I'm stuck in my brain again

akelei + elijah

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    Le dita sfiorarono appena la pelle sul collo, sussultando nell’imbattersi negli ematomi ancora freschi. Qualcosa di caldo e appiccicoso inumidì l’indice della Beaumont, un’imprecazione appena udibile quando si rese conto che era sangue. «no, no, no merde» sapeva di essere messa male, ma aveva sperato fino all’ultimo minuto di riuscire a passare inosservata davanti a Will. Come? Pensava che entrare in casa senza maglietta avrebbe aiutato a distrarlo, ma con il volto sanguinante non era certa che avrebbe fatto effetto. Rimase sul pianerottolo del suo appartamento per alcuni minuti riflettendo sul da farsi, non era come se potesse cacciare William con una telefonata e non tornare avrebbe complicato ulteriormente la situazione. Non voleva farsi vedere così, si era già esposta al Barrow più del dovuto, e non aveva intenzione di farlo entrare ancora di più. «vaffanculo» mise una fine a quel dibattito, girando la chiave nella serratura di casa. Non le poteva fregare di meno di William - aveva affermato il contrario solo pochi momenti prima, ma ochei. Mise piede nell’appartamento con cautela, lo sguardo vigile a saettare da una parte all’altra della stanza in cerca del biondo. Nessuna traccia. Riuscì quasi ad arrivare in camera sua, tenne il fiato sospeso pronta a cantar vittoria, quando il Barrow si materializzò davanti a lei. «non ti ho sent- che cazzo» «intéressant. Devo proprio andare» fece per sorpassarlo incurante del suo volto turbato. Sperava che lasciasse correre, non era la prima volta che la vedeva un po’ fucked up. E invece. Percepì le dita del biondo avvolgersi attorno al suo polso, la stretta appena percepibile quasi a lasciarle una scelta - se vuoi andare non sarò io a fermarti. Fosse stata un’altra Akelei e lui un altro William non avrebbe esitato a liberarsene, l’ennesima conferma che, fuori dalla camera da letto, non erano niente l’uno per l’altra. Questa Akelei, invece, decise di rimanere. Si voltò verso la figura dell’uomo con un sorriso insanguinato stampato in volto, non che se ne fosse accorta, rifiutandosi di affrontare l’elefante nella stanza. Quando lo vide aprire bocca per poco non temette il peggioh, gocce di sudore freddo che iniziavano a scendere sulla fronte «vieni» ah ochei.gif, si aspettava peggio. Forse si era finalmente rassegnato, sapendo quanto poco la Beaumont fosse incline a condividere cose. Lo seguì fino in bagno, osservandolo rather amused mentre frugava tra gli armadietti – certo, avrebbe potuto aiutarlo, ma da dove era seduta aveva una perfetta vista sul suo culo. Se all’inizio quel silenzio le era parso confortante, avere il ragazzo a pulirle il sangue dal viso senza che spiccicasse una parola stava diventando irritante. Lo sapeva che c’era solo una cosa che Akelei amava di più di se stessa, ed era il parlare di se stessa. «j'ai sous-estimé la situazione» ammise cercando il suo sguardo, l’ombra di un sorriso sul volto di William. Fils de pute. «non era solo come pensavo e la cosa ha compromesso tutto. Non importa adesso, ho ancora tutti gli arti» gli mostrò la bellezza di ben dieci dita, ma neanche quello riuscì ad alleggerire la situazione. Si sentiva un po’ come Elisa e Sara prima che Lip esplodesse in faccia a Fiona. Il Barrow spostò una ciocca bionda dietro l’orecchio della donna svelando un’altra ferita, il batuffolo di cotone a tamponare leggero sulla fronte «le impronte sul collo non mi sembrano niente» «lo sai che mi piace giocare rough» oh, lo sapeva più di tutti. Ripensando alle mani dell’uomo che si stringevano su di lei perse l’ilarità in viso, mentre con le dita scendeva sul collo a sfiorare quei marchi - non era stato piacevole, ma le aveva fatto realizzare una cosa. O meglio, accettare un qualcosa che negava da settimane. Era fatta così Akelei: ci voleva una near death experience per convincerla a venire a patti con la realtà. «ti devo dire una cosa» posò la mano sul suo braccio per farlo fermare, un’insolita tensione nelle parole della bionda. Vide come lo sguardo mutò, quell’allarme a scattare in lui ogni volta che doveva parlargli – come se avesse dovuto lasciarlo da un momento all’altro. Non lo aveva capito che ormai era stuck with her? «mi sento un’idiota a dirlo ad alta voce, come in quelle stupide rom-com che ti guardi» e che costringeva lei a guardare, tra parentesi. Se stesse procrastinando in quel momento? Sempre, meglio continuare a giocare con le dita dell’ex corvonero che parlare. «sai, c’è stato un momento dove non ero sicura che ce l’avrei fatta. Continuavo a pensare a te e ai criminali, a come noi due avessimo una questione in sospeso» una vita in sospeso. Non importava quanto le facesse male continuare a parlare, per lui avrebbe sempre fatto un’eccezione. Avvolse le braccia attorno all’uomo, le dita a disegnare sentieri immaginari sulla sua nuca – c’era solo lui in quel momento, l’unica persona di cui aveva bisogno «ti amo, william barrow, e ti prometto che non sarà così facile liberarsi di me» forse, quella volta, William si sarebbe finalmente convinto che la Beaumont non sarebbe andata da nessuna parte. You and me? It’s a forever kind of thing.

