1919: fukurokuju

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    It's fate, not luck.

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    Fukurokuju
    floyd - mads - darden - bucky - mckenzie - harper


    Quando scegliete di unirvi alla battaglia, quando iniziate a salutarvi pronti alla separazione, i ragazzi provenienti dall’altro universo vi fermano: perché se volete avere una possibilità di tornare a casa, dovrete partire tutti. È una piccola, minuscola probabilità, ma quella percentuale è abbastanza da convincervi a raccogliere i feriti, stringere il braccio di chi non può partecipare, e farvi avanti come un fronte unito con un unico obiettivo: riuscire nell’impresa. Non è sicuro, vi dicono, tornare con la corretta Giratempo fino a Bodie; non conoscete abbastanza l’oggetto magico da contraddirli, ed anzi, avete ormai così poca fede in Lancaster da lasciarvi convincere con le loro mere ipotesi che sia l’unica opzione: e se il mago, una volta messo piede nella vostra realtà, decidesse di sparire di nuovo? E se avesse trovato il modo per distruggerle? Un rischio che non potete correre.
    Perché, per quanto infinitesimale, potrebbe essere la vostra unica occasione di riabbracciare il vostro mondo – amici, famiglia. Di riavere la vostra vita.
    In poco meno di un’ora, siete pronti per la Missione.
    Di nuovo - sempre.
    Eravate scettici quando il popolo dall’altro universo, ha affermato di potervi portare in Francia con uno schiocco di dita. Pensavate si trattasse di un modo di dire. Li osservate mentre, nel giardino sul retro della villa ove si era tenuta la riunione, disegnano un cerchio ed alcune rune, chiedendovi – e non del tutto illegittimamente – se la loro intenzione non sia quella di sacrificarvi a Satana, ma qualcuno di voi, appassionato di aritmanzia, potrebbe riconoscere i simboli.
    Viaggio. Spazio. L’incantesimo non ha alcun senso, per voi. Quei ragazzi che ridono impugnando una cartina della Francia, pungendosi appena il polpastrello per sporcarla di sangue, non hanno alcun senso. E ne ridereste anche, se solo uno fra loro, una volta assicurati tutti all’interno del cerchio, non avesse schioccato le dita.
    Perché, una volta fuori dai maestosi cancelli di Beauxbatons, c’è ben poco di cui ridere. Più ruvida di una smaterializzazione, nessuno vi giudicherà se, in seguito al trasporto, dovrete rimettere nei radi cespugli che circondano la scuola – anzi. Quel genere di viaggi è raro e complesso perfino nel loro universo; nel 2038, hanno – decisamente – metodi più comodi per raggiungere luoghi oltre oceano, che non riti medievali e grezzi.
    Siete magicamente apparsi all’esterno della scuola francese. Un momento prima eravate a Bodie, California, e quello dopo - bam - in uno dei posti magici più segreti e protetti d’Europa. In quell’epoca, poi! Beauxbatons ad inizio ‘900 è ancora legata agli antichi valori di bellezza, più corte e regnanti che non scuola e docenti. Nascosti dietro solidi incantesimi di occultamento, avete modo di vedere alcuni ragazzi lasciare il castello, le divise…d’altri tempi a pendere morbide, e riccamente ornate, da fisici asciutti e delicati. Qualcuno, e potreste giurarlo, indossa parrucche bianche e cotonate. Pare più un quadro di Versailles, che non la scuola che, prima della vostra partenza, ha intasato la cronaca al grido di Ribelli e Traditori, dipinta come un covo di vipere nido di corruzione e mostruosità.
    È pacifica, quella Beauxbatons.
    Sarebbe bello se foste lì per esplorarla; se poteste, semplicemente, entrare e vedere con i vostri occhi - ma no, certo che no.
    Perché dopo qualche minuto, una delle vostre Guide vi indica un percorso fuori dalle mura che proteggono la scuola; un centinaio di metri dopo, vi mostra raggiante un tombino. Dobbiamo andare nei Sotterranei, vi dicono. È il modo più sicuro, vi ripetono, prima di spingervi – l’uno dopo l’altro – nell’impianto fognario della scuola.
    Con vostra immensa gioia, è asciutto. Non viene usato da anni; nessuno, vi fanno sapere, ha saputo della sua esistenza fino ad almeno il 2020: impossibile trovarlo, se non si avesse idea di dove cercarlo. Mentre camminate, spalla contro spalla per passare in corridoi che si fanno sempre più stretti, vi spiegano a grandi linee il piano: dobbiamo raggiungere la caverna sotto la scuola; è una specie di labirinto, ma noi – mi raccomando! – dobbiamo sempre tenere una direzione, e – soprattutto! – mai divid-
    Il pavimento sotto i vostri piedi crolla, separandovi dai vostri compagni.

    Vi rialzate, diversi - troppi - metri più in basso, senza avere la più pallida idea di dove siate. Cercate di tornare in cima, e vi rendete conto di non riuscirci: la magia non funziona.
    Nessun tipo di magia. Siete nella più completa oscurità, circondati da macerie crollate insieme a voi, e non sapete cosa fare. Quando farsi prendere dal panico non è un opzione, vi rimane solamente una cosa: andare avanti.
    Sfiorando i muri con le dita, trovate gli intarsi di una porta. È pericoloso? Sì. Più pericoloso di rimanere a marcire solo Dio, o forse neanche lui, sa dove?
    Nello sfondarla, decidete che no, non è così pericoloso.
    E l’avventura, ha inizio.

    Ormai, destreggiandovi fra i vari corridoi del castello, dovreste aver intuito che ai francesi piacciano i labirinti: tenete sempre la sinistra, perché così vi è stato suggerito di fare, ma quel che certamente non vi aspettate di trovare facendo scorrere le dita sulle fredde pietre di Beauxbatons, è una stanza. O forse, non andando incontro ad altro ostacolo, era proprio quel che credevate di trovare? L’area spunta dal nulla dietro un angolo, larga, spoglia – ma non vuota quanto vi sarebbe piaciuto.
    Perché fra l’odore di chiuso ed umidità, fra la spessa aria che vi appesantisce i polmoni, fra grigio e grigio di pietre ammassate l’una sull’altra in una delle scuole magiche più rinomate del mondo… spuntano sei figure.
    E non sarebbe troppo strano, se quelle figure non avessero la vostra stessa postura; se, abbassato il cappuccio della tonaca scura, non avessero i vostri stessi occhi o le vostre stesse labbra.
    Ma quelle sei persone, siete voi - e non aspettano che vi abituate a guardarvi, prima di attaccare.

    floyd25 pa25 pd80 psARMA: colt 0/24 | potere: mimesi
    mads23 pa17 pd70 psARMA: bastone divisibile | potere: ombrocinesi
    darden20 pa20 pd70 psARMA: katana
    bucky20 pa20 pd70 psARMA: rivoltella 0/24 | potere: telepatia
    mac15 pa15 pd60 psARMA: balestra 0/24
    harper17 pa13 pd60 psARMA: turibolo in ottone | potere: pirocinesi
    villalobos25 pa25 pd70 psattacco: 1pd: --colt | mimesi
    wesley20 pa20 pd60 psattacco: 20pd: --bastone | ombrocinesi
    larson20 pa20 pd60 psattacco: 3pd: --katana
    scotts20 pa20 pd60 psattacco: 12pd: --rivoltella | telepatia
    leighton15 pa15 pd50 psattacco: 9pd: --balestra
    faye15 pa15 pd50 psattacco: 5pd: --turibolo | pirocinesi


    FLOYD: l'altro Villalobos, spara un proiettile verso la tua gamba sinistra.
    MADS: l'altra Wesley, manipola la gravità stringendo la pressione su di te nel tentativo di spezzarti le ossa.
    DARDEN: l'altra Darden si scaglia, katana alla mano, cercando di colpirti al ventre.
    BUCKY: l'altra Scotts,si concentra su di te cercando d'impiantarti un emozione paralizzante - paura.
    MAC: l'altro Mac, puntando la bacchetta contro di te, scaglia un Volate Ascenderai.
    HARPER: l'altra Harper, si prodiga in un rapido volo cercando di piombare su di te dall'alto.

    [gli avversari mimeranno ogni vostra combo, sia in difesa che in attacco, ma non avranno differenza attacco - difesa come i pg]

    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. A meno che non ci sia un solo PNG, solo un massimo di due PG può attaccare lo stesso nemico. Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Ricordate che potete usare solamente incantesimi del vostro livello [INCANTESIMI - POTERI] - e no, non c'è il limite di utilizzi del vostro potere come scritto nella pagina, potete usarlo quanto volete. Plus, ogni 10 post (del pg, non della slot) i pg a livello master avranno diritto ad una SUPER, differenziata da potere a potere; i maghi, a seconda che il loro potenziamento sia di pa o pd, potranno fare un incantesimo di guarigione che ridia tot ps (variabili a seconda del livello del pg da curare) o attaccare due png anzichè uno. [P.S.: le granate possono essere utilizzate contro più di un PNG, ma il loro danno si dimezza. Se viene estratto, ad esempio, 9, contro un png farà danno 9, contro due png 4, contro tre png 3]
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza, ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute.

    ➞ combo. gli attacchi/le difese combo fra più personaggi, devono essere postati a massimo due ore di distanza.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco/la difesa + numero munizioni usate.

    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS.
    Se non riuscirete a concludere l'ostacolo in tempo, ve lo trascinerete anche a settimana successiva, quindi l'accanimento terapeutico è caldamente consigliato. Se, al contrario, riuscirete a finire prima delle 23:59 del 17.05, avrete la possibilità di raccogliere BONUS che potranno influenzare i punti (attacco; difesa; salute) del vostro personaggio fino a che non sarà scoccata l'ora per il balzo epoca.

    avete tempo fino alle 23:59 del 17/05 per postare.

