tell me, tell me that you need me

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    Vi sta filmando live? Vi sta filmando live sul suo seguitissimo canale maginstagram, Filippo Demari, sorridendo per invitarvi a continuare. Cosa state facendo? Ovviamente rispondendo alla posta del cuore di lettere indirizzate al Timeturner.

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    «ha sentito la domanda signorina...» «hadaway» Lydia sorrise all’influencer, denti stretti e dita serrate fra loro in una morsa ferrea. Un giorno, un giorno!, la storiografa avrebbe avuto la sua vendetta sul suo capo (non lo accettava più né come amico né come coinquilino, non dopo quel tiro mancino), ma evidentemente non sarebbe stato quello il giorno. Inspirò e rilassò le spalle, fornendo la miglior espressione cortese di cui fosse in grado. La cosa peggiore, era che non potesse realmente biasimare Nathaniel Henderson, se quel pomeriggio si trovava su uno dei divanetti dell’Amortentia a fornire il proprio consulto (il proprio….consulto...) a problemi di cuore (problemi...di….cuore.): avrebbe potuto dire a Nate che se ne infischiava l’avessero chiamato a scuola per una riunione d’emergenza del personale; che non le importava perdesse il talk show a cui era stato invitato. Ma era una Lydia, sapeva Nate ci tenesse – e, parlando strettamente di business, fosse un’ottima idea apparire in pubblico facendo buona pubblicità sia a loro in quanto soggetti promotori di rapporti migliori fra special e maghi, sia in qualità di proprietari di un bed and breakfast – e non era mai stata in grado di dire di no all’uomo. Era stato la sua ancora quando s’era trovata persa in un caotico mare di nulla; era stato un amico, un mentore, e nei suoi (pochi) alti e (tanti) bassi, era ormai diventato una famiglia, per Lydia. Al dai Lydia, sarà divertente, ti prego sii la mia Portavoce! Portaci onore! non aveva saputo declinare, né aveva avuto cuore di farlo.
    E quindi «stavo solo riflettendo sulla risposta» un altro sorriso forzato e fintamente naturale, mentre reclinava il capo cercando di aggiustare l’auricolare nascosto nell’orecchio. Sad short story: non aveva un raggio abbastanza lungo per permettere le comunicazioni da scuola all’Amortentia, ma sia Lydia che Nate l’avevano scoperto nel momento peggiore, ossia quello del bisogno. Senza i suggerimenti di Nathaniel, decisamente più astrattamente ferrato in quel campo (perché nella pratica….i mean...ily nate, ma insomma) e più interessato, la Hadaway si sentiva come un pesce fuor d’acqua. Quello non era il suo ambito di competenza. Aveva passato, letteralmente!, anni ad aspettare la stessa persona, abbandonata di continuo a causa di calamità naturali e stupidità insita nel genere umano (jay, jay era il genere umano); aveva sempre avuto fede, Lydia, che Jay avrebbe trovato il modo di tornare a casa.
    Fine. Quello era tutto ciò su cui si basava la sua relazione con il Matthews. Quelle erano le sue uniche esperienze in ambito amoroso. Dubitava altamente che qualcun altro avesse avuto i suoi problemi, e soprattutto la fortuna di avere effettivamente uno stupido, stupido, Jayson che tornasse effettivamente da lei. I drammi delle coppie normali, la confondevano ed inquietavano. Sistemò le pieghe della gonna, prendendo tempo e lanciando una terrificata occhiata alla persona seduta al suo fianco. Non prendi la parola tu? No? Sicur*? Va bene. Si schiarì la voce e posò con non curanza un braccio sulla poltrona, gesticolando con la mano libera come sapeva avrebbe fatto un rilassatissimo Nathaniel. Conceal, don’t feel, don’t let them know che vuoi solo scappare in Messico ed unirti al business di Xav e Niamh.
