When the morning comes When we see what we've become

KiLLThEricH-banana7 + pokebowl-okiedokie

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    Vi svegliate a causa del freddo, stropicciandovi gli occhi e guardandovi attorno. La Stamberga Strillante è in uno stato a dir poco pietoso, più del solito, con i rimasugli di quella che dev'essere senz'altro stata una festa da sballo. La vera domanda è: perchè vi siete svegliati lì, voi due? E perchè siete nudi?

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    Non se ne accorse subito, Jessalyn Goodwin.
    Si svegliò lentamente, senza aprire subito gli occhi. La prima cosa che avvertì fu il dolore lancinante alla testa, cosa che però non era così fuori dal comune per lei: era il prezzo da pagare per i bicchieri bevuti la sera precedente. Non era mai forte abbastanza, sul momento, a trattenersi dal farlo, e come un achille lauro qualunque, almeno una sera a settimana, la ragazza ci ricascava di nuovo.
    Ci aveva provato davvero a smettere, sapete? Gli incontri degli alcolisti anonimi, le sedute di terapia con nicole, i pancakes cucinati per un esercito intero e i tremila nuovi hobby che si era trovata: per parecchi mesi, i suoi sforzi avevano funzionato. Era rimasta pulita, non bevendo nulla che non fosse acqua, coca cola o tè alla pesca. Aveva creduto di avercela fatta, di esser guarita.
    Non l'aveva fatto.
    Tutti i suoi sforzi erano stati spazzati via dall'inizio di Luglio, per una serie di motivi che forse, affrontati uno alla volta, sarebbe stata capace di affrontare. Ma tutti insieme? Sapeva di non esser abbastanza forte, Jessalyn. La morte ed il tornare in vita, quando aveva creduto che non sarebbe mai successo, l'allontanamento dalla resistenza, la sua prima vera casa, il ritrovarsi senza uno scopo o un ruolo da svolgere, niente di niente, quando si era resa conto che non avrebbe certo potuto continuare a fare il finto fantasma per hogwarts per tutta la vita. E quando aveva dovuto fare i conti col fatto che non avrebbe potuto nemmeno fare qualunque altro lavoro, non quando per il ministero jessalyn goodwin era morta anni ed anni prima.
    E così aveva ceduto al primo bicchiere, rompendo la sobrietà durata mesi.
    E poi il secondo, subito dopo il terzo, e il quarto, e poi via a perder il conto. Ci ricascava di nuovo, ogni singola settimana, e il giorno dopo si svegliava con tutti i postumi, fisici e mentali. E non era solo il suo stomaco a farle schifo, ed il suo fegato ad implorarle pietà.
    «mmhh..» non vedeva l'ora di arrivare in cucina e mangiare i deliziosi biscotti al cioccolato che Erin aveva comprato il giorno precedente, ma prima sapeva di dover andare in bagno per 1) darsi una sistemata e struccarsi, perchè era certa di non averlo fatto prima di andare a dormire e 2) attaccarsi al rubinetto e bere più acqua possibile. «bugnogno» buongiorno: tanto Luna sapeva tradurre la lingua che jess parlava in post sbronza. Rotolando su se stessa, riuscì a liberare il braccio da sotto lo stomaco ed iniziò a farlo dondolare oltre quello che credeva esser il bordo del letto, alla ricerca del micio. Strano: di solito era sempre lì ai suoi piedi, e aspettava che si svegliasse. Forse quella mattina - o era già pomeriggio inoltrato? chi poteva saperlo - si era stufata di aspettarla, o forse Erin l'aveva portata con sè a lavoro. Poi però la sua mano entrò in contatto con qualcosa di metallico..ma era una lattina? Ancora più strano. Non ricordava di aver portato lattine con sè fino in camera, e di solito quando rientrava a casa l'unica cosa che beveva era acqua. Pensandoci però, non ricordava proprio di esser rientrata a casa. «om sqwodms» ho fame. Ma fu solo dopo l'ennesimo lamento del suo stomaco che la ragazza trovò la forza per alzarsi: lentamente si tirò a sedere, stiracchiando le braccia davanti a sè e senza curarsi di trattenere un grosso sbadiglio. Tanto era sola, no? No
    Quando aprì finalmente gli occhi, si rese conto di non esser nella propria stanza, ma..uh, era la stamberga strillante?? «non ci posso credere» non le capitava di dormire lì dentro da...una vita?? Durante i suoi anni ad Hogwarts le era successo spesso, per non rischiare di esser beccata per i corridoi dopo il coprifuoco o durante qualche festa in cui si esagerava più del previsto con l'alcol. Anche la sera precedente, a giudicare dai resti sparsi per la stanza, doveva esser successo qualcosa di molto simile. E fu scrutando la stanza ed osservando lattine e bottiglie rotte sul pavimento, che si accorse della persona addormentata lì davanti a lei «AAAAAAAAA» Perchè non aveva i vestiti??? Solo allora, abbassando lo sguardo su di sè, si accorse di esser altrettanto nuda «....perchè non abbiamo i vestiti???» ..non era il tipo di persona da scandalizzarsi per così poco, ma insomma..una spiegazione sarebbe stata carina.
