don't follow me, i'm lost too

[draaamaaaa]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +6    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    295
    Spolliciometro
    +702

    Status
    Offline
    dizzy
    Woke up in the morning feelin' cynical, typical




    jane g. darko // what is it, asshole day?
    «lo sapevo che avresti scelto eli» Jane Darko inarcò un sopracciglio senza alzare lo sguardo, le labbra impercettibilmente tirate nell’ombra di un sorriso. Con la coda dell’occhio colse le spallucce dell’Hale, il quale, con i suoi organizzati monosillabi, aveva conquistato l’arido cuore dell’elettrocineta facendogli (quasi) scalare la vetta delle sue persone preferite; la «CON VASCO NON C’è COMPETIZIONE» empatica che invece, per motivi a Jane sconosciuti, parlava ad un tono di voce insopportabilmente alto e squillante, era al fondo della sua piramide sociale. Alzò pigramente la mano, liquidandoli con un prevedibile «zach.» che chiudeva definitivamente la questione: non aveva affatto bisogno di sentire le motivazioni dietro le loro scelte su quale dei personaggi di Lookism avrebbero voluto come fight buddy, ovvie prima ancora che potessero darvi voce; erano davvero dei maledetti clichè, quelli della squad03.
    Il sempre verde studio antropologico di Jane, opera ancora incompiuta ma sempre in costruzione, l’aveva portata ad avvicinarsi, suo malgrado, ai nuovi soggetti piovuti (letteralmente!) da secoli di distanza per comprendere (1) dove avessero sbagliato cent’anni prima e (2) quanto ancora fossero fottuti cent’anni dopo. Il come, invece, si fossero ritrovati a parlare di manga, manhwa, e man-this-is-so-good, non le era ben chiaro, ma era oramai diventato un appuntamento fisso per i tre sedicenni – assurdo allo sguardo di chiunque, considerando che non avrebbero potuto essere più diversi l’uno dall’altro: il ragazzo invisibile, la cheerleader delle cause perse, e Jane Darko (nessuna etichetta per lei, valeva il nome ad identificarla come soggetto particolare ed affatto promettente).
    Continuava a disporre i fogli al suolo in maniera casuale e disordinata solamente per studiare di sottecchi l’eccessiva reazione di Mac, il sudore ad imperlargli la fronte e le labbra strette fra i denti; lo vedeva quasi vibrare dal bisogno di aggiustarli, impossibilitato dalla caotica Diesel che, incerta, continuava ad afferrare prima un panel e poi l’altro, sventolando le avventure dei Burn Knuckles con l’orgoglio di una vera stan. Insomma: Jane si divertiva davvero con poco, ed esasperare il genere umano era da sempre uno dei suoi passatempi preferiti. Rendevano tutto così facile. Per quanto incoerente potesse apparire, la Darko non era davvero anti social quanto sembrava – anzi. Le persone non le dispiacevano, e non era certo colpa sua se generalmente il sentimento non era ricambiato; quei due lì, che malgrado valessero un certo grado d’intrattenimento non avrebbe definito amici, erano rare eccezioni nello spettro esistenziale.
    Così rare, da poter dire ne nascesse uno ogni cent’anni: ha ha ha.
    XD
    «ma, a proposito di vasco…» appoggiò la schiena contro il vetro delle Serre, una sigaretta a pendere morbida dalla bocca dischiusa. Sapeva che all’interno della scuola, perlomeno agli studenti (…o almeno, Sara Jane credeva) non fosse possibile fumare, ma ora che il suo big bro era insegnante.. cosa? Se si sarebbe fatta coprire dal Jackson? Principianti, quella sarebbe stata roba da perdenti; dicevo: dal momento che Euge, suo fratello!, era insegnante, in caso la Darko fosse stata scoperta impegnata in attività illecite, l’intero corpo docenti avrebbe potuto comprendere il motivo per il quale fosse cresciuta male. Non che i prof avessero tempo di occuparsi delle Jane selvatiche considerando che erano tornati in patria i trentenni del quinto anno, ma non si sapeva mai. «avete un coltellino?» chi l’avrebbe mai detto che Vasco, VASCO!, le avrebbe dato l’illuminazione divina su come svolgere i propri compiti? (sara) Nessuno.
    Come nessuno avrebbe potuto prevedere le repliche dei suoi compagni di merenda:
    «DI CHE COLORE?»
    «preferenze sulla dimensione?» pure tu, Mac.
    Ma cosa non andava negli adolescenti. L’occhiata di Jane, ignorata da una svestita Diesel che – santo cielo, ma dove li teneva tutti quei coltellini @vice preside is that safe - mostrava le sue cinquanta sfumature di acciaio, investì solamente Mac, che colpevole e imbarazzato si strinse nelle spalle: «non sono miei» Doveva farla sentire meglio? «sono di cj»
    Ah, ecc-
    No, niente. Era quasi (quasi) impressionata: «gliel’hai rubati? uau wild» purtroppo la lingua dei segni non era il suo forte, quindi non ci provò neanche a comprendere i gesti nervosi del Corvonero. Per placare gli animi generali, prese una lama assolutamente casuale, e la conficcò nella patata che teneva sempre in tasca per ogni emergenza. Voi direte: quale emergenza poteva aver bisogno di una patata? Come avrebbe detto il grande intenditore barrow p-hot-ato skylinski, tutte. Incise “buona sorte” in comic sans caratteri gotici sulla dorata buccia del tubero, decidendo di lasciare ai due ragazzi una mai troppo rara perla di saggezza Darko TM: «regalare patate è un ottimo modo per fare amicizia, d’altronde piace a tutti» come detto e sottolineato più volte, c’era più d’un motivo se Jane aveva (2) pochi amici.

