2119: durga

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    It's fate, not luck.

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    durga
    JAMIE h. - taki mendoza - flos campbell - lemon squeezy - will barrow ii - shia hamilton ii


    Non avete alcuna certezza, Viaggiatori temporali o dimensionali che siate: andare a Salem, cento anni dopo i vostri compagni, non assicura alcuna risposta certa sul vostro futuro, ma quale altra possibilità avete? Quale altra speranza avete? E quando pensate di separarvi, di lasciare al sicuro i più fragili – coloro ad un soffio dalla morte; le bambine, certo che altri rimarranno con loro per proteggerli – vi viene messa di fronte un’altra scottante verità: non c’è certezza, che torniate. O quando lo facciate: se cercando Lafayette e Lancaster rimaneste incastrati nell’universo alternativo, con il tempo a sbeffeggiarsi di voi e scorrere in maniera diversa, al vostro ritorno potrebbe essere tardi. Troppo tardi. E se c’è una minima, minuscola!, possibilità che possiate davvero tornare a casa…non potete che concordare con la logica esposta.
    Perché alla fine, è l’unica scelta che avete.
    Chi abita il 2119 da tutta una vita, vi riferisce quel che è successo all’antica scuola di Magia – ma non vi prepara allo spettacolo che vi si para innanzi agli occhi nel momento in cui gli Altri praticano il rito del Trasporto.
    Il buio non dovrebbe stupirvi. Le sette ore di differenza da un continente all’altro, gravano in una notte densa terribilmente, disperatamente, silenziosa, quasi l’intero universo stesse trattenendo il fiato prima di sbuffarlo in tempesta. Tutto sembra immobile, alieno, nel luogo che il secolo precedente ha ospitato i vostri amici - la vostra famiglia.
    Dopo l’esplosione del Dicembre 2017 in cui i Traditori sono stati dichiarati morti, la scuola non è mai stata ricostruita. Le macerie paiono macabri fiori schiusi in Primavera a costellare un prato un tempo verde smeraldo; i lampioni, entro cui fuochi fatui guizzano beffardi, delineano il percorso che porterebbe alle porte dell’istituto, se solo ve ne fossero ancora. Una fitta nebbia, di cui nessuno sa quanto vi sia di artificiale, e quanto di scenico per propaganda, vi scivola nei polmoni e sugli occhi, ovattando suoni e forme e dandovi l’illusione di essere gli unici superstiti. Giace scomposta, la scuola di Salem; una parte, ancora integra, sembra invitarvi ad entrare - e sapete, per sentito dire, di non essere gli unici ad aver percepito l’inquietante e tentatore canto dell’azzardo.
    La zona, dichiarata chiusa al pubblico dopo diversi incidenti avvenuti nel 2026, è divenuta leggenda e spauracchio per bambini: si dice che all’interno di Salem i corridoi si snodino in Labirinti machiavellici, gonfi di creature vomitate direttamente dai vostri incubi; che i maghi più pericolosi, i ricercati, abbiano ivi trovato dimora, e non attendino altro che un passo falso per mietere nuove vittime; che i pazzi, gli stravaganti, abbiano trovato una casa dove poter adempiere al loro destino, fatto di torture ed urla nella notte. Che sia infestata, da fantasmi del passato e del presente. Il tutto, porta ad unica e univoca conclusione, indipendentemente dalla storia celata alle spalle: chi vi entra, non ne esce mai.
    Ovviamente: «dobbiamo entrare»
    Lo fate, perché - quale altra scelta avete? Rimanete stretti gli uni agli altri, un fronte compatto a muoversi armonico. Bacchette, magia, torce; qualunque sia lo strumento utilizzato, i fasci dorati incrociano i vostri passi tracciando forme che potrebbero esserci, ma è assai più probabile non sia così. Pezzi di statue, maschere abbandonate - vestiti laceri, computer. Manichini? Rabbrividite, ma il passo è stabile.
    E andata avanti.
    Avanti.
    Ci siete tutti?
    Sì; e allora, avanti.
    Fino a che di fronte a voi, memori di altre avventure, non si diramano sette diversi corridoi.
    Qualcuno ci prova, a proporre di non dividersi. Voci deboli, ma determinate: cedete solo quando, infine, non giunge l’ammissione.
    Nessuno sa quale sia la strada giusta. Potrebbero esserlo tutte; potrebbe non esserlo nessuna. Potrebbe esserlo solo una. E come dividersi, domanda qualcuno? Dall’universo alternativo, non fidano né dei Viaggiatori, né degli abitanti di quel futuro; i Viaggiatori non possono fidarsi delle ombre di un’altra vita, e chi abita quel mondo – beh. In ogni caso, non avrebbe molto da perdere, ma non è intenzionato a perdere di vista i propri amici, per una guerra che non li riguarda.
    Il suggerimento giunge quasi in un sussurro. Quasi divertente - tanto da sembrare uno scherzo. Le scuole elementari magiche hanno adottato sin dagli albori un metodo per prevenire il bullismo che colpisce i bambini quando entra nel loro vocabolario la parola gioco di squadra, utilizzando un neutro, semplicissimo, incantesimo, sottovalutato ma importante. Tale magia segue la logica di ogni genere di magia, irragionevole ma funzionale, e sceglie i membri di una squadra basandosi sulle eguali possibilità di ciascun membro.
    Vi prendono per il culo?
    Sperate davvero di sì, ma sapete - vedete che la risposta è no – e sentite di non avere altra scelta, perché quello dell’incanto non è un suggerimento: è un obbligo. Nel palmo di ciascuno di voi appare una moneta; coloro che possiedono la moneta del medesimo colore, fanno parte dello stesso team. Potete provare a scambiarla, ma non funziona. Nel momento in cui la moneta cambia proprietario, cambia colore assumendo quello della squadra originale.
    Coloro esclusi dalla partita verranno scortati da Ron Parker nelle retrovie; seguiranno uno dei gruppi, ma ad una debita distanza di sicurezza: sono al sicuro, per quanto possibile.
    Se, possibile.
    Ed anche se non vi piace, ed anche se non vorreste, non vi rimane che salutarvi. Se c’è davvero, davvero, la possibilità di porre fine a quelle pazzie, dovete provarci. Dovete fidarvi.
    E dovete pregare, nell’imboccare uno dei corridoi, che sia abbastanza.



    Camminate alla cieca per qualche metro, cercando quanto più possibile di rimanere uniti nonostante la fitta nebbia renda difficile anche solo distinguere i volti di chi vi circonda. C’è qualcosa di estremamente sinistro, nell’ala del castello che state esplorando, ma non riuscite a capire perché; se è colpa del silenzio innaturale, rotto unicamente dal riecheggio dei vostri passi sulla pavimentazione logorata, o magari dell’ansia che v’attanaglia la gola, facendovi sbattere contro muri e macerie per la distrazione, oppure – ma no, impossibile. V’imponete di procedere, sicuri che si tratti semplicemente di vocine nella vostra testa che, maligne, vi suggeriscono i peggiori scenari.
    Superate corridoi e imponenti archi distrutti dal tempo, aule abbandonate, murali adornati di un liquido scuro che non può fare altro che ricordarvi il sangue raffermo. Rabbrividite, e qualcuno di voi tenta di accelerare il passo, occhi puntati a terra così da non dover far fronte al panorama spettrale – ed è allora che vi rendete conto di essere in trappola.
    Prima che possiate anche solo pensare di difendervi, mani da ogni lato della stanza vi prendono per le spalle e vi strattonano lontani dal resto dei vostri compagni; sentite voci sovrapporsi in una cantilena infantile – poi, all’improvviso, il buio.

    Vi risvegliate pochi minuti dopo, o forse sono passate ore; non potete saperlo, ma ciò che è certo è che non siete più soli. Una ragazza dai lunghi capelli rosa allunga il busto verso di voi, battendo le palpebre. «vogliamo diventare amici?»
    Alza la mano destra così che voi tutti possiate vedere il telecomando che tiene stretto nel palmo – e lo fanno anche il resto dei presenti mentre, apatici, vi studiano. La testa vi gira incredibilmente, i rimasugli di qualunque cosa v’abbiano dato per trascinarvi in quella stanza anonima a provocarvi nausea ad ogni più piccolo movimento, ma forse non c’è manco bisogno di abbassare lo sguardo per capire che il blocco legato al vostro stomaco è una bomba artigianale.
    Yuno vi sorride, allegra, e preme il pulsante.


    jamie30 pa25 pd90 psARMA: pistola semiautomatica | POTERE: cronocinesi
    taki25 pa25 pd80 psARMA: kusarigama | potere: mimesi
    ham23 pa17 pd70 psARMA: spada | potere: acidi & veleni
    flos15 pa15 pd60 psARMA: sai
    will ii10 pa10 pd50 psARMA: fucile d'assalto
    lemon11 pa9 pd50 psARMA: lanciagranate | POTERE: elettrocinesi
    yuno25 pa30 pd80 psattacco: 15 +2 (jamie)bombe a mano | telepatia
    gopal25 pa20 pd100 psattacco: 5 (taki)mitragliatrice
    fevzi25 pa25 pd70 psattacco: 16 (ham)lanciafiamme
    harold15 pa15 + 15 pd50 psattacco: 1 (flos)kalashnikov
    bronwen20 pa10 pd50 psattacco: 2 (will)bazooka
    minta10 pa20 pd50 psattacco: 7 (lemon)chakram


    Assecondateli, e vivrete. Rifiutatevi, e salterete in aria.
    You choose.
    JAMIE: Yuno vuole sapere chi è la persona a cui tieni di più.
    TAKI: Gopal vuole sapere chi dei tuoi compagni saresti disposta a uccidere per primo.
    HAM: Fevzi vuole sapere qual è il peggior metodo di tortura a cui riesci a pensare.
    FLOS: Harol vuole sapere se sacrificheresti gli altri in cambio della tua sopravvivenza.
    WILL: analogamente, Bronwen vuole sapere se moriresti in cambio della sopravvivenza degli altri.
    LEMON: Minta, burlona, ti chiede qual è il tuo gusto di gelato preferito.

    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. A meno che non ci sia un solo PNG, solo un massimo di due PG può attaccare lo stesso nemico. Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Ricordate che potete usare solamente incantesimi del vostro livello [INCANTESIMI - POTERI] - e no, non c'è il limite di utilizzi del vostro potere come scritto nella pagina, potete usarlo quanto volete. Plus, ogni 10 post (del pg, non della slot) i pg a livello master avranno diritto ad una SUPER, differenziata da potere a potere; i maghi, a seconda che il loro potenziamento sia di pa o pd, potranno fare un incantesimo di guarigione che ridia tot ps (variabili a seconda del livello del pg da curare) o attaccare due png anzichè uno. [P.S.: le granate possono essere utilizzate contro più di un PNG, ma il loro danno si dimezza. Se viene estratto, ad esempio, 9, contro un png farà danno 9, contro due png 4, contro tre png 3]
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza, ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute.

    ➞ combo. gli attacchi/le difese combo fra più personaggi, devono essere postati a massimo due ore di distanza.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco/la difesa + numero munizioni usate.

