2119: kali

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    It's fate, not luck.

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    william b (i) - shot - akelei - murphy - ken - alexander rhodes


    Non avete alcuna certezza, Viaggiatori temporali o dimensionali che siate: andare a Salem, cento anni dopo i vostri compagni, non assicura alcuna risposta certa sul vostro futuro, ma quale altra possibilità avete? Quale altra speranza avete? E quando pensate di separarvi, di lasciare al sicuro i più fragili – coloro ad un soffio dalla morte; le bambine, certo che altri rimarranno con loro per proteggerli – vi viene messa di fronte un’altra scottante verità: non c’è certezza, che torniate. O quando lo facciate: se cercando Lafayette e Lancaster rimaneste incastrati nell’universo alternativo, con il tempo a sbeffeggiarsi di voi e scorrere in maniera diversa, al vostro ritorno potrebbe essere tardi. Troppo tardi. E se c’è una minima, minuscola!, possibilità che possiate davvero tornare a casa…non potete che concordare con la logica esposta.
    Perché alla fine, è l’unica scelta che avete.
    Chi abita il 2119 da tutta una vita, vi riferisce quel che è successo all’antica scuola di Magia – ma non vi prepara allo spettacolo che vi si para innanzi agli occhi nel momento in cui gli Altri praticano il rito del Trasporto.
    Il buio non dovrebbe stupirvi. Le sette ore di differenza da un continente all’altro, gravano in una notte densa terribilmente, disperatamente, silenziosa, quasi l’intero universo stesse trattenendo il fiato prima di sbuffarlo in tempesta. Tutto sembra immobile, alieno, nel luogo che il secolo precedente ha ospitato i vostri amici - la vostra famiglia.
    Dopo l’esplosione del Dicembre 2017 in cui i Traditori sono stati dichiarati morti, la scuola non è mai stata ricostruita. Le macerie paiono macabri fiori schiusi in Primavera a costellare un prato un tempo verde smeraldo; i lampioni, entro cui fuochi fatui guizzano beffardi, delineano il percorso che porterebbe alle porte dell’istituto, se solo ve ne fossero ancora. Una fitta nebbia, di cui nessuno sa quanto vi sia di artificiale, e quanto di scenico per propaganda, vi scivola nei polmoni e sugli occhi, ovattando suoni e forme e dandovi l’illusione di essere gli unici superstiti. Giace scomposta, la scuola di Salem; una parte, ancora integra, sembra invitarvi ad entrare - e sapete, per sentito dire, di non essere gli unici ad aver percepito l’inquietante e tentatore canto dell’azzardo.
    La zona, dichiarata chiusa al pubblico dopo diversi incidenti avvenuti nel 2026, è divenuta leggenda e spauracchio per bambini: si dice che all’interno di Salem i corridoi si snodino in Labirinti machiavellici, gonfi di creature vomitate direttamente dai vostri incubi; che i maghi più pericolosi, i ricercati, abbiano ivi trovato dimora, e non attendino altro che un passo falso per mietere nuove vittime; che i pazzi, gli stravaganti, abbiano trovato una casa dove poter adempiere al loro destino, fatto di torture ed urla nella notte. Che sia infestata, da fantasmi del passato e del presente. Il tutto, porta ad unica e univoca conclusione, indipendentemente dalla storia celata alle spalle: chi vi entra, non ne esce mai.
    Ovviamente: «dobbiamo entrare»
    Lo fate, perché - quale altra scelta avete? Rimanete stretti gli uni agli altri, un fronte compatto a muoversi armonico. Bacchette, magia, torce; qualunque sia lo strumento utilizzato, i fasci dorati incrociano i vostri passi tracciando forme che potrebbero esserci, ma è assai più probabile non sia così. Pezzi di statue, maschere abbandonate - vestiti laceri, computer. Manichini? Rabbrividite, ma il passo è stabile.
    E andata avanti.
    Avanti.
    Ci siete tutti?
    Sì; e allora, avanti.
    Fino a che di fronte a voi, memori di altre avventure, non si diramano sette diversi corridoi.
    Qualcuno ci prova, a proporre di non dividersi. Voci deboli, ma determinate: cedete solo quando, infine, non giunge l’ammissione.
    Nessuno sa quale sia la strada giusta. Potrebbero esserlo tutte; potrebbe non esserlo nessuna. Potrebbe esserlo solo una. E come dividersi, domanda qualcuno? Dall’universo alternativo, non fidano né dei Viaggiatori, né degli abitanti di quel futuro; i Viaggiatori non possono fidarsi delle ombre di un’altra vita, e chi abita quel mondo – beh. In ogni caso, non avrebbe molto da perdere, ma non è intenzionato a perdere di vista i propri amici, per una guerra che non li riguarda.
    Il suggerimento giunge quasi in un sussurro. Quasi divertente - tanto da sembrare uno scherzo. Le scuole elementari magiche hanno adottato sin dagli albori un metodo per prevenire il bullismo che colpisce i bambini quando entra nel loro vocabolario la parola gioco di squadra, utilizzando un neutro, semplicissimo, incantesimo, sottovalutato ma importante. Tale magia segue la logica di ogni genere di magia, irragionevole ma funzionale, e sceglie i membri di una squadra basandosi sulle eguali possibilità di ciascun membro.
    Vi prendono per il culo?
    Sperate davvero di sì, ma sapete - vedete che la risposta è no – e sentite di non avere altra scelta, perché quello dell’incanto non è un suggerimento: è un obbligo. Nel palmo di ciascuno di voi appare una moneta; coloro che possiedono la moneta del medesimo colore, fanno parte dello stesso team. Potete provare a scambiarla, ma non funziona. Nel momento in cui la moneta cambia proprietario, cambia colore assumendo quello della squadra originale.
    Coloro esclusi dalla partita verranno scortati da Ron Parker nelle retrovie; seguiranno uno dei gruppi, ma ad una debita distanza di sicurezza: sono al sicuro, per quanto possibile.
    Se, possibile.
    Ed anche se non vi piace, ed anche se non vorreste, non vi rimane che salutarvi. Se c’è davvero, davvero, la possibilità di porre fine a quelle pazzie, dovete provarci. Dovete fidarvi.
    E dovete pregare, nell’imboccare uno dei corridoi, che sia abbastanza.

    Non sapete da quanto stiate camminando, né per quanto ancora, sfiorando le pareti con le dita, possiate sopportare l’idea che i vostri amici possano, in quella che sembra ormai essere un’altra vita, aver pestato quegli stessi corridoi. Malgrado l’aspetto, fra macerie ed antichi meccanismi che scattano a vuoto al vostro passaggio, possa non apparire dei più promettenti, non avete incontrato alcuna minaccia: la strada si snoda di fronte a voi senza obbligarvi a scegliere, guidandovi a quella che potrebbe essere la soluzione, o il problema.
    O entrambe, perché no. Assurdamente (o forse no?) sono delle luci al neon quelle sopra le vostre teste, anche se non avete idea di come sia possibile: chi si occupa della manutenzione? Dov’è il generatore? Chi paga le bollette? Magari è meglio non saperlo, vi dite, continuando a proseguire; magari possiamo fingere sia tutto uno scherzo.
    Ma gli scherzi del Fato, non sono mai divertenti.
    Sfociate in una stanza circolare, ma non è la forma a stupirvi: è la dimensione.
    Immensa. E sembra non avere alcun tetto: è davvero il cielo, quello – decisamente troppo in alto; quando siete scesi sotto terra? – sopra di voi, o è solo l’ennesima illusione? Ancor più disturbante, è l’enorme navicella di fronte a voi.
    Una
    Navicella. Forma ovoidale, perfino scaletta d’entrata; pare aver visto giorni migliori, certo, ma probabilmente – dato che è finita lì, dimenticata dal Signore – anche peggiori. Funziona?
    Pregate di sì, Viaggiatori. Pregate lo faccia, perché sei figure, ringhiando con ferocia, piombano dal cielo dirette su di voi. Potrebbero sembrare uccelli, a primo acchito, ma…le dimensioni, sono sbagliate. Enormi, a grandezza persona; come se non bastasse, possiedono arti umani.
    E delle armi.
    E dei …poteri?

    will b.30 pa25 pd90 psARMA: rivoltella
    shot d.21 pa29 pd80 psARMA: pistola semiautomatica | potere: guarigione
    murphy23 pa17 pd70 psARMA: katana | potere: geocinesi
    akelei20 pa20 pd70 psARMA: tetsubo
    ritter17 pa13 pd60 psARMA: ken | POTERE: ombrocinesi
    alexander11 pa9 pd50 psARMA: pitre | POTERE: acidi & veleni
    alex25 pa30 pd80 psattacco: 18 (will)spada | potere: elettricità
    cher ami25 pa25 pd70 psattacco: 25 (shot)fucile | potere: terra
    g.i. joe20 pa20 pd60 psattacco: 2 (murphy)mitraglietta | potere: acqua
    Grape-kun20 pa20 pd60 psattacco: 9 (ake)cerbottana | potere: fuoco
    jimmy15 pa15 pd50 psattacco: 1 (ken)coltellini | potere: aria
    mike10 pa10 pd40 psattacco: 6 (alex)nunchaku | potere: guarigione


    WILL: Alex il pappagallo, più alto di te di una spanna, gorgoglia cercando di darti una beccata e tranciarti la spalla.
    SHOT: Cher Ami, un tempo piccione simbolo di pace, tuba con voce inquietantemente umana cercando di trafiggerti con arbusti dal terreno.
    MURPHY: G.I. Joe, piccione in tenuta da combattimento, ti rivolge un rispettoso cenno con il capo prima di lanciarti una palla d'acqua.
    AKE: il pinguino grape kun, con affatto terrificanti gambe umane, cerca di darti un calcio rotante allo sterno.
    KEN: Jimmy the Raven, decisamente cresciutello dall'ultima volta in cui l'hai visto ne Il mago di Oz di Victor Fleming, scaglia tre coltellini verso le tue gambe.
    ALEX: Mike, il pollo senza testa (ma con fantastiche gambe e braccia!), tenta di colpirti con gli shuriken al volto.

    // rimanendo sopra la naivella, avrete il massimo dei Punti Difesa, ma la metà dei Punti Attacco. Scegliendo di scendere, o cadendo, avrete la metà dei Punti Difesa, ma il massimo dei Punti Attacco.

    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. A meno che non ci sia un solo PNG, solo un massimo di due PG può attaccare lo stesso nemico. Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Ricordate che potete usare solamente incantesimi del vostro livello [INCANTESIMI - POTERI] - e no, non c'è il limite di utilizzi del vostro potere come scritto nella pagina, potete usarlo quanto volete. Plus, ogni 10 post (del pg, non della slot) i pg a livello master avranno diritto ad una SUPER, differenziata da potere a potere; i maghi, a seconda che il loro potenziamento sia di pa o pd, potranno fare un incantesimo di guarigione che ridia tot ps (variabili a seconda del livello del pg da curare) o attaccare due png anzichè uno.. [P.S.: le granate possono essere utilizzate contro più di un PNG, ma il loro danno si dimezza. Se viene estratto, ad esempio, 9, contro un png farà danno 9, contro due png 4, contro tre png 3]
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza, ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute.

    ➞ combo. gli attacchi/le difese combo fra più personaggi, devono essere postati a massimo due ore di distanza.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco/la difesa + numero munizioni usate.

    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS.
    Se non riuscirete a concludere l'ostacolo in tempo, ve lo trascinerete anche a settimana successiva, quindi l'accanimento terapeutico è caldamente consigliato. Se, al contrario, riuscirete a finire prima delle 23:59 del 24.05, avrete la possibilità di raccogliere BONUS che potranno influenzare i punti (attacco; difesa; salute) del vostro personaggio fino a che non sarà scoccata l'ora per il balzo epoca.

    avete tempo fino alle 23:59 del 24/05 per postare.

