Shine-Clythorne era davvero un ragazzo brillante e intelligente; solo che qualche volta (molto spesso) si lasciava trasportare dalle situazioni e tendeva a perdere leggermente di vista il suo obiettivo. Era uno, lo Shine, che quando faceva qualcosa ci metteva sempre il 150% di se stesso e questo, in alcuni casi, poteva tradursi in un'eccessiva eccitazione o fiumi di parole come quel giorno. Nel suo sproloquiare, infatti, non aveva prestato attenzione al suo nuovo amico, capendo ciò che veniva chiesto solo dopo qualche minuto. «Scusami, mi sono lasciato prendere la mano.» onesto, come sempre, e sincero. Si passò una mano tra i riccioli ribelli e sorrise a Hyun. «Prima di decidere cosa fare, ti rispiego brevemente -» vago gesto con le mani «- tutto.» Tutto cosa? Beh tutto tranne la parte finale della rappresentazione. Quella doveva rimanere segreta per essere il più veritiera possibile, Nate contava moltissimo sull'effetto sorpresa! «Oggi sarò il tuo angelo custode. Tu non dovrai fare nulla se non divertirti!» Si andava al parco divertimenti per quello, infondo, no? O per paccare tra uno stand e l'altro come gli #arcidan «Vedi, la mia compagnia teatrale di improvvisazione ha dato a ciascuno una... beh, una parte da recitare, chiamiamola così. Nel mio caso devo fingermi il tuo angelo custode e proteggerti dalle insidie e dai pericoli del Wicked Park.» Anche se, onestamente, Hyun gli sembrava un tipo abbastanza calmo e che difficilmente finiva nei guai. Chissa se si sbagliava. «Per esempio, vedi quel ragazzo laggiù?» Lo prese per un gomito e lo avvicinò a sé, invitandolo a dirigere le attenzioni su un punto poco distante da loro. «Da come si comporta immagino abbia beccato la parte del Maggiordomo sassy e sfinito dalla vita.» Rise a spese del compagno, nonostante riconoscesse il lato comico anche di quella sfida. «Io sono piuttosto contento della mia.» E, per sottolineare le sue parole, gli sistemò il colletto della giubba - voleva evitare che prendesse freddo (che c'è? Era entrato nella parte!). «Se riuscirai a sopportarmi tutto il giorno, allora nel pomeriggio potrai unirti a noi nell'atto finale! Tutti dovranno contribuire con una piccola scenetta. Dimmi, Hyun, come te la cavi con la recitazione?!» Non lasciò vacillare il suo sorriso ottimista neppure per un secondo, anche mentre chiedeva La DomandaTM. «Ma non preoccuparti, a prescindere da tutto, sei invitato al banchetto post messa in scena!» Chi avrebbe mai rifiutato cibo gratis?!
    «Aaaalloooora.» Congiunse le mani in preghiera, portando le dita ad indicare verso il basso, mentre con fare nervoso dondolava sui tacchi. «Se non ti ho definitivamente scoraggiato-» o molestato abbastanza. O terrorizzato. «Che ne dici di scegliere qualcosa da fare? Giostre o cibi diabetici?!» Ci teneva davvero a concludere quell'avventura insieme al kinese, ormai, si era già affezionato a lui!
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    Il ragazzo era molto confuso, lo era spesso da quando non era più in Corea e spesso rinunciava a capire ritrovandosi ovviamente nei guai. Per fortuna non era solo e il suo ragazzo - ancora non ci credeva che poteva definirlo tale - era sempre lì a tirarlo fuori dai guai anche se ultimamente sembrava riuscire a cavarsela abbastanza bene. Avrebbe detto lo stesso a fine giornata? Non era sicuro, ma avrebbe pensato poi come chiedere aiuto al fidanzato. «CIAO! Vuoi giocare con me???» ma non l'aveva già detto?! Lo guardò cercando di capire se poteva fidarsi, non che fosse una persona losca ma aveva promesso a Jae che avrebbe contato fino a dieci prima di accettare le richieste da parte di sconosciuti ed era fuori discussione che bastasse il nome per dire che era amico ( «Hyung per favore non tutte le persone che incontri vogliono esserti amico» -«Ma mi ha detto il suo nome» - «Non accettare niente da nessuno anche se ti dice il suo nome.» -«mmh...» - «ho capito. Almeno tieni questo fischietto. Usalo») ancora non sapeva bene l'effetto ma l'aveva sempre con sè perchè sembrava che Kook fosse più tranquillo nel sapere che l'aveva. A volte non lo capiva, ma sapeva che tutto quello che faceva era solo per proteggerlo, pensare che lui era quello più grande che doveva prendersi cura del minore. «Credevo fossi... cioè, pensavo... mi sembravi coreano??» uh ma dai, era bravo allora. Era raro trovare qualcuno che vedeva la differenza, non poteva che essere una brava persona. «Sei comunque bellissimo!!! Adoro i tuoi capelli!!!» «Uhh, grazie» dai era senza alcun dubbiouno scemouna brava persona. Adorava i suoi capelli! «Posso accarezzarli?»
