[oblinder] once upon a dream

rosegold + starmix | pazzesko + sushigirl33 | oliodipalma + aw00 | b.kaffééé03 + 00sette

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    Il luogo in cui arrivate all’ora fissata dalla lettera di polgygirl, è...senza dubbio particolare. Superato l’immenso cancello argentato, percorrete un sentiero circondato da cespugli di rose in fiore fino a giungere ai piedi di un castello. Sfarzoso, elegante - un gioiello di cui non sapevate l’esistenza nel cuore della città dove avete sempre vissuto. Potete perfino respirare un’aria diversa, man mano che salite le scale che vi guidano dinnanzi al portone.
    Portone che si apre dinnanzi a voi prima ancora che possiate sfiorarlo, invitandovi ad entrare.
    Davanti a voi, c’è un enorme atrio circolare dal pavimento in marmo, illuminato da un enorme lampadario in cristallo. L’arredamento è lussuoso: vi sono quadri dall’aria antica che raffigurano principesse e cavalieri, tendaggi voluminosi e di fattura ricca. Solamente i vostri passi risuonano all’interno del locale. Credete di essere soli? Forse è così, o forse ci sono anche i vostri compari all’interno dell’edificio: la lettera incantata che avete ricevuto qualche giorno prima, però, vi impedisce di vederli. In compenso, a darvi il benvenuto c’è una Fata, che svolazzando vi conduce verso una stanza situata dalla parte opposta dell’atrio. All’interno della stanza, c’è una lettera.
    Benvenuti, miei cari! Sapevo che non avreste potuto farvi sfuggire un’occasione simile! In questa camera, potete trovare tutto il necessario per cambiarvi d’abito: il tema della festa è fiabe; che siano moderne o antiche, non ha importanza.
    La Fata che vi ha accompagnato sin qui, si chiama Siri: sarà lei che, seguendo i miei ordini, farà apparire magicamente delle scritte dinnanzi ai vostri occhi, che potrete leggere solamente voi (e esatto, si tratterà proprio degli indizi per trovare la vostra Metà!).
    Che altro dirvi?
    Buona caccia!
    xoxo, Polgygirl
    Una volta cambiato l’abito, potete proseguire verso le scale che portano al piano superiore. Lì, una spessa porta in mogano bordata d’oro vi darà l’accesso alla stanza dove si svolgeranno i giochi: una sala da ballo come mai ne avete viste, dove tutto pare uscito...beh, da una favola.
    Siri appare e scompare a seconda della necessità. Nella Sala, potete trovare tutto quello di cui avete bisogno: cibo, giochi - alcool.

    PRIMO PROMPT, offerto da Siri a tutti gli invitati:

    “IO NON HO MAI-”
    Che il gioco abbia inizio.




    INDIZI:
    1. come troveresti la tua anima gemella?

    rosegold + starmix
    [ #quale anima gemella + sarà lei a trovare me]

    pazzesko + sushigirl33
    [ #quale anima gemella + chiederesti alle carte / nei tuoi sogni profetici ]

    oliodipalma + aw00
    [ chiederesti alle carte / nei tuoi sogni profetici + chiederesti alle carte / nei tuoi sogni profetici ]

    b.kaffééé03 + 00sette
    [ #quale anima gemella + facendo anagrammi statistici]
    Ordunque, benvenuti ufficialmente al rapimento party organizzato da Polgygirl per farvi incontrare la vostra Anima Gemella! Dato che a Polgy le cose facili non piacciono mai, e si diverte con poco, ha deciso di non dirvi subito di chi si tratta: dovrete scoprirlo. Come? Indagando, ovviamente.
    Qua sopra sono segnate le coppie con i relativi nomi in codice. Voi sapete quali siano i vostri nickname (non divulgateli, mi raccomando!) ed il vostro compito sarà scoprire a chi appartengono i nickname associati al vostro (anche qui, non dovrete dire il nickname di chi state cercando, altrimenti what’s the point).
    come si svolgono le indagini?
    In modo molto...semplice, esattamente come fareste in un videogioco dei pokèmon: parlate con tutti. Più informazioni raccogliete, più saprete se l’altro si avvicina alla vostra Metà – e poi, ehi!, ciarlare è sempre un gran modo per trovare amici o qualcosa di più (tipo un parente. #oblivioncest). Ogni giorno, il Fato Bellissimo posterà nuovi indizi (sempre con lo stesso modus operandi) fino a che tutti non avrete trovato la vostra Dolce (forse non troppo) metà.
    Come scopro di chi si tratta, se è tutto anonimo?
    C’è un solo modo per fare outing, ma è a vostro rischio e pericolo. Dovrete scrivere in privato al player cui pensate appartenga il pg, e domandare, ad esempio: “coronafabri è Maeve Winston?” In caso di risposta affermativa, olè!, avete trovato la vostra anima gemella! In caso di risposta negativa, invece, oltre ad aver scoperto le vostre carte rivelando all’altro player chi siete, perderete dei punti cuore. Mi raccomando, a onor del gioco vi chiediamo di essere onesti ed ammettere i vostri errori.
    Cosa sono i punti cuore?
    Sono un sistema di punti #ganga che decreterà, a fine evento, i vostri premi. Può trattarsi di premi ON gdr (es: un tandem volante) o OFF gdr (blend; crackship) che andranno, ovviamente, alla coppia (quindi sì, i punti cuori si sommeranno). Ogni post varrà 1 cuore; in aggiunta, quando meno ve lo aspettate, ci saranno delle prove/prompt che vi permetteranno di guadagnare cuori bonus.
    Ci sono altre regole?
    No, ma ripeto le principali: NON RIVELATE I VOSTRI NICKNAME, Nè QUELLI CHE STATE CERCANDO. ON gdr, d’altronde, non avete nickname. Le informazioni, così come le prove, le riceverete tramite metodi speciali come descritto nel primo post. Mi rakk, non cercate di indovinare a caso, altrimenti dov’è il divertimento?
    Dopotutto, è questo il punto: divertirci, in modo stupido come piace a noi – e soprattutto, insieme. Anche se non riuscirete a postare spesso, vale la pena provarci! Non limitate il vostro soulmate, in quanto nelle sue indagini ha comunque l’opportunità di conoscere altri personaggi e farsi una vita, quindi non trattenetevi in favore degli altri: fate quello che vi fa piacere, se vi fa piacere ♥

    La discussione rimarrà aperta fino al 23.02 (domenica), fino ad allora potete postare quando e quanto volete. Sotto spoiler, segnate il vostro numero di Cuori, così che a fine evento sia più facile il conteggio, e le azioni che fate (parla a tizio; fa il baciamano a caio; ecc).