     
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    «vieni qui.» lo sapeva, murphy, che se si fosse concessa un istante di debolezza in più la leggera incrinazione nella voce sarebbe diventata un fiume di lacrime, troppo calde e salate perché potesse permettersele in quel momento. Quando la loro vita era in gioco, un'ultima volta, e a lei toccava il compito di essere l'adulta responsabile pur non avendone i requisiti; e lo sapeva di non essere all'altezza, la skywalker, ma nello stringere a sé il corpo minuto di kieren ci fu un istante in cui quel pensiero sembrò quasi passare in secondo piano. La sentiva così calda e viva sotto i polpastrelli, così forte mentre le premeva a sua volta le mani contro la schiena respirando a fondo per inghiottire le peggiori paura, che murphy temette di non riuscire più a lasciarla andare, di non avere la forza necessaria per lasciarla indietro. «torniamo a prenderti, promesso. prenditi cura di zio al, non ha una bella cera.» la strinse ancora un po' più forte, prima di decidersi finalmente ad allentare la presa, le dita di shot posate sul braccio, in attesa. Di salutare kieran, di cominciare la missione, di tornare a casa «stai attenta. state tutti attenti, okay?» una domanda retorica, quella della geocineta, ma voleva comunque sentirsi ripetere che sì, certo, avrebbero fatto del loro meglio; che sarebbero stati ancora lì, al loro ritorno. Posò un bacio sulla guancia di al, chinandosi sul ragazzo rimasto seduto sul pavimento di pietra, la schiena curva contro il muro alle sue spalle, prima di raggiungere il suo gruppo stringendo tra le dita la moneta azzurra, una sfumatura leggermente più scura di quella che ritrovò nelle iridi chiare di william quando sollevò lo sguardo per osservare i compagni. «hemera assemble» quasi un sussurro a fior di labbra, il pugno chiuso rivolto al ribelle perché vi battesse sopra le nocche «spero abbiate già pronto un repertorio musicale adeguato, perché ne avremo bisogno.» si rivolse principalmente ad alexander, unico novellino tra i loro cuori capaci ormai di battere all'unisono sulle note di qualunque canzone, posandogli la mano libera sulla spalla come se non fosse stato un uomo fatto - quello sicuro- e finito che la superava in altezza di venti centimetri buoni.
    Lanciò un'ultima occhiata dietro di sé, murphy, stringendosi istintivamente a chariton quando il guaritore prese a camminare verso l'imboccatura di uno dei tunnel, le iridi nocciola legate fino all'ultimo a quelle altrettante scure di kieran, finché una svolta nella strada sotterranea non le strappó l'immagine della figlia da davanti, sostituendo la mimetica con pietra e luci al neon, umidità e crepitii, il desiderio di tornare subito indietro mitigato solo dalla voglia di farla finita: con la francia, con il 2119, con quel cratere perenne nello stomaco che nessuna pizza al mondo poteva colmare.

    «o..kay.» non sapeva gli altri, ma lei aveva visto troppi film e seguito troppi documentari girati da giacobbo per poter fidare di una navicelle spaziale abbandonata nel bel mezzo dei sotterranei in quel di salem. Chi l'aveva lasciata? da quanto si trovava li? I SUOI PROPRIETARI ERANO ANCORA A BORDO? insomma, ma shot e ake non conoscevano Indipendence Day?!?! a quanto pareva no. Li osservò salire a bordo con lo stesso entuasiasmo che avrebbe dimostrato lei nel trovare per terra un chupachupa ancora incartato, un sopracciglio inarcato di fronte a tanta impulsivitá; l'avevano guardata malissimo quando aveva accennato alla possibilità che nascosti lì dentro ci fossero dei bozzoli dormienti pronti a copiare le loro fattezze replicandole alla perfezione, quei miscredenti. «se poi un alieno ti risucchia i liquidi vitali non venire a lamentarti con me, shot.» mani avanti, eh.
    Ruotó le iridi scure su will, rimasti giustamente con i piedi per terra, e fu in quell'istante che gli uccellacci giganti planarono dal nulla sulle loro teste, proprio come i corvi assetati di sangue nel film di alfred hitchcock. «che, voi per caso vi intendete di uccelli?» domande valide in qualunque tempo, quelle. la perplessità di murphy aumentò quando uno dei volatili killer le si paró davanti sbattendo braccia al posto di ali, una divisa militare a nascondere in parte le grandi piume nelle varie sfumature di grigio e bianco sporco. Si trattava sicuramente di un piccione, e tra tutti aveva scelto proprio lei. Cosi, per quanto assurda fosse l'ipotesi anche solo a pensarla, la skywalker si sentì in dovere di dischiudere le labbra e fare un tentativo, nonostante e forse soprattutto grazie allo shock «ma.. papà sei tu?» oh, conoscendo sin il dubbio può anche venire. «truuu tuu truuh» murphy interpretò quel tubare incazzoso come una risposta negativa, sebbene la palla d'acqua creata dal piccione potesse trarre in inganno. «sin davvero se sei tu dillo perche non è divertente.» «tuu.» cosa? la stava mandando a cagare? rude. decisamente non poteva essere suo padre, anche perché un attimo dopo il piccione le lanciò la sfera d'acqua e non certo per giocare a palla prugioniera come facevano lei e sin nel tempo libero.
    Con un salto da vera campionessa olimpica di yoga la skywalker si spostò di lato accucciandosi su se stessa nella posizione del riccio (?), si spera abbastanza in fretta da evitare un bagnetto non previsto; già nera a quest appena iniziata, murphy si rimise dritta in piedi non appena scampato il pericolo, puntando il dito indice contro il maledetto piccione geneticamente modificato che con quel gesto si era appena procurato un nemico per la vita. «sei proprio una merdina. Lo sai quanti dei tuoi simili mi sono mangiata?!?» per saperlo con certezza bastava chiedere a sin quanti esemplari mancassero all'appello in piccionaia, a botte di due ogni tre o quattro settimane. «decine» avrebbe davvero dovuto preoccuparsi, gi joe, del ghigno apparso sul volto rotondo della geocineta, un lampo negli occhi scuri che urlava HO FAME rendendo quella minaccia molto reale. Era pronta a sbranarlo vivo, se fosse stato necessario. «PIZZALOVER!» nel sentirsi chiamare a gran voce murphy ruotó il busto in direzione di will, intercettando la figura del ribelle che già correva in direzione del suo piccione e lo indicava con ampi gesti delle mani, certo in cuor suo che lei l'avrebbe capito. Ecco a cosa erano servite tutte quelle ore passate fianco a fianco a spezzarsi la schiena su un tappetino spesso due centimetri che era come stare appoggiati direttamente sul pavimento: bastava un'occhiata, un urlo di guerra e si capivano.
    «AAAAAAAHHHHH» un urlo gutturale le uscì direttamente dallo stomaco - vedi a saltare la colazione? - quando finalmente si fiondò in avanti, spiccando un balzo per ritrovarsi in groppa al mega piccione e william subito dietro di lei; dovette stringere con forza le ginocchia attorno al corpo dell'ibrido, perché la bestia scalciava come un puledro imbizzarrito, le dita affondate tra le piume grigiastre alla ricerca di un appiglio. «yeeee-haaw!» cavalcando verso il tramonto lo avrebbe anche ripetutamente colpito in testa, battendo il tempo come qualunque batterista che si rispettasse mentre will regalava ai presenti una performance degna degli hemera. Mancava giusto una pioggia a caso che li bagnasse tutti da capo a piedi, poi il mix trash tra umbrella e la pubblicità con platinette e il prosciutto crudo raggiungeva la perfezione.
    Gia che c'era, dopo aver dato un colpetto di tacco al fianco di gi joe, murphy si concentrò - per quanto fosse facile con un piccione ogm che tentava di disarcionarla - sul pinguino infame che stava per attentare alla vita di akelei cercando di raggiungerla sulla navicella. color=#9C2C56]«dove pensi di andare, kinder pinguì?»[/color] dio, doveva davvero smetterla di pensare in termini culinari. Modificando la gravità attorno all'oviparo (è un volatile anche se non vola), la geocineta lo avrebbe schiacciato a terra impedendogli di muoversi o deporre uova o qualunque altra cosa facesse un pinguino killer.

    murphy skywalker
    23 geokinesis pizzalover
    mama bird
    netflix & chills, no pills!


    (2) DIFESA MURPHY (murphy + will): si sposta
    ATTACCO GI JOE (murphy + will): lo cavalca

    (9) DIFESA AKE (ake + murphy):modifica la gravità per schiacciare il pinguino
     
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    «guardala» e se William Barrow fosse turbato dai (troppo. Odiava quello sbalzo generazionale. Dov’era la giustizia?) centimetri che lo dividevano dal nipote, nello stringergli il mento fra le dita e voltare lo sguardo ceruleo su Moore Beaumont, non lo diede a vedere. «guardala infame - » ed un altro coppino, almeno quattordicesimo da quando Melvin gli aveva portato in regalo dei nuovi, mistici, casi umani dall’altro universo. «è orfana per colpa tua e non ti perdonerò mai.» Ma la verità era che Moore, così - così - diversa da Sersha Kavinsky, era troppo irreale perché il Barrow potesse davvero serbare rancore a Belair: non aveva avuto modo di conoscere abbastanza quell’universo per sentirsi in colpa, o per credere di dovere a quella ragazza, ed i suoi fratelli, qualcosa. Quella missione era abbastanza impegnativa pensando alla sua, di famiglia; non aveva bisogno di preoccuparsi anche per quella di un’altra realtà.
    A William Yolo Barrow, piaceva semplicemente rompere i coglioni. Ed era di buon umore, il respiro più leggero da quando Error («ma…parker come yale «newhaven? Sì, è mio padre» «HA! SFIGATO!» chi? Entrambi) Parker gli aveva offerto quella minima, invisibile, possibilità di tornare a casa.
    Gli mancava Mitchell. Gli mancava Niamh. Gli mancava Nicky, che senza di lui era indubbiamente stata condotta sulla buona strada dal fratello (irrealistico; confidava Niv avesse mantenuto la tradizione di famiglia di mostrarle porno, e darle il bacetto della buona notte insieme ad una delle favole del Baldo Giovane) - gli mancavano i ribelli, e tutti gli amici che lo avevano dato fottutamente per morto più d’un anno prima. Quel futuro gli aveva rotto il cazzo ben prima di diventare una trappola mortale, eroi condannati a vivere e sopravvivere in un bunker: William Barrow voleva tornare nel suo cazzo di tempo, perché - tutti loro - se lo meritava. Aveva dei figli da crescere ed a cui insegnare quale cocaina fosse buona da sniffare, e quale da disciogliere negli impianti idrici dei quartieri di periferia. Aveva delle responsabilità - un dovere da fottutamente compiere. Si sarebbe preoccupato della problematica Seth, e dell’uso delle gira tempo che avrebbe potuto liberarlo, solamente quando, se, si fosse posta; fino a quel momento, vaffanculo. «non morire, piccolo bastardino» con tanto di gru per farlo chinare, e bacio in fronte. Perchè alla fine, come si poteva non volere bene a quello stronzino di suo nipote? Ed erano tutti modi per rimandare gli altri saluti, più pesanti da digerire. Per quanto amasse belair, non era nulla a confronto di golden lady, la piccola legacy shorphy che li osservava tutti con liquidi occhi inchiostro, ed espressione solenne. L’hemera assemble non aveva funzionato come avrebbe dovuto, ed il Barrow sentiva già la mancanza degli abbracci killer della ragazzina. Bimbi come Kieran Sargent, erano il motivo che avevano spinto William ad essere leader della Resistenza - creare qualcosa di buono, a costo di perderci se stesso. Non sarebbe mai stato un modello da prendere come esempio, William; gli andava bene così, e confidava che in un’altra vita, i suoi bimbi l’avessero accettato così, prendendo quel poco di buono che ancora possedeva, e decidendo di farlo loro. I suoi bimbi. Allargò le braccia per stringere Kieran, ma lo sguardo cobalto saettò per la stanza alla ricerca di Barrow Skylinski. Se quel delinquente credeva davvero che Will si sarebbe fatto bastare una pacca sulle spalle, evidentemente non lo conosceva quanto avrebbe dovuto: non aveva dubbi sul fatto che si sarebbero ritrovati; cercava d’essere certo che non gli sarebbe successo nulla (cosa poteva mai esserci in una scuola divenuta ormai discarica, gabbiani radioattivi? si), ma non significava che non volesse stringerlo a sé, imprimendosi sul petto e le dita le spalle sottili del biondino. «porta avanti con onore il nostro nome, criminale.» che poteva voler dire solo una cosa, con i Will del mondo: era il momento di ballare.

