2119: hanuman

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    It's fate, not luck.

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    hanuman
    dj hamilton - rj hamilton - barrow skylinski - amalie shapherd - moore beaumont


    Non avete alcuna certezza, Viaggiatori temporali o dimensionali che siate: andare a Salem, cento anni dopo i vostri compagni, non assicura alcuna risposta certa sul vostro futuro, ma quale altra possibilità avete? Quale altra speranza avete? E quando pensate di separarvi, di lasciare al sicuro i più fragili – coloro ad un soffio dalla morte; le bambine, certo che altri rimarranno con loro per proteggerli – vi viene messa di fronte un’altra scottante verità: non c’è certezza, che torniate. O quando lo facciate: se cercando Lafayette e Lancaster rimaneste incastrati nell’universo alternativo, con il tempo a sbeffeggiarsi di voi e scorrere in maniera diversa, al vostro ritorno potrebbe essere tardi. Troppo tardi. E se c’è una minima, minuscola!, possibilità che possiate davvero tornare a casa…non potete che concordare con la logica esposta.
    Perché alla fine, è l’unica scelta che avete.
    Chi abita il 2119 da tutta una vita, vi riferisce quel che è successo all’antica scuola di Magia – ma non vi prepara allo spettacolo che vi si para innanzi agli occhi nel momento in cui gli Altri praticano il rito del Trasporto.
    Il buio non dovrebbe stupirvi. Le sette ore di differenza da un continente all’altro, gravano in una notte densa terribilmente, disperatamente, silenziosa, quasi l’intero universo stesse trattenendo il fiato prima di sbuffarlo in tempesta. Tutto sembra immobile, alieno, nel luogo che il secolo precedente ha ospitato i vostri amici - la vostra famiglia.
    Dopo l’esplosione del Dicembre 2017 in cui i Traditori sono stati dichiarati morti, la scuola non è mai stata ricostruita. Le macerie paiono macabri fiori schiusi in Primavera a costellare un prato un tempo verde smeraldo; i lampioni, entro cui fuochi fatui guizzano beffardi, delineano il percorso che porterebbe alle porte dell’istituto, se solo ve ne fossero ancora. Una fitta nebbia, di cui nessuno sa quanto vi sia di artificiale, e quanto di scenico per propaganda, vi scivola nei polmoni e sugli occhi, ovattando suoni e forme e dandovi l’illusione di essere gli unici superstiti. Giace scomposta, la scuola di Salem; una parte, ancora integra, sembra invitarvi ad entrare - e sapete, per sentito dire, di non essere gli unici ad aver percepito l’inquietante e tentatore canto dell’azzardo.
    La zona, dichiarata chiusa al pubblico dopo diversi incidenti avvenuti nel 2026, è divenuta leggenda e spauracchio per bambini: si dice che all’interno di Salem i corridoi si snodino in Labirinti machiavellici, gonfi di creature vomitate direttamente dai vostri incubi; che i maghi più pericolosi, i ricercati, abbiano ivi trovato dimora, e non attendino altro che un passo falso per mietere nuove vittime; che i pazzi, gli stravaganti, abbiano trovato una casa dove poter adempiere al loro destino, fatto di torture ed urla nella notte. Che sia infestata, da fantasmi del passato e del presente. Il tutto, porta ad unica e univoca conclusione, indipendentemente dalla storia celata alle spalle: chi vi entra, non ne esce mai.
    Ovviamente: «dobbiamo entrare»
    Lo fate, perché - quale altra scelta avete? Rimanete stretti gli uni agli altri, un fronte compatto a muoversi armonico. Bacchette, magia, torce; qualunque sia lo strumento utilizzato, i fasci dorati incrociano i vostri passi tracciando forme che potrebbero esserci, ma è assai più probabile non sia così. Pezzi di statue, maschere abbandonate - vestiti laceri, computer. Manichini? Rabbrividite, ma il passo è stabile.
    E andata avanti.
    Avanti.
    Ci siete tutti?
    Sì; e allora, avanti.
    Fino a che di fronte a voi, memori di altre avventure, non si diramano sette diversi corridoi.
    Qualcuno ci prova, a proporre di non dividersi. Voci deboli, ma determinate: cedete solo quando, infine, non giunge l’ammissione.
    Nessuno sa quale sia la strada giusta. Potrebbero esserlo tutte; potrebbe non esserlo nessuna. Potrebbe esserlo solo una. E come dividersi, domanda qualcuno? Dall’universo alternativo, non fidano né dei Viaggiatori, né degli abitanti di quel futuro; i Viaggiatori non possono fidarsi delle ombre di un’altra vita, e chi abita quel mondo – beh. In ogni caso, non avrebbe molto da perdere, ma non è intenzionato a perdere di vista i propri amici, per una guerra che non li riguarda.
    Il suggerimento giunge quasi in un sussurro. Quasi divertente - tanto da sembrare uno scherzo. Le scuole elementari magiche hanno adottato sin dagli albori un metodo per prevenire il bullismo che colpisce i bambini quando entra nel loro vocabolario la parola gioco di squadra, utilizzando un neutro, semplicissimo, incantesimo, sottovalutato ma importante. Tale magia segue la logica di ogni genere di magia, irragionevole ma funzionale, e sceglie i membri di una squadra basandosi sulle eguali possibilità di ciascun membro.
    Vi prendono per il culo?
    Sperate davvero di sì, ma sapete - vedete che la risposta è no – e sentite di non avere altra scelta, perché quello dell’incanto non è un suggerimento: è un obbligo. Nel palmo di ciascuno di voi appare una moneta; coloro che possiedono la moneta del medesimo colore, fanno parte dello stesso team. Potete provare a scambiarla, ma non funziona. Nel momento in cui la moneta cambia proprietario, cambia colore assumendo quello della squadra originale.
    Coloro esclusi dalla partita verranno scortati da Ron Parker nelle retrovie; seguiranno uno dei gruppi, ma ad una debita distanza di sicurezza: sono al sicuro, per quanto possibile.
    Se, possibile.
    Ed anche se non vi piace, ed anche se non vorreste, non vi rimane che salutarvi. Se c’è davvero, davvero, la possibilità di porre fine a quelle pazzie, dovete provarci. Dovete fidarvi.
    E dovete pregare, nell’imboccare uno dei corridoi, che sia abbastanza.

    Non sembra finire più, la ripida scalinata che avete scelto di percorrere – parola grossa: tra quello e la discesa nel vuoto, vecchi marmi scivolosi come unico possibile appiglio, vi è sembrata l’opzione meno ostica. Vi asciugate le fronti, tendendo il collo in avanti nella speranza di scorgere i primi segni di un corridoio così che possiate finalmente riposarvi, ma niente da fare.
    Proseguite mesti, quindi, finché non potete più. Non avete il tempo di rendervi conto che il vostro peso ha improvvisamente smesso di essere sorretto dalla solida struttura che, fino a pochi attimi prima, era sotto i vostri piedi, che già state ruzzolando a terra. Vi rialzate in piedi a fatica, doloranti e stanchi e, forse, terribilmente irritati – nessuno ve ne farebbe una colpa, qualora decideste d’imprecare contro l’amaro destino che vi ha portati a scivolare in basso di almeno sei metri.
    È stata una discesa molto meno dolorosa del dovuto: se sulla vostra pelle si formeranno lividi, nelle prossime ore, è quasi sicuramente perché cadendo vi siete colpiti a vicenda. E se questo in un primo momento può sembrarvi positivo (chi non lo penserebbe, dopotutto: una simile caduta, in altre occasioni, avrebbe potuto spezzarvi le ossa), chi di voi ha una buona memoria dei primi anni di scuola – o, alternativamente, ha una conoscenza minima degli incantesimi che vengono insegnati in sede scolastica – non ci metterà molto a connettere i punti. Qualcuno, di recente, è stato nel punto in cui vi ritrovate ora: il glisseo è ancora fresco, così come la pozione ammorbidente che vi ha permesso di scivolare giù senza rompervi il collo. Chi di voi è in possesso di una bacchetta la tira fuori con l’intenzione di sussurrare un lux, ma loro vi precedono. Una dopo l’altra, torce accese da fiamme artificiali illuminano lo spazio circostante, disegnando ombre sui visi degli sconosciuti. Non sapete dove siete, chi sono loro, né tantomeno cosa vogliono da voi – e non vi danno il tempo di fare domande.


    dj30 pa25 pd90 psARMA: bazooka | POTERE: pirocinesi
    rj29 pa21 pd80 psARMA: zanbato | potere: idrocinesi
    moore29 pa21 pd80 psARMA: falce | potere: aerocinesi
    barrow20 pa20 pd70 psARMA: balestra
    amalie15 pa15 pd60 psARMA: balestra
    ruki20 pa20 pd70 psattacco: 9 (dj)microfono | emiss. onde
    uruha15 pa15 pd60 psattacco: 4 (rj)chitarra
    aoi15 pa15 pd60 psattacco: 12 (moore)sai
    kai10 pa10 pd50 psattacco: 2 (barry)bacchette
    yune10 pa10 pd50 psattacco: 4 (amalie)shuriken


    DJ: Ruki, rimasto fino a quel momento in silenzio tombale, alza il microfono alle labbra e caccia un urlo disperato.
    RJ: Uruha ti dà la chitarra in testa.
    MOORE: Aoi tenta d'infilarti un sai sotto la costola.
    BARRY: Kai ti dà una bacchettata sulle mani.
    AMALIE: Yune ti lancia gli shuriken, mirando alle gambe.

