haengboghan saeng-il! | HAPPY B.DAY SUJIN

[libera per tutti #koreanfoodfree]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +12    
     
    .
    Avatar

    Mars ♥

    Group
    Inferius
    Posts
    60
    Spolliciometro
    +168
    Location
    Antica Grecia

    Status
    Offline
    HALFBLOOD
    FINALLY 17 Y.O.
    GRYFFINDOR
    PARSELTONGUE
    SU-JIN PEPPER
    KIM
    19 Aprile.
    Che giorno di merda. Doveva essere... domenica? Si probabilmente era domenica. Una buona ragione per fare baldoria il giorno prima! Chissà quanti studenti si sarebbero alzati per il pranzo, attardati a crogiolarsi nei loro comodi letti o magari avrebbero sfruttato la giornata divertendosi ad Hogsmeade! Un bel posto quello. Le era piaciuto.
    Ma no, tale NEFASTO destino quest'oggi si era dimenticato di chiamare all'appello Kim Su-jin che piuttosto era stata svegliata di primissima mattina - roba da matti! - da Midnight, il suo allocco degli urali dal piumaggio chiaro. Se l'era ritrovato incollato alla finestra della stanza, battendo con le zampette artigliate ed al becco non una, non due, ma ben tre lettere.
    Casa.
    Era da un pò che non sentiva i suoi, non aveva notizie delle belve dei suoi fratelli o della nonna che, probabilmente, ricordava sempre meno. L'ultima volta che l'aveva vista a mala pena era riuscita a riconoscerla. Ma non era il caso di lasciarsi cullare da brutti pensieri. Dopo tutto oggi era il suo compleanno.
    Tony - che no, non era uno studente ma la sua tenerissima serpe del grano - era stato il primo a farle le congratulazioni. Non tutti i giorni una strega compie diciassette anni e diventa ufficialmente adulta. E se le cose sino alle sei del mattino erano andate piuttosto bene, or che mancava praticamente poco più di mezzora al pranzo stava letteralmente affondando la faccia nel tavolata dei grifondoro.

    «Ti prego uccidimi. Fallo ora, prima che sia troppo tardi. So di certo che morirò di vergogna si rivolgeva con quel tono affranto e supplichevole ad una ragazza sedutale accanto, una certa Lizzy (#HEREWEAREAGAIN) con cui era riuscita a stringere amicizia - dopo i primi inconvenienti linguistici e averla praticamente persa di vista ad una certa festa. Quella, di rimando, la studiava con la faccia contratta, dovuta ad una risata che a mala pena riusciva a trattenere. Non tanto per ferire i sentimenti (li ha anche lei, magggggia) della Kim, quanto più per non trovarsi un livido nero sul braccio, che di certo le sarebbe uscito se avesse dato occasione alla coreana di picchiarla - con tanto amore eh.
    «Ma dai! Non esagerare. Sono stati tanto carini a mandarti tutto questo cibo!Anche se vedere quel plotone di gufi con pacchi di ogni tipo e gli elfi delle cucine particolarmente confusi è stato davvero esilarante almeno qualcuno trovava divertente le becere e decisamente da abolire usanze della sua famiglia che, essendo lontana aveva deciso - senza renderla partecipe o che sorpresa sarebbe stata - di spedire direttamente ad Hogwarts, una scuola di tutto rispetto, un intero contingente di cibo originario della sua madre patria.
    Quel ben di Merlino occupava un quarto della tavola imbandita, catturando immancabilmente le occhiate curiose di chi entrava nella Sala Grande. La sorte non doveva averla ancora abbandonata del tutto, perche il gufo che portava con sè cappellini e trombette si era malauguratamente - CHEPECCATOMANNAGGIA - perso.
    «Liz. Tu sarai una fogna. Ma anche mettendoci in due non riusciremo a finire tutto
    Il tatto prima di tutto eh. Sta di fatto che l'unica opzione per non sprecare niente era quella di invitare chiunque avesse abbastanza fame da provare tutto. E per tutto si intendeva un intero menù particolarmente vario di primi, secondi, dessert e contorni.
    Alcuni più popolari, altri meno, fra questi spiccava di certo il Kimchi Jjigae - una zuppa con kimchi, cipolla, tofu e carne di manzo - particolarmente piccante.
    In un altro piatto apparivano dei saporiti tteokbookki: degli gnocchi di riso dalla forma cilindrica immersi in una salsa molto piccante di colore rosso acceso.
    E ancora il samgyeopsal, ossia pancetta tagliata a fettine fra sottili e grosse che veniva cotta - a proprio piacimento - su una griglia posta sopra e una serie di salsine (più o meno piccanti) fra cui scegliere per condirla.
    Il pajeon prendeva un intero lato del tavolo in due versioni: quella ai frutti di mare e quella alle verdure. Una pizza coreana, fritta in padella con un impasto di farina, uova e cipolle.
    Poi pollo fritto, seollongtang e i mul neangmeyon apparivano in molteplici versioni sparsi un pò ovunque in quella porzione di tavolata, facendo compagnia a varie ciotole di dolsot bibimpbap, un insieme di riso,verdure tagliate e uovo serviti in una ciotola bollente che permetteva agli ingredienti di continuare a cuocere.
    Se certo, non fosse bastato il calore emesso dalla faccia di Su-jin che, più guardava la brillante idea dei suoi genitori, più diventava di un rosso cosi peperone, da far invidia persino alle salse.

    «Ti prego, un colpo secco. Prendi la bacchetta e cavami entrambi gli occhi. Cosi non li vedrò arrivare... e farò tutti i compiti che vuoi ormai era sull'orlo di una crisi di nervi. Se solo quella felpa bordeaux avrebbe potuto inglobarla. Nemmeno mettere i pantaloni in pelle e gli anfibi (?) era servito a darle un pò di coraggio. Dov'erano i dissenatori quando servivano!? QUALCUNO POTEVA RISUCCHIARLE L'ANIMA PERFAVORE?! «E come avresti in mente di fare i miei compiti senza occhi eh?! Oh guarda... sta arrivando qualcuno.» Si. si sarebbe nascosta sotto il tavolo. Era l'unico modo per salvarsi...
    .
    .
    .
    Ma che avrebbe detto a sua madre?! O suo padre che tanto si erano prodigati per farle fare quella figura di merda? amicizia con gli altri? «La prossima volta manco di rispetto ad un ippogrifo e metto fine da me alle mie sofferenze... augurami buona fortuna Le aveva detto, poco prima di mettersi in piedi e salire direttamente sulla panca per cercare di venire incontro alla sua evidente appartenenza alla banda bassotti ed esclamare. «So che non è importante e forse non ve ne frega niente... ma è il mio compleanno. Qualcuno vuole provare del cibo coreano Prima di rimanere li, impala sul posto.
    GUIDA PER MAGHI E STREGHE ALLE FIGURE DI MERDA ALL'ORA DI PRANZO.
    Raise Your Glass - P!nk
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco

    Giocata letteralmente aperta a chiunque voglia mangiare. Cibo. Qualsiasi cibo della tradizione coreana. Su-jin sta morendo di vergogna al momento ma ho pensato che un compleanno fosse l'ideale per allargare le sue conoscenze. Allego www.blueberrytravel.it/it/blog/cor...o-migliore.html fonte di conoscenza suprema. Poi se volete provare altro, sicuro li in mezzo c'è pure una pizza.

    CIA.
     
    .
  2.     +11    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    295
    Spolliciometro
    +702

    Status
    Offline
    l'amour toujours
    paparapa paparapa paparapaparaparaparapa
    «ti do un’altra possibilità, hale» alzò l’indice di fronte al viso di Mckenzie, avanzando minacciosa d’un passo in direzione del Corvonero. «una sola» solenne, Jane Darko, nelle palpebre assottigliate a mostrare solo una scheggia delle iridi celesti, e le labbra tirate in una linea severa che non lasciava spazio al dialogo. «cosa non mente» osservò con sadico piacere la gocciolina di sudore sulla fronte del Battitore, lasciando che la bocca si sollevasse nel più infimo dei sorrisi. Riusciva a percepire l’ansia emessa dal diciassettenne ad ondate costanti e continue; era un po’ come trovarsi in spiaggia, ma anziché la risacca del mare, sentiva il batticuore del californiano. Mac umettò le labbra, le dita a grattare nervosamente la radice del naso. «tu?» tentò, sorridendo gioviale ed offrendo alla Darko la sua versione degli occhi dolci. Lecchino e infame, Mckenzie, se pensava che i puppy eyes potessero funzionare sul cuore di ghiaccio di Jane.
    Cioè, avevano già funzionato altrimenti non si sarebbero trovati in quella situazione, ma il fatto che avesse ceduto di un millimetro sul suo tempo – che avrebbe potuto spendere dormendo – non significava che fosse disposta a concedere un metro o due. «no.» lo schiaffeggiò ancora sulle nocche con la bacchetta elettrica che aveva creato per l’occasione, sorridendo sorniona al sibilo del blu bronzo. «perchè?» una domanda esistenziale quella espressa dagli occhi grigi di Mac, ma Jane, fingendo innocenza che non possedeva, rispose. «ti ricordo che sei stato tu, a chiedere il mio aiuto» ed era cristallino che Mac lo stesse rimpiangendo, ma era troppo Mac per farglielo notare. Si massaggiò invece le dita, sospirando affranto contro i polpastrelli. «hai ragione. ma è così...» gesticolò vago nell’aria, decidendo – saggiamente – di non concludere la frase. Che avesse preso nota della gelida occhiata dell’elettrocineta? Perchè tollerava davvero un sacco di boiate - anzi, la divertivano addirittura – ma quelle lacune non poteva accettarle. Non erano sane. «my hips» replicò, dandogli un’altra steccata sulle dita giusto perché poteva. «my hips don’t lie» i giovani, oh. Non c’era più rispetto per i throwback parties. Nello scegliere Jane per quel compito – insegnargli tutto ciò che c’era da sapere sulle canzoni da discoteca, dato che aveva avuto la fantastica idea di fare un colloqui al Fiendfyre pur non possedendo...nulla di quanto richiesto dal locale. - aveva compiuto un enorme atto di fede: perché sì, Jane le sapeva tutte, ma era anche un’insegnante intransigente.
    Soprattutto su Shakira. Forse era proprio per quello, che aveva scelto lei (nota di mac, bisbigliata: no, è perché non ho amici): sembrava un cucciolo timidone, ma non si tirava mai indietro di fronte ad una sfida. Sfida verso se stesso, s’intendeva; con tutti gli altri, un panic moonwalk così di classe che Jane aveva creduto almeno le canzoni di MJ le conoscesse: come aveva appurato in seguito, non era così («...horror?» «thriller, buon signore, thRILLER»). Lo vide appuntarsi my hips don’t lie sul taccuino di cui l’aveva fornito, e non potè - ma proprio non riuscì - fare a meno di sorridere, con quel misto di tenerezza e ironia che il mondo fraintendeva con arroganza, e che invero era semplicemente Jane TM: Gesù, quanto voleva bene ai casi umani. «possiamo andare a mangiare, ora?» voce sottile, quella di Mac; fu molto fiera di lui per quella richiesta apparentemente basic nello starter kit della sopravvivenza umana, ma che, conoscendo Mac, significava un grande passo avanti nelle sue interazioni sociali: un paio di mesi prima sarebbe morto di fame, piuttosto che azzardarsi a domandare quando fosse la pausa. «se rispondi correttamente….» arcuò le sopracciglia e reclinò il capo verso di lui.
    «in my mind….» lo invitò a proseguire. « in my head….» lo vide illuminarsi come una lampada (#trigger) (#know your oblivion: una volta Mac era così strafatto da aver creduto di essere una lampada) e alzare addirittura le braccia al cielo. Non che potesse biasimarlo, era l’effetto che «tHiS iS wHEre wE All cAMe fROm» oh, visto? Usò la bacchetta per fargli una fiera carezza sulla testa. «good boi. ora possiamo andare»