    [edit: jane si sposta in solitaria in direzione della foresta proibita, ma sara si era già sforzata troppo per scrivere anche quello; datelo per scontato]
    «ehi» tentò un innocuo sorriso in direzione di un ignaro studente di Hogwarts, le ciglia corvine a battere rapide sugli occhi azzurri. Arcuò le sopracciglia facendogli cenno di avvicinarsi, abbassando poi il tono di voce di un’ottava. «lo vuoi sapere un segreto?» Spoiler: no.
    E lei gliel’avrebbe detto comunque perché SWAG (some wizard are gay?) (some wizard are gay).
    muggle
    electrokinesis
    16 y.o.
    vi year
    vega
    sheet
    pensieve
    aesthetic
    headphones
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    CIAO. allora, ho aperto la role in serre perchè volevo un setting #wat ma se per caso voleste scrivere un fittizio, fischiate e sposto nella sezione giusta mlml


    Edited by t.h.u.g. - 14/9/2019, 00:40
     
    .
  2.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    258
    Spolliciometro
    +538

    Status
    Offline
    Clap along if you feel like happiness is the truth
    Because I'm happy
    Clap along if you know what happiness is to you, eh hey.
    «CHEEEELS!!!» Sbuffò, smettendo di agitare annoiata l’asciugamano sopra la testa a mo’ di elicottero. Si girò verso l’amica, il tono lamentoso di una bambina di 5 anni in astinenza da zuccheri, mentre prendeva ad asciugarsi i capelli bagnati con gesti vigorosi. Sua madre le diceva sempre che se avesse continuato a trattarseli così di cattiveria sarebbe arrivata ai vent’anni completamente pelata ma eh, magari!!! Mica c’era nulla di male nell’avere un look audace, no?? – «Potrebbe essere il mio tratto distintivo quando sarò una battitrice famosa, grazie mamma!» «… Hazel Elizabeth McPherson, non osare o dovrai dire addio alla tua collezione di riviste sportive» «Ma???? MAMMAAAAAA.» –.
    Eh sì, nonostante la McPherson fosse reduce di un intensissimo allenamento di Quidditch, in corpo aveva ancora tutta l’energia necessaria per rompere le scatole ai poveri esseri viventi che si degnavano di ascoltarla in quello spogliatoio: Chelsey, per l’appunto. Che d’altronde condivideva con lei il dramma che l’affliggeva, EH!!1!
    Davvero. In quei giorni Hazel si stava annoiando non a morte, di più. Probabilmente agli Inferi si sarebbe divertita di più?? Sì, ne era convinta. Suo fratello le aveva suggerito, pur sapendo che lei gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia neanche avesse detto la barzelletta più divertente del mondo, di “passare il tempo coi compiti” ma… quando mai. Quindi insomma, aveva apprezzato l’interesse di Gideon ma se stava zitto era lo stesso #kattiva
    Si sedette di botto sulla panca, le gambe divaricate alla cowboy in maniera ben poco femminile. «Cosa facciamo oggi? Eh, eh?? Facciamo un giro da qualche parte? Facciamo esplodere qualcosa? E domani che facciamo???» Per la sfortuna della Weasley, Haz faceva così da quando era iniziato l’anno scolastico ed erano passati due, due giorni senza poter più torturare il punchball di fiducia della Chazel, nella fattispecie Dante. Non era neanche riuscita a combinarlo con qualche bel ragazzo nei suoi numerosi appuntamenti al buio! La disgrazia, l’Apocalisse, un vero pekkato. Eh vabbè, lei era in attesa di qualche altra vittima da sottoporre ai suoi test amorosi. «A quest’ora avremmo potuto nascondere i libri di Dante o rimbalzarci sopra stile wrestler.» Sospirò malinconica, in memoria dei bei vecchi tempi in cui lei e Chels avevano avuto la cavia perfetta. Ebbene, la piccola e sadica Hazel non riusciva a venire a patti con l’inevitabile realtà: Dante era cresciuto, lei era cresciuta, là dentro tutti stavano crescendo e, ben presto, da adolescenti sarebbero divenuti – delle bestie senior, nel suo caso – degli adulti. CHE SCHIFO!!1!1