    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. A meno che non ci sia un solo PNG, solo un massimo di due PG può attaccare lo stesso nemico. Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Ricordate che potete usare solamente incantesimi del vostro livello [INCANTESIMI - POTERI] - e no, non c'è il limite di utilizzi del vostro potere come scritto nella pagina, potete usarlo quanto volete. Plus, ogni 10 post (del pg, non della slot) i pg a livello master avranno diritto ad una SUPER, differenziata da potere a potere; i maghi, a seconda che il loro potenziamento sia di pa o pd, potranno fare un incantesimo di guarigione che ridia tot ps (variabili a seconda del livello del pg da curare) o attaccare due png anzichè uno. [P.S.: le granate possono essere utilizzate contro più di un PNG, ma il loro danno si dimezza. Se viene estratto, ad esempio, 9, contro un png farà danno 9, contro due png 4, contro tre png 3]
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza, ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute.

    ➞ combo. gli attacchi/le difese combo fra più personaggi, devono essere postati a massimo due ore di distanza.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco/la difesa + numero munizioni usate.

    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS.
    Se non riuscirete a concludere l'ostacolo in tempo, ve lo trascinerete anche a settimana successiva, quindi l'accanimento terapeutico è caldamente consigliato. Se, al contrario, riuscirete a finire prima delle 23:59 del 24.05, avrete la possibilità di raccogliere BONUS che potranno influenzare i punti (attacco; difesa; salute) del vostro personaggio fino a che non sarà scoccata l'ora per il balzo epoca.

    avete tempo fino alle 23:59 del 24/05 per postare.



    Edited by - as fuck - 18/5/2019, 23:59
     
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    «quindi a conti fatti..» con le mani premute sulle guance ed un sospiro a grattargli la gola, barrow skylinski spostó le iridi grigio azzurre da rj a dj e viceversa, per poi tornare sul volto tirato di kieran sargent. Non la vedeva così tesa praticamente da sempre, lei che anche il giorno in cui aveva consegnato ai freaks lettere e alberi genealogici del futuro si era presentata con il solito sorriso smagliante sulle labbra. Tale e quale a murphy, anche quelle rare volte in cui la preoccupazione prendeva il sopravvento sull'ottimismo che contraddistingueva entrambe. «nell'altra dimensione cj è il cucciolo di casa, e bj...» aprì le braccia indicando il ragazzo dai capelli ramati con entrambe, senza riuscire a trovare le parole giuste. testa di cazzo suonava riduttivo per descrivere il knowles e barry gli voleva troppo bene per sminuire il ricordo che aveva dell'amico. «vabbe ci siamo capiti.» kieran annuì, senza aggiungere altro, le iridi scure incapaci di separarsi dalle figure di murphy e shot pochi passi più avanti, e per barry fu solo una conferma che la sargent non lo stava minimamente ascoltando.
    Pensava ai suoi genitori, ad un Al le cui condizioni sembravano peggiorare di giorno in giorno, alla possibilità di perdere una persona cara in cambio del ritorno a casa. Gli sarebbe piaciuto non capire ciò che la mimetica stava passando, ma non era tanto fortunato: gli premeva nel petto la stessa incondizionata paura, ogni volta che amalie gli sfiorava la mano per avvolgervi intorno le dita, quando will e akelei si ritrovavano uno accanto all'altra e la mente di barry non riusciva a frenare il ricordo di una vita che nessuno di loro aveva ancora vissuto. «andrà tutto bene, kier.» sapeva mentire bene, barrow skylinski, ma non abbastanza perché la sargent, che lo conosceva ormai come le sue tasche, potesse credergli. Ma lei gli sorrise comunque, perché a quel punto chi cazzo se ne faceva niente della verità? «e adesso dove cristo andiamo?» chissà perché un po' se lo sentiva, il corvonero.
    Quel momento alla fine arrivava sempre, che fosse un tetto cedevole sotto i piedi o un insieme di cunicoli sotterranei di cui nessuno conosceva la destinazione. «ci dividiamo.» Chiuse gli occhi, barry, i denti a stringere l'interno della guancia finché il sapore metallico del sangue non gli si posò sulla lingua, familiare ma mai rassicurante. Col cazzo, le parole che si costrinse ad ingoiare insieme alla bile, «come?», le uniche che riuscì a pronunciare senza che gli tremasse la voce. Possibile che nessuno di loro avesse mai visto un film horror? Barry purtroppo si, e anche se la fine dei protagonisti che decidevano di separarsi per esplorare con più rapidità la casa infestata gli era dolorosamente nota, non poté fare a meno di constatare che era anche la loro unica possibilità.

    Stringeva ancora la sua moneta tra le dita, il diciottenne, quando i gradini gli mancarono improvvisamente sotto i piedi e si sentì spinto in avanti dalla mera forza di gravità, istintivamente raggomitolato su se stesso per proteggere la testa; un piede di amalie gli si ficcó nel fianco, quello che doveva essere il gomito di fake!bj nello stomaco, finché ad impattare contro la spalla destra non rimase altro che la pietra del pavimento. «porca merda!» non c'era una maeve winston pronta a tirargli un coppino per ogni parolaccia, e barry intendeva approfittarne. Fece forza sulle braccia per rimettersi in piedi, afferrando poi la mano che amalie tenteva nella sua direzione aiutandola a fare altrettanto; non ci voleva un genio per capire come quella scala infinita si fosse improvvisamente trasfirmata nella più ripida delle discese, e anche solo il dubbio di non essere i soli in quel sotterraneo convinse il corvonero a stringere la bacchetta tra le dita, prima ancora della balestra nel fodero a tracolla. Quando quattro luci scaturirono da altrettanti catalizzatori, rischiarando le pareti di pietra e permettendo al gruppo di individuare i primi avversari, barrow si rese conto che la scusa sembrano tanti perché sono kinesi non era poi così campata per aria, dopotutto: anche volendo, se non avessero avuto ciascuno uno strumento musicale tra le mani, il corvonero non sarebbe mai riuscito a distinguerli, il che richiedeva qualche menomazione capace di fungere da targhetta di riconoscimento.
    Ma poi scusa, si attaccava cosi? a tradimento e senza nemmeno un ciaone a tutti?
    «accio bacchette» era una persona riservata, barrow skylinski, e nella maggior parte dei casi apprezzava nella gente la capacità di rimanere in silenzio quando non si aveva niente di interessante da dire, ma il fatto che quel tizio avesse deciso di dargli una bacchettata sulle mani prima ancora che potessero spiegare loro perché si trovavano in quel di salem lo urtava proprio. «ciá, visto che non ami i convenevoli passiamo subito ai fatti.» e magari fosse stato fatto anche lui, in quel momento. Strinse le bacchette scippate a kai nella mano libera, il proprio catalizzatore magico momentaneamente messo da parte. «sai, sono sempre stato scarso alla batteria, me la cavo meglio con la chitarra.» sollevó le spalle rassegnato, quella macchia sul suo curriculm personale ormai dimenticata, e tenendo una bacchetta in ciascuna mano avrebbe tentato di ficcarle negli occhi all'avversario, mentre un'amalie selvatica appariva fianco intrecciando le dita a quelle del diciottenne, carica come un pupazzetto a molla, le iridi grigio azzurre illuminate da una determinazione furiosa che il corvonero associó inconsciamente all'aver lasciato sua madre e al, alla possibilità orribilmente probabile di aver salutato entrambi per l'ultima volta. Provava lo stesso confuso mix tra ansia, rabbia e paura, barrow cooper, per quanto gli fosse difficile persino ammetterlo a se stesso. torna tutto intero..obiwan, e non era riuscito a fare altro che annuire distogliendo lo sguardo mentre murphy gli carezzava i capelli; buona fortuna pikkolo smooth criminal, e si era dovuto costringere a inghiottire aria a vuoto, incapace di aprire bocca, quando william gli aveva tirato una pacca sulla spalla, gli occhi di akelei troppo chiari e profondi per poterli guardare più a lungo.
    Una frazione di secondo, mentre mollava le bacchette si spera conficcate nelle orbite di kai, il tempo che gli fu necessario per notare il movimento repentino di un altro kinese, una stellina d'acciaio lucente stretta tra le dita dell'avversario. «grazie del pensiero» afferró le spalle della bionda con entrambe le mani tirando con forza verso di sé spostando amalie dalla traiettoria dello shuriken «a quanto pare hai un ammiratore, ams. nemmeno il tempo di conoscerti ed è già preso bene.» ehh, faceva quell'effetto amalie shaperd, in qualunque vita.

    lynch beaumont barrow
    !2043, time traveler
    barry skylinski
    18, ravenclaw, drugs, freak


    (2) DIFESA BARRY (barry + amalie): accio bacchette e
    ATTACCO KAI (barry): gliele ficca negli occhi

    (4) DIFESA AMALIE (amalie + barry): la tira via (?)
     