    «Ehm...» come Swing aveva problemi però se qualcuno voleva toccarglieli, lui adorava i propri capelli e li curava davvero con amore, nonostante spesso cambiasse colore erano belli e forti. Grazie magia. Non voleva essere sgarbato così sorrise come di solito faceva per confondere gli altri e si spostò leggermente. Per fortuna sembrò distrarsi dai suoi capelli e tornare all'obiettivo principale: il suo coinvolgimento in un qualche gioco. Gli piaceva giocare e fare amicizia nonostante sapesse che non tutti la pensavano come lui, era certo che il ragazzo che aveva davanti non gli avrebbe fatto del male. forse.
    «Cercavo proprio te!!!» e poi cercava lui!! Era emozionato perchè nessuno lo cercava mai, era stato lui negli ultimi anni a cercare gli altri. «Cioè, non te te ma... vabbè... insomma!! hihi» forse questo poteva averlo ferito, ma alla fine non aveva davvero assimilato quella frase quindi non perse il suo sorriso ed entusiasmo. Sarebbero diventati ottimi amici, sempre se Jae non fosse arrivato come una furia a portarlo via. Il ragazzo era leggermente geloso.
    «Credo di non aver capito. Ma spero di poter andare bene lo stesso» Disse molto molto confuso perchè quel ragazzo era un vulcano di parole e di idee. Ovviamente lo apprezzava perchè era proprio come lui ma rimaneva comunque difficile stare dietro al nuovo amico capendo, purtroppo, la metà di quello che stava dicendo. Una cosa era certa, avrebbero fatto«le giostre. Mi piacciono.» era da molto tempo che voleva tornare al parco, avrebbe voluto Jae con sè ma alla fine avrebbe passato una giornata diversa e altrettanto divertente. Annuì a tutte le sue parole anche se ovviamente non era detto che avesse davvero compreso tutto quanto, però sicuramente non gli aveva detto che lo avrebbe ucciso. Vero?! Parlava veloce il ragazzo e forse non lo sapeva ma il kinese aveva difficoltà con la lingua e spesso si ritrovava ad annuire e sorridere per cortesia. Quella volta però era davvero contento perchè si prospettava una giornata divertente e poi sapeva il nome del ragazzo e se la traduzione non era cambiata aveva parlato di cibo. Adorava il cibo e gli piaceva lui, quindi avrebbe rischiato.
    «Oggi sarò il tuo angelo custode. Tu non dovrai fare nulla se non divertirti!» ovviamente non sappiamo quanto davvero il kinese potesse aver chiaro tutto ma era euforico quasi in risposta alla gioiosità del suo interlocutore.
    «il mio angelo custode?! Mi piace!!» saltellò sul posto, già felice per quel gioco, doveva poi raccontare tutto quello al suo ragazzo. O forse no. Non poteva tenergli un segreto, si erano promessi di raccontarsi sempre tutto ma doveva anche pensare a cosa dirgli e come raccontarglielo. Vabbè ci avrebbe pensato poi. «Che ne dici di scegliere qualcosa da fare? Giostre o cibi diabetici?!» doveva scegliere lui?! Era pessimo nelle scelte, voleva fare tutto. TUTTO.
    «Entrambi!!» era improvvisamente diventato un bambino e tirava per il braccio il suo angelo custode per la giornata. Era al settimo cielo. Avrebbe fatto tutte le giostre e mangiato schifezze di ogni tipo.