    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS.
    Se non riuscirete a concludere l'ostacolo in tempo, ve lo trascinerete anche a settimana successiva, quindi l'accanimento terapeutico è caldamente consigliato. Se, al contrario, riuscirete a finire prima delle 23:59 del 24.05, avrete la possibilità di raccogliere BONUS che potranno influenzare i punti (attacco; difesa; salute) del vostro personaggio fino a che non sarà scoccata l'ora per il balzo epoca.

    avete tempo fino alle 23:59 del 24/05 per postare.



    Edited by ‚soft boy - 4/2/2021, 00:35
     
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    «dodici anni,» Jamie Hamilton strinse la moneta nel pugno, gli occhi chiari a sollevarsi sul resto della stanza privi di particolare interesse verso ciascuno dei presenti. «bambini di dodici anni un commento aspro ed appena bisbigliato, soffiato in un sorriso che non giunse mai agli occhi verdi, ma lasciò comunque una piacevole impronta sulla bocca.
    Quella situazione non gli piaceva, e manco per il cazzo (potete intendere il modo di dire anche in maniera letterale, sempre valido) credeva valesse la pena mettere a proprio rischio se stesso, per gente che – perlopiù – gli stava sulle palle. Eppure l’avrebbe fatto; eppure quella sorte se l’era scelta, Jamie, lasciandosi condurre dalla fottuta parte opposta del mondo, e seguendoli poi in una scuola che cadeva a pezzi ad ogni sospiro più sostenuto.
    A non piacergli, era quell’incantesimo merda: da quando le situazioni si risolvevano con una morra cinese magica? Da quando ti importa, Jamie? Lui, che nei suoi ventiquattro anni di vita era sopravvissuto a dispute d’ogni tipo grazie a lingua (di nuovo, anche letteralmente) e sangue, non era coerente nella posizione di qualcuno che potesse giudicare: però i coglioni, gli giravano comunque. «dai, fammi vEDERE» il cronocineta chinò il capo verso un’entusiasta Melvin Diesel, la quale stava cercando, inutilmente, di aprire la mano dell’Hamilton per rivelare il colore della moneta. Continuava a fingere che se non l’avesse guardata, nulla di deciso dalla magia sarebbe stato concreto. Non si era fatto tele-fottutamente-fatto trasportare nell’area 51, per poi perdersi nell’Istituto di Salem con gente che, con tutta probabilità, odiava; non si era bruciato ore di sole utili a smaltire il jet lag, per una missione del cazzo da affrontare solo.
    Tutte simpatiche perifrasi per un concetto semplice quanto sempre vagamente frustrante - ed in quanto tale, evitato da Jameson con agile ed elegante parkour. Perché pensare, perché sapere, che non essere al fianco di Melvin Diesel o Laurent Miller avrebbe minato la sua concentrazione, era una debolezza che non poteva accettare come propria; il pensiero che potessero morire in qualche remota stanza di quel luogo dimenticato da Dio, lo turbava. Jamie Hamilton – l’imperturbabile, adorabile, Jamie Hamilton – era seccato all’idea che l’incantesimo potesse averlo privato della possibilità di vederli morire con i suoi occhi! assicurarsi non tirassero le cuoia. Cosa? Se non era preoccupato per Gugi? Per quanto il Barrow fosse parte integrante dei problemi dell’Hamilton, non rientrava in quella specifica categoria: non esisteva nessuna cazzo di morra cinese magica che gli avrebbe impedito di rimanere con Will; aveva ucciso per molto meno, Jamie.
    Molto, meno.
    Per Melvin e Lollo, non avrebbe mandato a puttane la missione, qualunque nuova stronzata metafisica fosse, quindi avrebbe dovuto sopportare. Con William il quesito non si sarebbe posto, perché non ci sarebbe più stata nessuna cazzo di missione: voilà! «eddAI JAMIE!!!!!!» Pressò le labbra fra loro, un sopracciglio sollevato verso la bionda avvinghiata al suo braccio. Anziché risponderle, cercò lo sguardo di Will, un sorriso a curvare piatto mezza bocca nell’indicarlo alla Diesel. «prima lui» Neanche avesse pronunciato una parola magica, Melvin rimbalzò (sul serio: r i m b a l z ò) sul Barrow, adattandosi come sempre al cambiare proprietario del marsupio ch’era solita diventare. Volubile, la Diesel, nel suo dare troppo a tutti (ancora, sempre non solo metaforicamente), che fosse mera confidenza, o stra maledetta fiducia. «WIIIIIIIII/IIIIIIIIIIIIII/LL CHE COLORE HAI?» Non aprì mai il pugno, Jamie; non guardò la moneta quando il biondo rispose blu, ma non ebbe esitazione nel confermare «blu» all’empatica: perchè se non lo fosse stata, lo sarebbe diventata.

    Aprì la bocca, la richiuse scuotendo la mascella. Cercò di alzare un braccio per massaggiarsi le palpebre, ma il movimento bastò a far roteare quel poco che riusciva a mettere a fuoco della stanza, strozzando fiato e bile in gola. «stronzi -» grugnì, serrando e rilasciando il pugno per controllare la prontezza di riflessi.
    Scarsa.
    Merda. Inspirò dalle narici tastando le labbra con la lingua, placando così il lieve formicolio alla bocca. Porca troia. Non li aveva sentiti arrivare, Jamie; Cristo Santo, non li aveva fottutamente visti, ed ora si ritrovava impasticcato come un collegiale ad una festa di confraternita. Il fiotto di rabbia fu abbastanza da renderlo parzialmente consapevole dell’ambiente in cui si trovavano – e soprattutto, cosciente degli unici due dettagli che contavano: era ancora armato; non erano soli. Ho già detto Dio Signore? «cazzo» sì, pure. Inspirò dalle narici ed espirò dalla bocca, gli occhi verde acqua a guizzare verso i compagni: scudo 1, scudo 2, scudo 3, in postazione (molto bene; Jamie era stato molto felice di scoprire che a) aveva davvero la moneta blu!!! E b) era circondato da carne da cannone!!); il cugino che non sapeva d’avere, c’era. William - «te l’avevo detto che sarebbe stato divertente,» sperava vivo, ma cercò comunque di assicurarsene con un lieve calcio alla gamba.
    Ora. Okay che il suo miglior amico gli faceva sempre un certo effetto, ma di solito il macigno al petto era astratto. Non volle guardare fino all’ultimo, Jamie – ma la ragazza dai lunghi capelli rosa, lo costrinse a farlo: «una bomba concluse il Re dell’ambiguità metaforica slash letterale, mordendosi il labbro inferiore per trattenere la risata ironica a prudere in gola.
    Sarebbero morti così
    Così
    Male, per aver anche solo pensato di attaccare una bomba su Jamie Fuckin Hamilton; si ritrovò obbligato ad abbassare gli occhi sulle proprie mani, conscio di non essere in grado, non in quel momento, d’indossare l’usuale pacata maschera di cortesia: ce l’aveva scritto in faccia che voleva il loro sangue, Jamie. Dubitava avrebbe fatto buona impressione sui loro nuovi amici, e dato che tenevano il telecomando, meglio comportarsi bene.
    Solo quando fu certo di poter sorridere e fingere d’intenderlo, alzò il capo verso la ragazza dai capelli rosa. Si era aspettato tante cose, quand’ella si era avvicinata: che chiedesse dove fossero gli altri; che demandasse un riscatto; perfino consigli su quale parte tagliare per prima da mandare a papà.
    Di certo non «qual è la persona a cui tieni di più?»
    Fu certo di aver sentito male. Corrugò le sopracciglia, la lingua a guizzare sulle labbra. «…come?» Penny sorrise come se la confusione di Jamie la divertisse, la smorfia di un genitore che riprendesse il figlio a rotolarsi nel fango per scoprire come vivessero i maiali. Vaffanculo? «la persona a cui tieni di più; ki è?» Ma… Faceva sul serio?
    Faceva - faceva sul serio. Puntellò la lingua sulla guancia, gli occhi a ruotare verso i compagni:
    quale dei tuoi compagni saresti disposto ad uccidere per primo?
    qual è il peggior metodo di tortura a cui riesci a pensare?
    sacrificheresti gli altri in cambio della tua sopravvivenza?
    moriresti in cambio della sopravvivenza degli altri?
    Domande legittime; domande per cui avrebbe saputo cosa rispondere in quanto Jamie, e cosa dire in quanto sequestrato. Quale cazzo era il problema di Yuno? Ci mancava solo che, con una mano sotto al mento, avanzasse ancora invadendo i suoi spazi personali in un «LO KONOSKO?» per esplicitare quanto volesse farsi i cazzi di Jamie.
    E tristemente, quella volta non letterali.
    Avrebbe potuto mentire. Avrebbe potuto soffiarle mamma in un bacio a fior di labbra, uno scontato papà a levar ogni dubbio, ma non sapeva abbastanza di loro da potersi permettere l’audacia di una cazzata: e se avessero saputo dell’incidente? E se avessero avuto gente in Francia pronta a far fuori Leonard? Era troppo tardi per fingere di non comprendere la lingua?
    Si schiarì la voce, offrendole infine l’unica verità che volesse permettersi: «me stesso» nonché l’unica che avesse. Sincero lo era con pochi, Jamie Hamilton – e fra quei pochi, non c’era Jamie Hamilton. Per tutta una vita, il cronocineta, s’era detto fosse vero; continuava a crederci, e bastò a rendere il sorriso rivolto a Yuno del tutto onesto.
    Ma non significava lo fosse.
    Reclinò il capo verso la bionda seduta al suo fianco, ampliando il ghigno ed arcuando le sopracciglia. «e per inciso, se ce ne aveste dato il tempo, sarebbe stata anche la sua risposta» cercò di stringersi nelle spalle, ma alla fine optò per un del tutto lecito ammiccamento a Lemon ed ai loro aguzzini: lasciò implicito che fra leccare un cono al cioccolato e l’Hamilton, non ci fosse paragone. Era un gentiluomo! Curvò la bocca nel più dolce, oh, così dolce!, ed amabile dei sorrisi a Minta, gli occhi ridotti ad una fessura di malizia divertita. «e dato che siamo in vena di domande, mi lasci il tuo numero?» Battè languido le ciglia, senza degnare di un’occhiata il resto della squadra. Un basso e deplorevole tentativo di confondere gli avversari? Eh, anche; non credeva la seduzione sarebbe stata l’arma vincente, ma già ch’erano lì, perché non provarci? «per fare amicizia, sai.» wink wink.
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    break it

    good as gold - the phantoms
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    (17) DIFESA JAMIE (jamie + lemon): risponde
    (7) DIFESA LEMON (jamie + lemon): ammicca???
    ATTACCO MINTA (jamie + lemon): le chiede il numero

    1/10

    CODICE
    <b>(17) DIFESA JAMIE (jamie + lemon): </b>
    <b>(7) DIFESA LEMON (jamie + lemon): </b>
    <b>ATTACCO MINTA (jamie + lemon):</b>
     