    Era risaputo che la McPherson fosse fuori di testa da… da sempre, in effetti. Comunque, non ci si doveva dunque sorprendere se come passatempo fosse solita farsi un giretto verso la foresta proibita. Sul serio, piuttosto che rimanere con le mani in mano – e ultimamente accadeva fin troppo spesso – era disposta a tutto, anche appostarsi dietro qualche cespuglio random a fissare gente altrettanto random col cannocchiale. Ogni tanto lo faceva e rimaneva sempre stupita da quante cose si notavano con il caro, vecchio stalking che solitamente sfuggivano all’occhio umano! Tipo che, in percentuale, erano più gli adulti a togliersi le caccole dal naso rispetto ai bambini che schifo Haz, disgusti pure la player, che a volte i piccioni facevano la cacca proprio nel cappuccio delle tue felpe e te ne saresti accorto solo a casa, a gran sorpresa – piccoli bastardi – e tante altre cose misteriose e affascinanti.
    Che cosa poteva fare, dai???? Mmmmh. Le parole di Gid le tornarono in mente, facendole storcere il naso per l’eresia della cosa. Okay che prima o poi – più poi che prima – avrebbe dovuto iniziare a impegnarsi per non rimanere a Hogwarts fino alla pensione – senza alcun attestato di studi, ovvio – e, dopo, nella sua forma fantasma, ma meh. Diciamo che le cose che non corrispondevano alla sua personalissima idea di utile e costruttivo non la interessavano per niente, men che meno quelle per cui doveva far sudare il suo unico neurone da troglodita rimasto. Compiti. Tsk. E poi, aveva mica dei compiti facili da svolgere?? Naaah, tutti troppo faticosi. A meno che… una lampadina le si accese in testa, con la luce un po’ intermittente perché non veniva usata praticamente mai: il drama club!!! Quello sì che era facile!
    «ehi» Una voce dall’oltretomba. Haz si volse verso la ragazza che l’aveva richiamata. Mmmh, era sicura di averla già vista da qualche parte, il problema era ricordare dove. Eh vabbè. «Ciao!» rispose allegramente, allargando le labbra in un sorriso entusiasta. «lo vuoi sapere un segreto?» Aaaaw, lei amava i segreti! Si rinvigorì, prendendo a saltellare sul posto senza un reale motivo. Dai dai dai, voleva assolutamente saperlo!! Ma prima… «BARBABIETOLA!» le urlò in faccia, con profonda convinzione. Bene: compito assegnato dal prof Henderson, fatto. Lo spuntò mentalmente dalla sua lista di cose da fare. Uao, era strano sapere di aver fatto i compiti. Avrebbe potuto persino abituarcisi. Chissà che il professore non le avesse dato un compito così facile perché sapeva non ne avrebbe avuto voglia, sennò?? Chi lo sa. «Comunque. Sì CHE VOGLIO SAPERLO, SPUTA IL ROSPO.» Guardò la ragazza dai capelli corvini a occhi sgranati, il fiato sospeso in attesa di quel segreto di Stato.