    La lettera della spettatrice diceva:
    Ti scrivo principalmente perché ho bisogno di sfogarmi. Tenendo molto alla mia media scolastica, passo molto tempo in casa e non ho molti amici. Qualche mese fa però ho rafforzato il rapporto con un mio amico di scuola: è da settembre che ci scriviamo tutti i giorni e parliamo molto su wizapp. Lui è il classico playboy: cambia ragazza molto frequentemente, non si vuole impegnare seriamente ed è interessato solo al sesso. Nonostante ciò, io mi trovo bene con lui, la pensiamo allo stesso modo su molte cose e abbiamo creato un bel legame in questi mesi. Credo di provare qualcosa per lui, ma non credo che il sentimento sia contraccambiato, anche se non mi spiego perché ci scriviamo assiduamente tutti i giorni ( è quasi sempre lui che mi cerca)e spesso tutto il giorno. Può essere che sia semplicemente una forte amicizia? Non parlo così tanto neanche con le mie migliori amiche e mi sembra che lui si sia aperto con me, parlando di cose di cui non parlerebbe con le ragazze che frequenta. Credo che recentemente si sia trovato un’altra con cui uscire, ma me lo stia tenendo nascosto. Cosa dovrei pensare? Non so se questa relazione per me sia sana, visto che sto iniziando a stare male ogni volta che non mi risponde alla sera perché penso sempre che si trovi in compagnia di qualche ragazza, ma allo stesso tempo mi dispiacerebbe perderlo perché io tengo molto a lui e credo che anche lui un po’ tenga a me. Che cosa dovrei fare?
    This is insane. Una risatina forzata sgusciò dalle labbra della Hadaway. «è un problema molto comune, la confusione» punto. Nella vita proprio, ogni giorno di ogni anno di qualunque vita. «come hai detto tu stessa, non hai avuto tempo di coltivare amicizie, quindi è facile confondere l’affetto amichevole con qualcosa in più; si tratta tutto della confidenza che ambedue decidete di dare» cosa stava dicendo. «mi spiace dirtelo, lettrice, ma da quanto hai detto penso proprio che si tratti semplicemente di amicizia...ti direi di parlarne con lui, ma posso comprendere che tu non voglia rovinare il rapporto» forse. «ma si vive una volta sola, no?» risatina isterica, perché nel mondo oblivion non era mai detto. «se ti piace così tanto, tenta il tutto e per tutto: non ha senso portare avanti una relazione, di qualunque genere essa sia, se ti fa solamente stare male» pausa. Reclinò il capo verso il suo compagno di sventura, invitandolo con un sorriso supplichevole a prendere la parola. «tu che dici?» screaming inside.
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    piero, se mai ti servisse ho preso la lettera da qua #wat
     
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    Lo avrebbero deriso per sempre.
    A vederlo lì, su quel divanetto pomposo con le gambe accavallate e le braccia incrociate all’altezza del petto. Seduto fra Demari e una donzella che pareva esser nata per quel ruolo.
    Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, Mon, ma adorava quel programma. Aveva mandato un messaggio istant alla nonna, che per via della quarantena non faceva altro che cercare puntate de la posta del cuore in streaming per ingannare il tempo. Sarebbe andata in brodo di giuggiole a saperlo lì! Il suo nipotino! A dar consigli d’amore!
    Non che fosse la fonte più attendibile, lui che amava solo sé stesso. Ma il suo lavoro da fake-fioraio lo costringeva ad ascoltare la storia di ogni dannato cliente. C’era chi doveva chiedere scusa alla moglie e riponeva tutte le sue speranze in un mazzo di fiori da 3 galeoni; chi gli descriveva per filo e per segno la personalità dell’amata e si faceva consigliare i fiori più costosi, perché avevano apparentemente una storia e un significato particolare dietro. Poi capitavano i meno romantici, che si infilavano nel retrobottega della boutique per piante più rare e dalla dubbia legalità, convinti fosse l’unico rimedio per il tormento interiore che provavano. Poi Mon aveva attentamente visto tutte le puntate del programma, seguiva Demari su tutti i social (dall’account adibito allo stalking) e si divertiva – di tanto in tanto – a scrivere all’800-00-03 per dare la sua opinione. Doveva aver mandato tanti di quei messaggi che l’organizzazione lo aveva considerato adatto per prendere effettivamente parte ad una delle puntate.