    «Inziamo da..da...» si guardò intorno, doveva assolutamente scegliere da dove iniziare ma era così difficile, anche se di certo avrebbe evitato quel tunnel del terrore fatto in passato dove aveva rischiato l'infarto. «quello....» Alla fine decise per il trenino del bruco, giusto per iniziare con qualcosa di tranquillo anche se molto probabilmente era per bambini.
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    «Credo di non aver capito.»
    Glielo dicevano in molti, soprattutto quando iniziava a parlare a manetta, confondendo i suoi interlocutori come nel caso di Hyun, che lo osservava con aria chiaramente spaesata, e sempre più confuso dal fiume di parole che il Tassorosso gli aveva riversato contro. Il fatto che non avesse alcun accento riconoscibile e che la sua dizione fosse pressoché perfetta, non aiutava davvero, perché registrare tutte quelle parole sarebbe stato difficile per chiunque, madrelingua o meno. Per questo, Nathan, rivolse un sorriso dolce a Hyun nell'udire quelle parole ed era già pronto a scusarsi per aver – come sempre – lasciato che la sua parlantina prendesse il sopravvento, quando l'altro aggiunse «ma spero di poter andare bene lo stesso» mandando in tilt l'attore. Ma quanto era tenero?! Cioè. Too pure for this world, too precious. Un leggerissimo awwwww lasciò le labbra appena dischiuse del mago, mentre con occhi adoranti riservava la più dolce delle espressioni al suo nuovo amico. «Andrai benissimo!!!» chissà se poteva abbracciarlo... a pensarci bene, era meglio evitare: c'erano già gli estremi per esporre denuncia per molestia, non occorreva davvero peggiorare la situazione. Ma cosa poteva farci, lui, se aveva un cuore di panna e si scioglieva per ogni. minima. cosa?
    Il modo in cui il ragazzo annuiva alle sue parole pur senza abbandonare lo sguardo di chi, confusissimo, non riusciva a stare dietro alla conversazione, intenerì ulteriormente il mago, ma non per questo iniziò a parlare più lentamente, o a spiegare in un maniera meno caotica... dopotutto, quando in visibilio per qualcosa, Nate entrava in un mood tutto suo dal quale era molto difficile farlo uscire, un mood fatto di risatine, chiacchiere fino allo sfinimento, gesti convulsi delle mani. Era così diverso dall'attore serio e composto che dimostrava di essere sul palco quando, copione memorizzato alla lettera, vestiva i panni di qualcun altro; vestire i propri, invece, era sempre tutto un altro tipo di sfida. Non era mai certo di piacere al prossimo ma non aveva nemmeno un grande interesse a fingersi qualcuno che non era: per quello c'era il teatro, no? E il se stesso più genuino usciva proprio in casi come quello, quando incapace di contenerlo, il bambino che era in lui dava sfogo a tutto il suo essere. A Hyun piacevano le giostre! Grandioso, anche a Nate!! E poi «il mio angelo custode?! Mi piace!!» com'era contento!! Era felicissimo che fosse stato proprio il kinese ad accettare il suo invito. Sembrava una persona così carina, simpatica, disponibile!!
