Five more hours 'til the night is ours

MillionDreams-banana7 + scivolascivola-dornettefanz

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    darling, didn’t you know?
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    scivolascivola sta correndo - o meglio, sta scappando. Nella fuga si schianta contro un ignaro milliondreams, il quale viene, volente o nolente, trascinato nella fuga del primo.


    MillionDreams-banana7 +
    scivolascivola-dornettefanz

     
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    Will, siamo escort. Non prostitute.
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    Era stato facile convincere William, Melvin si era limitata a menzionare un lavoro facile e che non richiedeva troppe skills e il biondo era subito caduto nella sua rete. Come biasimarlo, lo smarrimento causato da quel mondo tutto nuovo e la mancanza di un lavoro facevano fare cose straordinarie alle persone. La prostituta non era un mestiere per lui, ne era sempre stato convinto, ma una rapida chiacchierata con Vin gli aveva fatto cambiare idea: era così facile e redditizio che non poteva rifiutare. Che poi, il suo scopo era quello di accompagnare i suoi clienti in giro, un po’ come uno sugar baby, nessuno avrebbe richiesto il suo corpo come ricompensa. Basta la tua presenza, e se lo diceva la sua socia come poteva non crederle. Aveva sentito di quel business, e dopo la visione de Vita di una geisha si sentiva pronto a quel ruolo: ce la poteva fare, a non dare il cazzo. Be as swift as wind, as gentle as forest, as fierce as fire, as unshakable as mountain, come avrebbe detto Sun Tzu nella sua Arte della Guerra. Visto? Un ragazzo che citava tipi cinesi e recitava il battle standard del daimyo Takeda Shingen (un bell’uomo, grandissimo daddy e ottimo carpentiere) non era così sprovveduto da buttarsi nella tana del lupo senza sapere come uscirne vittorioso.
    Questo era ciò che pensava il Barrow prima, ora dopo settimane di pratica doveva dire che quel lavoro era più arduo di quanto Vin lo facesse sembrare. Eppure, Will era riuscito a restare a galla e a non scoraggiarsi più di tanto, almeno fino a quella sera. Pensava di averlo detto alla Diesel, che lui di clienti uomini preferiva non prenderne, perché ancora non si sentiva a suo agio. La scusa dell’amica era stata che il cash aveva parlato, o qualcosa del genere, prima di gettarlo tra le fauci della tigre. Un paio di ore dopo il Barrow si pentiva di tutto, si era ritrovato da un ristorante a trentamila stelle michelin a un letto di un albergo altrettanto lussuoso. Sentiva il fiato caldo dell’uomo sul suo collo, il movimento del bacino che sfregava frettoloso sul suo era insopportabile, se solo non avesse avuto le mani legate dalla cravatta del suo cliente se lo sarebbe scrollato di dosso. «senti, non è ch-» niente, Kyle non aveva intenzione di ascoltare le sue proteste, ognuna di quelle finiva soffocata dalla lingua dell’uomo a insinuarsi nella sua bocca. Cristo, ma stava cercando di soffocarlo? Will aveva fatto del suo meglio per mostrarsi disponibile alle esigenze del cliente, ma aveva superato il limite a quel punto, e lui non sarebbe stato played with oltre. Con un calcio allo stomaco riuscì a toglierselo di dosso, e strattonando la cravatta verso di sé riuscì finalmente a disfare il nodo «NON AVRAI MAI LA MIA VERGINITÀ’ ANALE» la foga del momento l’aveva fatto urlare, non sapeva nemmeno più se fosse paonazzo in viso per quella rivelazione o per la rabbia che lo faceva tremare «sono un top, capito? UN T O P» un seme, un tachi, un gong come vuoi chiamarlo te. William ci credeva così fortemente che nemmeno Kyle ebbe il coraggio di controbattere, anzi, si limitò a guardarlo ancora scioccato mentre il Barrow scappava dalla stanza. Nemmeno si guardò indietro, William scappò mezzo sfatto com’era con la cintura a penzolare e la camicia mezza aperta – sembrava un pazzo, ma in quel momento non importava. Kyle sembrava essersi ripreso dallo shock abbastanza da corrergli dietro, probabilmente per i suoi soldi, e Cristo se William non scelse quel momento per iniziare a credere nella Madonna. Aveva bevuto troppo, non pensava di farcela a correre da lui per ancora molto. Fu in quel momento che Mary of the Wood decise di rispondere alle sue disperate preghiere, facendogli materializzare una persona davanti. «ti prego vieni con me» chi avrebbe potuto resistere ai suoi occhi da golden retriever? La prese per il polso trascinandola lungo il corridoio, sperando di trovare un posto dove nascondersi al più presto, o avrebbe usato il corpo di quella persona per salvarsi: aveva deciso. «dimmi che conosci un posto dove nascondersi» aiuto, vogliono prendere la mia verginità anale.