    «uau» piegò la testa sulla spalla lanciando un’occhiata al tavolo dei Grifondoro. «qualcuno ha molta fame oggi» curiosa e confusa osservò le pietanze sulla tavolata dei giallo-rossi, facendosi lentamente strada verso il tavolino sfiggy riservato agli Special. DUH. Le mancavano i tempi in cui potevano non presentarsi in Sala Grande e mangiare come i barboni dimenticati dal Signore ch’erano nella loro Residenza; no, Jane non era una grande fan dell’integrazione quando implicava pasti comuni e – che Dio la scampasse - lezioni. Eebbe un [war flashback] quando una ragazzina si alzò sulla panca.
    L’ultima volta che qualcuno l’aveva fatto, prima della missione di liberazione ad Hogwarts, era morta un sacco di gente - fra cui la ragazza che l’aveva fatto.
    Ma erano tornati in vita, quindi mimò solo un «draaamaaa» con le labbra, perché quei momenti erano la ragione per cui continuava a vivere. «So che non è importante e forse non ve ne frega niente... ma è il mio compleanno. Qualcuno vuole provare del cibo coreano?» ah, era più facile del previsto. Sorrise, Jane, che mai diceva no a del cibo gratis (...e okay, tutto il cibo a scuola era gratis, ma quello era Più GRATIS, okay?), portando le mani a coppa per gridare «AUGURI» mentre Mac, fino ad un secondo prima al suo fianco, spariva dalla circolazione. Uh, okay? Si affacciò sui piatti osservandoli critica uno ad uno, alzando poi un sopracciglio corvino verso ...la mora di cui non sapeva il nome, ma a cui voleva già bene perché food before qualunque cosa. «devo usare le bacchette? cos’è» cos’è cosa? tutto. «non ho mai mangiato cibo coreano» si giustificò con la Grifondoro, stringendosi nelle spalle. Intanto, un trafelato Mckenzie era già tornato dalla sua Mission TM, e con le guance rosse porgeva qualcosa alla Grifondoro. Jane fece vagare lo sguardo da Mac alla ragazzina - impossibile la conoscesse; Mac non conosceva nessuno - ed il panico sul volto dell’Hale le disse che, ANFATTI, ovviamente non la conosceva neanche lui. «è un regalo» e guardò Jane come se lei fosse stata un mostro a non averci pensato, fiondandosi solo alla cieca sul cibo.
    Beh, aveva ragione, nulla da obiettare. «sono dei, uh...» ah, ecco l’Hale che conosceva e amava: quello sull’orlo di una crisi di panico! «calzini?» «lo stai chiedendo a lei?» ah, quanto adorava la gradazione sulle guance di Mac – da rosso a bianco come un cencio: cinquanta sfumature di ansia sociale. «no cioè, sono dei calzini. ci sono ricamati dei cactus» li indicò perfino, fosse mai che nessuno alla tavolata sapesse cosa fossero dei cactus. «li ho fatti io? ma se non ti piacciono puoi usarli come sotto bicchieri o non prenderli affatto cioè insomma avresti anche ragione, chi sei mac hahahah» Jane fece scivolare le dita sul polso di Mac così da controllarne la frequenza cardiaca; ah, com’era fortunato ad avere come amica un defibrillatore umano.
    rebel
    deatheater
    17
    18
    jane-darko&mac-hale
    god, just don't be so weird. why are you so awkward?.


    AW AUGURI SUJIN!!!&&&&
     
    .
  3.     +10    
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Inferius
    Posts
    47
    Spolliciometro
    +93

    Status
    Offline
    special
    halfblood
    from future
    1903's
    Brandy
    +
    dustin
    «ripetimi perché ci stiamo andando» e non che non glielo avesse già chiesto un mucchio di volte, ma non era ancora convinto che recarsi ad una festa fosse una buona idea. Per Dustin Dearduff, un posto pieno di gente non era mai una buona idea, specie se le feste non implicavano processioni paesane e musica country, ma skill sociali da nuovo millennio a cui lui non si era ancora abituato. Era sempre stato lento ad adattarsi, specie quando si trattava di interagire od integrarsi con persone che non conosceva e, benché la presenza di Brandy dovesse calmarlo, in realtà non faceva che mettergli, se possibile, ancora più ansia. Non voleva che il maggiore si accorgesse di quanto incapace fosse, né tanto meno voleva che lo dicesse a Sylvester, o addirittura a Nicole. Era già tanto aver accettato la loro tutela ed ospitalità, chiedergli anche di prendersi cura di un ragazzino disagiato era decisamente troppo. «perché ho fame» il Frozen, dal suo canto, sentiva molto meno quell'ansia da prestazione, benché potesse dire di possederne tutte le ragioni: era uno special, era nuovo, ed andava in terapia quattro giorni su sette. Non la migliore presentazione per un adolescente ma, al contrario di Dustin, Brandy non aveva mai avuto particolari problemi ad ambientarsi. Affrontava la vita tra un'alzata di spalle ed una sigaretta di troppo, ed aveva settato le proprie priorità su cose semplici ed immediatamente disponibili. In breve: il modo migliore per non crearsi aspettative da cui restare inevitabilmente deluso. «e cosa c'entro io col tuo stomaco?» per carità, non che il Dearduff non tenesse all'incolumità dell'altro, al contrario: è che avrebbe preferito trovarsi anni luce da lì piuttosto che lasciarsi trascinare ad un compleanno in cui, in teoria, non era neppure invitato. Non conosceva neanche la festeggiata!! «mi avresti lasciato andare da solo?» si portò una mano al petto con fare melodrammatico, scoccando al minore un'occhiata divertita. Fingeva di non sapere quanto tutta quella sensazione gli creasse imbarazzo, ma ne era ben consapevole; eppure, era fermamente convinto che Dustin avesse solo bisogno di una spinterella, di qualcuno che lo aiutasse ad uscire dal guscio e, per mancanza di candidati, aveva deciso che sarebbe stato lui quel qualcuno. D'altronde, Nicole non gli aveva forse consigliato di trovarsi uno scopo? E certo la protezione di sua sorella non lo era: Sherry se la cavava benissimo anche da sola. «non dico questo!! ma potevi portarci, non lo so, twat per esempio?» sarebbe sicuramente stato una compagnia più semplice, su questo non c'erano dubbi per entrambi. «okay che è una bestia, ma non è un cane che posso portarmi dietro quando mi pare» ribatté lo special, posando una mano dietro alla schiena del Tassorosso per fargli accelerare il passo. «e perché, io lo sono?» ottima osservazione «non è questo il punto» si fermò ad un passo dalla Sala Grande, indicando l'interno della stanza al Dearduff con un cenno del capo «e qual'è?» tutto, pur di prendere tempo e prolungare il più possibile il tempo che lo separava dal dover fare il suo ingresso a quella maledetta festa «che oggi sei la mia bllxma accompagnatrice, smile for the camera babe» e, così dicendo, ficcò un braccio sotto a quello del minore e lo trascinò con sé nella Sala.

    Nessuno, ai Laboratori, si era mai premurato di ricordare i compleanni.
    Lui e Sherry erano perciò cresciuti con l'idea che festeggiarlo non fosse una cosa rilevante, né tanto meno necessaria. Era stato il loro padre adottivo a fargli cambiare idea.Da quando Brandy e sua sorella vivevano in casa Tragott, non era passato un solo anno senza che il loro giorno venisse adeguatamente celebrato; Sylvester aveva l'assurda capacità di organizzare sempre eventi tremendamente imbarazzanti, ma i gemelli Frozen avevano imparato ad apprezzarne ogni più piccolo dettaglio. D'altronde, era la cosa più simile ad una famiglia che avessero mai avuto.
    Per questa ragione, non poté che provare un piccolo moto d'affetto nei confronti della giovane Kim, evidentemente intenzionata a rendere speciale quel giorno pur non conoscendo gran parte dei suoi compagni. E poi aveva portato il cibo, come si poteva non volerle già bene? «meh, io non capisco» come lui, che non capiva.
    «qual'è il problema dude?» sospirò Brandy, più che convinto della necessità del Dearduff di darsi una rilassata. Chissà se poteva chiedere a Twat di drogarlo per tutta la vita, doveva giusto ricordarsi di chiederglielo! «che roba è quella?» gli indicò uno dei piatti con un vago gesto della mano, sempre più confuso dal nuovo millennio e dalle sue strane usanze. «scusa ma - fra tutti i piatti esotici di cui potevi chiedermi, proprio il pollo fritto?» va bene che veniva dal Medioevo circa, ma stavano messi così male dalle sue parti? «IN CHE SENSO POLLO FRITTO» era letteralmente orripilato dalla sola idea «non ci pensare, mangia» e, con tutta la sensibilità del mondo, Brandy gli sbatté un'aletta di pollo davanti al viso, che Dustin afferrò con tutto il disgusto di cui era capace. «dai, mordilo» e Dustin morse.
    L'istante dopo, il suo mondo era cambiato.

    Vedete, Dustin aveva conosciuto poche cose nel corso della sua breve vita. Ciononostante, era abbastanza convinto di aver più o meno visto tutto ciò che c'era da vedere- era pur sempre il 1919 cosa volevate che ci fosse!!
    Aveva capito che i bambini nascevano dai cavoli, che le lumache erano potenziali armi di distruzioni di massa, che le barbabietole zombie erano ciò che nessuno sapeva di volere ma quel che in fondo si meritavano. E insomma, niente, era finita lì.
    Poi era finito nel 2020, e aveva dovuto accettare tante cose: che un maschio che tocca la coscia ad un altro maschio poteva sembrare omosessuale, che i preservativi come palloncini erano una cosa socialmente accettata, che legalizzare i vaccini potesse essere un'idea da prendere realmente in considerazione. E okay, era tutto strano e complicato, ma alla fine quelle cose le aveva persino interiorizzate in un certo senso - avevano persino iniziato a piacergli i fidget spinner!!
    Ma perché
    perché
    pERché

    nessuno gli aveva ancora mai fatto mangiare del pollo fritto.
    Volevano tenerlo all'oscuro?? C'era qualcosa che si era perso?? Era pericoloso quanto le lumache?? Era molto confuso da quel mondo, davvero. E soprattutto - «jkajsbdhabvs»
    «se non ingoi non capisco» ahah perché mi fa così ridere elisa smettila è solo l'una «dicevo, ma dovevamo portare un regalo?» «naah, nessuno porta più i regali alle feste, è da vecchi» «ma lui ha un regalo» gli indicò Mac con l'indice libero, sentendo l'ansia sociale tornare in tutta la sua prepotenza. «e se ci cacciano? e se pensano che siamo degli imbucati?» («tecnicamente non è neanche così falso») «E SE CI ARRESTANO BRANDY COSA FACCIAMO SEND HELP».
    Ora, c'erano tante cose che il Frozen poteva fare, ma perché scegliere la più intelligente - tipo portare via dude prima che gli venisse una crisi di nervi - quando poteva fare la più stupida? Avvolse le spalle del Dearduff con un braccio, spingendolo verso il terzetto Su-jin + Jane + Mac (STRATEGIA!).
    «lo hanno fatto insieme» lo spinse giusto accanto all'Hale, rivolgendo alla festeggiata il più innocente dei propri sorrisi «il regalo - i calzini».
    «li ho fatti io?»
    «dustin ci ha messo il pensiero, diglielo dude dOnT bE SHy» ma Dustin, inutile dirlo, era già cerebralmente morto, error404.
    «beh comunque AUGURI» chissà se aveva sbagliato qualcosa «ciao Jane!!» tutto.
    Two jumps in a week, I bet you think that's pretty clever, don't you boy?
    High & Dry - Radiohead
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    Ho iniziato da sveglia e sobria, poi vinello e sonno happened SCUSATE.
    Volevo anche fare una dedica all'Oblivion ma questo è chiaramente il momento più sbagliato ihih VI VOGLIO BENE PERO'