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    Come era potuto succedere.
    Ginocchia strette al petto, Noah nascondeva il viso fra le mani, occhi spalancati a cercare di scacciare reminiscenze che non riusciva a far sue. "Non può essere successo davvero. Deve esserci un errore". Ma un errore non pareva esserci: le prove erano tutte lì, sotto i suoi occhi. Gemette. Come poteva tornare a casa, e continuare la sua vita facendo finta di niente? Con quale coraggio? Era tutto diverso, rispetto al giorno prima, la sua vita era stata ribaltata, messa a soqquadro, distrutta. Tutto quello che sapeva, tutto quello che pensava di essere... andato. Chi era lui? Era davvero lo stesso ragazzo della notte precedente? Era sempre stato così? Aveva tenuto a freno la bestia per tutti quegli anni, cercando di essere qualcun altro, e ora questa si era liberata - rivelando la vera, sporca, essenza di Noah? Poteva ancora chiamarsi Noah, o non meritava quel nome per un personaggio che si era costruito da zero?
    Dei gemiti da qualche parte nella stanza, ma Noah non li sentì - o non ci fece caso. Come poteva? Era ancora nel post sbronza scioccato dalla scoperta fatta appena sveglio, ben più importanti di una qualche ragazza sversa. Immagini ballavano davanti alla sua testa, ricordi vaghi e lontani... crimini indicibili...
    «AAAAAAAAA»
    E ora la ragazza, testimone della sua vergogna, era sveglia, ed era lì. Noah alzò lentamente la testa per guardarla. Se solo lei avesse saputo che aveva pensato di ucciderla nel sonno, per assicurarsi che mantenesse il silenzio per sempre... «....perchè non abbiamo i vestiti???»
    Una risata aspra, quella del Parrish, quasi cattiva. Così diversa, così... poco da lui, dal ragazzo che il ventunesimo secolo aveva avuto il piacere di conoscere. «tu ti preoccupi... ti preoccupi dei vestiti» E signori, potete capire quanto la situazione fosse grave, grave davvero, dal fatto che Noah emery Parrish non lo fosse affatto. Come? Come era possibile che il metamorfo, che dedicava ogni ora della sua vita all'essere perfetto, che perdeva ore a scegliere l'abbigliamento perfetto per ogni situazione, ora fosse così disinteressato dalla propria nudità di fronte ad una ragazza di cui non ricordava il nome? Non era solo perchè abituato a risvegli simili, ma perchè, come capirete a breve, c'erano cose più gravi in ballo. Molto più gravi.
    Noah valutò se mettersi quella che aveva riconosciuto come la propria camicia come asciugamano per coprire il proprio basso ventre (non era un problema mostrarsi nudo generalmente, se era per un motivo sensato, se era per un motivo artistico - ma Noah seppur fuori di sè, era Noah: non avrebbe mai imposto il proprio sesso ad una fanciulla), ma poi decise che la giovane non sembrava impressionata dal fatto che fossero senza vestiti, e lui non aveva voglia di violare oltre i propri principi esteti con una camicia legata in vita, si alzò quindi in piedi, piegandosi leggermente verso la bruna senza cambiare espressione; non sembrava il solito ragazzo dal sorriso sempre (troppo) gentile, quando indice e pollice collegati, spiegò con voce rotta: «Io- ho bevuto... birra» deglutì un singhiozzo, ricacciandolo in gola mentre si avvicinava di più al viso della ragazza. Abbassò il tono della voce «birra. In-» morgana benedetta, non riusciva neanche a dirlo ad alta voce... ma doveva farlo: «in lattina»
    Si voltò di scattò, melodrammatico, posando la mano sulla propria bocca mentre cercava di non scoppiare a... piangere? No, quello mai. Gridare? Forse.