    wil
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    Con uno sbuffo soddisfatto la ragazza indietreggiò di qualche passo, sorriso nascosto dal casco sporco di pittura. Era soddisfatta, di quello che vedeva, fiera. Non era mai sicura di star facendo un bel lavoro, quando iniziava a fare murales per la città, preferendo lavorare senza porsi il problema; a volte le piaceva il risultato, altre volte meno. Fare graffiti era più difficile di preparare uno stencil e addobbare la città di silhouette o scritte, più lungo, più pericoloso in qualche modo: dove per riempire lo spazio tagliato via da una lastra ci metteva cinque minuti, riempire un muro con un disegno o il proprio tag le richiedeva ore (ore in cui poteva essere beccata).
    Guardando ora il risultato, però, era felice di averle investite così.
    Non era un lavoro preciso, ma non aveva neanche provato a renderlo tale; il GREEN ai piedi della principessa leila che imbracciava un fucile aveva gocciolato leggermente, la scritta "the revolution won't be intimidated by you" era difficile da leggere, visto che la figura della donna copriva qualche lettera, e quelli che dovevano essere luccichii magici - per rappresentare gli special - sembravano più stelle. Nell'insieme, tuttavia, faceva la sua figura.
    Guardò ancora a destra e sinistra per assicurarsi che nella via più negativamente famosa di Hogsmeade non ci fosse nessuno, e improvvisamente rapida iniziò a raccogliere le proprie cose, infilare le bombolette spray nello zaino nero. La maschera se la tolse per ultima cosa, prendendo un grosso respiro, annusando l'aria che ancora sapeva di vernice fresca.
    Eugene non le aveva mai vietato di pitturare (e ripitturare sopra e ripitturare sopra ancora e ancora) casa "loro" a New Hovel, ed era stato divertente passare un weekend con Callie a farle vedere come sfruttare il loro potere per minimizzare i tempi mentre decoravano la sua camera... ma c'era qualcosa di più bello nel graffitare i muri di altri; un'eccitazione diversa. C'era il senso del rischio a inebriarla, c'era il non sapere quanto quell'attacco d'arte sapere durato, c'era il pensiero che qualcuno - non sapeva chi - avrebbe visto la sua opera; forse studenti in gita, forse qualche ministeriale che avrebbe provato a cancellarlo.
    Si preparò per tornare a casa, zaino sulle spalle. Sentì qualche rumore dall'interno dell'edificio di fianco, ma non si preoccupò, tirando solo invece su il cappuccio per nascondere i capelli biondi ora che non aveva più il respiratore; sarebbe stato più strano non ci fossero stati suoni, da lì... «NON AVRAI... LA MIA VERGINITÀ’...!» alzò lo sguardo verso una delle finestre dell'hotel, da cui era provenuto il grido soffocato.
    ...ok, poteva ignorare, giusto? Magari era roleplay, non... non c'era davvero qualcuno che stava per essere stuprato.
    "E se così non fosse?" Davvero voleva essere quella che non era intervenuta? No, lei era diversa - purtroppo. Non riusciva a non ficcare il naso, quando sapeva di poter aiutare, poter cambiare il mondo.
    Mordendosi il labbro, entrò dal grande portone cercando di ignorare l'odore pizzicante e forte, le luci soffuse. Non sentiva però più le grida... o meglio, ne sentiva altre. E gemiti.
    Avrebbe voluto salire le scale e ignorare il ragazzo brufoloso alla reception, seguire la richiesta di aiuto, ma il giovane sbottò: «Hai una prenotazione?»
    Eh. ovviamente. «mi aspetta una persona» «Nome?» Jade mise il broncio, conscia di poter passare benissimo per una ragazzina nonostante gli abiti scuri, il chiodo e gli anfibi. «Non so il suo nome, io lo chiamo solo» lo stava per dire? Lo stava per dire «Daddy» e lo aveva detto . si sentiva già la bocca sporca, non vedeva l'ora di lavarsi i denti.