     
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    «sembra un sogno» Harper guardò estasiata un gruppo di ragazzi uscire dal castello, vaporosi abiti azzurri e volti diafani: sembravano usciti direttamente da un romanzo di Jane Austen. Se l'avesse scoperto prima - tipo, un sacco prima - sarebbe stato bello tentare di convincere i genitori a farle frequentare beauxbatons. Poi però si ricordò del fatto che, in ogni caso, per lei sarebbe stato impossibile: per tutta la sua infanzia ed inizio adolescenza, gli Hale avevano creduto che la ragazza fosse nata senza alcun potere magico, e seppur non gliel'avessero mai detto chiaramente, Harper aveva sempre avvertito quel velo di delusione che i suoi genitori avevano nei suoi riguardi, dalle occhiate severe della madre e gli sguardi rassegnati del padre. Fino a quando non aveva dato fuoco al salotto di casa, ecco: da quel momento, ogni tipo di sentimento era mutato in pura e semplice paura. «rimaniamo qui?» A chi lo stava dicendo? Forse a mac, forse a dustin, forse al vento #cos Non era raro che la sedicenne si mettesse a parlare da sola, e l'unico motivo per cui le persone non l'avevano ancora presa per matta era che non si faceva vedere dalle persone lo faceva talmente a bassa voce da non farsi sentire. E poi, sinceramente, aveva altri problemi che preoccuparsi dell'opinione altrui: sapeva che, dal suo arrivo a bodie, la maggior parte delle persone si era fatte un'idea sbagliata sul suo conto, visto che passava tutto il suo tempo chiusa in casa, aveva i capelli rossi come satana e non andava mai a messa la domenica. Non doveva più sottostare alle rigide regole delle suore ed alle loro assurde punizioni, e per lei era abbastanza. Oltretutto, aveva di nuovo suo fratello al proprio fianco: non aveva bisogno di nient'altro, per esser felice.
    Ed era proprio per suo fratello che, quando aveva saputo della riunione con quelli dal futuro nel salotto di casa loro, Harper non si era chiusa nella sua stanza facendo finta di non esistere ma si era fatta forza e presentata davanti a tutti gli altri: fino al suo arrivo a Bodie l'idea dei viaggi temporali non le aveva neppure mai sfiorato la mente, e sinceramente le facevano paura. Così, consapevole del fatto che non ce l'avrebbe fatta un'altra volta a sopravvivere senza mac, aveva preferito rimanergli vicina per non rischiare che gli capitasse qualcosa di strano tipo...partire per il futuro, ad esempio. Era diventata un po' una cozza, Harper, ma le si voleva bene così♥︎
    Non capì bene ciò che accadde dopo: un attimo prima stava cercando di attivare i suoi poteri per far un po' di luce in quei corridoi, quello dopo uh, ecco che precipitava! L'unica cosa che riuscì a fare, in quella frazione di secondo, fu allungare un braccio ed aggrapparsi stretta a quello del fratello. Un riflesso involontario, quello: come aveva fatto Erin, senza nemmeno rendersi conto di ciò che quel gesto avrebbe comportato, il giorno della partenza dei viaggiatori nel 2043, così fece Harper in quell'occasione. L'unica differenza fu che, quella volta, sua sorella la raggiunse in tempo.

    «mac?» non...capiva? Come faceva ad esser in due posti contemporaneamente??? Nella stessa stanza, poi!! Si girò confusa ad osservare suo fratello al proprio fianco, per poi riportarlo sul ragazzo davanti a sè. Suo fratello, appunto. Era davvero confusa. Poi spostò lo sguardo verso le altre figure davanti a loro, rendendosi conto di chi fossero: ma cos'era, una sorta di specchio?? Magari ce n'era uno enorme in fondo alla stanza, e non era stata abbastanza perspicace da rendersene conto non appena entrata lì dentro. Così, per testare la sua teoria, la ragazza alzò un braccio in aria fissando gli stessi occhi color smeraldo davanti a sè «..ah no» ci rimase quasi male «non è uno specchio» non era uno specchio.
    Non voleva nemmeno sapere come: del resto lei era in grado di dar fuoco alle cose ogni volta che perdeva la calma e di rimaner perfettamente illesa anche stando nel bel mezzo delle fiamme, quindi non era decisamente nella condizione di ritenere qualcosa del genere fuori del normale. Nell'ultimo anno, la Hale aveva imparato a non stupirsi più di nulla e, soprattutto, a non fare domande. Non sapere era decisamente meglio che desiderare di cancellarsi la memoria o far i conti con le conseguenze che le risposte comportavano. Mmmmh ma come mai nessuno stava tentando di parlarci?? Haper guardò speranzosa Darden, magari riusciva a convincerli a farli passare?? Confidava tantissimo nelle sue capacità persuasive. Quando però notò che diamine, li stavano attaccando, la ragazza capì che non c'era molto da parlare. Per prima cosa, avrebbe usato il turibolo per colpire la bacchetta dell'altro mac così da impedirgli di colpire suo fratello. Non era un problema, per lei, usare un oggetto di chiesa per attività ben poco sacre, così quando la perpetua gliel'aveva messo in mano ( «custodiscilo bene, se lo vendo su ebay una volta tornata a casa ci guadagno un sacco!!&») lei l'aveva preso senza opporsi. Era un po' come una mazzafrusto ( vi giuro sono stata venti minuti a pensare a come si dicesse e non sapevo nemmeno fosse questo il suo nome ufficiale ) soltanto senza mazza, senza spuntoni, di materiale più resistente e illuminato dalla luce di gesù. Poi, per sfuggire alla sua sosia kattiva che «AAA MA VOLA?», la ragazza avrebbe fatto un salto all'indietro rendendosi conto solo in quel momento che «ma volo anche io???» per un attimo, certo, ma era comunque stata più tempo in aria del normale «pazzesco» perchè non se ne era mai accorta prima?? O forse se l'era solo immaginato. Nel dubbio... «scusa, ma so volare anche io?» chissà se parlava. Che poi, okay che le interessava la risposta, ma relativamente: poteva pure scoprirlo da sola. Per questo, avrebbe tentato di colpire evil!harper alla spalla, dandole un colpo con il turibolo. Sperò solo di non ammaccarlo, altrimenti Mariel ci sarebbe rimasta un sacco male
    Harper Hale
    17y/o - special - pyrokinesis - (2043)
    Feel like I'm always
    apologizing for feeling
    Like I'm out of
    my mind
    when I'm doing just fine


    DIFESA MAC (harper + bucky) colpo con il turibolo sulla bacchetta dell'altro mac
    DIFESA HARPER (harper + mac) vola salta all'indietro
    ATTACCO FAYE (harper + bucky) colpo con il turibolo sulla spalla


    Edited by (pyro)flower - 12/5/2019, 01:31
     
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    She said, I can't take this place I'm leaving it behind
    Well she said, I can't take this town I'm leaving you tonight

    non c'era stato alcun bisogno che glielo ripetessero una seconda volta. o che qualcuno provasse a convincerla. persino se non avesse ascoltato con le proprie orecchie la spiegazione dei due ragazzi arrivati dal futuro - l'ennesimo, un riassunto sarebbe bastato.
    la frase 'tornare a casa' era riuscita soltanto a sfiorare la mente di bucky, stringendole appena il cuore nella consapevolezza di non averne più una: la sua, era perduta per sempre. Sapeva di non poter tornare indietro, catapultata alla fine del tunnerl dopo un viaggio di sola andata; ma in quella scelta scottsdale madaway-baumilton aveva visto l'opportunità di ricongiungersi alla sua famiglia, e quel pensiero le era bastato per lasciarsi alle spalle il mondo che l'aveva vista nascere e crescere, quello stesso capace di strapparle dalle dita quanto di più caro le fosse stato concesso. Lasciava bodie perché così facevano loro, i parenti di cui il salone principale di casa fay era pieno. Lo erano praticamente tutti, lì dentro, persino quelli con i quali bucky non condivideva una sola goccia di sangue, come se in quella vita che si era lasciata alle spalle il sangue avesse mai avuto un valore. Bastava chiedere a eugene jackson, per capire che nella loro famiglia allargata i rapporti erano basati su altro; costruiti su lacrime e risa, sofferenza e amore. Lo aveva provato sulla propria pelle, scottsdale, prima ancora che i suoi genitori morissero, mai davvero sola anche quando avrebbe preferito esserlo.
    E certo non avrebbe permesso a nessuno di allontanarsi da lei proprio quando per prima aveva rinunciato a tutto per ritrovarli.
    «incredibile.» come altro avrebbe potuto commentare? erano appena accadute un paio di cose che una mente razionale non sarebbe riuscita a spiegarsi, primo fra tutte quel viaggetto estemporaneo grazie al quale un gruppo di persone abbastanza numero da ottenere lo sconto comitiva sull'ingresso a disneyworld era passato da bodie, CA alla quiete di beauxbatons, Francia. Ma la mente di bucky, per quanto sempre ben piantata per terra, si era fatta più malleabile messa di fronte alla sua stessa esperienza, lì dove non solo aveva viaggiato nello spazio, ma anche nel fottuto tempo strappando per sempre il velo sottile tra le dimensioni. Perché come insegnava un certo film sugli avengers con cui suo zio stiles le aveva fatto il lavaggio del cervello, la teoria su cui si basava Ritorno al Futuro era completamente sbagliata: si era lasciata una vita alle spalle, scotts madaway-baumilton, e quella niente e nessuno avrebbe potuto cambiarla.
    Per questo l'«incredibile.» che le sfuggì nuovamente dalle labbra tinte di un naturale color corallo suonava finto, al limite del sarcasmo; non era mai stata facilmente impressionabile, la diciannovenne, e la reggia stile quattordicesimo secolo parigino non sembrava rientrare tra le poche cose in grado di sorprenderla, o stuzzicarne l'interesse. Anche se doveva ammettere che i parrucchini sulle teste dei vari studenti francesi, con le loro guance imbellettate e le vesti da cortigiani la mettevano, per ragione che ancora non riusciva a spiegarsi, a disagio.
    Lo capì evidentemente troppo tardi, cosa tra quelle mura sembrava essere al posto sbagliato, quale spiraglio lasciasse intravedere la realtà celata sotto tanto sfarzo e pacifico splendore. A pensarci bene, nemmeno quello aveva la capacità di sorprendere bucky, cresciuta troppo in fretta in un mondo che non concedeva a nessun bambino di vivere come tale: lo sapeva, che le cose più belle nascondevano il marcio, come preziosi tappeti sotto i quali veniva raccolto lo sporco. Era solo una facciata, quella altezzosa di beauxbatons, molto più in linea con l'orrore riservato ai viaggiatori che nel 2018 vi erano rimasti intrappolati e assediati, piuttosto che alla sensazione di pace e giustizia emanata dalle sue pietre.
    «mac riesci a-» ce l'aveva ad un passo, il cugino. Di fianco a lui, capelli ramati a risplendere nella luce fioca, quella sorella alla quale bucky non aveva ancora trovato il coraggio di rivelare la verità. Era stata la confusione negli occhi chiari di harper - di erin, quando per la prima volta la diciannovenne ne aveva riconosciuto il volto durante una delle messe sataniche di zio gemes e istintivamente l'aveva stretta tra le braccia così forte da sentire il fiato caldo di lei sul collo, a farla desistere. Credeva di conoscere la sofferenza, il dolore della perdita, scottsdale, ma ancora non aveva assaporato quella più amara; l'avere di fronte la sua ultima ragione di vita e non vedersi riflessa nelle iridi grigio azzurre che l'avevano accompagnata dalla nascita, attraverso gioia e dolore. Bucky non era nulla, per harper hale, solo una ragazza poco più grande amica di suo fratello con la quale condividere un sorriso. Quel sorriso che alla telepate stringeva il cuore in una morsa, ogni cristo di volta.
    La domanda, quel riesci a vedere qualcosa?, bucky non riuscì a finirla. Non prima che l'ultima parola si trasformasse in un grido di sorpresa, la terra a mancare sotto i piedi e quella sensazione di vuoto capace di farti ritrovare il cuore incastrato in gola. Finché un altro pavimento non la accolse con la rudezza della pietra grezza, impattando contro il fianco destro e togliendole il fiato per una buona manciata di secondi; non aveva previsto di morire così presto, diciamo. «e..erin?» no, scott, riprova. si rimise a sedere a fatica, i capelli castani incollati al viso che le impedevano di vedere dove fossero i suoi compagni. La sua famiglia. Se li scostó dalla fronte inghiottendo un gemito di dolore quando, nell'alzarsi in piedi, la gamba destra le rimandó indietro una fitta di dolore passeggero, più un grido stizzito delle articolazioni che altro. «harper? mac?» lì cercò prima a tentoni, senza vedere una biga, perché erano loro i più vicini quando il pavimento le aveva ceduto sotto i piedi; e istintivamente la memte le volò agli altri, a cam e ai vippini che non potevano essere lasciati soli per più di cinque minuti, ai freaks che scott aveva sempre visto come un solo elemento, compreso quel lynch beaumont-barrow che con il suo desiderio di essere lasciato indietro non convinceva nessuno. a run, gemes e arci, che in un'altra vita l'avevano amata, senza fare domande. Occhi troppo grandi nella penombra, con un ultimo respiro strozzato bucky si rese conto che mancava anche un'altra persona, a quell'appello che sembrava più una conta dei caduti, l'ennesima beffa da quando aveva deciso di saltare nel portale per non fare più ritorno. Cazzo, un pensiero fulmineo il suo, che nessuno degli altri, fortunatamente, poteva sfiorare, mi sono già persa papà.
    Non poteva saperlo, la diciannovenne, che perdersi jayson matthews per strada rientrava nella normalità delle cose.

