The game continues after checkmate

Gideon x Lucy

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    Le domeniche ad Hogwarts avrebbero dovuto significare studio matto e disperatissimo, almeno per uno studente del settimo anno con i MAGO alle porte. Ma non per il McPherson: aveva dato il culo tutto l'anno, ed aveva passato davvero troppo tempo sui libri, giornate intere ed anche alcune notti. Era stato uno studente costante, curioso ed interessato, per questo motivo non aveva la necessità di un recupero in extremis come molti dei suoi compagni - per non andare troppo lontano, per esempio, sua sorella: lei si che era messa male, nonostante non avesse esami di fine anno. Non era mai stato un topo da biblioteca impazzito, animato dal desiderio di passare ogni momento tra libri scolastici e pergamene. Era più tranquillo, faceva ogni cosa a proprio tempo, un passo alla volta, senza stressarsi troppo. Sì, studiava tanto e sì, si sentiva preparato, ma non ne impazziva. Aveva il brutto presentimento che i MAGO non sarebbero andati come previsto, ma non perchè lui avesse peccato nello studio, la lettura delle foglie di tè a divinazione aveva previsto altre cause che non dipendevano dalla sua volontà. Dopo pranzo era rimasto in Sala grande, ed aveva tirato fuori dalla propria borsa di pelle i libri per lo studio, con i quali aveva riempito la superficie di legno della bancata, dinnanzi a sè, alla sua destra, ed alla sua sinistra, sentendosi circondato. Due orette spese a fare un ripasso veloce di cose che già sapeva, e poi aveva chiuso il libro con un tonfo secco, riponendolo con cura dentro la borsa, ed estraendo invece la scatola degli scacchi dei maghi. Okay ma giocare da solo non era proprio il massimo, ed anche se a volte lo faceva (!!) in Sala erano presenti altri studenti, no? Lo sguardo color nocciola si spostò, timido, dalla scacchiera verso le altre bancate. Il vociferare di molti studenti era alto e fastidioso, per cui se anche si fosse esposto per chiedere in generale di giocare, forse non lo avrebbero sentito. Ecco, in questi casi, cosa avrebbe dovuto fare? Chiedere random alla persona più vicina a lui? Provare a capire chi fosse meno impegnato degli altri?? Perchè non era nato con ottime abilità sociali? L'idea di praticare un sonorus e poi lanciare a gran voce il proprio invito era allettante, ma dio se si sentiva a disagio a fare una cosa simile! Certamente era l'azione più pratica e veloce per arrivare al proprio obbiettivo: trovare qualcuno che giocasse. Non avrebbe dovuto farsi troppi problemi, ma come sempre calcolava i pro ed i contro di qualcosa, prima di lanciarsi nell'eseguirla. Era infatti anche molto probabili, che una volta avuta l'attenzione della sala sopra di sè, la sua voce avrebbe subito un sonoro crack, sgonfiandosi ed assomigliando alla voce di Paperino. Senza contare che molti avrebbero confermato ciò che già di lui si diceva: che fosse strambo. Più passavano i secondi, più il McPherson si sentiva stupido, perchè dai. Lo sguardo ancora attento sulla sala, e l'espressione di chi era sul punto di dire qualcosa, ma si stava trattenendo dal farlo perchè intimidito. "Dai, ora lo faccio. Ora lo faccio."
    Si morse l'interno della guancia, nervoso. E dopo qualche istante interminabile, si schiarì la voce, le guance rosse come due mele mentre si faceva coraggio. Qualcuno vuole giocare con me? Il tono di voce forse fin troppo basso perchè qualcuno lo sentisse davvero. Un attimo di silenzio, o così gli parve, e poi il vociferare riprese più forte di prima - ed era anche sicuro che qualcuno lo avesse sentito ed ignorato!!
    Si sentiva...male. Dov'era Perses quando serviva? Non gli sembrava di riconoscere nessuno nella Sala, e forse avrebbe davvero fatto prima a chiedere a qualcuno direttamente, ma alzarsi dal tavolo e camminare in giro per la Sala? Non aveva abbastanza forza di volontà e la pigrizia regnava sovrana. Alcuni ragazzi lo guardarono, e poi sghignazzarono tra di loro, facendolo arrabbiare.
    Basta.