    may the odds be ever in your favor
     
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    dai partecipiamo!, diceva.
    ci divertiremo un sacco!, diceva.
    la verità era che ty non avrebbe saputo dire di no a sullivan nemmeno se gli avesse chiesto di gettarsi da un ponte, cosa che comunque avrebbe fatto più volentieri di quello. la festa che odiava di più in assoluto, organizzata da perfetti sconosciuti in mezzo a perfetti sconosciuti con l'unico obiettivo di instaurare nuove relazioni - terribile. il sedicenne aveva già ben tre (3) amici e quattro (4) conoscenti, non sentiva affatto il bisogno di condividere il suo imbarazzante disagio con altri, soprattutto non con la fantomatica anima gemella; gli piaceva fingere di averla già trovata, e forse non si trattava nemmeno tanto di una finta.
    si perché lui e livy potevano anche far finta di stare insieme, e forse nel loro rapporto mancava quel tocco di romantic style che ci si sarebbe aspettato da una qualunque altra coppia di adolescenti, ma a conti fatti era la persona che più si avvicinava al suo ideale: comprendeva i suoi problemi, lo insultava all'occorrenza e non cercava di cambiarlo. più di così non poteva davvero pretendere.
    «questa è un'idea terribile. terribile. la peggiore di tutte.» e lo diceva uno che si era messo ad urlare C'HO IL CORONAVIRUS! a scuola giusto una settimana prima. tra l'altro parlava al nulla, perché attorno a lui nella grande sala addobbata a festa non si vedeva anima viva: non solo livy lo aveva convinto a partecipare, ora lo mollava pure da solo???? insane. nemmeno l'ombra di un fake, una ryu, anche solo un aidan selvatico al quale aggrapparsi con tutta la disperazione che aveva in corpo, nessuno. taichi era rimasto solo con il suo completo costoso (ryu, con la solita delicatezza gli aveva fatto notare che: «devi davvero comprarti qualcosa di decente, ty. hai un sacco di soldi e ti vesti sempre come un barbone» rude, ma onesta), il battito accelerato del cuore e una vocina in testa che gli ripeteva scappascappascappa senza sosta ottenendo un opposto effetto di paralisi.
    non fosse apparsa la fata, così unespected da costringere ty a raggomitolarsi nella posizione detta "Tiziano Ferro dopo aver baciato Fiorello", probabile che il sedicenne avrebbe optato per uno stato di morte apparente, ma a quel punto il danno era fatto. «cioe, mi devo cambiare???» am i a joke to you? dopo tutta la fatica che aveva fatto per trovare un paio di pantaloni che non lo facessero sembrare lo spaventapasseri de Il mago di Oz! o Spongebob nel suo prom dress monocromatico total black. disapponted ma al contempo felice di potersi levare la cravatta stretta attorno al collo, taichi diede una rapida occhiata agli abiti appesi, scartando all'istante qualunque capo che ricordasse anche solo vagamente l'idea di Prince Charming, optando per qualcosa più nelle sue corde: pantaloni di velluto a coste con bretelle, camicia da boscaiolo in pensione, berretto verde pisello da sfigato. gli mancava un piccone, quei quaranta centimetri in meno e sarebbe stato un Cucciolo perfetto.
    bella la vita dei nani, comunque.
    non dovevano preoccuparsi di fare figure di merda ogni volta che aprivano bocca.
    non avevano certo paura di prendersi l'aviaria ogni volta che qualcuno a distanza di dieci metri starnutiva.
    non dovevano pensare altro che a spaccarsi la schiena in miniera e tornare a casa in tempo per la cena prima che quella rompipalle di Biancaneve desse in escandescenze.
    «in una prossima vita, ty. » e annuì a se stesso seguendo malvolentieri Siri su per la scalinata, ancora più convinto di trovarsi all'inferno quando l'enorme sala da ballo gli apparve davanti agli occhi una volta superato l'ingresso. e le persone, LE PERSONE! - un numero contenuto ma comunque troppe per i suoi gusti, troppe per quel povero cuore che prese a battergli furioso nel petto. e non poteva nemmeno buttarsi sull'alcol, capite????? a capodanno si era bevuto uno shottino di vodka spinto dalla disperazione, aveva chiuso gli occhi per in istante e l'ultima cosa che ricordava era di essersi ritrovato a fare colazione il giorno dopo alle cinque del pomeriggio. non poteva puntare già al black out a inizio serata, dai.
    forse.
    Siri riapparve al suo fianco con lo stesso, inquietante effetto ninja nella notte che piaceva tanto anche al bff fantasma del límore (più uno stalker con la tromba che un best friends ma a volte le due cose coincidono #wat), facendo perdere altri cinque anni al ragazzino - il tutto per illuminare i presenti di immenso con una domanda che fluttuava sulle loro teste come la classica spada di Damocle. io non ho mai.. beh, almeno erano partiti scialli. Ty si rivolse alla persona alla sua sinistra, stringendosi tra le spalle mentre le mani affondavano nelle tasche dei pantaloni di velluto verde scuro, la testa leggermente reclinata; doveva pur iniziare da qualche parte, e in caso di fallimento poteva sempre attaccarsi da una bottiglia e uscire dal gioco con stile.
    bye bitches!
    «ah, io non ho mai... vomitato sulle- come le chiamate voi.. quelle cose che vanno su e giù... e giri.. ah, montagne russe!» non puoi vomitare sulle montagne russe se non sei mai stato sulle montagne russe *meme del tipo che si tocca la fronte*. rinfrancato dal metodo di rottura del ghiaccio taichi, che evidentemente non prevedeva le presentazioni formali o argomenti di discussione soft, il sedicenne decise di fare il passo successivo, giusto perché via il dente via il dolore: «tu te la stai vivendo bene questa cosa o preferiresti sprofondare nel terreno per non riemergere mai più?» ask for a friend. «io la seconda.» nel caso qualcuno avesse avuto dubbi.
    i'm always open to feedback
    that i can get defensive about
    and ultimately ignore.
    taichi limore
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    vestito da nanetto ♡ parla con aveline


    Edited by anxie/ty - 15/2/2020, 20:23
     
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    eat apples.