    E SOPRATTUTTO AUGURI SUJIN ♥
     
    .
  4.     +8    
     
    .
    Avatar

    🐱✨ nina

    Group
    Member
    Posts
    47
    Spolliciometro
    +125

    Status
    Anonymous
    pureblood
    HUFFLEPUFF
    17 y.o
    METAMORFOMAGUS
    LUCY
    BEECH
    «Rhys! Avanscoperta, sala grande, missione BDay» se si stava festeggiando un compleanno ad Hogwarts Lucy Beech non avrebbe potuto perderselo. Adorava le feste, i regali, le torte, tutto. La gioia che aleggiava durante tali contesti: era questo ciò di cui si nutriva realmente la sua giovane anima. La missione del giovane Rhys (tassorosso e bff, innamorato della piccola e bionda Beech del primo anno, poor rhys), consisteva nell'andare a scoprire chi fosse a compiere gli anni quella mattina; d'altronde non si arrivava ad un compleanno senza sapere neanche il nome del festeggiato/a, le basi. «a quanto pare si tratta della tipa nuova, grifondoro, coreana, Su-qualcosa» le era andata bene, di ragazze nuove, grifondoro e coreane ce ne erano ben poche: una e di cui sapeva perfino il nome. Avevano seguito qualche lezione insieme ed era bastato affinché Lucy si ricordasse di lei, impresa per nulla difficile dato le peculiarità somatiche della ragazza. «Su-jin ahahah grazie, sei un angelo! passo a prenderle velocemente qualcosa.» baciò in guancia il giovane ragazzo, scosse i biondi capelli e si allacciò le scarpe per scendere di fretta e furia gli scalini della sala comune.
    «che stupida..»
    Arrivata all'ultimo gradino si ricordò di due Birthmuffin avanzati dal suo compleanno. La giovane tassorosso aveva festeggiato, guarda caso, due giorni prima della grifondoro, il diciassette aprile, e, guarda caso, le erano avanzati due dolci preparati per lei dalla domestica della famiglia Beech, l’unica in quella casa che di fatto sapesse realmente cucinare. Ripercorse velocemente la scalinata verso il suo dormitorio «ho avuto un'idea, non ho tempo, ci vediamo giù» e recuperò il regalò, mettendo i dolci all'interno di un piccolo cestino da pranzo che teneva in camera per suoi picnic ad Hogsmade.
    «SU-JIN!» due sbracciate appena arrivata alla sala grande manco stesse ballando il Gioca Jouer "Saluti, saluti, Superman!" «sono arrivata in ritardo? Auguri dolcezza!» Certo, pochi minuti fa non aveva neanche la più pallida idea di chi stesse festeggiando il compleanno e si, probabilmente l'aveva vista due tre volte da quando era arrivata, non erano amiche, a mala pena conoscenti; ma questo non era mai stato un problema per la giovane Beech, in grado di fare amicizia persino con un muro (in fact it happened), cordiale ai massimi estremi, sempre carica d'entusiasmo. Da bambina ritornava a casa continuativamente con qualche strano soggetto per mano; la si perdeva di vista e la si ritrovava parlare con il vecchio parroco della chiesa, con il barbone semi-psicopatico in fondo alla strada, con il quadro di Bloody Mary nella camera patronale, era quasi impossibile trattenerla. L’unica eccezione era rappresentata dalla sua crush del momento, un sorriso da parte di lui ed ecco che Lucy cominciava a balbettare perdendo ogni capacità nel connettere cervello e bocca. Anxiety levels: massimo fuori conteggio. Una scena a cui sconsiglio vivamente di partecipare.
    «ragazzi..» salutò il quadretto Jane, Mac, Brandy e Dustin. Chissà in tutto ciò che fine aveva fatto Rhys, disperso tra la folla o, molto più probabile, impegnato nel mangiare qualche strano piatto coreano presente sulla tavolata grifondoro. «oh Mac sono davvero bellissimi!» e lo pensava sul serio. Lucy Beech aveva una vera e propria ossessione per i calzini dalle fantasie più improbabili; i suoi preferiti? rosa shocking e gattini galattici, tutto, al solito, molto sobrio. Sarebbe di sicuro ritornata su quella conversazione con il giovane corvonero in un secondo momento, adesso le attenzioni andavano alla festeggiata - in quel frangente sarebbe sembrata una mancanza di rispetto chiedere a Mac di confezionarne un paio anche per lei.
    «cactus cactuuuuus, li devo avere!»
    «questo è da parte mia invece» le porse sorridendo il cestino da pranzo con dei fiori ricamatovi sopra «sono dei Birthmuffin, onuno di loro ha il sapore di un ricordo felice. vorrei tanto dire di averli cucinati io ma.. no *coff*» per sua fortuna «però ti assicuro che sono buonissimi.» alla vista di quell'immensa tavolata imbandita di cibo non sembrava più una grande idea come regalo, dell'altro cibo. Però erano buoni sul serio, parola di chi li aveva mangiati con gusto poche ore prima.
    Where rocking horse people eat marshmallow pies
    Lucy In The Sky With Diamonds - The Beatles
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco

    AUGURI SUJIN ♡♡ mi sono intrufolata


    Edited by tinker/bell - 21/4/2020, 02:33
     
    .
  5.     +8    
     
    .
    Avatar

    Mars ♥

    Group
    Inferius
    Posts
    60
    Spolliciometro
    +168
    Location
    Antica Grecia

    Status
    Offline
    HALFBLOOD
    FINALLY 17 Y.O.
    GRYFFINDOR
    PARSELTONGUE
    SU-JIN PEPPER
    KIM
    Sarebbe stato troppo semplice, troppo bello e fottutamente idilliaco se quella sua scenetta improvvisata, in piedi sulla panca alla sinistra della tavolata dei Grifondoro, fosse stata ignorata da tutti. Forse avrebbero dovuto condividere un po' di quel ben di Morgana con gli elfi domestici – non che le dispiacesse in fondo, fra tutti i più disprezzati avevano un posticino speciale nel suo cuore di marzapane – ma, come è giusto immaginare: venne notata.

    «Miseriaccia già. Le opzioni erano due: farsi di corsa tutta la Sala Grande nascondendo la faccia dentro il cappuccio della felpa – con il possibile rischio di cadere in volo d’angelo dalle scale – e andare a rintanarsi da qualche parte nel castello; oppure fronteggiare quanti si erano avvicinati, perché la conoscevano o molto più probabilmente interessati dal cibo esotico! Un piccolo saltello, con tanto di {Squish} delle suole in gomma degli scarponi ed ecco che Su-jin era ritornata quell’adorabile nana di quartiere che, se non fosse stato per il viso tondo, gli occhi a mandorla e la fissa per i rossetti, sarebbe di certo passata inosservata sotto quelle pertiche di inglesi e non. Pure un poco imbronciata a dirla tutta, mentre teneva fisse le iridi nero pece sui primi imbucati – NAH nessuno è imbucato quando la festa è un banchetto ed il cibo è gratis!
    Al primo «AUGURI» per poco non le venne un coccolone. L’urlo proveniva dal tavolo degli special, emesso da una ragazza che con molta probabilità aveva incrociato nei corridoi e con cui a conti fatti, non si era mai trattenuta a chiacchierare. Avere presente un cioccolatino ripieno croccante fuori e morbido dentro? Ecco. Su-jin apparteneva esattamente a quella categoria di cioccolatini fondenti e piccanti che raramente qualcuno avrebbe osato addentare. Ma se lasciati sciogliere sulla lingua, esprimevano tutta la bontà di un qualcosa di unico! E sorvolando sulla metafora a tema cacao che esprime tutta l’astinenza di chi armata di tastiera. Era riuscita a sollevare l’angolo sinistro della bocca in un mezzo sorriso.
    «Si dovrebbero usare, ma molte delle cose che ci sono qui le puoi prendere con le mani. O la forchetta.» Non tutti erano degli animali come lei dopo tutto – BELVA FEROCE! Le si era anche avvicinato un ragazzo. Aveva l’aspetto davvero trafelato
    «è un regalo» Come come?! Regalo?! MAINCHESENSO? Si era fatta di colpo di sale, e fissava il giovinastro allungare nella sua direzione dei… «calzini?» «lo stai chiedendo a lei?» erano decisamente dei calzini, sui quali Kim Su-jin Pepper teneva incollato lo sguardo. «li ho fatti io? ma se non ti piacciono puoi usarli come sotto bicchieri o non prenderli affatto cioè insomma avresti anche ragione, chi sei mac hahahah» Doveva essere decisamente imbarazzato.
    E la coreana comunque si ostinava a non dare segni di vita. Anche perché nel mentre lo sguardo era saettato oltre le spalle di Mac e Jane, studiando una coppia di ragazzi intenti a provare il pollo fritto. Sperava in cuor suo che nessuno avesse intolleranze particolari, o allergie! Conosceva ogni pietanza, ma il mammachiocciaradar si era attivato nell’istante in cui versi confusi erano arrivati alle sue orecchie. «jkajsbdhabvs» Bene? Male? POTEVA ESSERE MOLTO MALE!
    Ma per lo meno si erano avvicinati a quel tappo di ragazza di loro spontanea volontà. Regalo in comune! Ottimo. Avrebbe ringraziato più persone insieme del pensiero. Solo ora allungò me mani verso il paio di calzini, rigirandoseli fra le dita e sfarfallando le ciglia. A discapito di quanto sembrasse, era una ragazza piuttosto chiacchierina, sebbene le servisse un po' di tempo per carburare. «Graziequanto meno non si era dimenticata delle buone maniere, non come Liz. Quella disgraziata, che si stava trattenendo da ridere. Il sorriso della Kim non era cambiato di una virgola nemmeno quando, reggendo i calzini con la sinistra, aveva piazzato un coppino degno di nota con le nocche della destra, sulla nuca di quella che fino a prova contraria, doveva essere la sua spalla. «Ahi!» Si era lamentata l’altra grifa, gelata con uno sguardo fisso, e invitata elegantemente a farsi più in là. Nel punto occupato dalla studentessa del quarto anno, si era accomodata lei. Rapidamente aveva sciolto i lacci degli anfibi, svelando in piedino minuto, vestito da una calzetta nera che aveva tolto con altrettanta fermezza, non badando troppo alle occhiate che le si potevano mandare. Sulla caviglia destra appariva tatuato un orizuru, un origami a forma di grù che le calze con i cactus avevano rapidamente coperto. Si era poi messa in piedi, rinfilando gli anfibi e guardando il quartetto. «Mi piacciono molto… gamsahada.» E proprio in quel momento qualcuno l’aveva chiamata.

    «SU-JIN! Sono arrivata in ritardo? Auguri dolcezza!» Chi era?! No, non aveva idea – o forse si - di chi fosse Lucy Beech. Ma non erano state molte le ragazze che aveva incontrato, capaci di cambiare colore di capelli e di essere davvero tanto espansive anche con le sconosciute. Quindi, probabilmente, aveva ben chiaro di avere a che fare con una dei tassorosso più energici che Hogwarts avesse mai visto. «Ciao Si, salutare era decisamente un ottimo inizio. Ma magari serviva anche continuare mentre quella le si avvicinava, armata di regalo! «Benvenuta… non è proprio una festa festa quindi non sei in ritardo… ma siete tutti invitati ad assaggiare qualcosa. I miei han pensato fosse…» Estremamente imbarazzante da buttarsi dalla torre di astronomia? «Carino.» aveva aggiunto, sistemando i capelli dietro l’orecchio e mostrando una successione di tre piercing a lobo. Aveva poi allungato le manine verso il duo di Birthmuffins con evidente curiosità. «Woh... che strani. Grazie. Davvero… ma nessuno di voi era tenuto a portare qualcosa.» aveva specificato, stringendosi nelle spalle. Dopo tutto era quella nuova, era impossibile che la conoscessero se non per bhe… i tratti distintivi! «Purtroppo non c’è alcool.» AH. ECCO. I PUNTI DOLENTI! «Ma magari possiamo andare a bere qualcosa ai tre manici di scopa stava lavorando li come tirocinante, avrebbe di certo trovato il modo per passare sotto banco il peggio del peggio! O avrebbe chiesto a Gid come fare.

    GUIDA PER MAGHI E STREGHE ALLE FIGURE DI MERDA ALL'ORA DI PRANZO.
    Raise Your Glass - P!nk
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco

    MACHECARINI c: ciccioneggiamo tutti insieme!

    CIA.
     
    .
  6.     +7    
     
    .
    Avatar

    get in l o s e r !

    Group
    Neutral
    Posts
    269
    Spolliciometro
    +753

    Status
    Offline
    senza pensieri
    Fabio Rovazzi
    senza pensieri
    senza problemi, senza pensieri, come i vecchietti a esaminare i cantieri

    «e così...» diede un colpetto al giornale, piegando la pagina a metà così che la foto al centro si vedesse per prima, chiara e inequivocabile. la didascalia parlava di Villa Walsh, ma nemmeno un perito esperto avrebbe potuto riconoscerne i pochi resti. «è andata a fuoco.» conosceva già la storia, Mehan Tryhard, ma non riusciva a trattenersi dal sottolineare l'ovvio inarcando un sopracciglio diretto a suo fratello - avevano bruciato una fucking casa, per Merlino!. avevano, plurale, lui e quell'altro pericolo pubblico incapace di leggere le etichette dei prodotti altamente infiammabili. «ahah, ma pensa.» doveva ancora capire se la distruzione della villa fosse premeditata o semplicemente frutto di una dose eccessiva di sfiga (beh + ty = no buono), ma non era quello il momento di indagare sulla vita criminale del fratello; quello era il momento di ammazzarsi di pancake e godere delle libertà che la domenica gentilmente concedeva.
    niente lezioni, niente orari, zero problemi.
    per qualche ora mehan poteva non pensare alle occhiate omicide di hunter, ai bacini soffiati verso viktor ogni volta che lo beccava in giro, al senso opprimente di morte dato dall'inevitabile avvicinarsi della partita di quidditch. «almeno connor sembrava felice.» stranino forte, insomma, vallo a capire. si strinse nelle spalle piegando ulteriormente la gazzetta per riporla nella tasca posteriore dei jeans, la mano destra a battere sulla schiena del gemello. «ci becchiamo a fine pranzo, raga. andiamo hal, se finiscono le frittelle sbrocco.»

