Gideon non era pronto a prendersi cura di un pene che non fosse il proprio. Ancora meno lo era se si trattava di un busto a grandezza originale, men che meno se il busto non era nemmeno suo, ma di sua sorella. Le lanciò uno sguardo simile ad una coltellata, alla sua battutina. Non l’ho scelto io, era rimasto questo. Ma che importa? Ci tenne a precisare, non che fosse importante ai fini del racconto, ma ecco, con Hazel un dettaglio rischiava di diventare un pilastro su cui basare fan fiction boys-love. Come se avesse scelto il busto in base ai propri gusti sessuali, che schifo! Ma non l’aveva con lei, certo che no, era abituato alle sue uscite orride. Era molto concentrato mentre, piano, sfilava le mutande del busto di sua sorella, posto affianco al proprio. L’odore non prometteva bene, era sgradevole e camuffato male da un deodorante maschile. Storse il naso. Insomma, non c’era niente di entusiasmante o di stimolante nel prendersi cura di un pene o di una vagina, in particolare se questi non avevano un corpo con una faccia, e soprattutto un cervello. A Gideon poco cambiava, che si trattasse di un organo maschile, o femminile, che fosse l’organo sessuale, o un’ascella o una cavità poplitea. Solo gli faceva un po’ ... senso, ecco. Cioè sembravano proprio veri! Con peli e liquidi compresi. Una volta calate le mutande di Mister Mazza, si aspettava di vedere un pene normale, magari un poco arrossato, ma scoprendo quello di Hazel, ciò che vide lo lasciò davvero di stucco. Aprì la bocca un attimo, e poi la richiuse, allontanando subito le mani da quel nido di batteri e malattie. Il pene di Hazel, chiamato appunto amichevolmente Mister Mazza, non era solo molto arrossato, ma era così gonfio che, se anche lo avessero appeso ad un albero di Natale, nessuno ci avrebbe fatto caso e sarebbe sembrato una palla rossa qualsiasi. Poveraccio, ma cosa gli hai fatto??? Il McPherson era davvero scioccato da ciò che stava osservando. Non era solo questione di trascuratezza, questo era proprio sadismo. Hazel era sadica. Ascoltò la sua spiegazione sul fatto che “pensava si lavasse da solo” strabuzzando gli occhi e poi stringendo le palpebre come a volerla analizzare come il caso umano che era. E come diavolo avrebbe dovuto fare a lavarsi da solo? Voleva davvero capire, non era un accanimento. Non ha mica le mani. Scosse la testa e per darle una lezione ancora più dura, ci tenne a paragonare i loro busti, per mostrarle come dovrebbe avrebbe dovuto essere un pene in salute e, invece, come NON avrebbe mai dovuto essere un pene, nemmeno per sbaglio. Abbassò le mutande del proprio busto, scoprendo l’organo genitale perfettamente pulito, dal colorito pallido nella norma, nessun odore in particolare a far sospettare infezioni. Noti qualche differenza? Domandò, sarcastico. D’accordo che il suo di recente aveva manifestato qualche problema di dubbia origine: aveva quelle che parevano delle ragadi anali, che il McPherson stava curando con un po’ di pomata adatta. Come vedi, il mio è perfetto, ha avuto solo piccoli problemi dietro di recente, spero qualcuno non abbia avuto l’indecenza di usarlo senza dirmelo. Poi l’illuminazione. Osservò prima il pene di Hazel, poi sua sorella in persona e poi il suo macchinino nudo. Hazel. Mantenne la calma. Non hai...fatto accoppiare i nostri busti, vero? Si sentiva violato e orripilato. Aveva tenuto con estrema cura il suo busto vergine e pulito, e poi era arrivava Hazel di soppiatto a distruggergli il lavoro??? Ma certo che lo aveva fatto, MA CERTO! Glielo poteva leggere negli occhi. PERCHÉ? Con chi altro lo hai fatto accoppiare??? Hai usato il preservativo? Non riusciva a credere che sua sorella gli avesse fatto una cosa simile, era... un untore a tutti gli effetti. Certo che l’ho usato! E l’espressione angelica con la quale accompagnava le sue bugie da demonio. Ma volle crederle, forse perché crederle al momento era più semplice o perché non la riteneva così irresponsabile e cattiva. Gideon prendeva seriamente i suoi compiti, anche troppo. Trattenendo le lacrime, mentre pensava e calcolava quanto tempo il suo ano ci avrebbe impiegato a guarire prima della consegna del compito, tirò su di forza la valigetta che aveva portato con se, leggermente scocciato, e l’aprì. Tiro fuori due grembiuli in nylon, legandone uno in vita ed aspettando che Hazel facesse lo stesso, due paia di guanti, uno per entrambi, e li indossò facendo in modo che arrivassero fino al gomito. Allo stesso modo, poi, tiro fuori una mascherina ed indossò anche quella, comprendo bene metà del volto. Era pronto. È così che ti occupi del tuo partner? Sexy. Il mio partner non ha la gonorrea, e comunque non ha nemmeno un pene. Sollevò entrambe le sopracciglia, in maniera allusiva. Non avevano mai parlato apertamente nè troppo nello specifico di Narah, ma entrambi sapevano che questa esisteva, ecco, anche se al momento le cose con lei non stavano proprio funzionando bene. Con calma, le mostrò come avrebbe dovuto fare per lavarlo bene, facendo l’esempio sul proprio busto così che Hazel lo copiasse. Devi portare giù la pelle così, sennò come fai a lavarlo bene? Sì così, non troppo...il giusto. Gli venne il dubbio che non lo avesse mai fatto, in questi mesi. La osservava, domandandosi in effetti che senso avesse che fosse lei a lavarlo, dato che un probabile partner avrebbe avuto due mani ed un cervello in grado di farlo da solo, o almeno sperava. Alla fine, però, era tutta cultura. Provava un po’ di compassione per lei. Haz, forse era meglio una vagina, era più semplice. Le disse, con tono tranquillo e cauto. Ci teneva che lei riuscisse nel lavoro, ma forse doveva partire da qualcosa di più ... conosciuto? Usa un sapone neutro questi giorni, non usare profumi, tanto la puzza si sente lo stesso. Era evidente che sua sorella avesse spruzzato del deodorante sul sul busto per coprire il misfatto. Era tanto che non gli avesse applicato anche un fondotinta per camuffare l’arrossamento, probabilmente perché non usava trucchi, sennò lo avrebbe fatto. Guardò Mister Mazza spurgare roba purulenta, con in volto un’espressione davvero disgustata che non riusciva ad evitare. Sciacqualo, e poi, molto importante, devi asciugare bene, non lasciarlo bagnato. Lava tutto, da davanti a dietro, mai il contrario. Anche lui fece lo stesso, con il proprio busto, sciacquando bene l’organo genitale sotto l’acqua corrente, più fredda che tiepida. Ti assicuro che non c’entra che io lo abbia, si tratta proprio di igiene personale. Asciugò bene il busto del suo manichino, prima l’organo genitale, e poi le natiche e l’ano. Adesso prima di ricoprirlo metti un po’ di questa crema, è per gli arrossamenti ed è anche antibiotica. Non metterne troppa. Gliela passò. Lui ne prese un’altra, cicatrizzante, per il proprio manichino tristemente stuprato. Una volta finito il lavoro, diede un paio di mutande pulite a sua sorella, ed un paio per sè. Lavalo tutti i giorni e... non fargli fare sesso. Non è proprio pronto per questo. Era un altro livello, magari Haz avrebbe potuto farlo l’anno prossimo. Forse.
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