    - CHICOSABOH
    Non avrebbe mentito dicendo di essersi presentata in quel luogo oskuro completamente disarmata. Non era certo una stupida. #AhNo #2VolteNeiLab La Jodene nascondeva più assi nella manica di quanto il suo volto angelico avrebbe voluto lasciar intendere e, dopo la seconda volta nei laboratori degli estremisti ribelli, poteva dire di non essere affatto tranquilla.
    Nemmeno attraversando un grande cancello argentato.
    Nemmeno camminando attraverso un viale di rose in fiore.
    Nemmeno davanti ad un antichissimo castello principesco.
    uao.
    L'ambiente non suggeriva sicurezza, ma le piaceva. Era affascinante, decadente e buio da far paura, e se avesse ricordato anche solo 1 (una) delle favole che sua nonna era solita raccontarle da bambina, probabilmente lo avrebbe apprezzato anche di più, e sarebbe stata più all'erta, col timore di vedere spuntare una bestia da un momento all'altro. Ma Aveline non ricordava gran parte dei dettagli che l'avevano fatta crescere per diventare la donna che era adesso. Non ricordava nomi nè relazioni, ma solo qualche volto. Spesso le si presentavano in sogno, facendola svegliare confusa e spaventata. Un po' le dispiaceva, ma d'altra parte, non ricordando davvero le persone che avevano fatto parte della sua vita prima dei laboratori, come poteva darsi troppa pena? Non li ricordava e basta, non poteva soffrire per qualcosa che non c'era più. Che era sparito.
    Quando aveva ricevuto la lettera di invito, la mattina, si era detta che fosse una trappola o qualcosa di simile. Era stata ad un passo da stracciare la locandina ignorandone anche le minacce, ma la signora (quale signora? dai quella signora) del Paiolo Magico le aveva detto che fosse tutto normale. E con normale intendeva che, ogni anno, il direttore cacciavite dei un giornale chiamato Polgy Girl organizzava un evento per mettere in contatto persone tra di loro. Tutto nella norma, ecco! Per cui, si era detta, poteva essere anche un'occasione per riallacciare i rapporti con il mondo dal quale, quasi, non ricordava di essere stata strappata due anni prima.
    Ed adesso si trovava lì, dinnanzi ad un portone enorme che si apriva da solo, cigolando e costringendola a fare un passo indietro.
    Le porte si aprirono su una grande sala dal pavimento in marmo, con appesi alle mura quadri che rappresentavano gente morta da secoli ed in fondo lunghissime scale regali. Si permise di perdersi ad ammirare la stanza solo per qualche istante, prima di portare lo sguardo su una fatina svolazzante al centro della Sala.
    Si pentiva di tutto.
    C'è un quaderno delle presenze dove firmare? Domandò, la Jodene. Nessuno sarebbe corso a reclamarla se fosse fuggita via, ne era sicura. Ma la Fata volle tenere per sè i propri segreti, conducendola in uno stanzino pieno di vestiti e spiegandole che il tema della serata erano le fiabe. OOOOOH, ma certo! Qualcosa le titillava la memoria, ma non riusciva ad afferrare quel pensiero prima che fuggisse via, come a volerle fare un brutto scherzo.
    Sospirò e seguì le indicazioni, dando uno sguardo veloce ai vestiti.
    Raccolse il primo mantello nero che vide, infilandoselo senza alcun rimorso e senza vergogna sopra i suoi abiti casual, notando che associato ad esso c'era anche un cesto di mele rosse - tanto meglio, le avrebbe potute usare come arma a tirarle in testa a chiunque avesse osato superare la distanza di sicurezza di un metro da lei. Ecco di nuovo, quel pensiero molesto che faceva toccata e fuga nella sua mente, con una toccata molto breve ed una fuga piuttosto repentina.
    Era arrivata a Londra da circa tre giorni, rimpatriata grazie ad una specie di...scambio politico? dopo un mese di riabilitazione dalla Russia, e già se ne pentiva. Non aveva avuto il tempo di mettersi in contatto con coloro che, a quanto sapeva - ma non ricordava - erano i suoi conoscenti - ma aveva avuto il tempo di recarsi ad un appuntamento al buio, già.
    Varcò la soglia del grande portone color mogano con bordi dorati, ritrovandosi in una Sala da Ballo nella quale non avrebbe mai ballato, ma era bella ampia.
    Il suo sguardo, comunque, andò a cercare qualsiasi via di fuga possibile. Le mani intrecciate tra di loro al petto, a sorreggere quel cestino di mele pronte a volare. Passò in rassegna i presenti, uno ad uno, soffermandosi su un ragazzino dai ricci scuri, vestito da minatore, alla sua destra. Poteva dire di capirlo, lei ricordava vari episodi in cui aveva vomitato, ma avrebbe preferito averlo fatto sulle montagne russe, non in una stanzina bianca priva di finestre.
    Preferirei buttarmi da quella finestra laggiù, piuttosto che essere qui. Indicò una grande vetrata polverosa, sicura che la caduta da lì sarebbe stata fatale, veloce ed indolore. Non ci si sarebbe buttata davvero, ma spiegava bene il mood di quella sera, soprattutto se se paragonato allo "te la stai vivendo bene".
    Io invece non ho mai...avuto un dubbio più grande di questo: E forse, il fatto che gran parte della sua memoria fosse andata farsi fottere, poteva essere la causa del perchè quella fosse per lei la DomandaTM fondamentale.
    Quanti di voi si sono presentati qui per conoscere l'anima gemella e quanti, come me, lo hanno fatto solo per le minacce scritte a fine lettera? Si guardò intorno, studiando le espressioni dei compagni. Nessuno? La Jodene temeva Polgy Girl? CERTO CHE SI. Era sicura che quel giornalino la conoscesse meglio di quanto facesse lei stessa, aveva L'Occhio Onniscente. Aveva il terrore di scoprire qualcosa su sè stessa, attraverso un giornalino di gossip, sarebbe stato troppo...troppo cosa? Troppo e basta.

    Aveline Jodene - 22 y.o.
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    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    Numero cuori: ♥

    Si veste da Grimilde vecchia, dai che è un po' lei

    The+red+apple+of+the+witch

    ++ domanda generale


    Edited by visions of gideon - 15/2/2020, 15:24
     
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    INDIZIO 2:
    2. scegli il testo di una canzone che ti esprima:


    a. i will not play this out discreetly, it is real and unashamed / i am human now and terrified, but want it all the same / 'cause i wanna overcome, and try to love someone / 'cause the heart is a muscle / and i wanna make it strong
    b. i'm scared to get close and i hate being alone / i long for that feeling to not feel at all / the higher i get, the lower i'll sink / i can't drown my demons, they know how to swim
    c. i'm a super she-ro, bitch, don't try me hoe / bad like a villain / i pop it and then i reload / all the best things in life come for free / but don't you think that applies to me
    d. life is old there, older than the trees / younger than the mountains, growing like a breeze / country roads, take me home / to the place i belong / west virginia, mountain mama / take me home, country roads
    e. poopy-di scoop, scoop-diddy-whoop whoop-di-scoop-di-poop poop-di-scoopty scoopty-whoop / whoopity-scoop, whoop-poop / poop-diddy, whoop-scoop / poop, poop / scoop-diddy-whoop / whoop-diddy-scoop scoop-diddy-scoop, poop



    rosegold + starmix
    [ C + B ]

    pazzesko + sushigirl33
    [ C + E ]

    oliodipalma + aw00
    [ A + E ]

    b.kaffééé03 + 00sette
    [ E + B]
     
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    Bo-Hyun Bakery //I love you 네가 뭐라든 간에


    ««tu te la stai vivendo bene questa cosa o preferiresti sprofondare nel terreno per non riemergere mai più?»» Bo-hyun si stava domando la stessa cosa. La sua voglia di passare la serata con degli sconosciuti quando in realtà la sua anima gemella, Hye era chissà con chi con Shia era pari a zero. Avrebbe potuto spostare la lancette con il proprio potere ma il tempo sarebbe andato avanti solo per lei ma neanche troppo visto che avrebbe spostato mosso solo le lancette e non avrebbe fatto davvero scorrere il tempo. Sbuffó al ragazzo che come lei non aveva bisogno di quell'appuntamento. Oddio forse a lui un aiutino serviva ma non a Bo, lei aveva qualcuno da amare. Eppure era lì vestita da Mulan e non perché era kinese, andiamo gente non siate stereotipati, semplicemente le donava il kimono anche se aveva in testa una corona sbrilluccicante perché anche la ragazza si era spostata no ed era diventata regina? Forse si stava sbagliando ma dai é una kinese ci sarà stata sicuramente una storia simile a quella di Mulan e Bo la stava indossando. «vorrei essere sicuramente lontana da qui. »
    Quanti di voi si sono presentati qui per conoscere l'anima gemella e quanti, come me, lo hanno fatto solo per le minacce scritte a fine lettera alzò il bicchiere che fingiamo abbia preso prima come per dire: ehi sister la pensiamo uguale. Ma come? Beh semplice
    «possiamo dire che siamo messi bene qui. Ma che ne dite di fare il gioco, non ho mai. Inizio io.. » ci pensò un secondo perché la player deve ricordarsi il meccanismo del gioco «ok si, partiamo dal più semplice. Io non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso. » e ahimè a lei ancora non era capitato. Magari un giorno avrebbe rubato un bacio a Hye.
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    sempre confusa dal gioco non ho mai ma ok.. Risponde a Tai e Ave... È vestita da Mulan, in teoria col kimono ma non trovo la gif..quindi va bene così. Cuore 1.
     