    Indispettito, il McPherson decise di rischiare, estrasse la propria bacchetta e se la puntò alla gola con un secco. Sonorus. A volte, le vie più dirette erano anche le migliori. Per cui ripetè, forte e chiaro, risuonando prepotente in tutta la Sala Grande. SE QUALCUNO VUOLE GIOCARE A SCACCHI SAPPIATE CHE: UNO, NON TEMO RIVALI E DUE...OFFRO BISCOTTI E SUCCO DI ZUCCA. Rimbombò in tutta la sala. Un ennesimo attentato alla propria vita sociale? Niente di nuovo.
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    Era domenica pomeriggio e la piccola Lucy Beech non aveva nulla da fare.. se non studiare per i GUFO chiaramente, approfittando di quel poco tempo libero rimastole a disposizione. Il fatidico esame si andava avvicinando e quest'anno la bionda dei tassorosso lo avrebbe affrontato nella maniera più corretta: niente viaggi interoceanici programmati all'ultimo momento, niente impossibili e folli cotte per ragazzi italiani e no, quest'anno non si sarebbe unita nuovamente ad un circo itinerante di maghi di passaggio conosciti a Diagon Alley. Per quanto fosse stato fantasmagorico girare il mondo sotto un tendone tra maledictus, veela e innumerevoli creature magiche, un mese lontano da casa era più che bastato alla giovane e delicata ragazzina. Le toccava studiare.
    Dopo il sostanzioso pranzo con Callie ad Hogsmeade la piccola Beech salutò l'indaffarata amica per fare ritorno in solitaria verso il castello, dove, una volta giunta, decise che a riempire il tedio di quella giornata sarebbe stata, appunto, una sessione matta e mooolto disperata di studio nella sala grande. Agli occhi di Lucy come luogo era decisamente meglio della biblioteca: banchi più grandi, più luce e molta più gente. Le biblioteche erano così tristi, tutti facevano un estremo silenzio e nessuno sorrideva (ti rivelo un segreto: nessuno sorride quando studia, Lucy).
    Preso posto nella bancata dei tassorosso la piccola Beech estrasse accuratamente il libro di trasfigurazione dalla sua borsa rosa (rosa e altre mille sfumature di questo in realtà #sobrietà), un quaderno color arcobaleno, la sua penna preferita a forma di Magicandykarp e un innumerevole numero di evidenziatori. Trascrisse qualche frase per un po', finché l'unica cosa su cui riuscì a concentrarsi fu disegnare dei fiori nel contorno della pagina. Delle bellissime peonie peraltro: il suo fiore preferito. Ogni tanto alzava lo sguardo alla ricerca di una faccia amica con cui iniziare a chiacchierare del più e del meno.. ma quella domenica non sembrava proprio essere dalla sua parte, o lei o il destino che le urlava "DEVI STUDIARE!"
    Giocava con una ciocca bionda di capelli, con la testa china sul libro, quando una voce dalla bancata difronte attirò la sua attenzione e probabilmente quella di ogni singolo studente all'interno della sala grande. Per nulla discreto, esattamente così come piaceva a Lucy.
    «SE QUALCUNO VUOLE GIOCARE A SCACCHI SAPPIATE CHE: UNO, NON TEMO RIVALI E DUE...OFFRO BISCOTTI E SUCCO DI ZUCCA»
    E perché no?! Si era decisamente stancata di studiare ("Lucy devi studiare" "Oh un farfalla"), adorava giocare agli scacchi dei maghi ed era persino assurdamente brava nel farlo. Le aveva insegnato a giocare suo padre da bambina ed era sempre rimasto uno dei passatempi preferiti per il sig. Beech e la sua piccola. Lucy trovava entusiasmante osservare quelle pedine stregate, persino quando queste si distruggevano tra loro. Gli aveva anche dato dei nomi.. i cavalli erano Pinkiepie e Fluttershy, la regina era Ms. Royaltwinkle e il re era Charming Prince (un classico).. e gli alfieri? Tweedledum & Tweedledee naturalmente. Tuttora quando le capita di giocarci nella sua testa restano questi i loro nomi.. “Fluttershy in C3”.