    Quindi fremeva, aveva le mani sudate dall’eccitazione, lottando perennemente con sé stesso per evitare di urlare un « CIAO NONNA » in direzione della telecamera. Poi Demari li interpellò – lui e la tipa cui sedeva di fianco -, leggendo ad alta voce la lettera anonima.
    Tenendo molto alla mia media scolastica, passo molto tempo in casa e non ho molti amici. Il suo entusiasmo si affievolì. Le crisi adolescenziali non facevano per lui, le cottarelle così. Lui è il classico playboy: cambia ragazza molto frequentemente, non si vuole impegnare seriamente ed è interessato solo al sesso.AH, come biasimarlo? Mon aveva un sorriso forzatissimo impiantato in viso, mentre nel suo -piccolo- cervello arrancava per trovare qualcosa di non offensivo da dire. DAI! Non puoi rovinarti la reputazione la prima volta live! non mi spiego perché ci scriviamo assiduamente tutti i giorni ( è quasi sempre lui che mi cerca)e spesso tutto il giorno
    “Perché ti vuole solo trombare!!!”
    Le ragazze, di norma, hanno questa propensione a creare storie, bellissime quanto inverosimili. Leggono sentimenti non solo fra le righe, ma anche fra lo spazio che divide i caratteri. Cercano invano di colmare la noia dipingendo la loro cotta come chissà quale eroe; un individuo dai mille pregi, un cavaliere doc, dall’apparenza un fuckboy infame ma che – in fondo – cerca l’amore della sua vita nonostante abbia solo 18 anni (o meno). Ma a Monday, tutta questa voglia di creare un’identità alternativa a chi un’identità già la aveva, lo faceva infuriare. Una giornata è fatta di così poche ore e così tante cose da fare, ed il potere dell’immaginazione è decisamente sprecato se usato per un qualunque ragazzo.
    Ascoltò le parole della Hadaway, in silenzio, mantenendo quella sua posa da VIP a cui è stato infilato un palo su per il culo attaccato un palo sulla schiena. Come avesse fatto a mettere insieme delle frasi sensate senza apparire scontrosa o maleducata era un mistero.
    « tu che dici? » oh boy.
    Scavallò le gambe, per riaccavallarle nel senso opposto, allargando le braccia sullo schienale del divanetto.
    « EH » Il fatto era che Mon pensava fossero solo una grandissima, infinitissima, valanga di stronzate. Per un istante pensò anche a cosa gli passasse per la testa, quando se ne stata in casa con la nonna a guardare il programma. Ma perché gli piaceva? Incapace di trovare una posizione che lo soddisfacesse, si protese in avanti, gambe completamente scavallate e gomiti appoggiati sulle ginocchia, in direzione di Demari ed in veste di consulente sentimentale serio e professionale (eh?) « ti direi che no questa relazione non sembra essere sana » iniziò, calibrando le parole. Ricordati che sei in diretta. Sospirò. Aggiungi qualcosa, imbecille! « da parere maschile » appoggiò una mano sul petto indicando sé stesso « posso dirti che se un ragazzo è interessato, il passo lo fa. Se questa vostra situazione va avanti da tanto - » fece un’altra pausa, passando la mano fra i capelli scuri (ma che ti pettini? Non ce l’hai i capelli) « - e per tanto intendo un paio di settimane come minimo - » che in realtà, fosse stato lui, il primo passo si fa il secondo giorno. « ti direi di voltare pagina e andare a pesca, perché il mare è pieno di pesci e se il pesce che ti piace attualmente è una sardina, » Mon chiedeva a sé stesso quando quella metafora assolutamente priva di senso finisse, ma c’erano un paio di neuroni nel suo cervello che stavano rimbalzando da una parete all’altra, sfornando una produzione di cazzate « - beh credo vorrai riconsiderare e cercarti uno squalo, o un delfino, un piranha- insomma! Qualunque pesce è meglio di una sardina. »
    Cosa?
