boats and birds

sin x niocole

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    Quella non era la prima volta che Sinclair usciva con Nicole, ma di certo non aveva mai pensato che un giorno avrebbe iniziato a considerare quelle uscite come un qualcosa di più. Dopo Belladonna e Athena, l’Hansen aveva perso ogni speranza in un sentimento amoroso, aveva chiuso il suo cuore dentro a un cassetto nel profondo del suo essere e si era promesso di non cadere più nello stesso errore, perché l’essere abbandonato volta dopo volta era più di quanto riuscisse a sopportare.
    Forse, all’esterno non lo dava a vedere, ma ogni abbandono segnava in lui una ferita profonda. Cercava di non darlo a vedere, perché si era promesso di restare forte per sua figlia ed essere per lei un punto d’appoggio, e se davvero si fosse abbandonato a quel sentimento che lo dilaniava, temeva che non sarebbe più uscito da quell’abisso. Tuttavia, non aveva considerato che nella vita ci fosse sempre una seconda occasione, e che Nicole avrebbe rappresentato per lui una via di fuga da quella realtà soffocante che si era costruito intorno.
    Era debole, per quanto rinnegasse quel sentimento non poteva fare altro che crogiolarsi in quel sentimento caldo che lo scaldava dall’interno. Non si era mai sentito così, perché mai si era permesso di avvicinarsi a una persona a tal modo. Forse era un idiota, e tutto sarebbe crollato non appena avrebbe distolto lo sguardo da quello che stava costruendo, ma voleva credere che ne valesse la pena. Doveva, perché sentiva che quella era la sua ultima chance.
    Aveva bruciato tutte le tappe, prima baciandola e consumando quel sentimento che aveva ignorato per tutto quel tempo, poi approfittando quel loro lutto per insinuarsi tra le pieghe della sua anima. E voi mi direte, Elisa ma cosa stai scrivendo? Non lo so ho finito mezza bottiglia di rum da sola. Now, he didn’t know where they stood, because he felt like he didn’t know more that what was on the surface and he didn’t dare to pry closer. He needed answers, and that day he was determined to know more. Aveva invitato Nicole a fare una passaeggiata al parco, princialmente perché sperava vhe quel cambio di scenario gli avrebbe infuso il coraggio necessario per superare tutti quegli ocstacoli che gli impedivano di dare fiato a tuttti i suoi interrogativi. Dopotutto, cos’aveva da perdere? Ormai era stato abbandonato cos’ tnt volte che oruna in pà non avrebbe fatto differenza, o aleno così si ripeteva nella sua ente per darsi coraggio, perchP on osava ammetettere a se stesso che Nicole era diversa dagli altri e che perderla avrebbe significato perdere a sua ultima speranza. Questi post è un po’ sentimentale perch<p elisa qand beve diventa una fuckin loser he fa cose.
    Nicole, volevo parlarti ed è proprio os che le cose preicptano, si sa ch in Beautiful questa è una classica linea line== vabbè avete capito . non è niente di che, è solo che sento il bisogno di chiarire le cose tra di noi perch<p Era accaduto troppo spesso che l’Hansen lasaiasse le cose insispeso e che laoccasiome di creare un rapporto più profondo gli scivolasse tra le dita. Sinclair non voleva perdere Nicole, perch per la prima vota da sua moglie finalmente si era permessp di lasciarsi andare, non p vero è un teoione. VABBAP CIAO NIN CAPISCO.
    sinc
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    Edited by revenant‚ - 12/5/2020, 22:52
     