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    Non piangere, Mac. Non piangere. Non -
    «tu te la stai vivendo bene questa cosa o preferiresti sprofondare nel terreno per non riemergere mai più?»
    Piangere.
    Mckenzie Leighton Hale, che nella sua vita non aveva mai fatto nulla, ma nulla, di male, ingoiò il magone e strizzò le palpebre cercando di respirare come un essere umano semi funzionale. Mi sento morire, avrebbe voluto rispondere. Così, giusto per rompere il ghiaccio con un briciolo di onestà, ma no - no. Mckenzie, quelle parole stupide e, a quanto pareva, condivisibili, non riusciva neanche a dirle: lingua incollata contro il palato, batticuore così assordante da offuscare le parole degli altri, un principio di vertigini a rendere la stanza meno solida. Inspirò profondamente, aprì la bocca «io -» [SHRIEKING INCONTROLLABILE] Le labbra si curvarono in un sorriso isterico, e la miglior risposta che riuscì a dare fu un pollice sollevato verso l’alto: «ueppa?» che la forza di joseph moonarie sia con me (e con il mio spirito; nell’alto dei cieli, fra gli anelli del portiere – amen).
    Infilò l’indice fra la cravatta blu e la camicia cercando di allentarne il nodo, spostando nervoso le dita della mano opposta fra i capelli – blu anche quelli. Indossava un completo giallo canarino che difficilmente poteva passare in osservato, specialmente con quei dettagli blu elettrico che, se non avesse avuto un buon motivo, l’avrebbero convinto di essere diventato daltonico.
    Ma no. Mac aveva un ottimo motivo per essersi vestito da Flander della Sirenetta.
    In primo luogo, era l’unico dei pesci a non parlare, che di per sé era una motivazione già significativa per l’Hale perché ne scegliesse i costumi. In secondo, si sapeva che un pesce fuor d’acqua fosse poco utile alla società, quindi si sentiva meno in colpa a voler morire ogni trenta (30) secondi.
    Ma il terzo, e più convincente, motivo che l’aveva infine costretto al pesce, era stata l’alternativa: abito oro, non giallo; guanti color crema; un cappello arancio.
    [WAR FLASHBACK FESTA DEGLI ANIMALI] non si sarebbe vestito da Lumière. Aveva chiuso (CHIUSO! KAPUT!) con le lampade, e non voleva neanche più sentirle nominare. Ogni tanto durante la notte, nella quiete del dormitorio, rotolava su se stesso a ritmo di MI ACCENDO MI SPENGO MI ACCENDO MI SPENGO.
    Come avrebbe detto Zequila, mai più.
    «Quanti di voi si sono presentati qui per conoscere l'anima gemella e quanti, come me, lo hanno fatto solo per le minacce scritte a fine lettera?» Ecco, e lì si annidava l’inghippo.
    Il grande segreto.
    Il grande complotto. Perchè se Mckenzie, MCKENZIE HALE, si era trascinato terrorizzato in un loco che (1) non conosceva per (2) conoscere persone, doveva pur esserci un buon – OTTIMO – motivo, no?
    Le minacce scritte a fine lettera.
    Annuì, Mac, deglutendo febbrile per far asciugare le lacrime agli occhi. «non volevo -» si schiarì la voce, lanciando una timida occhiata di sottecchi a Grimilde. «non volevo che dicesse in giro i miei segreti» pausa. Labbra schiacciate fra i denti, occhi chiusi.
    Inhale. «ma»
    Exhale. «IO NON HO SEGRETI» toh, l’aveva detto.
    Riuscì perfino a respirare un po’ meglio, dopo essersi tolto quel peso dallo stomaco. «non ho segreti» ripetè, socchiudendo le palpebre e respirando a pieni polmoni. Aveva l’ansia, aveva l’incapacità di dire no, aveva un terrore metafisico nei confronti dell’esistenza, ma segreti? Quando mai. Erano stati tutti gli altri motivi a costringerlo, costringerlo!!, a giungere al luogo dell’appuntamento.
    «perchè sono qui? non lo so, non lo so» nervoso, agitato - sempre sull’orlo di una crisi di panico.
    «avevo l’ansia? E – cioè boh insomma – poi ero già qua e non sapevo se potevo?? tornare indietro?? e » agitò vago nell’aria, portando poi entrambe le mani sotto la bocca. «non ho neanche -» sospirò.
    Calmati. Calmati «io non ho neanche mai» avuto più stress? #prima partita di quidditch: next «visto un pesce» Cristo, avrebbe dovuto perfino essere già morto all’uscito della Sirenetta.
    Mac @ god: why
    'Cause I feel my life's been so tongue-tied
    I'm trapped outside, inside my mind
    mckenzie
    l. hale
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    sign: aquarius
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    CUORI: 1
    parla con aveline e tai (??) SCUSA MASSONA NON AVEVO VISTO IL POST
     