    «’orco mondo» William aggrottò le sopracciglia, una sigaretta a pendere morbida fra le labbra. Con un gomito poggiato sulla spalla di Shot, e l’altro sulla testa di Ken, il Barrow osservò la navicella spaziale malamente parcheggiata in una stanza che, fisica permettendo, non avrebbe dovuto neanche esistere.
    Ma ricominciamo da fottuta navicella spaziale, per favore. Si grattò il naso con l’indice, il capo a voltarsi alla ricerca della geocineta: se c’era qualcuno che s’intendeva di shuttle, quella era sicuramente lei. No? Niente da dire? Nessun commento intelligente da fare a riguardo? è Murphy, Will.
    On point. La amava così, impegnata a trattenere la propria fan girl interiore per una ben più lecita confusione. Abbassò lo sguardo su Ken, una pacca sulla nuca. «ammira l’arduo lavoro dei tuoi discendenti, huawei ingrato.» perché avevamo forse dubbi fossero stati i cinesi a crearla? William stava anche rivalutando l’intero concetto di religione; la gente s’intestardiva sempre su come la rappresentazione di Gesù fosse bianca e non di colore, e nessuno a sottolineare che Dio fosse probabilmente un raviolone al ripieno di gamberi: assurdo. Eppure ci doveva essere un motivo ancestrale, mistiko, se l’oriente era così avanti su – beh, tutto. Facciamocele ste due domande! WAKE UP WORLD! Osservò Shot dirigersi verso l’entrata dell’ufo, un biondo sopracciglio sollevato: «MA LA SAI GUIDARE?» /cri cri/ Si volse verso l’ignaro Alexander Rhodes, colui che il Barrow aveva deciso fosse diventata la loro mascotte. «secondo te la sa guidare? Scommessina veloce?» oh, era sempre un buon momento per tirare su cash. Piegò il capo lateralmente, un’occhiata di sottecchi ad Akelei Beaumont. Il fatto che il Destinoh avesse deciso di mostrarle il vero lato trash di William Barrow, piazzandole nel palmo una moneta del medesimo colore, era l’ennesimo – inconfutabile! – segno, di quanto fossero meant to be. Ed una squadra, per quanto Will ancora faticasse ad ammetterlo. Non riusciva proprio ad abituarcisi, ad Akelei Fuckin Beaumont, con quel sorriso derisorio sempre a piegarle un angolo della bocca a spese (sue.) d’altri, e quegli occhi verdi che mai aveva pensato davvero di poter ritrovare al mattino, ogni mattino, sul cuscino al suo fianco. Anche in quell’ambiente austero e poco lusinghiero, era troppo bella per essere vera, aliena più della nave spaziale di fronte a loro. Ed era troppo bella per essere sua - ma vaffanculo, la era comunque. «una piazzuola sotterranea con una fuckin navicella spaziale, beaumont; e poi dici che non ti porto mai in posti carini» Si strinse nelle spalle battendo languido le ciglia, un sorriso a far brillare le iridi cobalto.
    Ed uno potrebbe giustificare un Barrow a pensare agli uccelli, considerata l’occhiata poco amichevole di Akelei ch’era da sempre un personale kink, ma – no. Erano uccelli veri, quelli a cui pensò il Barrow, vedendosi planare di fronte dei piccioni. E un pappagallo. Ed un corvo.
    Ed un…«pollo?» senza testa, per di più. Tornò a guardare Akelei, indicandole con un cenno del capo lo shuttle dove Shot s’era già perso. Amava Baywatch, ma non era certo fosse (vivo) in grado di…muovere quell’affare: due cervelli sarebbero stati meglio di uno, e se doveva riporre la propria fiducia su qualcuno, sarebbe sempre stata Akelei. «non fateci uccidere» le strinse delicato il viso fra le dita, indugiando con la fronte sulla sua per rubarle un po’ di fiato. Premette le labbra su quelle della beaumont, indugiando più di quanto la situazione non permettesse, e solo ai primi strilli si decise ad allontanarsi; afferrando Alexander dalle spalle, l’avrebbe spinto in direzione dell’Ufo, un «corri» da leggere come nei vines. Si volse verso la piazza, individuando una Murphy puntata da…cristo, un piccione in divisa.
    Dio, ma perché a me? Perché? «PIZZALOVER» estraendo la rivoltella, avrebbe sparato un proiettile ad un…ala? Braccio?, del piccione, distraendolo abbastanza da permettere alla Skywalker di rotolare via.
    E le sorrise, William: perché stava per avverare uno dei sogni della sua vita.
    Cavalcare sin un piccione. Per rispondere alla domanda di Murphy, sì, «di uccelli me ne intendo», ma non aveva mai cavalcato un piccione!!! «si VOLAAAAA» sarebbero corsi insieme verso la legacy sincope, e approfittando dell’onore del volatile (dai, aveva fatto un inchino?? Sicuro accettava passeggeri a bordo) avrebbero saltato CAVALCANDO LA BESTIA, gambe cinte alla vita e braccia serrate attorno ai fianchi di Murphy. Lei c’aveva il sangue del piccione, nelle vene.
    Doveva capirlo ad un livello profondo.
    «They see me rollin' / They hatin' / Patrolling and tryin' to catch me ridin' dirty / Tryin' to catch me ridin' dirty / Tryin' to catch me ridin' dirty / Tryin' to catch me ridin' dirty / Tryin' to catch me ridin' dirty» E GLI HEMERA TORNANO IN PISTA!
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    GIù DALLA NAVEE!

    (6) DIFESA ALEX (will + ake): lancia alex sulla navicella
    (2) DIFESA MURPHY (murphy + will): gli spara
    ATTACCO GI JOE (murphy + will): LO CAVALCA!!!!!

    master 1/10
    1/24

    CODICE
    <b>(2) DIFESA MURPHY (murphy + will):</b>
    <b>ATTACCO GI JOE (murphy + will):</b>

    <b> (6) DIFESA ALEX (will + ake):</b>
    <b>ATTACCO MIKE (akelei):</b>

    <b> (9) DIFESA AKE (ake + murphy):</b>
     
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    Akelei Beaumont aveva sempre sostenuto l’inferiorità di Salem all’eleganza di Beauxbatons, lo stato in cui si trovava la scuola in quel momento non faceva altro che confermare i suoi pensieri. Quella nebbia artificiale piazzata lì per puro spettacolo? Pacchiana, pareva uscita da un pessimo film dell’orrore, i fuochi fatui ad accompagnare il percorso fino alla scuola erano ancora peggio. La bionda preferiva continuare a concentrarsi sul criticare qualsiasi cosa su cui si posassero gli occhi piuttosto che sul mattone a premere sul petto – e no, non erano le sue generose tette. Akelei era perfettamente a conoscenza che quella era la loro ultima possibilità per tornare al loro tempo, non sarebbero sopravvissuti ancora molto come ricercati, e la loro salvezza sarebbero dovuti essere dei ragazzini. Capite da dove veniva la sua preoccupazione? Dei fottuti ragazzini, il solo pensiero era capace di originare una risata isterica nella bionda – il tempo nel bunker l’aveva fatta impazzire, ringraziamo tutti William. Senza che neanche se ne accorgesse il suo sguardo scivolò discreto sulla bionda pochi passi davanti a lei, la ragazza che si era buttata su di lei come un koala, infradiciandole la maglia con le sue lacrime. La francese non ricordava un momento in cui avesse avuto un desiderio di morte così forte come in quel momento, l’aveva colta così di sorpresa che si era quasi sentita in obbligo di ricambiare il suo abbraccio - che stesse diventando umana? Certo che no, voleva controllare che non fosse armata. Lo scoprire che ci fosse una terza progenie BB in giro, poi, non aveva calmato i suoi nervi: perché tutte le Akelei di quel mondo stavano procreando? Non avevano niente di meglio da fare, tipo non sapeva, uccidere? Stava iniziando a sentire una certa pressure, e non le piaceva.
    La situazione peggiorò quando fu chiesto loro di dividersi in squadre, cosa che una parte della Beaumont repelleva: l’ultima volta che si erano divisi qualcuno era finito cento anni indietro nel tempo. L’altra parte di lei, quella logica, era convinta che non ci fosse altro modo per trovare la strada corretta se non imboccarle tutte «dimmi che hai la moneta azzurra» si alzò in punta di piedi per appoggiare il mento sulla spalla di William, odiando il fatto che anche con i tacchi rimanesse più alto di lei. Diede un’occhiata al piccolo pezzo di metallo che aveva in mano, non riuscendo a impedire alle labbra di dipingere un sorriso soddisfatto - Cristo, quanto si stava rincoglionendo. «ah ecco» perché se non fosse stata con lui, non avrebbe esistito a fare tutto ciò in suo potere per poterlo seguire. Insomma, aveva pur bisogno di qualcuno di competente, era una questione puramente pratica. «vedi di tornare tutto intero, barry» ciao smack lo avrebbe addirittura abbracciato che madre dell’anno, devo postare è stato bello.

    Qualcuno doveva spiegarle dove putain avevano trovato delle luci a neon a Salem, o come potessero funzionare cento anni dopo. Quella scuola stava incominciando a piacerle sempre meno, e dopo il trucco delle elementari delle monete l’istinto omicida di Akelei aveva raggiunto livelli preoccupanti. Come osavano separarla dai suoi conoscenti altrettanto omicidi e da suoi figlio? Inaccettabile, li avrebbe sepolti tutti con le sue mani quando sarebbe uscita di lì. Per il momento aveva cose più importanti di cui occuparsi, come tenere viva la sua squadra per esempio: Murphy e il novellino? Dava entrambi dieci minuti prima di essere infilzati da qualche passante, o forse li stava sottovalutando e il potere della musica li avrebbe salvati. Pensavate che la Beaumont non avesse udito le loro chiacchiere di un hemera assemble? Certo che sì, e tremava già per quello che sarebbe accaduto. Era persino già entrata nella parte con le camicie ridicole di William, quanto ancora perché avesse perso la sua reputazione? Una vaga idea se la fece quando giunsero in una stanza circolare, una navetta spaziale davanti a loro pronta ad essere abbordata «questa non me l’aspettavo» confessò la bionda, sopracciglio biondo sollevato alla vista di quella cosa. Aveva la sensazione che il mondo le volesse male e che in un qualche modo stesse cercando di far degenerare una situazione già precaria.
    E qua ci tocca tagliare. Ad Akelei generalmente piacevano gli uccelli, ma la faccenda era diversa: quelli sì che l’avrebbero fatta urlare, ma non di piacere. Gli Hemera 2.0 decisero che separarsi era una cosa buona e giusta, e siccome a William piaceva stare sotto decise di lasciargli quel grande onore, auguri a venire maciullato da un piccione «vedi di non divertirti troppo senza di me, d’accord?» si avvicinò a lui per un ultimo saluto, avvolgendo le braccia attorno al suo collo per poggiare una bacio sulla sua labbra. Avessero avuto più tempo (ma anche Elisa, e non due minuti contati), la Beaumont si sarebbe goduta ogni istante, e invece il dovere chiamava.
    Era comprensibile il fatto che Akelei non avesse mai guidato una navicella spaziale, questo non voleva però dire che non ci avrebbe provato comunque. Iniziò ad armeggiare con alcuni pulsanti e dopo qualche minuto di lavoro riuscì ad accendere quella che credeva essere la radio, e se qualcuno non fosse venuto così gentilmente ad interromperla sarebbe riuscita anche a far funzionare il motore. «shot continua te mentre mi occupo di questo stronzo» osservò il pinguino che si parò davanti a lei, pentendosi immediatamente di aver fatto scendere lo sguardo oltre la vita - perché cazzo aveva delle gambe? Era un uccello, non una persona. O era uno di quei furries a cui piaceva travestirsi? In ogni caso la Beaumont non aveva tempo di indagare sui fetish altrui, le bastano già i propri, quindi si limitò ad accovacciarsi quando Kinder Pinguì provò a darle un calcio. «patetico» si occupò poi di salvare il culo ad Alexanderplatz (come suggerisce saggiamente il telefono), sollevando il tetsubo ornato con denti umani per colpire Mike prima sulla cavità poplitea per fargli perdere l’equilibrio, effettuando un secondo colpo al capo per destabilizzarlo.
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    (9) DIFESA AKE (ake + murphy): si accovaccia
    (6) DIFESA ALEX (will + ake): mazzata al ginocchio-
    ATTACCO MIKE (akelei): -e alla testa

    Ake fa il DJ sulla navicella.