    Nonna non sarebbe stata fiera.

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    «ti direi di voltare pagina e andare a pesca, perché il mare è pieno di pesci e se il pesce che ti piace attualmente è una sardina, beh credo vorrai riconsiderare e cercarti uno squalo, o un delfino, un piranha- insomma! Qualunque pesce è meglio di una sardina. » Si ritrovò ad annuire in automatico, una mano ad appoggiare la tesi del ragazzo come se lei non avesse potuto trovare parole migliori, ma dentro di sé udiva solamente un lungo e prolungato strillo acuto e confuso: “che succede”. «qualunque pesce è meglio di una sardina.» ribadì, fingendo fosse per marcare la Saggezza del De Thirteenth e non per quell’incredulità con la quale, di base, ripeteva le frasi di Nathaniel cercandovi (e fallendo) il senso profondo. Strinse le labbra fra loro in un sorriso forzato, lanciando un’occhiata all’ora - ah kavolo com’era tardi uau come volava il tempo quando ci si divertiva - ed una altrettanto allusiva al suo collega: era proprio il momento che quella sessione finisse, giusto? Dovevano proprio andare, no?
    No.
    I complimenti ed i convenevoli di Demari passarono fluidi da un orecchio all’altro di Lydia senza che la ragazza vi prestasse attenzione, un fremito (uno? Facciamo anche un paio) d’ansia all’idea di dover ancora dare consigli ad adolescenti turbate. C’era un carico di responsabilità notevole, nel dare una risposta ai drammi dei giovani: e se quelli fraintendevano le loro intenzioni? E SE LI MARCHIAVANO A VITA? L’unica nota che riusciva a rendere tollerabile respirare, era che l’altro – Monday, le pareva? O montreal. O monkey. O moncheri. Facciamo mon e via la testa al toro – sembrasse perfettamente a suo agio (altro sintomo di come la Hadaway non fosse in grado di interpretare i segnali: it be like that sometimes): magari poteva solo fare presenza, e smollare le patate bollenti all’aitante fanciullo al suo fianco?
    «ah, abbiamo una domanda vietata ai minori! uUuUuU»
    In che senso. «in che senso»
    Ma non era una trasmissione in diretta? «ma non siamo in diretta?»
    Potevano vederla dei bambini. «la fascia protetta???» Lydia, Lydia era la fascia protetta, ma tentò comunque di mantenere un’espressione cordiale e logica, così da illudere (se stessa più del pubblico) che il suo non fosse un disagio esistenziale personale. Non voleva far passare le attività sessuali, di qualunque genere esse fossero, come tabù, ma lei davvero – davvero – non voleva avere quella conversazione con degli adolescenti in diretta live su maginstagram. «la censuriamo, non ti preoccupare» yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeet. «haha ecco» haha?? Vabbè dai, quali domande potevano avere dei ragazzini per una rivista!!!!
    L’avrebbe scoperto di lì a breve, ed avrebbe preferito non saperlo. Tipo mai.
    «anzi, perché non la censurate voi? Così avrete più chiaro il senso della questione» Non le sembrava affatto una buona idea, ma prese comunque il foglietto che il Demari le porse, avvicinandosi al De Thirteenth così che potesse leggere anche lui.
    ”Ciao a tutti, sono disperata, perché da un certo periodo mi è venuta voglia di avere un rapporto sessuale con qualcuno... Specialmente da quando mi sono arrivate le mie cose!!!! Come mai?? Ho voglia anche di masturbarmi ma non so come si fa... Più precisamente quali oggetti usare!”
    «oh» my, oh my. Battè le palpebre diverse volte nella vana speranza che il contenuto della pergamena cambiasse, gli occhi verdi a saettare sul suo compagno di disavventure. «eh» macarena – olè! Accartocciò il foglio nel palmo deglutendo rapida, poggiando poi con non chalance un gomito sul poggia braccio. «ma sentite, perché non facciamo prima una parentesi intervista l’ospite cosa? Cosa. Se stava buttando Monday De Thirteenth nella fossa dei leoni solamente per non parlare di masturbazione in live magig?