    Il ragazzo annuì come chi la sa lunga, sorriso birichino sul volto giovane. Vabbè, davvero qualcuno aveva prenotato con quel nome? Quel posto era davvero uscito da un film porno. «Stanza 69. Il tuo papino non è ancora arrivato. Se vuoi restare qui mentre lo aspetti...» «già... grazie ma no grazie. Sono una... bimba fedele» "ti PREGO ci sia davvero qualcuno che sta venendo stuprato- no un attimo, mi è uscita male CATTIVA JADEN".
    Salì le scale, sbirciando nel corridoio del primo piano, cercando di capire di qual era la stanza della finestra da cui erano arrivate le grida (origliando le porte e dicendosi che, dopo i denti, si sarebbe anche lavata le orecchie) e- ecco un ragazzo a correre perdifiato nel corridoio e a travolgerla prima che potesse prendere la decisione di buttare giù alcuna porta.
    «ti prego vieni con me» !!! ERA LA VOCE !!! Ok, doveva essere sincera, dal falsetto di prima era convinta di star cercando una ragazza. "Note to self: rivedere i miei stereotipi" Quando lui la afferrò le salì leggermente il cuore in gola, presa alla sprovvista, ma alla fine: «sono qui per salvarti» quindi si lasciò trascinare via, sguardo dietro di loro per cercare di capire chi li stesse inseguendo. Una milf? un uomo grande e grosso? Tornando con lo sguardo sul ragazzo voleva chiedergli se gli avevano messo le mani addosso o fosse scappato in tempo (ERA UN DOTTORE, POTEVA AIUTARLO!), ma non era un priorità al momento.
    «ti prego vieni con me» quando incrociò i suoi occhi, ecco un lampo di riconoscimento. Aveva già visto quella faccia (anche se in foto era molto diverso shockbasita quasi un'altra persona!): era uno di quelli arrivati con Callie. Non il suo amico, quello... parente di william? Aveva studiato i loro fascicoli al quartier generale milioni di volte. OH MEO DEO SI ERANO APPROFITTATI DI LUI CON LA SCUSA DELLE DIFFERENZE CULTURALI 2020-2119??????? «va tutto bene. Ci penso io a te»
    E come l'eroina che (non) era, lo prese magicamente in braccio con una forza che non sapeva di avere, e denti stretti usò la supervelocità per portarlo- cazzo.
    Si era persa.
    Si fermò all'improvviso, l'aria intorno a loro a muovere i capelli e a rimuovere il cappuccio della felpa della bionda. Ma quanti corridoi c'erano? QUANTE STANZE? Da fuori sembrava un albergo così piccolo!!! Si guardò intorno, e vedendo il numero della stanza davanti alla quale si era fermata, spalancò la porta (neanche chiusa a chiave) e lasciò a terra il giovane, chiudendosela alle spalle. Guardò dallo spioncino della porta per vedere se l'inseguitore era lì da qualche parte, se aveva provato a seguirli... «piano b» si voltò, sperando di trovare una finestra da aprire.
    La stanza 69 era davvero- qualcosa. C'era un attaccapanni con una decina di frustini, sex toy, aggeggi che Jade non sapeva neanche come classificare.
    Ma almeno c'era una finestra. «scappiamo passando da lì»
    Che poi, cosa ci faceva il ragazzo in un love hotel a dark street? Vabbè, non voleva giudicarlo - a ognuno l'hobby che preferiva! «sempre se... stai bene e non vuoi prima parlarne ????» ???? magari in fretta perchè presto sarebbe arrivato il daddy di qualcuno, e jaden non aveva intenzione di esserci.
    beech
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    essendo nella via dei trafficanti di organi, il tuo hotel di lusso è appena diventato un love hotel in perfetto stile manga!! SORPRESA!