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    I may or may not have ruined my sleep schedule
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    se non fosse stati per gli au, probabilmente amalie sarebbe rimasta colpita dallo stato in cui era ridotta salem - cioè, davvero in tutti quegli anni nessuno si era preso la briga di sistemarla? Cento anni e nemmeno un tentativo?? Che dire: assurdo - e soprattutto dalla caduta di circa sei metri che i ragazzi avevano appena fatto, impattando con il pavimento senza sentir alcun dolore. Riconobbe subito l'incantesimo, la corvonero, e il fatto che fosse già lì non era certo un buon segno: non erano soli. Non che si aspettasse qualcosa di diverso, sia chiaro: si era abituata a situazioni come quelle, la Shaperd, ed inutile dire che oramai da mesi non faceva che attendere quel momento.
    Attendere, perchè lei la speranza non l'aveva persa nemmeno per un secondo: così come durante i cinque mesi bloccata nell'universo alternativo, anche lì non aveva mai creduto che sarebbe stata una situazione definitiva. Non poteva accettarlo, capite? Così aveva continuato a seguire le lezioni di Maeve e William, passato pomeriggi a fare da babysitter a Lewis e Carole, era uscita a mangiare gelati con Murphy e Kieran e fare lunghe passeggiate con Barry ad esplorare la capitale francese, ma non aveva mai smesso di creder che tutto quello era semplicemente precario, destinato a durare ancora per poco. Nemmeno quando, costretti a vivere nel bunker, molti avevano iniziato a perder la pazienza, lei si era lasciata abbattere: sarebbero tornati a casa, in un modo o nell'altro. Sapete cosa aveva sbagliato però la diciannovenne? Così come le era successo nell'upside down, anche lì non era riuscita a non creare legami. E, una volta tornata nel suo tempo, era consapevole del fatto che avrebbe sentito terribilmente la mancanza di tutti quelli che aveva conosciuto lì ed a cui, inevitabilmente, si era affezionata.
    Insomma, avrebbe avuto tante cose su cui riflettere ed altre di cui preoccuparsi (tipo aver dovuto salutare i suoi genitori e rassicurarli che sarebbe stata bene, per dirne una, e che Al stesse sempre peggio, giusto per render la situazione ancor più complicata e pesante da sopportare) ma non poteva che pensare ad una sola.. «..cj ci ha davvero offerto dei biscotti Sì, razionalmente sapeva che non era il loro, ma comunque era così - ma così! - strano «non riuscirò mai a cancellare questa immagine dalla mia testa» Così come quella di un bj con un chiaro aspetto da killer seriale. Che dire poi di serscia?? Non aveva nemmeno la faccia della Kavinsky, ed a differenza della loro non aveva l'aspetto da (bellissima, sempre) psycho. Che cosa mistica, gli au.
    Poi però quelle figure sbucate dal nulla - gli autori dell'incantesimo su quella discesa, senza dubbio - iniziarono ad attaccarli senza dar prima alcun tipo di preavviso, o che so, anche solo il tempo di rimettersi in piedi e togliersi la polvere dai vestiti?? Che s(tronzi)costumati. Se ci fosse stata Maeve, sicuramente avrebbe saputo cosa dire per farli sentire in colpa e fargli desiderare di esser stati più educati nei loro confronti. Già le mancava un sacco, ma era un bene fosse rimasta con le bambine ed Al. Quando vide uno di loro prendersela con Barry, il primo istinto della Shapherd fu quello di prendere il ragazzo per mano e spostargliela così da evitargli la bacchettata (spero??) «grazie del pensiero» sempre «quando vuoi» e detto ciò, con la mano ancora allacciata alla sua, si sarebbe spostata ancor di più verso il ragazzo nel tentativo di evitare gli shuriken gentilmente scagliati contro le sue gambe. «a quanto pare hai un ammiratore, ams. nemmeno il tempo di conoscerti ed è già preso bene.» same old, same old. Che dire? Un po' le era mancato Barry geloso per colpa di nemici. E, al tempo, non stavano neppure insieme! «mi toccherà avvisarlo che al momento sono sfortunatamente già impegnata» così, puntando la bacchetta contro il suo ammiratore - o il suo futuro assassino? same thing - gli avrebbe lanciato contro un «expulso!» in modo da, beh, fargli male??? Insomma, l'intenzione era quella, ma nel concreto la ragazza non assicurava nulla: non era portata per ferire le persone, Amalie Shapherd.
    amalie shapherd
    19 raven smartass
    mabel cw.
    !2043, messenger


    (2) DIFESA BARRY (barry + amalie): lo prende per mano
    (4) DIFESA AMALIE (amalie + barry): si sposta
    ATTACCO YUNE (amalie): expulso
     
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    ruki20 pa20 pd70 psattacco: 9 (dj)microfono | emiss. onde
    uruha15 pa15 pd60 psattacco: 4 (rj)chitarra
    aoi15 pa15 pd60 psattacco: 12 (moore)sai
    kai15 pa15 pd29 psattacco: 12 (barry)bacchette
    yune10 pa10 pd44 psattacco: 6 (amalie)shuriken


    (2) DIFESA BARRY (barry + amalie) 4 + 7 = 11 pd (+9 pa)
    ATTACCO KAI (barry): 15 + 9 = 24 pa
    DIFESA: 3 pd (-21 ps)
    Il fatto che ora sia cieco, non fa che aumentare la sua potente e maligna aura - potete quasi percepirla, mentre una melodia giunge da Dio solo sa dove.

    (4) DIFESA AMALIE (amalie + barry): 10 + 6 = 16 pd (+12 pa)
    ATTACCO YUNE (amalie): 1 + 12 = 13 pa
    DIFESA: 7 pd (-6 ps)
    L'expulso va a buon fine, Yune viene sbalzato (??) (o sbalzata??? k-sqwad intervIENI) contro un muro.

    BARRY: Kai si toglie le bacchette insanguinate dagli occhi, e fiutando la tua presenza tenta di ripagarti con la stessa moneta.
    AMALIE: Yune, con rapide rovesciate da Ginnaste - Vite Parallele, cerca di darti un calcio in faccia.
     
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    leader - STILL BREATHING.MP3
    Candice Moore Beaumont sistemò una ciocca di capelli dorati dietro l’orecchio, procedendo poi con il togliere la polvere dalla felpa. Nulla nella sua postura implicava nessun tipo di agitazione, quasi come se fosse nata per viaggiare in un altro universo – e, in un certo senso, lo era. Lanciò un’ultimo sguardo dietro di sé, quasi potesse percepire i suoi fratelli accanto a lei. Sapeva fin troppo bene che non era così, nessuna delle sue suppliche era riuscita a smuovere Phineas e Ferb a partire con lei, loro non avrebbero abbandonato Idem; il loro sguardo era bastato a farle comprendere la sottile implicazione nelle loro parole, sebbene neanche quello l’aveva fatta desistere dal partecipare al Rito. Aveva promesso ai gemelli che sarebbe tornata, e che, Dio!, avrebbe riportato Akelei a casa a qualunque costo: la loro famiglia era rimasta separata per troppo tempo. C’era una piccola parte nella ragazza che temeva che si fosse dimenticata di loro, neanche sapeva quanto tempo fosse passato nell’altro universo, per quello che ne sapeva sarebbe potuta essere morta. Si affrettò ad asciugare con il dorso della mano quella lacrima traditrice, ripetendosi che erano tutti stupide supposizioni, se non che- «MAMMA???? PAPAAAAA’?????» abbandonò ogni forma di contegno che si era imposta, correndo verso i suoi genitori a braccia spalancate, stringendoli a sé più forte che poteva, terrorizzata che scomparissero. Affondò il viso nella petto di Akelei, e neanche ebbe bisogno di incontrare lo sguardo della coppia per sapere di essere a casa. Ci erano voluti sedici anni perché ritrovasse la sua famiglia, eppure in quel momento le sembrarono passati solo pochi istanti nel respirare il familiare profumo della madre. Ormai stava singhiozzando, le lacrime ad impregnare la maglia della Beaumont senza che potesse fermarsi «s-scusa è ch-che» alzò lo sguardo sul volto dei due, il piccolo sorriso sulle labbra a trasformarsi in una smorfia quando registrò le loro espressioni confuse. Fu veloce a districarsi dalle braccia di Akelei, ancora di più a indietreggiare di qualche passo. C’era qualcosa di terribilmente sbagliato. «un’altra? wiLLIAM» «guarda che non è solo colpa mia» Moore sbatté lenta gli occhioni ancora lucidi, non aveva idea di come comportarsi, né tanto meno di cosa stesse succedendo. Nel dubbio fece la cosa più dignitosa che poteva permettersi dopo il suo scoppio emotivo, quindi si affrettò ad asciugarsi la faccia con le maniche, sicura che ormai il mascara le fosse colato ovunque «non…..non ti ricordi di me?» dovette ingoiare l’ennesimo singhiozzo, e quella volta non di gioia, rivolgendosi alla madre. Non capiva come William fosse vivo, ma al momento non era importante. Forse era come avevano sospettato i gemelli, e davvero si era costruita una vita senza di loro, li aveva davvero abbandonati. Qualcosa dentro Candice si sgretolò, una fitta al petto le impedì quasi di respirare – tutti quegli anni ad aspettare accanto alla porta di casa, e a loro non era mai importato niente. Crescendo si era sempre chiesta perché sua madre avesse preferito una stupida missione ai suoi figli, ma ora capiva che non le era mai importato. «sei sersha o meara? Se no, no» chi…..era Sersha? E perché sapeva di Meara? Se fosse stata davvero Akelei, avrebbe finto di non conoscerle quindi perché glielo stava dicendo? «vieni dall’au?» quella volta spostò lo sguardo sul padre, un’improvviso pensiero a balenarle in mente. Sgranò gli occhi, non risparmiandosi una manata in fronte «cazzo, porca merda» e continuò per qualche momento a imprecare sottovoce, quasi scoppiando in una risata isterica. Ma quanto si era sbagliata, ma quanto era stata stupida. «cristo- voi non avete visto niente, ok?» detto ciò si dileguò da qualche parte tra i viaggiatori, pregando di confondersi tra la massa di gente. Non voleva neanche pensare a quello che era successo, l’unica parte positiva era che almeno sua madre non l’aveva disconosciuta.