    Stava ancora pensando al padre, quello stesso ragazzo che negli ultimi mesi si era limitata ad osservare da lontano, incapace anche solo si avvicinarsi per dirgli il proprio nome - perché sapeva, se lo sentiva dentro, che una volta incrociate le iridi caramello non sarebbe più stata in grado di incollarsi in faccia il più falso dei sorrisi e mentirgli; stava ancora cercando di capire dove fossero finiti, lei e harper e mac e gli altri, dopo aver deciso di continuare a camminare attraverso quel corridoio senza sbocchi né apparenti vie d'uscita, che stare fermi faceva sentire tutti troppo esposti, vulnerabili. Una sensazione calda e viscida che bucky aveba cercato di scacciare più in fretta possibile, sfiorando la rivoltella nella fondina tenuta all'altezza della vita, una presenza se non rassicurante quanto meno in grado di riportare i battiti del cuore ad un ritmo accettabile. E quando si affacciarono sulla stanza tutti insieme, bucky - scottsdale avrebbe tanto voluto non essersi mai posta alcuna domanda. Perché nessuna risposta sarebbe mai arrivata abbastanza vicino alla realtà: sei figure dal capo coperto, sei identità prive di volto a sbarrare loro il cammino; e se fossero stati solo sei sconosciuti francesi nei sotterranei di una delle scuole di magia più famose al mondo, non ci sarebbe stato niente di strano. Non più del solito. Ma si trattava di loro, riflessi identici come in uno specchio, e anche quel briciolo di normalità che l'idea di uno scontro poteva dare venne spazzata via nel momento stesso in cui i sei abbassarono il cappuccio, lasciandolo ricadere sulle spalle. «che simpatiche bestie.» nemmeno a bodie ne aveva conosciute di così divertenti.
    Sarebbe stato davvero bello prendersi il tempo di trotterellare attorno a scotts 2.0 per osservare le chiappe della ragazza e commentare con un sentito «that is american ass» (cit.), ma chi ne aveva da sprecare in quest? certo non bucky. E nemmeno le varie copie, una delle quali puntó immediatamente la bacchetta contro mac, ancora abbastanza vicino alla telepate perché lei potesse allungare le braccia seguendo l'istinto, prima ancora del legame di sangue che li teneva uniti contro ogni previsione o strappo nella parete dello spazio e del tempo; lo afferrò per le spalle, stringendo le dita nella stoffa della maglia prima di spingere con tutte le sue forze così da spostare il ragazzino dalla traiettoria dell'incantesimo. Ce la fa? Troppo presto per dirlo.
    L'unica cosa certa per bucky fu l'improvvisa sensazione di gelo che avvertì nelle ossa, un brivido lungo la schiena che niente aveva a che fare con l'umidità del sotterraneo, o con la mera paura di morire. Risaliva a qualcosa di più profondo, di vivo, zampette rapide e sottili di un insetto che tentava di insinuarsi nella sua mente con l'obiettivo di scavare e farsi spazio; conosceva il proprio cuore, scottsdale, per sapere cosa volesse dire sentirlo battere in quel modo, irregolare e sordo tanto da sentirselo rimbombare fin nelle orecchie. «allora sei una stronza.» chissà se esisteva per un telepate un disagio più viscerale di quello provato sentendo nella propria mente quella di un'altra persona; nel dubbio, bucky non ci teneva a scoprirlo. Fece in tempo ad intercettare lo sguardo di floyd, il quale parve intuire all'istante il problema senza una spiegazione da parte della ragazza, e mentre il villalobos - che dai! è anche suo antenato, torna sempre tutto - si occupava di soffocare bitch!scotts per nel tentativo di farle perdere concentrazione, bucky avrebbe sfilato la rivoltella dalla fondina, puntando la canna della pistola contro una versione si se stessa che non voleva nemmeno pensare fosse reale. «i giochetti mentali teniamoli per dopo, ok?» o magari per mai. Poi avrebbe fatto fuoco con la protezione del signore e via discorrendo, un bacio intangibile soffiato ai suoi bambini indecenti scomparsi chissa dove; ovunque fossero i vippini, bucky voleva credere avrebbero agito con la saggezza e la nudità che ci si aspettava da loro #rip.
    E per quanto sapesse che quello davanti a loro erano solo copie, rivoltanti per quanto perfette, nel posare lo sguardo sui capelli rossi di faye, riconoscendone ogni singola lentiggine a cavallo del naso, bucky ebbe ben più di un solo istante di indecisione. Non poteva semplicemente spararle, rimanere ad osservare le iridi grigio azzurre farsi liquide per lo stupore senza sentir morire una parte di sé, quella stessa che non si era posta domande o pensato alle conseguenze quando erin era stata risucchiata da un portale senza nemmeno il tempo di un saluto. Né poteva concederle il lusso di attaccare quella vera, di sorella. «credo sia davvero il caso che tu ti faccia un riposino.. non-» sollevò entrambe le bracci, la diciannovenne, avanzando di un passo verso l'avversaria mostrandole i palmi vuoti, mentre tentava di unire la propria mente a quella di faye, per indurla ad addormentarsi. Voleva sembrare conciliante, innocua, pronta al dialogo. E quanto avrebbe preferito esserlo davvero!, piuttosto che vedersi costretta a sparare un proiettile nella fronte liscia della versione stronza di sua sorella.
    Certe cose si evitano finché si può, poi a mali estremi estermi rimedi.

    scottsdale
    madaway
    !2043, time traveler
    bucky
    19, telepathy, winter soldier


    DIFESA harper + bucky per MAC: lo sposta
    DIFESA floyd + bucky per BUCKY: eh. le spara??? sia mai che spezza la (colonna vertebrale) concentrazione [1/24]

    ATTACCO FAYE con harper: cerca di convincerla a fare un sonnellino
     
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    mac
    hale
    Non mentirò: l’idea di trasfigurarsi in un piccolo oggetto così da potersi nascondere nella tasca di Darden, aveva sfiorato diverse volte la mente dell’Hale. L’unico appiglio concreto a mantenere quel pensiero una mera fantasia, era la presenza di Harper. Sua sorella, la ragazza che due anni prima sarebbe stata in prima linea per affrontare qualsiasi problema, e che da un paio di mesi a quella parte neanche usciva di casa se non per obbligo - la stessa ragazza che, in quel momento, camminava comunque al suo fianco nello stretto corridoio sotto la scuola francese; se non era un motivo sufficiente a mostrarsi coraggioso quello, non sapeva cos’altro avrebbe potuto esserlo. Non era temerario, né l’audace paladino di cui avrebbero avuto bisogno; non era un eroe, Mac, ma per Harper Faye Hale avrebbe voluto poterlo essere. Avrebbe voluto giurarle che l’avrebbe protetta sempre, che non ci fosse alcun motivo di avere paura, ma non era mai stato un bugiardo credibile – e si odiava, per quello. Non era riuscito a proteggerla, ed anziché tenere entrambi al sicuro, aveva finito per trascinarli in una guerra più grande, e più cattiva, di loro, con nulla fra le mani se non vuote promesse. Le si avvicinò di più, la spalla a premere contro quella di lei in cerca del conforto che sempre, indipendentemente dal dove o dal quando, Harper era in grado di trasmettergli, pregando bastasse a placare il battito tachicardico nello sterno. Okay, Mac, avete delle armi, e quindi? Sono precauzioni, nulla più – mali estremi, sai. Siete in un tunnel sotterraneo, che mai potrebbe succedervi? Un attacco da parte di un esercito di roditori? And-
    «uìììì» uiUI, se le Medellin!! quasi quasi faccio il rap in francese. Non riuscì a trattenere lo strillo acuto, e del tutto involontario, a rotolare fra i denti mentre il terreno sotto i loro piedi veniva a mancare. Strinse le dita attorno al braccio di Harper ricambiando la morsa della sorella, senza davvero avere il tempo di reagire prima di schiantarsi sul pavimento. Non era proprio rinomato per i riflessi pronti, e certamente non si era aspettato che un maledetto corridoio sotto terra potesse crollare: solo a schiena premuta nel buio, con vari dolori sparsi ovunque ed in nessun luogo, gli venne in mente che avrebbe potuto usare l’incantesimo imbottito per attutire la caduta. C’era un motivo se nella sua vita non facesse il samurai, eh. Tossì un grumo di polvere, un palmo a premere sugli occhi (giusto da assicurarsi di averne ancora due: nella completa oscurità, il dubbio sorgeva) e la mano opposta ancora stretta al braccio di quella che sperava fosse «harper?». Udì la voce di Scott, Bucky, e non dimostrando affatto l’indole Corvonero che, seppur sopita, avrebbe dovuto ancora languire in qualche anfratto della sua mente, sollevò la mano per farsi notare dalla ragazza. Quando si rese conto che per ovvi motivi non avrebbe potuto vederlo, borbottò un «ci sono» così sottile, che avrebbe potuto essere scambiato per chiunque. «cioè, sono mac?» is the new sonotodd, brillante ed arguto quanto si sentiva in quel momento.
    Cominciava a credere che se fosse morto nell’impresa, avrebbe solamente confermato la correttezza della teoria evolutiva: c’erano motivi peggiori per morire, che non contribuendo alla scienza. Questione di priorità. Quando l’esitante lumos non funzionò, non immaginò neanche per un istante che potesse essere a causa di un Volere Superiore; furono le basse imprecazioni degli altri («…dARDEN?») a suggerirgli che forse, forse, non era solo il suo essere una mezza sega, a fare la differenza. Ricapitolando: erano in trappola, sotto terra, e senza alcuna possibilità di usare la magia? Stava già riflettendo sulle implicazioni metafisiche di essere già morto, e che quello fosse invero l’inferno, quando qualcuno di più sveglio di lui (chiunque, a quel punto; dategli cinque minuti per riprendersi dallo shock, e torna in pista!!) fece notare ci fosse una porta, e con eleganza («magari da qualche parte c’è una chiave, dobbiamo sol- eeeee anche così funziona») la sradicò dai cardini. Battè le palpebre per abituarsi alla nuova, fioca, luminosità del sotterraneo, mettendo finalmente a fuoco i suoi compagni.
    Dove….dov’erano tutti. Aveva dato per scontato di non aver sentito gli altri perché la stanza fosse enorme, ma la luce a filtrare dalla porta ora spalancata, mostrava fosse un ambiente piccolo e dalla moderata capienza. Gli A’chapelle???? Aidan??? Gwen? Sehyung??? I FREAKS? «ahm…magari possiamo….a» «andare, sì - muovetevi» e Mckenzie Hale, le labbra piegate verso il basso, li osservò mentre si spolveravano, e si avviavano nel corridoio di fronte a loro.
    Non era proprio quello che - «…spettarli qui, ma anche no?» intendeva lui, ecco. Ma yeehaw!

