[mini q] taking back the crown

Hogwarts.

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    It's fate, not luck.

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    hogwarts
    This is the way the world ends Not with a bang but a whimper.
    Le due ceste sono a vostra disposizione perché possiate armarvi, ed indossare una maschera (che, ricordo, non è facoltativa: forma e origine potete sceglierla a vostro piacimento, ma indossarla è necessario per non farvi riconoscere). La terra sotto i vostri piedi continua a tremare, facendovi domandare quale parte di Hogwarts sia collassata - se i vostri amici, fratelli, conoscenti siano riusciti a spostarsi in tempo: perché, a questo punto dovreste averlo compreso, la cavalleria è ovunque. Avete abbattuto le difese; avete, efficacemente, attirato l’attenzione del Ministero, così come il piano prevedeva.
    E loro sono arrivati.
    Le strade fra gruppo d’Assalto (Ministero) e Diversivo (Hogwarts) si separano: un portale si affaccia sul quarto livello del Ministero della Magia, lasciando tacitamente intendere che l’aiuto giunga anche dall’interno, così com’è accaduto a scuola.
    Sono le nove e dieci minuti del primo giugno, quando il portale si richiude portando con sé parte della Rivolta.
    Sono le nove e undici minuti quando il primo schieramento di difesa cede, ed i manti scuri dei Pavor s’insediano fra le mura del castello.
    Sono le nove e dodici minuti, ed è tempo di combattere.

    Separarvi non ha alcun senso, e lo sapete: i vostri avversari sono più forti della maggior parte di voi, più preparati, ed hanno meno scrupoli su come affrontare chi si trovano di fronte; non gli importa di chi siate, finchè vi mostrate essere una minaccia all’equilibrio del Regime. La vostra unica possibilità è quella di rimanere insieme, mostrarvi uniti, e non cedere mezzo centimetro all’avanzata nemica. Siete all’entrata di Hogwarts, taluni sulle scale che portano al Primo Piano, ed altri a terra; alle vostre spalle c’è il corridoio che porta alla Sala Grande, mentre di fronte a voi si affaccia il cortile della scuola.
    C’è solo una regola da rispettare – e lo sapete, mentre stringete la mano dei vostri amici, della vostra famiglia. Sapete di quale si tratta, mentre calibrate il respiro e preparate le armi.
    Sopravvivere.
    E non lasciate che vi dividano, perché non avrete altre opportunità.


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    arma: //
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    1 pa (kain)


    SYLVESTER: Ethelinda parte pesante, e ti lancia un sectumsempra.

    VIKTOR: Weronika tenta di toglierti di mano il pugnale con un expelliarmus.

    CHOUKO: anche Keila non scherza, e ti spara un bel razzo con il lanciagranate.

    CHARLES: Leighton carica verso di te, cercando di fracassarti la testa con il martello.

    ERIN: Hamlet spara qualche colpo ai tuoi piedi.

    JANE: Flynn ti lancia uno stupeficium.

    SCOTT: Rocky mira la rivoltella al tuo stomaco e fa fuoco.

    MEHAN: Chikako lancia un foramen alla tua spalla.

    GIDEON: Ambrosine tenta di colpirti alla nuca con il calcio del fucile.

    HAZEL: Roger scaglia tre shuriken verso di te.

    JESS: Vanessa ti lancia un petrificus totalus.

    AMALIE: Lysa cerca di darti i suoi nunchaku sui denti.

    STEPHEN: Dragoslava carica un cazzotto armato di tirapugni diretto al tuo stomaco.

    GAYLORD: Hirune vuole darti un calcio in faccia.

    PHOEBE: Alkyone ti lancia un incendio.

    NICKY: Mayur spara alla tua gamba.

    HEATHER: Paride ti lancia un balsamum.

    HUNTER: Asa spara al tuo petto.

    HALLEY: Juju tenta di decapitarti.

    AMELIE: Shane vuole infilzarti il ventre con la sua katana.

    SELF: Bernie ti lancia un crucio.

    KAIN: Julie ti lancia un rictusempra.

    ┉┉┉ info. potete fare un solo attacco per post, e massimo due difese. Potete attaccare un solo personaggio per volta (quindi se Amalie attacca Lysa, non potrà attaccarlo anche Stephen). Vi ricordo sempre di parlare al condizionale, e mai auto determinare le vostre mosse. Più postate più potrete guadagnare PE, e viceversa.
    Non essendoci le fasce livello, potete usare qualunque incantesimo contenuto in lista, e qualunque livello del vostro potere ([INCANTESIMI - POTERI).
    Dopo 48 ore dall'ultimo fateggio, se il vostro PG non viene difeso da altri personaggi e non avete postato per difendervi autonomamente, ai vostri PS ne verranno sottratti tanti quanti sono i PA dell'avversario (es: Tizio attacca Sempronio con un Expelliarmus da 10 PA; Sempronio non si difende entro le 48h, quindi ai suoi Punti Salute di partenza ne vengono sottratti 10). Nel caso si dovesse arrivare a 0 PS il pg rimane "bloccato" per 48 ore durante le quali non può postare; dopo le 48h, può riprendere a postare, ma con la metà dei punti salute. Potete postare con il personaggio che preferite, e scambiarli quanto e come volete: può, ad esempio, per un turno difendere ed attaccare Mehan e, quello dopo, difendere ed attaccare Barrow, o in uno stesso post possono dividersi attacco/difesa.

    ➞ combo. non potete fare attacchi combo, ma solamente difese. Cosa significa combo? Significa che difenderete il personaggio assieme ad un altro personaggio; off gdr, significa che i punti difesa di ciascun pg verranno sommati (es, Scott ha ricevuto un attacco da 17 PA. Fa combo difesa con Erin: Scott si sposta ( 8 PD ), Erin distrae l'avversario (4 PD ) = 8+4 = 12 PD). I post contenenti difese combo non devono essere postati a più di due ore di distanza l'uno dall'altro, altrimenti l'azione sarà considerata singola. Potete fare combo con voi stessi (es, gideon + guinevre) solamente se posterete in due tempi diversi: in un unico post non varrà come difesa combo, ma come difesa singola.

    ➞ spoiler. specificate sempre sotto spoiler l'attacco e la difesa, scrivendo cosa il vostro pg cerca di fare (e soprattutto specificando sempre i nemici e gli eventuali compagni di combo).
    ES:
    COMBO DIFESA PER CHARLES (charles + dante): cerca di fargli lo sgambetto
    ATTACCO (su Leighton): gli da un calcio


    ➞ è obbligatorio. mandare del tutto K.O. i nemici, quindi farli arrivare a 0 PS.


    Edited by egl.af - 24/4/2019, 00:26
     
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    Nervosa, Nicky Winston, lo era sempre. Bastava una parola, un'immagine, a volte un pensiero, ed eccola lì a torturarsi le mani e mangiarsi le pellicine, il cuore a battere veloce e i pensieri affollati. "Mi odia? Mi odio. Avrei dovuto fare questo, non sto facendo quello. Come mi devo comportare? Ho sbagliato a fare quella cosa? Ha usato un tono di voce diverso dal solito? Ho usato un tono di voce diverso da solito, e lei l'ha notato?". Forse un po' paranoica, a credere che tutti dessero tanta importava a lei o a quello che faceva, e forse un po' egocentrica, a dare tanta importanza a piccole cose della propria vita che, a lungo andare, non l'avrebbero toccata - ma c'è da concederle che, per come stavano le cose, lei era il centro del proprio mondo. O almeno, lo era stata, finchè non aveva deciso di ascoltare le parole di Erin nella Stanza delle Necessità e, deglutendo, annuire leggermente in un muto assenso. A quel punto al centro aveva messo qualcos'altro. Non se stessa, e neanche qualcuno; un ideale.
    Nervosa, Nicky Winston, lo era sempre - ma per un qualche scherzo del destino quella mattina non lo era.
    Pensò che la notte in bianco a osservare il soffitto e le stelline ivi appiccicate dovesse averle fuso il cervello, o che avesse finito la propria dose di ansia dopo averla consumata fino all'ultima goccia per sciocchezze... ma qualsiasi fosse il motivo, non c'era traccia di agitazione in lei - aspettativa, semmai. Era un male? Sarebbe dovuta essere più preoccupata?
    Si portò la tazza alle labbra, osservando da lontano Erin e chiedendosi quando si sarebbe alzata a fare l'annuncio, quello che avrebbe potuto cambiare le loro vite, e poi si girò alla ricerca dei Losers con un sorriso striminzito; ovviamente si erano seduti da veri ribelli vicini, nonostante le casate diverse: quel giorno, le regole le facevano e infrangevano loro. «vada come vada» mormorò, proprio mentre Erin si alzava sul tavolo per attirare l'attenzione di tutti. «stiamo facendo la storia» Allungò una mano, per stringere quella di Beh, più vicino; non gliela lasciò più finchè non fu il momento di alzarsi. La sua scelta Nicky già l'aveva fatta. «e sono sicura che sarà un best seller»