     
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    Se William era stato esagerato? Forse, probabilmente. Gli importava abbastanza da fermarsi e affrontare il viscido come avrebbe dovuto fare? No, non l’avevano pagato abbastanza. Era vero che prima o poi avrebbe dovuto trovarsi un vero lavoro e non vivere sulle spalle dei Barrow, ma quell’epoca l’aveva lasciato spaesato e per la prima volta nella vita senza un obbiettivo, un punto fisso attorno a cui basare la sua esistenza. Non viveva bene nell’anarchia, il Barrow, ancora meno se lui stesso ne era la diretta causa. «sono qui per salvarti» William era un uomo alto un metro e novanta, andava regolarmente in palestra ed era un mago con le armi, ma faceva comunque piacere essere salvati una volta ogni tanto. Tuttavia, non si aspettava di essere preso in braccio like a fuckin princess e volare via alla velocità della luce «sabrina intervieni» avrebbe voluto obbiettare e chiedere alla ragazza di prenderlo in un modo un po’ più mascolino, ma dopo la sua precedente performance non pensava di avere molta altra dignità da dare via. Non aveva idea di chi fosse la bionda, forse un’amica di Melvin, un’impiegata che passava di lì? Molto presto, William si rese conto che era persa quanto lui, basatava vedere come l’aveva scaricato in una stanza a caso per dedurre che fosse una vittima di quel posto tanto quanto lui. Chissà che ci faceva lì, che fosse una mistress? Beh, forse avrebbe dovuto dirle che lui ne aveva già una, tanto per evitare una replica di quanto era successo con il viscido. «piano b» sperava non uno di quelli della Ferrari, che nemmeno nel 2119 si era ripresa con ancora Rueda e Binotto supercyborg immortali. Il Barrow si guardò attorno per determinare meglio i suoi dintorni, e tutto sommato non riuscì a rimanere troppo stupito: guarda! i mobili di mondo convenienza. E i frustini che erano tanto simili alla camera dei giochi di Jamie, non che William la frequentasse più di tanto, giusto un’occhio buttato all’interno della stanza quando l’Hamilton lasciava la porta aperta. Quando puliva. Solo pulire, chiaro? «scappiamo passando da lì» camera 69, aka camera al sesto piano. William “Gugi” Barrow II poteva anche essere un angelo, ma non aveva ancora imparato a volare. E sì, era un mago, ma era anche ancora un po’ sbronzo. «spero ci sia una scala» mormorò a nessuno in particolare, andando ad affacciarsi alla finestra- anche perché non si fidava di se stesso al momento per usare un ascendio su di lui e Jaden. Guardò prima in alto, constando che sì, c’era una scala d’emergenza che poteva funzionare per la loro fuga. Il suo entusiasmo si spense quando, abbassando lo sguardo, vide che c’erano diversi metri che lo speravano dalle scale di metallo. «la scala c’è, ma dobbiamo saltare» si rivolse alla bionda, indicando con un cenno del capo le scale fuori dalla finestra. Aveva fatto di peggio, il Barrow, per sopravvivere di certo non sarebbero state le scale di Ciro ad ucciderlo. «sempre se... stai bene e non vuoi prima parlarne ????» «sei davvero sicura di volerlo sapere?» no, ma Gugi aveva bisogno di qualcuno a cui confessare le sue terribili decisioni e che non lo conoscesse. «penso che la mia amica mi abbia appena spacciato come prostituta» ma io sono una escort. Mentre raccontava la storia alla Beech, il Barrow era impegnato a scavalcare la finestra e a sedersi sul davanzale di essa. Il piano era quello di buttarsi e atterrare pochi metri più giù prima che Kyle lo trovasse. «è vero che ho accettato, ma non pensavo sarebbe stato fisico. e…….potrei averlo fatto per dimenticarmi per un momento del mio migliore amico, distrarmi dalla stupida cotta che ho e magari trovare qualche vecchio ricco…….non è finita come speravo. io mi butto, eh» mica potevano stare lì tutto il giorno. Si buttò, atterrando con un tonfo qualche metro più in giù. Voleva offrirsi di prendere il braccio la bionda, ma dubitava ce ne fosse bisogno.
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    Se il giovane proveniente dal futuro non fosse stato leggermente sbronzo (l'odore di alcol che prima Jaden aveva classificato come normale profumo d'ambiente di quel luogo, si rivelava ora provenire direttamente dal fiato del ragazzo), si sarebbe reso conto di più cose: per iniziare, dall'espressione attonita di Jaden, che lei non aveva la più vaga idea di come reagire al suo racconto («penso che la mia amica mi abbia appena spacciato come prostituta» «capita a tutti» ???????????), la seconda, che non erano così in alto come credeva (in alto? sì. Sesto piano? No. Le camere avevano solo nomi peculiari) e, infine, che Jaden era una dannatissima special, avendo appena usato la super velocità.