    «se non aspetti nessuno giocherei io con te» propose dunque la biondina alzando la mano dalla bancata difronte a quella del ragazzo. Sapeva chi fosse, durante gli anni lo aveva visto in giro nel castello (un metro e novanta di ragazzo non passano certo inosservati), quest'anno lo aveva visto durante le partite di quidditch e conosceva anche cosa si dicesse di lui in giro. In effetti era strano che i due non si fossero mai realmente parlati prima, sopratutto considerando il carattere estremamente socievole di Lucy; pochi erano i maghi che sfuggivano alla sua esuberanza. Ma c'era sempre tempo per recuperare d'altronde. La piccola Beech sistemò rapidamente la sua roba sul tavolo in modo che, se anche l’avesse lasciata lì, questa non avrebbe dato intralcio ad altri studenti, per poi raggiungere il giovane blu e nero. «ciao! sono Lucy, tu sei Gideon giusto? sei il cercatore dei corvonero, no?» avrebbe voluto aggiungere un "complimenti perché sei davvero bravo" ma nella testa della piccola Beech percorrevano solo ricordi dell'ultima partita contro i tassorosso in cui il giovane cercatore stava per lasciarci la pelle tra fulmini e bolidi.. ed ecco che il "complimenti perché sei davvero bravo" diventava più un "complimenti perché sei ancora vivo". Decise dunque di non aggiungere nulla e limitarsi nel mostrargli il suo sorriso più dolce e sincero.
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    Se anche quell’annuncio fosse rimasto inascoltato, il McPherson avrebbe iniziato a credere di essere diventato uno degli spiriti tanto nominati dalla sua cara madrina: presente, ma invisibile agli occhi dei più. Avrebbe passato l’eternità a svolazzare per Hogwarts e cercare anime con cui giocare a scacchi, o a cui parlare di piante e insetti, per cui realizzare calzini orridi, o guanti e cappellini coordinati. Probabilmente la voce che portasse sfiga, in qualche modo, si era diffusa tra tutti gli studenti, o forse era il ricordo della puzza di Pasqua a scoraggiarli? O magari, erano semplicemente troppo impegnati a studiare per dargli retta. Ma le risatine alle spalle suggerivano altro e bruciavano come il fuoco. Sebbene si sforzasse di non lanciare di rimando occhiate torve, per non gettare benzina sul fuoco, si sentì riportato indietro di dieci anni, quando frequentava le elementari. Aveva solo sette anni quando tra i corridoi della Patrick J. Kennedy Elementary School, veniva letteralmente perseguitato da alcuni bambini per le più strambe ragioni: non era il più mascolino della classe, al contrario, appariva fin troppo delicato per essere un maschio vero tm, passava più tempo con le bambine ed odiava i giochi movimentati (tra l’altro, non poteva nemmeno parteciparvi), preferendo di gran lunga rimanere ad osservare e chiacchierare, in palestra, in giardino.
    Rosier, sei una femminuccia! Era cresciuto circondato da cugine femmine ed aveva avuto due sorelle (poi una sola, o mezza, insomma), che problemi avevano se non era mascolino come loro??? Erano stati anni difficili, ma non sapeva che il peggio dovesse ancora arrivate. In quinta elementare temeva persino di sorridere a causa dell’apparecchio ai denti sotto e sopra, e di nuovo, erano stati anni strani, ma non l’aveva mai detto ai suoi per timore che potesse passare un altro anno a casa, per protezione e non voleva. Nonostante tutto, a Gideon le persone piacevano comunque.
    Non pensava di ritrovarsi a vivere quegli stessi momenti di crisi persino da adolescente, anche se stavolta il bullismo era più sottile e quasi invisibile. L’unica consolazione, era che adesso avesse dalla sua delle armi con cui combatterlo: era cresciuto, si sentiva sano, si sentiva più forte, in possesso di un guscio consistente con cui difendersi. E poi, dai...era anche entrato nella squadra di Quidditch!!! Quasi quasi che diventava un figo. Tutto taceva ed il McPherson annullò il sonorus, sconsolato.
    Ma prima che potesse perdere del tutto le speranze, ecco che dalla bancata davanti, una ragazza sollevò una mano.
    se non aspetti nessuno, giocherei io con te
    Decisamente non aspettava nessuno, altrimenti non avrebbe usato un sonorus per cercare qualcuno, no? Un grande sorriso ad allargargli le labbra. FINALMENTE! Vieni vieni ! Confermò, facendole cenno, prodigandosi per tirare fuori dalla borsa di pelle quelli che erano due bicchieri ed una boccetta con dentro succo di zucca fresco, come promesso, ed una piccola scatola con dentro dei biscotti al cioccolato. Dispose il cibo di fianco a sè, alla propria destra, aspettando che la ragazza prendesse posto, e poi indicò il premio. Come promesso.