    Quanto tempo era passato dal suo ritorno? Difficile dirlo, quando i giorni si succedevano in una lenta monotonia. Non che Akelei ci facesse caso, al passare del tempo, non quando era impegnata a mettere insieme i cocci di quello che era accaduto un mese prima.
    Akelei Beaumont conosceva bene la morte, era stata la sua fedele compagna sin da quando memoria. Un passatempo, un lavoro, un dovere. Eppure, non riusciva ad accettare quanto era successo a suo figlio. Suo figlio, capite? Due anni prima non avrebbe mai dato molta considerazione ai legami di sangue, ma quei tre maledetti criminali avevano rotto qualcosa in lei – era quello che si provava ad avere un cuore? Qualsiasi cosa fosse non la voleva, era disgustosa e le faceva venire voglia di sboccare. Forse era stato quello a indurla a contattare Elijah, insieme a un pensiero molesto che si infiltrava nella sua mente nei momenti meno opportuni. Pensava a Silke, al figlio che aveva abbandonato senza scrupoli anni prima, che se non poteva avere Barry almeno avrebbe tentato di riparare quel vuoto nella sua anima al meglio. Era egoista da parte sua? Usare un figlio mai voluto per riempire un vuoto lasciato da un altro? Non le importava, non era quello il momento si fermarsi a riflettere su questioni di scarsa importanza, dopotutto non era caduta così in basso. «dimmi, elijah, quanto ti ricordi del tuo passato?» incrociò le gambe, il braccio a poggiarsi rilassato sullo schienale della panchina – nulla della Beaumont rivelava quanto fosse on edge, nascondeva così frequentemente le sue emozioni da averne fatto uno stile di vita, e quell’evenienza non era un’eccezione. «anche se il motivo per cui ho voluto incontrarti è un altro, ti ricordi qualcosa di un bambino? Il mio bambino» parole amare e sconosciute a scivolare dalla lingua della bionda, come le la sola menzione di un figlio fosse troppo disturbante per la sua mente. Lo era, effettivamente, ma lungi da lei ammetterlo. Frugò qualche attimo nella sua borsa per rivelare un pezzo di tessuto carefully wrapped, le sue dita esitanti per qualche secondo prima di porgerlo al ragazzo «non so se questo possa aiutarti» se avesse sciolto il nodo che teneva l’intera costruzione insieme avrebbe trovato un piccolo bracciale al suo interno, simile a quelli che si usavano negli ospedali per i neonati. Akelei pensava che potesse essere utile al suo potere, o in caso contrario conosceva altri metodi per arrivare alla verità.
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