    e sarebbe ben sbroccato, il diciassettenne, se la delusione per la mancanza dei pancake caldi sulla tavolata dei grifondoro non fosse stata rapidamente sostituita dal profumo invitante di tutto quel ben di dio «ellamiseria, ma che succede?» domanda di rito, quella, pronunciata per una volta senza la cappa di tragedia imminente a gravare sulla voce del tryhard. perchè sui volti degli studenti non c'era traccia di terrore, solo sorrisi e bavette sul mento a causa della giustificata e comprensibile acquolina in bocca. si sporse un po' in avanti, spinto da una ben più forzuta halley, ma senza grandi risultati: vedeva solo cibo, zuppette, pollo fritto, cose strane alle quali non sapeva dare nome ma non vedeva comunque l'ora di mangiare. poi, cosa davvero molto importante, vide mac. «MAA/AA/AC!!» salutò il corvonero sventolando una mano, rendendosi conto solo in quel momento del fatto che fosse un corvonero. al tavolo dei Grifondoro.
    quindi si mangiava tutti insieme? TIPO PASQUETTA PRE-COVID???? bellissimo.
    «NICKY! BRO!» fu halley a prenderlo in braccio così che potesse fare cenno agli altri losers di avvicinarsi, con un po' meno entusiasmo quando la bionda ruotó di quarantacinque gradi così che meh potesse guardare dritto al tavolo degli intelligentoni e individuare il fratello mancante «hunter.» se ce l'aveva ancora legata al dito dopo più di due mesi? che domande. avrebbe chiesto scusa subito, il tryhard, forse persino piangendo come aveva fatto beh, in ginocchio sui ceci, se solo hunter avesse fatto lo sforzo di capire quello che avevano fatto e perché. «tuo fratello c'ha ancora l'azzella?» chiese, quando la oakes lo rimise a terra, fingendo una nonchalance ormai persa da tempo.«non che mi interessi eh.» eh. ma che minkiata, CERTO CHE GLI INTERESSAVA HUNTER MI MANCHI UN SACCO BASTA QUESTA TENSIONE MI UCCIDE, solo che non poteva dirlo. questione di principio.
    e niente avanti veloce che tra un po' inizia il quidditch sto già sudando. «guardate qua! un sacco di cibo gra-» «So che non è importante e forse non ve ne frega niente... ma è il mio compleanno. Qualcuno vuole provare del cibo coreano?» «-tis» damn uomo. non era proprio una cima (in generale) con i compleanni o le date da ricordare, mehan tryhard; gli andava bene essere nato lo stesso giorno di suoi fratello così poteva delegare a beh l'ingrato compito di annunciare al mondo l'arrivo del loro compleanno - il 18esimo? ma che scherziamo - un po' come rob fa sempre con chimi. no, davvero, non riesco mai a tenere a mente quando sono nati è più forte di me. però sujing era comunque una grifondoro, facevano parte dello stesso team, e non essere al corrente di un momento così importante lo faceva sentire un po' merdina.
    no, hunter, non più merdina del solito bada a quello che pensi #cos «eeeeee AUGURI!!!! (d-d-d-d-Derek!) SEI MAGGIORENNE!» #cos dai nicky di qualcosa tu che sei più carina e coccolosa. quando vide mackenzie tendere alla ragazza un paio di calzini, meh prese a sudare sul serio, tipo vampate di calore a ondate da menopausa, finché una gomitata nel fianco lo costrinse a svuotare i polmoni e riprendere fiato. «calm down Mehan! abbiamo le magliette dei 404 come regalo!» santa halley oakes, quand'è che le facevano una statua? ma soprattutto, gliela dà nicky a nome di tutti? chi sa come funzionano queste cose quando si è in gruppo.
    certo non rob, che alle feste di compleanno a parte cantare tanti auguri non sa mai bene cosa fare e lascia andare avanti gli altri per sicurezza. «cavolo non ho mai mangiato coreano.» ecco qualcosa di cui poteva discorrere con la festeggiata tranquillamente, senza sentirsi a disagio: pappa. «che mi consigli Su?» cioe sul serio dammi un'indicazione perché altrimenti non so come raccapezzarmi.


    27.06.2002 / 17 yo
    happy b-day!
    gryffindor, vii
    losers club
    mehan
    tryhard
     
    .
  7.     +7    
     
    .
    Avatar

    👽✨ FEMALIEN

    Group
    Death Eater
    Posts
    283
    Spolliciometro
    +784

    Status
    Offline
    hufflepuff
    18 yo / VII
    losers & 404
    alien
    nicky
    winston
    Probabilmente state pensando: ah, una tassorosso! Certamente è alla festa della nuova ragazza coreana, perchè non dovrebbe esserci! Amici, possibilità di conoscere nuova gente, un sacco di cibo... sarebbe più strano se Nicky non ci andasse che il contrario!!!!!
    Sbagliato.
    Nicky Winston era probabilmente la vergogna della sua casata, ma per quanto fosse amichevole, per quanto le piacesse idealmente fare nuove amicizie, nella pratica- nella pratica era una Nicky. Non sapeva parlare alla gente che non conosceva, le ragazze carine la mettevano a disagio, le persone popolari la mettevano a disagio, la vita la metteva a disagio.
    Tuttavia, dopo che Mehan aveva parlato loro di montagne di cibo e li aveva invitati a vedere con i loro occhi, e la ragazza arrivata a metà anno si era alzata sulla panca per dire che era il suo compleanno, la Winston non si era fatta indietro; non era scappata. Era una codarda, certo, ma era una codarda (fifona e non voleva che qualcuno la vedesse andare via) patata. Per quanto non fosse amica di Sujin, non le avrebbe voltato le spalle al suo compleanno, quando era stata così carina da invitare tutti a parteciparvi. Non sarebbe stata quella persona; aveva passato troppi sei giugno da sola, prima di conoscere i Tryhard, per permettere che la coreana si sentisse così... E poi Halley la conosceva, no? Non l'aveva presentata come una snob, seppur fosse apparentemente "amica" di gente come Heather e Lucy (idealmente niente contro nessuna delle due, praticamente #leragazzebiondepopolarimifannocosìpaura)
    «Ehm- auguri battè la mani fra loro al grido di Jane, solo per accorgersi che nessuno stava applaudendo. Ah, ochei.
    Lanciò uno sguardo disperato a Beh, per sapere se anche lui si sentiva male dentro come lei o la stava vivendo meglio; cioè, a quanto pare stavano facendo tutti (tutti.) un regalo ????? MA NON ERA UNA COSA IMPROVVISATA??? COME E QUANDO SI ERANO PREPARATI??? ERANO GLI UNICI CHE NON LO SAPEVANO??? NESSUNO LE AVEVA DETTO CHE SAREBBE STATO UTILE GIRARE SEMPRE CON UN REGALO DI RISERVA!!!! Passò a guardare Halley, perchè se Beh era il compagno di morte interiore, Hunter quello intelligente, Mehan quello socievole (o attaccabrighe a seconda dei momenti), era Halley quella da cercare quando sembravano non esserci soluzioni logiche... e infatti, ecco che tirava da chissà dove uno sparamagliette dei 404. Da dove? Non lo sappiamo! Perchè proprio uno sparamagliette? Perchè da quando Alice ha buttato lì l'idea della merchandise 404 non riesco a pensare ad altro!!! Tipo sparacoriandoli ma con magliette, dai
    «uh!» Nicky frugò in borsa, trovando in fretta il CD del gruppo. Ne aveva fatto un po' di copie tempo prima, e sebbene ci fossero per lo più cover aveva registrato anche un paio di loro pezzi originali, quello che aveva cantato ad Halloween due anni prima, un po' rivisto, e un altro cantato da Aidan.
    Chi è che prese l'iniziativa per andare a parlare Sujin e consegnare tipo i Re Magi i regali? CHI LO SA!!! Sta di fatto che, fucsia in viso, Nicky si ritrovò davanti all'asiatica bassina a fare un mezzo inchino, sentendosi immediatamente un idiota per il gesto. L'AVEVA OFFESA????? ERA APPROPRIAZIONE CULTURALE???? NON AVEVA LETTO ABBASTANZA MANHWA E VISTO ABBASTANZA KDRAMA PER SAPERLO!!! «buon- buon compleanno! ehm- sì- ecco» le porse il disco. «i 404 name-not-found sono un... gruppo... una band... di qui» si schiarì la voce «non è un problema se non li conosci» PERO' mondo sappiate che avevano fatto anche una mini tournée! «noi siamo... grandi fan» nel caso si stesse chiedendo perchè giravano con mille magliette e gadget. Per niente creepy.
    E PERCHE' AVEVA DOVUTO PARLARE LEI QUANDO MEHAN ERA COSI SCIALLO E CARINO DAMN UOMO
    this isn't a real quote, I'm just in hurry because of the bet and this phrase is wrong
    dannazione è davvero tardissimo
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    parla con i losers (che ci sono #wat ci siete tutti vero?) e con sujin !!!
    e vuole un po' morire
     
    .
  8.     +9    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Rebel
    Posts
    384
    Spolliciometro
    +653

    Status
    Offline
    ¡Feliz cumpleaños!
    (*singing #out of tune# voice*) Cumpleaños feliz, cumpleaños feliz
    te deseamos todos cumpleaños feliz
    Ogni tanto sembrava che Arturo fosse spuntato lì ad Hogwarts dal nulla, che fosse magicamente apparso una sera di Aprile di un anno bisesto e funesto solo per portare gioie – si sperava – alla squadra dei Serpeverde; altre, invece, sembrava che ad Hogwarts ci fosse sempre stato poiché non era insolito trovarlo a salutare ora questo, ora quell'altro studente, indipendentemente dalla casa, dall'anno, dal fatto che fossero maghi o special. Arturo Maria conosceva tutti per via del suo carattere espansivo e allegro, o per lo meno gli piaceva credere – e poter dire – di conoscere tutti. Magari non era lo studente più bravo a livello accademico e le ore passate in sala torture ne erano una dimostrazione più che sufficiente, così come il suo piano di studi che sembrava più una schedina babbana in una giornata di campionato costellata di pareggi – X ovunque – ma sicuramente si impegnava in qualcosa che, alla fin fine, era innato in pochi: mantenere rapporti sociali – e socievoli - un po' con tutti i suoi compagni. Era, sotto molti punti di vista, un Serpeverde atipico ma non sbagliato; aveva avuto un po' di tentennamenti all'inizio del suo primo anno, si sentiva quasi un pesce fuor d'acqua e gli era stato detto dallo stesso Cappellaccio che forse i Tassorosso sarebbero stati i compagni di viaggio perfetti per lui... salvo poi rimangiarsi tutto e spedirlo dritto dritto tra le serpi. Insomma, uno straccio un po' bipolare, quello, ma aveva di fatto segnato il suo destino all'interno del castello e Artie aveva dovuto convivere con quella scelta presa per lui. Quindi sì, come dicevo, i primi mesi – il primo anno - erano stati abbastanza infernali ma poi si era ambientato e aveva trovato, nella sua casata, più di quanto si sarebbe mai aspettato di trovare; compagni, amici, gioie (quelle fanno sempre comodo), belle ragazze (ovviamente). Ma vista la sua indole amabile e spontanea, non aveva tardato a farsi amici anche gli altri studenti, o quanto meno non aveva tardato a farsi notare, per un motivo o per un altro: la sua vitalità, le sue continue figuracce in Sala Grande, le sue barbine figure in aula indipendentemente dalla materia, i suoi sempre mal riusciti tentativi di abbordare le ragazze più grandi di lui. Insomma, pure chi non ne conosceva il nome, sapeva in qualche modo di quel Serpeverde mezzo irlandese, mezzo spagnolo e un po' americano che non era raro beccare nel cortile o in sala grande a non fare assolutamente nulla se non disegnare. O una delle cose già elencate sopra, mi par ovvio.
    Ma disegnare era un grande hobby del caro Arturo Maria, forse l'unica cosa che gli riusciva bene senza doverci stare a pensare; aveva sempre detto che, nel caso gli fosse andata male la carriera accademica – una prospettiva non così improbabile – si sarebbe buttato sul fumetto, magico o babbano faceva poca differenza. D'altro canto lui proveniva da entrambi i mondi: suo papà era un mago, sua mamma una babbana, lui e Rosario, sua sorella, degli incroci e in quanto tali, avevano più possibilità di far carriera in un mondo o nell'altro, no?
    Insomma, erano davvero poche le cose in cui Art era bravo ma il disegno era senza dubbio una di quelle. Per questo quel giorno di metà Aprile si ritrovava in Sala Grande a bighellonare aka disegnare sul nuovo blocco che Rosie gli aveva spedito qualche giorno prima, proprio in occasione del compleanno del giovane Turo, insieme ad una scatola di matite incantate con cui avrebbe potuto finalmente completare il suo fumetto, la cui storia nessuno ancora conosceva perché doveva rimanere una sorpresa (in realtà perché la player doveva ancora pensarci ma non era questo il momento per farlo). E, dalla sua postazione nella lunga tavolata verde-argento, aveva visto tutto. O quasi. Era difficile catturare la sua attenzione quando era assorto nel disegno, ma di sicuro un'ondata di gufi che invadono il castello può rivelarsi una distrazione sufficiente.
    Sudetti gufi erano volati spediti verso il tavolo dei Grifondoro proprio all'ora di pranzo e avevano lasciato cadere innumerevoli pacchi che, di li a poco, si sarebbe scoperto contenere una lista lunghissima di specialità che, in breve, riempirono la Sala di mille profumi e aromi diversi.
    Il pancino di Arturo brontolò senza ritegno.
    Si mise ad origliare, per quanto possibile vista la distanza tra le due tavolate, senza preoccuparsi minimamente di risultare invadente ma hey! Per diventare amico di tutti in qualche modo aveva dovuto fare, e ascoltare le conversazioni altrui era la via più facile #waitwat
    Dedusse, dal ciarlare concitato e il colorito rosso di qualche sfumatura più scuro della divisa che indossava, che la nuova arrivata dei Grifondoro stava compiendo gli anni. Uh, un'altra Ariete.
    Le sue teorie vennero confermate di lì a poco quando proprio la ragazza si mise in piedi e decretò ufficialmente aperto il banchetto: era il suo compleanno e tutti erano i benvenuti ad assaggiare quelle che Turo aveva capito esser specialità tipiche della cucina coreana.
    Sorrise divertito da quella scena, Su-jin – Arturo conosceva il nome della ragazza, duh. - sembrava non essere propriamente a suo agio e non aveva perso il colorito bordeaux assunto all'arrivo dei gufi. Qualcosa gli diceva che dietro quel banchetto c'era lo zampino dei genitori e, sebbene il rapporto di Artie con Ana Teresa e Paul non fosse dei più idilliaci, sapeva bene cosa significava avere dei genitori sempre pronti a metterti a disagio con i tuoi coetanei.
    All'improvviso gli balenò un'idea e per i successivi trenta minuti si isolò completamente dal resto di Hogwarts.