    Essere riconosciuto come cercatore della squadra era... un onore. Sebbene l’ultima partita (e più in generale la coppa) non l’avessero vinta, Gideon non provava affatto vergogna ANZI!! Era convinto che avessero giocato troppo bene. Piacere, Lucy. Ricambiò il sorriso dolce della ragazza, soffermandosi con lo sguardo sui colori della sua divisa. Sì, sono io. E complimenti a voi per la coppa! E poi, stringendo appena le palpebre, gli parve di ricordare il suo viso, collocandolo proprio all’interno del contesto sportivo. Improbabile che l’avesse riconosciuta tra il pubblico, ma ammetteva di aver lanciato, ogni tanto, non pochi sguardi curiosi tra le cheerleader COSÌ, PER CURIOSITÁ. Tu sei una delle cheerleader? Domandò, per togliersi questo dubbio.
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    Quando il giovane corvonero fece cenno con la mano di avvicinarsi la piccola Beech ne era felicissima; e ne fu ancora di più quando, nel sedersi nella bancata, il ragazzo tirò fuori da una borsa biscotti al cioccolato e succo di zucca. «Come promesso.» Un sogno.
    Lucy Beech era sempre stata gentile con tutti, ma non tutti erano sempre stati gentili con lei. Molti ragazzi le davano della viziata solo per la sua appartenenza ad una delle famiglie più ricche della Londra magica, credendo che il suo essere gentile con loro fosse un ostentazione della sua vita perfetta. La sua vita non era per nulla perfetta, ma questo non le aveva mai levato il sorriso.. si era sempre fatta forza, per sé stessa, per Jade, per Rea, per sua madre; se il mondo si riempiva intorno a lei di tristezza significava che aveva ancor più bisogno dei suoi dolci sorrisi.. o almeno era così che la vedeva Lucy.
    Al pensiero del dolce gesto di Gideon i capelli della Beech si fecero di un rosa candido. «oh grazie, sei davvero gentilissimo» non era una fan sfegatata del succo di zucca ma era stato così carino (awww) ad offrirli del cibo, e poi i biscotti al cioccolato: solo quelli valano mille punti. Lucy non avrebbe potuto rifiutare.. ma si sentiva un po' in difetto ad essere arrivata a mani vuote e non aver nulla con sé con cui poter ricambiare. Prossima volta.
    «Tu sei una delle cheerleader?»
    «si si, ma in realtà..» si sporse leggermente in avanti poggiando le mani sulla panca per darsi la spinta, avvicinandosi al volto del giovane corvonero come se stesse per rivelargli il suo segreto più recondito; facendo chiaramente attenzione a non colpire con il petto il bicchiere di succo che le era stato gentilmente offerto: non sarebbe stata un'ottima mossa iniziare la partita (o un'amicizia) versando la bevanda sulla scacchiera. «tifo sempre per tutte le squadre» la Beech ci provava a tifare solo per i tassorosso ma poi Mckenzie Hale era così dannatamente bravo, Gideon McPherson era così dannatamente sfigato, ed ecco che tutti i tentativi della bionda cheerleader si perdevano per aria in uno svolazzamento di pom poms. «verso fine partita io e la mia migliore amica Callie abbiamo anche fatto un balletto insieme alle vostre cheerleader corvonero» se in realtà fosse stata una danza scaramantica atta a salvare la vita o un balletto in onore della morte del Tryhard non importava, era sempre stata una splendida e geniale coreografia, prova dell'amore fraterno tra due delle casate rivali. Chissà se Twat conservava ancora la bara in vista della prossima partita.. nuovi giocatori non vorrà dire meno sfiga in campo. Il quiddtch era un gioco così pericoloso.. altre vittime designate attendevano di essere energicamente tifate dai loro potenti cori.