    HAZEL E. MCPHERSON
    age:16 y.o.
    house:gryffindor
    hobby:Quidditch
    QI:404 NOT FOUND
     
    .
  3.     +4    
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Special Muggle
    Posts
    295
    Spolliciometro
    +702

    Status
    Offline
    dizzy
    Woke up in the morning feelin' cynical, typical




    jane g. darko // what is it, asshole day?
    Jane non era particolarmente esperta di interazioni sociali, ma quando domandavi a qualcuno
    «lo vuoi sapere un segreto?»
    E questo replicava, urlando
    «BARBABIETOLA»
    Capivi che qualcosa non andava. Osservò la Grifondoro con il cipiglio severo ed affascinato che meritava, chiedendosi, ed assurdamente per una delle rare volte nella sua vita, chi fra loro avesse fallito di più. Entrambe? Entrambe. Aveva una faccia tonda e familiare, ma per l’attenzione che la Darko poneva al genere umano, poteva tranquillamente essere la sorella (o perché no, la stessa versione dopo la transizione di gender) del bambino dei kinder cioccolato. Per essere una (paparazzo) fotografa, era fisionomista quanto un monaco cieco abitante la cima del Kilimangiaro.
    Eh, vabbè. «Comunque. Sì CHE VOGLIO SAPERLO, SPUTA IL ROSPO.» Fra i (pochi) pregi della Darko, v’era però una spiccata immaginazione, e le parole della ragazza non poterono che triggerare i war flashback di Eugene Jackson a pictionary; aveva l’opera d’arte disegnata dal bro, sputare il rospo, appesa in camera, per ricordarsi ogni mattino che la sua giornata poteva sempre peggiorare.
    Ma torniamo al compito del drama, aka il motivo che l’aveva spinta a cercare in primis un approccio con il genere umano che non comportasse fumetti, critiche poco costruttive, o foto di cose morte. «hai mai sentito parlare di lookwat umeidmedu? È bionda, alta all’incirca così» così, non vi interessa sapere quanto – perché non lo sapeva, ecco. «beh, è una tibiavorio, come me. chiaroveggente. E questa…» si avvicinò, una mano infilata criptica all’interno della tasca della divisa. «questa, a giurarci su dio – o Buddha, allah, peter griffin, qualunque sia la tua religione – ha assicurato sia una delle dieci patate magiche della famosa potatohenge» la guardò come se fosse ovvio quel di cui parlava, una conoscenza basilare della quale non poteva essere privata, così che nel timore di non passare per stupida, non facesse troppe domande *meme dito sulla tempia*. «porta fortuna – guarda, c’è anche scritto: “buona sorte”» le indicò con l’indice, mostrandogli la patata magica da una distanza di sicurezza – eh, non voleva mica gliela rubasse: non c’era mai da fidarsi con i tossici, e la castano dorata aveva tutta l’apparenza di una cocainomane. «è rarissima. rarissima. ma, sai com’è, conoscenze…collegamenti…link ipertestuali…» ??? jane darko usa: tecnicismo babbano. Prega sia super efficace!! «se potessi tenerla io lo farei, però eh!, ci sono ancora un sacco di controlli dalle nostre parti» indicò lo stemma sulla propria divisa, stringendosi poi nelle spalle. «quindi sono costretta a venderla. Mi sembri una» tossica. «ragazza davvero» strafatta. «stupefacente; secondo me siete perfette l’una per l’altra» la fece dondolare ipnotica di fronte al viso della fanciulla, stringendo poi protettiva la patata nel palmo. «e per questo, sono disposta a farti un buon prezzo. Ci stai?»
    muggle
    electrokinesis
    16 y.o.
    vi year
    vega
    sheet
    pensieve
    aesthetic
    headphones
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
    .
  4.     +4    
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,073
    Spolliciometro
    +2,074