    Quando rialzò la testa dal suo album nuovo di zecca per riportare le attenzioni verso la festeggiata, intorno a lei si era creata una piccola folla di studenti provenienti un po' da tutte le case; chi le augurava tanti auguri, chi donava qualcosa che dalla sua posizione Artie non risuciva a vedere - erano forse calzini? Utili! Figo! - e altri che, semplicemente, mangiavano, curiosi di assaggiare quelle che per alcuni – come tipo Arturo – erano delle novità (nda. ricordiamoci che lui era abituato alla lasagna - ma stavolta parliamo di quella vera – e alla paella cucinata da sua madre).
    «Mi controlli un attimo la roba, tìo Con un colpetto sulla spalla del compagno di casa seduto accanto a lui, Artie fece un cenno verso le sue cose ancora sparpargliate sul tavolo e poi, senza attendere una risposta, si incamminò verso il tavolo dei Grifondoro.
    Chissà se i suoi compagni di squadra lo avrebbero linciato per un gesto tanto ardito a pochi giorni dalla partita di Quidditch! Ma insomma, non avrebbe potuto lasciar correre in una situazione del genere: rifiutarsi di fare gli auguri ad una compagna nel giorno del suo compleanno? GIAMMAI!
    «Cumpleaaaaañossss feliiiiiz,
    cumpleaaaañooooos feeeeeliiiiiiz,
    te deseeeeeeeeaaaaaaamos tooooooodoooooooos
    cuuuuumpleeeeeaaaaaños feeeeeliiiiiiz...»
    E okay, magari Arturo Maria Hendrickson non era la persona più intonata del mondo ma hey! Contava il pensiero! E lui non si preoccupava più, ormai, delle brutte figure. «¡Feliz cumpleaños, querida
    Quanto a Su-jin...
    Lo conosceva? Probabilmente no.
    Parlava spagnolo? Boh.
    Ma chi non avrebbe riconosciuto la melodia della canzone più famosa per i compleanni (?) in quelle sue note stonate? Insomma, agisci e poi pensa, tipico di Artie. Ma ormai era lì, in mezzo alla folla e di fronte a Su-jin che, intenta a spiegare questo e quell'altro piatto, sembrava sopraffatta dalle attenzioni e tentava di dare spiegazioni e scusarsi per le cose più disparate.
    Tipo per il fatto che non ci fossero alcolici. Purtroppo le regole del castello non permettevano (in via ufficiale) che gli studenti ne facessero uso ma lui aveva l'alternativa perfetta.
    Chissà come si sposava il cibo coreano con... «Virgin Sangria, baby!» esclamò, e con un colpo di bacchetta fece riempire una brocca di un liquido rossastro pieno di frutta. Non era vino, purtroppo, ma qualcosa che sua mamma aveva inventato per i loro compleanni e per permettergli di fare i fighi bevendo le cose dei grandi. Uno dei pochi incantesimi che Turo sapeva fare senza far esplodere nulla. «Ahem, è Sangria. Analcolica.» spiegò ai compagni intorno a lui e alla festeggiata. Perchè si era intromesso così? Perchè era Arturo! Era nella sua natura. «Una ricetta di mia mamma, ma non ho onestamente idea di come ci stia accanto a...» guardò il cibo messo ben in mostra sulla lunga tavolata. «CosaètuttoquestobendiMerlino?» esclamò con l'acquolina in bocca.
    Alcuni minuti filarono via così, con Turo che ascoltava preso e interessato mentre le varie cibarie venivano descritte, che lanciava occhiate agli studenti intenti ad assaggiare per osservare le loro reazioni, che salutava gente random (#ciaoMeh, #ciaoTuttiQuanti). Dopo un po' si ricordò della pagina strappata dall'album e arrotolata nella tasca della divisa. Uh!
    «Hey, Su-jin, ahem.» cercò di chiamare le attenzioni della ragazza, picchiettandole sulla spalla con un dito. «Volevo darti questo.» e così dicendo le allungò il foglio che stringeva in mano.
    «Non è molto... ed è stato fatto un po' di fretta, ma ti ho visto leggere fumetti in cortile ogni tanto» Artie ti ricordo che il passo da nuovo amico a stalker è brevissimo, «E ho pensato che potesse farti piacere.»
    Le indicò una figura disegnata in bianco e nero nel suo stile, fatto di tratti marcati e decisi, volti poco tondeggianti e anzi, spesso dalla fisionomia dura e squadrata. Pennellate di colore della gamma dei grigi volutamente impreciso come a donare movimento e fluidità, per smorzare la durezza dei soggetti. Scenari di sfondo poco chiari, grattacieli che sembravano pezzi del tetris bucherellati da quelle che dovevano esser finestre, totale assenza di dialogo. Quello di Arturo era uno stile ben lontano da quello di alcuni dei suoi artisti preferiti, dai quali non si era lasciato influenzare molto, e lo aveva sviluppato nel corso degli anni con tentativi spesso fallimentari. Era abbastanza soddisfatto del punto in cui era arrivato.
    Nella pagina che aveva regalato a Su-jin era raffigurata una ragazza dai capelli corti e scuri, occhi a mandorla e neri come la pece, lo sguardo fiero e un sorriso tagliente. Concettualmente avrebbe dovuto essere un'eroina di notte, cheerleader di giorno (KimpossibilePepper) ma le tavole da lui abbozzate erano troppo poche per permettergli di creare una vera trama. Nei sei riquadri che aveva disegnato si poteva vedere l'eroina mente si districava tra nemici mostruosi di notte e compagni di scuola altrettanto spaventosi di giorno. E affrontava entrambi con la stessa grinta.
    Non era un disegno magico, anche se ci aveva pensato ad animarlo con qualche incantesimo, magari. Ma poi aveva preferito puntare a qualcosa di più semplice, più da lui.
    «Spero ti piaccia. Non sono Phil Noto o Travis G. Moore, certo, ma...» perchè giustificarti, Arturito? Era il pensiero a contare.
    Sorrise alla festeggiata con il suo solito sguardo da puppy e sperò in cuor suo che lei si sarebbe ricordata del gesto e che lo avrebbe graziato durante la prossima partita con il suo tifo.
    fakissimo
    bimbovero
    17 anni
    18 anni
    Arturo Maria Henrickson
    Quando ero piccolo, mia madre mi diceva sempre: "Se uno sconosciuto ti avvicina, ti offre caramelle e ti invita a salire in macchina con lui, vacci!"



    Aaaaah volevo troppo intrufolarmi nella role ma non potevo di certo farlo con Piz #wat così ho usato Turo come escamotage per passare e fare gli auguri a Pepper ♥ in ritardo, but still! ♥

    @staff sorry se sto approfittando della cosa LOL giuro che poi mi limiterò alla role del Quidditch AHAHAHAH *sparisce in una nuvola di fumo*
     
    .
  9.     +8    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    248
    Spolliciometro
    +612

    Status
    Offline

    «Ritardo..sono in ritardooooo» disse correndo come una matta tra i corridoi, sapeva di non poterlo fare e che avrebbe rischiato un giro in sala torture ma era davvero in ritardo per il compleanno di Sujin, sapeva con certezza che la ragazza aveva preparato cibo coreano per l'occasione e la mora non poteva mancare, adorava le pietanze orientali e aveva iniziato ad apprezzarle da quando nella sua vita erano entrati a fare parte Take e Selfie; molto spesso al suicide squad ( che non era un club dedicato al film) provava a chiedere ai ragazzi di cucinarle un qualche pietanza tipica kinese e se il suo migliore amico Self qualche volta provava almeno a spiegarglielo, Away ovviamente preferiva darsi fuoco piuttosto che aiutarla in qualcosa, ma sapeva che in fondo le voleva bene, cioè andiamo come potevano non adorarla? era la loro groupie dall'inizio dei tempi e lo sarebbe rimasta per sempre.
    «Ma eccoti.» disse sulle scale, sbattendo su Take che la guardò senza dire altro la superò, era così difficile parlare con lui, ma questo non l'avrebbe fermata da provarci a coinvolgerlo «Vieni al compleanno di Sujin? c'è il Kimchi» magari con la scusa del cibo poteva convincerlo ma il ragazzo fece una scrollata di spalle e lasciò la mora da sola che non perse comunque il sorriso; un giorno lo avrebbe visto sorridere ne era più che sicura, doveva solo avere pazienza anche se non era quello il giorno fortunato. «ah..devo andare» disse ricordandosi il motivo della sua corsa. Quando giunse in sala grande era c'è gremito di studenti già in festa o quasi, non era certa di quello che stava succedendo perchè la player deve recuperare tutti i post. «Sono in ritardo per il dolce? » disse guardandosi intorno per poi correre ad abbracciare la festeggiata, non importava se stava facendo altro, ora doveva assolutamente abbracciare la mora «saeng-il chughahae» disse sfoggiando il suo poco coreano che sapeva, in realtà sapeva dire praticamente solo tre cose di cui uno era ciao ma non starò qui a elencarvi parole in coreano
    17 y.o - Campbell - Grifondoro
    «WHAT THE DUCK?»
    «FUCK»
    «NO, DUCK IS CUTE.»
    Phoebe
     
    .
  10.     +9    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Death Eater
    Posts
    575
    Spolliciometro
    +1,397