    «birra in lattina...» ripetè a bassa voce, come una litania. «chi sono io? Forse un qualche... troll, o un mezz'orco? posso definirmi un essere umano, un uomo, quando nel mio corpo è entrato un tale veleno lentamente, si accovacciò a terra, prendendo, con calma snervante, fra le mani una delle lattine. «ed è una sottomarca. Una sottomarca, capisci doveva capire. Probabilmente, lo stava giudicando anche lei. Rialzandosi lento, continuando a fissare l'oggetto della vergogna fra le sue mani, si voltò di nuovo verso la riccia. «è questo che sono ora? Qualcuno che beve... birra in lattina comprata al discount? Quasi venticinque anni di vita... per arrivare qui? È stato tutto tempo perso? Il disfacimento della mia persona causato da un oggetto apparentemente così innocente?» cosa ne avrebbero detto i suoi amici? Cosa ne avrebbe detto Idem? Come poteva ancora mostrarsi a casa dopo quel misfatto? Portò la lattina sotto il naso, per annusare... e per poco non vomitò per la nausea (dovuta forse al post sbronza e al fatto che non ricordasse quand'era l'ultima volta che aveva mangiato, ma dettagli). BIRRA! IN LATTINA! DI SOTTOMARCA!!! L U I !!!
    Alzò di scatto la testa di Jess. «non deve uscire da qui» Sì. sì, poteva funzionare. Doveva funzionare. «questa storia, questo-...» indicò in giro con una smorfia disgustata «scandalo, deve restare fra noi» piccola pausa «potremmo dire che c'era martini, whiskey- il vino va bene, ed è credibile che fosse... ugh, povero, ma questo scherzo della natura» sollevò la lattina «nessuno deve sapere che ha sfiorato le mie labbra o, il cielo non voglia, ne abbia bevuto tanto da ubriacarmene. Cosa chiedete in cambio del vostro silenzio?»
    Si massaggiò gli occhi, finchè non gli venne in mente un piccolo, minuscolo dettaglio: «...voi siete?» la studiò da capo a piedi. Si schiarì la voce, mettendosi di nuovo dritto mentre avanzava a grandi passi e porgeva la mano. «non credo di conoscervi; sono Noah Parrish e vi assicuro che di solito non sono così» nudo, ma anche «modesto. Alcol? sì. Feste eccentriche che finiscono con invitati nudi? Perchè no. Ambienti impolverati e antigenici?» arricciò il naso «non fanno per me» piccola pausa. «detto ciò: ammetterò di non serbare alcun ricordo della passata notte - vaghissime immagini qua e là al massimo - nè so perchè fossimo nudi» si strinse nelle spalle, recuperando i propri vestiti in giro. «Strip poker? Mi piace lo strip poker»
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    premessa: sono le 2.30 di notte, e mi sono accorta ora, switchando account per postare che *din din din!!* ho sbagliato pg! non era noah questo pg. Eh. Vabbè, ormai ho scritto il post e mi sono divertita a farlo, quindi jess se lo tiene. - non è che non ricordassi i nick, ho proprio letto male #c'estlavie
    grazie jess di aver parlato di bottiglie rotte e lattine
     
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    «tu ti preoccupi... ti preoccupi dei vestiti» eulà, e che cosa era successo di tanto grave??? Jess si preoccupava dei vestiti perchè 1) la sera prima era sicura di esser uscita con uno splendido vestitino a fiori, ricamati a mano, e quindi le sarebbe dispiaciuto se qualcuno gliel'avesse fregato perchè 2) il capo in questione non era proprio suo, ma poteva casualmente averlo preso in prestito dall'armadio di Erin senza dirle nulla. Che tanto, la Chipmunks lo sapeva che alla fine glieli riportava sempre intonsi!!& A volte qualche macchia, una bruciatura o due, ma li faceva sempre (sempre!) sistemare in sartoria prima di rimetterglieli nell'armadio. Ma in caso qualcuno la sera prima avesse deciso di rubarglielo e lasciarle lì, che so, una semplice maglietta ed un paio di leggins neri?, allora le cose sarebbero state più complicate del previsto: già doveva affrontare la delusione del tornare a casa ed ammettere ciò che aveva fatto, ci mancava solo dover aggiungere che, nel distruggersi fegato e buoni propositi, aveva pure perso un vestito di erin per strada. «a mia difesa, era un carinissimo vestito!» nonostante il dolore lancinante alla testa, e...ma era un livido quello sul gomito? la ragazza fece il grandissimo sforzo di tener gli occhi aperti e guardarsi intorno alla ricerca dell'abito «roselline rosse ricamate? maniche a sbuffo?? se lo vedi dimmi» in una situazione differente avrebbe creato una o due copie di se e le avrebbe mandate in missione di salvataggio (?) mentre lei sarebbe rimasta comodamente sdraiata a recuperare le forze, ma la presenza del ragazzo nella stanza le rendeva impossibile farlo: era già pericoloso che uno sconosciuto vedesse lei - un conto era nel bel mezzo di una festa in cui tutti erano ubriachi, un conto era alla luce del sole del giorno dopo - figuriamoci mentre usava il proprio potere. «Io- ho bevuto... birra» ?? E cosa c'era di male. A meno che... «anche tu sei negli AA? Tranquillo anche io, è stata solo una sera non voleva..-» «birra. In-» «-..le ricadute possono esserci sai? l'importante è..-» «in lattina» ...eh vabbè, capitava ogni tanto «..non l'avevi mai bevuta?» e dire che di base, invece, era forse ciò che jess aveva bevuto di più in vita sua: da ragazzina era l'unica che le vendevano al negozio, e poteva berla anche a casa durante i pasti?? Una lattina di birra non era come scolarsi una bottiglia di rum, ecco.