    Sarebbe carino raccontare del suo ultimo struggente saluto alle persone che amava, ma questo lo lasciamo ad un'altra volta; Nicky non era riuscita a dire nessuna frase epica - nonostante avrebbe un sacco voluto - niente di memorabile, che in caso della sua dipartita sarebbe rimasto scolpito nei cuori altrui. Aveva salutato timidamente e troppo velocemente quelli che se n'erano andati al ministero, ed era rimasta con la propria triste maschera a osservare il portale che si richiudeva. il bibliotecario Tragott e il professor Quinn, Bells, Jeremy e Stiles.
    Niamh.
    Non era neanche riuscita ad abbracciarla come voleva nella fretta, e non faceva che ripetersi che avrebbero avuto occasione più tardi, che sarebbe andato tutto bene, che sarebbero stati tutti bene (e lontano da Azkaban)... ma non poteva che chiedersi se quella missione le avesse tolto ancora un altro pezzo di famiglia che le rimaneva.
    Armeggiando con il teaser (non se l'era sentita di prendere un'arma che avrebbe potuto uccidere; probabilmente conosceva persino le persone che sarebbero arrivate per attaccarli, dal suo tirocinio al ministero) si diresse verso il luogo di raccolta, dove tutto sarebbe iniziato e avrebbero dovuto dare il meglio di sè per stare in piedi il più a lungo possibile, per dare il tempo agli altri di fare il loro dovere. Si sentiva un po' un agnello sacrificale, ma era felice di aiutare. Il cuore iniziava a battere più veloce, colpendo forte la cassa toracica insieme alle difese di hogwarts che andavano giù; suo fratello era lì fuori? Si sarebbe messo in sicurezza in tempo, prima dell'arrivo dei pavor? Alzò lo sguardo, alla ricerca dei propri amici nella folla; aveva cercato di controllare le maschere prese da loro, ma ora temeva di esserseli persi. Un paio di Pokemon, un demone (ma perchè Chouko era così, e allo stesso tempo un cuoricina adorabile), maschere dei cartoni... sarebbe impazzita a cercarli nella folla, già lo sapeva.
    «è una maschera carina» si voltò ritrovandosi a pochi centimetri da una specie di maschera africata, e nicky per poco non ebbe un infarto. Si riassettò in fretta, felice che Sam non potesse vedere il suo sguardo ancora shokkato. «è di qualche anime?»
    Anche se Sam non poteva vederla, Nicky aggrottò le sopracciglia. «è la maschera di Bastet» «????» «era un'importantissima divinità egizia»
    «AAAAH» Vide la testa enorme di Mads andare su e giù. «ora collego. Mi ricordo in effetti di aver visto un sacco di statuette e cose così, quando sono andata in Egitto... ti piace la mitologia egizia, quindi. Fiko»
    «un sacco!» andiamo, come non poteva? era risaputo che le divinità egizie fossero in realtà alieni GIACOBBO DOCET !!!!
    «Allora- oh. mi sa che dovremo rimandare a dopo la chiacchierata, piccola»
    Velocemente, Nicky voltò lo sguardo verso il portone di ingresso.
    E li vide.


    «cosafacciocosafacciocosafacciocosafaccio» ok, non era ancora esattamente nervosa, ma c'è da dire che per quanto hogwarts addestrasse i suoi studenti ad essere dei killer senza kuore professionisti, non è che gli venissero tutti così bene.
    Stringendo il teaser come ne andasse della propria vita (e forse era così) Nicky dovette obbligarsi a fare un respiro profondo per riprendere il controllo della situazione, mentre intorno a sè MAGIA la gente iniziava a lanciare cose, scagliare cose, tirare cose, fare cose. Ma dov'erano i balletti che gli erano stati promessi??
    "Ok. Ce la posso fare"
    Si guardò intorno e- bella lì, qualcuno stava mica cercando di ucciderla sparandole????
    Agile come una patata, la tassa si buttò di lato, tentando di rotolare via (le patate erano rotonde e quindi rotolavano IL CASO E' CHIUSO VOSTRO ONORE), e allungando un piede avrebbe cercato di dare uno sgambetto al* propri* assalitore dal dubbio sesso (che tu sia maschio o femmina, rispettiamo la tua scelta!) - per farl* cadere e ?? battere la testa ??? dai magari era così fortunata da farl* svenire al primo colpo!.
    BU YA!! Notando Scott (era scott, no?? PIKA PIKA!) gli sorrise, felice di aver lasciato le labbra scoperte nel travestimento (caso mai qualcuno avesse voluto baciarla in punto di morte) (i'm telling but also asking #prompt) .
    Ma chi ha tempo non perda tempo!! Una tipa (che non volle guardare in faccia, rischiando di scoprire che la conosceva) stava puntando la bacchetta, e Nicky, rialzandosi rapida, non si diede il tempo di scoprire verso chi; si sarebbe fiondata su di lei, il teaser teso in avanti a darle una scotta al braccio per farla desistere dall'incanto - o almeno farle sbagliare mira.
    You can take my heart, you can take my breath When you pry it from my cold dead chest -----------
    sam
    kobain
    2x y.o.
    cook / mask
    (muggle)
    pyrokinesis
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco





    le maschere sono linkate nello schema role mlml

    (4) DIFESA NICKY: nicky + charles → rotola via!
    ATTACCO SU MAYUR: nicky → allunga il piede per sgambettarlo

    (7) DIFESA JESS: jess + nicky → dà il teaser sul braccio con la bacchetta di vanessa
     
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    «Oggi è il momento di fare qualcosa; oggi è il momento di cambiare la storia. oggi salviamo i nostri amici, e salviamo noi stessi.» Continuava a tirare gomitate a Scott, Jessalyn Goodwin, mentre teneva lo sguardo fisso su Erin. Era come incantata dalla ragazzina, incapace di toglierle gli occhi di dosso. «è la nostra Erin» Era la loro Erin!! Ed era bellissima, lì in piedi sulla tavolata dei tassorosso, a parlare a tutta la sala ed incitare gli studenti a fare qualcosa. Guardandola in quel momento, per Jess era difficile pensare che fosse la stessa ragazzina che, fino a qualche anno prima, aveva preso per mano e trascinato accompagnato alla scoperta del mondo al di fuori del quartier generale. «è la nostra Erin» a furia di gomitate, Scott si sarebbe probabilmente ritrovato con braccio dolorante ancor prima dell'inizio dei veri attacchi. Ma come biasimarla in fondo, era impossibile trattenere l'entusiasmo!& Dopo mesi di assoluto nulla, in cui avevano tentato di trovare una soluzione ma senza risultati, finalmente qualcosa di era mosso, e potevano fare qualcosa nel concreto per aiutare i loro amici: era disposta a qualunque cosa, la Goodwin, pur di riaverli indietro. E avrebbe fatto qualunque cosa anche solo per la speranza di poterli aiutare. Ciò che auspicava era che molti altri studenti prendessero la stessa decisione, anche se - ne era consapevole - non tutti avevano perso persone a loro care. Ma il senso d'altruismo poteva esser abbastanza? Sperò davvero di sì. Anche perchè, non sapeva gli altri, ma A LEI IL DISCORSO DI ERIN L'AVEVA MESSA PROPRIO IN HYPE! «mi chiamo erin, e ho fatto la mia scelta» insomma, di cosa stavano parlando dai «adesso tocca a voi.» Si trattenne dal salire sulla panca più vicina e mettersi ad applaudire invitando tutti gli altri a fare lo stesso, ma sfortunatamente non c'era tempo. Così si limitò a un «IO SCELGO DI PARTECIPARE» cosa? era scontato fin dall'inizio?? Dai, valeva sempre. E poi un discorso del genere l'avrebbe portata a prender parte a quella missione anche se erin fosse stata una perfetta estranea, ne era certa. Detto ciò, la ragazza scattò verso la cesta con le maschere, andando a ripescare la sua preferita di pepita (aveva visto coco poco tempo prima, era ancora sensibile!!) che aveva comprato di persona, pagando ben sette dollari e novantanove a primark il giorno prima. Il suo tocco di classe era sulla maggior parte delle maschere adorabili in mezzo a quel gruppo di costumi presi da film cult horror o chissà quali leggende metropolitane inventate per terrorizzare i bambini prima di andare a dormire: ad esempio, aveva appositamente acquistato qualche maschera dei pokemon per far felice i losers e non solo. Indossata la maschera, rivolse la sua attenzione alla cesta delle armi, ancora incerta su quale scegliere: aveva passato un sacco di tempo a discutere con Erin e Nate su quale potesse essere la più adatta a lei (non ne aveva mai presa in mano una, se non a quei pochi allenamenti che aveva seguito al quartier generale)(dove in realtà non aveva mai prestato davvero attenzione)(di solito si presentava ancora mezza addormentata o in after dalla sera precedente) e dopo una lunga conversazione in cui avevano evidenziato pro e contro della maggior parte delle armi, non erano arrivati ad una conclusione. Barcollava nel buio. Quale scegliere?? Meh, del resto non ne sapeva armeggiare nemmeno una, tanto valeva andare su una "sicura" e che non richiedesse speciali skills per poter essere usata decentemente. Afferrato il manganello, si girò verso Erin ed iniziò a scuoterlo in aria come di solito faceva con i glow stick in discoteca «alla fine ho scelto questo!!» e dire che era stato quasi snobbato, liquidato dopo averne elencato giusto un pregio e due difetti, prima di passare ad analizzare qualche altra arma.
    Stava sorridendo come un ebete? Lo stava facendo
    In molti (ciao ari!) si chiedevano come avesse fatto a sopravvivere un anno e mezzo fingendosi un fantasma.
    Ma forse la vera domanda da porsi era semplicemente come avesse fatto a sopravvivere. «mi fa sembrare una poliziotta ad un addio al celibato!!&» Che ci poteva fare, /era fatta/ così.