    Status
    Offline
    l'amour toujours
    paparapa paparapa paparapaparaparaparapa
    Everything is fine
    and i’m dying.
    *thumbs up* : )
    Cos’aveva fatto. Perchè l’aveva fatto. Era andato in panico, okay? Mckenzie era - letteralmente - un ragazzo d’altri tempi: se veniva invitato a casa di qualcuno, sentiva l’obbligo di portare qualcosa; se qualcuno lontano tre metri da lui era indirizzato nel suo stesso locale, rimaneva a tenere la porta per lui e per il restante dei suoi settecento amici, e se c’era un compleanno, era un dovere civico presentarsi con un regalo. Obblighi e doveri che doveva a se stesso, non perché temesse di fare brutta figura: a ruoli invertiti, gli sarebbe piaciuto che qualcuno l’avesse fatto per lui. Sperava che...contasse realmente il pensiero? Cioè, sapeva fossero davvero una stupidaggine, ma…? Oddio, un attacco di panico. LO SENTIVA!! LO SENTIVA!! LO SEN-TI-VA. Si appiccicò plastico il sorriso sulle labbra – un ictus, probabilmente – spostando lo sguardo solamente quando nel suo campo visivo apparse un video familiare. Familiare più di altri, e sotto più punti di vista. Quasi si sciolse in un sorriso più spontaneo quello dell’Hale, se «lo hanno fatto insieme» così, senza neanche un (appuntamento) (almeno dei preliminari?) avviso. Non sapeva mentire di suo, figurarsi sotto tutta quella pressione di gente (ma chi ti caga) che lo guardava. «il regalo - i calzini. dustin ci ha messo il pensiero, diglielo dude dOnT bE Shy» Ma si attivava sempre qualcosa nella mente di Mac, quando si ritrovava a che fare con qualcuno di problematico quanto lui: solidarietà. I got your back bro. «CERTO» annuì, tranquillizzandosi un poco di più ad ogni tonalità di colore smarrita dal Dearduff. Accennò l’ombra di un sorriso al suo contemporaneo - bodie boys stick together – e tornò a guardare la Grifondoro. «è stato vicino a me tutto il tempo, e – è stato lui a suggerire i cactus» perché «ci ricordano casa, s-sai. Arriviamo dalla california» millenovecentodiciannove, però. sbuffò una risata imbarazzata stringendosi nelle spalle, indicando entrambi ed abbandonando poi le braccia lungo i fianchi. Certo che in tutto quel suo cucire, qualche volta avrebbe anche potuto cucirsi la bocca - o boh, una corda abbastanza resistente per impiccarcisi. Cose così. «grazie» e già quello avrebbe fatto la sua giornata, ma si aggiunse il «oh Mac sono davvero bellissimi!» della bellissima Lucy Beech – che conosceva perché era la sorella di Jade, e Run gli aveva fatto fare una del tutto imbarazzante walk of debuttante da tutti i suoi amici; eh, amava Run come una sorella maggiore, ma c’erano giorni in cui gli faceva desiderare di essere morto più di altri – a cui non potè fare a meno di arrossire fino alla punta delle orecchie. Le sorrise imbarazzato ma felice, dondolando impacciato sui talloni. «oh, io...grazie?» se ti piacciono posso farne un paio anche per te. Lo pensò ma non lo disse, perché per quanto la ragazza sembrasse sincera, poteva anche averlo detto per farlo sentire meglio, e non voleva obbligarla a continuare a proteggere il suo (assente) ego. «gr-grazie» ribadì quindi ancora, abbassando rapido gli occhi sui propri piedi ma senza abbandonare il sorriso. Quando poi, poi!!!, Sujin si tolse gli anfibi nel bel mezzo della sala grande per mettersi!!! i suoi!!! calzini!! Mckenzie era euforico. «siamo stati bravissimi» perché si sentiva troppo in imbarazzo con tutti quei complimenti, e aveva davvero bisogno di scaricare quella tensione sulle spalle di Dude. Qualcun altro non l’avrebbe ritenuto un fardello, ma Mac? Non era fatto per la luce dei riflettori, né per i complimenti. Quindi alzò una mano verso il ragazzo, indeciso se porgere un cinque o le nocche per un brofist. Dopo aver agitato le dita un po’ vago nella sua direzione, optò per un sempreverde segno della vittoria ed un sorriso isterico. Olè! L’imbarazzo si sciolse un po’ quando al gruppo si aggiunsero altri visi conosciuti – non perché confortassero particolarmente l’Hale (tranne meh. Era davvero un antistress naturale per l’hale, lo vedeva e si sentiva già meglio) ma perché più gente c’era, meno era visibile lui – ed iniziò ADDIRITTURA a piluccare qualcosa dai piatti. Poca roba, non voleva rubarne ad altri, ma abbastanza da riempirsi un piccolo piattino che sapeva non avrebbe mai più riempito. Quindi goditelo, Mac. «Purtroppo non c’è alcool. Ma magari possiamo andare a bere qualcosa ai tre manici di scopa.» Gli giunse una gomitata nel costato. La ignorò. Una seconda. Una terza. «MAC» a rallentatore, reclinò il capo verso Jane, il cui braccio era ancora sporto nella quarta gomitata che Mac ebbe la decenza d’evitare. «MA TU NON LAVORI AL FIENDFYRE?» haha, haha. Sì, lo faceva, ma non era ancora….pronto...a fare il...PR così, a brucio. Aveva bisogno di allenamento. Di piccoli gruppi. Di noce moscata da sniffare. Ingoiò lentamente il cibo in bocca, rubando un bicchiere di succo di zucca a qualcuno (chi? Qualcuno, vuoi essere te? NON SUJIN, ALLA FESTEGGIATA NON SI RUBA NIENTE) per non soffocarsi con qualcosa di terribilmente piccante che no, non aveva previsto, e finì solamente per affogare di più. «non è succo di zucca» portò i terrorizzati occhi grigi sul Serpeverde, memore di un virgin sangria! annunciato poco prima. «cioè, nel senso, è buonissimo» cos’è «davvero» sul serio! «ringrazia tua madre da parte mia» ??? mia chi. Coprì gli occhi con la scusa del piccante a farli lacrimare. «sonomac» era mac.
    Quando smise di piangere, si picchiò un pugno contro il petto e con voce acuta rispose alla Darko. «io, uh, sì, lavoro in discoteca» sapeva quanto assurdo sembrasse (PERCHè LO ERA) quindi mitigò la frase con un’imbarazzata stretta di spalle, e l’abbozzo di un sorriso. «quindi se volete, uhm, cioè solo se vi va, potrei tipo, uh» grattò la nuca ed arcuò le sopracciglia. «organizzarvi una serata? I compleanni con almeno dodici partecipanti hanno lo sconto del 40% sulla consumazione obbligatoria ed un 10% su quelle successive, ed in quanto studenti l’entrata costa meno» ah, numeri: quelli sì che li capiva, e lo mettevano a suo agio. «e c’è una bottiglia di champagne in omaggio» showbiz baby
    rebel
    deatheater
    17
    18
    jane-darko&mac-hale
    god, just don't be so weird. why are you so awkward?.

    jane si starà sicuramente ingozzando di cose; mac ringrazia lucy, parla con dude (/parla/), fa l'ansiato come sempre, parla (//parla//) con turo, e invita tutti al fiendfyre (????????????)
     
    .
  11.     +9    
     
    .
    Avatar

    Mars ♥

    Group
    Inferius
    Posts
    60
    Spolliciometro
    +168
    Location
    Antica Grecia

    Status
    Offline
    HALFBLOOD
    FINALLY 17 Y.O.
    GRYFFINDOR
    PARSELTONGUE
    SU-JIN PEPPER
    KIM
    Era tutto così strano.
    Non conosceva la maggior parte dei visi che in quel momento si stavano avvicinando con curiosità e anche un po' di scetticismo a quella porzione della tavolata dei grifondoro imbandita con pietanze probabilmente mai viste – eccetto il pollo fritto. FORSE. Qualcuno l’aveva incrociato durante le lezioni, altri dovevano essere membri della sua casata. Tuttavia le sfuggiva una cosa: «Ma possono sedersi, vero?! Non è che… poi faccio punire tutti? No, perche mi prendo io la responsabilità.» aveva fatto verso Liz, che ancora si lamentava per l’amichevole colpetto di rimprovero ricevuto. Per lo meno i suoi non avevano totalmente sbagliato con la loro bislacca idea di FESTEGGIARE CON TUTTA HOGWARTS.

    Su-jin era tendenzialmente una persona socievole, gentile, persino allegra! Un’amichevole cinesua coreana di quartiere. Ma nonostante questo doveva trovarsi tremendamente alle strette per lasciar uscire quel lato di se che la scuola di magia e stregoneria della Corea del Sud non aveva curato abbastanza, vuoi un po' per il suo sangue misto, vuoi per il bisogno ossessivo compulsivo di eccellere per dimostrare a tutti che pure i mezzosangue sapevano il fatto loro. Cosa che aveva fatto egregiamente, mettendo da parte ogni genere di amicizia e socializzazione.
    Hogwarts, per quanto diversa rispetto agli ambienti rigidi che aveva imparato a conoscere, poteva essere una seconda occasione.
    «Ci ricordano casa, s-sai. Arriviamo dalla california.» Ah. Quindi non era l’unica extracomunitaria! «Ah. Io sono stata in Florida.» nell’anno corrente, si intende. Ma eccetto l’imbarazzo tanto di Mac quanto di Dustin – cosa evidentemente comune fra i ragazzi della loro età – nulla poteva suggerirle che appartenessero ad un altro secolo.

    Quando poi fu la volta di Meh, Halley e Nicky, un sorriso spontaneo apparve su quelle labbra laccate di rosso. I primi due li aveva incontrati più di una volta: tanto ad Hogwarts quanto fuori dal castello in pietra. L’altra ragazza invece era stata spesso adocchiata in compagnia di quel gruppetto con cui spesso si accompagnavano (?) . «…» Più teneva le iridi scure incollate al terzetto, più sospettava di non essere lei quella in imbarazzo in tale situazione. Certo era il suo compleanno, si era messa in piedi sulla panca, aveva offerto cibo a mezza Hogwarts, e solo per una qualche congiunzione astrale non aveva con sé cappellini a punta e trombette, e – ORRORE DEGLI ORRORI – era il suo compleanno! Ma poteva sopravvivere a tutto questo: essere una Kim l’aveva temprata. Non si poteva però dire la stessa cosa di Nicky che in quel momento – dopo aver applaudito all alone – le stava offrendo un CD. Dopo un mezzo inchino davvero tenerissimo! Fu un miracolo che non scoppiò a ridere! Quel trio metteva troppo di buon umore. Forse fu in quel momento che decise di adottarli #wat.
    «buon- buon compleanno! ehm- sì- ecco…i 404 name-not-found sono un... gruppo... una band... di qui» si schiarì la voce «non è un problema se non li conosci» No. Non li conosceva. Ma non era questo il problema. Prese il disco, rigirandoselo fra le mani con un sorriso gentile, e nascondendolo rapidamente dentro la tasca della felpa. «Grazie! Ma davvero, non dovevate… tu sei Nicky, giusto?!» Era una ragazza attenta Kim Su-jin. E piano piano, pur non scambiando quasi mai parola con il prossimo, stava iniziando a ricordare i nomi di tutti. «Che genere suonano? Ah…» aveva poi abbassato la vocina, coprendo la bocca con il palmo della mano sinistra accostato alla gota. «Si possono far vedere Cd? E mp3?! Sarebbe il caso di evitare che veniate puniti solo per darmi un regalo. » Non gliene voliate, ma veniva da un ambiente decisamente più rigido – a quanto pare – dove ogni cenno di favoritismo verso i babbani poteva essere punito severamente.

    E del povero Meh?! No, non si era dimentica della richiesta di aiuto in campo gastronomico. Si era staccata dal piccolo gruppetto, per cercare fra tutte le pietanze qualcosa che non dovesse provocare la morte di tutte le papille gustative del loro portiere. «Mh… prova il pajeon. È questo…» aveva allungato in un piattino della frittata di frutti di mare, con farina, e cipolle. «E poi anche il samgyeopsal… la metti a cuocere cosi. E quando ti piace il colore la togli e te la mangi.» aveva spiegato, davanti alla griglia circolare in rame, alimentata da un fuocherello. Sicuramente un elfo domestico la teneva in funziona, ma della piccola creatura dalle orecchie a sventola non si vedeva nemmeno l’ombra.

    In tutto quel tramtram di gufi ed esseri umani, non si era certo resa conto che Arturo Maria la stava studiando. Il nome dell’anglo-ispanico-irlandese era stato fra i primi che aveva appreso al suo arrivo a scuola. La serpe #toofriendly che aveva adocchiato più di una volta spesso chino a disegnare. Avrebbe ucciso – NO DAI NON ESAGERIAMO – per spiare nel taccuino altrui. Un po' perché anche lei ne aveva uno tutto personale, un po' perché non aveva il coraggio di far vedere i suoi bozzetti per tatuaggi a nessuno. Quando però Turo si mise a cantare, le possibilità di essere ignorato anche da Su-jin si annullarono totalmente. Avevamo lasciato la nana-coreana a dare consigli a Meh, no?! Ecco, stava proprio indicando le pietanze quando il soave vocino del Henrickson le arrivò alle orecchie, incrementando quel rossore che, se nel mentre era stemperato un poco, ritornò con prepotenza a colorarne il circolare viso. Si, era diventata esattamente color Virgin sangria, che il caro Turo aveva fatto apparire in vari boccioni sparsi sul tavolo. «WOH. Gomawo… grazie!» Non sapeva proprio da dove arrivava tutta quella carineria nei suoi confronti. A Mabeobkakkeun Hakkyo nella migliore delle ipotesi veniva ignorata. E ora, si trovava letteralmente al centro delle attenzioni! Tanto che, la stessa serpe l’aveva beccata leggere fumetti. E un fumetto era stato il suo dono. Ok. Adesso, Su-jin si era comportata bene fino a quel momento no?! Una persona calma, cortese, equilibrata. Ma quello. QUELLO! Se gli occhi avessero potuto emettere brillantini e stelline, o persino arcobaleni, al momento La Kim avrebbe letteralmente sommerso Arturo di ogni genere di effetto speciale! PER MERLINO LO AVREBBE BACIATO IN BOCCA IN QUEL MOMENTO. Mentre teneva con le manine tremanti, super emozionata. «Non so che dire. E’ bellissimo, grazie… lo…. Lo puoi firmare!?» era qualcosa di cosi speciale, cosi unico, che sul serio. TENETELA BUONA O QUA CI SCAPPA IL LIMONE! Fortuna che Pheobe era arrivata proprio in quel momento, o sarebbe scattata. ARTURO AVVISATO MEZZO SALVATO! Anche se avrebbe dovuto fare il tifo contro di loro alla partita, non se lo sarebbe dimenticato. In quanto alla mascotte dei Grifi, quella le si gettò al collo – SIA BENEDETTA – con tanto di auguri nella sua lingua madre. Avevano iniziato a stringere amicizia quando la Kim, per aiutare i suoi crediti morenti – si era anche iscritta come cheerleader alla squadra di Grifondoro. Una fortuna che almeno la mora fosse tanto espansiva, anche se ogni volta che se la ritrovava vicina con il costume, spesso dimenticava che sotto ci fosse l’intraprendente Campbell. «Grazie mille! Nel mentre sei puntualissima… serviti! Prendi tutto quello che vuoi.» Anche perche in quel momento adocchiò un morente Mac, con tanto di lacrimoni agli occhi. «Latte. Serve latte.» Evidentemente si era scordata che molti di quei cibi erano piccanti. Ma non arrabbiatevi, si chiama anche Pepper per un motivo! Con una movenza veloce della bacchetta aveva fatto apparire un bicchiere che aveva allungato verso il poverino, concedendogli poi di parlare della discoteca. «Sarebbe un’idea grandiosa. Ma credi che ci staremo tutti?» Quello che poteva essere solo un semplice banchetto, stava per degenerare in una festa di altri tempi.
    GUIDA PER MAGHI E STREGHE ALLE FIGURE DI MERDA ALL'ORA DI PRANZO.
    Raise Your Glass - P!nk
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco

    Spero di non aver dimenticato nessuno. INTERAGISCE CON TUTTI..
     