    «satana salvami tu» la Beaumont supplicò a corto di fiato, mentre ogni muscolo delle gambe gridava pietà. Erano davvero troppe scale quelle, e la ragazza non si ricordava di aver mai accettato di fare sport prima del Rito – davvero da denuncia, gli organizzatori di quella missione. Tese il collo nella speranza di scorgere un corridoio che li salvasse, invece al suo posto non vide altro che altre mille scale, le ennesime da quando aveva incominciato la loro scalata. Quello non era l’hike divertente che promettevano le celebrità quando andavano ad Hollywood, il suo era più la versione buia e tarocca, il tipo che Jamie Charlies poteva permettersi dopo il suo recente scandalo. A un certo punto, quando le ginocchia della bionda stavano per reggere dallo sforzò, qualcosa sotto di sé iniziò ad essere instabile. Non ebbe neanche il tempo di aggrapparsi a qualcosa che precipitò nel vuoto «mA vAfFanCulO» un urlo frustrato ad accompagnare la caduta, se le avessero detto che quella sarebbe stata la loro fine, avrebbe saltato nel buio fin da subito. Atterrò al terreno con un tonfo, percependo ogni singolo osso del suo corpo lamentarsi di quella caduta, inutile dire che stava già maledendo quel posto dimenticato da Satana – lui non le avrebbe mai fatto quello. Fece leva sui palmi per tirarsi in piedi, neanche prestò attenzione al dolore pulsante all’addome, qualsiasi cosa era meglio che quegli scalini del male. E la consapevolezza che i suoi amici fossero dispersi da qualche altra parte. Non fece in tempo a uscirsene con una delle sue solite battute che la luce illuminò la stanza a mostrare- «gli nct 127?» o almeno una parte del gruppo, a giudicare dai membri che contava. Non riuscì a trattenere un gridolino estasiato, omg ma erano proprio loro??? Chissà cosa ci facevano nel futuro, e in uno squallido sotterraneo, Candice proprio non riusciva a capirlo. Prima ancora che potesse tirare fuori una penna e chiedere un autografo, i coreani iniziarono a menarli «ma stiamo fottutamente scherzando?» si portò una mano al petto, seriamente offesa. Aoi fu il primo a scagliarsi su di lei, passi silenziosi e mosse che parevano da ninja ad accompagnare la sua offensiva – molto bravi, peccato che Candice fosse ancora meglio «you tried» portò le mani avanti a sé, intenta a incanalare delle correnti d’aria nei suoi palmi; annullò i rumori della battaglia per potersi concentrare sul dirigere i venti verso il coreano, sbalzandolo all’indietro prima ancora che potesse sfiorarla. Sempre mantenendo il controllo sulle correnti, decise di modificare la materia in vapore fino a formare una corda per mano. Fece per dirigerle alle gambe di Ruki e stringendo il pugno destro ordinò loro di stringersi attorno alle sue caviglie, tirandolo indietro e facendolo cadere. Così impara ad attaccare un figlio di Satana. Non contenta continuò a orchestrare i venti, il più piccolo dei sorrisi a curvare le labbra: amava essere in controllo per una volta nella sua vita. Dissolse una fune in vapore, per poi concentrarsi su quella rimanente e usarla come frusta sull’addome del nemico, era sicura che fosse un fan del bondage.
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    (12) DIFESA MOORE (moore + dj): spinge aoi all’indietro
    (9) DIFESA DJ (dj + moore): lo fa cadere
    ATTACCO RUKI (dj + moore): lo frusta
     
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    «levATI» un grugnito ruvido e strozzato, quello del DJ Hamilton impegnato a districarsi dalle lunghe membra avviluppate attorno a lui del fratello. Per DJ, più robusto di RJ, nel sentire il terreno collassare sotto i suoi piedi era stato naturale, ed alquanto ovvio, afferrare l’idrocineta tirandolo a sé, conscio che gli anni da boy scout non l’avessero addestrato a quello: lungo e sottile quanto un ago di pino com’era, una caduta del genere l’avrebbe spezzato. E sì, DJ lo sapeva perché quand’erano bambini l’aveva lanciato dalla finestra, curioso di sapere se avrebbe rimbalzato.
    Non l’aveva fatto; aveva imparato dai propri errori. Quel che avrebbe dovuto aspettarsi ma non aveva fatto, era che il Grifondoro si sarebbe fasciato su di lui come un koala sul suo ramo preferito d’eucalipto, strizzandolo al suolo fino a soffiargli via ogni sputo d’aria. «t o g l i t i» spinse via RJ, consapevole che l’altro, altrimenti, non si sarebbe districato fino a che non fosse stato estremamente necessario; non era paura, quella dell’Hamilton più alto, quanto mero spirito di squadra: c’erano dentro insieme, giusto? Ed erano anni, una vita, che non facevano qualcosa insieme, allontanati da passatempi diametralmente opposti. Cristo, perfino DJ avrebbe voluto tenerselo stretto un po’ di più, nostalgico di un’infanzia in cui era impossibile vederli distanti l’uno dall’altro.
    Perché, a scanso di equivoci, DJ amava suo fratello. Dal primo istante, dal primo tentativo di affogarlo nella vaschetta in cui mamma e papà, ancora vivi, avevano fatto loro il bagnetto; dal primo, fottuto, respiro, tirato insieme l’undici settembre di diciott’anni prima. Trattarlo male non aveva nulla di personale, e, seppur a proprio modo, dimostrava di volergli bene: seguendolo in qualunque puttanata metafisica, coprendogli le spalle, partecipando in prima fila agli spettacoli dei boy scout (per lanciargli pop corn sul palco, ma nessuno era perfetto). L’essere terribilmente differenti l’uno dall’altro, non aveva mai creato distanze emotive, fra loro – dovevano solo allungare di più la mano per sorreggersi a vicenda da un percorso all’altro. RJ Hamilton era, e sempre sarebbe stato, il suo miglior amico, l’unica persona – insieme ad Idem – a cui permettesse di ricucirlo quando tornava strappato dall’ennesimo incontro di pugilato, o rissa di quartiere. «sei ferito, infame?» gli strinse il viso fra pollice e medio, voltandolo in modo da osservarlo da ogni angolatura. Privo di un pubblico che potesse – e volesse – giudicarlo, DJ poteva mostrarsi più umano, meno inavvicinabile: Moore la conosceva da tutta una vita, mentre Phineas e la sua patata sembravano…innocui. Non doveva giocarsi la carta vi odio tutti e vi preferirei morti, con loro.
    Non significava non lo pensasse, eh; non era così socievole, e se avesse significato risparmiare anche un solo graffio a RJ o Moore, avrebbe messo lui stesso Amalie e Barrow sul fuoco incrociato: Moore Beaumont non era certo un RJ, ma gli piaceva abbastanza da non rientrare nella percentuale di popolazione che avrebbe preso volentieri a pugni in faccia. Erano piccoli progressi. Diede un leggero schiaffo alla guancia del fratello, alzando poi gli occhi scuri per cercare la Beaumont. La osservò accigliato, gli abiti sporchi di polvere ed il passo indolenzito.
    Ma: «perchè non hai volato?» che sì, avrebbero potuto farlo anche lui e RJ, ma il suo potere era letteralmente l’aria. Avrebbe dovuto venirle più naturale che non a loro, considerando che l’uso che facevano di pirocinesi e idrocinesi, era solitamente del tutto improprio, limitandosi alla creazione di oggetti stupidi, o guerre civili fra elementi opposti. Fece guizzare lo sguardo dalla parete alle proprie spalle, liscia e curva, alla bionda, sopracciglia ancora corrugate nell’osservare infine il duo platino poco distante. Non gli sembrava d’averli visti estrarre la bacchetta, ma a scanso di equivoci: «siete stati voi?» perché nessuna superficie, in natura, avrebbe assunto quella forma. Non era un mago, ma a lezione ci andava anche lui.
    E se non erano stati loro, avevano decisamente un problema. «tutti interi?» si sforzò di usare il plurale, perchè se quella cazzo di moneta era diventata viola, significava che dovevano lavorare insieme, ma non era davvero interessato allo stato di salute del falso Finn, o della giovane non Dallaire, come dimostrarono gli occhi a cercare la Beaumont. Non era la sua preferita del trio BB, ma neanche la peggiore. Aprì il palmo per illuminare la stanza, così da potersi assicurare che nessuno fosse morto nella caduta (non per una questione d’etica, quanto pratica: se non gli servivano, voleva le loro armi icsdi) eee - «gli nct?» Magari. Battè le palpebre rapidamente, cercando d’abituare in fretta la vista alla nuova luminosità della stanza. Eh sì, in una scuola abbandonata e maledetta, figurarsi se non si beccavano un paio di giapponesi in tenuta goth: arrivavano ovunque, gli orientali – un po’ come i piccioni, ma con più stile e più meritevoli di conquistare il mondo. «jeez, non ditemi che fra cent’anni tornano di moda i ciuffi sugli occhi.» sciocco di un DJ, a credere che l’evoluzione umana potesse impedire a simili, agghiaccianti, trending, di tornare in auge! Se quello era anche il loro futuro, non era certo di voler sopravvivere abbastanza da scoprirlo. Sbuffò, le dita incrostate di polvere a strofinarsi fra loro emettendo piccole scintille. Passò poi le mani fra i capelli, lasciando che ivi passassero quelle stesse scintille dando l’impressione avesse i capelli in fiamme; un gesto nervoso, anche se a scuola tutti credevano lo facesse di proposito per sembrare più fiko.
    Come se avesse bisogno degli effetti speciali, per sembrare più cool: era tutto nell’attitude – e nelle spesse sopracciglia tornate di moda giusto un paio d’anni prima. Yay! «tutto a posto, belli?» Perchè li fissavano creepy? Ke volevano. Era lì lì per lanciare in pasto Amalie e Barry, prendersi gli starter, e fuggire, quando – ahimè – si accorsero anche di loro.
    Merda.
    Avrebbe allungato un braccio verso la Beaumont, impegnata a parlare da sola come al solito, e senza trattenersi ad alzare gli occhi al cielo, l’avrebbe spostata mentr’ella soffiava via il cinese: e fu subito ventilatore. «di qua, grazie -» Già che c’era, no. Peccato che il suo kinese non fosse intenzionato ad usare la violenza: voleva solo «AAAAAAA» is that a challenge, you son of a bitch. Lo osservò offeso, la schiena dritta e la bocca aperta ad incamerare aria. Se c’era una cosa da sapere su DJ, era che fosse competitivo come le merde: DJ Hamilton doveva, sempre e comunque, essere il migliore.
    Anche agli screaming match. «AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA» ??? Arricciò poi il naso, labbra curvate verso il basso. «posso ammettere abbia un timbro migliore; magari possiamo proporgli di entrare nella band?» Incoerente con quanto detto, avrebbe spinto con il palmo sul microfono per ficcarglielo in gola.
    Una smorfia. «chissà se a lui piace, ingoiare» una cit fantasma che neanche si rese conto di aver detto ad alta voce, parole d’altri a uscire dalle sue labbra: blows a kiss in the air for the freak show.
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    (12) DIFESA MOORE (moore + dj): la sposta
    (9) DIFESA DJ (dj + moore): urla anche lui!!!!!!
    ATTACCO RUKI (dj + moore): gli spinge il microfono in gola