    Non era abituata agli scontri, Jess. Aveva partecipato a qualcuno, certo, ma era sempre stato per caso, ritrovandocisi in mezzo contro la propria volontà. Quello invece? Aveva uno scopo, un motivo per cui combattere. Rimase in guardia, quando le prime figure fecero il loro ingresso nella stanza, concedendosi di rivolgere un sorriso rassicurante ai volti degli studenti rimasti in quella sala, i suoi amici, e sperando con tutta se stessa che le cose andassero per il meglio. E si trattò di una frazione di secondo: un attimo prima per poco non si strozzò notando il panico puro dipinto sul volto di Behan Tryhard, e quello dopo fu costretta a riportare l'attenzione sugli ospiti indesiderati in quella sala. Manco il tempo di respirare, oh: la prima cosa che notò fu la pistola di uno dei tipi puntata contro Erin «E NO È» già partivano malissimo!! Per aiutare l'amica, la ragazza avrebbe creato una copia di sè per poi scagliarla all'attacco del tipo, nel tentativo di placcarlo da un lato e buttarlo a terra o perlomeno di deviare la traiettoria dei proiettili: puntava tutto sull'effetto sorpresa. Non ebbe nemmeno il tempo di controllare l'esito del LDJ (lancio-di-jess) visto che qualcuno aveva deciso di volerle lanciare un incantesimo contro. Chi era quel qualcuno? Non lo sapeva neppure lei, era semplicemente una persona molto rude!!! E dato che le persone scortesi meritavano di esser punite, la ragazza optò per il replicare il LDJ, ma questa volta lanciando se stessa e non una sua copia: si sarebbe abbassata a terra per evitare l'incantesimo (giusto in tempo per notare Nicky arrivata in suo soccorso?? «GRAZIE BELLA!!» ) e poi, con l'agilità che soltanto anni nella squadra di cheerleader dei tassi potevano averle dato, avrebbe fatto una capriola per arrivare ai piedi della tipa e darle una manganellata all'altezza del ginocchio, nel tentativo di farle perdere l'equilibrio. «questo coso MENA SUL SERIO» non era come quelli di gomma che usavano agli addii al nubilato!! cosa? cosa. Aveva urgente bisogno di fuggire via con un'altra atletica capriola.
    Dancing
    through
    the
    fire
    Behan Tryhard
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    (2) DIFESA ERIN (erin + jess) : crea una sua copia e la manda a dare una spallata ad Hamlet
    (7) DIFESA JESS (jess + nicky) si china a terra e fa una capriola
    ATTACCO SU VANESSA: manganellata sul ginocchio
     
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    Inspirò, espirò. Si permise un sorriso, Erin Chipmunks, nell’osservare in quanti si fossero uniti alla missione; un sorriso ch’ebbe durata breve, perché tutto quel cui riuscì a pensare nel vedere i suoi compagni alzarsi, fu Keanu sarebbe stato fiero di me.
    Ma Keanu, come tanti altri che in quel momento avrebbero potuto essere orgogliosi di Erin, non c’era. Prima o poi si sarebbe abituata alla sua mancanza; prima o poi avrebbe smesso di alzare la testa cercando i sempre gentili occhi azzurri del Larrington, ed avrebbe cessato di attendere la mano callosa a scompigliarle i capelli bruni – ma non quel giorno. Abbassò rapida lo sguardo ed ingoiò la saliva, ricordandosi non fosse il momento propizio per piangere. C’è Scott; c’è Jess; ci sono tutti i tuoi amici, Erin.
    Quasi, tutti.
    «alla fine ho scelto questo!!» Alzò la testa verso Jess, gli occhi verdi a guizzare dal manganello al sorriso della Goodwin. Bastò quel sorriso a sciogliere la tensione della Chipmunks, ricordandole – ancora e sempre – che fosse lì anche per lei. Che anche quando non aveva avuto nulla, aveva avuto più di molti altri: perché aveva avuto un Nathan, una Jess, Scott; aveva avuto tutti i ribelli che le avevano dato distratti buffetti sulla guancia passandole affianco al Quartier Generale. E Murphy; e Kieran.
    Ed un’intera vita passata e mai realmente dimenticata. Quel sorriso, per Erin, significava più di qualsiasi frase d’incoraggiamento la Goodwin avesse potuto offrirle, perché voleva dire ci siamo dentro insieme; perché voleva dire ti voglio bene; perché, nel pollice sollevato della Chips in direzione di Jess, c’era un intero universo di ti copro io. «grazie» fu tutto quel che riuscì a sussurrare, spostando gli occhi sui suoi compagni; si soffermò su Charles, Emeric o quel che voleva, cercando di spingere verso di lui l’ondata di soddisfazione del visto? Questo – questo l’abbiamo fatto insieme, perché Erin sapeva che alcuna rivolta iniziasse da soli, e Charles l’aveva imparato a proprie spese. Non l’avrebbe mai perdonato per essere fuggito, ma non avrebbe mai dimenticato che fosse tornato: era fiera di lui, più di quanto mai fosse riuscita a dirgli. Dante e Ryan; Amèlie, Viktor, Gideon, Hazel - perfino Perses Sinclair. Kain, Chelsey; Self e Take; Phoebe e Chouko.
    Ed i ragazzini su cui nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo, e che per la Chipmunks erano sempre valsi milioni: «ci siamo davvero» sorrise a Halley e Hunter, a Behan, Mehan e Nicky, verso cui agitò la maschera a forma di gatto stretta fra la mani. «ci siamo davvero» prima d’infilarsela, ruotando su se stessa per fronteggiare il corridoio. Cercò la mano di Scott, perché l’avrebbe fatto sempre, e prima di abbandonare la Sala Grande non potè fare a meno di domandargli: «insieme?» che non importava sapesse già la risposta, voleva sentirselo dire.

    «ma ti pare??» –cit. Un oltraggiato Frankie Cobain, inquietante dietro la maschera di Dana Scully, tentò di colpire con la propria fedele chitarra la tempia di uno stronzetto qualsiasi che aveva ben pensato di sparare a Noah (cioè, Scott, ma Noah). Il Guaritore era già entrato in modalità Combattimento, che implicava un entusiasta sorriso sulle labbra e gutturali grida al soffitto al ritmo di Immigrant Song; poteva anche essere terrorizzato come le merde, ma non poteva permettersi di essere debole.
    O vulnerabile. Non quando in gioco c’erano sua sorella, i Coop; anche i ragazzini del canon, gli andavano a genio. Razionalmente sapeva non avrebbe dovuto preoccuparsi per Fergie, il quale, di fronte alle porte dell’inferno, avrebbe barattato la propria anima con cento delle loro, ma tant’era: continuava ad osservarlo di sottecchi, distogliendo l’attenzione prima di essere colto in flagrante. Mica voleva si montasse la testa, era già esuberante di suo. «cioè ma - assurdo» Non c’era più religione. Scosse il capo e corrugò le sopracciglia, un gomito poggiato sulla spalla di Erin Everdeen. «so che sei preoccupata per il tuo amico, ma» la scosse leggermente indicandole un uomo armato di mitragliatrice poco distante da loro, la canna puntata verso i piedi della Chipmunks. «forse dovresti -» ed Erin non gli avrebbe dato tempo di concludere la frase, reagendo all’input con un grazioso balzo laterale. Malgrado ella non potesse vederlo, piegò le labbra in ammirazione. «uau» Ed Erin cercò con tutte le proprie forze di ignorarlo, mentre tirava la corda dell’arco per scoccare una freccia verso il Ministeriale – ma era davvero difficile, ignorare Frankie Cobain.
    Soprattutto perché, senza un motivo specifico eccetto l’isteria, le stampò uno stupido sorriso involontario sulle labbra. Forse stava impazzendo? «SPAKKA TUTTO» e sull’onda della tifoseria, concentrandosi però sul proprio respiro, Erin avrebbe rilasciato la freccia verso la coscia dell’uomo.
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    (14) DIFESA SCOTT (scott + frankie): colpisce il kattivo con la chitarra lanciafiamme
    (2) DIFESA ERIN (erin + jess): flos. [Trasforma la polvere da sparo in petali. Colore: verde. Verbale.]
    ATTACCO SU HAMLET: (erin): scocca una freccia verso la gamba
     
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    «hai un piano?» i corridoi di Hogwarts non gli erano mai parsi così tetri e desolati, nemmeno durante tutte le ronde notturne che da diversi anni a quella parte lo portavano a vagare da solo per il castello ad orari improbabili, con il solo eco dei suoi passi a vibrare pesanti contro le pareti. Teneva salda la bacchetta tra le dita, nascosta nella tasca del mantello insolitamente scuro, e nonostante l’altro ostentasse la sua stessa, finta tranquillità, era certo che il livello di tensione fosse tale anche per lui, tanto da tenerlo all’erta ad ogni angolo svoltato. «nulla di abbastanza solido, per ora» non si volse ad osservare il profilo di Mitchell nella fioca illuminazione delle torce, chinando invece il capo in un gentile inchino verso uno studente diretto dalla parte opposta alla loro, e fu grato di quel pretesto per non dover lasciar trapelare dalle iridi di giada tutta l’ansia che la risposta del vicepreside gli aveva appena messo addosso – come se già non sentisse il cuore in gola ad ogni suo battito, il respiro ad alzare ed abbassare il petto più velocemente di quanto non fosse considerabile normale. Phobos Xavier Campbell, quasi per definizione da vocabolario, era l’antitesi vivente dell’agitazione: riusciva a gestire ogni situazione avversa, da quelle blande a quelle decisamente più rognose, con un sorriso rassicurante sul volto ed una risata di gusto; non che fosse uno sprovveduto, o che non prendesse nemmeno in considerazione il peggior scenario plausibile, ma era un innato ottimista, e gli era impossibile perdere il buon umore, quale che fosse il problema. Lo riteneva il miglior modo per reagire, che se solo avesse iniziato a pensare negativamente era perché già sapeva come sarebbe andata a finire.
    Quella del primo giugno, a conti fatti, poteva essere una serata di rivolte come ogni altra. Certo, non era ancora mai capitato che ad Hogwarts ci fosse un qualche tipo di rappresaglia, ma avrebbe mentito se avesse con certezza affermato di non essersi mai ritrovato in situazioni simili. Avrebbe potuto viverla allo stesso modo di sempre, dispiacendosi solo per la scuola, e tutto quello che significava per lui – la sua gioventù, la sua realizzazione, il suo futuro -, ma era tristemente consapevole che per un bene più alto doveva essere pronto anche a quello.
    Ciò per cui non era pronto, per cui non sarebbe mai stato pronto, non era un’ipotetica devastazione di Hogwarts. La partecipazione dei ragazzi stessi, era il suo tallone di Achille. «cosa vuol dire che non hai nulla di abbastanza solido, mitchell» ogni singola parola pronunciata pareva più marcata di quanto non dovesse essere, affilata e tremante, lasciata sibilare tra i denti stretti in un sorriso da Tony Award. C’era in gioco la vita dei suoi figli, i suoi bambini!, quella notte; stavano rischiando tutti i suoi studenti, semplicemente trovandosi in Sala Grande in quel preciso istante, e per la prima volta nella sua vita da Ribelle sperava che il meno possibile di loro prendesse parte a quella maledetta giostra. Già si sentiva in colpa per aver trascinato il giovane Dumont nella Resistenza – era un rebel scout, e quello era sempre stato il suo compito, ma con Charles era stata più una questione di necessità di tenerlo al sicuro e vivo che vera e propria passione per la causa, per quanto lo riguardava -, non poteva neanche solo pensare che qualche innocente, sotto la sua supervisione, si facesse del male; già l’idea che il suo assistente potesse rimetterci in qualche modo, lo terrorizzava. Era soprattutto per quello, che stava rischiando vita e lavoro quella sera: erano tutti una sua responsabilità, e non poteva lasciarli da soli. Perciò, ogni cosa doveva andare alla perfezione – e Mitchell Winston, psicopatico perfezionista qual era, non lo stava aiutando.
    «ti fidi di me, phobos?» si fermarono entrambi di colpo davanti all’ultima scalinata, quella che avrebbe diviso i loro cammini: dopo l’ultimo gradino, la Sala d’Ingresso e l’uscita verso i cortili principali, dove l’attendevano già le gemelle e Dick per disattivare le difese di Hogwarts; l’altro aveva compiti diversi da svolgere. Deglutì, il Campbell, senza riuscire a guardare l’ex corvonero dritto negli occhi azzurri - il proprio cipiglio puntato sul portone, il fiato a strozzargli la gola. «ciecamente.» ed in quel modo, si era fidato di poche persone in trentun anni: sua madre, Keanu Larrington e William Barrow. Che praticamente nessuno fosse lì con lui in quel momento, non era strettamente rilevante. «allora non temere, che qualcosa mi inventerò: lavoro meglio sotto pressione. improvvisando cazzate. Si organizzava persino la biancheria da mettere nel corso delle settimane a venire, quello lì. «li terrò impegnati quanto basta» si voltò verso di lui, la mano sporta in attesa di essere stretta ed un angolo della bocca appena sollevata. Phobos, che non amava particolarmente le formalità, lo strinse in un breve abbraccio, il palmo destro a colpire la schiena in pacche d’incoraggiamento – che servivano sicuramente più a lui, ma tant’è. «vedi di non farti uccidere dallo staff: cospirano alle tue spalle un giorno sì e l’altro pure.» voleva alleviare la tensione con una battuta? Mh, sperava passasse quel messaggio – ma davvero, c’erano alcuni individui che non lo sopportavano e sicuramente lo volevano morto. Beh, lui lo aveva avvisato. «state attenti, manca…» dopo uno sguardo veloce all’orologio al proprio polso, la smorfia del vicepreside precedette le sue parole. «decisamente poco» annuì, scese un paio di scalini. «ah, e phob, per favore:» si girò a mezzo busto, il mento alzato e le sopracciglia corrugate, un mezzo sorriso già a storcergli il viso. «nicky non gli servì dicesse altro. «non dovresti nemmeno ricordarmelo»