    Ci mise poco, però, a capire che il problema del ragazzo era molto più grave e profondo di quanto la ragazza avesse immaginato in un primo momento, nel momento in cui lui si mise a farneticare e parlare di troll, veleni e sottomarche. «...è quella che al supermercato costa meno??? eravamo tante persone alla festa» aveva ricordi confusi della notte precedente e non aveva idea di come fosse arrivata lì alla stamberga, ma ricordava che c'erano tantissime persone e lei era certa di non aver pagato nemmeno uno zellino. Se era stato tutto a spese degli organizzatori, allora era giustificato il fatto che avessero comprato le birre meno costose, no? Davvero, non capiva dove fosse il problema. Lo osservò bene in volto, e vide che non stava per niente scherzano: dalla sua espressione trapelavano chiaramente vergogna e senso di colpa. E solo allora Jess si rese conto che non era un perfetto sconosciuto: era sicura di averlo già visto prima, da qualche parte. Doveva solo capire dove, ma sfortunatamente la memoria non era proprio il suo forte. «non deve uscire da qui» chi? «questa storia, questo...scandalo, deve restare fra noi» ah. Beh - non tryhard - Jess non aveva alcun problema a tenere la cosa nascosta??? O avrebbe potuto tranquillamente raccontare il tutto dicendo di essersi risvegliata da sola, o cambiando persona (???) Ed era già pronta a dirgli di sì quando..«..cosa chiedete in cambio del vostro silenzio?» AAAA la voleva corrompere???? Nessuno mai aveva provato a corromperla!!&! E non poteva certo farsi scappare una simile occasione, vero? Anzi, sarebbe stato quasi maleducato nei confronti del ragazzo che, così gentilmente, si stava offrendo di farlo! «una piastra per crepes!» Cosa? Eh, a fare i pancakes era bravissima ma le crepes non le uscivano mai precise come avrebbe voluto, quindi...beh era la prima cosa che le era venuta in mente!! «in cambio di quella sarò una tomba, lo giuro sulla mia vita!» in realtà chissà se come giuramento valeva, dato che teoricamente era già morta «...voi siete?» A quel puntò Jess si girò di scatto, aspettandosi di trovare qualcun altro alle sue spalle: c'era una terza persona nella stanza e lei non se ne era accorta??? «voi...? Io Jess, comunque! Piacere di conoscerti» E tornò a guardarsi alle spalle ma...non c'era nessun altro?? «non credo di conoscervi» ma lei e chi? «sono..» AAAH, AVEVA CAPITO «IDEM!» «Noah Parrish» Vabbè si era espressa male «TU VIVI CON IDEM!!» Non era nè un'accusa nè altro: Jess era solo in hype perchè ogni tanto il suo cervello collaborava, e la sua memoria difettosa dava comunque i suoi risultati. Era certa di aver visto il ragazzo almeno una delle volte in cui era andava a trovare la withpotatoes «e sì, anche a me piace lo strip poker!!&» non che sapesse giocare a poker, ma quando era ubriaca, per qualche strano motivo, diventava pazza per il gioco d'azzardo «mi sembra una teoria più che plausibile» anche perchè era nuda, il che stava ad indicare come avesse perso tutto: solita routine. «ma..mh» non aveva ancora capito una cosa «come mai ce l'hai così tanto con la birra in lattina???» Per capire, eh.