    .
  12.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Rebel
    Posts
    584
    Spolliciometro
    +870

    Status
    Offline
    C’era una certa tensione nell’aria, quell’atmosfera elettrica carica di aspettativa, quasi stesse per accadere qualcosa da un momento all’altro. Era la quiete prima della tempesta e tutti a Hogwarts sapevano cosa sarebbe successo da lì a qualche giorno. Era quasi surreale camminare per i corridoi del Castello, l’eccitazione palpabile in ogni sguardo e in ogni gesto. Perché per quanto potesse essere soltanto una finale per aggiudicarsi il terzo posto, era comunque il derby tra Casate, la partita più sentita per i Grifondoro. Era e sarebbe stato sempre uno dei momenti più attesi dell’anno, l’unico vero momento in cui se le sarebbero date di santa ragione sul campo, senza il rischio di venire beccati. Era come un combattimento corpo a corpo, ma con gli effetti speciali.
    Se la Weasley stesse massacrando la sua squadra più del dovuto? Assolutamente sì. Quella sarebbe stata la sua ultima partita ad Hogwarts M.A.G.O. permettendo e aveva tutta l’intenzione di arrivare in campo con le peggiori intenzioni. Era il minimo che potesse fare per quei colori che aveva indossato per quasi sette anni, per quell’attaccamento a una maglia che non avrebbe mai dimenticato. Chelsey era da sempre una Grifondoro e, con ogni probabilità, lo sarebbe stata in ogni universo e in ogni linea temporale. Per questo ci teneva particolarmente a lasciare il segno, per questo portava la fascia da Capitano con quel rispetto reverenziale per chi l’aveva indossata prima di lei. Suo zio, il suo padrino, sua madre erano stati i leader indiscussi delle proprie squadre e, per quanto la Dallaire facesse parte della fazione sbagliata, la Weasley aveva sempre cercato di camminare sulle orme di Elijah e Morley, stupidamente pensando che sarebbe bastato quello a sentirli più vicini, quasi potessero ricordare ciò che ancora non era avvenuto. Stupidamente, era convinta che sarebbe bastato quello a renderli orgogliosi di lei, della squadra che aveva messo su e che aveva unito con un po’ di sano terrore.
    È che ci teneva, capite? Ci teneva anche troppo.
    Per quanto non volesse essere sentimentale, per quanto odiasse i caldi abbracci, Chelsey aveva paura che Mehan si facesse male e che, per colpa sua, smettesse di danzare. Aveva paura che Aidan si fratturasse una mano e che questo influisse negativamente sulla sua musica. Aveva paura che Halley si facesse colpire in testa da un bolide e perdesse la memoria, così come la sua grinta e la sua voglia di lottare. Aveva paura che Hazel fosse espulsa per un’azione troppo azzardata.
    Aveva paura di perderli, uno ad uno, una volta diplomatasi.
    Aveva paura di perdere, di nuovo, una parte di sé.
    Tuttavia, non poteva certo pretendere che si allenassero ogni giorno, tutti i giorni fino a perdere i sensi, anche perché Jeremy non glielo avrebbe permesso, e arrivare sani e riposati al match contro le serpi doveva essere una delle loro priorità. Per questo aveva lasciato loro il giorno libero, senza rendersi conto che quella domenica fosse il compleanno della nuova arrivata.
    E come festeggiarla se non rendendola cavaliere di Grifondoro
    Ebbene sì, era questo il motivo per cui Chelsey si avviava verso la Sala grande con il vestito dell’incoronazione. Era un po’ ingombrante, certo, senza contare che il bianco un po’ la sbatteva per via dell’incarnato porcellana, e che a ben poco servivano le decorazioni dorate, ma… eccola lì, la Weasley, con il lungo mantello a strascico di pelliccia fare il suo ingresso in Sala Grande. Sfoggiava la pluffa rossa in una mano e brandiva la mazza da battitore come scettro nell’altra, sulla testa la più importante delle corone: la testa di un grifone che le fungeva da tiara.
    Salì prima sulla panca e poi sul tavolo, facendo qualche metro prima di far sì che la nuova fosse al suo cospetto.
    “Su-Jin.” Iniziò solenne. “Oggi celebriamo insieme la tua maggiore età.” Beh, le notizie giravano veloci nel castello. “E io ti faccio il dono più grande. Col potere da me stessa conferitomi, ti nomino tifosa e cheerleader della nostra casata. Nel nome di Godric Grifondoro – poggiò la mazza sulla spalla della ragazza – di Elijah Dallaire – poi sull’altra - e di Morley Peetzah.” Terminò con la mazza sulla testa della ragazza, ovviamente posata con delicatezza. “Che questa sciarpa, sia per te motivo di onore e vanto.”
    E, con queste parole, le mise tra le mani la sciarpa con i colori rosso-oro, gli unici per cui valeva sempre la pena lottare.
    Ora sì che poteva buttarsi sul cibo!
    e torturare Meh <3

    Just like fire, burning out the way
    If I can light the world up for one day
    Watch this madness, colorful charade
    Just like magic, I'll be flying free

    Rebel | Quidditch | Welsh
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
    CHELSEY WEASLEY
    DALLAIRE



    Lucky strike
     
    .
  13.     +6    
     
    .
    Avatar

    isn't it strange
    to create something
    that hates you?

    Group
    Death Eater
    Posts
    1,589
    Spolliciometro
    +2,063

    Status
    Anonymous
    aidan
    gryffindor
    year vi
    gallagher
    chouko
    hufflepuff
    year vi
    mizumaki
    Mizumaki Chouko non aveva ovviamente capito.
    Grattò il mento, sopracciglia inarcate in pacato interesse – e niente, stava cercando un modo gentile per chiedere al Grifondoro se fosse sotto l’effetto di un qualche tipo di droga pesante. Non che la cosa la sorprendesse poi così tanto, e insomma: a maggior ragione. «quindi la useresti per…» piegò appena la testa in avanti, studiando attentamente un Aidan occupato a ripulire la superficie dell’aggeggio con un fazzoletto. E Aidan, di tutta risposta, posò gli occhi giada sulla Mizumaki con il genere di gelido, silenzioso giudizio che era in grado di farle accapponare la pelle, nonché ricordare esattamente perché loro due non si frequentassero fuori da scuola. Schiarì la gola, spostando lo sguardo sullo sparapatate tra le mani dell’altro per non subire in modo così diretto l’attacco. When sei tu quella normale ma in 0.4 secondi ti senti l’idiota di turno. «per …» e il Grifondoro umettò le labbra, scandendo lento le parole come se stesse spiegando le basi del coito a uno bimbo confuso e traumatizzato dalle api di Shia. «prendere il ratto.»
    E annuì, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. «ah, okay.» Spoiler: non lo era. «ma chi – scusa la domanda stupida, eh, ma chi sarebbe questo… ratto?» imprecò mentalmente quando, allarmata, si ritrovò obbligata a indietreggiare d’un passo, l’arma fin troppo vicina alla sua faccia per essere considerata anche solo vagamente innocua. Forse era lei il ratto. Non sapeva cosa avesse fatto per meritarsi tutto ciò, ma d’altronde chi lo capiva, il Gallagher – un momento ti sorrideva, quello dopo pianificava il tuo omicidio.
    Ma che ne poteva sapere, la Tassorosso, che quelle poche ore di sonno che lui stava lentamente tornando a riacquistare erano di nuovo state disturbate; non da viaggi nel tempo o magiki morsi dalle creature più disparate, stavolta, ma dal sopracitato ratto fottuto. Un individuo senza faccia (o cuore, ma di cosa si soprendeva, Aidan! non c’era più religione in quella landa dimenticata da dio) che sembrava aver scovato il posto in cui nascondeva la sua sana dose di ketamina e good ol’ maria(h carey).
    O … forse … forse.
    Raddrizzò la schiena, improvvisamente fresco come una rosa nonostante le ben zero (0) ore di sonno e le lezioni di merda che aveva avuto il gran piacere di frequentare quella mattina a pesargli sulle meningi. «mizumaki.» e strinse al petto l’arma, obbligando Chouko a indietreggiare un altro po’. E un altro po’. Eeeee un altro po’. Ridusse gli occhi a fessure, Aidan, tutto tranne che rassicurato dalla reazione della Tassa – triste vittima di quella strana patologia che ti rendeva automaticamente colpevole agli occhi di chiunque nonostante non avessi fatto qualcosa di male. Sì, Chouko era il genere di persona il cui primo pensiero dopo aver notato una macchina della polizia passarle accanto era cos’ho fatto per meritare la galera; and what about it. «mizumaki, per caso sai qualcosa?» mizumaki, per caso sei tu che mi fotti l’erba sotto il naso? Eh? Eh?
    … no. the fuck. Ma saperlo con certezza l’avrebbe forse tranquillizzata così da permetterle di scagionarsi? «io… cosa dovrei… che buon profumino?» no x2.
    E menomale che il profumino era difficile da ignorare a orari simili e con un solo tè zuccherato nello stomaco. Il Gallagher portò medio e indice ad altezza degli occhi, quindi li puntò senza esitazione contro una Mizumaki accartocciata su se stessa: non era mica finita lì. Ovvio.
    Sistemò meglio contro la spalla il suo bellissimo sparapatate, quindi marciò all’interno della Sala Grande come uno school shooter, giusto per seminare un po’ di terrore – che non se ne vedeva abbastanza, di quei tempi, oh! Tempo di raggiungere il centro della stanza, giusto per essere egocentrico anche ai compleanni altrui, e puntò verso l’alto l’affare così da sparare al cielo le (pallottole) palle di coriandoli caricate appositamente per l’occasione. E se gli fregava qualcosa di riempire i piatti altrui di carta colorata? Che domande: assolutamente no. «AUGURISSIMI!» (Chouko, dietro di lui e con evidente paura negli occhi: «auguriiiihhh.»)
    A malapena le aveva rivolto la parola da quand’era arrivata, ma nessuna delle bestie in quella scuola organizzava interi banchetti in occasione del compleanno: già era una real one. Certo, avrebbe apprezzato di più dei festeggiamenti lontano dal corpo docenti, ma comunque. «vuoi provare?» e picchiettò contro la plastica dura del suo aggeggio fantastico, rivolgendogli lo sguardo orgoglioso d’un padre. Inanimato e già stava ricevendo un miglior trattamento delle sue real life figlie – roba da telefono azzurro. «sono abbastanza certo tu non possa ammazzarci nessuno; nel dubbio, non ti vieterò di fare una prova.» E ammiccò, sorrisetto innocuo da prefetto-carino-e-simpatico stampato in viso. Mormorò un rapido «quello è da parte di entrambi», dito puntato contro il regalo gentilmente donato da Lucy; e lanciò un bacio volante alla cugina, sicuro che avrebbe apprezzato. Meno sicuro che non sarebbe andata poi a raccontare la faccenda a Jade: s’appuntò mentalmente di comprarsi il suo silenzio nelle prossime ore, quindi trotterellò da un Mckenzie circondato da donzelle. Priorità: afferrò il primo calice libero, versandoci succo di zucca che non era succo di zucca fin quasi al punto da farlo traboccare.
    «maaaaaac» e sussultò, portando mani curate davanti alla bocca: in che senso lavorava in discoteca. «ma è fighissimo!!!» non che la Mizumaki potesse lamentarsi del suo sweet sweet part time, sottopagata a livelli spaventosi, ma la divisa. Il post timbratura che passava in compagnia di Erin, a parlare del più e del nulla e a strafogarsi di torta avanzata. C’era indubbiamente di peggio. But still! «sujin-ssi.» un onorifico che non le apparteneva, ma che aveva imparato a utilizzare grazie a Take – e su questa nota, sorrise nuovamente alla sudcoreana nel tentativo, forse vano, di passarle supporto. Inglese di prima generazione, la Mizumaki, eppure quello strano disagio lo capiva bene: l’aveva provato attraverso i suoi genitori, sua nonna, suo zio. Difficile non assimilarlo, quando la sua obaachan necessitava d’assistenza anche a distanza di quasi vent’anni – il suo inglese troppo rotto, e il suo essere troppo giapponese, rendevano le interazioni più semplici una costante sfida. Pochi attimi prima si era limitata a un leggero inchino, nessun abbraccio come di consueto; che forse era già shock culturale il fatto che la guardassero negli occhi così facilmente. «dovremmo davvero cogliere l’occasione.» quindi si sporse verso Nicky, poggiando delicatamente una mano sul suo braccio così da attirare la sua attenzione: più vicina di quanto sarebbe dovuta essere, ma tra #amikette no homo tutto era concesso. «un giorno posso venire a sentirvi?» scontato che volesse anche il cd sks.
    082001 & 102002
    big dumb energy
    pop-pop-popular
    I do my hair tall
    check my nails
    say, baby how you feel?
    feelin good as hell


    ciao scusate il post randomissimo (e senza senso probabilmente perché sr dormendo in piedi welp)
    aidan spara coriandoli e parla con sujin / chouko parla con sujin, nicky e mac
    tra l'altro ho citato un po' di pg quindi se servono reference chiedete pure CIAU

    lucky strike di aprile:
    CITAZIONE
    Aidan Gallagher: crea uno sparapatate, ed usalo senza rimorso.
     