    Edited by cocaine/doll - 19/5/2019, 02:59
     
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    shot d.21 pa29 pd80 psARMA: pistola semiautomatica | potere: guarigione
    murphy23 pa9 pd70 psARMA: katana | potere: geocinesi
    akelei10 pa20 pd70 psARMA: tetsubo
    ritter17 pa13 pd60 psARMA: ken | POTERE: ombrocinesi
    alexander11 pa9 pd50 psARMA: pitre | POTERE: acidi & veleni
    alex25 pa30 pd80 psattacco: 18 (will)spada | potere: elettricità
    cher ami25 pa25 pd70 psattacco: 25 (shot)fucile | potere: terra
    g.i. joe20 pa20 pd20 psattacco: 20 (murphy)mitraglietta | potere: acqua
    Grape-kun20 pa20 pd60 psattacco: 6 (ake)cerbottana | potere: fuoco
    jimmy15 pa15 pd50 psattacco: 1 (ken)coltellini | potere: aria
    mike10 pa10 pd29 psattacco: 4 (alex)nunchaku | potere: guarigione


    (2) DIFESA MURPHY (murphy + will): 6 + 6 = 12 pd (+10 pa)
    ATTACCO GI JOE (murphy + will): 22 + 12 + 10 = 44 pa
    DIFESA: 4 pd (-40 ps)
    G.I. Joe non è abituato ad essere cavalcato - preferisce cavalcare cosa -, e lo notate dai numerosi danni che riuscite ad infliggergli picchiandolo. Vi disarciona con una virata, ma cadendo a terra non vi fate nulla: lui invece si spiaccica addirittura contro il muro.

    (6) DIFESA ALEX (will + ake): 11 + 3 = 14 pd (+8 pa)
    ATTACCO MIKE (akelei): 10 + 8 = 18 pa
    DIFESA: 7 pd (-11 ps)
    La mazzata stordisce il pinguino, il quale insultandoti si lascia cadere a terra per riprendere un po' d'aria.

    (9) DIFESA AKE (ake + murphy): 19 + 7 = 26 pd

    MURPHY: particolarmente scombussolato, G.I. Joe prende il mitra tra le ali ed apre il fuoco verso di te.
    ALEX: Mike ti salta addosso nel tentativo di attaccarti l'aviaria.
    AKELEI: Grape-Kun si trasforma in una fenice e cerca di darti fuoco volandoti addosso (cosa? i pinguini non volano? check again.).
     
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    Troppo bello. Attutì la caduta con una capriola, le labbra curvate in un sorriso estasiato. Per quanto gli uccelli umani (e del genere che non piacevano a nessuno, in quella stanza; se ci fossero stati nicole e sin, avremmo potuto riparlarne) fossero raccapriccianti, doveva ammettere che gli avessero donato la possibilità su 14 milioni della vita, perché quando mai gli sarebbe capitato di cavalcare un piccione più grosso di lui?
    Spera mai, Will. Giusta osservazione. «My music's so looooooud / I'm swangiiiin' / They hopiiiin that they goooonna catch me ridin' diiiiirty» concluse rialzandosi in piedi, curvando la smorfia divertita in direzione della Skywalker a cui offrì un palmo per batterle il cinque. Il fatto che l’incanto avesse ritenuto opportuno riunire la squad, non lo stupiva per nulla: avevano funzionato bene una volta, quando ancora la conoscenza era nulla o superficiale – non c’erano uccelli che tenessero agli hemera post esilio nel 2119. Cioè, Ken oltre a cavallo aveva imparato anche pterodattilo; se non era un segno quello. E sì, certo, avrebbe potuto aiutarlo davveroperché quando fra loro non si capivano così bene senza parole? E pterodattilo, per quanto inutile, era una parola di tutto rispetto. Faceva colpo - tanto che pensò di suggerirli di usarla come attacco: sicuro i volatili avevano una fifa boia del loro antenato volante. Noted. Alzò lo sguardo sulla navicella, preoccupate sopracciglia bionde a corrugarsi sopra uno sguardo a dir poco allarmato. Se aveva timore si sarebbero schiantati sfracellandosi su di loro? Sì, sempre. Non che non si fidasse del trio fortuna, ma…era pur sempre un ufo abbandonato da solo Dio sapeva quanto, e non avevano neanche idea da cosa fosse alimentato. Forse avrebbero dovuto mandare su Ken, che ce l’aveva nel sangue la manutenzione tecnologica.
    Eh vbbè, era andata così. Avrebbe lanciato una truce occhiata al pappagallo, il cui becco mirava pericolosamente alla sua spalla. «non sono vaccinato per l’aviaria, stronzetto» e con un offeso passo laterale, si sarebbe spostato d’un passo verso destra, lasciando Alex (l’uccello, non Rhodes) al suo destino. Schioccò poi le labbra fra loro, studiando cauto i cazzi amari dotati di armi di tutto rispetto di fronte a sé: due piccioni non una fava, un corvo, un pappagallo ed un pollo; visti da distanza di sicurezza, potevano sembrare i giochi in gomma per cani che tanto Elle adorava. Chissà se suonavano. «chissà se suonano» al fianco del suo fidato cucitore di palle, Will strinse il pugno e lo scosse cercando di inviare il messaggio corretto: no? Niente, Ken? «non sei tentato di schiacciarli?» seguito da un alquanto fraintendibile gesto, ma confidava l’altro avrebbe compreso: c’era un motivo se al gioco dei mimi spaccavano culi.
    Aiutava il fatto che solo William fosse in grado di comprendere la (muta) risposta di Ken, quindi tirava a cazzo quando doveva dire la soluzione del suo team. Privo di replica (strano) l’avrebbe osservato volare via con Murphy, soffiandogli un bacio d’incoraggiamento. Bacchetta già sguainata, William Barrow avrebbe spostato lo sguardo sui coltellini del …heckin corvo, perché oltre che essere un uccello del cazzo grande quanto una fontana, figurarsi se non fosse anche un membro della triade, e con un mirato «<i>flipendo» avrebbe indirizzato i coltellini così che si piantassero nel ventre piumato dell’animale.
    Sperava, piumato. Ricordando le sagge parole della professoressa di Sara al liceo, dopo diverse risposte particolari ai suoi quesiti riguardo i volatili: «HEMERA, MA L’AVETE MAI VISTO UN UCCELLO PELOSO?» giurin giurello, testuale.
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    (18) DIFESA WILL (will + ake): si sposta
    (1) DIFESA KEN (murphy + will): soffia un bacio a ken
    ATTACCO JIMMY (ake + will): flipendo sui coltellini per lanciarti al mittente

    master 2/10
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    CODICE
    (25) <b>DIFESA SHOT (ake + shot)</b>:
    (18) <b>DIFESA WILL (will + ake)</b>:

    (4) <b>DIFESA ALEX (murphy + shot)</b>:
    <b>ATTACCO MIKE (murphy + shot)</b>:

    (1) <b>DIFESA KEN (murphy + will)</b>:
    <b>ATTACCO JIMMY (ake + will)</b>:
     
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    «Yippie kayak, other buckets!» non le era facile ricordare l'ultima volta in cui aveva provato quel brivido, in cui si fosse sentita tanto viva quanto a cavalcioni di un piccione gigante con will che cantava a squarciagola e lei che picchiava il volatile in testa senza risparmiargli calci nei fianchi. poter finalmente saltare addosso a shot ogni volta che ne aveva l'occasione le regalava un certo qual piacere fisico e mentale, ma la soddisfazione personale data dal seviziare impunememte il pennuto stava proprio su un'altro piano; un piano sadico che non era certa di voler raggiungere nella sua relazione con il deadman, tanto per dire. Mentre ancora cavalcava, la skywalker soffiò un bacio in direzione della navicella, sebbene chariton fosse già impegnato a non far precipitare la nave spaziale o schiantarsi contro un muro, ma vvb contava il pensiero E poi c'era sempre ake affacciata al portellone, poteva benissimo riceverlo lei per procura.
    «non mi tubi più contro adesso, eh?» doveva evidentemente prendersi una pausa, gi joe, perche dopo essere rotolato a terra sbalzando sia will che murphy dal suo dorso piumato la geocineta lo vide raggomitolarsi contro la parete di pietra, il petto pronunciato a gonfiarsi e sgonfiarsi rapido sotto la divisa. «carni pregiate un corno, lo sanno tutti che siete topi con le ali!» capito, sin? quella frecciatina, con tanto di dito indice puntato contro la bestia di satana, denotava i chiari problemi irrisolti di murphy con i fratelli che aveva da poco scoperto di avere, volatili o meno, i quali - almeno nella sua testa - si stavano sicuramente godendo la presenza paterna di sin al suo posto. Si allontanò dall'avversario decidendo magnanima di non infierire (male #20pa), voltandosi verso william con la mano destra sollevata, pronta a dare e ricevere un cinque da antologia. «grande performance, boss» fece schioccare i due palmi, portando successivamente entrambe le mani a premere sui fianchi, le iridi nocciola a vagliare la situazione: polli senza testa, pinguini killer, il corvo gigante amiko di allan poe, jago - il pappagallo di Aladdin - e l'altro piccione portatore di malattie. Insomma, se proprio voleva sfogarsi su uno di loro murphy aveva davvero l'imbarazzo della scelta. «a cuccia galletto vallespluga!» dubitava che mike potesse sentirla, essendo sprovvisto di apparato uditivo oltre che di un cervello funzionante, ma tant'è. Non si attentava alla vita del novellino, che ancora doveva assistere al potenziale hemera, senza mettere in conto di uscirne male. Approfittó del fatto che il pollo non potesse davvero vedere ciò che aveva di fronte - usava il tatto? un magiko sesto senso da uccello? - per creare un muro proprio tra ken e l'avversario con la stessa pietra delle pareti, che la geocineta sfiorò con le dita avvertendone la consistenza porosa sotto i polpastrelli, un respiro profondo alla ricerca della giusta concentrazione.
    «MARTIN GARRIX 130 SI VOLAAAA» cosa. Non poté fare a meno di sollevare lo sguardo verso la navicella, la geocineta, nel sentiere quell'urlo disperato provenire dal suo interno, il che probabilmente era solo l'anticipazione dell'apocalisse pronta a giungere, tanto per cambiare, su rapide ali. «che bestie.» insomma, quella non era una canzone da hemera. dov'era il testo sagace e il classico ritornello capace di gridare anni 90 ad ogni fucking nota? scuotendo la testa con evidente indignazione, murphy tornó a concentrarsi sul pollo gigante senza testa, il quale dopo essersi spiaccicato contro il muretto (forse) stava dando ancora cenni di caparbia resistenza. «e va bene, te la sei cercata.» come le aveva insegnato raul in mesi di sudatissime lezioni, la ventitrenne si piegò in avanti fino a raggiungere il pavimento - se sentite degli scricchiolii sinistri è la sua schiena -, il peso del corpo sostenuto principalmente da gomiti e avambracci, le gambe sollevate in aria e piegate all'altezza delle ginocchia. Spingendo queste ultime avrebbe tirato un doppio calcio micidiale allo stomaco del pollo con l'intenzione di spappolargli il fegato, ammesso e non concesso ne avesse uno. «questa posizione si chiama bakasana ed è ottima per massaggiare gli organi interni addominali. o, nel tuo caso, puntare all'emorragia interna.»
    congiunse i palmi tra loro, salutando sportivamente il pollo senza testa, quasi a volersi congratulare con lui: a differenza di quello stronzo di piccione, lui partigmva con il chiaro svantaggio di non avere né occhi né bocca o qualunque altra cosa si trovasse al di sopra del collo. Chissà come fa a mangiare, pensò. Non riusciva ad immaginare una vita senza poter assaporare un hamburger con patatine, la skywalker. «scusa un attimo, eh.» corse senza risparmiarsi raggiungendo ken con un pizzico di fiatone, afferrando il pikkolo ancielo con entrambe le mani prima di buttarsi a terra con lui; poteva anche essere alto un metro e ottanta, ma nulla poteva contro la furia omicida di una murphy in guerra contro un piccione militarizzato. Nulla. «HEMERA, MA L’AVETE MAI VISTO UN UCCELLO PELOSO?» chiudendo gli occhi senza spostarsi da un povero ken schiacciato a terra, la geocineta avrebbe sollevato il pugno al cielo, scambiando la domanda per un chiaro inno alla revolutión. «MI AVVALGO DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE!»
    onesta.