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    "Ricorda, Noah: quante persone c'erano? Chi ti ha visto?" Lo sguardo del ragazzo era sulla lattina, quel vile oggetto di vergogna, e cercando di collegarsi telepaticamente al sè della sera prima (al mostro che aveva bevuto quella roba) spremeva le meningi alla ricerca di ricordi. Aveva già deciso che uccidere la giovane che si era svegliata dopo di lui era una cattiva idea (ammetteva di non essere un... genio, da ubriaco: difficilmente la sera prima aveva folleggiato con un viso diverso dal proprio, se si era risvegliato così), ma questo non voleva dire che non volesse trovare gli altri: farli fuori tutti era difficile, ma avrebbe potuto ottenere il loro silenzio come quello di lei; possedeva ancora una buona parte dei soldi Icesprite, in fondo... e per chi non avesse accettato, era disposto a sporcarsi le mani in altro modo. "O magari non ce ne sarà bisogno; se fossimo stati solo noi due?"
    «a mia difesa, era un carinissimo vestito! roselline rosse ricamate? maniche a sbuffo?? se lo vedi dimmi»
    Oh. Alzò la testa, sentendo qualcosa (nausea; era in post sbronza, voleva farsi una doccia, mangiare, vomitare, tornare a dormire; non per forza in questo ordine), un moto di... simpatia. Nonostante il momento, non era in grado di non essere gentile: «mi dispiace, non l'ho visto» pausa «posso aiutarvi a cercarlo» !!! VOLEVA QUELLO PER IL SUO SILENZIO!!! MA CERTO!!!
    «...è quella che al supermercato costa meno??? eravamo tante persone alla festa»
    oh meo deo era pure... pure la più economica... ma almeno aveva scoperto qualcosa! La sera prima erano tante persone!
    "...Dannazione", aveva quasi sperato si fosse trattato di un festino privato e i suoi ricordi colorati di gente che ballava fossero stati creati dal nulla da alcol e droghe... «ricordate chi?»
    Presentandosi, porse la mano. E lo so, la linea temporale è un macello, ma questo è l'oblivion, c'è la quarantena, e il tempo non è reale.
    «Piacere, Jess...?» attese per avere un cognome; o per lo meno: «Jess è il tuo nome completo?»
    vabbè, cose, dialoghi, scusa chris ho davvero messo le cose ?? a caso ??? devo smetterla di postare alle 3.30 (OH MIO DIO non ricordavo COSI tanti) noah ha parlato davvero un sacco lo scorso giro
    «IDEM!» STA DI FATTO CHE: «TU VIVI CON IDEM!!»
    E citando un vecchio saggio del ventunesimo secolo: PANICO PA PANICO PA PANICO PAURA .
    Jess Qualcosa conosceva Idem? LA SUA IDEM? Anzi sapeva DOVE VIVEVA LUI?? Questo era *hyde's voice* una tragedia. «ve... l'ho detto io ieri?» sorrise, cercando (male) di nascondere il nervosismo. «oppure...» si strinse nelle spalle «conoscete... idem whitpotatoes?» MA PERCHE AVEVA DETTO IL SUO VERO NOME se ne pentiva un sacco «asking for a friend» ERA AMICA DI IDEM !!! LE AVREBBE DETTO !!! DELLA !!! BIRRA !!! NONOSTANTE LA PIASTRA !!!!!!!
    Posando la lattina su un tavolino (il suo OCD iniziava a farsi sentire oltre il mal di testa; sarebbe stato scortese sistemare quel luogo per dargli un aspetto decente? Non era certo di cosa esattamente piacesse ai giovani outsider che folleggiavano alla stamberga di quei tempi), e proprio buttati lì trovo niente meno che i suoi pantaloni. con un gemito se li riafferrò, passandoci la mano sopra per pulirli, trovando poi anche la giacca con cui era uscito. Non era sua usanza indossare i pantaloni senza biancheria, ma visto che questa non era in vista, dovette accontentarsi di metterli così. Forse nè lui nè Jess qualcosa erano a disagio nudi, ma iniziava a fare fresco, e con un altro sorriso lezioso porse la giacca alla giovane finchè non trovavano il suo vestitino, per coprirsi un po'. «vi aiuto a cercare l'abito; se era ricamato, dovete tenerci molto»
    «come mai ce l'hai così tanto con la birra in lattina???»