    «Inziamo da.. da... quello» Si ritrovò a seguire lo sguardo scuro dell'altro ragazzo, fino a posare il suo sul trenino a forma di bruco. Che scelta... peculiare. Non poteva certo rifiutare la scelta di Hyun – si era o no offerto di seguirlo in tutto quello che avrebbe voluto fare? Mica poteva rimangiarsi la sua parola – ma non riuscì comunque ad impedirsi di formulare ad alta voce il primo di una serie di dubbi. «Ci faranno salire?» Ad occhio e croce, Hyun doveva avere più o meno la sua età, ed erano entrambi decisamente troppo grandi per il trenino, qualsiasi forma esso prendesse, ma cosa costava provarci? «Okay, dunque...» Tornò a rivolgersi all'altro, allungando un braccio per indicare la giostra, «andiamo?» E si sarebbe incamminato dietro Hyun, pronto a importunarlo con altre mille domande. No, davvero: dovevano passare la giornata insieme, tanto valeva che si conoscessero un po'! Voleva chiedergli un sacco di cose («sei in Inghilterra da molto? Hai frequentato Hogwarts? Cosa fai nella vita? Ti piacciono le patatine inzuppate nella coco-cola? Hai mai visto la trilogia del signore degli anelli*» *bravo, manco io, nda.) ma si trattenne, mordendosi un labbro per evitare che il fiume di parole investisse nuovamente il suo protetto. Voleva chiacchierare con lui, certo, non farlo scappare via prima del buffet offerto dalla compagnia! Però era più forte di lui: Nathan Shine proprio non riusciva a rimanere al suo posto, buono e in silenzio! Doveva fare, dire, conoscere! Perciò dopo pochissimi passi, facendo una piccola corsetta per piazzarsi di fronte Hyun, camminando dunque col passo del gambero, tornò a parlare. «Allora che ne dici di un gioco?» Piccola pausa. «Beh, in realtà un gioco nel gioco,» perché non era già quella recita una sorta di gioco?! «serve per conoscersi meglio! Di solito lo facciamo nella compagnia quando arrivano dei membri nuovi.» Era sempre emozionante! «E' molto facile in realtà, io ti dic-» oh no, odiava le spiegazioni interrotte! Ma non poteva fare altro, perché vuoi per la posizione, vuoi perché era davvero entrato nella parte e aveva passato gli ultimi minuti a guardarsi intorno alla ricerca di possibili imprevisti, era prontissimo quando notò il palloncino volare minaccioso contro di loro. Anzi, contro la testa del suo kinese da proteggere! The audacity!! Ma allo stesso tempo: figooo!! Poteva davvero fare qualcosa di aNgIolEsCo!!! «Attento!!!» Dai, il grido – assolutamente non necessario perché erano vicinissimi e sarebbe bastato parlare come le persone normali ma dove stava poi la drammaticità della cosa?!?!?!!! - era d'obbligo, così come l'abbraccio per spostare Hyun dalla traiettoria della bomba ad acqua. «Visto? Come angelo custode non sono male eh!» Sorrisone a trentadue denti.
    Poi, come se nulla fosse, tornarono a camminare verso il trenino. «Quindi, dicevo: io ti dico due cose su di me, una vera e una falsa, e tu devi indovinare quale sia quella vera, basandoti solo ed esclusivamente su ciò che vedi o sai di me.» Poco, in effetti, se ne rendeva conto, ma il gioco serviva proprio a quello!!! Per imparare a conoscersi!! «Dai, saliamo e poi inizio io!!» Perché, incredibile ma vero, nessuno aveva fatto storie o si era opposto e i due ragazzi (o per meglio dire, bambini vestiti da finti adulti) avevano preso posto sul trenino ed ora attendevano (non molto) pazientemente che partisse. «Allora... vediamo...» ma Hyun aveva accettato di giocare? Sì? No? Chi lo sa, ma a Nate non dispiaceva dare inforandom su di sé, meglio ancora se poi l'altro lo prendeva come esempio per fare altrettanto! «Ho un selfie col Cristo Redentore – sai, quello di Rio de Janeiro...? Hai presente?» Sì? No? In caso, siamo già pronti con la ricerca di gugòl per farti vedere di cosa si tratta, Hyun!! Un angelo fa anche questo, istruisce #cosa?cosa. «E, mmh... so tirare con l'arco!» due cose totalmente random e acab, ma era anche quello il lato divertente del gioco!! «Sta a te! Devi indovinare e se ti va condividere due fatti – uno vero, uno finto – con me!»