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    23 geokinesis pizzalover
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    netflix & chills, no pills!


    (4) DIFESA ALEX (murphy + shot): crea un muretto di pietra per farci sbattere contro mike
    ATTACCO (murphy + shot): posizione Bakasana e doppio calcio in faccia
    (1) DIFESA KEN (murphy + will): lo spinge via
     
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    19.01.1996
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    «kieran ci sarebbe morta per l’emozione, qui» le mani sprofondate all’interno della giacca di pelle, Chariton Deadman alzò le iridi scure sull’oggetto volante adagiato nell’enorme stanza, studiandone le fattezze rovinate – ma non abbastanza da definirlo inutilizzabile. Si domandò se fosse un mero oggetto di scena, solo marginalmente consapevole dell’eccentricità di William Lancaster e delle stronzate che sicuramente aveva infilato in ogni dove per la propria scuola: sicuramente era pieno di trappole mortali che il preside di Salem aveva ritenuto semplicemente esilaranti, e con altrettanta alta probabilità li avrebbe portati tutti quanti ad un’atroce dipartita, lenta e dolorosa; sempre meglio che restare nel bunker, per l’oramai ex guaritore parigino.
    Era passato così brutalmente dal voler rimanere nella Francia del duemilacentodiciannove al voler riproporre, in maniera più letterale che non artistica, Paris is burning, da preferire rischiare la propria vita in America che rimanere un solo giorno di più a mangiare baguette stantie racimolate per la strada: persino l’idea di salire su quella nave, assolutamente fuori luogo, pareva allettante a quel punto. Quasi sicura. «penso proprio che dovremmo salirci sopra» commentò, piegando la testa sulla Skywalker al suo fianco; indugiò per qualche istante sul profilo della geocineta, un morbido sorriso a piegare appena leggermente le labbra sottili del ventitreenne, prima di dover assistere ad una scena che, conoscendola da sempre, non si era minimamente aspettato.
    Credeva sarebbe stata la prima, a correre a braccia spalancate verso il portellone abbassato – seguita a ruota dal Deadman, perché in preda all’estasi non si sarebbe accorta di qualche extraterrestre intenzionato a farle ciò che lei per anni aveva riservato a cavie da laboratorio. E invece… e invece. «beh, io vado» mosse i primi passi verso il veicolo – sempre che tale, effettivamente, fosse -, e molte avrebbero potuto essere le giustificazioni dietro la scelta di salirci sopra, sebbene Murphy fosse intenzionata a rimanere con i piedi per terra. Tuttavia, quella più lampante gli venne porta su un piatto d’argento nel momento in cui già stava salendo a bordo.
    «MA LA SAI GUIDARE?» fissò il Barrow, le sopracciglia scure appena corrugate ed un’espressione impassibile a dipingergli il volto. «no.» semplice e sincero, Shot, nello scivolare sulla porta d’ingresso della navicella spaziale. Era in grado, l’adescatore, di guidare qualsiasi cosa, appartenente a qualsiasi contesto storico, ma dubitava che chiunque di loro avesse mai messo mano ad un maledettissimo UFO: era una sfida personale, quella di apprenderne i più reconditi misteri. E per quanto volesse bene a Will e Murphy, temeva che salendoci sopra senza di lui, o senza la Beaumont, lo avrebbero fatto saltare in aria spingendo il pulsante rosso al quale, ovviamente, non avrebbero dovuto nemmeno avvicinarsi; sperava Ken li seguisse, perché sicuramente tra le antiche arti asiatiche con cui era stato indottrinato da quand’ancora era un ammasso di cellule senza nemmeno una forma definita, c’era anche la conoscenza necessaria a muovere quel coso. Invece no, gli era toccato il fattone. Almeno, essendoci sia lui che Akelei, magari non sarebbero morti in un’esplosione.
    Magari.
    Di certo, Shot non aveva previsto dei micidiali uccelli volanti a planare su di loro non appena fosse entrato nella cabina di comando. Si affacciò oltre la cupola spaccata, rotta sicuramente dal tempo, ed osservando Will, Murphy e Ken rimasti a terra, non poté risparmiarsi un «guardate che il portellone è ancora aperto, eh». Un rumore metallico, inequivocabile, lo costrinse a girarsi verso il Rhodes, il novellino della situazione, le mani di lui a scivolare su più pulsanti di quanti non fosse necessario soltanto guardare, per poi puntare lo sguardo su… «dimenticate quel che ho detto, il portellone è chiuso»
    Le mani a premere sui fianchi, decise fosse giunto il momento di capire un attimo come funzionasse quella roba. «mh, forse questo…» toccò con l’indice un bottone azzurro, quadrato. Nel secondo appena successivo, con un vago ronzio che preannunciava morte e distruzione, la struttura iniziò a brillare di luce propria, per poi lanciare fasci di luce da fiera di paese nell’aria; oltre a ciò, non successe assolutamente una sega. «decisamente no.»
    Ad un certo punto, mentre i già citati ed inquietanti pennuti cercavano di arrampicarsi sul loro UFO, sia Shot che Akelei decisero di seguire la filosofia di Alexander: se solo avessero potuti vederli, impassibili e marmorei ed in preda ad un’isteria controllatissima, mentre spingevano tasti totalmente a caso nel tentativo di fare qualcosa.
    Sperò con tutto il cuore, l’olandese, che ciò non fosse possibile.
    «shot continua te mentre mi occupo di questo stronzo» annuì solenne, prendendo il posto di comando e lasciando alla bionda il piacere di prendere a mazzate un pinguino con gambe umane.
    Un pinguino.
    Con gambe umane.
    Non voleva nemmeno esprimersi al riguardo. Preferì continuare a far muovere la navicella e fingere che nulla stesse accadendo, aspettando il momento opportuno per atterrare sui sei volatili e schiacciarli tutti insieme appassionatamente. E invece «GIÙ!» avrebbe gridato, intravedendo un pollo, senza testa ma con utilissime braccia e gambe, tentare di uccidere il loro nuovo adepto: aveva ancora tanto da vedere, e se non fosse stato degno di sedere alla loro mensa sarebbe stato il primo a gettarlo dalla navicella in volo. Volendogli dare ancora un po’ di chance, Shot si sarebbe sporto fino a raggiungere il Rhodes, prendendogli di prepotenza la maglia e tirandolo sul pavimento dell’UFO, schiacciandolo – e non senza la dovuta forza – affinché il pollo volasse sopra di loro.
    «sin, perché mi stai tradendo?» gettò uno sguardo al cielo sopra di loro, chiedendo l’aiuto dell’uomo a cent’anni di distanza, per poi riportare lo sguardo sul piccione che gridava verso di lui. Perché sì, gridava.
    Akelei, che aveva finalmente finito di prendere a tetsubate il pinguino, prese posto vicino a lui, e in una rapida intesa di sguardi sapevano entrambi cosa avrebbero dovuto fare: perdere quel poco di dignità ch’era loro rimasta. «quel che succede in missione, rimane in missione» un cenno d’assenso da parte sua, e prima che degli arbusti decidessero di impalarlo attraverso la navicella, avrebbero entrambi tirato leve che, nelle più ottimistiche delle visioni, avrebbero fatto in modo che l’astronave si alzasse più su più in alto e ancor più su, fino a sfiorare Dio. «MARTIN GARRIX 130 SI VOLAAAAAA» ed in un tripudio di bestemmie ed Animals by Martin Garrix, avrebbero volato. Si spera. «ti lascio il comando» uno sguardo alla bella bionda, per poi alzarsi dalla postazione e uscire all’esterno del cerchio, reggendosi sulla cupola spezzata come un pirata sull’albero maestro. «MURPHY SPOSTATI!» e, sempre confidando la geocineta si fosse spostata, avrebbe sparato al pollo.
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    [difesa shot: shot + ake] si vola
    [difesa alex: shot + murphy] spinge alex per terra
    [attacco mike: shot + murphy] spara (1/24)
     
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    strega - still breathing.mp3
    Una fottuta navicella spaziale. Cosa era andato storto nei suoi ventisette anni di vita perché il destino la conducesse su quella strada? Certo, aveva ucciso, derubato e mutilato delle persone ma cosa significava? Non si meritava degli uccelli alieni a tentare di succhiarle l’anima. Non aveva niente contro di loro, ma li preferiva quando si rendevano utili in altri modi che non fosse l’omicidio. «vedo che ti piace la mazza» premette maggiormente i denti nella carne dello stronzo, un ghigno a dipingersi sulle labbra cremisi
    «lo terrò a mente» senza degnarlo più di uno sguardo –non si sarebbe alzato almeno per un po’- fece che avvicinarsi alla console di comando, scrutandola come se si trattasse di un puzzle. In un certo senso lo era, e se aveva capito come accendere la radio poteva arrangiarsi con il resto. Provò a premere qualche pulsante, la loro posizione doveva indicare la loro funzione no? Come quello lì in centro, che assomigliava tanto all’accensione della sua Tesla «davvero prevedibile» scosse la testa, e lei che si era aspettata l’autodistruzione dell’intera baracca. Non ebbe neanche il tempo di liberarsi del corpo di Kinder Pinguì che un altro stronzo prese a imitare particolari gesti ninja – la bionda spostò lo sguardo su Ken, quasi potesse darle la chiave di quel misero giappominkia. «dici che è serio?» inarcò un sopracciglio biondo, con l’intenzione di restare a godersi quella danza e i compagni di sotto che si snodavano in qualche mossa di yoga. Akelei rabbrivì al solo ricordo, nessuno voleva assistere a un William post Raul, quasi non riusciva a fare un passo dietro l’altro e come un vecchio rimaneva bloccato in mezzo alla stanza. Cosa, ti ha scopato così bene che non riesci a camminare dritto? «ah, mi sa che lo è» aveva mica intenzione di infilzarli con le sue piante di merda? Con cazzo di Raul, davvero. Fu in quel momento che un avvenimento incredibile li blessò, nel prendere il volo con la navicella LA canzone cominciò a suonare in radio. Gli occhi di Akelei ruotarono all’indietro, rivelando la presenza di un’identità senza dignità e religione, quella che aveva cercato di tenere in gabbia per tutto quel tempo «beLLA RAGAAAA STIAMO TORNANDO MERDE» fu a tempo di Animals di Martin Garrix che si alzarono da terra, i beats della canzone ad accompagnare ogni furioso colpo di joystick mentre la Beaumont lanciava qualche bestemmia a caso. Con uno scatto si alzò dal sedile, spalancò le braccia come ad imitare la scena del Titanic e con tutta la potenza che vibrava nel suo corpo fece sapere al mondo che la Bestia era pronta a giocare «MARTIN GARRIX 130 SI VOLAAAAA» e fu con quell’urlo disumano che incominciarono a schivare gli arbusti lanciati dall’uccello, col cazzo che si sarebbero fatti impalati da un piccione. Lasciò che Shot andasse a salvare la sua ragazza (ormai lo sapevano tutti), aveva sperato in un momento da sola ai comandi sin da quando aveva messo mano alla consola «aggrappati a qualcosa, alexanderplatz» fu persino così umana da avvisare l’uomo prima si muovere il comando a destra, facendo planare la navicella verso il campo di battaglia. Continuò a scendere, quello che bastava per colpire con il fianco della nave l’uccello di William ma senza sfiorare il suo……………..
    Prese un respiro mentale molto profondo
    Vabbè ormai che c’era doveva dirlo
    ……….il suo ragazzo, ecco.
    Riportò la navetta in aria, stando però attenta a mantenersi abbastanza vicina ad Alex il piccione perché potesse puntargli la bacchetta addosso – com’era possibile che riuscisse a prendere la mira, chiedete? Era Akelei fuckin’ Beaumont, sarebbe riuscita ad uccidere qualunque cosa anche con le mani legate dietro la schiena «tendi» con un movimento rapido del polso lanciò il fascio di luce rosso contro l’uccello, sperando quasi che esplodesse.
    akelei beaumont
    xxvii - slytherin - deatheater
    hitman - french bitch - football team
    Sever off the head and watch the body fall See you in the depths, that ain't a metaphor I keep the blade on me, talk if you wish then I cut off your wrists