    «non avevo idea che piacessero anche a te gli scacchi» ma che cosa bellissima: la piccola Beech aveva finalmente trovato con chi dare sfogo alla propria passione. Callie, beh si, era la sua migliore amica, la sua metà perfetta, la sua half otter, ma.. diciamocelo, non era la persona adatta con cui passare un pomeriggio all'insegna di un gioco strategico. Una volta aveva sentito dire all'amica che scaccomatto era quando "uno degli omini sul pavimento a quadri impazziva e ti saltava addosso". Lucy aveva persino provato ad insegnare a giocare a Joni.. ma la rossa non sembrava in alcun modo intenzionata a restar seduta su una sedia per più di dieci minuti di fila. E surprise, chi lo avrebbe detto che sarebbe stato proprio Gideon McPherson l'amico che non sapeva di volere, ma di cui aveva sempre avuto bisogno. Fortuna che era ancora vivo.
    «se non ti dispiace io sceglierei i bianchi» sono decisamente molto più carini dei neri. Non era intenzione di Lucy imporsi sullo ragazzo, sopratutto dopo che era stato lui a "invitarla" a giocare, ma i bianchi si trovano già dal suo lato del tavolo e non aveva troppo senso aspettare una risposta ovvia.. così con un dolce sorriso la tassorosso diede inizio al gioco. «e muovo io per prima» non perché la biondina si fosse autoproclamata great master della partita.. è regola: i bianchi muovono per primi. «mmh.. vediamo..» scrutò attentamente la scacchiera, storcendo il collo da un lato all'altro, mordendosi, delicatamente, un labbro nel mentre. Era una scelta importante e richiedeva massima concentrazione «pedone in 4B» it's your move.
    «ma dimmi un po' di te, Gideon McPherson, oltre al quidditch e agli scacchi hai altre passioni?» una partita in silenzio è una partita noiosa. Sarà sembrata una ficcanaso?.. se lo fosse stata realmente avrebbe chiesto del pettegolezzo che girava su lui e Narah Bloodworth (che si erano lasciati? che stavano insieme? ah boh).. certo, a meno che il corvonero non consideri Narah una sua passione.
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    Un sorriso vivo sul volto del McPherson, nel vedere la bionda cheerleader prendere posto dinnanzi a lui. Provava sempre un'immensa soddisfazione quando le persone accettavano ciò che lui aveva da offrire - in quel caso specifico, succo e biscotti - ma vedere i capelli della bionda diventare rosa candido lo sorprese a dismisura. !!! Aprì la bocca e poi subito la richiuse, lo sguardo che analizzava ogni ciocca di capello chiaro. Sei un metamorfomagus?? Non che fosse così scontato, non poteva sapere se lei avesse comprato una delle ultime tinte umorali per capelli da Amortentia, per esempio, ma qualcosa gli suggeriva che avesse centrato il punto. Telepatia metamorfomagus, chiamiamola così. Anche io! Le rivelò, dunque, raggiante, e senza perdere tempo, imitandola, fece mutare il colore dei propri capelli in un blu acceso, talmente intenso che nemmeno Billie Eilish nel suo periodo blu poteva competere. Adesso sì che era una vera partita.
    Tronfio per quella scoperta, iniziò a sistemare le pedine sulla scacchiera. «si si, ma in realtà..» La vide sporgersi verso di lui, avvicinandosi come se volesse parlargli in confidenza, e lui tese l'orecchio, pronto ad accogliere un segreto.
    tifo sempre per tutte le squadre La guardò, e rise. Non per il segreto in sè, ma perchè aveva voluto dirglielo avvicinandosi. Chissà cosa si era aspettato che gli dicesse. Qualche segreto riguardante le strategie di squadra tassorosso, così, giusto perchè le faceva un po' pena, magari?? Che poi, dannazione, ormai non gli sarebbero nemmeno state più utili. Stava dicendo sayonara a tutto Gideon McPherson (sèsè).