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    «home sweet home» sollevò il capo verso le volte dell'ormai fu gloriosa Salem, teatro della sua adolescenza nonché ricorrente scenografia dei suoi peggiori incubi. Non che quelle mura le avessero mai fatto niente di male in fondo; era la loro semplice esistenza, di fatto, a costituire il vero fardello per la Squeezy. Le ricordavano tutto quello che aveva fermamente scelto di lasciarsi alle spalle, le pesavano sul petto come macigni, facendole provare ancora una volta quella claustrofobica sensazione di prigionia che per diciotto anni era stata per lei una costante.
    Non era Salem il problema, né l'America in sé, che aveva mandato a 'fanculo due anni prima ma che, ironia della sorte, aveva finito per trascinarla ancora una volta tra le sue grinfie: era la sua vecchia vita, il problema. Peggio ancora: era sé stessa. Perché era stato semplice gettarsi ogni cosa alle spalle, credere che cambiare aria potesse rimettere a posto ogni tassello usurato della sua vita, voltare la schiena senza più guardarsi indietro. Ma non era così, non poteva esserlo: delle cose facili non ci si poteva mai fidare. E Lemon lo sapeva, cazzo se lo sapeva, ma aveva preferito non pensarci. Accatastava i giorni, uno sull'altro, si diceva 'questo è l'ultimo' e poi rimandava al successivo, a quello ancora dopo. Ed alla fine il fato l'aveva rivoluta lì, dove tutto era cominciato.
    Le dava una strana sensazione vedere la scuola ridotta in macerie, un brivido alla consapevolezza che tutti i luoghi che un tempo l'avevano ospitata erano andati, fottuti per sempre tra le macerie. Sfilò via quel che restava della sua sigaretta dalle labbra, gettandolo proprio tra quelle rovine e guardandolo sparire, immaginando che finisse per dar fuoco a tutto quanto. Sarebbe stato un buon modo, tra le fiamme, di cancellare ogni traccia di quel suo cazzo di passato.
    «dobbiamo entrare»
    «che perspicacia» soffiò via l'ultimo alone di fumo dalla bocca, ed avanzò verso ciò che restava di Salem assieme ai suoi compagni.
    Non era così che la ricordava. Le faceva un po' pena, a dirla tutta, perché pareva esser stata allestita appositamente per tesservi sopra chissà quali affascinanti storie, celando malamente l'effettivo stato delle cose: un gran bordello, ecco tutto. Sorrise fra sé e sé, cercando d'immaginarsi l'indignazione di alcuni dei suoi vecchi professori dinanzi a tutta quella distruzione, la delusione di chi in quella scuola aveva riposto ogni sua speranza per il futuro. Una fortuna che lei, di speranze, non ne avesse mai avute.
    «ne hanno fatti di progressi da quando sono andata via» una constatazione ad alta voce la sua, mista ad una leggera gomitata verso Taki che, se mai avesse avuto dubbi sul perché avesse preferito lasciare l'America per accontentarsi di Londra - beh, aveva appena ricevuto la sua risposta.
    Faceva fatica a fidarsi delle persone Lemon e, quelle rare volte in cui l'aveva fatto, non era mai finita un granché bene. Per questo, alla fine, cercava sempre di restare sulle sue, di esporsi senza mai esporsi davvero, di tenere gli occhi aperti anche quando le cose sembravano palesemente definite. Con Taki e Taz era un po' più difficile: li conosceva appena, e certo il sangue non aveva mai costituito una garanzia nella sua personale esperienza in merito, eppure... Eppure era così maledettamente semplice stare con loro. La odiava quella semplicità, perché sapeva che l'avrebbe sempre resa vulnerabile, ma al contempo la faceva sentire come poche altre volte si era sentita prima: bene. Dannatamente, tanto da accettare di rimettersi in viaggio verso quella terra che avrebbe volentieri fatto a meno di rivedere, solo per seguire Taki, per non lasciarla da sola contro chissà cosa.
    Se ci avesse rimesso le penne, aveva fatto giurare ad entrambi che le avrebbero fatto costruire una statua, e che ogni giorno si sarebbero assicurati di lavar via le cacche di piccione (!) dalla pietra. Almeno quello, cristo, lo pretendeva.
    «e questa che cazzo di roba dovrebbe essere?» posò lo sguardo sulla moneta blu apparsa sul suo palmo, osservando gli altri con fare interrogativo. Ecco quello che, ne era certa, avrebbe finito presto per odiare di quella missione: il fottuto gioco di squadra. Lei non era tagliata per quelle cose, non era fatta per stare con persone e collaborare — almeno era finita nello stesso team di Taki. In caso contrario, avrebbe probabilmente preso per il braccio la sorella, fatto cia1 a tutti quanti e mandato ogni cosa a 'fanculo, tornandosene a casa per direttissima.
    Non che non fosse ancora tentata di farlo ma, insomma, le toccava quanto meno provarci.
    «ma pensa» mormorò perplessa, riprendendo il cammino tra i corridoi della scuola. No, non era decisamente come la ricordava. Di certo non c'era la nebbia prima, né sangue sulle pareti, né macerie, ancora macerie - né mani a fuori uscire da ogni dove, figurarsi. D'istinto, strattonò il braccio per impedire di essere afferrata e trascinata via dal resto del gruppo, ma certo non sarebbe stato sufficiente: era tutto troppo, e troppo inaspettato «e mollami» si dimenò ancora, un attimo prima che il buio calasse definitivamente su tutti loro.

    «vogliamo diventare amici?»
    Aveva parecchie imprecazioni da sfoggiare Lemon, ma scelse di tacere e di sollevare semplicemente un sopracciglio, perplessa, studiando i volti sconosciuti dinanzi a sé per cercare di capire chi cazzo fossero e, soprattutto, cosa volessero da loro. Provò a voltare il capo per cercare Taki ma, nel farlo, un'ondata di nausea le fece bruciare gli occhi sino a costringerla ad immobilizzarsi, allungare una mano verso la prima spalla disponibile per impedirsi di perdere nuovamente il contatto con la realtà. «ma che porca puttana...?» lo sapeva che avrebbe dovuto rimanere a Londra, cristo se lo sapeva.
    La consapevolezza si fece più acuta quando, nell'abbassare lo sguardo, si accorse dell'ordigno attaccato al proprio stomaco. Svelta, riprovò a voltare la testa, lottando contro il capogiro per assicurarsi che Taki non avesse....ce l'aveva anche lei. «ci vuole calma, e sangue freddo» canticchiò nervosamente, conscia di essere sul punto di far scendere giù tutti i santi dal cielo.
    Spostò lo sguardo sulla tipa dinanzi a sé, recependo la sua domanda come un fastidioso rumore di sottofondo e, per questo, non cogliendone immediatamente il significato. Attese qualche istante, prima di osservarla davvero e chiedere, a sua volta «ma ce l'hai con me?» ce l'aveva con lei «che cazzo...?» ma le pareva il momento giusto per chiederle quale fosse il suo gusto di gelato preferito? Avrebbe preferito riderle in faccia, piuttosto che stare al suo maledettissimo gioco, ma - eh, quel pulsante tra le mani della tizia coi capelli rosa non prometteva niente di buono, e Lemon non desiderava poi così tanto morire. Giusto un po', magari.
    Beh, il fatto che dovesse rispondere, in ogni caso, non implicava certo che dovesse necessariamente rispondere in maniera....consueta. Piegò le labbra in un ghigno la Squeezy, schiarendosi la voce e dando libero sfogo alle sue inesistenti doti canore «GELATO AL CIOCCOLATO, DOLCE E UN PO' SALATO, TU GELATO AL CIOCCOLATO» eer no, madre natura le aveva dato tante cose ma non certo una voce intonata, ma non aveva dubbi sul fatto che l'altra, così come probabilmente l'intero vicinato, avrebbero c e r t a m e n t e saputo apprezzarla!! «sorry, not my finest moment» si scusò poi col tipo affianco a sé (jaime?? jiacomo?? jiandolfo??), più per aver probabilmente disturbato anche la sua di conversazione, rivolgendogli un'occhiata più lunga del necessario col solo intento di cercare in lui la stessa confusione che lei sentiva d'avere.
    «e per inciso, se ce ne aveste dato il tempo, sarebbe stata anche la sua risposta»
    E invece, fra tutti, le era capitato proprio lo scemo.
    «dici?» chiese con tono innocente, piegando il capo ed abbozzando un sorriso assolutamente casto «mi fido, eh» allungò una mano per afferrare quella altrui e, senza troppe cerimonie, uscì la lingua per leccargli il palmo, schiaffandolo poi dritto sulla guancia della tipa. «guarda, avevi ragione, mi hai proprio cambiato la vita» deadpan.
    lemon squeezy
    19 . elettrokinesis . salem
    Per realizzare il limoncello lavate i limoni sotto il getto dell’acqua corrente, sfregate la buccia con una spugnetta nuova per eliminare eventuali impurità.



    (17) DIFESA JAMIE (jamie + lemon): canta fortissimo gelato al cioccolato
    (7) DIFESA LEMON (jamie + lemon): canta fortissimo gelato al cioccolato in risposta
    ATTACCO MINTA (jamie + lemon): le schiaffa la mano di Jaime opportunamente insalivata sulla guancia
     
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    (17) DIFESA JAMIE: 16 (jamie) + 5 (lemon) = 21 (+4)
    (7) DIFESA LEMON: 21 (jamie) + 5 (lemon) = 26 (+19)
    ATTACCO MINTA: 16 (jamie) + 7 (lemon) + 4 + 19 = 46
    DIFESA MINTA: 10 (-36)
    Risposta esatta! Minta s'inchina davanti a voi, e offre i suoi chakram a Yuno - la quale, in un colpo secco, le amputa metà braccio.
    Quindi vi guarda, raggiante, e v'invita ad avvicinarvi.



    JAMIE: Yuno è estasiata. Ride, e saltella verso di te: punta l'indice contro Will, e ti chiede cosa faresti pur di salvarlo - poi ti dà uno schiaffo, perché ci stai mettendo troppo.
    LEMON: Minta ci mette un po' a metterti a fuoco, con il sangue che le esce a spruzzi dal moncone. Porta la mano ancora attaccata al corpo sulla ferita pulsante, e ti chiede qual è il tuo numero preferito.
     