    (25) DIFESA SHOT (ake + shot): martin garrix 130 si vola
    (18) DIFESA WILL (will + ake): lo colpisce con la navicella
    ATTACCO JIMMY (ake + will): incantesimo di estensione
    CITAZIONE
    incantesimo di estensione ◆
    Formula: Tendi. va a colpire i muscoli del corpo , facendoli crescere a dismisura. Il colore del fascio di luce è rosso.
    bisogna mantenere il contatto visivo con la vittima, e muovere il polso in senso orario molto velocemente. verbale. se non viene utilizzato un contro incantesimo in breve tempo, c'è il rischio che il corpo esploda. Controincantesimo: reductionem. ©
     
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    will b.30 pa13 pd86 psARMA: rivoltella
    shot d.11 pa29 pd80 psARMA: pistola semiautomatica | potere: guarigione
    murphy23 pa9 pd70 psARMA: katana | potere: geocinesi
    akelei10 pa20 pd70 psARMA: tetsubo
    ritter17 pa13 pd60 psARMA: ken | POTERE: ombrocinesi
    alexander11 pa9 pd50 psARMA: pitre | POTERE: acidi & veleni
    alex25 pa30 pd80 psattacco: 16 (will)spada | potere: elettricità
    cher ami25 pa25 pd70 psattacco: 7 (shot)fucile | potere: terra
    g.i. joe20 pa20 pd20 psattacco: 20 (murphy)mitraglietta | potere: acqua
    Grape-kun20 pa20 pd60 psattacco: 6 (ake) 7 (alex)cerbottana | potere: fuoco
    jimmy15 pa15 pd15 psattacco: 9 (ken)coltellini | potere: aria
    mike10 pa10 pdk.o.--nunchaku | potere: guarigione


    (25) DIFESA SHOT (ake + shot): 1 + 29 = 30 pd
    (18) DIFESA WILL (will + ake): 9 + 5 = 14 pd (-4 ps)
    Non hai colpito a dovere l'uccello di Will, il quale continua a muoversi frenetico: riesce a beccare il biondo, aprendogli un breve ma profondo taglio sulla spalla.

    (4) DIFESA ALEX (murphy + shot): 4 + 29 = 33 pd (+29 pa)
    ATTACCO MIKE (murphy + shot): 17 + 5 + 29 = 51 pa
    DIFESA MIKE: 7 pd (-44 ps)
    Lo yoga offensivo pare essere un'ottima tecnica di combattimento, e la mira di Shot non delude: Mike il pollo grida (da dove?, non lo potete dire con certezza; sentite quel grido primordiale permeare l'aria attorno a voi, e sapete sia il suo), per poi accasciarsi a terra senza vita.

    (1) DIFESA KEN (murphy + will): 1 + 6 = 7 pd (+6 pa)
    ATTACCO JIMMY (ake + will): 8 + 30 + 6 = 44 pa
    DIFESA JIMMY: 9 pd (-35 ps)
    L'incantesimo d'estensione di Ake non è molto potente, ma il flipendo??? Oh signori, devastante per Jimmy the Raven, che si vede usato come un bersaglio da freccette.

    WILL: Alex si carica d'energia elettrica e celestebrownindornetta verso di te per placcarti.
    SHOT: Cher Ami imbraccia il fucile e ti spara dalla distanza.
    ALEX: Grape-Kun usa lanciafiamme!
    KEN: Jimmy genera un tornado con cui farti volare via.
     
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    That's what I'm gonna do
    I got the same old shoes with a new attitude

    Con il sostantivo maschile sanscrito Yoga nella terminologia delle religioni originarie dell'Indiasi indicano le pratiche ascetiche e meditative.
    Non specifico di alcuna particolare tradizione hindu, lo Yoga è stato principalmente inteso come mezzo di realizzazione e salvezza spirituale.
    - cit. la sempre affidabilissima Wikipedia
    «okay. va bene, posso accettarlo.» annuì tra sé e sé, la skywalker, nell'osservare il cadavere del pollo gigante senza testa disteso a terra, ancora tremante nei suoi ultimi spasmi. La fronte corrugata, le braccia incrociate appena sotto il seno, murphy allungó un piede premendo la suola sul fianco dell'avversario facendolo dondolare leggermente quando questi rimase finalmente immobile e muto - come diavolo faceva a urlare senza una bocca?!? -, quella sua tipica espressione da science nerd che tutti si erano aspettati di vedere di fronte ad una navicella spaziale ad affiorare sul volto. «alla faccia della pratica meditativa.» Forse raul non avrebbe apprezzato l'uso improprio della disciplina orientale che ne aveva appena fatto murphy, ma tanto lui non era lì a urlarle di fargli alla svelta cinquanta flessioni e almeno cento squat prima di spaccarsi la schiena in due o, la cosa più terribile di tutte, imporle di toccarsi le punte dei piedi senza piegare le ginocchia. Un vero tormento.
    «SHOT, WILL AVETE VISTO-» si rese conto solo in quel momento, la skywalker, dello strappo nella maglia del barrow, il sangue a colare dalla ferita impregnando la stoffa; sembrava superficiale, a prima vista, ma murphy conosceva bene la quantità di malattie infettive che quei volatili potevano trasmettere con una sola beccata. Anche se i pappagalli non erano zozzi come i piccioni, quelli presenti nella sala sotterranea di salem avevano anche loro come minimo l'influenza aviaria. «cavolo will, stai bene?» osservó la lacerazione con molta attenzione, sfiorandone i bordi con le dita attenta a non toccare la zona più arrossata, sollevando poi lo sguardo a cercare quello del ribelle con uno scatto repentino della testa «tranquillo, gli spezziamo la colonna vertebrale.» akkanita, murphy skywalker. Soprattutto quando, a pochi metri di distanza da lei, un altro maledettissimo topo piumato aveva ben deciso di imbracciare il fucile e sparare alla navicella, puntando nello specifico al posto di guida.
    Eh no.
    Eh porca pupazza no.
    Non poteva davvero permettere ad un piccione, che nel frattempo magari stava anche facendo la cacca in ogni dove come tendevano a fare nei momenti meno opportuni tutti quelli della sua specie, di bucherellarle shot dopo tutto quello che avevano passato. Avrebbe difeso fino allo stremo delle forze ciascun componente della sua squadra, ma per quanto murphy cercasse di essere quanto più possibile una persona altruista e di buon cuore - tranne nei confronti dei piccioni -, doveva ammettere a se stessa che alcuni di loro rappresentavano una priorità. Chariton Deadman, quella testina di vitello incapace di comunicare del quale forse a conti fatti era sempre stata innamorata, rientrava nella suddetta cerchia ristretta. «piccione infame PER TE SOLO LAME!» gli si avvicinò urlando, e al diavolo l'effetto sorpresa, la katana già estratta dal fodero sollevata sopra la testa; strinse con forza le dita di entrambe le mani attorno al fodero, calando poi la lama tagliente sulle ali di cher ami tese per sparare, così da staccargliele all'altezza delle spalle (come funziona l'anatomia picciona?) prima che potesse premere il grilletto.
    Già che c'era, dopo aver pulito la lama della spada con l'orlo della maglietta, ruotó su se stessa fino ad incrociare l'ennesimo pennuto attaccabrighe della giornata, lo stesso kinder pinguì su cui si era accanita poco prima per salvare la pelle ad akelei. «si vede che non hai capito la prima volta.. aspetta che te lo rispiego.» ma poi, cosa cristo ci faceva un pinguino con il lanciafiamme? si concentrò una seconda volta sull'uccello - mlml - immaginando di schiacciarlo sul pavimento rendendo la gravità attorno all'avversario impossibile da contrastare, e quando grapekun fosse finito sdraiato come una pelle di leone nel salotto di vecchi ricchi con il monocolo, murphy gli sarebbe saltata ripetutamente sulla schiena pestando i piedi al ritmo di let it go.
    No right, no wrong, no rules for meeee
    I'm freeeeeee


    murphy skywalker
    23 geokinesis pizzalover
    mama bird
    netflix & chills, no pills!


    (7) DIFESA SHOT (murphy + alex): gli amputa le.. ali? braccia?
    (7) DIFESA ALEX (murphy + alex): blocca a terra cambiando la gravità
    ATTACCO GRAPE KUN (murphy + ake): salta ripetutamente sulla schiena del pinguino
     