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    Era certa di star sognando: castelli e giardini pieni di rose all'ingresso erano la sua ambientazione preferita, anche quando si perdeva nella sua immaginazione in pieno giorno, soprattutto a lezione. Amava le principesse disney e tutti i film romantici ambientati in periodo medievale o in regni fantastici, quindi quando era arrivata al luogo indicato da Polgy (un po' in ritardo, perchè truccarsi aveva richiesto più tempo del previsto) per poco non era svenuta dall'emozione.
    Era tutto così bello: vestita con l'abito da principessa che richiamava alla fiaba di Vassilissa la bella, che sua madre le raccontava sempre da piccola, Livy era più che pronta a dar la caccia alla sua anima gemella.
    Sia chiaro: lei era certa di averla già trovata, quindi esser lì le sembrava un po' un tradimento. Però Ty, dopo i millemila "dai ti preeeego" della ragazza, alla fine aveva acconsentito quindi??? Teoricamente poteva non sentirsi in colpa, ma lo era comunque.
    Ed il motivo era che Livy, con alle spalle una lista di storie andate male fin troppo lunga per una ragazzina della sua età, a sedici anni aveva già perso gran parte della fiducia nel genere maschile ed era certa che un ragazzo perfetto come Ty non l'avrebbe mai trovato, ed era terrorizzata dall'idea che lui, prima o poi, l'avrebbe lasciata. Del resto l'avevano fatto tutti, sarebbe stato troppo bello per esser vero se quella volta le cose fossero andate diversamente. Quindi sì, in realtà era lì solo per controllare la sua teoria (lei e ty anime gemelle) e in caso di risposta negativa, prepararsi psicologicamente a perderlo per sempre. (Era melodrammatica, che ci poteva fare)
    «..come le chiamate voi.. quelle cose che vanno su e giù...» OMG, MA ALLORA PER UNA VOLTA NELLA VITA AVEVA RAGIONE LEI!!! Si sentì la ragazza più felice del mondo quando riconobbe la sua voce tra quelle delle poche persone già nella stanza, e dovette trattenersi dall'impulso di mettersi a correre verso di lui e buttargli le braccia al collo per poi baciarlo appassionatamente e ripetergli "It's you, IT'S ALWAYS BEEN YOU!" come Mary con Francis in Reign e un sacco di altre scene di film e telefilm credo? è una scena talmente clichè e bella, sicuro l'hanno usata da qualche altra parte. «ASCENSORI!!» stava facendo notevoli progressi in inglese «..montagne russe!» Ah, vabbè dai ci era andata vicina. Si posizionò affianco al ragazzo e gli prese la mano giusto per marcare il territorio #cos ed era già pronta a dire a siri che aveva già capito tutto ma decise di aspettare dato che era appena arrivata.
    E...forse...magari....poteva anche valutare la possibilità di non aver ragione...? Era statisticamente (in base a quali dati? QUELLI DEL SUO KUORE!) impossibile perchè era certa che fosse ty, ma decise di tenere in considerazione quel margine di errore e così rimase ad ascoltare gli altri presenti, concentrandosi su ognuno di loro a chiedersi "ma potresti essere tu? Fammi un segno"
    Rimase in silenzio, senza saper bene cosa dire, fino a che mac parlò di pesci. LEI LI AMAVA!! «la domenica mattina papà porta me e i miei fratelli in russia a..» com'è che si diceva il verbo..di uno che prende pesci??? con un amo????? ..niente, non le veniva «..ammazzarli!!» era la parola più vicina dai. «se vuoi un giorno puoi venire con noi???» papà hawkins si divertiva sempre a insegnare quell'arte a nuove giovani menti. «io invece non ho mai..» mmhhh «..baciato un ragazzo senza innamorarmi di lui!!!» e vista la lunga lista di nomi che aveva collezionato in pochi anni, e la giovane età a cui aveva iniziato, capite bene che nel suo rapporto con i ragazzi c'era un problema di fondo.
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    Si passò un dito sulle labbra, nuova alla sensazione d'averle lasciate nude per una rara volta, abituata al rossetto scuro senza il quale difficilmente usciva di casa. Accavallò quindi le gambe dinanzi a sé, queste invece vestite come difficilmente era solita fare, senza i soliti collant leggeri o i pantaloni neri ad avvolgerle le gambe affusolate. Non era nei suoi soliti panni Emaline, affatto, ma in fondo non le dispiaceva poi un granché. Al contrario, trovava quasi piacevole quell'apparenza da ragazza innocente che quegli abiti le conferivano, una maschera di purezza a celare un animo tutt'altro che lindo. D'altro canto, non era forse questo che per tutta la vita aveva fatto? Nascondersi.
    Ne aveva fatto un mestiere la Mowbray, un vanto e talvolta persino un diletto, tanto da domandarsi, talvolta, se a furia di nascondersi non si fosse persa davvero, anche da sé stessa.
    Ma non era la tipa da farsi troppe domande, la bionda.
    Preferiva vivere alla giornata, con un bicchiere stretto in una mano ed un sigaretta tra le dita dell'altra, troppo ubriaca per capire ma non abbastanza da non riuscire a celare anche quello.
    Sobria. Perfetta. Elegante.
    Aveva imparato che non era necessario essere realmente nessuna di quelle cose, era tutta una questione di apparenza: finché gli altri l'avrebbero creduta una donna forte, allora lo sarebbe stata. Finché avrebbe continuato a sorridere, nessuno avrebbe osato credere che non fosse, se non felice, almeno appagata.
    «tu te la stai vivendo bene questa cosa o preferiresti sprofondare nel terreno per non riemergere mai più?» piegò le labbra in un sorriso malizioso la Mowbray, passando silenziosamente in rassegna i presenti con lo sguardo, chiedendosi come avesse fatto a finire in mezzo a dei ragazzini
    quando a malapena era avvezza all'aver a che fare con gli adulti. «non sai mai cos'è divertente finché non lo hai provato, no?» rispose melliflua, lasciando intendere che non fosse stata la non-così-velata minaccia di Polgy a spingerla fino a lì ma un reale interesse, se non nel trovare l'anima gemella, quanto meno nel divertirsi. Dovette dunque mordersi la lingua per non invitare Aveline a tentare un volo pindarico dalla finestra come aveva appena affermato di voler fare, ben decisa a mostrarsi come la meno molesta tra le cappuccetto rosso del Reame. Al contrario, le rivolse un piccolo cenno di comprensione, aggiungendo «diciamo che le minacce non hanno lasciato molta scelta, ma ribadisco che potremmo sempre trovare un modo per volgere la situazione in nostro favore e rendere il tutto meno - terribile?» quanto noiosa e melodrammatica sapeva essere la nuova generazione. Si ritrovò quasi a rimpiangere i festini di Alister, per quante volte aveva falsamente affermato di odiarli solo per infastidire l'anfitrione.
    Sollevò il calice alle parole dell'asiatica, lieta di sentire qualcuno, finalmente, con un minimo di spirito d'iniziativa in più. «Io non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso.» e u l à, si iniziava già con le confessioni? «è sempre un buon momento per cominciare» commentò, inclinando il capo ad osservare la mora con sincero interesse.
    «io non ho neanche mai visto un pesce» 'nche senso. «mi - dispiace?» avrebbe avuto mille domande da fare, ma nessuna di quelle gli sembrava appropriata ad un ragazzino spaventato, perciò scelse di risparmiargliele.
    «io invece non ho mai...baciato un ragazzo senza innamorarmi di lui!!!» ma dov'era finita, cos'aveva sbagliato, perché sentiva lentamente la voglia di morire dei suoi compagni di svenute salirle addosso assieme alla pressure?
    «mi pento già di tutto» si passò una mano sulla fronte, turbata, borbottando un «e non ho mai capito la gen-z» rassegnato.
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    «Quanti di voi si sono presentati qui per conoscere l'anima gemella e quanti, come me, lo hanno fatto solo per le minacce scritte a fine lettera?» perplesso, com'era sempre stato sin dal momento in cui aveva abbandonato l'utero di sua madre per subire tutta una sorta di tortura medievali infinita chiamata vita, tai affondò le mani nelle tasche dei pantaloni allontanandosi di un passo dalla ragazza per guardarla in volto e accertarsi non stesse scherzando. «perchè sono qui?non lo so, non lo so» quand'era arrivato mac? nel dubbio, #relatable.
    cioè, ty sapeva perché si trovava lì, ma la domanda rimaneva comunque valida, in quanti priva di una spiegazione logica e razionale. cosa ci faceva lui, li? ad una festa di scambisti vestiti da personaggi delle favole, in mezzo a gente per lo più sconosciuta e con un'eccessiva quantità di alcol a disposizione, costretto alla ricerca di un'anima gemella che non era certo di voler trovare. cosa AngelaMerkel ci faceva lì?
    chinò la testa in avanti, cercando inutilmente di nascondere la propria confusione; matchava in modo straordinario con quella espressa a bocconi dal nuovo arrivato, ma ancora ty non se la sentiva di mostrare altrettanto. ci voleva una certa confidenza per ammettere di trovarsi nel panico più totale, e il sedicenne non era ancora arrivato a quel punto.
    «quali... quali minacce» tanto per cambiare argomento, ma con genuina confusione.
    inutile dire che non si era preso la briga di leggere tutta la pappardella di polgy girl, messo già a dura prova dalle prime righe in inglese: aveva lasciato l'onore a sullivan, che era passata di livello ottenendo la grazia da duolingo (complimenti hawkins, ora puoi liberare tuo fratello.), ma l'argomento minacce non era mai saltato fuori. livy aveva aggiunto qualcosa su le brutte intenzioni e la maleducazione ma a quel punto il sedicenne non era più certo c'entrasse davvero qualcosa. «comunque no io sono qui perché.. me l'ha chiesto-» «ASCENSORI!» «LIVY!» ciuchino! si ok non tornano le tempistiche ma chi le ha mai seguite? non esistono linee temporali sull'oblivion, and that's a fact. «credevo mi avessi paccato!» nel senso comunemente noto del termine, che si sa sono i romani quelli stranini forte. si concesse un sospiro di sollievo, l'altair, scostando dalla fronte il berretto verde quel tanto che bastava a liberare qualche ricciolo scuro; credeva davvero di essere al sicuro, protetto nella bolla di sapone che era la sua quotidianità. cosi felice nel ritrovarsi accanto la hawkins da non pensare nemmeno lontanamente che Polgy avrebbe potuto benissimo non accoppiarli.
    sarebbe stato rude, ma forse onesto.
    «sai che non reggo tutta questa pressure.» strinse di rimando le dita attorno a quelle della ragazza, un gesto ormai familiare che da complessato qual era ci aveva comunque messo due mesi per accettare come tale. sullivan era una delle poche persone che riusciva a toccare tai senza che al ragazzino venisse una crisi isterica, e se non era segnale inequivocabile di match in heaven allora polgy girl e tutte le app di incontri non avevano capito nulla.
    adesso che si sentiva più calmo e rilassato, per quanto incapace di stare fermo su entrambi i piedi contemporaneamente - oscillava come una banderuola al vento - con con una patina di sudore freddo ancora visibile sulla fronte e un vistoso tic all'occhio destro, tai cercò di concentrarsi nuovamente su mackenzie, percependo l'ansia del ragazzino quasi fosse la sua.
    anche perché in un certo senso lo era.
    «i pesci sono sopravvalutati, sai..» caspita ty, questo si che è un discorso di incoraggiamento! «voglio dire, insomma, i pesci rossi??? li metti in una.. come si dice.. una palla di vetro, no? e muoiono. nessuno sa perché, muoiono e basta! non ci provano neanche! tu gli stai dietro, gli dai da mangiare, magari ci parli anche perché ti sembra che ascoltino più delle persone con cui vivi ma in realtà non ci sentono perché non hanno nemmeno le orecchie! e loro che fanno??? li ritrovi a galleggiare e- niente.» parlava per esperienza personale, stupidi pesci. «quindi non- non ti devi preoccupare, ecco.» corrugó la fronte, titubante, confuso dalle sue stesse parole. una cosa che capitava spesso, perché con taichi il copione era sempre uguale all over again: partiva taciturno, rispondeva a monosillabi, poi quando l'ansia sociale smetteva di alitargli sul collo e passava direttamente a colpirlo a badilate in testa, allora gli scattava qualcosa dentro. iniziava a dire le cose più stupide, troppe parole una dietro l'altra e senza un senso logico, a velocità triplicata rispetto quanto all'orecchio umano fosse concesso coglierle.
    «la domenica mattina papà porta me e i miei fratelli in russia a...ammazzarli!! se vuoi un giorno puoi venire con noi???» per fortuna c'era livy, sempre pronta a dire la cosa giusta al momento giusto! «io invece non ho mai...baciato un ragazzo senza innamorarmi di lui!!!» o magari no.
    o boi
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    «certo che è un sacco caldo qui eh. voi non sentite caldo?» faceva troppo caldo lì dentro, quando era diventato così caldo??? ACCENDETE IL CLIMATIZZATORE BESTIE! ma non sotto i 26 gradi che poi ci prendiamo il raffreddore. e la cervicale. e quel brutto dolore nella zona lombare, sapete no? «io non ho mai avuto caldo come in questo momento.» ecco, l'aveva detto.

