Hungry or angry, that is the question

2019 | ft. dylan

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    «Mmmh.
    Mmmmmhhh.
    Mmmmmmmmmhhhhhhh.»

    La quiete prima della tempesta.
    «BEH MA SAI, io prenderei anche tutto perché è tutto buonissimo e non mi so proprio scegliere oltre al fatto che poi mio fratello rompe perché dice che mangio troppa spazzatura. Non che le tue cose siano spazzatura eh, solo che sai, ultimamente con tutte queste diete delle superstar(???) ritornano a fare i salutisti e io non capisco proprio perché nessuno apprezzi quando faccio gli hamburger con crema di cavoli, marshmallows e acciughe che SONO SPETTACOLARIH!!1! La prossima volta glieli porto. Possono dire quanto vogliono che rischio sempre di far prendere fuoco a tutta la cucina e a nonna Bana e il pane è più carbonizzato dei miei neuroni.
    Le api frizzole mi piacciono TROPPOH ma tipo mia madre ha paura che io combini qualche guaio provando a mangiarne a chili per alzarmi da terra quel che basta per arrampicarmi sui tetti – tempo fa ci ho provato e ho vomitato ma secondo me ne ho mangiate troppo poche – – anche ad arrampicarmi sui tetti e ci ero pure riuscita –. Insomma, se lo venisse a sapere sarebbe un bel casino.
    UUUUUH BONBON ESPLOSIVI?? Non posso mangiare nemmeno quelli, mi provocano una strana allergie e poi passo la notte al cesso #finezza FONDENTI FEBBRICITANTI??? Neanche, mi fanno venire la febbre perché sono drogata dei fondent-»

    “STAI. ZITTA. Per l’amor del cielo, VUOI STARE ZITTA? TIENI.”
    Fu così che Hazel ebbe tanti dolci gratis per la parte che non riuscì a pagare coi soldini che aveva in tasca, perché il commesso non ne poteva più del suo chiacchiericcio – per quanto era in grado di non riprendere fiato? Un’ora? – e, pur di mandarla via, le aveva riempito un sacchetto di roba random, buttandolo sul bancone senza tante cerimonie.
    Haz sgranò gli occhi estasiata, e si sentì come una bambina a Natale. Poi il cervello fece contatto per quei millesimi di secondo che bastarono a farle realizzare che il tipo era stato parecchio scorbutico e sgarbatoH, ma come si permetteva di parlarle in quel modo??? Se fosse stato un suo coetaneo l’avrebbe preso a pugni o buttato giù dalla scopa durante una partita. «Lei è un grandissimo maleducato, sa?? Cosa crede, che essendo più grande di me possa fare il furbo per caso? BIFOLCO.»
    Ora, se ci fosse stato suo fratello, preparatissimo a ogni evenienza dopo anni passati a salvarla dai pasticci, avrebbe saputo perfettamente cosa fare. L’avrebbe guardata male per farle capire che doveva tapparsi la bocca e poi l’avrebbe afferrata per un braccio. Si sarebbe scusato e, infine, l’avrebbe trascinata in lidi più tranquilli per evitare scoppiasse una rissa.
    Purtroppo, in quel momento Gideon era a farsi gli affaracci suoi – sì, non aveva voluto accompagnarla nonostante sapesse che lei detestava uscire senza compagnia. Chissà cosa aveva da fare di così importante da trascurare la sua povera sorellina!!! Che tra l’altro veniva decisamente troppo viziata da Gid, che la accontentava ove possibile, ma Haz non si perdeva in queste sottigliezze: era più semplice dargli la colpa, insomma. E niente, se nessuno dei gentil signori presenti l’avesse distolta dai suoi propositi avrebbe dato il via a un litigio nel bel mezzo del Red Velvet.