    Schioccò la lingua sul palato, le palpebre ridotte ad una fessura. Aprì la bocca, la richiuse; alzò un braccio indicando le figure di fronte a loro, riabbassandolo poi al proprio fianco. «au 1919?» tentò vago, gesticolando nell’aria fra sé ed i non più incappucciati, timidamente convinto che fossero alleati – okay, non sembravano particolarmente entusiasti di vederli, ma…? Dovevano per forza essere come gli altri, e provenire da una diversa realtà – altrimenti come poteva essere possibile? Osservò l’altro Mac decretando che sì, dovessero sicuramente mangiare un po’ di più, e sempre , fosse alquanto imbarazzante vedersi al fianco dei propri compagni: Darden e Mads inviavano vibes badass da chilometri di distanza; Floyd aveva la saggezza di tutti coloro in grado di sostenere un impero di cocaina nei tempi antecedenti il Proibizionismo (o almeno, così gli era stato spoilerato!!), mentre Bucky e Harper sembravano semplicemente più…opportune, rispetto ad un qualsiasi Mac.
    Oh boi. Indipendentemente dall’epoca e dall’universo, Mckenzie Leighton Hale sarebbe sempre stato il ragazzo delle retrovie: ottimo stratega, brillante pensatore – una pippa in esecuzione. «n-no?» Dalla reazione aggressiva, dedusse che no, probabilmente no, Mac.
    Il che rendeva il tutto decisamente più inquietante. Impugnò la balestra con poca convinzione, tremando impercettibilmente nel puntarla contro l’altra Harper mentre questa si alzava in volo verso la sua, Harper. Poco importava che non fosse sua sorella, e fosse – evidentemente – intenzionata ad ucciderli: era una Harper, e Mac non avrebbe avuto la forza di scoccarle una freccia. Ripose la balestra impugnando rapido la bacchetta, indirizzandola verso la Hale giusta in uno strizzato, ma determinato, «electrypus». C’erano già troppe cose da fare, da guardare, ed inciampò nelle sue stesse parole in un balbettato «cosastasuccedendostatEBENE?» ritrovandosi poi al fianco di Floyd. Deglutì strozzando così un gridolino liberatorio ma davvero poco opportuno, preferendo un mite ed impassibile «sono egregiamente terrorizzato, signor villalobos. ossequi a lei e famiglia» con tutto l’amor proprio dell’universo a pendere sulla manica della camicia, ed un rispettoso inchino. «flos» pronunciato in direzione del proiettile, usando uno degli incantesimi che gli avevano insegnato i Viaggiatori (ki? Vuoi essere tu?&). E dato che chiaramente nelle sue vene scorreva un vero spakka kuli ribelle, «confundus!» Nessuno uno di secondo, nemmeno zitto.
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    DIFESA HARPER (harper+ mac): electrypus [Crea un campo elettromagnetico intorno al mago che esegue l'incantesimo, bloccando ed elettrificando qualsiasi oggetto entri in contatto con la superficie dello scudo magico]
    DIFESA FLOYD (mac + floyd): flos [Trasforma la polvere da sparo in petali. Colore: verde. Verbale.]

    ATTACCO VILLALOBOS (mac + floyd): Confundus
     
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    Se volete avere la possibilità di tornare a casa, dovrete partire tutti.
    Floyd Juan Villalobos, le dita a sfiorare il freddo marmo delle pareti, misurava passi e respiro con estrema cautela, stringendo i denti e contraendo i muscoli ad ogni svolta d’angolo: era persino troppo occupato sul proprio battito cardiaco, a concentrarsi per farlo rimanere stabile e tranquillo, per voltare lo sguardo su coloro i quali erano caduti con lui in quel corridoio, cercare nei loro occhi quella sua stessa angoscia. Quel suo stesso nervosismo - o frustrazione, che dir si volesse. Chiuse gli occhi all’ennesimo spigolo di labirinto, la rivoltella maggiormente salda tra le dita e l’andatura appena poco più calma, per poi rivolgere le iridi di un brillante fiordaliso ad un nuovo percorso, identico ad ogni altro calpestato fino ad allora. «hostia» un sibilo tra i denti, appena un filo di voce, che lesinò dall’accompagnare ad un più colorito turpiloquio nei confronti dell’architettura di Beauxbatons, unicamente per bon ton e rispetto nei confronti delle signorine ivi presenti. Che si sentisse a disagio, il colombiano, non doveva di certo significare che avrebbe dovuto mettere gli altri nella sua stessa condizione: non era tra le sue priorità, ed era particolarmente abituato ad interiorizzare ed annichilire il proprio malcontento senza doverlo esprimere in emozioni ad alcuno, da non correre rischi in quel momento. E poi, cosa mai aveva da esternare, il Villalobos? Poteva per caso dire che avrebbe preferito rimanessero a Bodie, California – o da quelle parti, se proprio la città doveva divenire un buco nero di morte e perdizione da lì a ventiquattro ore -, e che non tornassero a casa loro? Non di certo, non era il caso - e non era sicuro di volerlo più nemmeno lui, giunti a quel punto.
    Era felice se tornando nel proprio tempo tutti loro potessero vivere, riabbracciare la propria famiglia e amici, ritrovare la propria normalità, ma lo era esclusivamente per loro; rimaneva il fatto che Floyd fosse, sostanzialmente, un egoistico hijo de puta - in ogni sua possibile accezione. Che guardando sua sorella, impegnata in quella medesima missione e poco incline anche solo a guardarlo, a meno che non fosse per rivolgergli occhiatacce omicide e decisamente poco rassicuranti, non gli restava che invidiare i Viaggiatori, ad un passo dal riavere tutto ciò che a lui era precluso.
    Se non fosse stato perché avevano bisogno di tutto l’aiuto necessario per riuscire nei loro intenti, ed in cuor suo voleva essere, in qualche modo, parte di quel tutto, avrebbe declinato l’offerta dei nuovi arrivati dall’universo alternativo, tornando in panetteria a cuocere le, stando alle parole dei suddetti, ultime pagnotte della sua vita – e, ottimisticamente, finendo tutte le scorte di coca che ancora aveva in gran quantità nel retro bottega. Non era fatto per la guerra, il biondo, e la bruciatura a spiccare scarlatta sul fianco ne era un chiaro esempio: questa sarebbe stata la sua giustificazione per il forfait, preferendolo alla realtà più nuda e cruda dei fatti – che non voleva essere lì, quando se ne sarebbero andati.
    Invece, eccolo lì: perso nei cunicoli della scuola francese, senza la minima idea di quale che fosse la strada giusta da prendere, e con un terribile nodo alla gola. Senza nemmeno avere un Barbie con lui! Era felice – per essere eufemici – della presenza di Mads, senza ombra di dubbio alcuna, ma era così abituato all’assillante presenza del Jagger nella sua vita, che non essere precipitati nello stesso buco di culo profumato di baguette lo rattristava. Erano un team, loro tre: i poveri cristi di Bodie che tra i primi erano stati traumatizzati dall’arrivo della gente del futuro; l’old school. Favorito dal potere della Weasley, dalla sua capacità di poter vedere tranquillamente anche negli anfratti più oscuri, non ci mise molto a trovare il suo viso, spostando lo sguardo dalla via davanti a loro al profilo di lei con un sorriso a mezza bocca; cercò gli altri ragazzi, assicurandosi che nel mentre non si fossero persi – o che lui, non si fosse perso: non aveva più certezze -, per poi riportarlo sulla russa. Quantomeno, se avessero trovato nuovamente mistiche figure travestite davanti ad un tempio azteco pronte a trucidarli brutalmente, avevano il soldato d’inverno (x2!!! Non che sapesse davvero chi fosse, o che il suo nome era Bucky, ma tant’è) a fare mosse da ninja sovietico e salvare tutti.
    Idealmente.

    In pratica: «oh.» piegò la testa sulla propria spalla, le braccia conserte davanti al petto, e con suo estremo dispiacere, l’altro Floyd fece esattamente lo stesso movimento. Lo stava prendendo per il culo? Alzò un sopracciglio, corrugò la fronte - lui, di nuovo, mimò il tutto. Se non avesse chiaramente visto i sei individui alzarsi, togliere i cappucci che coprivano i loro volti ed indossare abiti che non erano i loro, probabilmente avrebbe sostenuto il pensiero di Harper; non che uno specchio li avrebbe aiutati granché, ma sempre meglio di - «au 1919?» «dubito.» - qualsiasi cosa fossero - «che simpatiche bestie.» quello, sì. Sospirò, già estenuato da quella presa per il culo – perché sì, alla fine aveva deciso che di quello si trattava, e di nient’altro -, portando le dita a premere sulla radice del naso. «¿por qué no paras?» sbottò alla fine, rivolto al biondo dall’altra parte della stanza – solo che questo, invece di rispondere alla stessa maniera, prese a muoversi. E con lui, tutti gli altri. «yeehaw.» impassibile e melanconico, forte dell’anno passato in compagnia di Pepito, voltò lo sguardo alla sua destra, notando una Bucky già – particolarmente ed intensamente – osservata da altri. «lo siento,» con dita invisibili, avrebbe di nuovo attinto al potere di Mads, sentendoselo scorrere sottopelle. «potrebbe smetterla?» l’avrebbe fatta poi scivolare verso l’altra Bucky, quell’oscurità: non aveva idea di cosa stesse facendo, ma gli era immediatamente sembrata una cosa buona e giusta tentare di soffocarla un poquito. «non le hanno mai insegnato che fissare una ragazza è maleducazione?» oh, le buone maniere prima di tutto! Cioè, ma scherziamo? E magari voleva pure guardarle le caviglie!!! Che persona immonda. «cosastasuccedendostatEBENE? sono egregiamente terrorizzato, signor villalobos. ossequi a lei e famiglia» quando era arrivato lì, Mac? Piegò appena la testa, sorridendogli affabile – per non dire isterico, e solo perché aveva imparato a nascondere emozioni simili. Non poteva di certo dirgli che eh!, facesse bene ad esserlo e che lo era vagamente anche lui, no? No. «ma non preoccuparti, mac! andrà tutto bene!!!» gli diede una pacca sulla spalla, cercando di apparire ottimista – nota dell’autore: non lo era -, prima di notare che un «CABRON!» gli stava puntando la pistola addosso. Avrebbe cercato, il più in fretta possibile, di aprire un varco oscuro alle proprie spalle, gettandosi dentro di esso per poi riapparire alle spalle del suo stupido clone. Una volta dietro di lui, sperando questo fosse abbastanza confuso dall’incantesimo del giovane Hale, avrebbe cercato di colpirlo alla nuca con il calcio della pistola.
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    [floyd + bucky: difesa bucky] suscita soffocamento a scotts
    [floyd + mac: difesa floyd] si butta in un buco nero
    [floyd + mac: attacco villalobos] e ricompare alle spalle di villalobos per dargli il calcio della pistola in testa
     
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    DIFESA BUCKY: 1 (floyd) + 9 (bucky) = 10 pd (-2 ps)
    Scotts si è insinuata nella tua testa, ma brevemente - comunque, non è piacevole quella piccola emicrania.
    DIFESA MAC: 2 (harper) + 11 (bucky) = 13 pd

    DIFESA FLOYD: 4 (mac) + 18 (floyd) = 22 pd (+21 pa)
    ATTACCO VILLALOBOS: 12 (mac) + 7 (floyd) + 21 = 40 pa
    DIFESA VILLALOBOS: 10 (villalobos) + 4 (leighton) = 14 pd (-26 ps)
    Sebbene Leighton cerchi di proteggerlo con un Protego, e lo stesso Villalobos provi a scansarsi, riuscite comunque a tramortirlo abbastanza da gettarlo a terra.