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    Aveva salutato Al, che ufficialmente era diventato il suo padrino, probabilmente avevano parlato così tanto che ora sapeva cose della famiglia Hamilton che mai si sarebbe sognato; scherzo, era così ovvio che la famiglia Hamilton avesse fatto quello aveva fatto, non a caso il cognome esisteva ancora, sapeva di avere del buon sangue, anche se molti pensavo il contrario per il fatto che fosse di colore diverso ma mica lo rendeva un mostro, lui era solo speciale. «In bocca a lupo» disse allo “zio” e alla sua compagna Maeve, gli piaceva la donna anche se forse non era ricambiato ma come poteva biasimarla, il cognome non era di certo sinonimo di qualunque cosa che potesse essere un termine positivo che al momento non mi viene in mente.
    Camminò in silenzio per il tragitto perché non conosceva nessuno o forse si ma la player non si è applicata per trovare legami quindi fingiamo che lui fosse concentrato sulle ragazza presenti alla missione. E fu come una visione, un miraggio quando tra tutti i capi vide uno che attirò la sua attenzione. Era Lemon « Ciao, Io sono Ham e ---» e niente non finì la frase che si ritrovò afferrato per le spalle e poi il buio lo avvolse.
    Quando si risvegliò, vide una ragazza dai capelli lunghi e rosa alquanto inquietante al centro della stanza. «vogliamo diventare amici?»
    «Perché no» lui non discriminava nessuno, anche se la rosa voleva ucciderli potevano diventare amici, dava sempre una possibilità alle persone. «che voglia di vomitare però» raramente provava una cosa del genere, perché come il suo avo, non poteva ubriacarsi e difficilmente provava quella sensazione allo stomaco, doveva affiancare di solito qualcuno che annullava il suo potere ma allo stesso tempo gli piaceva troppo per farne a meno.
    Poi notò che la ragazzina aveva un pulsante in mano e solo in quel momento si rese conto che aveva una bomba attaccato allo stomaco «Ma Sei una stronza» pensare che le aveva dato anche una possibilità.
    Affiancò i suoi compagni di team, del quale non conosceva nessuno, a parte i cugini che comunque non conosceva coso tanto dato che lui aveva vissuto a Londra e la famiglia lo aveva praticamente isolato da tutti fin dalla nascita. Se avesse saputo di avere una scia di parenti si sarebbe presentato in Francia molto tempo prima e non per andare in una missione suicida; perché di quello si trattava, a Salem così lontani da casa. ma ora era lì, perché al contrario dello Shia che conoscete lui voleva aiutare davvero Al e i viaggiatori nel tempo, i proprio parenti e le persone della propria epoca, in più poteva metterlo nel curriculum. Avrebbe avuto ogni donna ai suoi piedi una volta tornato, magari senza un occhio o un arto, ma sarebbe tornato vincente e zac donne a volontà. Da secoli i veterani di guerra erano i più ambiti e lui ne avrebbe fatto parte, se non fosse morto s'intende, ma era di mente positiva, dai era un Hamilton e per giunta portava il nome di Shia, tuti sapevano che era stato un eroe, anzi una divinità.
    Per fortuna aveva anche tre donne al suo fianco e a lui piacevano, tutte, poteva anche iniziare a fare la sua mossa, che non sia mai che morisse durante quel ostacolo almeno poteva dire di aver vissuto fino all'ultimo istante della propria esistenza «Ciao sono quello di prima» disse quasi impacciato a Lemon, ma questa non lo considerò, manco fosse stato una merda da evitare, forse lo era, ma non si sarebbe arreso. «aspett- E tu... io?» s'indicò confuso
    «qual è il peggior metodo di tortura a cui riesci a pensare» ora se si fosse trattato di Shia Hamilton, quello sperduto nel far west la risposta sarebbe stata ovvia: la peggior tortura era l'astinenza dal sesso ed essere povero, ma riguardo al giovane Ham era diverso, perché lui come altri aveva subito delle vere torture e ancora oggi aveva il terrore di tutte.
    «Non voglio essere seppellito vivo» cazzo se aveva paura di quella tortura, una volta un insegnante lo aveva rinchiuso in una bara e messo sotto terra per mezz'ora, era stata la cosa più paurosa della sua vita. Aveva provato a sciogliere il materiale, ma uscire dalla terra fu un inferno. Poi si voltò verso Jamie, o magari no perchè muore prima ma comunque se pensiamo positivo gli sorrise «grazie?» non era sicuro che fosse stato davvero d'aiuto, ma era bello interagire con un parente che non fosse suo padre o suo nonno, loro erano così spocchiosi. Poi dopo un secondo di esitazione affiancò Yuno «Tu la conosci la storia dell'ape e del fiore?» dopo tutto questo tempo? Sempre.Nonostante fosse una storia molto vecchia, andava ancora per la maggiore, così come quelle delle due api, ma nel libro del baldo giovane c'era scritto che prima doveva essere raccontata quella dell'ape e del fiore e poi quella speciale delle due api e lui rispettava i voleri del baldo giovane.
    Per caso udì la domanda fatta a Will e rimase interdetto, ora lui non conosceva bene il ragazzo ma se somigliava anche solo in minima parte alla distanzia Barrow «Siamo fottuti, non è così?» li avrebbe scelti a costo della vita? La risposta era no. Come non lo avrebbe fatto qualcunque Hamilton per questo esistevano ancora i due cognomi, avevano un buono spirito di adattamento.
    Ham
    18 y.o || 2119|| Poisoned

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    (16) DIFESA HAM (jamie + ham): confessa di cosa ha paura
    ATTACCO YUNO (jamie + ham): le chiede se conosce la storia dell'ape e del fiore
    (2) DIFESA WILL (ham + will): Chiede se sono fottuti.
     
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    Jamie poteva anche avere kink particolari, ma senza un po’ di fo replay, una leccata sulla mano restava una leccata sulla mano - di una perfetta sconosciuta, per di più. Si dipinse un brillante sorriso sulle labbra anche quando quella, ritenendolo del tutto opportuno, usò la sua mano per schiaffeggiare Minta: innanzitutto, vaffanculo. Che l’Hamilton volesse ucciderli, e indubbiamente colpirli, era certo, ma finchè giocare la loro partita li tratteneva dal farli saltare fottutamente in aria, Jamie l’avrebbe fatto. Se a Minta fossero girate le palle ed avesse deciso di mordergli la mano per vendetta, malgrado ambasciator non portasse pena, le prossime parole che Lemon avrebbe rivolto al cronocineta, sarebbero state suppliche per ucciderla più in fretta.
    Per dire, eh. Ma la smorfia sorniona non vacillò, anni di pratica a rendere la finzione perfetta, nel sporgere il labbro inferiore all’infuori ed inarcare un sopracciglio alla bionda. «siamo già a questi livelli di confidenza? bastava dirlo subito.» strinse delicato la mano sulla gamba della bionda (pulendosi dai rimasugli di saliva), dandole un colpetto per suggellare la loro amicizia. Non un avviso, quello di Jamie, che non sarebbe stato Jamie se avesse annunciato di essere ad un soffio dal premere il grilletto e cambiare barricata, ma la bionda avrebbe potuto interpretarlo a piacimento. «non voglio essere seppellito vivo» Jamie non voleva crederci, che fossero cugini. Battè lento le palpebre, ruotando cauto il capo verso Prosciutto. Aveva forse qualche problema mentale? Sapeva che il suo ramo della famiglia non fosse dei più sani, privi dell’influenza positiva di Shia Hamilton I (Jamie era un grande fan, dell’antenato di Ham; un peccato che il discendente non ne fosse degno), ma fino a quel punto? Gli sorrise, perché altro non poteva permettersi, sollevando compiaciuto un pollice in direzione dell’altro: «ottima idea dare ai nostri nemici suggerimenti su come farti morire» Ed era stato un gentile suggerimento, considerando che, per quanto rincoglionito, Ham fosse pur sempre un Hamilton. Gli avevano insegnato che ci si prendesse cura, della propria famiglia. «grazie?» Pure. «prego?» Che significava Jamie si sarebbe assicurato personalmente di piantargli una pallottola in fronte prima che i cattivi potessero seppellirlo vivo: non ringraziarmi. Volse lo sguardo su Minta ed al suo breve inchino, un sopracciglio a scattare verso l’alto. Se aveva apprezzato le doti canore della Squeezy, c’era ben più che non andasse nei loro rapitori, oltre ad un pessimo senso del giudizio e terribili scelte di vita. Seguì le mani di lei mentre porgevano le armi alla ragazza dai capelli rosa, la quale li presi degnandola a malapena d’un occhiata. Trattenne un sibilo fra i denti quando uno dei chakram tagliò netto l’avambraccio della tipa del gelato.
    Porca troia. Che lama affilata. Non celò un certo grado di ammirazione verso qualunque arrotino avessero assoldato per la manutenzione delle lame, ma fu prudente nel non mostrare quanto lo spettacolino l’avesse disturbato. Non per l’amputazione, aveva fatto di peggio, quanto per la tranquillità del gesto. C’era un che di onorevole nel modo in cui i loro psicotici aguzzini avevano deciso di condurre il gioco, ma anche di fottutamente pericoloso: li etichettò come instabili, drizzando maggiormente le spalle nel ricambiare placido la loro occhiata. No, il rapimento non era bastato a infilarli in categoria (di nuovo, lui aveva fatto di peggio), e neanche le domande l’avevano convinto fossero pazzi, quanto più stravaganti – ma quello? Quello cambiava tutto.
    E significava anche che se avessero giocato bene, si sarebbero mutilati fra loro. Positivo, ed al contempo negativo: se avessero staccato il braccio della ragazza che teneva il telecomando, sarebbero stati fottuti. La risata di Pinky, non gli piacque affatto, ma attirò comunque il denso sguardo di Jamie su di sé; si era avvicinato, perché quando la donna che teneva in mano la tua vita ti domandava di avvicinarti, lo facevi (e poi, più vicino fosse stato in maniera del tutto lecita, più possibilità avrebbe avuto che abbassasse le difese permettendogli di prendere quel cazzo di comando), ma avrebbe davvero preferito non essere così vicino all’entusiasmo sfacciato della fanciulla. Non dico che gli facesse paura, quando mai!, ma non era neanche confortante. Seguì, suo malgrado, l’indice di lei a indicare Will, sapendo già che il proseguimento di quella partita non gli sarebbe piaciuto. Strinse parte del labbro inferiore fra i denti, domandandosi perché, fra tutti i presenti, avesse scelto lui. Non una domanda a Dio al Fato, non era ancora così disperato, quanto puramente pragmatica: aveva avuto fortuna, o sapeva fossero amici? Non gli sembrava di essere stato particolarmente amichevole nei confronti di Gugi da quand’erano approdati in quella stanza, ma non credeva nelle coincidenze. «cosa faresti pur di salvarlo?» oh boi. Sapeva di aver pensato di voler giocare con loro, ma se continuavano con fottute domande del genere, non era così certo di volerlo ancora fare. Non solo si trattava chiaramente di una trappola, e qualunque risposta avrebbe potuto mettere in pericolo (più di quanto già non fossero, ecco) quel rincoglionito di un Barrow, ma… c’erano davvero un sacco di domande al quale non voleva rispondere, Jamie. Quella non rientrava in categoria, ma a seconda di quanto sarebbe durata quella partita, prima o poi avrebbero potuto arrivarci; probabilità piccole, ma non inesistenti. Non era propriamente conosciuto per le sue chiacchierate a cuore aperto, Jameson Black Barrel Hamilton. Guardò William riflettendo sul male minore, impassibile nell’arrampicare gli occhi turchesi verso quelli dell’altro. La domanda corretta sarebbe stata cosa non faresti, ma fu attento a non precisarlo – né ad alta voce, né nei propri pensieri: non sapeva se possedesse qualche potere che potesse fottergli il cervello, ma la precauzione non era mai troppa. Spostò lievemente il capo quando vide giungere lo schiaffo di Pinky, lasciando che lo colpisse ma evitando così un pieno impatto; di nuovo, non sapeva se possedesse super forza o qualche inserto bionico nel palmo, e voleva evitarsi – potendo scegliere – di farsi spezzare il collo per uno schiaffetto di merda.
    Però, di nuovo, vaffanculo. Trattenne un sospiro serrando le labbra, curvandole in un sorriso piacevole e apparentemente del tutto sincero, costringendo fra denti e palato tutti i modi in cui le avrebbe staccato quella mano (crivellandola di colpi; spaccandole l’osso con una mazza; tagliuzzando carne e muscoli fino a che a congiungere non fosse rimasto che l’osso: quante possibilità!). «nulla che non mi andrebbe di fare» rispose infine, diplomatico, donandole il peso dell’adorabile sorriso Hamilton TM. Non necessitava di sapere quante cose piacessero a Jamie; l’over sharing non faceva per lui. «non prenderla sul personale, pinky, ma -» rivolse un’occhiata ai compagni di lei, soffermandosi su coloro che possedevano lame. «per caso al prossimo turno qualcuno potrebbe tagliarle la lingua?» così, eh; asking for a friend. Ancora, sorrise alla ragazza cercando di mostrarsi innocuo e beatamente innocente. Difficile quando eri solido quanto un Jamie, ed avevi più inchiostro che pelle libera, ma era un maestro nell’arte d’essere il buon vicino di casa a cui chiedere lo zucchero. «sto solo cercando di capire le regole» stringendosi pacato nelle spalle.
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    (16) DIFESA HAM (jamie + ham): thumb up
    (9) DIFESA JAMIE (jamie + will): risponde ??
    ATTACCO YUNO (jamie + ham): chiede se possono tagliarle la lingua icsdi (-:

    2/10

    CODICE
    (9) DIFESA JAMIE (jamie + will)
    ATTACCO YUNO (jamie + ham)
    (16) DIFESA HAM (jamie + ham)
    (2) DIFESA WILL (ham + will)
    ATTACCO BRONWEN (will)
     
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    William scosse la testa, domandandosi per l’ennesima volta perché fosse così determinato a morire a soli venticinque anni. Una missione incerta per riportare i viaggiatori temporali a casa, potenzialmente suicida? Sign me the fuck up. Jamie non perdeva occasione per ricordargli di quanto fosse una testa di cazzo, che non aveva bisogno di farsi in quattro per aiutare qualche demente, eppure il francese non ne poteva fare a meno. Li aveva accolti nella sua casa per oltre un anno, li aveva ascoltati mentre condividevano le loro assurde storie sul passato, ormai erano diventati più di meri sconosciuti – cosa poteva fare se non aiutarli? Accarezzò sovrappensiero la superficie della moneta, la sua mente occupata ad analizzare tutti i possibili scenari in cui non sarebbe crepato da solo; aveva già partecipato a una gita simile, sapeva quanto era facile finire con le cervella spiattellate al muro, ma se fosse stato costretto a dipingere di cremisi le pareti della scuola gli sarebbe piaciuto farlo in compagnia. Non ebbe bisogno di aprire bocca per chiedere a Gamal o Laurent dove fossero finiti, Melvin fu ben felice di informarlo che i due erano finiti nella sua squadra. Will si impose di fingere quello che sperava fosse un sorriso, non si fidava a lasciare da soli quelle tre creature speciali, e se non fosse stato per quell’incantesimo di merda non l’avrebbe mai fatto «WIIIIIIIII/IIIIIIIIIIIIII/LL CHE COLORE HAI?» apprezzava l’entusiasmo della bionda, quasi sperava che gliene passasse un po’ per osmosi «blu» e nell’ammetterlo non poté che far scivolare, quasi esitante, lo sguardo in quello di Jamie. Non avrebbe permesso che anche il suo migliore amico fosse separato da lui, lo conosceva abbastanza bene da non fidarsi troppo a lasciarlo da solo. Era certamente lo stesso motivo per cui un anno prima era partito insieme a lui per andare in culo al mondo, nient’altro che paura di una strage per un cocktail sbagliato. «spaccate culi, conto su di voi» cercò di imprimere nelle retine l’immagine dei suoi amici ancora interi, e per quanto gli sarebbe piaciuto ritrovarli così non era così ingenuo «ci vediamo dall’altra parte» un ultimo abbraccio prima di imboccare una delle biforcazioni davanti a lui, al suo fianco Jamie a procedere insieme a lui. Si concesse finalmente un respiro, ringraziando qualsiasi Entità stesse tirando le fila del suo destino.

    Aprì gli occhi, le sopracciglia a corrugarsi nel trovare la stanza a vorticare sopra di lui. «c'est quoi ce bordel» imprecò cercando di cacciare fuori qualche sillaba comprensibile, mettendosi a sedere per capire che diavolo fosse successo. Il solo movimento bastò a provocare una fitta di nausea, sembrava che qualsiasi cosa facesse lo riducesse una merda, quindi si limitò a ignorarlo. L’ultima cosa che ricordava era addentrarsi dentro un corridoio che urlava trappola e delle mani ad afferrarlo, il completo buio che era venuto dopo quello. Dovevano averlo drogato, di quello ne era ormai al corrente. Si sfregò gli occhi in una vana speranza che la testa smettesse di girare, non sarebbe stato utile a nessuno fino a che non avesse ripreso controllo del suo corpo; intanto cercò di captare qualcosa che assomigliasse a una bestemmia, o anche solo l’umore perennemente nero dell’Hamilton «te l’avevo detto che sarebbe stato divertente» aww, eccolo lì. William neanche finse di avere dignità, quando un’espressione sollevata sciolse i muscoli del volto – per qualche secondo aveva pensato che li avessero separati. «sono già euforico» rispose deadpan, per quanto un Gugi potesse risultarlo. Doveva ammettere che la bomba era un bel tocco, tanto lui mica voleva arrivarci ai ventisei anni. Si alzò in piedi il più cautamente possibile, ora prestando una maggiore attenzione ai ragazzini che li circondavano – chissà perché finiva sempre in quelle situazioni, con bambini che avevano letteralmente in mano la sua vita. Si impose di restare calmo, non ci teneva a farsi nemico uno di loro «vogliamo diventare amici?» non che avesse scelta, ma per quel che valeva la ragazza non sembrava così incline a ucciderli. Non subito, almeno. Per qualche motivo oscuro al biondo, si erano messi in testa di fare domande scomode ai loro ospiti, quasi fossero a un pigiama party. Beh dai, William non ci andava da un po’, sicuro non gli avrebbe fatto ma- «senti ma…..moriresti per salvarli?» piccolo bastardo, era pure compiaciuto da quell’assurda situazione. Il Barrow prese un respiro profondo, come gli avevano insegnato a yoga, imponendosi di rimanere karino e kokkoloso «no, non lo farei» secca, la risposta del francese, preferendo l’onestà a una menzogna che avrebbe potuto farlo esplodere. Non conosceva la metà dei presenti, e se si fosse trattato di salvare lui o loro avrebbe scelto sempre se stesso. L’aveva fatto una volta, una seconda non sarebbe stato tanto differente «morirei solo per una persona, nessun’altra» per lui, si sarebbe sacrificato mille volte, non importava quanto Jamie pensasse che non ne valesse la pena. Erano sempre stati loro due contro il mondo, e il Barrow era sempre stati colui a coprirgli le spalle, quella volta non era diverso. Proprio per quella ragione, accorgendosi dello schiaffo che stava per arrivare all’amico, intervenne per distrarla «lo sai che hai davvero dei bei capelli?» oh, giuro di solito Will era più bravo a flirtare di così, in quel momento era giusto distratto da una bomba hihi. «te cosa ne pensi?» si rivolse al ragazzo che gli aveva posto la domanda prima, così, cercando di includerlo nella conversazione. Forse non li avrebbe uccisi, se fossero diventati amiki.
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    (2) DIFESA WILL (ham + will): risponde
    (9) DIFESA JAMIE (jamie + will): complimenta yuno
    ATTACCO BRONWEN (will): domanda


    Edited by cocaine/doll - 18/5/2019, 19:28
     
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    (9) DIFESA JAMIE: 1 (jamie) + 2 (will) = 3 (-6)
    Beh! Se proprio la metti così. Yuno pare ragionare per qualche attimo, poi si avvicina a Will: lo tira a sé, e gli pianta due pugni in faccia.
    [estrazione casuale] will: -6 PS

    ATTACCO YUNO: 12 (jamie) + 10 (ham) = 22
    DIFESA YUNO: 3 (-19)
    È... molto confusa, dalle vostre domande, e non sa come rispondervi. La cosa non le piace.
    In un attacco d'ira, si posiziona lateralmente al muro e comincia a colpire la testa contro il mattone - forte, fino a macchiarsi gli abiti di sangue.



    (16) DIFESA HAM: 1 (jamie) + 10 (ham) = 11 (-4)
    Bello di casa. Gli fai un po' pena, quindi Fevzi si limita a usare il lanciafiamme come bastone e a dartelo in faccia.
    (2) DIFESA WILL: 10 (ham) + 7 (will) = 17 (+15)
    ATTACCO BRONWEN: 3 (will) + 15 = 18
    DIFESA BRONWEN: 2 (-16)
    Bronwen sospira, e anche lei vi fa un inchino prima di voltarsi in direzione di Yuno. La vedete strappare un sai dalle mani di Flos, in trance, prima di conficcarselo in una gamba. Lascia cadere lo strumento a terra, quindi, e si trascina nuovamente al suo posto.



    JAMIE: Yuno vuole sapere quale preferisci tra testa e croce, e cerca di convincerti a spararti un colpo.
    HAM: Fevzi è ancora un po' perplesso, quindi ti punta il lanciafiamme contro e prova a cuocerti a puntino.
    WILL: Bronwen vuole sapere perché credi sia maschio cosa sceglieresti tra e no. In riferimento a cosa, non ti è dato saperlo.
     
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    «ottima idea dare ai nostri nemici suggerimenti su come farti morire» disse Jamie, lasciando basito Ham. Se shia fosse stato in quella battaglia avrebbe preso sotto la propria ala protettrice il nipote, perché un essere così stupido non poteva stare da solo; gli avrebbe fatto capire che la peggior tortura al mondo era sempre e ripeto sempre non fare sesso, che ultimamente avrebbe affiancato con essere povero. Non c'erano prove fisiche che potessero soccombere a quel dolore. Mai. Ma qui si parlava della stirpe e non di Shia. Questa versione 2.0 nonostante volesse essere coma la divinità Hamilton, era ancora molto lontano per diventarlo. Prima di tutto doveva capire dove sbagliava, come in quel caso che solo dopo aver guardato Jamie ebbe l'illuminazione «Non dovevo dirlo vero?» disse riferendosi al fatto che aveva paura di essere seppellito vivo; ma gli era stata fatta una domanda seria e aveva pensato che forse quello sarebbe stato il modo giusto per sopravvivere. «Devo pensare come Shia» non era difficile dopo tutto, avevano lo stesso nome. Invece aveva fallito e ora lo sapeva, non aveva niente di Shia Ryan Hamilton, solo il sangue e il potere, pure il cognome ma gli mancava il fascino e persino l'arguzia dell'avo, lo aveva capito da tempo. Sarebbe stato in grado di essere al suo livello un giorno? Guardò Will, come se potesse dargli quella risposta, ma ovviamente non poteva per chiari motivi che non mi va di dirvi e poi il ragazzo era ancora una volta bloccato da una domanda. «Pensa come Shia » si disse e si avvicinò a lui perché sapeva di dover intervenire in quel momento, far vedere ai presenti che poteva essere come l'Hamilton che conoscevano.
    «No aspetta, non fargli questa domanda» disse serio, pensava davvero che fosse un'idea geniale la sua, se Will avesse ricevuto una domanda più adeguata magari non si faceva male nessuno.
    Oppure poteva rassegnarsi al fatto che era uno stupidotto, specialmente quando vide Fevzi provare ad arrostirlo invece che porgergli un'altra domanda «Ehi ma scusa, io voglio un'altra domanda. Posso rispondere in modo figo ora. » doveva solo pensare come avrebbe fatto il suo prozio e se la sarebbe scampata. In fondo le risposte erano solo due: Si al sesso e No al banale sesso a due. Era facile da ricordare, peccato che lui non sarebbe mai stato all'altezza del nome che portava come nei confronti dei presenti dato che a loro era stata concessa una seconda possibilità e lui invece rischiava di morire bruciato, non stava bene abbronzato, lui era più un tipo da pallore che ti rendeva uno splendore.
    «Possibilmente prima che ci racconti la storia dell'ape e del fiore» fermi tutti, qualcuno, aveva osato dire in qualche modo subdolo che non voleva sentire quella bellissima favola?! Ham, guardò male Taki per poi guardare in faccia la morte Fevzi
    «Fanculo.» perché doveva impegnarsi così tanto per non essere poi considerato comunque, avrebbe fatto a modo suo, cioè alla cazzo Ham, che di solito non era mai qualcosa di troppo stupido o inutile, così provò ad arrivargli vicino così da abbracciarlo/a e provare a infonderle del veleno, pelle contro pelle perché lui era caro e buono ma sentire il veleno scorrere dal proprio corpo all'altro e le urla di dolore che provocava in fondo gli era sempre piaciuto. Cosa cambiava in quel caso? Niente, quindi tanto valeva provare.