    .
  14.     +3    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Neutral
    Posts
    656
    Spolliciometro
    +1,112

    Status
    Offline
    ¡Feliz cumpleaños!
    (*singing #out of tune# voice*) Cumpleaños feliz, cumpleaños feliz
    te deseamos todos cumpleaños feliz
    Per Arturo, prodigarsi per rendere felici le altre persone era quasi una cosa normale, un'abitudine che aveva sempre avuto e che difficilmente lo avrebbe abbandonato. Non lo faceva per farsi amare o rendersi popolare, neppure per poi avere la possibilità di chiedere favori o qualcosa in cambio; lo faceva semplicemente perché era fatto così. C'era qualcosa in lui che lo spingeva ogni volta a comportarsi in quel modo, ad andare incontro alle persone e offrire loro una mano, un gesto di solidarietà, un sorriso, un disegno. Poco importava quello che fosse, ciò che contava davvero per lui era esserci. Lo sentiva dentro, innato in lui, quel bisogno di dimostrare alle altre persone che lui c'era, era lì, per qualsiasi problema, anche il più sciocco o banale. Sotto questo punto di vista era veramente una serpe atipica, c'è da ammetterlo; quel suo prodigarsi in maniera totalmente altruista lo rendeva più simile ai compagni Tassorosso che non a coloro con cui condivideva i dormitori da ormai sei anni, ma se ne era sempre fregato altamente. Non era il tipo di persona che si preoccupava degli stereotipi e aveva avuto molteplici occasioni per rendersi conto che i limiti e le caratteristiche che definivano ogni Casata non era poi scolpiti nella pietra: aveva incontrato Grifondoro poco coraggiosi, Corvonero poco brillanti, Tassorosso poco leali, Serpeverde poco ambiziosi. Era fermamente convinto, Arturo Maria, che in ognuno c'era un pizzico di ciascuna casa e che l'esser confinati in una piuttosto che in un'altra era solo la somma di pregi e difetti che il Cappello vedeva in ciascuno. Se si sentiva un Serpeverde? CERTO! Se si sentiva, a giorni alterni, anche borderline Tassorosso? Ovvio, ma non per questo non avrebbe portato con fierezza i colori verde-argento fino alla fine dei suoi giorni.
    Insomma, checché se ne dicesse, Arturo Maria era (e sempre sarebbe rimasto) disposto a fare qualsiasi cosa per qualcun altro, nel momento del bisogno. Lo sentiva proprio nelle ossa, quel bisogno di prendersi cura degli altri, nonostante conoscesse ben pochi modi per farlo; con un sorriso, con una partecipazione assolutamente casuale ad una partita importante nonostante giocasse terribilmente, con un disegno abbozzato in poco tempo per il solo desiderio di vedere una persona sorridere. Era buono, il nostro caro Turo, anche se un po' tonto.
    Per tutta quella serie di motivi, quindi, non riuscì a trattenere un enorme sorriso quando Su-jin, finalmente libera per qualche secondo dai suoi impegni di host, ricevette il suo regalo e ne sembrò entusiasta. Certo, era ovvio che Arturo avesse sperato che fosse un regalo abbastanza gradito, ma non si sarebbe aspettato un feedback così positivo. Ecco, ora si sentiva in imbarazzo. Si stava giusto grattando la testa, con fare impacciato, quando la festeggiata gli chiese, di punto in bianco, di autografare il disegno. Non esistono abbastanza parole per descrivere l'espressione stupefatta di Turo in quel momento. Era così al settimo cielo per aver reso la compagna felice che per qualche minuto si dimenticò di rispondere.
    Fu l'intervento di Phoebe che, abbracciando e augurando buon compleanno a Su-jin, ruppe quel momento e permise ad Arturo di ricomporsi. Osservò le due ragazze mentre si scambiavano sorrisi e auguri, e ne approfittò per appellare la matita che aveva lasciato abbandonata sul tavolo della propria casata; dopodiché, mentre un Hale visibilmente in imbarazzo - ma buttato nella mischia forse contro la sua volontà – li informava sui vari prezzi e sconti per le feste organizzate al Fiendfyre, Turo prese in prestito il disegno dalle mani della festeggiata e lasciò una piccola dedica sull'angolo sinistro del foglio, infondo alla pagina, appena sotto le tre letterine che era solito applicare sopra ogni sua opera: “AMH”, con la data del giorno in cui era stato completato.
    “A Su-jin,” scrisse, prima di osservarla per qualche secondo mentre una (spaventosissima) Chelsey Weasley vestita da... Regina Elisabetta?! attraversava la Sala Grande e metteva in scena uno spettacolo degno dei Grifondoro. Arturo se lo gustò con un sorriso sulle labbra – ma anche un po' terrorizzato all'idea che Chels potesse dare una mazzata un po' troppo forte a Su-jin e farle finire il compleanno in infermeria... sarebbe stato così da lei che più o meno tutti se lo sarebbe aspettato. - per poi tornare alla dedica una volta finita la “cerimonia”.
    “A Su-jin, cavaliere di Grifondoro.
    Benvenuta ufficialmente ad Hogwarts e tanti, tantissimi, auguri!
    Muchos besos,
    Arturo M. Hendrickson”

    Una volta terminato quella – terribile, avrebbe dovuto lavorarci su! - dedica, Turo allungò nuovamente il disegno alla festeggiata per poter, finalmente, azzannare qualcosa. Stava morendo di fame! Ma non aveva ancora idea di cosa mangiare, sapeva solo che Mac era quasi morto per qualcosa di veramente piccante e Turo non voleva fare la stessa fine. Gli aveva fatto anche così pena, poverino, che non se l'era sentito di dirgli che il bicchiere che stava rubando era il suo e lo aveva lasciato fare, sorridendo poi divertito quando, sorpreso, aveva scoperto che non fosse affatto succo di zucca.
    Insomma, stava giusto tentando di decidere con cosa prepararsi un piattino quando Aidan Gallagher, sempre il solito, arrivò sparando coriandoli un po' ovunque – cibo compreso.
    «Il solito genio del male.» borbottò mentre ripuliva il più possibile i piatti a lui vicini dai coriandoli appena caduti. Solo rialzando la testa notò, finalmente!!, che era circondato da divise rosso-oro a soli due giorni dalla partita.
    Magari era meglio se si preparava il suo piatto, rinnovava gli auguri a Su-jin e se la dava a gambe levate prima che decidessero di fargli fare una brutta fine.
    fakissimo
    bimbovero
    17 anni
    18 anni
    Arturo Maria Henrickson
    Quando ero piccolo, mia madre mi diceva sempre: "Se uno sconosciuto ti avvicina, ti offre caramelle e ti invita a salire in macchina con lui, vacci!"


    autografa il disegno a sujin, lascia che mac si beva la sua sangria (?) e pensa a come fuggire prima che tutti 'sti grifi lo rapiscano e facciano sparire le sue tracce #wat?
     
    .
  15.     +2    
     
    .
    Avatar

    👽✨ FEMALIEN

    Group
    Death Eater
    Posts
    283
    Spolliciometro
    +784

    Status
    Offline
    hufflepuff
    18 yo / VII
    losers & 404
    alien
    nicky
    winston
    «Grazie! Ma davvero, non dovevate… tu sei Nicky, giusto?!» !!! «SI!» OH MEO DEO conosceva il suo nome?? CHE EMOZIONE- ah beh, era la sorella del vicepreside, cugina della prof di incantesimi, sorellina di kuore del prof di strategia; non era poi così strano in effetti. si schiarì la voce, di nuovo a disagio. Chissà se aveva sentito parlare male di lei? Il primo periodo di Mitch vicepreside era stato un inferno per Nicky e le occhiatacce e risatine che si prendeva; non era brava a sopportare le malelingue e i pettegolezzi (altrimenti, avrebbe fatto coming out anche a scuola tempo prima). «Sì, nicky. Non ci siamo presentate ufficialmente, ma abbiamo qualche lezione speciale insieme» tese la mano, dubbiosa. In corea stringevano la mano? Che disagio, voleva sprofondare.
    «suonano- rock? Molte cover, ma hanno fatto qualche pezzo originale» accennò un sorriso timido «fammi sapere cosa ne pensi? Se ti va?» oddio sarebbe morta se le avesse detto che non le piacevano le sue canzoni, ma avevano pur bisogno di critiche costruttive di gente che non fosse loro amica!!
    «Si possono far vedere Cd? E mp3?! Sarebbe il caso di evitare che veniate puniti solo per darmi un regalo.» Sorrise divertita, annuendo vivacemente, lentamente più tranquilla che si parlava di cose che (capiva) le piacevano. Sujin era brava a mettere a proprio agio le persone, chissà se lo faceva volontariamente o era un talento il suo.
    «In generale non ci sono problemi, stai tranquilla. Non a tutti i professori o membri della security fa piacere» arricciò il naso ricordando di quando aveva visto uno di questi ultimi schiaffeggiare una ragazzina special perchè con un dolce di una marca babbana «ma tecnicamente sanno quanto la cultura babbana si sia fatta strada nella vita di maghi e streghe; da quest'anno, almeno, non si rischia se non lo sventoli ai quattro venti»
    Avevo appena scritto che Nicky era più serena e felice della vita, no? Beh, ovviamente non poteva durare: tutta quella gente socievole che si stava aggiungendo al gruppetto da dove usciva? Il cacciatore serpeverde le aveva fatto un fumetto? Phoebe aveva imparato il coreano per lei?? Mac invitava tutti in DiScOtEcA- CHELSEY FACEVA UN SIMIL PARATA (?) IN SUO ONORE AIDAN AVEVA UNO
    aspetta cosa
    perchè aveva uno spara-
    vabbè.
    Lanciò uno sguardo allarmato a Behan, cercando di passargli un messaggio mentale: "ho fatto la mia parte, giusto? Posso smetterla di comunicare e indietreggiare lentamente? Andare al cibo?? E' MALEDUCATO???"
    Fece un passò all'indietro, per staccarsi dal gruppo (popolare) di persone e buttarsi sul cibo invitante e coreano che Sujin aveva appena insegnato a preprare, quando- «un giorno posso venire a sentirvi?»
    «AH!» Sobbalzò leggermente, già rossa in viso. Non che non avesse visto Chouko Mizumaki (difficile non notarla, anche in una folla di persone), ma, ecco, pensava che sarebbe rimasta vicino a Phoebe, o agli altri fiki di Hogwarts a parlare con Sujin, non che avrebbe parlato a lei (che non aveva fatto in tempo ad allontanarsi granchè, ma chiaramente stava cercando di farlo). Erano amiche? Sì. A volte Nicky se ne stupiva ancora? Sempre sì.
    «auguri» cosa? cosa «ho sbagliato» copia-incolla, davvero. Non volevo scrivere auguri, ma sono le 2.30 ed è kinda divertente, quindi lo lascerò «volevo dire "sì, certo"! Biglietti gratis!! Quanti ne vuoi! Porta chi vuoi! Tua mamma, un amico, un ragazzo, una ragazza, la tua ragazza- hai una ragazza? Asking for a friend» me I'm the friend «o un ragazzo, chi giudica nel 2020, siamo un paese libero ah ah ah AH AH» oddio, stava andando male, vero? "NICKY RIMEDIA" «COMUNQUE ho un'altra copia del cd se vuoi, in dormitorio! Se vieni con me, te la do- CIOE', la copia! E' in dormitorio! Non è una proposta sconcia- GIURO» aveva pensato lo fosse? Oddio magari no MA ORA CHE L'AVEVA PRECISATO SI!!! «SCUSA»
    E vogliamo credere che dopo quel disagio, qualcuno dei losers avesse avuto il cuore di prenderla e (darle un colpo secco in testa per non farla soffrire più, come ad un animale morente) zittirla.
    Non era sempre così un caso umano con Chouko (spesso e volentieri, ok, ma non sempre sempre!), ma era già nervosa di suo per tutta quella gente, aver parlato con una sconosciuta, aver parlato dei 404... era difficile vivere, ok?
    this isn't a real quote, I'm just in hurry because of the bet and this phrase is wrong
    dannazione è davvero tardissimo
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    risponde a sujin e a chouko ♥ e si rende ridicola nel farlo ma spero nessun'altro stia ascoltando #cos
     
    .
15 replies since 18/4/2020, 13:19   749 views
  Share  
.
Top