    master 1/10

    CODICE
    <b>(12) DIFESA MOORE (moore + dj):</b>

    <b>(9) DIFESA DJ (dj + moore):</b>
    <b>ATTACCO RUKI (dj + moore):</b>
     
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    moore29 pa21 pd77 psARMA: falce | potere: aerocinesi
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    amalie15 pa15 pd60 psARMA: balestra
    ruki25 pa25 pd16 psattacco: 20 (dj)microfono | emiss. onde
    uruha15 pa15 pd60 psattacco: 4 (rj)chitarra
    aoi15 pa15 pd60 psattacco: 9 (moore)sai
    kai15 pa15 pd29 psattacco: 12 (barry)bacchette
    yune10 pa10 pd44 psattacco: 6 (amalie)shuriken


    (12) DIFESA MOORE (moore + dj): 3 + 6 = 9pd (-3 ps)
    Il sai ti lascia un taglio superficiale sul fianco.

    (9) DIFESA DJ (dj + moore): 16 + 8 = 24 pd (+15 pa)
    ATTACCO RUKI (dj + moore): 19 + 25 + 15 = 59 pa
    DIFESA: 5 pd (-54 ps)
    I microfoni? Nuovi SAIKEBON!!! Rispondendo alla tua domanda, , gli piace ingoiare, perchè la resistenza è minima. Chissà se è un mugolio di piacere o di dolore, quello che sguscia dalle sue labbra alle frustate di Moore. Rotola a terra provato, strisciando e sputando sangue: che abbia ingoiato qualche dente, nel vano tentativo di butar giù il microfono?

    MOORE: Aoi non si arrende, e si fionda di nuovo su di te cercando di infilzarti le braccia ai fianchi,
    DJ: Ruki strilla, volando sopra di te per cercare di schiacciarti.
     
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    Moore si appellò intensamente alle forze della natura, con tanto di mani congiunte mentalmente e il cuore che supplicava perché qualcuno la facesse sparire. Ma dov’erano Flos e Taki quando servivano? Aveva bisogno di un back-up, di un sostegno morale, e invece era stata abbandonata al suo destino. E con destino intendeva: «perché non hai volato?» la bionda aprì la bocca per poi richiuderla qualche attimo dopo, il criceto nel suo cervello a girare a velocità super soniche per trovare una risposta. Ma che ne sapeva lei, magari era nel panico okèèè?? Guarda te, come se non fosse mai capitato a qualcuno desiderare di morire spiaccicati. Lui l’avrebbe dovuto capire prima di tutti, con le sue sopracciglia telepatiche. Alla fine si limitò a scuotere la testa, un sospiro rassegnato ad accompagnare il gesto «mi fai sempre sentire un’idiota» non che non lo fosse, e prima che il rosso decidesse di farglielo notare gli lanciò uno sguardo di ammonimento: stai zitto, DJ. C’era pur sempre un motivo se tra i due fratelli preferisse lasciarsi andare con RJ, essendo due dementi non c’era neanche bisogno che fingesse di avere dei neuroni, e in più i suoi biscotti erano buonissimi. Peccato che non fossero all’erba, non capiva come potessero non piacergli. La cosa più scioccante là dentro non erano però i dolci dell’amico, quanto più i peculiari fetish dei cinesi - cioè le stavate dicendo che aveva appena sentito un gemito di piacere? Guardò sconvolta l’avversario a terra e poi la sua frusta, gli occhi a strabuzzars OMG AVEVA APPENA FATTO DEL BONDAGE????? Si sentiva tanto morire, lei non era la tipa da quelle cose‼! «chissà se a lui piace, ingoiare» ma ci si metteva anche lui? Era sempre più convinta della proprietà telepatica delle sue sopracciglia, era certa che coglievano anche il suo disagio interiore ormai. «non penso di volere nella band qualcuno che si ingoia i microfoni» annuì fra sé, concludendo che sarebbe stato un pessimo affare; cioè ma immaginate che casino sarebbero state le prove? «scusa ma in che senso ingoiare?» domandò a DJ, con tanto di sopracciglia bionde sollevate in confusione. Si riferiva al mangiare? Dopotutto pochi minuti prima era passato RJ con i suoi biscotti, aveva un suo senso. Alla Beaumont sarebbe piaciuto molto rimanere a chiarire la questione, se solo non avesse visto Yune scagliarsi contro Patata1 «ma come osi prendertela con le bionde?» sì, ormai era diventato un attacco diretto. Candice, piuttosto alterata, cercò di afferrare la gamba della ninja per fermare quel calcio, bloccandola a mezz’aria. La lasciò andare solo quando fu certa che Amalie fosse fuori pericolo, non risparmiandosi un’occhiataccia alla kinese. Con un’aggraziata piroetta passò poi a dove RJ stava combattendo contro l’Uciha OG, decidendo che gli avrebbe dato una mano visto che Lucia sembrava parecchio incazzuoso. Nel vedere la chitarra che discendeva rapida contro la testa del biondo, Moore strinse una mano sull’avambraccio del ragazzo cercando di trascinarlo via, nonostante sembrasse fatto di cemento armato «perché pesi così tanto??» e che palle, non bastava essere alti quanto una gru? Candice odiava un po’ tutti per essere più alti di lei, menomale che c’era l’altra bionda a farle compagnia della sezione dei nani da giardino. «uh, vediamo se gli piace ingoiare!» batté le mano tutta entusiasta, mentre incitava l’Hamilton a tirare fuori un pezzo di stoffa dal suo zaino - chissà come facesse ad avere tutto, non l’aveva ancora capito. Una volta pronti, il duo RJ-Moore si posizionò ai lati del poraccio lì presente, la bionda pronta ad formare delle manette con il vapore per impedire al coreano di muoversi. Fece poi ancora un passo avanti e si avvicinò con il pezzo di stoffa a lui, posandolo poi sul suo volto «vedrai che ti piacerà» curvò le labbra in un sorriso che pensava fosse rassicurante, quando in realtà doveva sembrare quello di un sociopatico. Eh, da qualcuno doveva pur aver presto la Beaumont.
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    (6) DIFESA AMALIE (moore + dj): blocca la gamba
    (4) DIFESA RJ (rj + moore): sposta rj
    ATTACCO URUHA (moore + rj): waterboarding
     