    Ham
    18 y.o || 2119|| Poisoned

    "I don't know who my grandfather was; I care a lot more about knowing who his nephew will be. "




    (6) DIFESA WILL ( Will + Ham): gli chiede di fare un'altra domanda
    (7) DIFESA HAM ( Will + Ham) : gli chiede di fargli una domanda
    ATTACCO FEVZI ( Ham): abbraccia per avvelenare
     
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    Gli occhi vagavano per la stanza fingendosi annoiati - come se una stanza segreta all'interno di una scuola in macerie, per non parlare di bombe legate addosso, fossero cose all'ordine del giorno per la Mendoza, armata della più fika delle armi («niente fucile a pompa, taki! Il rinculo è troppo forte!!» «!! che palle !!! allora prenderò qualcos'altro - tipo la kusarigama mica l'ho appena cercata su google» «cosa?» «cOSA» ciao taz tvb)
    Che ve lo dico a fare, in verità Taki voleva morire dentro. EH, SE VOLEVA FARLO. Aveva una ??? bomba ??? addosso ????
    Non aveva neanche salutato Taz abbastanza bene (si era, anzi, limitata a grugnire infastidita al suo abbraccio di buona fortuna «cosa l'abbiamo imparato a fare il saluto di Beh e Meh se poi non lo usiamo???»), e ora non sapeva se l'avrebbe mai più rivisto in primo luogo. Dopo diciotto anni passati attaccata alle sue gambe (checchè ne dicesse; andiamo, Taki era una tenerona: diceva che non erano i tipi di gemelli che fanno tutto insieme e cazzi e mazzi, ma poi appena sentiva una battuta divertente era lui la prima persona che cercava per dirla, lui il primo da cui andava a sfogarsi se aveva avuto una brutta giornata, lui che si sorbiva i racconti noiosissimi sul suo locale clandestino), per la prima volta erano separati di duecento anni, e decisamente troppi chilometri. Era felice di essere con Lemon (grazie al cielo anche nella stessa squadra.) ma Taz le mancava. Le mancava sentirsi al sicuro quando erano insieme, le mancava saperlo al sicuro quando erano insieme.
    Schioccò la lingua sul palato, portando gli occhi sulla tipa dai capelli rosa. «ti starebbero bene, Lem» un commento sciallo dopo l'altro, probabilmente sarebbe riuscita a non uscire di testa. Era già piuttosto difficile essere in grado a pensare in primo luogo con tutto quel brusio di sottofondo, se poi non- "brusio. Di sottofondo".
    Si voltò a osservare i propri compagni di squadra, mordendosi il labbro mentre cercava di sentirli, di mettere mano sui loro poteri. Sentiva la mancanza del fattore rigenerante del fratello, solitamente una costante anche quando era lontano, ma poteva percepire come una scossa la familiare elettrocinesi di Lemon, la manipolazioni degli acidi del tipo biondo scemo, la cronocinesi del fighissimo tipo con la faccia da prendere a schiaffi-... osservò di nuovo la ragazza dai capelli rosa che li teneva in pugno e sembrava dettare legge sugli altri. Ah. Telepatica. Forse avrebbe dovuto avvisare gli altri di non-
    Eeee niente, una aveva già tirato un pugno in faccia a Jamie, non convinta della sua risposta. Taki strinse la presa sulla propria arma. Era... un'occasione da non sprecare, un vantaggio che avrebbe potuto salvarli. La tipa non sapeva - ancora? - che taki avesse la mimesi e sapesse, e capì che avrebbero dovuto approfittarne finchè era così.
    Peccato non fosse molto brava con le idee (lei picchiava duro, mica pensava!!), quindi si rivolse a quello che (ciao Lem) sembrava più intelligente fra loro.
    "ehm... toc toc" Non si girò verso Jamie, bussando alla sua testa. Cercò di ingoiare la domanda che aveva sulla punta del cervello (MA QUINDI LUI E WILLIAM ERANO UNA SHIP? DAI, PALESE !!! ANCHE SENZA TELEPATIA CERTI VIBES SI CAPISCONO), passando invece alle informazioni importanti "è permesso? Signor Hamilton i dont feel so good la tipa con i capelli rosa - yuno, credo? - è telepatica. Just so you know" e noi non sappiamo come avvenne il resto della conversazione, ma ci piace credere che in qualche modo pensarono (jamie) al piano geniale e malvagissimo di fermare il tempo e attaccare senza che nessuno se ne accorgesse, e nel mentre lei avrebbe sputato (EW) acidi addosso a qualcuno !! quando il tempo avrebbe ripreso, neanche se ne sarebbero accorti di cosa li aveva colpiti (sempre che Yuno non leggesse i loro pensieri. In quel caso sarebbero stati cazzi, ma a Taki piaceva pensare fossero abbastanza psicopatici da non porsi di questi problemi).
    Ma prima: quale dei suoi compagni avrebbe ucciso prima?
    «mmMMMmmmMMh» si guardò intorno, poi si strinse nelle spalle «il prosciuttone» Beh, perchè rischiare e mentire, quando poteva essere sincera? Non è che avesse motivi per non sacrificare Ham. «possibilmente prima che ci racconti la storia dell'ape e del fiore» venivano dal 2038, mica da Marte: certe storie in qualche modo trascendono il tempo e lo spazio . e poi aveva guardato il culo di Lem, quindi non le stava simpatico.
    Mentre Yuno fosse stata distratta dalla risposta (per valutare, probabilmente, se tagliare le braccia anche a Taki - diciamo che aveva un reverenziale timore della cosa; le sue belle braccine!!!) BAM! Ecco che Taki avrebbe iniziato a pensare FORTISSIMO all'ultimo film vintage che aveva visto, ripetendosi nella testa le battute che sapeva a memoria per assordare (?) la ragazza dai capelli rosa e non farle capire che cosa stesse per succedere (e sperava anche il resto del team, nel frattempo informato del potere di Yuna, avrebbe fatto lo stesso); il tempo si sarebbe fermato per tutti tranne che per lei e Jamie, e saliva già pronta in bocca, la ragazza avrebbe sputato su Gopal
    taki ROSALES MENDOZA
    18 Y.O. - mimetic - GANGSTAH

    Everybody waiting for the fall of man
    Everybody praying for the end of times
    Everybody hoping they could be the one
    I was born to run, I was born for this






    (5) DIFESA TAKI (taki + lemon): risponde
    (22) DIFESA JAMIE (taki + jamie): pensa FORTISSIMO!!!! così distrae yuno
    ATTACCO GOPAL (taki + jamie): sputa!!!!

    CODICE
    <b>(6) DIFESA WILL (will + ham):</b>
    <b>ATTACCO BRONWEN (will):</b>

    <b>(1) DIFESA LEMON (lemon + jamie):</b>
    <b>ATTACCO MINTA (lemon):</b>

    <b>(7) DIFESA HAM (will + ham):</b>
    <b>ATTACCO FEVZI (ham):</b>

    <b>(5) DIFESA TAKI (taki + lemon):</b>
    <b>ATTACCO GOPAL (taki + jamie):</b>

    <b>(22) DIFESA JAMIE (taki + jamie):</b>
     
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    when life gives you lemon
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    Se Lemon fosse stata, diciamo non una Lemon, avrebbe probabilmente osservato la mano dell'Hamilton posarsi sulla sua gamba con profondo disappunto. Invero, se l'era un po' cercata, ma avrebbe anche potuto supporre che l'altro avesse colto le finalità pratiche del suo gesto e non avrebbe ricambiato il favore con altrettanta nonchalance. Come ho detto, tuttavia, Lemon era proprio una Lemon, ed erano ben poche le cose in grado di schifarla davvero - forse niente, a pensarci bene. Scelse di prenderlo, piuttosto, come una sorta di patto di sangue con meno emoglobina e più batteri, i cui termini e condizioni sarebbero stati dettati esclusivamente dalla possibilità di uscire incolumi da quella cazzo di situazione. In parole più semplici: quasi avrebbe potuto considerare l'idea di farsi piacere l'Hamilton, purché fosse servito a non lasciarci malamente le penne.
    «Non voglio essere seppellito vivo» si voltò con uno scatto verso l'altro genio della squadra - sul serio, ma con che gente era finita? -, squadrandolo da capo a piedi per capire da dove arrivasse esattamente il problema. Si soffermò qualche istante sulla sua fronte: eh, probabilmente da lì dentro. «guarda che, nel caso non l'avessi notato, non è un cazzo di raduno per narcotici anonimi>» non aveva idea di cosa avrebbe comportato rispondere con una stronzata, ma certo non le pareva una strategia particolarmente acuta quella di rivelare apertamente le proprie paure al nemico.
    «anche se probabilmente questi si drogano tutti davvero» constatazione legittima, dinanzi alla scena a cui si ritrovò ad assistere: tipa in fissa con l'Hamilton dalle domande filosofiche che, senza troppi convenevoli, tranciava via metà braccio alla sua amica amante del gelato. «ah, ochei» ... «ochei???» ma dove cazzo era finita? In una puntata di Alice nel Paese delle Meraviglie con i registi strafatti il doppio? «giusto un tantino drastico eh, ma lungi da me voler giudicare» si lavò via uno schizzo di sangue dalla guancia col polpastrello, accavallando le gambe in attesa della prossima stronzata.
    «per caso al prossimo turno qualcuno potrebbe tagliarle la lingua?» mica poi così scemo. Si voltò ad osservarlo, uno scintillio vagamente sadico ad illuminarle gli occhi «io ci sto eh, basta dirlo» sollevò entrambi i palmi per scrollarsi via di dosso ogni responsabilità: non era certo sua intenzione rompere il gioco e rischiare di farci morire tutti quanti, però le pareva personalmente un buon modo di liberarsi del problema.
    Aveva già preso a osservare l'ambiente circostante alla ricerca di un corpo contundente con cui portare a termine l'operazione, ma l'ennesima domanda di Minta finì inevitabilmente per ricatturare la sua attenzione.
    «che.... strane priorità» cioè, aveva appena perso un braccio, e stava ancora lì a chiederle quale fosse il suo numero preferito? Vabbé, contenta lei. «vediamo, c'è il trentatré come gli anni di gesù quand'è morto» si portò l'indice alle labbra, picchiettando con fare pensieroso «il sessantanove che, dai, piace un po' a tutti» occhiolino tattico, chissà se Mint era in grado di capire certe allusioni «il seicentosessantasei, come hail satan» pausa, silenzio, attimo di ponderazione «TOMBOLA!» esclamò senza alcun preavviso, sporgendosi a un palmo dal viso dell'altra. Quasi le dispiaceva far morire d'infarto la sua povera compagna di giochi, avrebbero persino avuto un bel ship name se avessero voluto (#mint&lemon) ma eh, la vita non sempre va come vorremmo.
    «TAK?» si era ormai presa bene, dai «mica ci sta provando con te?» le indicò Gopal con un cenno del capo, squadrandolo da capo a piedi. «ci stai provando con mia sorella?» si rivolse direttamente a lui, sperando così di distrarlo da Taki «guarda che non ci metto niente ad abbracciarti e farci esplodere insieme eh, la tua amica coi capelli rosa qui mi ha anche fornito il kit dell'allegro terrorista» just saying.
    lemon squeezy
    19 . elettrokinesis . salem
    Per realizzare il limoncello lavate i limoni sotto il getto dell’acqua corrente, sfregate la buccia con una spugnetta nuova per eliminare eventuali impurità.