    «è la nostra erin» Scott non riuscì a curarsi particolarmente delle gomitate di Jess, a sentire l’osso della ragazza cozzargli ripetutamente sul braccio, indolenzendoglielo più di quanto fosse necessario. Non per qualcosa, sia chiaro: adorava la Goodwin come una sorella, ed anche non lo avesse fatto la sua petulanza l’avrebbe resa impossibile da ignorare realmente. Ma la sua attenzione, era già tutta sulla gemella. Da quando avevano parlato per la prima volta di quel piano, per la precisione: era rimasto affascinato da quel rinnovato coraggio che, pur conoscendola da sempre e per sempre, aveva visto farla ardere dall’interno donandole una luce nuova, tutta sua. Ricordava di esserne stato intrigato sin dal principio, condividendo con lei quel fuoco divoratore – riscoprendo una forza ed un’audacia che raramente l’aveva ispirato, e che persino durante la battaglia di Brecon o le riunioni dell’Esercito non aveva sentito così prepotentemente. A voler essere brutalmente onesti, Scott Noah Chipmunks era sempre stato un codardo, prima di entrare in simbiosi con Erin: si davano l’un l’altro in una maniera che i comuni mortali non avrebbero potuto comprendere, senza nemmeno domandarselo.
    Ed in quel momento avevano uno scopo più grande, un qualcosa che lui stesso in prima persona, con Tessa e Jess prime tra tutti e l’Esercito poi, aveva contribuito a creare; aveva qualcosa per cui vivere, il tassorosso. Che fosse tutto merito di sua sorella sarebbe scontato ripeterlo, e vederla in piedi sulla tavolata della Sala Grande gli riempiva il cuore di orgoglio, pizzicava gli angoli della bocca e degli occhi.
    Al contempo, era terrorizzato. Non per l’imminente battaglia – non del tutto, almeno. Aveva paura per quanto si era esposta la ragazza, per il fatto che molti di loro lì presenti non avrebbero assecondato la loro decisione, e si sarebbero probabilmente rivolti al Governo. Il primo nome che avrebbero fatto, sarebbe stato quello della diciottenne.
    Era necessario, terribilmente necessario, e non poteva essere contrario a quella parte del piano – tutt’altro. Avrebbe preferito che qualcun altro ci mettesse la faccia, salvaguardando la sorella? Indubbiamente, ma la decisione era ormai stata presa; ed ancora, ne era felice. Chi avrebbe mai potuto non farsi ispirare da quel cupcake vivente?
    Ma diamine, se l’avrebbe mai lasciata farlo da sola. «mi chiamo erin, ed ho fatto la mia scelta» non attese molto, solo uno sguardo verso la special al suo fianco, pregandole silenziosamente di non azzardarsi tanto: lei, in quanto ufficialmente morta, ci rimetteva più di tutti loro. «mi chiamo scott,» salì sul tavolo, prese la mano di sua sorella e la strinse più forte che mai, supplicandola in quel non detto di trasmettergli almeno metà, della sua audacia. «ed ho fatto la mia scelta»
    Non ebbe modo di vedere se qualcun altro, oltre a lui e Jess, avesse risposto al grido di battaglia: dovevano andare. Il che, implicò un gran bel caos generale. Si sentì fortunato ad arrivare alle ceste d’armi e maschere senza venire massacrato dai suoi stessi compagni durante il tragitto, ed altrettanto baciato dalla dea bendata quando trovò la maschera del meme di Pikachu, un arco ed abbastanza frecce da riempire una faretra. Alzò gli occhi per cercare i suoi compagni indossare le maschere, e non poté che sciogliersi in un sorriso che per poco non sfociava in lacrime, nel vederli tutti lì – i golden, i losers, e persino le mean girls!; allargò ancora di più il sorriso verso Jane, felice di trovare la compagna di too young to be so pissed off al loro fianco. Quando però vide Connor Walsh, decise di voler tornare a morire come di consueto. «conNOR??» non fraintendetelo: più tempo lo vedeva, più era felice. Ma non se l’era aspettato.
    Sperava soltanto non lo avrebbe confuso involontariamente, facendo morire qualcuno in maniera altrettanto accidentale. «tutto è andato come doveva andare» «CRISTO, PROF» ma cazzo, quando era arrivato il Campbell a sussurrargli alle spalle. Almeno lo aveva fatto riprendere dalla trance in cui il legionario lo aveva mandato – meglio così, non c’era tempo da perdere.
    Alzò di nuovo lo sguardo, e prima ancora di riuscire a trovarla, sua sorella già gli stringeva la mano. Inspirò; espirò.
    Era il momento.
    «insieme?»
    «insieme.»
    Naturalmente, dieci secondi dopo l’inizio della guerra, già l’aveva persa.
    Eh, funzionava così – almeno aveva la certezza che l’avrebbe sempre trovata, in un modo o nell’altro.
    In quel preciso istante, però, era preoccupato da altro. Per esempio: «posso lasciarti un attimo da solo, ragazzo?» piegò la testa, cercando gli occhi del Campbell – e finse che sì, lo stesse guardando; invece, gli occhi del professore vagavano come una patata bollente da un Tryhard all’altro, alla propria sorella, fino a Charles. «penso di s-» «ok bene torno subito» batté gli occhi, vagamente esterrefatto, una mano a tendere la corda dell’arco con una freccia e l’altra a tenere l’impugnatura dell’arma. Osservò Phobos Campbell, il dolce professore di copro a corpo, alzare un fucile a pompa, un fottuto fucile a pompa, verso uno dei loro avversari diretto verso il Dumont. Avrebbe dovuto combattere, Scott, ma era davvero… inquietantemente affascinato: così decise di restare a guardare il suo responsabile mentre sparava, senza pensarci troppo, all’uomo, nel tentativo di impedirgli di prendere a martellate il suo assistente (e fingendo ce l’avesse fatta, tanto insomma - 6 pa) (le ultime parole famose, RIP CHARLES!). Fu Frankie dell’universo alternativo, che sfrecciandogli affianco sulle note dei Led Zeppelin, lo riportò alla realtà. Più specificatamente, ad un tipo che già voleva conficcargli una pallottola in corpo. «oh, ma -» insomma. Prima che potesse finire di lamentarsi, il Chipmunks si sarebbe gettato di lato, rotolando sul terreno confidando nei poteri dei gatti, senza mai perdere la presa sul dardo; una volta ristabilizzatosi sul terreno, si sarebbe alzato su un ginocchio, e senza troppi indugi avrebbe scoccato la freccia verso lo stesso che aveva osato assalirlo. «ehi, GRAZIE!!» avrebbe alzato un pollice entusiasta verso il Cobain, sia che lo avesse difeso che no – oh, insomma: alla fine ci aveva provato!
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    (6 pa) difesa charles: fucilata (phobos + charles)
    (14 pa) difesa scott: rotola via (scott + jess)