    20 anni - ex tassorosso - "attore"
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    (should've been the huffles motto tbh)
    nathan shine



    imprevisto: qualcuno lancia per aria un palloncino pieno d'acqua, che punta a cadere sulla testa di hyun
    dado pari: nathan lo sposta in tempo
    dado dispari: si becca il palloncino

    tiro di dado: 2
     
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    In tutto quel caos, con il ragazzo che lo affiancava, il kinese si stava divertendo? Ovviamente si. Non capiva davvero cosa stava succedendo ma era felice quando riceveva attenzioni, che di solito aveva solo dal suo ragazzo. Era comunque al settimo cielo essere al centro delle attenzioni di Jae perchè quando lo aveva vicino poteva sentire quanto fosse puro e vero il suo amore e lui ci si perdeva ogni singola volta. Vivevano bene nella loro bolla d'amore, dove ogni tanto discutevano ma insieme formavano una famiglia e aveva sempre voluto averne una visto che la sua lo aveva da sempre considerato solo un esperimento. Si divertivano anche insieme, non mancavano gli scherzi, i momenti in cui giocavano e spesso Jae gli faceva il solletico; Jin soffriva davvero molto il solletico e bastava poco per farlo scoppiare a ridere, spesso chiedeva pietà ancora prima che il suo compagno lo toccasse. Ma quella giornata, lontana dal suo ragazzo, si stava rivelando comunque una di quelle che non si sarebbe mai dimenticato dato che si stava divertendo come non faceva da tempo e lo doveva a quello sconosciuto, ma che dico amico. Per il kinese Nathan era diventato un amico a tutti gli effetti; gli bastava davvero poco per affezionarsi alle persone, per questo quando veniva lasciato soffriva molto. («Non è tuo amico» -
    «invece si» - «Hyung era uno spacciatore che voleva venderti dell'erba»
    ), era convinto che quel ragazzo volesse solo fare amicizia così come era sicuro che Nathan volesse davvero averlo come amico, non poteva essersi sbagliato ancora una volta. E poi lo stava assecondando portandolo su di una giostra per bambini senza prenderlo in giro.
    «Allora che ne dici di un gioco?»
    «quale?»
    «Beh, in realtà un gioco nel gioco,»
    «Va bene» era già euforico perchè adorava davvero i giochi e divertirsi. Lo seguiva mentre cercava di capire il nuovo gioco quando gli sentì urlare un «attento»
    «cos?» si guardò intorno cercando di vedere a cosa dovesse stare attento ma per fortuna aveva il suo angelo custode che fermò il palloncino dritto verso lui. «Visto? Come angelo custode non sono male eh!»
    «grazie» gli dedicò il suo sorriso quadrato e lo avrebbe anche abbracciato, ma doveva contenersi dal contatto fisico, perchè il suo ragazzo geloso avrebbe sentito l'odore di un altro, neanche fosse un cane ma era così sensibile ai profumi che poteva sempre rendersi conto di qualcosa e non lui non aveva voglia di litigare per niente. A volte Jae era tropp geloso, nonostante Jin nell'ultimo anno aveva dimostrato quanto lo amasse e soprattutto aveva attenuato la sua espansività nei confronti degli altri.
    «Quindi, dicevo: io ti dico due cose su di me, una vera e una falsa, e tu devi indovinare quale sia quella vera, basandoti solo ed esclusivamente su ciò che vedi o sai di me.»
    «Penso di aver capito e mi piace» era contento di fare quella cosa soprattutto se poi avrebbe avuto anche l'occasione di conoscere di più quel ragazzo, che presto sarebbe diventato uno dei suoi migliori amici, lo sapeva.
    Salirono sulla giostra e fu grato di aver iniziato con quella del bruco perchè non fu propriamente tranquillo e se avessero iniziato con una di quelle serie probabilmente sarebbe svenuto sopra di essa. «Allora inizio...una vol....taaaaaaaaaaaaaaaaiutoooooooooo» il treno partì e anche se forse per tutti era solo una giostra per bambini, alla seconda discesa si tenne stretto al ragazzo e lasciò il discorso a metà, se fosse sopravvissuto avrebbe continuato dopo.
    Per fortuna quel dopo arrivò, quasi subito, in fondo era il bruco e fu davvero molto veloce. Scese alla velocità della luce con il suo angelo custode al suo fianco. Si fermò davanti a lui, dondolandosi sui piedi e sorridendogli dolce «grazie per questa giornata» non ne faceva molte di giornate del genere, non che col suo compagno di vita non si divertisse, anzi era l'esatto contrario. Con lui viveva momenti di gioia, di pace e di divertimento perchè non era solo il suo ragazzo ma era anche il suo migliore amico con il quale piaceva giocare e scherzare. Però farlo con persone nuove non era male. «e ora andiamo in quella gio- ah lo zucchero filato. » dimenticò tutto e decise trascinare il suo nuovo amico verso la bancherella dove comprare per entrambi quel dolce «offro io» disse prendendone un paio e passarlo proprio uno al suo angelo custode «allora dicevamo...devo dirti due cose...la prima è che una volta ho bevuto così tanto da vomitare dieci ore» rise per quella frase, era davvero possibile? «Un giorno mi sono perso davanti casa.» cosa?! Si mise a ridere da solo per quella cosa, come poteva essersi perso in quel modo idiota?