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    kcckckccchhhhh
    I'm gonna spit the hell out of you
    La mamma dei Rhodes era sempre incinta. No, non perché fosse una meretrice - sciocchini, cosa andate pensando! -, quanto più perché loro padre aveva la sindrome del Jude Law e non si sapeva mai quando il suo spermino più forte andava a colpire, né dove. Il buon caro vecchio Orwell sparava le cartucce più veloci del west e, soprattutto, era magnanimo. Ebbene sì, lui non scopava a destra e a manca per piacere, quanto per dare dei pargoletti all’unica donna che avesse mai amato. Fuori dalle lenzuola, almeno. Alexander aveva nove fratelli e nessuno di questi poteva vantare di avere la stessa madre. I più fortunati erano figli di attrici, donne influenti nel mondo della moda, cantanti, addirittura scrittrici, altre… beh, qualcuno vi ha mai introdotto al magico mondo dei bordelli? Ecco. Si può dire che la madre del più piccolo dei Rhodes fosse una delle puttane che battevano le strade di Atene e che, restando incinta, aveva quasi creduto potesse dare una svolta alla sua vita, accalappiando così il ricco mecenate. Eppure, qualcosa era andato storto nelle trattative, talmente tanto che la donna era stata ritrovata pochi giorni dopo senza vita ai piedi dell’Acropoli e nessuno aveva più rivisto il bambino che aveva portato in grembo per sette mesi; lo stesso che era apparso in un’incubatrice in villa Rhodes qualche ora dopo e che aveva ereditato da lei i colori mediterranei e un’inquietante passione per gli acidi.
    Lo stesso che aveva visto la sua famiglia, o quella che riteneva fosse tale, sfasciarsi lentamente dopo la scomparsa di uno dei suoi fratelli. Erano passati 15 anni da quanto Teddy era sparito nel nulla, senza lasciare traccia, ovviamente tutti lo avevano dato per spacciato già nei primi cinque minuti in cui avevano realizzato la sua assenza, tranne lui. Era arrivato persino a scommettere cinquemila galeoni del papi con ogni Rhodes presente nella villa, confidando fosse ancora vivo. E ci sperava veramente, altrimenti lo avrebbe ucciso con la sua stessa saliva, colpendolo lì dove faceva più male.
    In quegli anni, Alexander era stato l’unico a partecipare al rituale del sangue, a far gocciolare sulla liscia superficie dello specchio il liquido rossastro e, quando non era visto, anche una bella scatarrata. Fin da quando era solo un ragazzino era convinto che il sputo sarebbe arrivato al fratello e, ogni volta che lo faceva, sentiva quasi il brivido di terrore e ribrezzo correre lungo la schiena di Theodore. Era diventata la sua personalissima tradizione, forse più vera e sentita di quel taglio sulla mano così creepy. Nessuno lo seguiva. Non Eoin, che da quando Teddy era sparito era caduto in un vortice di alcol e depressione, convinto che se fosse stato lì, lo avrebbe protetto, vittima di quella sindrome del fare l’eroe che lo aveva reso schiavo di se stesso e dei suoi fallimenti; non Indie, troppo presa dal suo magico mondo fatto di tessuti leggeri e vergogna per amare il più grande dei suoi fratelli, incapace di esternare i suoi sentimenti tanto quanto brava a dissimulare sorrisi e frivolezza; non Poppy, né Iris, troppo egoiste ed egocentriche per essersi effettivamente rese conto dell’assenza di qualcuno nella villa fin troppo affollata, non Keeran, impegnato a rischiare la propria vita tra uno sport estremo e l’altro, benché meno Malik che era poco più di un fagottino quando Teddy era finito in un altro universo. Tuttavia, era stato osservando Olympe che aveva scoperto quanto i ricordi potessero essere nocivi, quanto la rabbia fosse in grado di corrodere l’animo umano, più di ogni acido, più di ogni veleno. Era stata consumata dal dolore al punto che non si poteva dire il nome del fratello in sua presenza, tutta la stravaganza e l’eccentricità spazzate via dall’astio, dall’assenza di colui che era stato il suo punto di riferimento in quella casa fin troppo affollata. Lo aveva cancellato dalla propria memoria, rinchiuso in un cassetto a cui era stato dato fuoco. Quello era stato l’inizio del declino di una famiglia troppo diversa, troppo instabile e, con ogni probabilità, pensare che Theodore fosse morto era la soluzione migliore, la scusa utilizzata per prendere le distanze gli uni dagli altri, il capro espiatorio di ognuno di loro.
    Eppure, non era Teddy il motivo per cui il penultimo dei fratelli Rhodes aveva oltrepassato il portale che gli si era aperto davanti agli occhi mentre andava a fare il suo rituale dello sputo. Con ogni probabilità, se Teddy fosse tornato a casa, Olly lo avrebbe ucciso, quindi meh scelta poco saggia e decisamente non intelligente - a parte il cash -. Lui si era ritrovato nel 2119 per sballarsi. Una curiosità legittima, quella del manipolatore degli acidi e dei veleni. Era talmente abituato a drogare la gente che era quasi geloso non potesse farlo con se stesso. Fumava canne perché ne apprezzava il sapore, si faceva, o meglio provava a farsi, di bong perché aveva l’immagine del bad boy da mantenere, e perché alla fine la maggior parte della merda che metteva in circolo nel suo corpo non gli faceva alcun effetto. Aveva provato di tutto, ogni qualsiasi tipo di droga mai scoperta dall’uomo o reperibile in natura e… niente. Nulla faceva effetto su di lui. Fingere era più facile, vivere una vita dissoluta, priva di qualsivoglia freno inibitore lo era ancora di più, tanto ci aveva già pensato suo padre a distruggere il buon nome della famiglia, un figlio problematico in più o in meno non faceva differenza. Sperava solo che nel 2119, o ovunque il bunker in cui fosse finito si trovasse, fossero stati in grado di risolvere quel piccolo difetto di fabbrica dello special, e sperimentato una droga in grado di superare quella barriera naturale che lo rendeva immune. O, comunque, si sarebbe potuto mettere lì e spacciare ai ragazzini, una bella botta prima della battaglia era sempre una cosa gradita.

    ***

    Pitre poggiato sulla spalla, rigorosamente rosa shocking per essere notato dai nemici anche ad anni luce di distanza, Alexander si era fermato davanti all’ingresso dell’ampia stanza, gli occhi leggermente sgranati alla vista della navicella che si stagliava davanti a lui.
“Beh, qui sicuro hanno i big money per la CGI, altro che la HBO.” commentò facendo schioccare la lingua. “Sembra quasi tutto vero. Oltre la magia, intendo. Dici che esistono davvero gli alieni? O è tutta scena? Dopotutto, siamo pur sempre in America!” e si sa che gli americani sono famosi per il trash. “Ce l’avete ancora la Trump Tower? Da noi è stata distrutta, non aveva abbastanza balconi e i dissidenti del presidente americano hanno pensato bene di farla saltare un aria dopo l’ennesima stronzata. Avevo un Huawei all’epoca e da un giorno all’altro… PUFF, niente play store. Ti rendi conto?!? È stato veramente terribile, ma immagino tu possa capire la sofferenza, vero?” Poggiò un braccio sulla spalla del cinese troppo impegnato a blaterare che a interessarsi se l’altro lo stesse capendo o meno. “Un po’ come la versione Netflix di Death Note. Da acido alle ginocchia. Davvero.”
    Scosse la testa con aria rassegnata, pensando al ph che avevano raggiunto i suoi acidi durante la visione di uno dei riadattamenti peggiori della storia, quasi a scacciare via la memoria di quell’orrore dalla sua mente. Continuò il suo sproloquio ancora per un po’, la bocca aperta per riempire il vuoto e il silenzio inquietante attorno a loro, quasi le sue parole potessero oltrepassare il soffitto, udite da chiunque e non solo da quel gruppo di combattenti che sembrava stesse facendo, più o meno, una rimpatriata. C’era la bona, il fatto, il quadrato di cioccolato, la nana e il palo posto lì dove non batte il sole. Non che se ne lamentasse, sia ben chiaro. Gli poteva sempre andare peggio, tipo avere nella stessa squadra un (altro) Alexander Rhodes.
    Era ancora lì a guardarsi attorno con aria sorpresa quando vennero attaccati da diverse specie di pennuti e non ci mise più di due secondi a scattare in avanti, verso il portellone dell’astronave, quando il Barrow gli suggerì correre, giusto il tempo di urlare un “ci si becca in giro!”, ridere da solo, e salutare con la manina. Si arrampicò sulla scaletta con poche difficoltà, entrando nell’UFO con l’espressione ancora più stupita. “Wow, è questo allora quello che fanno alla NASA?” domandò sfiorando le pareti metalliche. Non fece neanche in tempo di meravigliarsi come avrebbe voluto, che attorno a lui accadde il putiferio. Prima veniva attaccato, poi difeso, poi scaraventato a terra (“RUDE!!!”), poi il pollo senza testa era morto e… giusto il tempo di affacciarsi dall’oblò per urlare un “PROBABILMENTE IL TUO” al Barrow del piano di sotto che la vide. Era lì, bellissima nella sua incommensurabile girevolezza. Prese la rincorsa e si lanciò con scatto felino e abile mossa sulla poltrona girevole nelle vicinanze, mentre prendevano il volo.
    “Wiiiiiiiiiiiiii” si diede una spinta con i piedi, roteando di 360° come un bambino felice mentre la bionda e il compare premevano tasti a caso sul piano dei comandi e le casse pompavano Animals a tutto volume. Si arpionò con le dita ai braccioli per qualche istante, prima di ruotare ancora e… tentare di liquefare completamente il suo corpo prima che il pinguino killer decidesse di utilizzare il lanciafiamme contro di lui. Ok, sì, il calore fa evaporare l’acqua e tutte quelle cose che insegnano a scuola e che al Rhodes non erano mai interessate più di tanto perché il suo corpo era composto da acidi, ok? Provò a concentrarsi abbastanza per scivolare giù dalla poltrona su cui era seduto e dirigersi verso il portellone, mentre Grape-Kun spiccava il volo per attaccare il loro pilota che, con ogni probabilità, li avrebbe fatti schiantare contro un muro o, in assenza di questo, contro uno dei loro compagni. Ma non era questo il suo problema attuale. Alexander, se fosse riuscito a raggiungere un punto ottimale, avrebbe ricambiato il favore che Shot gli aveva fatto poco prima, tentando di tener a bada l’uccello pronto a sparare ogni dannata cartuccia in canna. Ancora steso a terra, il corpo schiacciato contro il pavimento, avrebbe puntato il pitre contro Cher Ami e “RTTT-TTTT-TTTTT RTTTT-TTTTTT-TTTTTTTT PEW PEW PEW!”. Altrimenti non avrebbe fatto effetto, era troppo silenzioso per i suoi gusti. In realtà solo alcuni avrebbero potuto comprendere la sacra arte del generare veleni. Ogni pew era servito all’uomo per ricaricarsi, riempiendo così le guance di acidi. Attaccò la lingua sul palato, quasi aspirando il liquido che gli riempiva la bocca. Non appena si fosse reso conto fosse abbastanza, si sarebbe sporto dall’entrata della navicella per prendere la mira e… lasciar scivolare dalla bocca la sua saliva corrosiva sulla testa del volatile.
    Orion
    motherfucker
    Chelsey
    pain in the ass
    ALEXANDER
    asshole


    (7) DIFESA SHOT (Murphy + Alex): spara acidi col Pitre
    (7) DIFESA ALEX (Murphy + Alex): prova a liquefare il suo corpo per scivolare via
    ATTACCO CHER AMI (Ritter + Alex): prova a sputare sulla testa del piccione
     
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    C’erano uccelli, ed uccelli. A William Yolo Barrow, di mente e cuore aperto, non piaceva far di tutta l’erba un fascio (asiatici: davvero, will; davvero.), e sapeva che di mamme troie, ne esistevano di tutte le specie: Albatro sopraccigli neri, Berta minore mediterranea, Capovaccaio, Fagiano orecchiuto del Tibet, tutti con le madri puttanone – ma quella del pappagallo, eh. Quella del pappagallo era così troia, che il cuculo s’è affacciato sul nido per fotterglielo, e non sapeva quali uova fossero le sue e quali della pappagalla mignotta. «ma ti venisse un crampo al culo» alzò distratto un dito medio verso l’amichetto di spongebob, esaminando la ferita con un sibilo fra i denti. Chissà che cazzo di malattie avevano, in quel secolo di merda – ma poi, porca di quella matrioska azerbaigiana, ma non gliel’aveva appena fottutamente detto di non essere vaccinato per l’aviaria. «cavolo will, stai bene?» Osservò imperituro l’orizzonte, una mano a premere sulla ferita ed un profilo severo rivolto al nulla.
    Silenzio pensoso, quello del Barrow. Con solennità, abbassò il capo poggiando le dita su quelle di Murphy, le labbra tirate in una linea dura e seria. «TI TAGLIO LE PALLE, COGLIONE!» una risposta del tutto lecita al quieto quesito di Murphy, lo sbraitare ed inveire contro l’uccello. Che poi, secondo voi, dopo più di un anno in compagnia di Ken e i suoi amici («william….perchè ci sono ventitré cinesi nel salotto» «sembrano tanti perché sono kinesi» + «è razzista pensare che siamo tutti amiki di ken solo perché -» «taci asa e mangia i tuoi noodles»), se ne poteva sbattere qualcosa che il pappagallo non capisse la sua lingua? Assolutamente no. Certe cose le sentivi nel kwore, come la nuova incornata di Alex il Pappagallo Maialex (crossover!!!&&). Si volse verso di lui a rallentatore, il petto ad alzarsi ed abbassarsi despacito:
    al tempo delle paillettes dell'Olimpo….
    dei piccioni della guerra
    e dei re….
    che spadroneggiavano su una terra in tumulto,
    il genere umano invocava il soccorso di un eroe per riconquistare la libertà
    finalmente arrivò celestebrowningdornette
    l'invincibile Principessa Glitterata forgiata dal fuoco di mille unicorni
    la lotta per i colori...
    ...le sfrenate astronomie...
    ...la sorella gemella più piccola di un anno...
    ...i tradimenti...
    furono affrontati con indomito coraggio da colei che sola...
    poteva brillantinare il mondo.