    attacco su rocky: freccia
     
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    Ogni mattina un Charles Dumont si sveglia e sa che dovrà prendere la sua pozione polisucco prima di lasciare la propria stanza. Eppure, quella mattina, lo stesso Charles Dumont si sveglia e «le priorità sono molto chiare, 74 centrimetri di lunghezza» afferma, poggiando il metro sulla scrivania ed osservando il suo riflesso con aria fiera, riconoscendo per la prima volta dopo mesi il proprio volto e non quello ormai consueto di Eméric Lacroix.
    «a me sembrano ancora un'ottantina» ponderò la Kaufmont girandogli attorno con aria corrucciata, una mano sul mento e le sopracciglia aggrottate. «è perché su di me sembra tutto più long» scrollò le spalle con noncuranza, voltandosi tuttavia di profilo verso lo specchio con rinnovato dubbio. La questione era semplice: con la più che prolungata esposizione alla Polisucco, il suo corpo aveva qualche difficoltà a tornare al suo stato originale, ragion per cui aveva l'impressione di essere chiaramente più alto del consueto. «beh, in ogni caso la lunghezza non è importante: conta come si usa» s'arrese infine, dando le spalle al proprio riflesso e spostando lo sguardo sulla Kaufmont, per lui soltanto Brooke. Qualora ve lo steste chiedendo, no, la giovane AU non aveva mica trovato il coraggio di ammettere al Dumont di essere sua figlia in un altro universo, perciò si era limitata a scegliere di non seguire Mabélline, Yulia e Nicole al Ministero per poter invece coprire le spalle alla versione alternativa e più giovane - ma viva - di suo padre a Hogwarts.
    Dal suo canto, Charles aveva accuratamente evitato di dormire nel castello senza le sembianze del Lacroix per non rischiare di sputtanarsi ancor prima di cominciare e, se una cosa buona Iden gliel'aveva lasciata, quella doveva senz'altro essere la Rivera, che aveva accettato di ospitarlo per quella notte assieme alle altre rifugiate. A volte si sentiva talmente solo da riuscire a malapena a respirare, altre, come quella, avrebbe quasi potuto piangere per la commozione all'idea che qualcuno fosse ancora disposto ad aiutarlo nonostante tutto. C'era Nicole, che l'aveva accolto pur non essendo niente per lei, né tanto meno per suo fratello. C'era Phobos, che coi suoi modi non avrebbe mai potuto percepire come un padre - e non perché non lo apprezzasse, al contrario: alla luce della sua esperienza, un padre così Charles non sarebbe neppure riuscito ad immaginarlo. C'era Viktor, che ancora faticava a fidarsi di lui ma che gli era rimasto accanto, fino alla fine. C'era Amélie, che gli assomigliava talmente tanto da fargli un po' paura. E c'era Erin, che pur conoscendolo appena gli aveva letteralmente ridato la vita. E lui non ne aveva idea, davvero, di come si facesse ad esprimere la riconoscenza, ma a volte gli capitava di guardarla e di voler così tanto abbracciarla e lasciarsi sfuggire un 'grazie', che forse per lei sarebbe stato un gesto come un altro, mentre per lui avrebbe significato più di quanto fosse anche soltanto in grado di concepire. A volte, come quella, la osservava e non riusciva a non provare una certa ammirazione mista ad un pizzico d'invidia nei confronti di quella minuscola tassorosso, che in sé aveva più coraggio di quanto lui non avesse mai mostrato.
    «mi chiamo erin, e ho fatto la mia scelta, adesso tocca a voi.» avanzò finalmente di un passo il Dumont, lanciando un'occhiata a Brooke ed annuendo lievemente, calandosi quindi il cappuccio dalla testa e lasciando che il proprio volto venisse alla luce. Si guardò attorno per un istante, cercando il Dallaire con lo sguardo. Una volta individuatolo, si diresse di soppiatto alle sue spalle, pizzicandogli poi i fianchi con entrambe le mani ed allungando il collo per sussurrargli «devine qui est de retour» ad un passo dall'orecchio, lasciandolo andare per poterglisi parare davanti «amélie?» chiese dunque, un misto fra l'entusiasmo di essere di nuovo in mezzo alla sua famiglia come Charles e non come Eméric e la preoccupazione di saperli potenzialmente in pericolo. «cerchiamo di guardarci le spalle, oui? E se tu dovessi aver bisogno -» perché in fondo erano passati, quanti?, un paio di mesi da che aveva perso la bacchetta il Dallaire? Ciò che più temeva il Dumont, a quel punto, era che il cugino non fosse ancora in grado di maneggiare i propri poteri a dovere «beh, lo sai» scrollò le spalle, avviandosi verso le ceste dei rifornimenti per prendere una maschera. «chrìst» mormorò osservando quella che aveva agguantato, chiedendosi esattamente perché esistesse una cosa del genere «ricordami così, prima d'assomigliare ad un neonato con strane parafilie» si voltò verso Dante, al suo fianco, facendogli l'occhiolino prima di calarsi la maschera sulla testa. Non era semplice fingere di conoscerlo appena, come se tutti quei mesi passati assieme come Eméric non fossero mai accaduti, ma - che altro poteva fare? Dicendogli la verità, a quel punto, non avrebbe fatto altro che incasinare le cose ancora di più.

    «quanto moriremo da uno a venti?» faceva fatica a deglutire Charles, perché davvero non era mai stato /così/ coraggioso da schierarsi in prima linea come invece stava facendo «anzi no, non dirlo: porti sadicamente sfiga» era Phobos? Era Phobos, e chissà quanto averlo vicino avrebbe giovato alla sua incolumità - probabilmente poco, molto poco, ma in fondo gli avrebbe voluto bene lo stesso - «però guarda, così sembro davvero tuo figlio!!» sono le tre e trentacinque ed è il sassy!charles time, ciao!!1!1!
    «eulà» mormorò fra sé all'arrivo dei Pavor, previsto eppure non per questo confortante. Puntò la bacchetta contro uno di questi, evidentemente intenzionato a caricarlo con, davvero, la stessa eleganza di uno scaricatore di porto (ma a martellate?? Sul serio?? «incarceramus» pronunciò dunque, sperando che le funi bastassero a fermare il suo attacco - beh, dai, magari sì assieme al colpo di fucile a pompa del professor Campbell (l'ho detto, ecco, l'ho detto) «se non c'è il copyright, io direi che lapsum flexilis» avrebbe a quel punto continuato rivolto contro il proprio avversario, ricordando come quello stesso incanto fosse persino stato sul punto di fermare la Morte Rossa ad una precedente lezione di Trasfigurazione, trasformandola in un adorabile guardiano di Cuscinopoli. «meh» l'ultimo rantolo prima di morire? Un segno di resa? Il richiamo per uno dei fratelli Tryhard? Il sonno delle quattro di notte? Tutto e niente. «expulso» pronunciò dunque, puntando la bacchetta verso il Pavor all'attacco di Nicky nel tentativo di schiantarlo prima che potesse premere il grilletto.
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    COMBO DIFESA PER CHARLES (charles + phobos): lancia un incarceramus verso leighton
    COMBO DIFESA PER NICKY (charles + nicky): prova a schiantare mayur con un expulso
    ATTACCO (su Leighton): lancia un lapsum flexilis per trasformarlo in un omino marshmellow ♥
     
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    15 pd
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    manganello ( moltiplicazione )
    balestra
    vanessa
    20 pa
    10 pd
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    bazooka
    13 pa (jessalyn)
    amalie
    & connor
    15 pa
    15 pd
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    tirapugni
    pistola semiautomatica
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    10 pd
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    nunchaku
    19 pa (amalie)
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    & take
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    15 pd
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    falce
    martello
    dragoslava
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    10 pd
    50 ps
    tirapugni
    9 pa (stephen)
    gaylord
    & meara
    15 pa
    15 pd
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    pistola semi automatica
    pugnale
    hirune
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    10 pd
    50 ps
    nunchaku
    9 pa (gaylord)
    phoebe
    & et-chu
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    15 pd
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    bastone da passeggio
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    10 pd
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    15 pa (phoebe)
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    10 pd
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    & fitz
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    15 pd
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    15 pd
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    50 ps
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    1 pa (kain)


    (4) DIFESA NICKY: 5 (nicky) + 7 (charles) = 12 PD (+4 PA)
    ATTACCO SU MAYUR: 3 (nicky) + 4 = 7 PA
    DIFESA MAYUR: 3 PD (-4 PS)
    Ancora non hai perfezionato la nobile arte dello Sgambetto, giovane Nicky-san. Ma hai tempo, imparerai. Il tuo risulta abbastanza debole, incerto, ma non per questo evitabile. Mayur inciampa e sbatte la fronte contro l'arma di un suo compagno, ma torna subito alla carica.

    (7) DIFESA JESS: 9 (jess) + 4 (nicky) = 13 PD (+6 PA)
    ATTACCO SU VANESSA: 6 (jess) + 6 = 12 PA
    DIFESA VANESSA: 7 PD (-5 PS)
    poliziotta!Jess, anche tu devi aggiustare il tiro se vuoi entrare nel 99 - ma credo in te, ce la farai. Intanto, provochi una bella contusione al ginocchio di Vanessa, che ti inveisce contro con parole poco carine.

    (14) DIFESA SCOTT: 10 (scott) + 15 (frankie) = 25 PD (+11 PA)
    ATTACCO SU ROCKY: 14 (scott) + 11 = 25 PA
    DIFESA ROCKY: 5 PD (-20 PS)
    Urca. Nulla da dire: la rotolata è perfettamente eseguita, la chitarrata in testa da parte di Frankie potente e provvidenziale: Rocky è già estremamente confuso, quando la freccia gli si conficca nel ventre, facendolo piegare a terra.

    (2) DIFESA ERIN: 1 (erin) + 1 (jess) = 2 PD
    ATTACCO SU HAMLET: 13 PA (erin)
    DIFESA HAMLET: 1 PD (-12 PS)
    Beh, per quanto riguarda la difesa - doveva succedere. Ti salvi pelo pelo da un attacco già debole di suo, ma l'importante è sempre essere sopravvissuti, giusto? In compenso, ottima mira! La freccia si conficca nella gamba di Hamlet, che già inizia a porsi i dilemmi esistenziali sul suo essere o non essere.