    (1) DIFESA LEMON (lemon + jamie): risponde
    ATTACCO MINTA (lemon): grida TOMBOLA! a tradimento
    (5) DIFESA TAKI (taki + lemon): lo minaccia di farsi esplodere
     
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    Che risposta del cazzo. William dovette appellarsi a tutte le divinità del creato per impedirsi di scimmiottare la risposta di Miguel, premendo le labbra fra loro in una linea sottile. «nulla che non mi andrebbe di fare» un po’ come quando gli aveva chiesto quale torta preferisse, e l’aveva lasciato con una risposta filosofica sulle conoscenze a priori e a posteriori. Sapete cosa? Fino a pochi momenti prima avrebbe anche potuto giustificare il suo comportamento, era chiaro che non volesse rivelare troppo si loro aguzzini, ma dopo due fottuti pugni in faccia non gli avrebbe concesso quella grazia. «spero davvero che ti facciano esplodere» avrebbe incrociato le braccia al petto con fare stizzito, se non avesse avuto una magnifica bomba piazzata addosso. Quindi si limitò a guardarlo male, con tanto di labbro sanguinante. «o puoi farmi da crocerossina» era arrivato il momento che l’Hamilton ripagasse il favore, anche se entrambi sapevano chi possedesse le mani di fata necessarie per quel lavoro. E comunque, William era davvero oltraggiato da quella situazione, ma perché diavolo aveva dovuto colpire lui? Era convinto che fosse dovuto anche al suo commento sui capelli, forse erano un tasto dolente? Chissà se voleva farsi blu ma era intrappolata in quel sotterraneo e quindi doveva vivere la sua vita in quello stato. La sua attenzione si spostò rapida su Brownie, la ragazza alla quale aveva posto una domanda sui capelli di Yuno - da quanto l’aveva colpito forte, William immaginava che non le piacesse parlarne, e ciò significava prendersela anche con l’altra ragazza. Finalmente il karma stava girando. Bronn sembrava essere in uno stato di trance (controllato da Yuno? possibile) e quando sfilò di mano il sai a una ragazzina, le sopracciglia del Barrow scattarono in alto, quando si infilzò queste scomparvero direttamente nella hair line. Tra quello e il braccio mozzato stava incominciando a temere quegli avversari più di quanto non avesse fatto quando aveva scoperto della bomba, perché con gente del genere era impossibile ragionare. L’unica cosa che gli rimaneva da fare era assecondare quel gioco. «scusa, fitvia?» William cercò di attirare l’attenzione del ragazzino che stava puntando Tenerone con un lanciafiamme, la mano alzata a mezz’aria perché lo vedesse «non pensi che sarebbe meglio dargli un pugno? rende più virili» annuì solenne, quasi fosse davvero convinto di quello appena detto. E invece stava solo cercando di salvare il culo al cugino di Jamie, you’re welcome. «gugi, testa o croce?» era felice che l’avesse chiesto a lui quella volta, almeno non avrebbe ricevuto un’altro corpo. Il Barrow sembrò rifletterci per qualche momento, andando poi con la scelta più simbolica «croce come gesù» ebbe persino l’ardore di alzare il pollice all’insù, William, come il demente che era e che Jamie amava. In un profondo antro del suo cuore. «te che dici, sì o no?» gli puzzava già di trappola la domanda che gli aveva posto Brownie, l’unica consolazione che aveva era sapere che non sarebbe stata colpa sua se fosse morto «sì» il biondo decise di fidarsi, pregando che la domanda non fosse qualcosa incentrato sulla mutilazione o sulla vendita di organi «sì» ma non si fermò lì, il Barrow, aveva ancora una curiosità da saziare, una che era sicuro che Brownie avrebbe soddisfatto «hai mai sentito parlare dei vippini dei bodie?» roba di altissima cultura, eh.
    william barrow II
    xxv - egaisson - neutral
    louvre guard - charity case
    I get my hands dirty
    I show up so early
    They show me no mercy
    So I just keep working


    (7) DIFESA HAM (will + ham): propone torture alternative
    (6) DIFESA WILL (will + ham): risponde
    ATTACCO BRONWEN (will): domanda santissima
     
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    jamie
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    Avrebbe davvero dovuto mettere un bando sull’over sharing, in quel gruppo. Inarcò un sopracciglio alla risposta di Will, volendo tirargli una testata per una replica che avrebbe potuto fottere entrambi, se solo l’aguzzino gli avesse chiesto chi - ma come poteva? Non era mai stato un ragazzo insicuro, Jamie Hamilton, ma la replica del Barrow bastò a curvare le labbra in un debole sorriso che tentò d’essere ironico, e suonò troppo dolce sulla lingua, ombra di un Jamie dodicenne la prima volta in cui l’altro s’era seduto al suo fianco per primo. Se l’era sudata, quell’amicizia; se l’era meritato, quello sguardo a sfiorarlo piano. Ecco perché era tutto così fottutamente difficile. Si costrinse a chinare il capo ed osservare i propri piedi, la testa a scuotersi impercettibilmente nel cercare di ridare un’espressione neutra al proprio volto. Quando di sottecchi sollevò lo sguardo turchese, cauto che nessuno potesse vederlo, portò pollice ed indice alla fronte in una L: «sfigato» bisbigliò muovendo solo le labbra, lasciando che il liquido sorriso sghembo alleggerisse il commento.
    Quando Yuno attirò a sé William, Jamie credette davvero che avesse visto un po’ troppo, nella sua testa; in un istante di sincero, più di quanto mai fosse, panico, temette che l’avrebbe posto di fronte ad una scelta che non avrebbe voluto fare - e non vi dico che sospirò che di sollievo quando lo prese a pugni in faccia, ma quasi. Qualcosa dovette trasparire dal viso dell’Hamilton, perché «spero davvero ti facciano esplodere». Gli sorrise, perché cos’altro avrebbe potuto fare?, stringendo le labbra fra loro per impedirsi di ridere. Se gli giravano i coglioni? Certo - sempre - ma in quelle condizioni, di certo non poteva salvare William: al massimo poteva limitare i danni.
    E poi un paio di pugni in faccia, nel dubbio, gli facevano sempre bene. «non vivresti senza di me.» replicò allegro, per quanto la situazione potesse permetterlo. A quanto pareva, in qualche magico motivo che l’estrattore non ci vuole confessare, avevano capito che per arrivare a Jamie dovevano passare da Will – quindi che importanza aveva, fingere se ne sbattesse il cazzo? L’avrebbero usato comunque. Si avvicinò dolente d’un passo, aiutandosi con il supporto del muro ad alzarsi in piedi, poggiandosi poi sulla parete così da non dover reggere tutto il proprio peso. Osservò il Barrow con occhio clinico, la testa reclinata sulla spalla: si vedeva, che non era abituato ad incassare. «o puoi farmi da crocerossina» Ma davvero. Arcuò un sopracciglio, aprendo la bocca per offrirgli la risposta che avrebbe dato a chiunque altro - bacino sulla bua? - ma la richiuse rendendosi conto di quanto sarebbe stato inappropriato e poco consono alle circostanze. Per lui, più che per Will. Fece scivolare lo sguardo sulle sue labbra, il cremisi a spiccare sbagliato sulla carne rosea, e vi fece scorrere il pollice raccogliendo il sangue sul polpastrello. «ma se non ti sei fatto un cazzo» e gli sorrise, incurante delle bombe od il resto della squadra, perché in quel momento avrebbero potuto essere ovunque, e non gli sarebbe importato. Non perché fosse Will, ma perché erano Jamie-e-Will, e di rompere le palle al Barrow, l’Hamilton ci aveva fatto una professione. Alla fine della giornata, indipendentemente dal resto, era comunque il suo miglior amico, e l’unico che l’avesse sempre fatto sentire a casa. Con il suo stesso sangue, gli disegnò una faccina sorridente sulla guancia, indugiando appena nella curva del sorriso. La voce di Lemon lo distolse dalla sua creazione, portandolo a volere lo sguardo verso di lei. «e il 74?» perché insomma: «le priorità sono molto chiare, 74 centimetri di lunghezza» come narravano le vecchie perle di saggezza del secolo precedente. Dicevano d’imparare dalla storia, e Jamie era un ottimo studente.
    «ehm…toc toc» Si guardò attorno, un sopracciglio a sollevarsi lento e scettico. Puntò lo sguardo sui compagni, riconoscendo la voce come familiare ma non in grado di associarvi un volto. La mora, forse? Abbassò debolmente le difese permettendole di accedere alla sua testa, dato ch’era stata così cortese da avvisare. Si sprecò perfino ad un divertito sorriso al nulla di fronte a sé, così da non destare sospetti sui kattivi. «è permesso? Signor Hamilton, la tipa con i capelli rosa - yuno, credo? - è telepatica. Just so you know»
    Signor Hamilton. Strizzò il labbro inferiore fra i denti per non ridere, il capo chinato a celare l’ilarità.
    «figlia di una mignotta»
    «???»
    «non tu – mai, signorina» wink wink. Dai, chi non aveva il wet dream della relazione proibita docente studentessa? (beh; Jamie, a parti inverse, l’aveva avuto) e poi gliele servivano così, su un piatto d’argento, quelle basic conversazioni da porno di serie b! «non ci siamo neanche presentati come si deve. puoi chiamarmi jamie, ma signor hamilton non mi dispiace» Taki non era il suo tipo per ovvi motivi ma si trattava comunque di una bella ragazza, e per Jamie flirtare era d’obbligo: nulla di concreto, era semplicemente fatto così. «mimesi, uh?» ed osservò quella vacca di Yuno, gli occhi a guizzare sul resto dei loro compagni. «che poteri hai nel tuo carnage?» Rimase marginalmente in ascolto della ragazza, perché il ritorno di Jamie sulla scena pubblica, aveva riportato su di sé l’attenzione di Yuno – la stessa che aveva preso a testate il muro, esatto - la quale brillantemente, e del tutto alla cieca, gli domandò se preferisse testa o croce.
    Sarebbe finita molto, molto, male.
    «gugi, testa o croce?» Domandò senza guardarlo, mantenendo il contatto visivo con Yuno. Non voleva scegliere, Jamie - voleva qualcuno da biasimare, se avesse mandato tutto a puttane. E, onestamente, si fidava più del non odiare Guglielmo II caso mai la replica della donna non gli fosse piaciuta, piuttosto che non odiare se stesso. «croce, come gesù».
    Davvero, William. Davvero. Gli lanciò l’occhiataccia che il commento meritava, alzando gli occhi al cielo al thumb up del Barrow. E dire che ce n’era stata tanta di gente, in quella sala di Beauxbatons….perchè, perché aveva scelto d’essere amico suo? Idiota d’un Jamie dodicenne. «e croce sia» concesse a Pinky, con un mite cenno del capo. «la droga è ancora in circolo, ma per pochi secondi dovrei riuscire a fermare il tempo; riesci a sputare dell’acido sul tizio più vicino? Se chiedono, è colpa di ham» cosa? cosa. «te che dici, sì o no?» E che poteva dirgli, se non quello che gli ripeteva da tutta una vita? «sì» perché sarebbe sempre stato un sì, a Gugi.
    Anche per quelle cazzo di missioni suicida.
    Maledetto Guglielmo d’Orange.
    «tre, due, uno -» e ficcando le unghie nei palmi, Jamie avrebbe cercato di togliersi la patina opaca della droga per giungere al cuore del suo potere: ci era cresciuto, era suo - era lui. Tossine o meno, una parte dell’Hamilton sarebbe sempre riuscita a giungere alla manipolazione del tempo. Un secondo battito. Avrebbe quindi cercato di bloccarlo, non abbastanza a lungo da permettergli di prendere il comando, ma abbastanza, speranzosamente, da consentire a Taki di sputare sostanze corrosive sullo stronzo pieno di vita: e che arci Dio gliela mandasse buona.
    Give me rule number one I'm gonna
    break it