    «IO TI ORDINO DI FERMARTI» avrebbe alzato un palmo verso il pappa minchia, sguardo solenne e postura seria. «PER IL POTERE CONFERITEMI DALLA GIURIA DEI BRILLI» sguardo nella telecamera: «ed i pANTALONI MINIMAL!!!!!» un modo come un altro per dirgli SUCCHIAMELO XD ma con più stile – amava il fescion, will.
    E finalmente, avrebbe potuto schiacciare. YES.
    «ken, è il momento»
    Di cosa.
    «il momento»
    Di cosa.
    «il mOmEnTo»
    AH, ECCO! E mentre il tornado si avvicinava (sentivo anche molto freddo il celo si oscuri #save hemera 2.0) William avrebbe afferrato Mike il pollo senza testa, chinandosi in modo che il mcnuggets si ergesse proprio di fronte a Ken. E mentre lo Scully, illuminando di gioia l’esistenza del Barrow, avrebbe suonato i suoi fikissimi strumenti ombra - «let it goooo» ma ovattato per fingere fosse stato il pollo a dirlo, avrebbe STRIZZATO LA COSCETTA MIA QUANTO TI DESIDERO!, perché sognava di farlo dal primo istante!
    Felice come una pasqua, sorrise al corvo.
    «ken»
    Aw, dopo tutto quel tempo? Osservò Ritter Scully con una mano al cuore, le labbra curvate in una smorfia orgogliosa e pregna d’affetto. «io w i l l» scandì. Nulla nell’impassibilità di Ken gli fece intendere la Verità TM, ma a una certa, la spada la prese comunque.
    Perché era il momento di testare la sua terza cosa preferita (la seconda restava lanciare IL ken; noted per il prossimo giro): «YATTAAAAH» un bel salto ninja con tanto di parola magica, e lama intenta a tagliare in due l’uccello. CHI DI COLTELLINI FERIVA TUA MADRE YATTAH MORIVA!!!!!
    You feel the weight of the world coming down on your
    head

    take this lonely heart - nothing but thieves
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    (16) DIFESA WILL (will + ake): richiama l'aura di potere dei pantaloni minimal e lo ferma
    (9) DIFESA KEN (will + ritter): suona il pollo
    ATTACCO JIMMY (will + shot): YATTAH
    master 3/10
    1/24

    CODICE
    (20) DIFESA MURPHY  (shot + ake)

    (16) DIFESA WILL (will + ake)

    (9) DIFESA KEN (will + ritter)
    ATTACCO JIMMY (will + shot)

    (6) DIFESA AKE (shot + ritter)
    (7) DIFESA ALEX (murphy + alex)
    ATTACCO GRAPE KUN (murphy + ake)

    (7) DIFESA SHOT (murphy + alex)
    ATTACCO CHER AMI (ritter + alex)
     
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    La Beaumont doveva ammettere che pilotare una navicella spaziale era più impegnativo che districarsi con una moto nel traffico parigino, non importava cosa i film le avessero fatto credere per tutti quegli anni. Come guidare una macchina? Sta gran minchia, era più come cercare di cavalcare una balena bendata, non che ci avesse mai provato. Aggiunse alla sua innumerevole lista di cose da fare anche quella di imparare a pilotare una navicella, non poteva certo farsi trovare impreparata la volta successiva - sì, perché era convinta che non sarebbe stato l’ultimo contatto alieno che avrebbe avuto, Barry era riuscito a convincerla di tanto. Akelei si premurò di assicurarsi che l’uccello di William avesse subito tutta la potenza della sua nave spaziale, la sua espressione compiaciuta a cambiare rapida nell’accorgersi che il Barrow era stato ferito. Strinse la presa sulle leve fino a far impallidire le nocche, per il momento era il massimo che poteva permettersi per incanalare la sua rabbia - quel pappagallo di merda doveva solo aspettare che scendesse, e poi gli avrebbe mostrato cosa accadeva a toccare la sua famiglia. «secondo voi come sono arrosto?» domandò ai suoi due compagnia di avventura, ai quali ormai si era (purtroppo) abituata. Avrebbe preferito una killer squad più brutale (i freaks) ma si sarebbe fatta andare bene anche loro, e se Alexanderplatz si fosse rivelato inutile come pensava, avrebbe sempre potuto usarlo come scudo.
    Akelei si ricorda bene il momento in cui incominciò a rimpiangere tutte le decisioni prese nella sua vita, fu quando Let it go partì a tutto volume dalle casse della navicella, e ogni hemera incominciò a impazzire. Tenne appositamente lo sguardo lontano da William, sapendo che se avesse postato la sua attenzione su di lui avrebbe finito per schiantarsi al suolo - come suicidio, non perché fosse troppo attratta dal suo pollo per continuare a vivere. Preferì di gran lunga concentrarsi su Murphy, la quale stava inveendo su un piccione, Akelei sollevò un sopracciglio ma preferì non porsi troppe domande - scelse anzi di abbassarsi con la navicella insieme a Shot, quando nel cercare di farla planare senza uccidere nessuno schiacciò IL tasto: due braccia meccaniche uscirono da qualche parte, prendendo a sculacciare l’uccello «è una navicella sadomasi?» sì, sadomasi come il grande Masi, un filosofo degli anni duemila. Non ne era così certa, ma la bionda pensava che avrebbero trovato altre sorprese, tipo qualche anal beads gigante - sperava che non fosse così, perché non avrebbe risposto delle sua azioni. Fu inevitabile per la Beaumont posare lo sguardo su William, e non perché stesse pensando al sesso anale, per quanto cercasse di non mostrarlo era preoccupata per lui. Sì, sapeva perfettamente che era stato a capo della Resistenza -voleva ancora dargli una testata per quello, ma sticazzi? Non significava che fosse antiproiettile. Nel vedere che il pappagallo si stava avvicinando al suo womo, la bionda prese il controllo dell’altoparlante, tentando in qualche modo di distrarlo «senti ma te ti sei mai fatto le mèches arcobaleno? stanno bene con i pantaloni color minimal» SUCATE RAGA! come disse il grande poeta Immanuel. E niente, la canzone di Frozen dovette esserle andata così alla testa che in un momentaneo stato di incoscienza si sarebbe esistita in un giovanile DAB per distrarre l’uccello. What a time to be alive.
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    (20) DIFESA MURPHY (shot + ake) spankano l’uccello

    (16) DIFESA WILL (will + ake) diffonde il verbo
    ATTACCO GRAPE KUN (murphy + ake) dab
     
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    C’era una volta, nel lontan(errim)o duemiladieci-e-qualcosa, un ragazzo di nome Park Mudeom. Tale Park Mudeom era, utilizzando termini puramente tecnici, un piccolo dito al culo – trouble child, se vogliamo: teppistello di terza classe con un penchant per i guai (quali? tutti) e i cazzotti mal assestati. Di certo non il genere di persona da poter prendere per le spalle e trasformare in un vigilante dedito al bene comune – eppure qualche emerito cretino aveva ritenuto comunque che fosse una gran bella idea donargli dei poteri da supercattivo di Gotham City, e per questo motivo Park Mudeom (che, come dire, non spiccava esattamente per intelligenza o, sia mai!, saggezza) aveva deciso di lasciare scuola, scappare di casa, e prendersi una cotta insta-love per un fottuto ricercato del clan Yamaguchi perché accettare i propri poteri e imparare a usarli come ogni cristo normale sulla faccia della terra era troppo mainstream.
    Ora.
    Qualcuno (chi) tenterebbe di difenderlo ribattendo che [chuckles] that is not correct! perché sta di fatto che Park Mudeom, della vera identità del suo bello e tempestoso Moon, sapesse poco e niente. Come avrebbe potuto immaginare – dai, dai, pietà – che il giapponesino con cui a malapena riusciva a scambiarsi qualche bacio (e che gli aveva insegnato praticamente ogni cosa che conosceva della vita da criminale, haha, nulla di sospetto qui) fosse il figlio di un ex militante della Yakuza? Non c’erano (sì, c’erano) mica segnali a suggerirgli che forse le cose non erano poi così rose e fiori, a casa Pampers Sole e Luna (perché, casomai ve lo stiate chiedendo, : Moon aveva un fratello di nome Sun – mbé? tutto normale, assolutamente quelli non erano nomi falsi inventati sul momento! quando mai). Ma poi, cioè, lui ci aveva provato (no, non ci aveva provato) a fargli domande, eh. Eh.
    E insomma: quando (MA PEEEEENZA) la mafia aveva finalmente rintracciato Moon, che nel frattempo Mudeom aveva scoperto si chiamasse Yami (MA PEEEENZA), Mudeom Malpelo si era ritrovato di fronte a una scelta molto complicata. Fingere di essere morto e scappare con il suo ragazzo in una romantica fuitina che sarebbe terminata poi con entrambi attaccati al soffitto a testa in giù come polli mentre la mafia li sbudellava, oppureeeee niente aveva scelto la via dello sbudellamento.
    Arrivati a questo punto, potrei dire che la nuova identità di Mudeom fosse stata scelta seguendo criteri logici: ad esempio, un nome facile da imparare e abbastanza comune in Corea da non risaltare troppo all’occhio – insomma, cose molto di nicchia come la credibilità. Ma mentirei sapendo di mentire. Park Mudeom, munito del più potente dei poteri resi noti all’uomo (l’erba), nonché dell’ultima gemma dell’Infinito necessaria al completamento del guanto di Thanos (un box set contenente nove stagioni di X-Files), aveva avuto l’illuminazione nel bel mezzo di una scena pregna di pessimo CGI. Il mio cognome sarà Scully come la fottuta Dana perché mi rappresenta, aveva annunciato, prima di far cadere l’intero tubo di Pringles in faccia.

    Quindi, ecco. «cazzoculo.» Ritter Scully di cose strane, nella sua vita, ne aveva viste – ma. Ma. « (harry styles) gli arieni.» Passò gli occhi pece sulla struttura della navicella, labbra socchiuse in un misto di orrore e stupore. «ammira l’arduo lavoro dei tuoi discendenti, huawei ingrato.» corrugò la fronte, irritato nonostante avesse compreso circa cinque delle troppe parole uscite dalla bocca del Barrow. Fece per rispondere, ma «hhhhhhh wilhelm». Puntò l’indice contro uno Shot pronto alla morte, quindi, occhi ridotti a fessure mentre lo guardava salire e prendere addirittura controllo del macchinario. E vabbè che si chiamava Deadman, ma quello gli sembrava esagerato. Picchiettò il mento sovrappensiero, talmente concentrato sulla navicella aliena da non rendersi conto delle settecento combo che, nel frattempo, stavano accadendo attorno a lui – aveva cose più importanti a cui pensare, come ad esempio «SHOTTEU» sì, ancora. Avrebbe quindi alzato un palmo in aria per fermarlo ovunque fosse e, una volta modellata una lancia con l’ombrocinesi, glie l’avrebbe passata senza troppi (??? manco uno, a dirla tutta) preamboli. Portò il palmo contro la fronte corrugata, sforzandosi a seguire il Deadman con le luci al neon a disintegrargli gli occhi; «cosa devo farci con la lancia?» Fece schioccare la lingua contro il palato, poi si strinse nelle spalle. «difendere akekekeke» oh, era un nome complesso. «vedi te.» E basta, il suo arduo compito l’aveva svolto – andò casual verso nuove destinazioni, quindi, sguardo felino a posarsi su ogni centimetro della stanza; e con un semplice «fiko» mormorato in direzione di Alex, avrebbe stretto una mano sulla testa di Jimmy il corvetto così che lo sputo del sopracitato potesse colpirlo senza troppi problemi. Non perse tempo ad assicurarsi che il mostriciattolo fosse morto, però, perché il suo Hemera radar era salito alle stelle nei pochi attimi che avevano seguito l’attacco; silenzioso, si sarebbe infatti avvicinato al sempre fidato Wilhelm così da porgergli un maialino made in Ken – e, senza parlare, avrebbe quindi voltato i tacchi in direzione del mostriciattolo che lo voleva morto, armato di tastiera-gatto, paperella immortale e sguardo deadpan, prima di lasciarsi andare a una toccante esibizione di Let It Go.
    «ken.» Fece un cenno con la testa in direzione di alieno n°34834249, infine porse la spada al Barrow, che «!!!!! io will» …non, sembrava aver inteso. Sospirò, la mano a posarsi sulla spalla dell’altro: grave, mormorò uno «yatta» prima di annuire, solenne, e lasciarlo al suo destino.
    ritter scully
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    Bring all your things
    and we will build a pyre
    Find resurrection in the flames
    And in the fury of alarm bells
    We shalt begin again


    (9) DIFESA KEN (will + ken): fa emozionare jimmy
    (6) DIFESA AKE (shot + ken): passa una lancia a shot? sì
    ATTACCO CHER AMI (ken + alex): lo tiene fermo
     
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36 replies since 17/5/2019, 23:45   704 views
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