    DIFESA HARPER: 3 (harper) + 11 (mac) = 14 pd (+9 pa)
    ATTACCO FAYE: 14 (harper) + 10 (bucky) + 9 = 33 pa
    DIFESA FAYE: 13 (faye) + 19 (scotts) = 32 pd (-1 ps)
    Beh, si sono difese bene. Il turibolo colpisce appena Faye alla spalla, niente di che.

    FLOYD: mentre Villalobos, usando la telepatia, prova ad infilarsi nella tua testa e costringerti a rimanere immobile, Leighton scocca una freccia al tuo stomaco.
    BUCKY: Scotts prende la rivoltella, e ti spara alla coscia.
    MAC: Leighton, dopo aver puntato Floyd, alza la bacchetta verso di te tentando un Expelliarmus.
    HARPER: mentre Faye ti lancia una palla di fuoco, Scotts entra in scivolata per darti un potente calcio sugli stinchi.

    Edited by insomniac; - 11/5/2019, 19:35
     
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    Mckenzie piegò le labbra verso il basso, un sopracciglio a scattare verso l’attaccatura dei capelli color neve. Ruotò gli occhi grigi su Floyd, spuntato come un ninja alle spalle dell’altro Floyd, facendo poi guizzare lo sguardo sul secondo Villalobos (temporaneamente.) tramortito al suolo. Non credeva l’avrebbe mai detto, e se fosse stato superstizioso non l’avrebbe fatto neanche in quel momento, ma dato che la sfiga sembrava aver deciso che a morire dovesse essere il suo bro, Mac si sentì piuttosto tranquillo nell’ammettere che «è stato piuttosto facile.» Anima buona, Mac, che ancora non aveva visto in azione il potere dei trentoni – la beata innocenza da prima quest! Accennò perfino un sorriso in direzione del panettiere, un pollice sollevato al soffitto. In suo favore, non si trattava di cantar vittoria, quanto più di…celebrare un piccolo trionfo. Erano anni, letteralmente!, che aveva perso il proprio ottimismo, ma qualcosa in quella situazione, anziché annichilirlo, l’aveva spinto ad osservare il lato positivo.
    Sarebbe stato di breve durata, ma finchè avesse potuto, avrebbe sperato. Cercò immediatamente Harper e Bucky, assicurandosi che fossero entrambe ancora intere, ed anche a loro rivolse un brillante sorriso pregno di aspettativa. Per cosa, non ne aveva sinceramente idea; il loro scopo era riportare Darden, e tutti i Viaggiatori, al loro tempo, e Mac non fremeva dalla voglia di liberarsi di loro - anzi. In cuor suo avrebbe desiderato che quella avventura, fino a che non si fosse rivelata potenzialmente letale, durasse per sempre, ma sapeva che i loro….sosia, non fossero lì per dei grattini. Poteva metterci anche un po’ ad elaborare, e scusate tanto, ma non era uno sprovveduto: dovevano mettere fuori gioco gli avversari nel minor tempo possibile, potendo scegliere, prima che si arrabbiassero abbastanza da decidere che l’uno contro uno non foss-EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE troppo tardi. Osservò con sincero patimento l’altro Mac scoccare una freccia verso Floyd, e non potè fare a meno di arricciare il naso e chiudere gli occhi. Era normale si sentisse in colpa per qualcosa che non aveva fatto? No, ma cambiava le contrastanti emozioni dell’Hale, che si prodigò nel secondo (e probabilmente non ultimo!!) inchino della giornata verso il colombiano. «lo siento mucho» ??? chissà se si diceva così, o se gli avesse appena augurato di morire infilzato da una capra tibetana – mah, spagnoli; non li aveva mai capiti, sin dai tempi in cui si faceva chiamare Levi e passava giornate ad imprecargli contro perché gli rubavano i codici: lui shockbasito. Con la mano con cui non impugnava né arco né bacchetta, portò indice e medio davanti agli occhi lanciando un’intensa occhiata all’altro , invitandolo tacitamente a rimettersi in riga; noi tutti speriamo che la freccia non abbia trafitto Floyd, perché sarebbe stato molto imbarazzante. Non che Mac avesse tempo per preoccuparsi della propria dignità, considerando che la FALSAH Darden, era sotto attacco. Come osava? E non riusciva neanche, neanche!, ad essere arrabbiato con lei – era troppo simile alla sua, perché riuscisse ad odiarla.
    Per il momento, perlomeno. In ogni caso, l’altra Darden non brillava d’inventiva: non aveva forse appena assistito alla cortina elettrificata? Non le aveva insegnato nessuno che il metallo fosse un conduttore? Giovani. Ed era liberatorio, dopo tutto quel tempo, non dover più fingere di essere quello stupido: a Mac piaceva, sapere le cose. Di fatti, senza motivo apparente, nel lanciare un «electrypus» che impedisse all’altra Larson di trafiggere la sua, non potè impedirsi un delicato sorriso soddisfatto. «hai visto??» Cosa, dato che non aveva fatto nulla di eclatante? Boh, dai, nel complesso era stato bravino, anche se non killer quanto sarebbe piaciuto alla Larson – ed ogni occasione era buona per racimolare un po’ di orgoglio materno da parte della ragazza che l’aveva salvato. Ho mai detto quanto Mac ammirasse Darden? (sì) Quanto la amasse? (sì) BEH, sempre giusto ricordarlo.
    Tutto molto bello, se solo l’Hale malvagio non avesse deciso di puntargli la bacchetta contro. Ed il mite, buon Mac, ancora vagamente confuso dal fatto che gli avversari avessero la loro stessa faccia, avrebbe creato una barriera argentea («protego!») per respingere l’incantesimo – e sua sorella? La dolce, tenera, timida Harper? Mac avrebbe osservato la lancia infuocata volare verso l’altro sé, e non sarebbe riuscito a trattenersi dal volgere sbalorditi occhi sulla sorella stringendosi nelle spalle: «SIS?» cioè, okay, non era lui, ma…? E se fosse stato un sintomo freudiano cosa su quello che la sorella avrebbe realmente voluto fargli? LO ODIAVA? VOLEVA UCCIDERLO? Aveva la tendenza a pensare troppo, lo sapeva, ma il dubbio si insinuò comunque abbastanza in profondità da spingerlo a urlarle contro un «TI VOGLIO BENE», perché fosse mai se lo dimenticasse. E le voleva bene davvero, più di quanto le parole potessero mai dire – in quel momento, con l’estasi de SANGUEEEH dell’adrenalina ad illuminarle lo sguardo, a ridargli la vecchia Harper, gliene volle se possibile ancor di più. «mac» Chi aveva parlato? La sua coscienza.
    Letteralmente. Nello sguardo adorante verso Harper, aveva completamente dimenticato che «ah già» fosse in procinto di sistemare la balestra sulla spalla, e scoccare un dardo dritto nella spalla del fake hale: rimediò repentino, prima che gli occhi chiari dell’altro gli facessero cambiare idea. Non era mai stato vanesio, ma non vibrava neanche d’emozione all’idea di farsi del male.
    LUI. NON COME QUALCHE ALTRO HALE!!! Just sayin no hard feelings. (♥)
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    (3) DIFESA DARDEN (floyd + mac): electrypus [Crea un campo elettromagnetico intorno al mago che esegue l'incantesimo, bloccando ed elettrificando qualsiasi oggetto entri in contatto con la superficie dello scudo magico]

    (3) DIFESA MAC (mac + harper): protego
    ATTACCO LEIGHTON (mac + darden): scocca una freccia alla spalla