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    «non penso di volere nella band qualcuno che si ingoia i microfoni» Lanciò uno sguardo bieco a Moore, sentendo il labbro vibrare d’un sorriso. DJ, non dirlo. DJ, non dirlo. DIGEI!!!! Ma cosa ci poteva fare, se la bionda le serviva così, su un piatto d’argento? ‘adorabile innocenza della Beaumont, era da sempre motivo di gaudio per il buon Hamilton, troppo DJ per mollare l’osso e lasciar perdere. A fastidio verso l’altrui persona, i gemelli, erano davvero uguali. «mi sa che è un po’ tardi, per quello» ed alla fine il ghigno ebbe la meglio, un ammiccamento divertito ad un angolo della bocca, e sopracciglia sollevate nel tornare ad osservare il kinese a cui – beh.
    Evidentemente piaceva ingoiare. Battè le palpebre, quasi (quasi) tentato di allungare una mano per impedire al mafioso orientale di spingerlo più a fondo, ma dopotutto chi era lui per giudicare? A tutti piaceva un po’ rough; il fatto che l’Hamilton non fosse ai quei livelli, non gli dava diritto di giudicare i kink altrui.
    Forse. «ammirevole» fu il commento sincero del pirocineta, vagamente affascinato dalla capacità deep throating dell’emo. Neanche un conato? Urca, pure il riflesso faringeo andava una bomba. Se solo fosse stato il suo tipo, non gli sarebbe dispiaciuto testare le evidenti doti da bocca di rosa del punk, ma perfino DJ aveva dei limiti: il ciuffo ed i vestiti goth erano un deterrente anche al miglior bocchino del mondo.
    Poi certo, c’era anche il minuscolo dettaglio stessero cercando di ucciderli – ma chi voleva prendere in giro? Su quello avrebbe potuto sorvolare. «scusa ma in che senso ingoiare?» sweet child o’mine. Strinse le labbra fra loro posando lo sguardo su un punto imprecisato della caverna, gli occhi a brillare d’ambra nella fioca luce della stanza.
    DJ. Non. Dirlo. DIGEI.
    Ma porca troia, ho già detto quanto le servisse facile, e con tanto di contorno? Schioccò la lingua sul palato, abbassando infine il capo per incrociare lo sguardo confuso della ragazza. In quanto amico, avrebbe davvero dovuto farle una lezione di educazione sessuale a tavolino, così che la gente la smettesse di approfittarsi di lei, ma in quanto DJ: «te lo mostrerò quando sarai più grande» se solo non fosse fuggita alla velocità dornettiana, le avrebbe anche dato una pacca sulla testa, ma non tutto andava secondi i piani; dato ch’era lì a grattarsi le palle (metaforicamente; non era ancora arrivato a quel punto, e fato permettendo non ci sarebbe arrivato mai.), già che c’era, vedendo correre la paladina di tutti i satanisti verso l’altra bionda, avrebbe allargato il palmo richiamando a sé il potereh, e attingendo direttamente dalle fiamme dell’inferno (la sua vera casa legittima: mamma e papi sarebbero stati d’accordo), avrebbe creato una barriera fra il ninja e la non Dallaire, stringendo poi come un guanto quello stesso fuoco sul sopracitato.
    E dato che gli amery, come le palle ciliegie, andavano salvati in coppia, schioccò le dita per attirare l’attenzione di suo fratello, un inequivocabile cenno con il capo al finto Finn. Ebbero una profonda, quanto metafisica, conversazione fra gemelli:
    - che dici, salviamo lo stronzo?
    - ma dj, nessuno ti sta attaccando XD SKERZONE!
    - ti uccido
    - NO DAI VA BENE SALVIAMOLO INSIEME!!
    «k.» si sarebbe schiarito la voce, spostandosi rapido alle spalle (o al fianco?? O sopra?? O sOTTO?? U’LL NEVER CATCH ME) del kinese, una mano a coppa attorno alla bocca. «MARCO?????» Attività affinate tutte le volte (sempre.) che si perdevano al supermercato.
    O meglio: che DJ perdeva volontariamente RJ al supermercato, ma gli mancava sempre troppo - e l’avrebbe trovato sempre.
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    (12) DIFESA BARRY (dj +rj): MARCO!!!!!!

    (6) DIFESA AMALIE (moore + dj): crea una barriera di fuoko
    ATTACCO YUNE (dj): e la avvolge su yune

    master 2/10

    CODICE
    <b> (4) DIFESA RJ (rj + moore):</b>
    <b>ATTACCO URUHA (moore + rj):</b>

    <b> (6) DIFESA AMALIE (moore + dj):</b>
    <b>ATTACCO YUNE (dj):</b>

    <b> (12) DIFESA BARRY (dj +rj):</b>
     
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    before the thunder
    «bro,» piegò gli angoli della bocca verso il basso, le opache iridi verde bottiglia a scorrere dal fratello al gruppo di coreani. «quei figli di puttana hanno rifiutato i miei -» si puntò un indice al petto, picchiettando con stizza e offesa. «i miei! - fottutissimi biscotti.» non c’era alcun rispetto, in quel mondo al contrario. RJ Hamilton ripose la confezione nel suo fido zaino, stringendo piuttosto la presa sull’enorme spada che s’era portato dietro – incantata, ovvio, per permettergli di maneggiarla con tranquillità; era alto, Ruin, ma decisamente più filiforme di quanto fosse concesso essere ad un essere umano: lo spessore, se l’era tenuto tutto quanto DJ. Non che al biondo fossero effettivamente mai serviti dei muscoli in tutta la vita, sia chiaro: se sapeva come combattere lo doveva al gemello, e se aveva deciso d’imparare a farlo era stato per la medesima persona – non si sarebbe mai spaccato la pelle e le ossa, per qualcuno che non fosse stato il rosso; buono e caro lo era con tutti, il ragazzo dai capelli rasati ed il sorriso spigoloso a pendere costante sulle labbra sottili come fosse un rasoio, ma il proprio viscerale e sincero interesse lo riservava a poche persone. Inutile anche soltanto pensare che il pirocineta non si trovasse alla vetta di ciò che gli stava a cuore: per lui, per proteggerlo e ricucirlo ogni volta ce ne fosse stata la necessità, non avrebbe esitato un solo secondo a scatenare un diluvio universale e spazzare via dalla faccia della terra metà della popolazione mondiale.
    Fortuna voleva che sapesse cavarsela perfettamente anche senza l’ossessiva apprensione di RJ, che aveva così potuto dedicarsi negli anni a qualcosa che placasse un’insana iperattività e sconsideratezza; se si era concesso con corpo ed anima allo scautismo, su consiglio di Idem, era soprattutto per quello. Talvolta, e non a torto, avevano osato definirlo ingestibile, della stessa potenza devastante di un uragano estivo: tenere la mente impegnata sul costruire ed il creare qualcosa, aveva decisamente contribuito a fargli trovare la pace dei sensi in un mondo devastato – il suo personale, che di quello esterno gli importava poco.
    Ed alla giovane età di diciassette anni, poteva dire di aver raggiunto dei modesti traguardi: alla propria famiglia pensava quel tanto di giusto e indispensabile; la notte, non aveva più costantemente il bisogno di sgusciare nella stanza del fratello ed addormentarsi ai piedi del suo letto, la sveglia impostata poco prima della sua per poter fuggire prima ancora che se ne accorgesse, temendo che anche lui da un giorno all’altro sarebbe scomparso nel nulla. Si gestiva tranquillamente, con poca ansia faceva lo stesso con il proprio microcosmo e con quello di DJ – non nel modo che questo avrebbe desiderato, ma si trattava d’infimi dettagli.
    Ma il proprio benessere aveva delle condizioni, e i cinesi non avevano fatto molto per attenercisi. «ti rendi conto che non li hanno nemmeno assaggiati?» ci aveva messo il cuore, per preparare quei biscotti. Era un affronto, quello: non si era guadagnato tutte quelle spille per essere rifiutato a quel modo.
    L’avrebbero pagata, era certo, ma con calma e sangue freddo – soprattutto: «caaaannetta?» domandò retorico al gruppo, sapendo che non avrebbero rifiutato – almeno DJ e Moore («gli nct 127?» «sono i the gazettE, ‘gnurante! quando torniamo a casa ti faccio una cultura»): per il finto Phineas e la sua dolce patata, non poteva giurare; ciononostante, dato che era davvero molto bene attrezzato per evenienze simili, tirò fuori una bottiglietta dalle sfumature giada, e senza esitare nessuno uno di secondo, nemmeno zitto, la lanciò alla bionda. «è tè verde!! assaggia, l’ho fatto io!!» era droga.
    «digei, dammi fuoco» una proposta scottante, quella dell’Hamilton più bello e dalle sopracciglia più sane, lo spinello stretto tra le labbra mentre l’altro gliel’accendeva in un momento non meglio precisato della nottata – di certo, prima che Moore decidesse fosse lecito tirarlo via. «ma se sono un peso piuma» avrebbe arcuato le sopracciglia, confuso, lasciandosi spostare senza problemi dalla ragazza. Okay che era enorme, ma era anche troppo sottopeso: «non si dicono certe cose alle persone» continuavano ad offenderlo con troppa facilità.
    «ma tu hai capito cosa intenda mio fratello con ingoiare, vero?» avrebbe domandato, un ghigno divertito a premere sulle labbra mentre porgeva la stoffa alla ragazza e, insieme a lei, cercava di affogare uno dei kinesi kattivi. Anche non fosse stato il gemello di DJ, avrebbe perfettamente compreso il contesto sottinteso da quest’ultimo: va bene essere dei bonaccioni, ma i porno lui li vedeva.
    A proposito di DJ, al suo schiocco di dita girò immediato la testa, trovandolo subito poco distante – era una delle sue poche certezze, il trovarlo in ogni dove: non si era stupito, di avere la sua stessa moneta. E cosa voleva fare??? Salvare lo stronzo??? Affinò il proprio twin-pensiero, sintonizzandosi sulla stessa frequenza del rosso, e quando capì (Barry era già morto: scusa cì, è lento #explorer), rotolò letteralmente alle spalle del kinese, e saltellando al suo fianco ad intermittenza col fratello per confonderlo, nulla avrebbe potuto impedirgli di rispondere «POLO!!!!!!!!»
    rj
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    11.09.2020
    hydrokinesis


    [difesa rj: moore + rj] si fa spostare
    [attacco uruha: rj + moore] waterboarding (???)
    [difesa barry: dj + rj] POLO!!
     
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    dj30 pa25 pd90 psARMA: bazooka | POTERE: pirocinesi
    rj29 pa21 pd80 psARMA: zanbato | potere: idrocinesi
    moore29 pa21 pd77 psARMA: falce | potere: aerocinesi
    barrow20 pa20 pd64 psARMA: balestra
    amalie15 pa15 pd60 psARMA: balestra
    ruki30 pa30 pd16 psattacco: 20 (dj)microfono | emiss. onde
    uruha20 pa20 pd27 psattacco: 17 (rj)chitarra
    aoi15 pa15 pd60 psattacco: 9 (moore)sai
    kai15 pa15 pd29 psattacco: 7 (barry)bacchette
    yune15 pa15 pd26 psattacco: 11 (amalie)shuriken


    DIFESA RJ (rj + moore): 15 + 2 = 17 pd (+13 pa)
    ATTACCO URUHA (moore + rj): 13 + 19 + 13 = 45 pa
    DIFESA: 12 pd (-33 ps)
    A quanto pare, Uruha ingoia - ed anche parecchio. Un bel po' d'acqua gli è finita nei polmoni, e fa già difficoltà a respirare.