    good as gold - the phantoms
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    (1) DIFESA LEMON (lemon + jamie): parla
    (22) DIFESA JAMIE (taki + jamie): CROCEH
    ATTACCO GOPAL (taki + jamie): ferma il tempoh

    3/10

    CODICE
    <b>(6) DIFESA WILL (will + ham):</b>
    <b>ATTACCO BRONWEN (will):</b>

    <b>(1) DIFESA LEMON (lemon + jamie):</b>
    <b>ATTACCO MINTA (lemon):</b>

    <b>(7) DIFESA HAM (will + ham):</b>
    <b>ATTACCO FEVZI (ham):</b>

    <b>(5) DIFESA TAKI (taki + lemon):</b>
    <b>ATTACCO GOPAL (taki + jamie):</b>

    <b>(22) DIFESA JAMIE (taki + jamie):</b>
     
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    jamie30 pa25 pd90 psARMA: pistola semiautomatica | POTERE: cronocinesi
    taki25 pa25 pd80 psARMA: kusarigama | potere: mimesi
    ham23 pa17 pd67 psARMA: spada | potere: acidi & veleni
    flos15 pa15 pd60 psARMA: sai
    will ii10 pa10 pd44 psARMA: fucile d'assalto
    lemon11 pa9 pd50 psARMA: lanciagranate | POTERE: elettrocinesi
    yuno25 pa30 pd61 psattacco: 20 + 7 (jamie)bombe a mano | telepatia
    gopal25 pa20 pd87 psattacco: 22 (taki)mitragliatrice
    fevzi25 pa25 pd63 psattacco: 25 (ham)lanciafiamme
    harold15 pa15 + 15 pd50 psattacco: 1 (flos)kalashnikov
    bronwen20 pa10 pd22 psattacco: 10 (will) 5 (lemon)bazooka
    minta10 pa20 pdk.o.--chakram



    (6) DIFESA WILL (will + ham): 1 + 17 = 18pd (+12pa)
    ATTACCO BRONWEN (will): 9 + 12 = 21 pa
    DIFESA: 9pd (-12ps)
    No, Bronwen non ha mai sentito parlare dei vippini. Si irrigidisce, e nel volgere il viso verso Yuno, la sua espressione diviene vacua e piatta. Infila un dito nella carne esposta del taglio precedente, e tira.

    (1) DIFESA LEMON (lemon + jamie): 3 + 18 = 21pd (+20pa)
    ATTACCO MINTA (lemon): 3 + 20 = 23 pa
    DIFESA: 8pd (-15ps)
    Il sorriso di Minta vacilla, il viso schizzato di sangue a divenire, forse, leggermente pallido. China il capo nella vostra direzione, una mano al cuore. Rimane in quella posizione fino a che Yuno non le si avvicina, e quando la ragazza dai capelli rosa la sfiora, torna impassibile e vuota.
    Yuno, alle sue spalle, le solleva delicata i capelli. E con un rapido movimento del polso, le taglia la gola con il chakram.
    Game over.

    (7) DIFESA HAM (will + ham): 5 + 9 = 14pd (+7 pa)
    ATTACCO FEVZI (ham): 1 + 7 = 8 pa
    DIFESA: 5pd (-3 ps)
    Fevzi è confuso, e rimane immobile senza reagire. Ci pensa Yuno a riportarlo alla realtà, uno schiaffo alla nuca.

    (5) DIFESA TAKI (taki + lemon): 2 + 7= 9pd (+4 pa)
    ATTACCO GOPAL (taki + jamie): 3 + 13 + 4 = 20pa
    DIFESA: 7pd (-13 ps)
    Un secondo prima nulla; al battito di ciglia successivo, il viso di Gopal è arrossato e gonfio - ma lui non fa nulla per togliere il veleno.

    (22) DIFESA JAMIE (taki + jamie): 14 + 5 = 19 pd (-3 ps)
    [estrazione casuale] ham: - 3 PS
    Gopal non fa nulla per il veleno, ma Yuno volge lo sguardo verso Ham. Ride, un trillo acuto ed allegro, prima di afferrarti per la nuca e sbatterti la testa contro il muro. «non si fa» ti ammonisce.

    WILL Bronwen ti osserva, il capo reclinato sulla spalla; lancia un'occhiata a LEMON, prendendo il chakram di Minta per posarlo sulla sua gola, e ti domanda se ti offriresti in cambio della ragazza.
    HAM: Fevzi si china verso di te, dita intrecciate sotto il mento; ti domanda se ti fidi dei tuoi compagni.
    TAKI: A te, gopal offre una scelta. Puoi ferire uno dei tuoi compagni, o soffrire.
    JAMIE: Prende le tue mani fra le sue, e senti che sta cercando di bloccare il tuo potere; ti osserva pacata, un accenno di sorriso sulle labbra, ed anche a te offre una scelta, tenendo la pistola in equilibrio fra di voi. Ti permette di attaccare uno dei suoi, promettendo soave che lo tratterrà dal difendersi, se sei disposto a ricambiare il favore.
     
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    Qual’era la cosa giusta da dire, in quei casi? «Non morire okay??» Beh - non suo padre - poteva andar bene. Strinse Elite a se, le braccia allacciate al suo collo, sulle punte dei piedi per riuscire a toccare con la fronte la spalla del ragazzo: era indignata con quelle dannate monete per aver deciso di colorarsi di due colori diversi e separarla dal cugino. Poteva pur non esser più una bambina, Flos Campbell, ma ciò non significava che avesse smesso di guardare Elite con la stessa ammirazione di sempre o di continuare nello suo eterno compito di rompergli le scatole e (tentare) di far tutto ciò che faceva lui. Non esserci in gruppo insieme???? Un po’ (tanto) la metteva nel panico. Poteva fare la badass quanto voleva, Flos, felponi di tre taglie più grandi della propria e cappellino in testa anche con trenta gradi al sole, ma in realtà era cresciuta a film della Disney e sabati sera passati in casa a guardare C’è posta per te. Una patata, in poche parole. L’unica cosa davvero trasgressiva che faceva (oltre a fumare)(solo ogni tanto)(okay in realtà pochissime volte)(MAMMA LA SGAMAVA SEMPRE QUINDI NON POTEVA!&) era dar sfogo alle sue doti artistiche sui muri delle strade più nascoste ed imboscate di Londra. Ogni tanto era persino stata trattenuta in commissariato!! Puntualmente però se l’era cavata con un alohomora e qualche amico mandato a distrarre gli agenti mentre lei sgattaiolava dal retro «TAA/AAKI sei blu pure te, vero??» ti prego dimmi di sì: non pensava di potercela fare senza la Mendoza al suo fianco. Soprattutto perché, prima di aver quella dal cugino, aveva ricevuto la brutta notizia pure da Moore e Grey: che avevano tutti contro il blu?? Era un colore bellissimo, possibile che ce l’avesse solo lei?!?! Alla risposta affermativa dell’amica, la Campbell poté tirare un sospiro di sollievo: anche se destinate a morire male (dai? Le avete viste??? Per quanto cercassero di far credere a tutti il contrario, non erano portate) perlomeno l’avrebbero fatto insieme!

    Stavano davvero rispondendo a quelle domande sinceramente??? Erano il tipo di quesiti che mettevano in crisi le persone e rovinavano anche le migliori famiglie, quelli. Per fortuna per lei, lì non c’era nessun suo parente, e su ben sei persone, teneva soltanto ad una di esse (cosa? Si era inserita nel conto? ovvio, era tra le persone di cui non le importava poi così tanto) O forse a due? Dai, non conosceva ancora bene Lemon ma bastava il fatto che fosse la sorella dei gemelli ed avesse l’aria da badass per volerle già bene. Così, quando si ritrovò a dover rispondere alla domanda «chi saresti disposta a sacrificare per salvarti la pelle??» puntó alla sincerità, anche perché era un po’ una pippa ad inventarsi bugie su due piedi «sia il prosciutto che la principessa e la povera» Solidarietà femminile. E inoltre, aveva promesso a sua mamma che sarebbe tornata a casa sana e salva e, soprattutto, non sola: seppur sempre scettica sul rito, ogni anno la Campbell aveva continuato a prendervi parte con la speranza di riavere indietro suo padre. Dopo essersi girata verso i ragazzi dal futuro ed avergli rivolto un « nulla di personale eh, è che non vi conosco!! » (mamma roan le aveva insegnato le buone maniere!!) tornó a rivolgersi verso l’uomo che le aveva fatto la domanda «scusa ma, a te che ti frega??» non capiva tutto quell’interesse nei loro confronti: era abituata a ricevere domande, Flos Campbell, essendo diventata famosa ancor prima di nascere - ancor di più, poi, quando il padre era scomparso: quante volte la D’Urso l’aveva invitata in trasmissione?? Non aveva ancora raggiunto la leggendaria fama di Mark Caltagirone, ma quasi - eppure non si era aspettata che la riconoscessero anche nel futuro. «mi hai vista su qualche giornale?? In un museo???» e dire che, a differenza dei gemelli Campbell ai tempi d’oro, l’unica cosa che la ragazza aveva collezionato negli anni erano foto segnaletiche nei vari commissariati «ho forse vinto un oscar??» non sapeva mica recitare, ma era pur sempre un au quello!!
    Flos Campbell
    18 y/o - slyth - flower power
    Always gotta go out,
    we don't ever slow down
    Not like we don't know how,
    I just wanna
    hold tight


    (1)DIFESA FLOS (flos + jamie) Risponde alla domanda
    ATTACCO HAROLD (flos + jamie) Domanda a sua volta (???)
     
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53 replies since 17/5/2019, 23:45   1267 views
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