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    Era passato un bel po' da quando Nathan aveva messo piede l'ultima volta su una giostra simile, insieme a sua mamma, per accompagnare le gemelle che tanto avevano insistito per andarci; alla fine della corsa, erano stati gli adulti quelli veramente entusiasti, mentre Lucille e Lauren si erano limitate ad un broncio deluso. «Vogliamo andare su quelle dei grandi!!» Ma Jenna, aveva ricordato loro che erano più basse dei folletti della Gringott, dov'è che volevano andare, con precisione?!
    Nathan sorrise sereno a quel ricordo; quel pomeriggio con Hyunjin stava riportando a galla un sacco di memorie vicine che il Tassorosso aveva messo da parte, con tutte quelle accumulate nei suoi continui viaggi. La bellezza di casa, della famiglia, aveva iniziato a riscoprirla solo una volta tornato in Inghilterra. E così aveva fatto la fila con l'altro ragazzo, chiacchierando del più e del meno, e aveva riso di gusto mentre Hyunjin urlava esattamente come aveva fatto lui tempo prima. Era banale dirlo, visto e considerato che era pur sempre di Nathan che si parlava, ma voleva già bene a quel ragazzo sconosciuto e che, sentiva, aveva del potenziale per diventare un vero amico. Di amici nelle maniere più impensabili se ne era fatti, ultimamente; era ancora lontano da poterli definire come tali, certo, ma sentiva di essersi pian piano inserito nel gruppo degli assistenti di Hogwarts e, per quello, ne era grato. Le pause con Dani, le conversazioni con Arci, gli appostamenti con Gwen ed Erin, le briscole con Mehan, le partite ad Among Us con Jade... insomma, era ancora presto per dirlo con certezza, ma Nathan si stava integrando. Era bello avere qualcuno con cui passare il tempo anche al castello, ma era altrettanto piacevole avere qualcuno fuori le mura. Hyunjin gli sembrava il tipo adatto: certo, Nate era lì per “lavoro” - ma perché non sfruttare al massimo quella giornata? Non impiegava molto a fare amicizia, lo Shine, ma il kinese lo stava rendendo molto più facile, col suo carattere allegro, solare ed estremamente espansivo.
    Gli diede una calorosa pacca sulla spalla, al termine del giro, mentre il bruco rallentava la sua corsa e loro venivano liberati dal marchingegno che doveva assicurarsi che bambini (e adulti, come nel loro caso) non volassero via per il parco alla prima curva o discesa. «Divertente, eh?! Vuoi rifarlo?» Perché allo Shine non sarebbe dispiaciuto; infondo era lì per seguire Hyunjin e proteggerlo dalle avversità del parco divertimenti (ma quali, di preciso? boh) e lo avrebbe fatto fino alla fine. Se fosse arrivato col cuore intanto al pomeriggio, certo. Perché con i suoi sorrisi e le sue sue parole dolci, Hyunjin lo stava decisamente mettendo alla prova. Si portò una mano sul cuore e «grazie a te!!» ed era sinceramente sincero! Se lui non avesse accettato di prendere parte a quella farsa, Nathan avrebbe dovuto cercarsi un altro protetto e a) avrebbe rischiato di beccarsi spray al peperoncino negli occhi; b) non avrebbe trovato qualcuno di altrettanto interessante!! Quindi era lui a voler ringraziare Hyun.
    Glielo leggeva nell'espressione entusiasta, che non se ne sarebbe andando da Wicked Park senza aver fatto prima un giro su ogni singola giostra; Nathan non vedeva l'ora! «Oppure vuoi fare qualcosa di diverso?» E lo vide pensarci un attimo, prima di indicare una giostra e ripensarci subito. «E zucchero filato sia!» batté le mani, emozionato e affamato: come poteva opporsi allo zucchero filato!!!! E quel topino cipollino cucciolino di Hyun stava anche offrendo!!! Niente, era ufficialissimissimo: gli voleva bene, Nathan lo considerava già un suo Amico con la a maiuscola.