    (6) DIFESA CHARLES: 10 (charles) + 13 (phobos) = 23 PD (+17 PA)
    ATTACCO SU LEIGHTON: 14 (charles) + 17 = 31 PA
    DIFESA LEIGHTON: 1 PD (-30 PS)
    Eau la madonna. Tra la fucilata di Phobos che colpisce Leighton al fianco ed il tuo incarceramus che lo immobilizza, già destabilizzato viene facilmente trasformato in un omino marshmallow, cadendo inanimato sulla folla. Qualcuno lo revitalizza, ma puoi perfettamente renderti conto di quanto sia già provato da quello scontro.

    NICKY: Mayur ti lancia un expelliarmus.
    JESS: Vanessa prova a colpirti violentemente con il corpo del suo bazooka.
    ERIN: Hamlet mira, stavolta più in alto, e spara nuovamente con la mitraglietta.
    SCOTT: Rocky ti lancia un nemelio.
    CHARLES: nessun convenevole per Leighton, che ti scaglia immediatamente un adacturi.




    ➞ p.s. gli incantesimi dell'ultima lezione di trasfigurazione, non essendo ancora stati inseriti in lista, non sono utilizzabili. Visto che non lo avevamo specificato dal principio, per questo giro li abbiamo fatti valere, ma dal prossimo non saranno validi.
     
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    «stiamo facendo la storia» Sarebbe stato bello poter dire che, quelle parole, riuscirono a tranquillizzarlo. Che il sorriso della migliore amica e la sua mano stretta nella propria furono sufficienti a calmarlo, ma non fu così. Behan Tryhard era, beh, un Behan e per quanto ormai da giorni stava tentando di prepararsi psicologicamente a quel momento, non lo era. NON LO ERA PROPRIO PER NIENTE. Ma tutte le persone che facevano la storia avevano l'ansia, no???No Dovette ripetersi più volte, fino allo sfinimento, che stavano facendo la cosa giusta: in cuor suo ovviamente lo sapeva, ma in pratica?? Era terrorizzato. Non era fatto per infrangere le regole, Behan, anche solo le più piccole. Era il genere di ragazzo che andava nel panico anche solo ad arrivare due minuti più tardi a lezione, capite? Quel giorno, invece, le stava infrangendo tutte quante insieme. Cosa diamine avrebbero pensato i suoi genitori di lui??? Riusciva ad immaginarselo chiaramente: lui catturato da uno dei funzionari del governo, portato in chissà quale livello sotterraneo del ministero e costretto a giorni di torture e fame nera finchè non si sarebbe ritrovato i coniugi Tryhard davanti, papà con lo sguardo rassegnato e mamma con un'espressione talmente spaventosa da fargli sperare di rimanere nella cella per sempre, pur di non dover tornare a casa ed affrontare la sua ira. «sono un uomo morto» Aveva solo sedici anni!! Doveva fare ancora tante cose, tipo..dare il suo primo bacio! VEDERE LEONE LUCIA FERRAGNI MUOVERE I PRIMI PASSI!!& Non poteva morire così presto. Poi però si ricordò del fatto che Phobos fosse dalla loro parte: bello poter deludere ben due genitori sapendo comunque di farne felice un terzo!! «e sono sicura che sarà un best seller» ragazzini rivoluzionari morti male contro un gruppo di adulti esperti e ben addestrati ad uccidere???? Ovviamente lo sarebbe stato! Ma con tic nervoso all'occhio destro e classica risatina isterica riservata ai momenti di puro panico, Behan si ritrovò ad annuire e scattare in piedi al segnale di Erin: era terrorizzato e non sperava minimamente in una buona riuscita della missione, ma avrebbe partecipato in ogni caso. C'era più di metà della sua famiglia, lì dentro: non li avrebbe mai e poi mai abbandonati. Fifone e combina disastri, ma sleale mai.

    «MEE/EE/EEH» cosa? Stava urlando il nome del fratello e mandando all'aria tutto lo scopo che avevano le maschere??? MA NO, l'unica cosa buona di essere un gemello Tryhard in quell'occasione era che potevano chiamarsi a vicenda senza destare sospetti. Insomma, tipo..tutti dicevano sempre "meh", no??? Figuriamoci se i tizi arrivati ad ucciderli ci avrebbero fatto caso! I tizi arrivati ad ucciderli: era andato in pallone, Behan, ancor più di quanto non lo fosse stato fino a quel momento. Dopo attimi di puro panico tra il pavimento che tremava, la combattutissima scelta dell'arma dove alla fine, nel trambusto generale, aveva optato per la prima che gli era capitata sotto mano («l'hai mai usata??» «no???» «ma almeno hai una buona mira???» «no??????» «ALLORA PERCHE DIAMINE HAI PRESO LA BALESTRA??» «NON LO SO?????» ) e quella della maschera da charmander - bellissima, tra parentesi: quando si era spaventato nel vedere tutte quelle uscite direttamente dal set di un film horror o meglio, dal covo di un serial killer??? «Gay ne dovresti prendere una a tua sorella per ricordo!!&» conosceva gaylord beckham? non ci aveva mai parlato prima, ma in momenti come quelli ogni tipo di imbarazzo veniva spazzato via per lasciare posto ad un behan decisamente più socievole, tanto da sembrare quasi un ragazzo normale! O forse poteva essere direttamente Halley a regalarne una a Willow?? SAI CHE BELLO, IL PRIMO REGALO DI UNA DELLE SUE FAV OTP!!& - Behan si ritrovò pietrificato sul posto ad osservare come in trance i primi incantesimi che iniziarono a volare per la stanza. omiodioomiodioomiodio stava succedendo davvero: doveva darsi una svegliata. La prima cosa che notò, fu la bacchetta di uno dei nemici puntare dritta contro di loro. E con loro si intende Meh e Beh, talmente vicini da valere come una persona sola (#wat) Essendo un Beh, però, rimase (ancora?ancora) pietrificato sul posto, e piuttosto che preoccuparsi dell'incolumità propria e soprattutto di quella di suo fratello, la sua attenzione fu catturata da «JEE/EES» che si stava per beccare un bazooka in fronte??? «ATTENTAH» non era a conoscenza, Behan, delle incredibili doti atletiche dell'amica, così che si stupì nel vederla fare una capriola (di nuovo? di nuovo) nel tentativo di sfuggire al colpo. Non ebbe nemmeno il tempo per controllare fosse tutta intera, ma udì solo il «GRAZIE AMICO!» mentre la sua attenzione fu attirata da un altro in procinto di tirare un pugno..a lui???? AH NO, al povero Stephen a circa dieci centimetri dal Tryhard: il ragazzo avrebbe afferrato il Gallagher per un braccio in modo da strattonarlo e toglierlo dalla traiettoria del pugno, e poi - con un'agilità che non sapeva minimamente di avere ed infatti non aveva - avrebbe usato la mano non impegnata a spostare il ragazzo per dare una botta con la balestra al braccio del tipo, all'altezza del gomito, lì dove secondo le sue conoscenze - aka dare gomitate in giro tipo sempre - doveva esserci qualche nervo importante, con lo scopo di far formicolare tutto il braccio al nemico #wat «sono riuscito ad usarla!!&» non era proprio certo che fosse quello il modo esatto di utilizzare una balestra, but still
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    (13) DIFESA JESS (jess + meh) capriola per sfuggire via
    (9) DIFESA STEPH (phobos + beh) lo strattona
    ATTACCO SU DRAGOSLAVA: colpo al gomito con la balestra (non con le frecce, eh, proprio con la balestra)
     
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    «non fate cazzate» e quello fu il momento in cui mehan tryhard si rese finalmente conto, avvertendo un'improvvisa sensazione di vuoto all'interno della cassa toracica, di ciò che stava per accadere. Lì, il corpo sottile stretto a quello altrettanto longilineo di stiles, ad un passo dal rischiare la propria vita e quella dei compagni. Quella di suo fratello, non di meno. Finché erin non aveva preso la parola sollevandosi oltre le teste degli studenti ancora seduti, il grifondoro aveva avvertito una sorta di quiete profonda, la tanto citata calma prima della tempesta; le iridi nocciola non si erano mai allontanate dalla figura della chipmunks, l'ombra di un sorriso a sporcargli le labbra. Perché anche così, nel bel mezzo di una presa di coscienza generale nella quale la morte non risultava nemmeno troppo implicita, mehan non poteva fare a meno di guardare lei e ritrovarsi ad una spanna da terra, il battito del cuore sempre troppo rapido, la testa altrove. Ma l'effetto benefico delle iridi verde bosco era durato poco, un rapido battito di ciglia, ed erano bastate le prime voci a levarsi in sala grande, il primo tremore della terra sotto i piedi, la risolutezza nei volti dei suoi amici per farlo svanire.
    «dillo anche agli altri – NIENTE CAZZATE» come si fosse ritrovato stretto a stiles stilinski non lo sapeva, ma mehan ricambió comunque la stretta del loro guru annuendo contro la sua spalla, prima che il ventitreenne potesse stampargli sulla fronte il suo bacio d'addio. Perché aveva un po' quel sapore là, amaro e concreto, di definitivo. «promesso» e odiava mentire, il tryhard. Soprattutto ad un amico, una persona cara, qualcuno che su di lui per qualche inspiegabile motivo faceva affidamento. la verità è che a stiles poteva promettere solo di provarci, fare il possibile per limitare i danni, ma qiel potere di rassicurarlo derivava solo e soltanto da una bugia - a fin di bene, avrebbe detto qualcuno.
    Si riunì alla svelta agli altri losers, già tutti affacciati alla cesta delle armi; preferiva di gran lunga la bacchetta, il grifondoro, ma anche un ragazzino come lui si rendeva conto che per affrontare la minaccia ormai alle porte sarebbe servito un incentivo in più. «alla fine è un po' come nel quidditch, no?» chiese rivolgendosi a suo fratello mentre stringeva tra le dita il manico di una mazza da baseball in alluminio, saggiandone il peso prima nella mano destra e poi nella sinistra. Peccato che in quello sport magico mehan tryhard fosse una schiappa. «basta mirare alle zone sensibili e colpire duro.» tentava di convincere se stesso, più che behan, perché un conto era parlare, un conto poi tentare di uccidere davvero qualcuno. Non era un freaks, il diciassettenne, nella vita quella necessità di salvare la pelle e sfogare rabbia sul nemico non lp aveva mai nemmeno lontanamente sfiorato. Ma, come insegnavano Erin nella radura e kieran a beauxbatons, una prima volta arrivava per tutti.