    Sì. scusa amico. Le cose che facciamo per sopravvivere.
    «mon...» lasciò vaga in sospeso, come se dopo mon ci fosse stata una virgola di suspense e non un dubbio amletico sul suo nome, schioccando la lingua sul palato. «raccontaci qualcosa di te. Età, hobby» basta, cosa si doveva sapere della gente? All’occhiata di Demari, seppur con un po’ di (confusa? Ancora sì, sempre) riluttanza, tentò un più interessante: «le tue pick up line preferite» ????
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    Lo stava inaspettatamente prendendo sul serio? Mantenendo apparente nonchalance e disinteresse, Monday de Thirteenth si voltò in direzione della compagna di diretta, evidentemente colpito dalla sua apprensione e, anzi, conferma delle sue parole. Quindi la sua metafora sulle sardine aveva davvero un senso? Si stupì di sé stesso, del suo cervello, congratulandosi mentalmente per quella spiccata fantasia, crogiolandosi per quando fosse un guru mancato. Del resto era lui in famiglia quello saggio: le sorelle sembravano sempre così confuse dalla vita, Sunny era un caso perso e Jess – sì, ci metteremo anche lei in mezzo – soffriva di un grave caso di ADHD che ogni medico si rifiutava di diagnosticarle, a parer di Mon. Appoggiò i gomiti sul divanetto in pelle, alzando appena il mento in direzione della telecamera e lanciandovi un sorriso ammiccante. Merlino, se era fatto per la televisione. Detestava perfino ammetterlo, che gli riuscisse così naturale, proprio a lui, che detestava tutto ciò fosse minimamente collegato alla tecnologia e/o all’innovazione. Lui, che aveva venduto l’Iphone X ricevuto in regalo per comprare un paio di centinaia di ortensie danzerine, perché gli mettevano allegria, tornando ad usare il Cookie perché lo trovava più semplice del Nokia. Aveva i polpastrelli troppo grassi per quel coso, dai. E – ahimè – Snake non era bastato a convincerlo a rimanere al brick-phone.
    «ah, abbiamo una domanda vietata ai minori! uUuUuU»
    Beh, finalmente. Un sorriso divertito si aprì sul volto del De Thirteenth, che sembrava non riuscire a trovar pace su quel dannatissimo divano. Il materiale del cuscino era decisamente troppo scivoloso, e come se non bastasse cigolava ad ogni suoi minimo movimento vista la pessima qualità della pelle con cui era stato fatto. Erano proprio cheap, all’Amortentia.
    Demari era decisamente on fire! E Monday non poteva che essere più contento. Che la Nonna guardasse la versione censurata del programma? Non aveva la minima idea ci fosse una rubrica del genere – e trust me, se ne sarebbe decisamente ricordato se l’avesse visto in televisione. Separò il corpo dallo schienale, avvicinandosi alla collega che gli sedeva di fianco, assottigliando gli occhi nel tentativo di leggere ciò che ci fosse scritto sul foglio passato loro dal conduttore. Merlino, la miopia è proprio una bestia. Aveva lasciato gli occhiali nella tasca della giacca di jeans, convinto che non sarebbero stati abbastanza cool per la diretta – ma soprattutto, convinto che non gli sarebbero serviti a nulla. errore!!!
    Lesse qualche parola, ne intuì di altre. Si sentì come un bambino alle prese con un puzzle di mille pezzi a cui però ne mancano novecentonovantanove. Dalla reazione della Hadaway, immaginò fosse davvero piccante ed estremamente interessante. Pane per i suoi denti, finalmente! Immaginatevi lo sconforto quando la conversazione, in una frazione di millisecondo, prese tutt’altra direzione. «ma sentite, perché non facciamo prima una parentesi intervista l’ospite?» Cos?? Ma è presto per quella!!. Una gocciolina di sudore apparì sul lato sinistro della fronte, mentre un’espressione perplessa s’impadronì del suo viso. Guardò la Hadaway intensamente, cercando di incanalare tutto il suo – inesistente – istinto omicida in direzione della collega. Lui voleva così tanto…. Fare la rubrica…. Vietata ai minori.