    ...O quello o era Celestebrowningdornette, e non lo era, quindi special. E special uguale magia. Non pretendeva sapesse che potere aveva ma... magari chiedere? non si usava farlo nel 2100?
    «aspetta-» cercò di interromperlo quando parlò di saltare la prima volta «posso volare, o creare una corda-» ma no, lui continuò a parlare, del suo amico, delle cose, e la buggò. voleva essere supportive - aveva appena subito un trauma poveretto!!! «il tuo amico sa cosa provi?»
    «io mi butto, eh»
    «ma no dai non è tutto perdut-OH CAZZO» si era buttato. e non metoforicamente.
    Si sporse dalla finestra, osservando attonita di sotto, pronto a vederla spappolato e sentendosi già in colpa per averlo praticamente lanciato nelle braccia della morte... ma no, era vivo, solo arrivato alla scala. giustamente, una scala di sicurezza non era COSI distante e non si era ammazzato.
    Trasse un respiro di sollievo, e rallentò il salto "svolazzando" da lui atterrando saldamente sui piedi.
    «da adesso in poi le decisioni le prendiamo insieme, mh? Comunque, prostituta o meno, un no è un no. Se la persona con cui eri non l'ha capito, cazzi suoi» si voltò verso la finestra in alto, e afferrò il giovane per il braccio «...ma visto che potrebbe non pensarlo allo stesso modo e non mi va di uccidere qualcuno vestita così, cerchiamo un bar o qualcosa del genere dove nasconderci per un po' mentre si calmano le acque» iniziò a camminare, ormai conscia, dopo la bravata del salto, che non avrebbe lasciato il ragazzo del futuro da solo. Magari si sarebbe lanciato di nuovo in giro da classic gen z.
    «io sono Jade. Non ti giudico per aver provato a uscire con altri per dimenticare una cotta» avrebbe anche aggiunto che, per esperienza, poteva dirgli che non funzionava e ora viveva con un idiota e il loro figlio ma ok «ma almeno trovati qualcuno che ti piaccia un po', non... uscirci per i soldi. Quelli non basteranno di certo per non pensare più al tuo amico»
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    Forse, all’indomani, William avrebbe preso quell’episodio come una lezione di vita. Qualcosa da cui imparare per evitare di commettere gli stessi sbagli, ossia farsi spacciare come un escort. Non era che vi ci trovasse qualcosa di male, ma non era chiaramente tagliato per quello. Peccato non avesse bevuto abbastanza da fingere che quella serata non fosse mai successa. «aspetta- posso volare, o creare una corda-» ci aveva provato fortissimo, Jade, ma l’istinto suicida di Barrow era più forte di qualsiasi cosa. Volare? Una corda? Nemmeno ci aveva pensato, ovviamente, perché William era così abituato a fare di testa sua da dimentircarsi di live in a society. «il tuo amico sa cosa provi?» menomale, ringraziamo tutti Gesù, che non la sentì. Sarebbe partito per la tangente in quel momento, condividendo parti di sé fin troppo intime e crude, e davvero nessuno dei due aveva bisogno di quel momento a cuore aperto. Contro ogni aspettativa della Beech, William era riuscito a raggiungere la scala, le sue abilità da guardia che ancora una volta gli avevano salvato il culo. «...ma visto che potrebbe non pensarlo allo stesso modo e non mi va di uccidere qualcuno vestita così, cerchiamo un bar o qualcosa del genere dove nasconderci per un po' mentre si calmano le acque» logicamente parlando, sarebbe dovuto essere William il più badger tra i due, ma in quel momento sentiva le sue facoltà mentali venire meno. Si lasciò trascinare per la strada dalla ragazza, non del tutto conscio del fatto che si stesse fidando di una sconosciuta. Era sopravvissuto a peggio, Yuno rimaneva sempre la sua psicopatica preferita. «piacere, william» non aggiunse il cognome, perché sapeva per esperienza che l’avrebbe buggata «sai, sono più felice di aver trovato te al posto del vecchio» un sorriso appena accennato, lo sguardo a sfiorare il profilo di Jade prima di posarsi sull'insegna di un pub a pochi metri da loro.«sai cosa? è una storia lunga, te la racconto davanti a una birra» e fu così che Jade fu trascinata in un drama gay senza volerlo.
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