    Gn. Fece una piccola smorfia, distogliendo la sguardo da lei per portarlo sulla sala, alla ricerca della propria camicia o del vestito ricamato citato dall'altra. Se avesse trovato qualcosa per disegnare, magari, avrebbe anche potuto creare nuovi vestiti puliti per entrambi per andarsene di lì. «è così... volgare» scosse le spalle mentre gli occhi vagavano in giro. Istintivamente, si mise a riassettare, buttando l'immondizia tutta insieme. «non sono di per sè un'amante della birra, ma berla in lattina? Il cielo me ne scampi. La forma della lattina non è piacevole alla vista - nè è bello vedere qualcuno che ne beve. Oltre a essere terribilmente anti aes, lo trovo anche anti igienica» afferrò con due dita una lattina, come per dimostrare quanto stava dicendo «quante persone hanno toccato il luogo dove posi le labbra? Eppure» indicò in giro «io non vedo bicchieri» si fermò, osservando fuori dalla finestra Hogsmeade che iniziava a svegliarsi (probabilmente, dal riposino pomeridiano); quando andava a Hogwarts, amava le gite nel borgo magico, poter usare la magia indifferentemente senza paura di rimproveri o babbani... da giovane aveva sognato un mondo interamente sotto i maghi. A volte, lo faceva ancora, ma al loro fianco c'erano gli special. «la lattina è una cosa tremendamente babbana» lo disse quasi sovrappensiero; non un insulto, un dato di fatto. Quando si girò verso Jess, sorrideva di nuovo, leggero e un po' bieco «prima di un paio di anni fa, non ne avevo mai vista una dal vero; ne avevo sentito parlare solo nei racconti» schioccò la lingua sul palato «mi trasmette l'idea di povero - è povera» Pensando alla birra in lattina, si immaginava una famiglia di contadini attorno a un tavolo che mangiava cibo in scatola, o uno zoticone con la pancia di fuori che la beveva per strada andando al cantiere. «e io non voglio essere questo; non voglio essere ricollegato a quello che penso io della birra in lattina di sottomarca» si strinse nelle spalle, tornando a riordinare. Non voleva essere collegato al mondo babbano, non voleva essere collegato ad una vita di stenti a cui era quasi stato buttato da suo padre, prima di ucciderlo. Voleva essere il giovane uomo bello da guardare e cortese, bravo a disegnare e ad adulare, che quel mondo conosceva. «non so se per voi ha senso. Non c'è niente che che vi faccia dire "questo fa parte di me, del mio personaggio" o il contrario?»
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    arianna VS italiano level 100
    cos'ho scritto, ma ha senso? Ma è leggibile? Una cosa è certa: ho vinto la bet (scusa chris ne rimettete tu e jess ihihih)

    #random ma cavolo mi sono accorta ora che non avevo messo nessun link, neanche i crediti gif DAMN
     
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    «ricordate chi?» niente da fare: jess era sempre più confusa «ricordate chi?» e no, lei non si riferiva alle persone alla festa: avrebbe semplicemente voluto capire a chi altro si stava riferendo il ragazzo. Magari... UH! magari vedeva i fantasmi!!! Era quella l'unica spiegazione possibile che riusciva a trovare: lei non vedeva nessun altro nella stanza con loro ed era piuttosto certa di non aver problemi di vista. Poi però il ragazzo le offrì la mano per presentarsi («Jess è il tuo nome completo?» «in realtà jessalyn, ma tanto tutti mi chiamano jess!») e la ragazza aspettò con ansia di vederlo fare altrettanto con qualcuno che lei non riusciva a vedere ma... nope, stranamente nessuna presentazione all'aria. A quel punto le risposte plausibili erano solamente due: o noah era effettivamente in grado di vedere gli spiriti ma si era reso conto del fatto che il fantasma in loro compagnia era... un fantasma (?) ed aveva evitato di presentarsi a lui per non sembrare matto agli occhi di jess, oppure erano le uniche due persone lì alla stamberga e il ragazzo aveva semplicemente un modo particolare di parlare.
    Non che la ragazza avesse qualcosa in contrario, sia chiaro!! Amava i modi di parlare buffi - lei ad esempio sapeva conversare perfettamente in farfallese! - e soprattutto adorava impararne di nuovi: bastava solo capire bene come stava parlando noah, così anche da evitare di girarsi ogni tre secondi per verificare la presenza di qualcuno alle proprie spalle. E magari iniziando a parlare la stessa lingua il ragazzo sarebbe stato meno.. teso?? Lo vedeva parecchio teso.