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    Mmmhh che dire. Il lato positivo era non essersi beccati la sua sosia volante in piena faccia, ma a bilanciare la situazione restava il fatto che il colpo con il suo turibolo non fosse andato come la ragazza aveva sperato. E vabbè, non era il suo mestiere quello #cos Se fosse stato per lei, la ragazza avrebbe decisamente scelto di impiegare quel tempo a fare qualcos’altro - così come stava facendo da quando era arrivata a Bodie - come cucire una bella tovaglia per le Fay o preparare la marmellata con le fragole raccolte in giardino. Lottare? Non era decisamente qualcosa che la ragazza era in grado di fare. O almeno, che pensava di saper fare: nonostante non fosse minimamente allenata, quando si trovava in situazioni di pericolo nella ragazza sembrava attivarsi una sorta di meccanismo di difesa, fatto di riflessi pronti e movimenti decisi. La prima volta che le era capitato era stato la notte in cui aveva finalmente deciso di scappare dal collegio - casa di recupero, ad esser più precisi - in cui i suoi genitori l’avevano rinchiusa: in quell’occasione la ragazza era stata in grado di fuggire fronteggiando completamente sola le guardie del posto, facendo appello a schemi motori ed una prontezza nei movimenti che non sapeva di avere. Ma che Erin Madaway Baumilton aveva sempre avuto
    mac tutto bene??? l’aveva difeso senza neppur assicurarsi, poi, che fosse rimasto illeso. Fu quando si giró verso il fratello che noto l’evil/fratello con la bacchetta puntata contro di lui. Di nuovo! Era forse accanimento, quello?? Super rude!!& Così, questa volta, la ragazza avrebbe tentato di salvare Mac creando una lancia di fuoco e scagliandola contro quell’altro. «ho creato una lancia» o mamma mia, non riusciva a crederci. Fino a quel momento, il massimo che era riuscita a fare erano stati gli ovetti per l’albero di Pasqua (che poi, naturalmente, aveva preso fuoco) e qualche volta dei sassolini per accender il camino. Un’arma??? «ho creato una lancia!!&» Che level up!!& Non riusciva a credere al fatto che, almeno in quel primo momento, stava riuscendo sul serio a controllare i suoi poteri: faceva ancora fatica ad accettare il fatto che fossero un qualcosa di normale e non un flagello del demonio, come invece tutti le avevano ripetuto fino alla nausea prima del suo arrivo a Bodie, e ci aveva messo tempo a conviverci piuttosto che lottare per reprimerli. Certo, rischiava ancora di perder il controllo e dar fuoco a tutta la stanza, ma ci stava lavorando. Presa dall’entusiasmo per l’aver creato dal nulla la lancia incandescente, notó soltanto all’ultimo evil!bucky fiondarsi in scivolata contro di lei, e così nel panico del momento le venne in mente solo una cosa...si era trattato di poco più di un attimo, ma aveva già volato prima, no?? Tanto valeva tentare di nuovo. E sperava davvero di non sbagliarsi, altrimenti notte difficile da portare al pascolo sarebbero stati guai seri. Così, la ragazza si sarebbe data lo slancio per saltare verso l’alto per evitare il colpo di Scotts e OMG, RIMANEVA IN ARIA!! «posso volare NON LO SAPEVO!!!» Era una sensazione splendida! Se l’avesse scoperto prima, probabilmente avrebbe passato un po’ meno pomeriggi in casa ed un po’ di più a svolazzare spensierata tra le piantagioni di barbabietole. Poi però si rese conto del fatto che se qualche bodiotto l’avesse notata, molto probabilmente il porticato di villa Fay si sarebbe riempito di persone con torce e forconi in mano, pronte a bruciarla sul rogo. Alcuni lo volevano fare per il semplice fatto che avesse i capelli rossi, figuriamoci per una cosa come quella. Prima di atterrare, la ragazza avrebbe colto l’occasione per dare un forte spintone dall’alto a fake!darden, nella speranza di coglierla di sorpresa e farla cadere a terra. Okay, colpire le persone alle spalle era di cattivo gusto ed alquanto immorale, ma insomma, anche se brutta copia era pur sempre una darden larson: che speranza poteva avere una come harper, in uno scontro faccia a faccia?
    NESSUNA, NON SERVIVA NEPPURE RIFLETTERCI SU «tutta sua signor villalobos!» Se le dispiacesse far del male a quelle copie esatte di tutti loro? Ma no, erano chiaramente spiriti maligni mandati lì dal demonio sotto le loro sembianze per confonderli!!! Era nell’istituzione della chiesa e nelle sue assurde regole, che non credeva Harper, mica aveva mai messo in discussione l’Altissimo e la sua lotta eterna contro Satana
    Harper Hale
    17y/o - special - pyrokinesis - (2043)
    Feel like I'm always
    apologizing for feeling
    Like I'm out of
    my mind
    when I'm doing just fine


    (3) DIFESA MAC (mac + harper): lancia di fuoco contro evil!mac
    (16) DIFESA HARPER (darden + harper): si alza in volo
    ATTACCO LARSON (floyd + harper): spintone dall’alto


    Edited by (pyro)flower - 12/5/2019, 01:32
     
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    Tremanti come una tesa corda di violino appena pizzicata, le dita del Villalobos non persero la presa sulla rivoltella nemmeno quando accusarono il rinculo dell’arma contro la nuca del falso Floyd: lo osservò cadere davanti a sé, un guizzo divertito e soddisfatto a premere le labbra. Non aveva la benché minima idea di chi fosse, quel suo sosia, né tantomeno se fosse un qualcuno od un qualcosa di non meglio specificato – se lo sarebbe aspettato, aveva visto di molto peggio negli ultimi anni -; non voleva ucciderlo, ed in generale non era un promotore della violenza gratuita ed ingiustificata, ma vederlo iniziare a crollare sotto i suoi colpi non poté che dargli un certo qual senso di narcisistico appagamento. Non era mai diventato un Qualcuno, troppo giovane e bastardo anche solo per sognare l’impero di suo padre, costretto a vivere all’ombra d’esso, ma non era nemmeno mai stato un signor Nessuno: aveva un’autorità, sebbene infima e fine a se stessa, ed ogni tanto sentiva l’urgenza di farla rispettare. Se spesso e volentieri capitava ci andassero di mezzo i garzoni in bottega, gli unici sui quali potesse esercitare un tale potere, in quel preciso istante, effimero e fugace, si poté dire rinvigorito di quella supremazia; perché, vete a la mierda, ci poteva essere un solo Floyd Juan Villalobos in circolazione. Ed era ovvio, fosse lui. «è stato piuttosto facile.» sollevò le iridi chiare verso l’Hale, e nonostante gli rivolse uno speranzoso cenno con il capo, non aspettò molto prima di fare un passo indietro rispetto al proprio sosia: l’aveva visto, con la coda dell’occhio, premere i palmi sul pavimento – ancora tramortito, ma non abbastanza da rimanere a terra per il resto del tempo e non rompere eccessivamente le palle a tutti loro. «ben fatto, sì» convenne. «ma questi hijos de puta hanno sempre qualche asso nella ma-» -nica, appunto. Deglutì, corrugò le sopracciglia; provò a muoversi, ma trovò più resistenza di quanto non fosse necessario. Perfettamente cosciente e consapevole del proprio corpo, e dell’improvvisa paralisi che lo aveva inspiegabilmente colpito, il colombiano raccolse tutta la propria forza di volontà per piegare la testa di qualche centimetro, di modo che gli occhi potessero trovare la sorgente di quel problema. Perché in realtà lo sapeva quale che fosse, doveva soltanto averne la conferma: lo aveva percepito dal principio premere sulle tempie, soltanto che non ci aveva fatto caso, troppo impegnato a preoccuparsi della propria immobilità; ancora lo sentiva, come un tarlo a scivolare tra i suoi pensieri, intaccandoli prima che potessero diventare impulsi nervosi. Non ebbe nemmeno bisogno di piegare completamente il capo, per vedere i suoi stessi occhi celesti – bellissimi eh, per carità – puntati sulla sua figura. «gilipollas» sibilò tra i denti, cercando comunque di piegare il più possibile la propria postura – almeno, quel tanto da poterlo guardare negli occhi, lo stronzo. Non sapeva se avrebbe funzionato, o anche soltanto come funzionasse: doveva soltanto provarci, al massimo sarebbe morto male – cose che capitano a tutti. Socchiuse le palpebre, concentrandosi il più possibile sulla mente del finto se stesso; sul potere, più che sul suo cervello. Il meccanismo doveva essere lo stesso secondo il quale riusciva ad attingere ai doni altrui, giusto? Avrebbe semplicemente dovuto insinuarsi, sottopelle, premere i giusti tasti e - bam, spegnerlo. Non ne era certo, ma qualcosa gli diceva che per annullare i poteri della gente bastava fare così. Ci sperava davvero, Floyd, perché non voleva finire infilzato come uno spiedino dal non-Hale. Idealmente, nel qual caso fosse riuscito a liberarsi – o anche se non lo avesse fatto in tempo, sia chiaro: cosa volete che sia una freccia piantata nello stomaco, dopotutto? niente di che -, avrebbe saggiamente deciso di sfanculare il clone ed andare ad aiutare le giovani donzelle in pericolo. «no te preocupes» avrebbe sorriso all’Hale di sfuggita, celestebrownindornette-ando verso Darden e la katana puntata verso di lei; giunto abbastanza vicino all’avversaria, il Villalobos avrebbe alzato un ginocchio al petto, per poi calciare il più forte possibile contro la mano della non-Larson prima che potesse avvicinarsi abbastanza da ledere la mora, cercando di disarmarla. «tutta sua signor villalobos!» aw, che dolce! «grazie harper!» senza farselo ripetere due volte, approfittando della spinta data dalla Hale – e scusandosi preventivamente con la loro Larson: non è che gli dispiacesse far fuori i nemici, eh!, ma non voleva qualcuno ci rimanesse male -, Floyd avrebbe piegato il braccio e girato appena il busto per darsi la giusta carica, per poi subito colpire con un destro preciso la faccia della ragazza. «comunque bella lancia!» così, a caso.
    I wanna watch all my bridges burn Stand in the rain 'til the page is
    turned

    needtobreath - bridges burn
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    [floyd + darden: difesa floyd] cerca di annullare il potere di villalollo
    [floyd + mac: difesa darden] ninja
    [floyd + harper: attacco larson] pugno
     
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    Per la prima volta da mesi, Darden si sentiva viva. Il solo fatto di non trovarsi più a Bodie aveva sollevato un macigno dalle sue spalle, e la possibilità di star per tornare a casa quasi non le sembrava reale. Proprio per questo, per quanta fiducia volesse riporre nei ragazzini dal futuro, cercò di tenere le sue speranze a un minimo, pronta ad essere delusa ancora prima che la missione giungesse a termine. Un anno prima aveva creduto la stessa cosa ad Hogwarts, per poi essere sbattuta nuovamente nel far west di merda. Quella volta si sarebbe limitata a godersi il viaggio, approfittando dell’opportunità di uccidere qualcuno per ritornare alle vecchie abitudini: Bodie la stava rammollendo. Se davvero fosse tornata nel suo tempo, avrebbe avuto bisogno di fare il culo a strisce a Jericho come se non se ne fosse mai andata. La Larson pensò bene di ritirare tutti i buoni propositi che si era fatta per quella gita quando il pavimento sotto a lei fottutamente crollò. Puff, così a caso. Non le erano cadute addosso le case di Bodie addosso e doveva farlo una scuola centenaria, ma cos’aveva fatto di male? Il Karma l’aveva già punita abbastanza relegandola nel 1919, le sembrava abbastanza come castigo. Quando dopo la caduta si ritrovarono nella completa oscurità nemmeno si stupì, ormai il suo moto nella vita era se le cose posso andare peggio, lo faranno. E infatti avevano perso il resto dei loro compagni da qualche parte, «che botta di culo» brontolò a bassa voce, pulendosi i pantaloni dalla polvere mentre ascoltava i suggerimenti brillanti degli altri. Fu sollevata di sentire la voce delle sue piccole pesti, il cuore si assestò un poco nel petto al pensiero che fossero lì con lei: era il suo compito proteggerli, ora che Run non poteva più. Anche se loro stessi se necessario, come scoprì qualche momento dopo essere spuntata in una stanza dall’aspetto poco rassicurante, come il resto di quel castello decadente. «io non sono così» commentò piccata l’ex grifondoro, osservando con un certo disgusto la sua copia. Si chiedeva se avesse le stesse skills di battaglia, se fosse altrettanto reale o solo un’automa piazzato lì - Darden non ci diede così tanta importanza, solo una di loro due poteva uscire da quel posto viva e fidatevi quando vi dico che la Larson aveva molto di più da perdere. Sfoderò la katana dal suo fodero, brandendola davanti a sé mentre lanciava uno sguardo di sfida alle altre copie: fatevi avanti. Non se lo fecero ripetere due volte, partirono all’attacco che neanche un toro a Pamplona, con tanto di matching arma alla mano «diventa sempre peggio» scosse la testa amareggiata da quella vita, possibile che non conoscessero l’originalità in Francia? Quando vide Leighton incoccare una freccia verso Floyd si mosse dal suo posto, correndo verso la ragazza con tutta la rapidità di cui era capace, e quando fu nelle sue vicinanze tentò di afferrare l’arco con la mano che aveva libera. Con uno strattone avrebbe deviato la traiettoria della freccia, sperando quasi che si conficcasse nel polpaccio di Faye. La Larson, che ne aveva di rabbia repressa da sfogare, però non si sarebbe accontentata di finirla lì; con un colpo repentino avrebbe tagliato il fianco della ragazza con la lama, aspettando solo il momento in cui avrebbe avuto abbastanza differenza di PA per ucciderla.
    darden larson
    XXI - gryff - trainer - rebel
    fay fam - teacher - knives
    I can see the fear coming
    But you're never catching me running
    The moment, it's coming for someone
    This is the day of redemption