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    Posò distrattamente l'indice sull'estremità della cannuccia rossa del suo milkshake, gli occhi attenti a seguire i movimenti di un uccellino alle prese con un tocco di pane. Non c'era disagio in quel silenzio, protratto forse più a lungo di quanto in via generale non sarebbe risultato consono per un appuntamento, se così poteva definirsi. Con Sin non c'era mai disagio. O, almeno, non nella più negativa delle accezioni: avevano imparato a conoscersi, a rispettare l'uno i vuoti dell'altro, ed avevano scoperto di essere piuttosto bravi a farlo. Eppure, malgrado ciò, erano ancora fermi, bloccati in un limbo che gli impediva di fare un passo avanti, ma anche uno indietro. Non stavano insieme, non erano solo amici, si vedevano troppo spesso, mai abbastanza. E per un po' a Nicole era andata bene così, pur non avendo la più pallida idea di come fosse finita tra le braccia dell'Hansen, nel suo letto persino. Le era andata bene, fintantoché non era necessario definire le cose, complicarle quando erano, per una volta, così maledettamente semplici. D'altronde, cosa c'era da dire? Si erano avvicinati in circostanze non propriamente normali, e poi c'era stata la morte-non-morte di Stiles, il cambio di rotta della Ribellione, il ritorno ad una routine che, comunque, non sarebbe mai più stata la stessa. E, in tutto questo, l'unico punto fermo era sempre stato lui, Sinclair, nel bene o nel male. Parlarne, significava solo mettere a rischio anche quell'ultimo briciolo di certezza che era rimasto nella sua vita, ed era l'ultima cosa che la Rivera desiderava.
    «Nicole» sollevò il capo, posando le iridi chiare sul profilo dell'uomo. Invero, non le riuscì proprio di trattenere un piccolo sorriso, pur essendo perfettamente conscia di quanto questo la facesse apparire una ragazzina alle prese con la sua prima cotta. Tuttavia, il tono dell'Hansen l'aveva messa leggermente sull'attenti, perciò gli rivolse uno sguardo interrogativo prima di raddrizzarsi sulla panchina e mollare il milkshake affianco a sé.
    «volevo parlarti» ecco.
    Sapeva che sarebbe successo, presto o tardi, ma aveva sperato di poter rimandare quel momento all'infinito, perché aveva l'impressione che potesse significare una sola cosa: perdersi. Perdere Sin o, per lo meno, il rapporto che avevano costruito, e perdere di nuovo sé stessa. Non avrebbe sopportato neppure l'idea di tornare alla solitudine di una volta, all'incapacità di fuggire da una vita diventata troppo stretta ormai da tempo, e si odiava, per non avere la forza d'impedirlo né di fare alcunché, il coraggio di mettere a tacere l'Hansen e prolungare quell'illusione per un altro giorno ancora.
    «dimmi» si sforzò dunque di mormorare, incoraggiandolo a continuare con un leggero cenno d'assenso, e nascondendo le mani tra le gambe per impedir loro di torturarsi l'una con l'altra.
    «non è niente di che» pessima scelta di parole Hansen, pessima per avere a che fare con una persona ipersensibile come lo era la Rivera «è solo che sento il bisogno di chiarire le cose tra di noi» l'aveva detto, ed ora non c'era più alcuna possibilità di tornare indietro.
    Non voleva usare il proprio potere con Sin - evitava sempre di utilizzarlo se non in situazioni strettamente necessarie - ma le fu inevitabile percepire l'agitazione dell'idrocineta, più di quanto già non suggerissero i suoi gesti. E, per una come Nicole, fin troppo abituata al rifiuto e all'abbandono per potersi aspettare qualcos'altro, quell'ansia poteva significare una sola cosa. «se ti sei stancato di questa... cosa, di me ecco» abbassò lo sguardo sulle proprie mani, pesando con cura ogni parola da dire «lo capisco, è comprensibile» anche se, a dirla tutta, non era comprensibile neanche per un cazzo, ma era sempre stata fin troppo ragionevole l'ex-corvonero.
    «non pretendo che tu rimanga se non è quello che vuoi» si strinse nelle spalle, piccola come una bambina spaventata «però mi piacerebbe se continuassimo comunque a vederci, anche solo così» così come? «da amici» quando mai lo erano stati? «non vederti più sarebbe...» scosse il capo, perché non voleva neanche pensarci.
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    il post da elisa ubriaca mi ha convinta MANNAGGIA A LEI
     