    «ve... l'ho detto io ieri?» nah, non ricordava nemmeno avessero parlato. Che poi, ad esser sinceri, non ricordava proprio nulla della sera precedente: una tipica notte a base di alcol della goodwin. Non che fosse fiera a riguardo, sia chiaro: stava davvero facendo del suo meglio per smettere, e c'erano periodi in cui si illudeva davvero di aver superato il suo problema, e poi invece booom, ecco che si risvegliava così. La parte che odiava, ancora di più che lo svegliarsi a causa della sensazione di un martello a farle a pezzettini la testa, era doverlo raccontare: a dak e maeve, a erin e scott, a stiles e elijah (soprattutto con loro, ogni volta si sentiva fisicamente male: avrebbero dovuto farsi da sober coach a vicenda e invece!!! eccola lì che ci ricascava di nuovo) «conoscete... idem whitpotatoes?» ecco, idem: ma perchè l'aveva nominata??? Tanto presa dall'entusiasmo di essersi ricordata per una (1!!) volta una persona - un momento davvero emozionante, per una ragazza con la memoria completamente incasinata come la sua - da non aver pensato alle conseguenze. Idem era infatti parte della lunga lista di persone a cui la goodwin avrebbe volentieri preferito non far sapere della sua ennesima ricaduta. Ma ormai il danno era fatto, non poteva mica tirarsi indietro. «..si» o forse.. «ma.. non così bene?? davvero, ci siamo viste poche volte, siamo semplici conoscenti?? o forse nemmeno, sai, se tu mi nominassi probabilmente non si ricorderebbe di me??? sarebbe inutile fare il mio nome a lei, sai, puoi tranquillamente non farlo» ti prego ti prego ti prego non farlo!!! «sono io ad avere un'ottima memoria» se la situazione non fosse stata così tragica (?) probabilmente sarebbe scoppiata a ridere per le sue stesse parole: era forse la più grande bugia che avesse mai detto in vita sua «mi rimangono impressi tutti i volti ma.. no, di sicuro idem non si ricorda di me!» e questo poteva anche andare a giustificare il fatto che avesse riconosciuto noah?? Meh, non proprio, ma DAI!! Il suo piano per cambiare argomento aveva funzionato!!! BENISSIMO PARLIAMO DI BIRRA E MAI PIÙ DI IDEM!!!!
    Che poi... parliamo relativamente: noah parlava, jess avrebbe voluto metterlo in pausa, tornare indietro e riascoltare ciò che le aveva appena detto perchè era sinceramente confusa e il suo cervello riusciva a captare solo poche informazioni sparse tipo.. lattina, babbana, racconti, povera - ma diceva a lei? - ricordo, lattina - again «non so se per voi ha senso» #no Ma era una jess, e per lei davvero poche cose lo avevano. «Non c'è niente che che vi faccia dire "questo fa parte di me, del mio personaggio" o il contrario?» mh.. il suo personaggio..?«tipo... i character traits delle fanfiction?» non che jess fosse brava a scriverle o avesse mai tentato di farne una, ma era sempre lì ad ascoltare erin, kier e le loro bellissime idee!!
    Qual era però il suo?? Si fermò un attimo a pensarci: cavolo, nessuno le aveva mai fatto una domanda così bella ed allo stesso tempo complessa!! «sicuramente i pancakes!» non esisteva jessalyn goodwin senza i pancakes «e forse.. i waffle sono per me ciò che per te è la birra in lattina» (???) Forse iniziava a capire ciò che noah stava provando a spiegarle. Poi, in un attimo, il sorriso si spense sulle sue labbra: aveva trovato un'altra cosa. «e non dovrei» non vorrei «ma anche l'alcol, che sia birra in lattina o rum in bottiglia di vetro» non faceva differenza.
    Perchè proprio come non esisteva una jessalyn goodwin senza pancakes, senza i mini reb e senza la resistenza (le cose belle), non esisteva neppure senza un bicchiere tra le mani a cancellare i brutti ricordi e il dimenticarsi il proprio nome fino al giorno successivo.
    Il suo era un dannatissimo problema, e non riusciva a risolverlo. Ma non era quello il momento di pensarci, quindi scacciò via i brutti pensieri e tornò a sorridere al ragazzo «i tuoi invece??» già che c'erano, ormai era curiosa. E poi era ancora senza vestiti, preferiva rimanere sdraiata ancora per un po' «oltre al categorico no alla birra in lattina, ovviamente»
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    slowly, with a frown: «ricordate chi...?» E so che la maggior parte di voi non c'era, ma mi sento proprio nella testa sari/cjoey che si dicono confusi per venti volte "brO". Il tono è quello.
    Cosa stava succedendo. Cosa! Stava! Succedendo! Noah si portò una mano alla tempia (no, non per testare i suoi superpoteri guadagnati da un caso della mystery finita male in cui c'entravano degli alieni. Lunga storia), cercando di capire se fosse ancora sbronzo e non solo sfatto dalla vita e bisognoso di dormire dalle trentatrè alle cinquanta ore. ...ah giusto, era sfatto dalla vita e bisognoso di dormire dalle trentatrè alle cinquanta ore, forse per quello non capiva (lui, ma in effetti anche lei).