    madonna che bello quando vuoi fottutamente scrivere per la quest ma improvvisamente tutti hanno bisogno di te per fare cose e butti giu una parola ogni quindici minuti rendendo il post sconnesso e privo di senso.
    non era questo che pensava mehan tryhard, mentre il pavimento tremava e i boati si facevano più forti, più vicini, e forse era meglio così. Perché l'ansia di morire o veder crepare i tuoi migliori amici - + quelli che hai appena scoperto essere tuo padre e tua zia - non poteva superare quella provata da un player che deve stare nelle due ore per non mandare in vacca tutte le combo difesa. Era rimasto bloccato per un istante, mentre i pavor facevano il loro ingresso nella sala e iniziavano a lanciare incantesimi con particolare accanimento, trattenendo il fiato dietro la maschera giallo canarino di Jake (il cane di adventure time) quando i nemici si erano scagliati contro erin e beh, puntando subito al cuore del tryhard. Per l'amor del cielo voleva bene a tutti eh! ma iniziare proprio con loro era davvero un colpo basso.
    «ME/EEEE/EH»
    «BE/EEEE/EH!» bro chiamava, bro rispondeva. anche se dovevano mantenere l'anonimato, e pur nella foga generale il grifondoro ebbe la rapidita necessaria per aggiungere un disinvolto «eeeeee allora che si fa???» si muore, molto probabilmente. mise mano alla bacchetta tenendo la mazza con la mancina (solo una, come lele quando va in bagno con il telefono) puntando il catalizzatore contro il bazooka che quella stronzina di vanessa stava puntando contro jess. la riconosceva dalla maschera, ma avrebbe fatto di tutto per aiutare la ragazza anche se si fosse trattato di qualcun altro; quel punto non faceva - quasi - alcuna differenza. «expulso!» nella speranza di vedere l'arma da fuoco esplodere in faccia al nemico prima che potesse sparare. ma poi, chi usa un bazooka in uno spazio così ridotto? VOLEVA FORSE FAR CROLLARE TUTTO IL DANNATISSIMO CASTELLO? e poi dicevano che era la gen z, il problema.
    A quel punto, trovandosi già nelle vicinanze di vanessa, il più giovane dei tryhard - perché due minuti possono fare la differenza - avrebbe ruotato la mazza oltre la propria spalla, tenendola questa volta con entrambe le mani ben strette attorno al manico, caricando con forza il successivo momento discendente verso le ginocchia della donna. Non c'era davvero tempo di farsi domande sull'etica e la morale, non quando la strega di problemi ad ammazzare ragazzini non se ne faceva nemmeno mezzo. «CHE GODRIC TI MALEDICA!» perche lo avevano visto tutti, quando aveva indossato la sua maschera mortuaria fissandoli come un pesce morto fissa il cielo una volta smesso di sbattersi inutilmente sul terreno. metteva abbastanza ansia da poter essere usato come spauracchio per minacciare i nemici, e meh non si fece scappare l'occasione. tanto non è che lo stava sputtanando solo invocando il suo nome, no?
    Vide chikako puntare nella sua direzione la bacchetta solo all'ultimo secondo, tanto che il movimento successivo il tryhard lo fece d'istinto, buttandosi sulla propria destra raggomitolato come una pallina di polvere. sapete no, quelle che si formano sotto il letto se non passi lo swiffer ogni tantissimo giorno; o i rovi del far west, con i quali i bodiotti giocavano a bocce nel tempo libero. «AAAaahhh!» rotolando verso sud, e nella speranza di aver scampato il pericolo, meh fermó il proprio scivolare pochi metri piu in là, in tempo per vedere phobos colpire lo/la stronzo/a al volto con il calcio del proprio fucile. Era intervenuto per salvargli la vita? aaaeww. sì, per la cronaca il diciassette aveva perdonato suo padre già un buon mese prima, ebbene ancora non avesse trovato il coraggio di affrontare quell'argomento spinoso con gli altri genitori. «GRAZIE PA-» troppo entusiasmo, non se lo poteva permettere. «-tata.» cosi, a brucio, perche una frase non aveva davvero senso se non finiva con patata.


    the child is grown the dream is gone
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    COMBO DIFESA JESS con JESS:
    expulso su bazooka
    COMBO DIFESA MEH con PHOB:
    rotola via
    ATTACCO VANESSA:
    mazzata alle ginocchia


    Edited by smart|mouth - 24/4/2019, 17:32
     
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    Non esisteva un solo motivo valido che avrebbe dovuto spingere Gideon a partecipare ad una missione suicida. E no, l'altruismo non era una ragione valida, non quando, grazie a Dio, aveva alle spalle una famiglia a cui rendere conto, dei genitori da cui tornare per le vacanze estive e da non deludere. Non di nuovo. I suoi vecchi avevano già perso una figlia anni prima, e Gideon non voleva certo morire e scoprire che esisteva un aldilà dal quale osservare la terra ed assistere alla loro sofferenza. Non conosceva i ragazzi che erano scomparsi un anno prima, ed ancora meno conosceva coloro che erano arrivati da altri universi ed erano rimasti bloccati nel loro. Almeno, non tutti. Aveva imparato a conoscere la sua famiglia alternativa, per esempio, per quanto strano gli facesse. Soprattutto, aveva conosciuto Guinevre Rosier e per un motivo del tutto egoistico avrebbe voluto tenerla lì con sè. Era consapevole del fatto che quello non fosse il suo mondo, e sapeva che sarebbe stato giusto che lei, Hazel e Saul tornassero a casa perché, nell’universo da cui provenivano esistevano un Ambrose Rosier ed una Victoria McPherson che li stavano aspettando con ansia. Eppure, non riusciva a non pensare, egoisticamente, che avere una sorella maggiore gli avrebbe dato una seconda possibilità, dato che la sua gli era venuta a mancare troppo presto.
    E poi, era venuto il momento delle domande di rito. Si era domandato più volte come potessero essere i suoi genitori dell’altro mondo, così come non aveva potuto non domandarsi se, anche in quell'altra vita, nonna Bana si era ammalata di Alzheimer. Non era certo, però, di voler sapere quanto aveva inciso il fattore genetico e quanto quello ambientale, nella sua malattia. Aveva vissuto per anni chiedendosi se sua nonna si fosse ammalata a causa della morte di Guinevre dieci anni prima, o se si sarebbe ammalata in ogni caso.
    Purtroppo, sperava nella seconda.
    « Sì, anche da noi nonna è rimbambita da almeno dieci anni. Non è colpa tua. »
    Era stata Guinevre, con il suo tono di voce dolce ma ironico ed un sorriso velato sulle labbra, a rispondere alla sua tacita domanda quando avevano intrapreso l’argomento.
    Gideon desiderava che lei rimanesse, ma non aveva avuto il coraggio di chiederle una cosa simile. Poi Guin era così incredibilmente comprensiva, matura, speciale. Non ci aveva impiegato molto per affezionarsene e sarebbe stata dura vederla andare via o peggio, morire. Di nuovo. Persino quando lui aveva provato a raccontarle la sua storia con il cuore che tamburellava nella gola. Lei aveva sorriso, gli aveva accarezzato il petto dal basso del suo metro e settanta. « Lo so. Io so tutto. Sono una chiaroveggente, ricordi? Non sono lei, ma se il mio destino fosse quello di morire, sarei felice di sapere che mio fratello vive bene grazie a me. »
    Avere un confronto di quel tipo con lei gli aveva rasserenato il cuore, levandogli di dosso un peso che portava sopra le spalle da almeno dieci anni. Poteva illudersi che anche la Guinevre bambina, quella che era morta dieci anni prima davanti ai suoi occhi, l’avrebbe pensata allo stesso modo? « Sei più sopportabile di quanto lo sia Saul, sono sollevata. » L’aveva abbracciata, era rimasto stretto a lei che non aveva battuto ciglio, non l’aveva respinto ma gli aveva dato il conforto di cui aveva avuto bisogno.
    Non esisteva un solo motivo valido che avrebbe dovuto spingere Gideon a partecipare ad una missione suicida. Eppure, aveva deciso di aiutare quella causa, perché come spesso accadeva, si era messo nei panni delle persone scomparse. Se lui fosse stato in loro, perso in un mondo sconosciuto, avrebbe voluto che qualcuno lo aiutasse a tornare a casa. Era più forte di lui, alla fine aveva vinto l'altruismo.
    Andava in battaglia dopo aver scritto una lettera ai suoi in cui spiegava perchè lui ed Hazel non fossero ancora tornati a casa, compiti extra. Aveva scritto persino una lettera di addio che sarebbe stata consegnata ai suoi genitori nel caso in cui non avesse fatto ritorno. Aveva litigato con Hazel, perchè anche lei voleva rimanere, e...accidenti, come poteva darle un buon esempio se persino lui era rimasto? Lui, Gideon McPherson, che non era certo l'esempio del soldato. Hazel, lo era molto più di lui. Alla fine si era arreso all'idea che sua sorella aveva una propria indipendenza, sebbene la giovane età.