    Status
    Anonymous
    I wake up every day with this anxiety
    shy ✖ awkward ✖ soft ✖ kind
    A paranoid man makes paranoid plans
    I do what I can,
    but it's out of my hands
    Strugglin' just to find my peace
    GIDEON
    MCPHERSON
    sheet
    pensieve
    aesthetic
    headphones
    Gideon aveva sempre osservato con ammirazione ed un po' di bonaria invidia chi sapeva recitare. Non solo perchè aveva scoperto che nonna Bana negli anni cinquanta era stata un'acclamata attrice teatrale, ma anche perchè credeva che questa dote fosse utile un po' nella vita di tutti i giorni. Pensava che riuscire a dissimulare le proprie emozioni, controllarle, riuscire a camuffare le proprie reali espressioni così che non si leggesse in volto ciò che stava provando o pensando, fosse indispensabile , ma lui il più delle volte lui non ci riusciva, era un libro aperto. Il teatro era controllo. E più che mai Gideon desiderava avere anche solo un minimo controllo su sè stesso, sentirsi diverso da com'era, perchè così com'era non si piaceva. Essere qualcun altro, spesso, era per lui piacevole. Scoprire di essere un metamorfomagus era forse stato un segno divino che avrebbe dovuto fargli capire che poteva davvero essere chi voleva. Ma doveva studiare, per riuscirci. Non bastava un aspetto diverso a renderti effettivamente differente, era necessario saper recitare. Per questo aveva deciso di frequentare il drama club di Henderson, convinto che l'avrebbe aiutato a tirare fuori ed allenare una parte di sè presente ma immatura e piccola. La recitazione richiedeva concentrazione ed una buona dose di sfacciataggine che lui, purtroppo, non possedeva. Non quanto avrebbe dovuto. Facendo un giro per le serre, il McPherson riconobbe la voce squillante e molesta di sua sorella e questo lo attirò ad indagare, andare più a fondo. Con chi stava parlando? Non riusciva a riconoscere chi ci fosse al suo interno, ma poi...BARBABIETOLA!
    O CRISTO! Ma certo! Era chiarissimo! Una barbabietola assassina la stava attaccando dentro la serra!!! Quelle creature carnivore!!! La stava mordendo?! Fece irruzione dentro la serra in maniera del tutto inaspettata quanto teatrale, come si vede nei film americani, no? Giurò anche di aver sentito uno spiffero di vento scompigliargli capelli e mantello, per rendere più reale quell'idea di slow motion accattivante. Le palpebre che sbattevano a rallentatore. HAZEL?
    O-ops, mamma quanta gente, non se l'aspettava.
    Per un attimo, la sua sicurezza vacillò e desiderò sprofondare nel proprio angolino di solitudine.
    Riuscendo a concentrarsi e levandosi dal panico, constatò due cose:
    - Hazel stava bene, nessuna barbabietola a mutilarla.
    - C'era Jane Darko, l'amica di Narah, quella che riusciva ad intimidire Gideon con un solo sguardo.
    CHE VERGOGNA! Arrossì, mostrando A TUTTI nella serra, quanto fosse a disagio. ECCO! Quello era il momento giusto per allenare le sue doti recitative, per mettersi alla prova, camuffarsi, insomma. Forse avrebbe evitato di mostrare quanto agitato fosse? Si schiarì la voce, un po' intimidito dalla situazione, ma poi tentò di calarsi nella parte. Sguardo semi serio, espressione glaciale. Avanzò fino ad arrivare al gruppo, ponendosi non troppo distante da Jane.
    Raccolse un sasso dal terreno della serra e con un tocco di bacchetta lo trasfigurò in una patata. La osservò con sguardo critico, rendendosi conto come un vero inteditore(?) che sì, era proprio una bella patata! Con apparente disinvoltura passò con lo sguardo in rassegna prima sua sorella, e poi Jane ed il resto dei presenti. Rigirò il tubero tra le mani, poggiando la schiena a contatto con il vetro della serra, esattamente come la special che gli stava vicino, mise in bocca un bastoncino di legno raccolto da una pianta non velenosa, ad imitare una sigaretta che pendeva dalle labbra. Proprio come lei. Trasfigurò la propria bacchetta in un coltellino, simile a quello della Darko e tirò fuori la patata. Iniziò ad incidere il tubero, imitando i movimenti della ragazza con zelo, sperando di non tagliarsi via una falange.
    E' qui lo spaccio di patate? Mostrò la propria opera d'arte, la patata con scritto "Buona sorte" ma al contrario della Darko, la grafia del McPherson era davvero e disgraziatamente il Comic Sans.
    Vorrei vendere la mia. Onesto.
    Chissà cosa avrebbe pensato Narah, sapendo che lui e Jane vendevano la propria patata nelle serre della scuola!!! Ma soprattutto, sua sorella. Cosa avrebbe pensato sua sorella? No comment. Anticipò alla ragazzina, con tono che pareva più una supplica che un ordine.
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco
     
    .
3 replies since 13/9/2019, 23:16   225 views
  Share  
.
Top