    Era divertito dal fatto che lei volesse mantenere "segreto" qualcosa che poi manifestava in pubblico, apertamente. La giovane Beech diventava ogni secondo più interessante e Gideon non riuscì a trattenersi dal ridere. Non ci voleva certo una mente brillante per capire che la tossorosso fosse una specie di crocerossina: dopotutto era stata l'unica ad accettare di giocare con lui, e per quanto Gideon fosse tendenzialmente portato ad avere una buona autostima di sè, era consapevole che, da tempo, la gente lo considerasse un appestato. Come se la sfiga fosse contagiosa. Tutte tutte? Lanciò uno sguardo, affatto segreto ed anzi, piuttosto allusivo, verso la bancata dei rosso oro. Bè, non era certo un segreto che ultimamente fossero un po' sleali...dai, quanti falli avevano fatto alla prima partita dell'anno? Gideon era per l'inclusione totale, di tutte le Case, ma i Grifondoro a volte non rendevano giustizia al vecchio Godric! Strinse le labbra, nutrendo forti dubbi sul fatto che tutte le squadre meritassero il tifo di tutte le altre, ma poi, concluse che tutti meritavano un po' supporto, di una mano, una spalla a cui appoggiarsi. io e la mia migliore amica Callie abbiamo anche fatto un balletto insieme alle vostre cheerleader corvonero. MA SI! Il famoso balletto anti morte. Quel ricordo, suscitava in lui ricordi contrastanti, aveva davvero temuto di finirci, in quella bara. Tutta la partita era stata parecchio inquietante, in verità. Tra Jane che pretendeva un suo testamento, e gli spiriti evocati da Willow che ce la mettevano tutta per rendere la partita letale.
    Ora ricordo bene, il balletto con la bara, giusto? Non mi ci sono soffermato molto perchè ero impegnato a non morire, ma sono sicuro Behan abbia apprezzato. Anche perchè aveva preso il boccino cinque minuti dopo.
    E poi sorrise. Siete state gentili.
    Il suo amore per gli scacchi aveva dietro di sè una storia lunga ed anche un po' triste, ma pensandoci adesso, dopo tanti anni, il ragazzo non provava più quel sentimento di amarezza che aveva caratterizzato la sua infanzia. Li amo da davvero troppo tempo. Quando ero piccolo non... potevo giocare con gli altri bambini e quindi via, il pomeriggio passava veloce tra scacchiere e libri. Sollevò le spalle, perchè se di alcuni argomenti della sua infanzia faticava a parlare, era consapevole che avevano contribuito a renderlo la persona che era ora, e non poteva esorcizzarli dalla propria vita, doveva accoglierli. Avrebbe dovuto odiare gli scacchi, avrebbero dovuto rappresentare la stessa minestra scaldata e riproposta ogni giorno, ogni pomeriggio, ma come poteva farlo quando gli avevano tenuto così tanto compagnia?
    se non ti dispiace io sceglierei i bianchi
    Vai. Concordò facendo ondeggiare i capelli simili ad onde marine. Portò dinnanzi a sè le mani incrociate sul tavolo ed attese che lei muovesse. Lui preferiva i neri, anche perchè la vittoria aveva un sapore ancora più dolce quando iniziava dopo l'avversario.
    Quando toccò a lui, osservò la scacchiera, sollevando una mano e poggiandoci sopra il mento. Non ci mise molto a decidere, in realtà. Pedone in E 5. Attese che il suo pedone si muovesse, prima di risollevare lo sguardo sulla bionda - ora rosa - Lucy. A te.
    «oltre al quidditch e agli scacchi hai altre passioni?»
    Gesù, era sicura di volerlo sapere? Nel senso, a volte aspettava almeno di incontrare una persona la seconda volta prima di spiattellare il suo libro preferito (la saga dell'entomologo) analizzandone i capitoli, ma in quel momento lo aveva lì, sulla punta della lingua, desideroso di uscire. Se la morse, la lingua. Lavoro ai tre manici, a proposito. Nel caso volesse prendersi una burrobirra, bè...
    Pensò fosse una buona idea, invece, parlare dei club che frequentava, e magari avrebbe scoperto che ne avevano qualcuno in comune. Passo il tempo al club amici, bookaholic, u tried...soprattutto l'u tried. Ed iniziò a contarli sulle punte delle dita, napa (nerdaggine poco anonima), il drama club, e...questa è divertente. Si inumidì le labbra, mettendosi comodo perchè DOVEVA RACCONTARLA. Sono finito per sbaglio nel club flower power ed ho scoperto una passione per le piante. Cioè, l'avevo anche prima, ma...non tanto da imparare il nome scientifico di tutte le piante che incontro. O almeno, questa era l'ambizione, poi ovviamente ne conosceva tante ma non certo tutte. Adesso passo molto più tempo nelle serre.
    Il McPherson era consapevole di avere dei passatempi un po' inusuali? antiquati? da ottantenni? NOIOSI?? Insomma, quale adolescente passava i propri pomeriggi a realizzare guanti, berretti e calzini, e a fare giardinaggio? Bè, lui sì. Mi servirebbe davvero una gira tempo, i club sono troppi. E invece tu?
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