    Strinse i denti, accavallando la gamba sinistra sopra la destra, appoggiandovi poi le braccia, incrociando i polsi.
    Come è che lo chiamavano? Il bello della diretta, no? « Oui, oui, avec plaisir » abbassò il capo fingendo un sorriso imbarazzato (era una star nata), per poi tac! risollevarlo, scuotendo la testa compiaciuto, guardando sia Demari, che il pubblico a casa attraverso la lente scura della telecamera. « Filippo, credo che possiamo fare un po’ di Q&A, no? » Il conduttore sembrava sempre più perplesso, forse rammaricato dall’idea di aver invitato proprio quei due come suoi ospiti. Che gli stessero mandando a monte la diretta? Ripreso dall’iniziale sconforto, annunciò al pubblico un numero di telefono, invitando gli spettatori a dar sfogo alle loro curiosità sulla coppia di disadattati che sedeva al suo fianco.
    24. Il jazz è decisamente il mio genere preferito. Detesto i crauti, non hanno ragione di esistere. In caso di tradimento, uuau questa è intensa, mi dispiace per te, il tradimento è uno dei peccati più grandi, è una mancanza di rispetto nei confronti dell’altro, bisogna solo metterci una pietra sopra. « frustrata88 chiede: ma voi siete una coppia?? quale è il vostro tipo ideale?? » Demari sollevò lo sguardo dal magiIPad che teneva fra le mani, rivolgendosi ad entrambi. Monday sorrise, provando ancora una volta che il motivo della sua mandibola imponente era la frequenza con cui l’allenava (#cos). « Non siamo una coppia, no » annunciò, voltandosi poi in direzione della Hadaway « Non ancora, almeno » . Una serie di finti applausi e fischi arrivarono da un punto imprecisato di fronte al set, che fosse piaciuto alla produzione? Per un momento, il De Thirteenth pensò che la ragazza potesse star nutrendo sentimenti di odio e ripudio nei suoi confronti. Non voleva metterla in difficoltà, affatto. Aveva notato il suo disagio quando la domanda scomoda aveva fatto capolino fra le sue mani, quando si rese conto che sarebbe stata lei a dover formulare una risposta sensata. Voleva scioglierla, voleva divertirsi, quando mai gli sarebbe ricapitato di essere sul divanetto dell’Amortentia in diretta con Demari a parlare dei problemi di cuore ed autostima di tanti follettini e folletine (pls capite la reference loveu)? « Quale sarebbe il tuo tipo, signorina Lydia? »


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    io giuro che non l'avevo pensato così cretino, ma oh well
     
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    Rispose all’occhiata di Monday mantenendo un plastico sorriso sulle labbra, emettendo potentissimi vibes mors tua vita mea che l’altro non avrebbe potuto ignorare neanche volendo. Si sentiva in colpa per averlo lanciato come una trota nella pozza dei pescatori (per rimanere in tema, sapete) togliendo il riflettore da sé stessa ed il proprio, imbarazzante, disagio? Assolutamente no, e se avesse avuto altri ospiti al proprio fianco, l’avrebbe rifatto con tutti fino a che il tempo della live non si fosse concluso. Lydia non era fatta (nda: ma avrebbe voluto) (essere fatta punto, ovviamente) per la diretta; anzi, senza complicarci la vita: non era fatta per le persone, più affine ai non troppo fictional characters delle ff di Nathaniel a cui doveva fare da proofreader, o ai maghi e streghe morti nei secoli precedenti che studiava ogni giorno. Principalmente alla seconda categoria, contando i same a vibrare sulle labbra di Lydia ogni volta che trovava raffigurazione grafiche di donne al rogo: occhi alzati al cielo, labbra dischiuse in un muto perchè; le sue preferite erano quelle impassibili, verso cui sentiva una solidarietà oltre ogni misura umanamente conosciuta. Per anni aveva giustificato la propria reticenza nei confronti di qualsivoglia pubblico dicendo è perché ho perso la memoria, non so chi sono, ma era una scusa diventata oramai vecchia e sbiadita. peccato non ne avesse altre. This is just the person i am, hashtag dwi. « Oui, oui, avec plaisir » god bless your soul, monday de thirteenth. « Filippo, credo che possiamo fare un po’ di Q&A, no? » Ok, perfetto, quello poteva non farlo. Si ammorbidì sulla poltrona come un panetto di burro lasciato fuori dal frigo, sospirando il proprio sollievo non troppo silenziosamente. Gli occhi verdi fuggirono oltre le spalle di Demari, cercando una via di fuga – seppur temporanea – da tutta quell’attenzione. Era l’assistente di Nathaniel Henderson, la Hadaway; in tutti quegli anni, non era mai stata il centro dell’interesse, ben felice di lasciare quel posto a chi sapeva godersi gli occhi del pubblico meglio di lei. Nate era una bestia (punto) sociale, ma Lydia
    ?