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    "inscena una rappresentazione teatrale/cinematografica con un partner a scelta"
    (nda: può trattarsi di chi credete sia la vostra soulmate, di chi già sapete lo sia, ma anche di qualcun altro a caso)



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    3. aprile:

    a)è un mese
    b) è un mese di una stagione che odio
    c) è una stagione
    d) ALLERGIE. MICROBI. ALLERGIE E MICROBI
    e) is the cruellest month, breeding / lilacs out of the dead land, mixing / memory and desire, stirring / dull roots with spring rain


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    «mi – dispiace?» Mac espirò, ruotando gli occhi chiari sulla ragazza bionda negli abiti di Cappuccetto Rosso. Avrebbe potuto spiegarle, leggendo la (lecita.) confusione nei suoi occhi, che quel che intendeva era (niente, quel che aveva detto) che non avesse mai visto il mondo, che cresciuto lontano da tutto gli era tutto nuovo e straniero; che fra tutte le cose aliene in quel posto, dal luogo alle persone, c’era perfino il dettaglio del suo stesso vestito: non ne aveva mai visto uno vero, Mac. «anche a me» rispose invece in un soffio, perché quando si viveva da Mckenzie Leighton Hale, l’infarto dovuto allo Stress TM era sempre dietro l’angolo, e quel San Valentino lo stava già mettendo a dura prova: avrebbe potuto morire senza mai vedere un pesce.
    Triste e patetico.
    «i pesci sono sopravvalutati, sai..» Una persona normale (quella conversazione, in primis, non l’avrebbe avuta) avrebbe trovato l’uscita di Tai davvero poco...utile, convincente date le circostanze, ma Mckenzie, che di normale non aveva neanche il nome, si volse verso il Lìmore con la gratitudine e la speranza di un naufrago che vedesse una nave all’orizzonte. Non tanto perché fosse interessato alla nascita, crescita, e morte prematura dei pesci, quanto perché trovava...sollievo, nel fatto che avesse perlomeno cercato di farlo sentire meglio. D’altronde, non gli doveva niente, e Mac non era abituato a gentilezza gratuita da parte degli sconosciuti. Placò cuore e respiro, quasi che quello risparmiato da Tai nell’improvvisa parlantina loquace fosse invece andato a riempire i polmoni dell’Hale (volevo fare il profondo esempio dei vasi comunicanti dove l’acqua era però l’ansia, ma vi rivelerò qual è stato invece il mio primo pensiero: two girls one cup but the girls are boys and the cup is the STRESS TM; so che è una brutta immagine, ma era per dirvi che insieme lo finiscono prima #kosa), che lo osservò per assicurarsi non lo stesse prendendo per il culo. Quando capì che no, non lo stava prendendo in giro -
    «grazie» forse “i pesci sono sopravvalutati” potrebbe essere il nostro “DIMMI CHE SONO UN UCCELLO!!” ringraziò anche la ragazza appena giunta, un timido sorriso a far capolino sulle labbra pallide del Corvonero.
    Chissà cosa si prova a fare una gita in famiglia; quel che disse, però, fu solo: «sembra bello» con la gola un po’ chiusa di chi i sorrisi doveva forzarli per non farli tremare, perché l’Hale era esattamente quel tipo di ragazzo.
    Ed ora, con una linea temporale adattata da Sara (per Sara e con Sara, amen), riprenderemo il “io non ho mai” della Baker.
    Perchè da quell’innocente frase buttata lì per gioko, iniziò ufficialmente la Sbronza TM di Mckenzie Leighton Hale.
    «io non ho mai baciato qualcuno del mio stesso» E sapeva, razionalmente lo sapeva, che nel ventunesimo secolo non fregasse a nessuno chi amasse chi, ma - ma. Mac era un giovane d’altri tempi, letteralmente, e perfino una domanda così tranquilla lo faceva vibrare di palpiti mal digeriti.
    è così sbagliato?
    È così sbagliato?
    È così sbagliato?
    È così sbagliato?

    Tremavano leggermente le dita, strette spasmodiche al bicchiere, e tremava leggermente l’intera stanza. Si trovava a Londra, nel 2020!, da quasi un anno, e pur non avendolo mai nascosto...beh. Non l’aveva neanche mai ammesso. Non per primo, e non pubblicamente.
    Non funziona così, dalle mie parti.
    È così sbagliato?
    È così sbagliato?
    È così -