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    Aveva bevuto? Elisa evidentemente sì. Perché Sinclair si sentiva ubriaco, a malapena in controllo dei propri pensieri. Continuavano a scivolargli tra le dita, inafferrabili e confusi, simili alle carpe che fuggivano dai bambini sulla riva del piccolo lago. L’uomo sorrise, un qualcosa di simile a nostalgia ad oscurare il suo sguardo per qualche attimo, vi erano momenti in cui non poteva fare a meno di chiedersi come sarebbe stato se Victoria non gli fosse stata strappata dalle braccia troppo presto. Aveva Elijah, quello era vero, ma per quanto si considerasse suo padre vi era un pensiero quieto ma persistente che non riusciva a togliersi dalla testa: un giorno qualcuno l’avrebbe reclamata come propria figlia, e Sinclair non aveva nessun diritto di rispondere che l’ho cresciuta io, è come se fosse sangue del mio sangue. In fondo, l’uomo sapeva di non essere solo, aveva una famiglia fin troppo grande per poter sostenere di esserlo e altri parenti sconosciuti spuntavano come funghi giorno dopo giorno, ma non poteva fare a meno di vagare con le memorie a quei giorni passati al Laboratorio, quando la unica famiglia era gli era rimasta era un camice e un bisturi. Aveva cercato di dimenticare, cacciare quegli incubi in un cassetto della sua mente, ma era diventato tutto così reale da quando le stanze nella sua accogliente, felice casa si erano svuotate una ad una. Murphy e Shot erano grandi, ormai, meritavano di cominciare una vita insieme –anche se non se ne rendevano conto- e Lydia non poteva di certo rimanere per sempre al suo fianco. Si era sentito così solo, sull’orlo di ritrovarsi nuovamente in quella stanza angusta e fredda, l’unica compagnia un orologio che non aveva mai avuto modo di trovare il suo proprietario, e poi era arrivata lei. Sapeva che, a quasi trentuno anni, era imbarazzante da parte sua paragonarla a un sole, ma era la descrizione più vicina a ciò che era per lui: luminosa abbastanza da cacciare via quelle ombre, la mano che gli aveva offerto così calda da liberarlo da quei brividi che scuotevano il suo corpo. Nicole, volevo parlarti perché per una volta nella sua vita, Sinclair ci teneva a fare le cose per bene e a non lasciare il suo destino nelle mani della Dea Bendata –era successo fin troppe volte che alla fine fosse pugnalato alle spalle dalla stessa. Avrebbe voluto dirle quanto fosse importante per lui, che non gli sarebbe dispiaciuto se gli avesse concesso l’onore di passare il resto della sua vita con lui, un uomo un po’ rotto dentro ma che stava cercando di ricomporre i cocci del proprio passato per cercare di essere migliore. Aveva torturato delle persone, le aveva aperte in un vago delirio di onnipotenza e aveva lasciato che venissero sottoposte a torture indicibili, non poteva a nessun modo definirsi un brav'uomo ma ci stava provando. Non poteva rimuovere il sangue che macchiava le sue mani, sperava tuttavia di poter mostrarle che con quelle stesse mani poteva fare del bene. Nonostante tutte le belle parole con cui leniva le sue colpe, non aveva ancora avuto il coraggio di confessare il suo passato alla donna –sarebbe stato così sbagliato tenerselo per sé? Dopotutto erano passati anni ed anni, perché rovinare tutto ora che stava ricominciando a costruirsi una vita? «se ti sei stancato di questa...cosa, di me ecco» cosa? Il capo dell’idrocineta scattò immediatamente verso la donna, labbra dischiuse come per obbiettare che, no, non avrebbe mai potuto stancarsi di lei. Forse il contrario, era ciò che era successo in tutte le altre relazioni «lo capisco, è comprensibile» «no!» la sillaba lasciò le labbra dell’Hansen prima che poté fermarla, così come non fu intenzionale il modo in cui la sua mano si andò a chiudere attorno a quella della bionda –nulla in lui era razionale quando aveva a che fare con Nicole. «non pretendo che tu rimanga se non è quello che vuoi» come poteva dire qualcosa del genere? Dannato Sinclair, ancora una volta non era stato chiaro con le sue emozioni, ma d'altronde cosa di poteva pretendere da un padre single e una vita amorosa –e non solo- molto complicata? «però mi piacerebbe se continuassimo comunque a vederci, anche solo così da amici» internamente l’Hansen era in full panic mode, anche se dall’esterno l’unico segno che indicava che stesse per esplodere era il modo in cui il suo sopracciglio aveva incominciato a tremare. Doveva avere un talento nascosto per mandare tutto a puttane in a malapena due frasi. «ehi» durante tutto quel tempo non aveva mai lasciato la mano di Nicole, sperò che la piccola stretta che le diede fosse in qualche modo confortante, abbastanza da farle abbandonare le idee che aveva in testa «nicole, hai frainteso» tentò di spiegare alla ragazza, avanzando un passo verso di lei così da concentrare la sua attenzione su di lui, anziché su qualsiasi dubbio possa aver avuto «come potrei stancarmi di te? sei...più di quanto mi meriti, onestamente» una frase fatta e stucchevole? Presa da una fan fiction di Kieran? Probabile, ma era la verità: un uomo come lui non si meritava una persona come Nicole, e Nicole di certo non si meritava qualcuno che aveva torturato della gente per anni. C’erano cose su di lui che ancora non era pronto ad ammettere al mondo, si domandava se la Rivera sarebbe stato il porto di salvezza di cui aveva bisogno, se un giorno avrebbe potuto accettarlo, ma non era quello il momento. «non voglio essere tuo amico, vorrei poterti dire quanto la mia vita sia cambiata da quando ci sei tu e baciarti senza aver paura di oltrepassare una linea» anche se, a dirla tutta, la linea l’avevano sorpassata da lungo tempo. «lo so che abbiamo saltato tutti gli step, lo so che siamo andati al contrario, ma forse possiamo rimediare adesso» decise di compiere un ulteriore passo in avanti, invadendo così lo spazio personale della bionda, rivolgendole uno dei pochi sorrisi sinceri che aveva prodotto di lì a qualche mese, per poi portare la mano alla sua bocca in un fugace bacio «vorresti uscire con me?» Dio, sentiva di essere tornato indietro di almeno vent’anni, quando ancora era un adolescente. Forse era quello, ciò che provavano gli sugar daddies con le loro bambine. Sì, avrei anche potuto evitarmela questa.
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    I just want you to know that
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    Edited by cocaine/doll - 14/5/2020, 02:48
     
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