    DIFESA AMALIE (moore + dj): 15 + 6 = 21 pd (+15 pa)
    ATTACCO YUNE (dj): 12 + 15 = 27 pa
    DIFESA: 9 pd (-18 ps)
    Yune ti urla in coreano, insultandoti incomprensibilmente mentre le dai fuoco - un bell'aguamenti, comunque, e si riprende con un bel po' d'ustioni.

    DIFESA BARRY (dj +rj): 2 + 4 = 6 pd (-6 ps)
    Kai, confuso dagli Hamilton, decide di dare cazzotti in giro e toh, ti becchi un bel pugno in faccia!

    RJ: Uruha, che dopo un riff di chitarra pare essersi rinvigorito, prende la bacchetta e ti lancia un petrificus totalus.
    BARRY: Kai affina i propri poteri da ninja, e individuandoti misticamente tenta di darti un colpo di karate alla gola.
    AMALIE: Yune fa di nuovo affidamento ai propri shuriken, e te ne lancia tre in sequenza mixata.
     
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    difficile dire se kai fosse già partito così accanito o se fossero stati i due babbi che gli urlavano nelle orecchie a fargli girare tanto i coglioni, sta di fatto che barry quasi non lo vide avvicinarsi e quando le nocche del kinese lo colpirono al naso non poté fare altro che tentare di schivare il colpo spostando indietro la testa. Senza successo, evidentemente. «maporcadiquellagrandissima-» il resto della frase gli fuoriuscí dalle labbra in un gorgoglio dovuto più al sapore metallico del sangue sulla lingua che al dolore di per sé. Quella non era certo la prima volta che qualcuno gli spaccava il naso, e con la fitta arroventata a penetrare nel cervello sapeva ormai come fare i conti. «sei proprio un figlio di puttana.» sputò per terra il liquido cremesi che dalle narici gli era quasi finito in gola, le dita a premere delicatamente nel punto in cui la cartilagine si era piegata e lo strato sottile di pelle candida mostrava una minima lacerazione. «dovevano sfondarteli quelle orecchie di cazzo che ti ritrovi.» spostò le iridi grigio chiaro sulla coppia che scoppia, mentre strusciava le mani sulla maglietta lasciando strisce scure sul tessuto, cercando di immaginarsi un incontro tra quei due pirla e i suoi due pirla; magari con rj che offriva biscottini alla controparte knowles, spacciando in giro cannette già rollate e prendendosi in cambio qualche pizzicotto sulle guance. Anche se a mandare a male barry, più del cj cucciolo di labrador, era evidentemente la versione spaco botilia amazo familia di bernadette: era davvero troppo poco credibile con quelle sopracciglia. Quando riportò lo sguardo dell'avversario, quella sottospecie di bruce lee dei poveri sembrava essersi dileguato, ma non i suoi compagni: potevano anche essere estranei, quei tre provenienti dal 20sticazzi, ma anche se barry non li aveva conosciuti e dei freaks avevano ben poco, in quel momento sembravano anche essere l'unico legame con le merde disperse nel far west.
    E moore, per qualche strano disegno cosmico, rimaneva comunque sua sorella.
    «glacius.» puntò rapido la bacchetta contro aoi, nel tentativo di congelarlo sul posto impedendogli cosi di saltare addosso alla bionda, che il corvonero raggiunse un istante dopo incapace di trattenersi dal notare quanto fosse diversa da serscia, ed innegabilmente simile. Non sarebbe dovuto essere possibile, ma barrow skylinski aveva sempre riposto la sua fede in molte cose per le quali non si aveva una spiegazione valida, o la benché minima prova; cozzava contro la solida razionalità dell'essere corvonero, ma anche quell'incoerenza faceva parte integrante del pacchetto criminal. «hai dei fratelli, da dove venite voi?» pura curiosità, ask for a friend. perché dal portale non erano apparsi magicamente né la sua brutta copia né la faccia da scemo di sandy, e quando il diciottenne aveva capito chi fosse moore un minimo dubbio sulla loro esistenza gli era anche venuto. Pekkato che Kai dovesse arrivare a rompergli i coglioni proprio nel bel mezzo di una pacata e civile conversazione in famiglia. «ma vedi che sei proprio..» uno stronzo, era uno stronzo.
    Tentó di schivare il colpo alla gola spostandosi sulla destra quando vide arrivare il kinese versione ninja o sicario della mafia giapponese - anche con la katana non era abbastanza figo -, e quando si rimise dritto approfittó della vicinanza con kai per afferrargli entrambe le braccia, stringendo saldamente le dita contro la carne. «aspetta che ti ricambio il favore.» e così dicendo gli avrebbe tirato una testata in faccia sperando di spaccargli almeno un dente ciao ♡

    lynch beaumont barrow
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    barry skylinski
    18, ravenclaw, drugs, freak


    (9) DIFESA MOORE (moore + barry): glacius
    (7) DIFESA BARRY (barry + dj): schiva
    ATTACCO KAI (barry + moore): testata in faccia
     
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    Eh beh, andava così ogni tanto - non andando affatto. Sporse le labbra all’infuori, sopracciglia arcuate in mimesi (mA HARDER!!! #strong eyebrow game) a quelle del fratello, un espressione placida verso il falso Finn preso impunemente a pugni dal mr chao sotto dieta tibetana. Fosse stato il loro Phineas, forse, ed era un grande forse, ci sarebbe rimasto più male per l’udito POTENTISSIMO del kinese che non era stato tratto in inganno dall’arguzia dei gemelli, ma meh, di quella patata platino non se ne sbatteva poi così tanto. Fu comunque abbastanza garbato da non fuggire come quel pezzo di merda di RJ, che boy scout boy scout poi ti lascio crepare e sono out: rimase ad affrontare con onore le conseguenze delle proprie azioni, ricambiando senza fretta l’occhiata di Barrow Skycazzi.
    Portò indice e medio di fronte a sé formando l’universale segno della pace, serissimo nel «peace out» con cui si congedò dal biondo (purtroppo non sparì nell’etere come il guru del vine, cazzo di pirocinesi senza fottuti portali di fuoko o teletrasporto, ma per quanta poca attenzione l’altro gli stava rivolgendo, poteva anche averlo fatto: UAU) MA!! non prima di aver tentato di dargli una sonora pacca sulla spalla di conforto, casualmente (davvero, sarebbe stato solo un caso) spostandolo dalla traiettoria del yattah tarocco della baby bel, un «vai grandissimo, ROCCIAH» solo ad uso e consumo del proprio, particolare, senso dell’umorismo. Se aveste visto le gambine sottili dello Skylinski, e come a malapena reggessero il peso dei suoi coglioni, avreste compreso perché DJ Hamilton lo trovasse così divertente. E guarda un po’ se fra una cinesata e l’altra, non rispuntava il suo amico gola profonda? DJ, spostatosi da un lato della stanza così che possibilmente le altre merdine facessero il lavoro sporco (tipo morire per lui: eddai amery, che vi costa???), piegò il capo verso il cinese volante.
    Vorrei relegarti in un cazzo di arrosto
    Così fai da fenice e te lo prendi in quel posto
    Un dito nascosto che nasce dal pugno
    E disegna il confine del gesto del cigno
    Quel sapore marcio di un sashimi scadente
    Le ali di un china volante
    .
    «rinco» richiamò l’attenzione di RJ invitandolo a giungere al proprio fianco, gli occhi ambra a seguire (l’infinito; davvero, lunghissimo: era mica una sailor moon?) il balzo del suo anstasio steele preferito: «non ti ricorda un po’ lo scoiattolo volante che avevamo da bambini?» «quello che si è suicidato nella torcia della pace????»
    …beh. Quando aveva trovato l’animaletto cotto, DJ non se l’era sentita di spezzargli il kwuore e rivelargli di averlo fritto per errore: l’harakiri era una morte più onorevole, di quella di volare nel posto sbagliato, al momento sbagliato. E con incidente, posto sbagliato e momento sbagliato, intendo che gli scoiattoli volanti non sono adatti per saltare in cerchi di fuoco: shocked and upset.
    Annuì solenne. «sì, chipj» si sarebbe spostato d’un passo, bazooka (come? dov’era stato fino a quel momento? Nascosto nelle sue sopracciglia, ovviamente) già pronto sulla spalla. «chissà se ruki invece salta, nei cerchi di fuoco» «cosa?» «BOOOOOOOOOOMBA» ed avrebbe premuto il grilletto.
    but when he takes the stage they all will say that boy is
    on fire

    on fire - once monsters
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    (7) DIFESA BARRY (barry + dj): gli dà una pacca e lo sposta

    (20) DIFESA DJ (rj + dj): si sposta
    ATTACCO RUKI (dj + rj) spara con il bazooka

    master 3/10

    CODICE
    (17) <b>DIFESA RJ (rj + moore):</b>
    (9) <b>DIFESA MOORE (moore + barry):</b>