    Prese un grosso respiro, e ci riprovò: «chi c'era alla festa» spiegò, sempre con voce bassa e lenta - insomma, quella che usava con Tupp e Cash. Aveva kinda bisogno di quell'informazione (o almeno un minuto prima la voleva, ora voleva solo di nuovo intensamente lavarsi), perchè voleva sapere chi poteva averlo visto con la birra e ucciderlo.
    ahahahah jk!
    ...unless non si fossero dimenticati del fattaccio. «you can't kill people» «not with that attitude!»
    «jessalyn è davvero un nome elegante»
    Mettendo a posto, individuò i propri pantaloni. Ok, a nessuno dei due fregava niente di mostrare le proprie grazie al vento, ma Noah iniziava a essere infastidito dal proprio membro che sballonzolava in giro (cosa) quindi, deciso che i pantaloni fossero puliti, si mise indossare almeno quelli lasciando la camicia troppo stropicciata sul letto dove l'aveva trovata, tornando poi a riassettare attento a cosa toccava (COVID) come una brava massaia. Riordinare lo aiutava col mal di testa fin da bambino, e sperava di trovare i propri averi in mezzo a quel casino, magari il blocco da disegno e il carboncino che si portava sempre dietro, oltre al vestito ricamato della ragazza.
    ... la quale, per l'appunto, non pareva così felice che Noah avesse chiesto di Idem. «...sì. Ma.. non così bene??» Noah alzò lo sguardo lentamente. Interessante. «davvero, ci siamo viste poche volte, siamo semplici conoscenti?? o forse nemmeno, sai, se tu mi nominassi probabilmente non si ricorderebbe di me??? sarebbe inutile fare il mio nome a lei, sai, puoi tranquillamente non farlo. sono io ad avere un'ottima memoria»
    «già... non penso parlerò di questa festa» sollevò le sopracciglia allusivo, sorridendo leggermente. «non non credo a lei- a chiunque, possa interessare»
    I'm like dropping hints che voglio questa caduta di stile resti fra noi.
    Ti prego fa che questa caduta di stile resti fra noi TI STO AIUTANDO A TROVARE L'ABITO CUCTO DALLA TUA AMICA!!! TI REGALO UNA PISTRA DEI PANCAKE!!!
    TORNANDO A COSE SERIE (noah) «tipo... i character traits delle fanfiction?» «n-» aspetta. «Sì.» annuì lentamente. Effettivamente... sì? «i trope dei personaggi» scriveva ff? (sì) no, ma era più o meno come in letteratura. Che poi, a pensarci, anche il paradiso perduto o la divina commedia e altre opere erano ff quindi perchè denigrarle? ERA UNA NOBILE ARTE!
    Pancake, no waffles, e- alcol. Ok, that was something. Non si era perso l'improvvisa perdita d'entusiasmo della giovane, e questo intristì leggermente anche noah. «Spesso i personaggi hanno un redemption arc, e cambiano durante il viaggio alcuni dei loro tratti» abbassò lo sguardo, tornando a mettere a posto come se stesse parlando del tempo. «niente è scritto su pietra» Jessalyn sembrava una ragazza così (esuberante, strana, ma) carina, gli spiaceva sapere che avesse una dipendenza. Nessuna dipendenza portava a qualcosa di bello.
    «i tuoi invece??» Si alzò leggermente per tornare a guardarla svaccata. «oltre al categorico no alla birra in lattina, ovviamente»
    Chiedeva com'era e come voleva apparire? Il labbro del ragazzo si sollevò di lato. Oh boy, se gli piaceva parlare di sè. «conosci Il ritratto di Dorian Gray?» allargò le braccia, dimenticandosi per un attimo che era mezzonudo e spettinato e sicuramente con gli occhi piccoli di stanchezza. Vabbè. «l'idea è quella. Eleganza, estetismo, cortesia, letteratura, dark academia, arte, misteri.» si strinse nelle spalle «mi piace essere l'idea di essere visto come la migliore versione di me stesso possibile» anche quando non era vera. La sincerità era una tratto decisamente sopravvalutato. He was living his best life ed era una bugia totale, e quindi? «è impegnativo essere perfetto, ma molto soddisfacente» #wut «...ed è per questo che la storia delle lattine mi disturba tanto» sospirò, alzando gli occhi al cielo. «Più voli alto, più la caduta fa mal- è il vostro vestito quello, Jessalyn?» indicò verso l'alto sorpreso. Cosa ci faceva lì? Non ricordava, e non era certo di voler chiedere.
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    noah parrish
    look, if i could run across the beach into my own arms i would
     
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