    Lydia alzava i pollici dalle retrovie, suggeriva a Nate quando tornare on track nel momento in cui si perdeva in elucubrazioni delle quali nessuno era interessato; era più una che seguiva rispetto a qualcuno che si facesse seguire: pigrizia, insicurezza. Scegliete voi. « frustrata88 chiede: ma voi siete una coppia?? quale è il vostro tipo ideale?? » Lydia, il mento abbandonato sul dorso della mano, continuò a riflettere sull’esistenza e sulle proprie scelte di vita senza scomporsi. Aveva passato troppo tempo su siti di ff per credere che frustrata88 stesse domandando se la coppia fossero Monday e lei: era scontato, per una Hadaway svezzata a storie strappalacrime e di amori proibiti ricche di clichè, che stesse parlando di Filippo e il suo collega. Lo erano? Curvò le labbra verso il basso e lanciò un’occhiata curiosa al moro, titillata dall’idea di concentrarsi sulla loro (presunta? Reale?) relazione così da schivarsi ogni domanda al grido di parkour. « Non siamo una coppia, no » triste. Cercò di decifrare l’espressione dell’opinionista (era ferito? Ci era rimasto male? Si stava cantando nella testa Non Capiva che l’Amavo del Poalone Meneguzzi? O era più tipo da Jesse Mccartney), ma fu distratta dal brillante e insormontabile sorriso del suo compagno di avventure. « Non ancora, almeno » Perchè stava guardando lei. Le stava silentemente ammiccando per farle intuire che dovesse fargli da spalla? Assottigliò le palpebre cercando di Comprendere TM, unendosi alla risata generale ed all’applauso, e decise che fingere di aver capito, era comunque meglio di continuare a mostrarsi confusa. «non puoi mai dire mai» lo stava facendo? sì. «mentre non sappiamo quando» pausa. «ma più e più volte» gran finale: «più giovani adesso di quanto non fossimo prima.» tacchete. Alzò le sopracciglia ramate verso il collega, mostrando i palmi e facendo spallucce. «the fray confucio» dai, i maghi non ascoltavano la musica babbana, non avrebbero mai capito NAILED IT. Era una grande filosofia di vita quella di usare le parole d’altri per esprimere concetti comuni, ad esempio citando i Vine o tweet dii paris hilton, e Lydia la seguiva con devozione religiosa.