    HAZEL
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    dylan kane
    hufflepuff | 14 | iv year | soon to be fury | sweet tooth
    Alcuni giorni erano più facili di altri.
    Alcuni giorni, Dylan poteva quasi convincersi che tutto andasse bene, che la sua vita era sempre la stessa e che nulla era cambiato; convincersi che il suo papi fosse ancora lì con lei, che sua mamma non controllasse ogni aspetto della sua vita e che il suo fratellastro non fosse rinchiuso ad Azkaban con l'accusa di aver ucciso suo padre.
    Loro padre.
    Alcuni giorni, davanti a una bella fetta di torta o ad un sacchetto di caramelle gommose, Dylan poteva fingere di essere come tutte le sue amichette.
    E a furia di fingere, stava iniziando a crederci sul serio: i problemi le scivolavano addosso, oppure venivano spazzati via da sorrisi malandrini e sguardi tipici di chi era pronto a commettere l'ennesima marachella della giornata. Se si teneva impegnata, ripeteva, non aveva tempo per i pensieri brutti e tristi.
    Alcuni giorni, Dylan era semplicemente Dylan.
    «Quanto costano?» il prezzo riportato sul cartellino, aveva deciso la Tassorosso, poteva essere sbagliato: magari c'erano gli sconti e non avevano ancora finito di aggiornare tutte le targhettine. Rivolse un grande e radioso sorriso al commesso, stringendo nelle mani paffute i pochi spicci che le rimanevano: l'anno scolastico era quasi finito e sua mamma non aveva alcuna intenzione di mandarle altri soldi perché convinta che la ragazzina avrebbe finito con lo spenderli in cose inutili.
    Ovviamente Sabine aveva ragione: tutto quello che le era stato inviato poche settimane prima era finito in dolciumi e cibo spazzatura, perché era il suo metodo per tirarsi su il morale e per ritrovare il sorriso, scusate tanto. Riempirsi le tasche di dolcetti e cioccolatini e poi passare la notte sul letto di Pep fino a sentire male al pancino: consigliatissimo, al centocinquanta percento!! Ogni male e brutto pensiero svaniva quando Dyl aveva acanto la sua migliore amica e il cibo!
    Il commesso le indicò il cartellino, invitandola a leggere in maniera abbastanza sgarbata, e la Kane abbassò lo sguardo, improvvisamente triste: i (non) risparmi che aveva non bastavano per comprare le sue caramelle preferite, avrebbe dovuto scegliere altro.
    Si incamminò dunque, fiancheggiando gli alti scaffali pieni zeppi di leccornie che Dylan non poteva permettersi – se anche avesse chiesto più soldi alla mamma, Sabine avrebbe rifiutato categoricamente perché detestava il modo in cui sua figlia si stava lasciando andare, e il fatto che fosse ancora troppo pienotta e sovrappeso per i suoi gusti. Sabine Dubois voleva la figlia perfetta, bella e delicata, e invece era rimasta incastrata con quella puffa cicciottella che non riusciva a mantenere pulito un vestito o un'acconciatura intatta per più di cinque minuti. Lo sentiva il modo in cui sua mamma parlava di lei con le sue amiche, quando credeva che Dylan fosse impegnata o lontana; lo sapeva di non essere all'altezza delle sue aspettative, di non esserlo mai stata, ma non riusciva a non essere quello che era. A sua mamma non piaceva il suo carattere e a Dyl non piaceva il fatto che a sua mamma non piacesse. Punto. In quei momenti, le mancava tantissimo il suo papà, che l'aveva sempre fatta sentire parte di qualcosa e, soprattutto, amata. Non poter più correre nel suo ufficio quando la mamma la sgridava era... no, non voleva pensarci. Sentiva gli occhi pizzicarle e lacrime minacciare di bagnare le sue guance paffute; non poteva piangere davanti a tutti i clienti del Red Velvet.