    Fu solo il tono leggero di Cappuccetto Rosso, il sorriso delicato ed al contempo malizioso rivolto alla ragazza orientale, che fu in grado di sciogliere parte della tensione nelle spalle di Mac. Assorbiva il coraggio degli altri come una spugna, creandosi scudi di seconda mano sudati e pensati da altri. Sospirò sottile, e – bevve.
    Aka: nascose il viso nel bicchiere e non riemerse fino a quando non lo ebbe concluso, ed anche un po’ dopo.
    Nessuno ti guarda male, hai visto? È normale.
    Ma non lo era. Lo è.
    Non per lui.
    «non ho mai baciato un ragazzo senza innamorarmi di lui!!» Mac reggeva poco, e per mandarlo in botta ci voleva anche poco tempo – un po’ come i pincher #ciao spaco. Motivo per cui (dopo quanto? Può aver anche risposto dopo ore, ci mette un po’ a riflettere) aprì la bocca attirando (shocking) l’attenzione generale, per domandare: «in che senso» la frase preferita di sara e dei suoi pg confusi. «ti innamori dopo che li baci, come nelle favole? O nel senso...che baci solo i ragazzi che ami» mac con le equazioni intorno. Era curioso? Certo, ma doveva anche capire se dovesse bere o meno (e nel caso, acquistare tempo perché si dimenticassero quale fosse la domanda #kosa)
    «neanche io» alzò il bicchiere, e bevve insieme a emaline. «ho un’anima antica» giggle interiore. «anche io ho caldo» bicchiere drop, schiocco di dita e mano alzata al cielo: «CALDO PERSO!» aveva caldo ed era perso: nessuno gli aveva spiegato che non significasse quello.
    E uno cinese, e una russa, tt mlt bll, ma provate ad arrivare dal far west e poi di difficoltà nel vocabolARIO ne riparliamo.
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    Un giorno forse Livy e Ty avrebbero superato le loro divergenze linguistiche..
    «credevo mi avessi paccato!»
    «quello dopo, ora siamo in pubblico!!&»
    ...ma quello di certo non era il giorno.
    Livy doveva ancora capire un sacco di /cose/, ma il rapporto con il ragazzo era comunque il più bello ed autentico che avesse mai avuto e per questo motivo era più che convinta di amarlo. Lo amava sul serio, e sapeva che per lui era lo stesso: non sapeva decifrare bene i propri sentimenti, sullivan hawkins, e nel corso degli anni aveva finito per scambiare semplici cotte adolescenziali per amori della vita, ma con ty l'aveva sentito subito che le cose erano diverse.
    E lo erano sul serio, perchè era stato il primo a rispettarla davvero e non trattarla come un oggetto da usare e buttare una volta essersi stufato di lei. Quello che doveva ancora comprendere era che erano perfetti come migliori amici - anche perchè in realtà si comportavano da tali??? eccetto qualche bacio ogni tanto perchè Livy non capiva - e non come fidanzati, ma stare insieme in quel momento della loro vita era ciò di cui entrambi avevano bisogno: lei per capire cosa significasse davvero esser trattata con rispetto e affetto, lui per aver tempo di decifrare i suoi veri sentimenti senza sentire la pressure sociale e avere una ragazza per tenere buona la famiglia (#cos). «io non ho mai avuto caldo come in questo momento.» ??? «ma non fa caldo? ODDIO STAI AVENDO UN ATTACCO DI CUORE???? DIMMELO CHE HO LE PASTICCHE!&» Con il sistema immunitario che il limore si ritrovava, livy aveva imparato a portarsi dietro sempre un po' tutto quello che poteva comprare in farmacia (?) per assicurarsi che non gli mancasse mai nulla. Ma..no dai, stranamente sembrava ancora sano e non sul punto di morire.
    «ti innamori dopo che li baci, come nelle favole? O nel senso...che baci solo i ragazzi che ami» Mh.... che domanda complicata!!!! Non ci aveva mai pensato su, di solito li baciava e..capiva di esser innamorata???? O forse li baciava perchè lo era... NON LO SAPEVA! «credo...forse dopo averli baciati? Credo? Però...quando li bacio in realtà lo so, penso» Era: confusa. E tutto per una semplice domanda, di cui tra parentesi lei aveva dato lo spunto!! «..vabbè, comunque di solito penso che su di loro io abbia l'effetto opposto» Di solito l'avevano sempre lasciata poco dopo. «CALDO PERSO!» ??? Era un modo di dire??? Pensandoci, era abbastanza sicura di averlo sentito e si rispondeva... «TOCCA CAMBIARE VERSO!!» cosa? cosa. Nella sua testa aveva davvero senso. «UH UH UUUH guardate Siri!!!» Aveva inviato un nuovo prompt!!& «Lo facciamo Ty?????? DAI IO GIULIETTA TU ROMEO» Era l'unica inglese che conosceva, altrimenti aveva in testa solo tragedie russe che nessun altro avrebbe capito
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    4. sei in un'opera di shakespeare. come muori?

    a) avvelenato, accanto al mio più grande (e forse unico) amore
    b) annegato nel fiume, nella disperazione
    c) divorato dagli animali
    d) accoltellato, probabilmente anche avvelenato. muori solo, tradito.
    e) mi son fottuto la mamma di amleto DANG IT


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    Edited by Lord #partyHard - 18/2/2020, 00:22
     