    « Quale sarebbe il tuo tipo, signorina Lydia? » my time to rISE AND SHINE! Per la prima volta da quand’era iniziata quella [league of legends voice:] carneficina, Lydia aveva effettivamente una risposta a quella domanda! Sorrise, e pur essendo un sorriso più genuino di quelli precedenti, c’era qualcosa di ...minaccioso, nel ghigno della Hadaway. «farò una lista a punti.» prese una pergamena e vi scribacchiò sopra una parola a grandi lettere, che volse poi verso la telecamera. oh, Jayson Heckin Matthews, spero proprio tu stia seguendo questa diretta, perché «AFFIDABILE» il suo tipo ideale, era tutto ciò che Jay non era. Questo per insegnarvi, my children, che purtroppo le favole non esistono, e per quanto le vostre aspettative siano auliche, alla fine ti innamori sempre del primo stupido che passa al momento sbagliato nel posto sbagliato. La sottolineò anche, quella parola. «a nessuno piacciono quelli che dicono “ci vediamo fra cinque minuti” e poi spariscono per» anni. «ore» sorrise ancora, testa piegata innocentemente sulla spalla. «qualcuno che ci sia sempre» e non nel laboratorio sbagliato, nel capanno, nel tempo sbagliato «così da poter progettare reALmEnTe un futuro insieme.» senza temere ogni secondo che qualche altro camioncino russo potesse rapirlo e portarlo in un universo alternativo. «credo sia una delle qualità più IMPORTANTI» passiva-aggressiva, la sottolineò un’altra volta, e ci disegnò pure di fianco un kworicino. «CONOSCERE I VINE» scrisse, pur conscia che non fosse una qualità proprio comune. «sono una grande appassionata, ancora in lutto per la scomparsa della comunità; se non capisce le citazioni, perde» tutto. «metà del mio» inesistente. «senso dell’umorismo». Poi: «CHIARO» limpido come una sorgente di montagna. «i ragazzi, e le ragazze, machiavellici, piacciono solo durante l’adolescenza: inseguiamo il bad guy, ma finiamo sempre per cercare semplicità» severo ma giusto. «non mi offenderei se » altro punto. «SAPESSE CUCINARE» aveva osservato Jayson provarci e fallire centinaia di volte, ormai, ed alla fine non solo le toccava ordinare da asporto (...perchè ovviamente, Lydia non sapeva cucinare) ma le toccava anche guardarlo pulire il disastro (cosa, pensavate pulisse lei? xk) e prenderlo in giro per giorni (una costrizione morale, sapete). «infine, ROMANTICO» scrisse sulla fine della pergamena, aprendovi poi una piccola parentesi. «ma non sdolcinato; il giusto, senza gesti eclatanti ma con tante piccole cose ti fanno capire di essere importante» pausa.
    Pausa proprio dalla vita. Lydia corrugò le sopracciglia portando una mano alla bocca.
    Aveva...aveva praticamente appena descritto Nate? In effetti aveva pensato spesso fossero meant to be (nella maniera più platonica possibile, chiaramente), le anime gemelle dei poveri. Come compagno di vita, sempre in maniera pura da bros 4 life, era davvero la sua persona ideale. «ma pensa» assurdo. Comunque, a conti fatti, ai suoi spettatori doveva anche un po’ di verità: «ma nulla di tutto questo ha importanza: l’amore è imprevedibile, e quel che il giorno prima odiavamo, lo troviamo irresistibile con la persona giusta» soffiò mentalmente un bacio a Jay: sei uno sfigato, ma ti amo comunque. «insomma. Sono noiosa e prevedibile, MON» aveva parlato fin troppo, tempo di tornare a morire spegnersi. Si girò verso il ragazzo con un sorriso che ormai non aveva nulla da perdere, tanto che al «sembri un tipo interessante» accompagnato da un finger gun, aggiunse anche «il genere su cui britney spears scriverebbe una canzone» i complimenti quelli veri. «qual è la tua donna ideale? E soprattutto» strinse le labbra fra loro accomodandosi sul divanetto. «come si fa a conquistare un ragazzo come te perché life is hard quando hai pg che se la sentono tantissimo, ma poi sei una Lydia Hadaway e non hai idea di come dovrebbero effettivamente comportarsi.
    Non che Sara lo sapesse perché si tratta di problemi che aveva anche lei, figurarsi……………………...[ho un pin per questo].


























    rebel
    deatheater
    23 y.o.
    24 y.o.
    wazzapp-#000: lydia-hadaway
    you would not believe your eyes if you saw me socialize.
     
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5 replies since 6/3/2020, 21:30   229 views
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