    (32) DIFESA FLOYD (floyd + darden): devia la traiettoria della freccia
    (16) DIFESA HARPER (darden + harper): freccia nel polpaccio di faye

    ATTACCO LEIGHTON (mac + darden): le taglia il fianco
     
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    floyd25 pa25 pd63 psARMA: colt 0/24 | potere: mimesi
    mads23 pa17 pd70 psARMA: bastone divisibile | potere: ombrocinesi
    darden20 pa20 pd70 psARMA: katana
    bucky20 pa20 pd68 psARMA: rivoltella 0/24 | potere: telepatia
    mac15 pa15 pd60 psARMA: balestra 0/24
    harper17 pa13 pd57 psARMA: turibolo in ottone | potere: pirocinesi
    villalobos25 pa25 pd44 psattacco: 17 (floyd) 21 (darden)colt | mimesi
    wesley20 pa20 pd60 psattacco: 20 (mads)bastone | ombrocinesi
    larson20 pa20 pd28 psattacco: 12 (mac)katana
    scotts20 pa20 pd60 psattacco: 13 (bucky)rivoltella | telepatia
    leighton15 pa15 pd36 psattacco: 13 (mac)balestra
    faye15 pa15 pd49 psattacco: 3 (harper) 10 (darden)turibolo | pirocinesi


    DIFESA FLOYD: 6 (floyd) + 9 (darden) = 15 pd (-17 ps)
    Sei decisamente troppo lento a liberarti dal controllo di Villalobos, e il tentativo di deviare il dardo da parte di Darden va un po' a vuoto. La freccia ti si conficca nel ventre, la punta a scavare nella carne: nessun organo ferito, ma è comunque un gran bel buco.
    DIFESA HARPER : 12 (darden) + 1 (harper) 13 pd (-3 ps)
    Darden fa supporto morale, visto che la freccia che avrebbe voluto infilare nella coscia di Faye è con Floyd, ma è comunque un supporto più potente del tuo volo: eviti il calcio agli stinchi di Scotts, ma non la palla di fuoco, che ti brucia i vestiti sul fianco e la pelle sotto di questi.

    DIFESA DARDEN: 1 (floyd) + 6 (mac) = 7 pd (+4 pa)
    ATTACCO LARSON: 25 (floyd) + 13 (harper) + 4 = 42 pa
    DIFESA LARSON: 3 (villalobos) + 7 (leighton) = 10 pd (-32 ps)
    Nulla da dire, se non gran bel pugno: Larson incassa il colpo, stordita e con il naso rotto, ed arretra dolorante. Chissà se ha anche una commozione? Boh.

    DIFESA MAC: 12 (mac) + 1 (harper) = 13 pd (+10 pa)
    ATTACCO LEIGHTON: 5 (mac) + 9 (darden) + 10 = 24 pa
    DIFESA LEIGHTON: 8 (leighton) + 2 (faye) = 10 pd (-14 ps)
    La freccia non penetra la carne della spalla di Leighton, ma comunque lascia un gran bel taglio col suo passaggio; il taglio di Darden è più preciso, ma comunque non abbastanza profondo da sventrare il non-Mac.

    [villalobos] FLOYD: Villalobos ti spara alla gamba.
    [villalobos + faye] DARDEN: sia Villalobos che Faye creano delle lingue di fuoco con le quali fustigarti.
    [leighton + larson] MAC: Leighton ti lancia un telus, mentre Larson prova ad infilzarti con la katana-
    [faye] HARPER: Faye rotea il suo turibolo sopra la propria testa, per poi tentare di colpirti con questo in faccia.
     
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    Ricordate quando il Narratore aveva detto che sarebbe stato imbarazzante, se la freccia di Leighton avesse effettivamente colpito Floyd? Ecco. Mckenzie, passato il momento d’urgenza, si permise di osservare il foro d’entrata del dardo nel ventre del Villalobos, una vergogna velata di rabbia a corrugargli le sopracciglia. Ma l’avevano studiata un po’ di psicologia, quelli lì? Lo sapevano che, seppur le conseguenze non sarebbero state razionali, le loro azioni aggressive si sarebbero riflettute sul comportamento di Floyd nei confronti di Mac? Ma era l’unico a leggere, nel 1919? «bravo,» ironico, battè le mani alla copia di sé, scuotendo sconsolato il capo. «tanto che ti frega a te, uh?» Ed in effetti, seguendo la logica per la quale tutti loro fossero lì per ucciderli, non gli interessava affatto, ma l’intelligenza clinica dell’Hale non arrivava a tanto; non possedeva il pragmatismo necessario a fare l’ovvio salto dal punto A al punto B, troppo impegnato a valutare il percorso delle altre lettere, e di come ogni singola scelta avrebbe influito sulle seguenti. Capito perché non funzionava, sul campo di battaglia? Troppe variabili, e troppo poco tempo per valutarle tutte. «te lo meriti.» E si scrollò nelle spalle arcuando le sopracciglia, indicando vago i graffietti dal quale aveva iniziato a sanguinare. Già detto non avesse la mentalità da morte, vè? Mac, anche puntando le armi contro di loro, non pensava…non pensava razionalmente alla possibilità di doverli ammazzare. Una parte del suo cervello lo sapeva, lo comprendeva, ma non direttamente – più nel modo sottile in cui lasciava fare il lavoro sporco agli altri, limitandosi al minimo indispensabile. Non lo faceva riflettendoci; non era intenzionale, quel suo rimanere, metaforicamente, a bordo pista.
    Ma lo faceva comunque.
    «e vero, bella lanci-hARPER?» Si fiondò verso la sorella prima ancora che il suo fosse un pensiero coerente o calcolato, gli occhi azzurri a saettare sul tessuto bruciato degli abiti, e la pelle arrossata sottostante. La prima cosa che le disse, fu: «non dovrebbe essere possibile; dovresti essere immune al fuoco» con quella patina di severità del docente che riprendesse un alunno particolarmente indisciplinato. Aveva studiato il suo potere? Perché NON SApEVA USARLO è PERICOLOSO MA NON AVEVA PARLATO CON RUN? Tutte domande che l’Hale non s’era fatto quand’erano a casa, e porvi rimedio sarebbe stato semplice – e no, certo, aveva atteso una situazione di vita o di morte! Si sarebbe meritato la fascia fratello dell’anno, se solo non fosse esistito un Barry a inseguire la patata invece dei bro. Grazie Barry per essere peggiore di me, tvtb. «FA MALE? STAI BENE?» prese il mento della sorella fra le dita, studiandola più attentamente alla ricerca di altre ferite, e lasciandole nel mentre il peso delle preoccupate iridi chiare. Un movimento alle sue spalle lo avrebbe indotto ad agire prima d’elaborare, stringendo a sé la sorella e spostandola prima che l’altra Harper potesse colpirla. Potevano piantarla? Stava iniziando a diventare, come dire, estremamente fastidioso – versione censurata, si parlava pur sempre di Mckenzie. Volse lo sguardo corrucciato sulla copia della Hale, sentendo fremere il Dito Medio che usava solo nelle situazioni d’emergenza. «eravamo impegnati?» ?? Cioè, aspetta un attimo, no? Che modi! E tanto per rimanere in famiglia, guarda un po’ se non sceglievano di uccidere la sua anima gemella. No, difficile Mac potesse dimenticarsi dell’oblinder, o di come certe cose fossero semplicemente destinate ad essere. «tornerò» (forse), e congedandosi da Harper si sarebbe avvicinato a Bucky, stringendola protettivo per tirarla indietro. Protettivo più per sé che per lei, eh; era certo che non avesse bisogno del suo aiuto, perlomeno non quanto Mac avesse bisogno di confortante contatto fisico. «chissà qual è il loro problema.» Una domanda che sicuramente s’erano posti in tutti, ma pochi erano così ingenui da farla ad alta voce. Mac, che aveva bisogno di risposte, la pose sul serio, cercando una risposta negli occhi chiari dell’altra Bucky. «qual è il vostro problema?» poggiando la balestra sulla spalla, avrebbe cercato di mirare alla gamba della ragazza, labbra strette fra loro nell’osservare Mads mentre la teneva ferma. «ti fidi?» SHOCK. CHE CORAGGIO!! CHE DONNA!!! DA GRANDE VOLEVA ESSERE COME LEI!!! E preghiamo tutti che la risposta fosse sì, perché l’Hale avrebbe scoccato il dardo.
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    it away

    Read All About It (Part III) - Emeli Sandé
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    (3) HARPER (mac + floyd): sposta harper
    (13) BUCKY (mads + mac): sposta bucky
    ATTACCO SCOTTS (mads + mac): scocca una freccia alla gamba