    Si lasciò trascinare e mentre l'addetto allo stand si abbarbicava nella ragnatela di zucchero generata dalla macchina, Nathan e Hyunjin ripresero il gioco iniziato sulla giostra. «Comunque, ho la foto con il Cristo Redentore.» Era certo che, nella foga e preso dall'entusiasmo, l'altro si fosse dimenticato di indovinare quale delle sue opzioni fosse falsa; non c'era problema!!! Gliel'avrebbe detto Nathan #ahokay «Sono stato a Rio per dieci giorni nel 2019. È P-A-Z-Z-E-S-K-A. E ne ho approfittato anche per visitare i giardini di Castelobruxo. Lo sai che i maghi sudamericani hanno queste serre meravigliose piene di piante che in Europa non esistono? Alcune sono piante ibride che hanno visto la luce dopo anni di esperimenti e tentativi fallimentari.» Riprese fiato solo per ringraziare l'omino dello stand che gli porgeva il dolce, e il suo nuovo amico, poi riprese. «Mentre altre qui proprio non potrebbero crescere!! Sono piante che usano nelle loro pozioni e, a volte, nella loro cucina.» Strappò un pezzetto di batuffolo appiccicoso e lo portò alla bocca, leccandosi poi le dita. «Mmmhh che buono!! GRAZIE!!» Aveva dimenticato la sensazione di incredibile scioglievolezza (??) dello zucchero filato quando si squagliava sulla lingua. Era buonissimo!!1!11 «Dicevamo... Bellissimo il Sud America!!» Poi, per non tediarlo oltre, tagliò corto infornandolo che: «vorrei anche imparare a tirare con l'arco, però. C'ho provato una volta e ho quasi preso il piede di un povero passante.» Certo che, anche lui.....!!! Passare dietro il bersaglio con una sessione di tiro con l'arco attiva.....!!! Eh. Capita. (Tratto da una storia vera.)
    Ripresero a passeggiare, poi, godendosi il timido sole che brillava sul parco e lo zucchero che si appiccicava alle dita; lo ascoltò con interesse formulare le sue verità-non-verità, e si lasciò sfuggire un singolo «ew» alla prima, proprio come l'avrebbe pronunciato sua mamma, ma non commentò oltre e lo lasciò finire. Guardandolo per un attimo, Nathan decise che erano entrambe due affermazioni che avrebbero potuto benissimo essere vere: lo conosceva da veramente poco, ma aveva già una mezza idea di che tipo di persona fosse.
    E a Nathan piaceva.
    «Vediamo...» ci pensò su un attimo, leccando via dei rimasugli di zucchero dalle labbra e dal pollice, soppesando entrambe le opzioni. Se da un lato era convinto che la Sbronza Epica prima o poi nella vita toccava a tutti (la sua era accaduta più o meno nei pressi di Kiev, era impossibile star dietro agli ucraini quando bevevano), dall'altro Hyunjin gli pareva più il genere di ragazzo con la testa tra le nuvole e che facilmente si perdeva anche nei luoghi familiari. Quindi azzardò un «la seconda?» e un mezzo sorriso che voleva fargli capire che, infondo, era dalla sua parte: poteva capitare a chiunque!! Nathan aveva conosciuto una ragazza che era in grado di perdersi nei centri commerciali o sulla via di ritorno verso casa, in luoghi percorsi quasi quotidianamente con la macchina; o di sbagliare l'uscita del raccordo quando andava a lavoro. Insomma, chi non era sbadato almeno un po', nella vita?!
    Avrebbe poi atteso una risposta prima di proporgli una nuova scelta, ispirata dallo stecchino zuccheroso che gli stava impiastricciando le mani. «Ho assaggiato carne di hákarl, mentre ero in Islanda, e il cosiddetto “tartufo messicano”, il huitlacoche Eh, le cose strambe che aveva dovuto mandar giù, nei suoi tanti viaggi, solo perché era da maleducati rifiutare!!!! Di alcune si pentiva, di altre era solo contento di poterle raccontare; di altre si domandava quando gli sarebbe capitato di poterle assaggiare nuovamente. E mentre Hyunjin rifletteva sulla scelta, Nathan si guardava intorno alla ricerca della prossima attività. «Cosa ti andrebbe di fare, adesso?» Lui aveva una lista più o meno lunga, che andava dalla casa degli specchi alla pesca del pesciolino rosso (?) ma avrebbe fatto decidere il suo protetto.
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6 replies since 3/6/2020, 22:29   378 views
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