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    Non stava seguendo davvero il gioco, per vari motivi, due dei quali fondamentali: non lo aveva capito (quand'è che doveva bere, nello specifico? quando non aveva fatto qualcosa o quando l'aveva fatta? E non era nemmeno nata bionda, insomma, lei era nata rossa!! #cos) e, seconda cosa, voleva evitare il terzo rapimento, ed associava il perdere il controllo e la lucidità ad una poca prudenza e quindi, in automatico, al pericolo. Non lo ricordava, ma lo sapeva: era ubriaca quando era stata rapita la prima volta per essere buttata in un laboratorio. La stanza iniziò a riempirsi, ed Aveline iniziò a sentirsi sempre più fuori luogo, ma non tanto da rimpiangere i momenti da sola con sè stessa, di quelli non ne vedeva da anni. Essere una medium aveva sempre avuto lo straordinario vantaggio di non farla sentire mai sola ed al contrario, di sentirsi talmente tanto in compagnia da farle desiderare di sparire. Nonostante questo, approcciarsi con persone vive era qualcosa che mancava nella sua ordinarietà da troppo tempo, da quando, per la precisione, ricordava di averla avuta, un'ordinarietà. Per questi motivi faticava ad approcciarsi agli altri. Avrebbe voluto dire che dopo anni rinchiusa in un laboratorio, il suo carattere fosse sbocciato lasciandola aprire come un fiore al sole, ma sarebbe stato assurdo anche solo pensarlo: se prima la Jodene era stata timida ed insicura, adesso era semplicemente più chiusa e rassegnata. In un mondo ideale, completamente privo di paura e timori, avrebbe dato retta alla biondina dagli occhi grandi. "potremmo trovare un modo per rendere tutto meno terribile". Le avrebbe dato retta volentieri, ma mancano le basi fondamentali affinchè questo possa accadere: divano & televisione. #onesta. Era pantofolaia di natura.
    D'altra parte, due del gruppo parevano essersi trovati: la ragazza bionda che amava i pesci ed il ragazzo con i riccioli scuri.
    E lei? Avrebbe concluso qualcosa?
    Non si aspettava un appuntamento di gruppo, ed avrebbe voluto trovare questa fantomatica anima gemella prima che si facesse mezzanotte trasformandosi in una zucca (?). Se prima aveva desiderato andare via, adesso lentamente quel sentimento era cambiato in qualcos'altro. Se proprio non poteva scappare - complice Siri che pareva ci tenesse più di lei sussurrandole cose all'orecchio che avrebbero dovuto essere indizi, e Aveline non voleva ci rimanesse male dato l'impegno (??) - adesso avrebbe solo voluto trovare la sua metà, per farle qualche domanda e capire quanto di simile avessero. Ancora le braccia incrociate sul petto. Ascoltò gli indizi suggeriti da Siri, materializzando dentro di sè l'immagine di un anima gemella particolarmente depressa e triste. Per questo, concentrò le proprie attenzioni sul ragazzo dai capelli blu che, appena arrivato lì, aveva iniziato a piangere. O forse era arrivato già in lacrime? Non aveva davvero importanza, stava...male, era palese. Si trovava nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Quindi si avvicinò a lui, osservando l'abbigliamento bizzarro e colorato e tolse una mela bella rossa dal proprio cestino, non per tirargliela in testa, ma per offrirgliela. Io...ecco...senti...Vuoi una mela? Domandò, provando un approccio che avrebbe dovuto essere finalizzato a tirarlo su di morale, peccato la bionda NON AVESSE IDEA, di quale fosse il personaggio di cui vestiva i panni.
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    «grazie»
    ???? taichi.exe has stopped working.
    non era la risposta che si aspettava, quella.
    non era la risposta che avrebbe dato lui trovandosi dall'altra parte della barricata.
    two boys and one cup, con la stessa ansia di vivere - erano i boys ad essere diversi: quello che raggranellava briciole di momentaneo sollievo nella comprensione mostrata da perfetti sconosciuti, e quello il cui corpo si ribellava per natura perché nessuno ti ha chiesto niente.
    non era la cattiveria a spingere ty, ma l'esperienza. quella della vita, della sua famiglia, il lento ma costante inculcargli in testa che mostrarsi debole è già una debolezza in sé, per quale motivo aggiungere anche l'infamia di ammetterlo? non ricordava di aver mai ringraziato sinceramente qualcuno, taichi límore- nemmeno quella stessa ragazza che gli stringeva la mano e si preoccupava di controllargli i battiti premendo le dita all'interno del polso («tai non sento niente.» «ah, allora tutt'appost.»). Ripeteva meccanicamente le due sillabe per educazione, perché così gli era stato insegnato, ma nel momento in cui lo sentiva davvero si ritrovava semplicemente incapace di ammetterlo.
    era più facile rispondere 'fatti i cazzi tuoi', perché 'fatti i cazzi tuoi' era «da uomo vero, ty.» amen, papà.
    «si beh-» aveva preso ad oscillare più rapidamente sul posto, le gambe troppo lunghe simili a stecchini in balia del vento; sembrava sentisse il bisogno urgente di liberare la vescica, e in parte era vero, ma la priorità era chiara: bere e svenire o svenire punto. si strinse nelle spalle come a dire non c'è di che, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe da tennis così né mac né livy potessero accidentalmente incrociarsi.
    si era sentito meglio per un istante, una fugace visione di come sarebbe stata la sua vita senza quella scimmia furiosa sulla schiena, ed era già ripiombato nel suo personale status quo. battito accelerato, respiro affannoso, pressione sotto i piedi.
    e certo il non ho mai- della Baker non aveva aiutato.
    «io non ho mai baciato qualcuno del mio stesso sesso» ovviamente nemmeno ty- allora perché lo metteva così a disagio?
    e certo sbirciare mac che svuotava il contenuto del bicchiere riponendo cieca fiducianegli sconosciuti attorno a lui non aveva aiutato.
    «tai li vedi quelli?», ty annuí, le mani del padre a stringersi un po' più forte sulle spalle sottili. «è colpa dei genitori», senza capire ty annuì di nuovo. dopotutto lui aveva solo cinque anni e quello era il suo papà, doveva aver ragione per forza - occhi negli occhi, a father and son moment™. «se mi diventi checca ti raddrizzo io.»
    e certo la confessione di livy non aveva aiutato.
    ma davvero era stato così cretino da non pensare all'eventualità che lei potesse innamorarsi?
    - eh, magari è perché ti schifano anche i tuoi parenti, CHI LO AVREBBE MAI DETTO CON JNA RAGAZZA????? - onesta, vocina acuta nella testa (rima baciata, mica una cazzata!)
    «CALDO PERSO!» «TOCCA CAMBIARE VERSO!!» bene, ma non benissimo. ormai dello stesso colore della carta da parati color panna acida, il sedicenne decise che era finalmente giunto il momento di togliersi il berretto: odiava l'idea di abbandonare la sua coperta di linus, ma a parte gli scherzi faceva davvero troppo caldo; in compenso aveva entrambe le mani ghiacciate, compresa quella ancora stretta tra le dita piccole e sottili di livy. «UH-UH!» scusate eh voleva partecipare anche lui. con un colpo di swish all'indietro grazie al quale tutta la stanza prese improvvisamente a girare si tolse per una frazione di secondo i capelli dalla fronte e dagli occhi, il tempo necessario per individuare un bicchiere nelle vicinanze.
    al diavolo l'essere astemio e completamente incapace di reggere l'alcol! time to die.
    «UH UH UUUH guardate Siri!!! Lo facciamo Ty?????? DAI IO GIULIETTA TU ROMEO» sempre pronta a leggergli nella mente, sullivan hawkins: sul palco ty si sentiva stranamente a suo agio per uno che reagiva ad uno sguardo prolungato entrando in modalità attacco di panico, ma d'altronde anche la sua passione per lo skateboard cozzava in modo mistico con quell'ipocondria che lo accompagnava dal primo vagito, per non parlare degli svenimenti immediati alla vista del sangue. suo, di altri, dal vivo o in un film - chiudeva gli occhi durante le scene splatter di un qualunque horror, inspirando a fondo mentre la sensibilità alle mani diminuiva e la fronte gli si impegnava di sudore. una vita fottutamente difficile. «si! sì, ti prego! faccio io Giulietta.» così, senza chiedere o dare ulteriori spiegazioni. tanto livy al motivo di quella scelta ci sarebbe comunque arrivata da sola: quella babba di Giulietta crepava per prima, anche se per finta. e tai aveva chiaramente bisogno di sdraiarsi a terra, possibilmente con le gambe sollevate di qualche centimetro come gli aveva spiegato nicole.
    afferrò con fare tragico il bicchiere pieno di (vodka? gin? RUM? non lo sapeva. aaa cercasi pg di brotell per i dettagli), la mano libera premuta contro il cuore - 105 battiti al minuto? no buono - e uno sguardo cupo rivolto ai presenti. inutile dire che non conosceva una parola in inglese dell'opera, quindi gli toccava improvvisare. «AH! grazie a te buon uomo che vende droghe-» «spacciatore?» #no «grazie a te mio buon spacciatore potrò fingere di andare all'altro mondo! e quando tutti si saranno dimenticati della mia esistenza - hashtag: good for Giulietta- mi risveglieró da questa morte apparente e potrò vivere per sempre con l'amore mio, Romeo 'er mejo der colosseo' Montalcini.» eh, magari non si chiamava proprio così, ma andiamo avanti. bevilo bevilo tutto!, cantandosela da solo ty chiuse gli occhi e svuotò il bicchiere, trattenendo un conato quando il liquido ambrato - decisamente rum, quindi - scese nella trachea e poi giù a perforargli l'esofago; con una nonchalance invidiabile, tipica di chi ormai è abituato a svenire un giorno si e l'altro pure, il ragazzino crollò a terra lungo disteso, un metro e ottanta di cadavere ambulante in pantaloni di velluto e bretelle. aveva ancora gli occhi aperti, iridi scure in fissa sul soffitto, per simulare l'agonia pre-morte. «scusate non è che per caso, visto che siamo in tema... avete mai pensato a come sareste morti se la vostra vita fosse stata scritta da Shakespeare?» credevate si fosse dimenticato dello scopo della festa eh! beh, anche lui. «io di peste. in un lazzaretto. poco ma sicuro.» era forse un indizio? più un dato di fatto. «e vabbè, giulietta out.»
    e morì.

    i'm always open to feedback
    that i can get defensive about
    and ultimately ignore.
    taichi limore
    when: 31.12.2003
    where: china
    sign: capricorn
    status: more dead than alive


    3 + 3 ♡
    parla un po'random e interpreta giulietta
    :gnek:
     
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