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    «assurdo davvero – bodie, sì? – perché da noi, fun fact, il ventun aprile dello stesso anno, allucinante!, l’intera popolazione di questa città moriva. È uno dei casi mai risolti, nel nostro mondo; la leggenda narra che ci fosse un mago serial killer in circolazione, e – come si dice? – facesse tipo…sperimentazioni per rimanere in vita più a lungo; una specie di pietra filosofole, ma con più sangue.»
    Mads si era sporta verso Arci, parlando a bassa voce «come può essere un fun fact? non è divertente»
    «è un modo di dire. sai no, tipo: fun fact, moriremo tutti! fan fact, lancaster ci ha lasciato nella merda!!»
    Mads aveva aggrottato le sopracciglia. No, non sapeva. «ma niente di quello che hai detto è divertente, anzi»
    «e qui che sta il bello»
    aveva aperto la bocca per ribattere, ma si era fermata prima di dire alcunché incrociato lo sguardo di un Joey che, particolarmente più gentile del solito, aveva scosso impercettibilmente la testa per farle capire di non insistere; lui l'aveva data tre volte e ancora non aveva capito.
    Il suo viaggio per Parigi (la sua prima volta in Europa, almeno che lei ricordasse) era iniziato così, carico di confusione dopo l'arrivo e le blande spiegazioni degli AU - ed era continuato con ancora più confusione, considerando che il terreno che cedeva sotto i loro i loro piedi lasciandoli separati (proprio dopo l'avviso di non separarsi ihihih crudele ironia).
    Sedere a terra si massaggiò la fronte guardandosi attorno, cercando di capire chi c'era con lei. «siete tutti interi?» ci mise un attimo a rendersi conto dell'oscurità - confortante ma diversa rispetto al solito; Cercò di creare qualcosa attingendo al proprio potere (una scatola di fiammiferi, magari?) ma non riscontrò risultati. Aveva la manipolazione dell'oscurità da così tanto tempo, che non si ricordava cosa volesse dire restare completamente al buio. Lentamente, per assicurarsi di non smuovere la pietra sbagliata, si spostò chiudendo gli occhi, ascoltando i respiri e le voci che la circondavano. Si avvicinò alla prima figura a terra che individuò, tendendo una mano a Mac e alla sorella. «va tutto bene» o almeno, sarebbe andato bene quando fossero riusciti a andarsene di lì prima che qualcos'altro crollasse loro addosso. Cercò in giro per assicurarsi che sotto i massi nessuno fosse rimasto incastrato o svenuto, impossibilitato a rispondere ai loro richiami, e appurato che non dovesse esserci nessun altro (di vivo, almeno) si incamminò col gruppo alla ricerca di un uscita, e poi della sala di cui avevano parlato gli AU - si auspicava che avrebbero trovato lì il resto della gente, ad attenderli.
    ...E invece dopo essere usciti dalla zona senza magia e essersi incamminati lungo i corridoi labirintici della scuola, trovarono un'altra stanza e altre persone. Stringendo nella mano il bastone di ferro, Mads si acquatto in posizione di difesa; con l'altra; cercò di far fluire e manipolare l'oscurità, creando fra le dita un piccolo anello scuro. Almeno non erano di nuovo senza magia. «au 1919?» «dubito.» Eh. Anche lei dubitava, tanto per iniziare perchè Darden e Mads non aveva senso fossero insieme a Mac, Harper, Bucky e Floyd. Non lo aveva detto agli altri, troppo confusa da come qualcosa del genere fosse possibile, ma Mads au non poteva esistere nell'AU 1919 se, come gli aveva accennato Frankie un anno prima, già era nel 2018, mentre Darden... beh, la sua AU era morta quindi #ciao O erano di un altro universo alternativo, oppure- ah li stavano attaccando, quindi problema risolto, dovevano uccidere le proprie copie. sempre che non volessero discuterne civilmente per evitare lo scontro. «volete discuterne civilmente per evitare lo scontro?» volarono cose (harper e copia). No, non volevano discuterne civilmente per evitare lo scontro. eh vabbè. «Fun fact» strinse la presa sull'arma «se non ci fate passare con le buone, useremo le cattive» funzionava così, no?
    Ascoltò distrattamente le parole random di Floyd in spagnolo senza capire niente (e lei che aveva provato a imparare la lingua andando ai corsi di balli latini americani, dannazione), ma sentendosi improvvisamente stanca e pesante distolse lo sguardo dal colombiano per puntarlo su se stessa. Quindi avevano anche i loro poteri? Magnifico. Spostò lo sguardo, vedendo una pistola puntata, e senza perdere altro tempo avrebbe cercato di creare un varco oscuro per entrarci dentro e scappare alla vista (e possibilmente all'attacco) dell'altra Mads, unendo l'utile al dilettevole apparendo alle spalle della Bucky cattiva per afferrarle il braccio e farle sbagliare colpo - il proiettile in aria invece che contro la ragazza. Restando con le unghie piantate nella carne della nemica, avrebbe cercato di tenerla ferma annuendo con gli occhi puntati in quelli di Mac. «ti fidi?» sorrise «incondizionatamente» Da quella distanza la freccia non avrebbe trapassato il corpo della donna arrivando a Mads, e sì, si fidava abbastanza del ragazzo e della sua mira.
    daisy mads wesley
    24 y.o. | mechanical | shdowkinesis
    All you can give
    all you can beg
    All that you longed for
    nothing compares
    When nothin' is sacred
    no one is safe



    (20) MADS (mads + floyd): sparisce in un varco oscuro-
    (13) BUCKY (mads + mac): -e riappare dietro scotts per farle sbagliare mira
    ATTACCO SCOTTS (mads + mac): la tiene ferma mentre mac colpisce
     
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    Strinse i denti ed alzò gli occhi al cielo, le dita strette attorno al legno della freccia conficcatasi nel suo ventre. Ebbe appena il tempo, Floyd, di bearsi del pugno a colpire in pieno la faccia della falza Larson, prima di dover tornare a fare i conti con la realtà dei fatti: chissà se era stata semplicemente l’adrenalina, o la più primitiva necessità di fregarsene, a non fargli avvertire immediatamente il dolore all’addome, ad impedirgli di percepire un fiore scarlatto a macchiare la pelle e la canottiera già sporca di polvere e detriti. Chinò il capo sul dardo, ponderando velocemente le varie opzioni che aveva in quel momento – perché, di continuare a girare per la stanza con quella cosa a sporgere, non gli sembrava davvero il caso. Di nozioni sul primo soccorso, il colombiano ne aveva pochissime, le basi; non aveva mai dovuto interessarsene più di tanto, dato che non aveva mai pensato in venticinque anni di vita di doversi ritrovare due volte in guerre di alcun genere, perlopiù ultradimensionali. Perché mai lui, umile panettiere di paese, avrebbe mai dovuto imparare a medicare un ferito? C’era gente che studiava apposta, per fare quel mestiere – e c’erano i poveri, che per sopravvivere magari qualche cosa dovevano pur apprendere in materia di igiene e salute. Sospirò, ed il primo impulso che gli venne fu quello di prendere e sfilare il tutto, fino a che anche la punta non avesse gocciolato lacrime scarlatte sul suolo: se non lo fece, non fu tanto perché credeva che così facendo avrebbe causato un fiume di sangue – cioè, sì, anche, ma parliamoci chiaro. Quanto sarebbe stato maledettamente doloroso, tirare fuori il tutto? Erano solo all’inizio di quel mistico viaggio della speranza, ed aveva patito abbastanza già nel farsela infilare: preferiva di soffrire ancora, e per così poco – almeno per qualche minuto, toh!, non chiedeva tanto. Così opto per il male minore, stringendo tra le dita il legno più vicino alla carne, e spezzò con un colpo secco l’estremità della freccia. Sentiva che così facendo sarebbe morto per una qualche infezione di tetanica, lasciando i germi della punta a proliferare all’interno del suo corpo, ma eh: it be like that sometimes. «il tuo sosia non è simpatico quanto te» commentò, alzando un angolo delle labbra verso l’Hale; ma perché non potevano essere in tutto e per tutto come loro sei, scusate? L’unico problema che avrebbero riscontrato, sarebbe stato la non-Darden: per quanto stimasse la loro, non poteva negare che avesse un certo je-ne-sais-quoi di inquietante. Spostò lo sguardo dal ragazzo, per cercare di capire come se la passassero gli altri. «meh» non troppo bene, no. Fece per avvicinarsi a Mads, reduce crocerossina - assurdo come i suoi (unici) migliori amici fossero entrambi stati su un vero e proprio campo di battaglia della Grande Guerra, e lui fosse stato così extra da venire scartato addirittura nei laboratori che avrebbero dovuto creare dei super soldati -, per chiederle se avesse fatto bene a spezzare la freccia, e magari se potesse aiutarlo in qualche modo a boh, magari toglierla del tutto senza morire dissanguato; chissà per quale stupido motivo, non aveva pensato prima a farsi dare un parere dalla russa. Aveva voluto, inconsciamente, apparire più fico e responsabile di quanto in realtà non fosse in simili situazioni? ma no, figuriamoci!
    «mmmh mads, senti ma -» no, okay. Citando un grande saggio: non sentiva niente. Mica per qualcosa eh, però era un tantino impegnata a non morire; come poteva darle torto. «ma non vedi che stavamo parlando?» erano davvero dei maleducati, quelli là. Avevano bisogno di essere rimessi in riga. Così, indispettito, Floyd avrebbe tirato la parte di freccia che ancora brandiva come un bastoncino addosso all’altra Mads, sperando di distrarla abbastanza da abbassare il suo sguardo malefico dalla mora. Avrebbe addirittura allargato le braccia lungo i fianchi, la testa a scuotersi come un vero drama latino. Si sarebbe poi voltato di nuovo verso la ragazza, intento a continuare a il proprio discorso, ma fece appena in tempo a girarsi per vederla sparire in un buco nero. «visto!? ora mi hai fatto pure perdere il filo del discorso, screanzata» non c’era più rispetto. Ma comunque, la Weasley falza non era una sua priorità, in quel momento – lo sarebbe stata semmai le loro tattiche difensive non fossero andate a buon fine, in quel caso avrebbe vendicato l’onore di Mads, ma fino ad allora «¡ay, caramba!» cosa vedevano, i suoi occhi celesti? Si sarebbe fiondato velocemente sulla Harper nemica, il braccio a stringere sul polso di lei per evitare di farle continuare a vorticare quell’arnese come un… como se llama, elitotano? Fenicottero?
    Vabbè che ne sapeva lui, era vecchio per quelle cose. In ogni caso, non voleva che colpisse la loro rossa con un oggetto divino - non ne era degna. L’avversaria, non la Hale. «ma non ci hai nemmeno messo l’incenso, dentro?» avrebbe domandato, confuso, prima di piegare il polso di lei affinché l’oggetto la colpisse in testa. «sei proprio ‘na pobre, chica»
    I wanna watch all my bridges burn Stand in the rain 'til the page is
    turned

    needtobreath - bridges burn
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco


    [difesa mads: floyd + mads] lancia un legnetto per distrarre weasly
    [difesa harper: floyd + mac] blocca il braccio di faye
    [attacco faye: floyd] e la colpisce col suo stesso turibolo
     
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    DIFESA MADS: 15 (floyd) + 1 (mads) = 16 pd (-4 ps)
    La forza di gravità ti colpisce come la mela sulla testa di Isaac Newton: leggera, ma fondamentale. Prima di entrare nel varco oscuro, preme sulla tua spina dorsale, incriccandoti appena la schiena. Ora sai come si sentono all'ospizio, giovincella.

    DIFESA HARPER: 7 (floyd) + 13 (mac) = 20 pd (+17 pa)
    ATTACCO FAYE: 4 (floyd) + 17 = 21 pa
    DIFESA FAYE: 17 (villalobos) + 1 (leighton) = 18 pd (-3 ps)
    Meh, niente di che - una bottarella.

    DIFESA BUCKY: 8 (mac) + 2 (mads) = 10 pd (-3 ps)
    Il proiettile ti colpisce di striscio la gamba, tagliando appena la carne.
    ATTACCO SCOTTS: 15 (mac) + 22 (mads) = 37 pa
    DIFESA SCOTTS: 5 (leighton) + 16 (weasley) = 21 pd (-16 ps)
    Una combo viulenta, che se non fosse stata per la resistenza sarebbe quasi parsa letale. La freccia si conficca nella gamba di Scotts, provocandole urla di dolore ed ingiurie nei vostri confronti.

    [leighton + weasley] BUCKY: mentre Leighton ti lancia un orbis, Weasley cerca di prenderti a bastonate.
    [villalobos] HARPER: Villalobos cerca di soffocarti con le ombre.
    [scotts] MADS: Scotts si fionda su di te e prova a colpirti in testa con il calcio della rivoltella.
     
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