    Tirò su col naso e afferrò una scatola di cioccolatini meno buoni ma che rientravano nel budget, poi si diresse verso il bancone per pagare. Fu lì che ebbe modo di assistere alla scena più divertente della giornata.
    Una studentessa stava rovesciando sull'uomo dall'altra parte del mobile un fiume di parole che la Tassorosso non riusciva a seguire: captò solo qualche frase o parola, tra cui “marshmallows”, “Api Frizzole”, “arrampicarsi”. Interessata, si avvicinò un po' di più, e si mise ad ascoltare senza nemmeno fingere di fare altro, occhioni incollati alla figura della ragazzina e cioccolatini stretti al petto. «Anche a me piacciono le Api Frizzole!!!» Non glielo aveva chiesto nessuno, ma Dyl amava dare il suo contributo anche quando non necessario (quindi: sempre). Sorrise ad entrambi, ma l'uomo non sembrava particolarmente contento; il secondo dopo esasperato... lasciò andare la ragazzina con un sacco di dolciumi gratis!! COSA???? WOW!!! MA DAIII!!! CHE MAGIA ERA!! Portò lo sguardo sulla scatolina che teneva stretta, poi sulla manciata di falci che le rimanevano, poi lo alzò sull'uomo: «posso....?» Ah non poteva??? UFFA. Doveva iniziare a parlare veloce veloce come l'altra ragazzina per ricevere dolciumi gratuiti??? No, perché era pronta eh!!! PRONTISSIMA!!
    E invece no, le toccava pagare.
    Fece per avvicinarsi al bancone e posare la quantità di monete necessaria per pagare la sua scorta di zuccheri giornaliera, ma l'altra ripartì all'attacco.
    Ora, finalmente, Dylan la riconosceva: Hazel, Grifondoro, avanti di due anni rispetto a lei, Battitrice. La salutò con un gesto della mano, rivolgendole anche un grandissimo sorriso, ma Haz aveva una questione in sospeso con il tipo.
    «Lei è un grandissimo maleducato, sa?? Cosa crede, che essendo più grande di me possa fare il furbo per caso? BIFOLCO.»
    Come una scimmietta qualsiasi, la Kane si guardò intorno, confusa. Che succ.
    Le aveva regalato..... un sacco.... di cose..... Dylan non capiva – non una novità, insomma.
    Oh mio dio ma voleva forse scavalcare la struttura di legno massiccio per tirare un pugno all'uomo????? OH NO. Istintivamente, come se di fronte a lei ci fosse Pep e non una perfetta sconosciuta, Dylan afferrò la maglia di Hazel e cercò di trattenerla. Non era una che si tirava indietro da una bella azzuffata, ma così??? In un negozio?? CON UN UOMO ADULTO???? Era un po' estremo, no?!
    «Nooooooo non farlooooooooo» veloce, Dylan, pensa a qualcosa per farla desistere!!! «Se.....se..... se lo picchi poi ti bannano dal negozio1! NIENTE PIU' DOLCIIIIII!!11!!!» E se non era quello un modo per farla calmare e rivalutare le priorità del giorno, Dyl non sapeva proprio che altro fare!!!
    Si avvicinò ancora un po' di più alla maggiore, quasi abbracciandola. «Pensaci.... non ne vale la pena!11» le sussurrò quasi, rivolgendo poi un sorriso di scuse all'altro... sorriso che si gelò l'istante dopo: E SE ADESSO PENSAVA CHE ERANO IN COMBUTTA E DECIDEVA DI BANNARE ANCHE LEI?!?!
    ODDIO.
    UN INCUBO.
    Dovevano andare via prima che la loro foto venisse appesa sulla vetrina del Red Velvet, seguita da un "io non posso entrare" molto rude :c
    «Hazel........perché non mi fai vedere cosa hai comprato!!!» Non era di certo un suo punto forte, la diplomazia, ma aveva fatto abbastanza pratica con la Peetzah da riuscire, quanto meno, nella tattica di distrazione: sperava di portare la McPherson lontana da lì con la promessa di scambiarsi pareri e opinioni su quale delle schifezze raccimolate fosse la migliore #wat
    the loudest
    in the room.
     
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