    (7) <b>DIFESA BARRY (barry + dj):</b>
    <b>ATTACCO KAI (barry + moore)</b>

    (20) <b>DIFESA DJ (rj + dj):</b>
    <b>ATTACCO RUKI (dj + rj)</b>
     
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    Inutile, Moore era davvero euforica dopo quello spettacolo, neanche al museo delle torture aveva visto così tanta magnificenza! I cinesi parevano capaci di tutto, dal bondage più light fino a quello più estremo per veri veterani, ora che la bionda aveva scoperto il loro oskuro secretoh non li avrebbe più lasciati in pace. Senza contare che con la loro aura emo erano i candidati perfetti per un rito satanico, e solo Lucifero sapeva quanto le fremessero le mani da quando era entrata là dentro: così tanto potenziale, così poco tempo. «sei stato fantastiko!!» applaudì tutta contenta nell’osservare l’Uciha che ingoiava copiosamente, un’abilità comune a tutti gli NCT da quello che aveva potuto vedere. Inutile sottolineare che la Beaumont non aveva ancora capito cosa intendessero dire i due gemelli, nella sua mente era solo un’altra parola per inghiottire qualcosa, tipo acqua o microfoni, mancava l’ultimo indizio che la portasse finalmente al comprendere il True Meaning tm «ma tu hai capito cosa intenda mio fratello con ingoiare, vero?» eh, ma tra il ghigno del biondo e l’espressione divertita dell’altro sarebbe stata davvero scema a non capirlo a quel punto «io- cristo, siete davvero i peggiori» scosse sconsolata la testa, tentando inutilmente di nascondere il rossore che aveva colorato le goti. Candice non aveva quasi nessun problema a parlare di quelle cose da dietro uno schermo, nello scrivere i suoi imagine con Flos, ma nella realtà? Oh boi, non era roba per lei, specie se si trovava due coglioni davanti (non letteralmente, mi rakk). Fece di tutto per distrarsi da quella conversazione, non ci teneva ad avere un replay mentale per i prossimi dieci minuti, trovando che difendere RJ fosse una much better alternativa. Alzò le mani davanti a sé, concentrandosi sul domare i venti che percepiva agitarsi sui suoi palmi, per poi scatenarli con un rapido colpo di polso contro le spalle di Uchiha, che sarebbe stato sbalzato via. «hai dei fratelli, da dove venite voi?» una voce troppo familiare la distrasse dalla testa del biondo, voltandosi per trovarsi davanti il volto di Phineas. Razionalmente sapeva che quello non era lui, nel suo cuore? In quel momento si stava piantando le unghie nei palmi per trattenersi dal saltargli addosso, Dio!, se gli era mancato, non importava che fossero passate solo poche ore. Il pensiero di averlo forse salutato per l’ultima volta le stringeva il petto facendole mancare il respiro, quello cercò tuttavia di non darlo a vedere al gemello, preferendo optare per un sorriso malinconico «ho due gemelli, phineas e ferb; sai che finn ti assomiglia?» le sarebbe piaciuto continuare quella conversazione, se non fosse stata obbligata a difendersi dall’ennesimo stronzo. Fece cenno al biondino di aspettarla un attimo, mentre si chinava a terra per raccogliere la sua satanica falce – no, davvero, aveva le rune intagliate nel metallo. Con la maestria che aveva appreso dagli anime incominciò a ruotare pericolosamente la lama come una majorette (chissà come si scrive), e quando lo vide avvicinarsi ridusse il numero di rotazioni ?? per deliver due precisi tagli sulle braccia del tipo. Avrebbe tanto voluto amputargliele, ma si sentiva ancora magnanima verso di lui. «anche te hai dei fratelli vero? Penso che i tuoi genitori mi abbiano scambiato per…..Saorisha? O era Meara?» troppi nomi per lei e il suo singolo neurone, non era colpa sua. Per quanto le facesse piacere parlare dei suoi doppioni la violenza chiamava, e Candice non poteva deludere l’Altissimo. Seguendo il fantastiko esempio di RJ si avvicinò al suo nemico e con una potentissima falciata avrebbe tentato di mozzare la testa a Kai, minchia quanto si sentiva Robespierre.
    moore beaumont
    XXI - hufflepuff - pyrocinesis
    au squad - confused af - smarty pants
    I know it hurts
    It’s hard to breathe sometimes
    These nights are long
    Is anybody out there?
    Can you lead me to the light?
    Is anybody out there?
    Tell me it’ll all be alright


    (17) DIFESA RJ (rj + moore): sposta uchiha
    (9) DIFESA MOORE (moore + barry): tagliuzza le braccia
    ATTACCO KAI (barry + moore) DEKAPITAZIONE
     
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    Alzò gli occhi di un opaco verde marino sul gemello, osservando passivo ed impassibile il Phineas patata-centrico che si beccava un bel gancio sul setto nasale; sollevò comicamente le bionde sopracciglia così tanto, che se avessero potuto si sarebbero fuse con l’altrettanto dorato cuoio capelluto, le labbra spezzate in un sorriso colpevole e divertito. Ci abbiamo provato, mimò con il labiale al gemello dall’altra parte del cinese impazzito a tirare cazzotti in tondo, e prima che il platinato potesse rendersi conto che non l’avevano fatto davvero, RJ Hamilton si mise la zanbato in spalla, la lama a solleticare leggera la nuca, e fischiettando soave come se nulla fosse mai accaduto tornò sui propri passi, lontano dal luogo del misfatto – e sentendosi, in tutto e per tutto, come Marzio di Sailor Moon: aveva fatto il suo lavoro, ma non aveva compiuto un cazzo. Quantomeno, avevano impedito che Chinatown lo privasse della vista, e per il boyscout quelli erano grandissimi traguardi; un pugno in faccia, per quanto lo riguardava e per quanto gliene importava, non era che un piccolo pegno da pagare per la grandezza. Avrebbe dovuti ringraziarli, anzi: avevano dato alla sua faccia da depresso cronico un’aggiunta molto estetica che l’avrebbe fatto sembrare molto più macho agli occhi della sua dolce metà – no? Come da prassi, il pelato diciassettenne si era già affezionato alla coppia di adorabili disagiati, ma non abbastanza da dover tirare la maglietta del Barrow tra lacrime di coccodrillo mentre supplicava il suo perdono; si concedeva la disperazione solo nel caso qualcuno provasse a dare un cazzotto sul bel visino di Moore, o se riuscisse nell’impossibile impresa di torcere un sopracciglio al fratello. Ciò che accadeva agli altri, restavano intoppi – certo, fintanto che non fossero morti. «demi, hai visto?» chiamò la Beaumont con un fischio – come faceva con le pecore al pascolo -, stringendo poi le labbra sul filtro dello spinello ed traendone un lungo tiro; puntò la lama contro il coreano su cui avevano giustappunto provato un’antica tortura giapponese – karma, uh?, tanto tra asiatici si capiscono. «ingoia!» sovreccitato come un bimbo che aveva ingerito troppa cioccolata ed in troppo poco tempo, le labbra a scoprire un sorriso entusiasta e le iridi a brillare di un giada più acceso, si perse a far scattare la testa dalla sua bionda preferita al chitarrista, e solo all’ultimo si accorse che «ma non ha ingoiato abbastanza» la bocca si piegò con intenzionale lentezza verso il basso, la testa reclinata sulla spalla destra ad osservare come l’avversario si fosse improvvisamente ringalluzzito. Poteva quasi percepire la sua aura, mentre sollevava la bacchetta nella sua direzione. Con un sentito e gutturale «meh», ignorando quale che fosse l’intenzione nemica, l’Hamilton si sarebbe gettato a terra, la canna nuovamente stretta tra i denti, e più attento all’incolumità della droga che non della propria, sarebbe rotolato via verso l’infinito, scivolando alle spalle di Amalie («ma l’hai assaggiato il ???????»), continuando per un po’ (they see me rollin’, they hatin’: bello poter improvvisare scivoli d’acqua al proprio passaggio) e rialzandosi al fianco del non-Phineas. Sentendosi un po’ una merda per averlo fatto colpire, posò una mano sulla spalla del ragazzo e, non prima d’essersi riservato un altro tiro, sporse lo spinello. «caaaannetta?» ma sì, figurarsi se rifiutava. «senti, tienimela un po’ che mi vogliono uccidere il fratello» eh, a quanto pare nel futuro i cinesi volavano pure. Avvicinandosi a DJ, la zanbato ancora in spalla e le dita della mancina a grattare la nuca distratte, avrebbe fatto partire dalla propria posizione un enorme e potente getto d’acqua, che Fato permettendo avrebbe fatto in modo che il k-popparo, idrofobo per definizione (quale), venisse brutalmente contrastato, e mandato a sbattere da qualche parte. «non ti ricorda un po’ lo scoiattolo volante che avevamo da bambini?» «quello che si è suicidato nella torcia della pace????» alzò gli occhi sul sopracitato, un’ombra di malinconia a macchiare il sorriso e lo sguardo: quanto cazzo amava quello scoiattolo. Ancora portava dei fiori alla sua tomba. «chissà se invece ruki salta, nei cerchi di fuoco» «cosa» ma di ke kosa stava parlando xD !!! non se lo chiese più di tanto, saltando sul razzo del bazooka (??? COME) (vabbè tanto è ignifugo) e poco prima che potesse scoppiare addosso all’uomo, sarebbe saltato di lato come un ninja e con un colpo secco avrebbe tentato la decapitazione - evergreen. «digei ma ke intendevi???»
    rj
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    [difesa rj: moore + rj] rotola
    [difesa dj: dj + rj] idropompa
    [attacco ruki: dj + rj] decapitazione

    CODICE
    (17) <b>DIFESA RJ (rj + moore):</b>
    (9) <b>DIFESA MOORE (moore + barry):</b>

    (7) <b>DIFESA BARRY (barry + dj):</b>
    <b>ATTACCO KAI (barry + moore)</b>

    (20) <b>DIFESA DJ (rj + dj):</b>
    <b>ATTACCO RUKI (dj + rj)</b>
     
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31 replies since 17/5/2019, 23:45   640 views
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