    Il suo ultimo ricordo felice sebbene un po' confuso? Risaliva a due giorni prima.
    Riguardava Perses Sinclair, con il quale aveva passato il pomeriggio giorni addietro. Avevano intrapreso una noiosa conversazione sul fatto che la scuola fosse deserta e terribilmente spaventosa senza gli studenti a riempirne i corridoi - o meglio, Gideon era dell’avviso che la scuola fosse spaventosa da vuota, mentre il Sinclair al contrario pensava che lo fosse da piena.
    Per questo, avevano concluso la serata ad Hogsmeade, per combattere la noia e festeggiare la fine delle lezioni insieme ad altri studenti, alzando il gomito in maniera...uao, decisamente esagerata.
    E quindi...
    « Devi scegliere tra "Mia damigella, posso offrirle la mia cappella?" E "Di te mi piace tutto, dalla A alla Z. Ma in particolare la F." »
    Il mistero di come Gideon fosse finito a dover svolgere una penitenza lo lasceremo tale.
    Perses Sinclair gli aveva dato due possibili penitenze da espiare, eppure il McPherson non era convinto che sarebbe stato così divertente portarle a termine. Avevano persino estratto a sorte il malcapitato che si sarebbe preso le loro molestie, ed a Gideon era toccata una serpeverde del settimo anno.
    Ci aveva riflettuto su per qualche secondo, prima di rispondere con decisione ed in maniera risoluta.
    « Vada per la cappella. » Faceva più religioso.
    Non ebbe il tempo di domandarsi come fosse caduto così in basso, in realtà accadde tutto fin troppo velocemente ed oltre il suo controllo.
    Colori, luci, suoni, pareva tutto così confuso.
    Avrebbe potuto dare la colpa al whisky incendiario, ma non era davvero così ubriaco.
    « Ma che schifo McPherson vai altrove »
    « NO MA GUARDA CHE STAVO SCHERZANDO NON POTREI MAI. »
    Aveva portato subito le mani avanti, mentre un gruppo di compagni alle sue spalle si sbellicava, ed alcuni cadevano dagli sgabelli del bar.
    Fine.
    Le sue ultime risate non avrebbero reso giustizia al modo decoroso in cui aveva raggiunto i suoi sedici anni.

    ❖❖❖


    Poco prima della battaglia aveva preso sua sorella in disparte, e l'aveva ammonita di stargli vicino. Aveva tentato di scacciare il senso di colpa che gli bombardava cuore e cervello, suggerendogli che se Hazel fosse morta, sarebbe stata colpa sua. Ma, ancora una volta, era stata Guinevre ad infondergli pace.
    « Dai, la conosci, sarebbe rimasta lo stesso qui. » Era comparsa al suo fianco, con indosso una spaventosa maschera di «...Annabelle?! »
    « Già! Dovreste scegliere una maschera, per quando arriveranno i pavor. » Aveva giocherellato con la propria maschera, indicando il cesto di rifornimenti che era stato portato per l'occasione. E così Gideon aveva provveduto a recuperare uno scudo leggero ma balistico ed una maschera di...Barak Obama. Fantastica davvero!
    Perses Sinclair aveva invece preso una maschera di Donald Trump. « Traditore. » Poi l'aveva osservato bene, commentando in modo scherzoso. « Non vedo alcuna differenza. » Lui e Trump erano identici. Almeno visti da fuori. « Ti stai allenando per quando sarai anziano? » Aveva domandato, ridacchiando e sperando che anche Perses ricordasse in modo chiaro, come faceva lui, quel momento alla festa di Halloween in cui gli aveva letto il futuro.
    « Non finirà come ti ha raccontato lui, puoi stare tranquillo. »
    Guinevre, nascosta dietro la maschera di Annabelle, lo aveva smontato alla grande davanti a Perses.
    Nemmeno lui sperava che Perses finisse in carrozzina a pregare per avere un parrucchino farlocco di Donald Trump, però che cavolo voleva solo divertirsi un po' e magari provare anche solo lontanamente a risollevargli l'umore. Lo vedeva, che era giù, e lo era perchè Theia aveva deciso che non sarebbe rimasta al castello a fare da diversivo, ma voleva buttarsi nella mischia al Ministero.

    Aveva preso del tempo per guardarsi intorno e rendersi conto che, quel giorno, erano rimasti al castello più persone di ciò che pensava. Hunter, Halley, Nicky, Amélie, Phoebe, Erin, e molti altri volti conosciuti. Cominciava ad essere preoccupato, Gideon. Era statisticamente impossibile che tra tutti loro non ne morisse nemmeno uno. Quante probabilità esistevano che ne uscissero tutti vivi?
    Si era preso un attimo per parlare con tutti loro, scambiare le ultime parole, magari.
    E poi, tra una chiacchierata ed un'altra, un'esplosione aveva decretato l'inizio della battaglia.
    Come arriva la morte, all'improvviso, così era arrivato il momento di iniziare.
    E nessuno è mai davvero pronto a morire. Nessuno lo era davvero.

    ❖❖❖


    Tenne stretto in pugno il proprio scudo « STAMMI VICINO EH ».
    Le sue ultime parole ad Hazel prima del tumulto.
    Non era abituato alla confusione, e le sue orecchie faticavano a tenere il passo di tutte le voci che, improvvisamente, si sovrapposero, insieme a colpi di arma da fuoco, urla di incantesimi e di spavento. Pensò ad Hazel, prima di pensare a sè stesso, ed istintivamente si interpose tra lei ed eventuali colpi esterni. Avrebbe sollevato lo scudo in posizione difensiva, mantenendolo alto per coprire i punti vitali e facendo forza con le braccia per evitare eventuali rinculi. Nel mentre, sua sorella avrebbe pensato a rotolare via e togliersi dalla traiettoria degli shuriken in arrivo. Così facendo, se fosse riuscito a difenderla, gli shuriken avrebbero colpito lo scudo e non Hazel.
    Poi, sarebbe toccato a lui, avrebbe riabbassato lo scudo ed alzato la bacchetta, tenuta ben salda in mano ad altezza del petto e puntata verso il gruppo di pavor diretti nella loro direzione. Una in particolare si era avvicinata a lui brandendo un'arma e con la chiara intenzione di colpirlo a distanza ravvicinata. Avrebbe puntato la bacchetta contro di lei, concentrandosi sul fucile che teneva in mano e che non ci teneva a vederselo sbattere sulla testa. Immaginando di farglielo volare via dalle braccia, avrebbe pronunciato con sicurezza la formula
    « Expelliarmus! » Nella speranza di disarmarla. Allo stesso modo, Hazel al suo fianco avrebbe provveduto a spararle, facendo prendere a Gideon più che uno spavento. Cristo. Sua sorella con una pistola in mano l'aveva vista solo nei propri incubi. « Se non moriamo oggi mamma ci fa fuori domani. »
    Se fosse riuscito nella difesa, si sarebbe dedicato all'attacco della stessa pavor che lo aveva attaccato, pensando di schiantarla per metterla fuori combattimento. Avrebbe quindi puntato la bacchetta verso la donna, il braccio ben disteso e perpendicolare al corpo. « Stupeficium! » Avrebbe scandito bene la formula immaginando di vedere la donna cadere a terra svenuta, colpita dal fascio di luce scarlatto.

    how long is forever? Sometimes just one second
    Guinevre
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    annabelle's
    prelevi? // i panic at a lot of places besides the disco



    DIFESA HAZEL (combo con Hazel) da ROGER: Gideon blocca gli shuriken con lo scudo, mentre Hazel rotola via.
    DIFESA GIDEON (combo con Hazel) da AMBROSINE: Hazel le spara, mentre Gideon prova a disarmarla con Expelliarmus
    ATTACCO vs AMBROSINE: Gli fa uno Stupeficium.
     
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    Uao. UAO. COMPLIMENTI. Erin poteva avere dei gusti pessimi in fatto di ship, ma come faceva lei i discorsi non li faceva nessuno. «BRAVA!!!» E no dai, come poteva trattenersi di fronte a una cosa simile, era impossibile, un po’ come non divorare un hamburger e stare a fissarlo tutta la sera senza toccarlo. Sarebbe stato peccato mortale resistere.
    Era tornata ad aggrapparsi al braccio di suo fratello e no, non c’entrava niente che stessero per rischiare la propria vita e lei fosse impazzita, decidendo di riservare su Gideon tutto l’aMMMOREH che gli aveva negato per quindici anni. Ma proprio per niente, al massimo gli poteva dare una sprangata sui denti per essere proprio soft. Era una persona violenta, gente, dovete comprenderla. Lo stava semplicemente perculando: lui gli aveva ripetuto per tutto il tempo “Stammi vicina blabla”, “Già mi viene l’ansia che ci sei anche tu, non ti scostare blabla” e come dimenticarsi del suo “dovevi startene al sicuro” e ora lei gli stava appiccicata come una cozza. AH, stronzetto, aveva pure il coraggio di dirle una cosa simile quando LUI PER PRIMOH si trovava lì a fare l’agnello sacrificale il salvatore della patria!! Si era buttato in mezzo alla mischia, figuriamoci se lei se ne sarebbe stata a casa buona buona a fare finta di niente!
    La voce di Guinevre che li avvertiva di mettersi delle maschere l’aveva fatta irrigidire di colpo, inspiegabilmente ostile. Già, dovete sapere che Hazel non aveva un bellissimo rapporto con quella ragazza, quella in cui la grifona rivedeva sia una sorella che un’estranea; e persino Gideon era rimasto interdetto, perché i copioni avrebbero normalmente previsto una Haz entusiasta di conoscere quella Guinevre di un altro universo e un Gideon contento, ma composto come sempre. Invece, quando la piccola McPherson si era trovata davanti la bionda ci era rimasta di sasso, davvero di sasso, e in lei era scattato un sistema di autodifesa che non credeva di possedere. Non ne aveva neppure bisogno, Haz, sapeva difendersi benissimo da sola. Però non era stata preparata ai suoi racconti di una Hazel Elizabeth che amava il suo secondo nome, e un Saul decisamente più insopportabile di Gideon. Del suo Gideon, perché egoisticamente Haz non aveva gradito tutte le attenzioni che Gid le dedicava, mentre a lei rivolgeva solo rimproveri. MA OH, lei cos’era???? Aveva messo il broncio a entrambi per un bel po’, prima di abituarsi in qualche modo a quella cosa e ritornare la Hazel che della gelosia non se ne faceva nulla. Roba da ragazzine.
    Era rimasto però il fatto che non fosse capace di rilassarsi in presenza di Guinevre per svariati motivi. Guinevre era la sorella che aveva perso troppo presto, ma di cui Hazzie si ricordava tutto nonostante nel proprio universo fosse morta quando lei era piccola. Si ricordava quanto fosse bella quell’affinità che, si era resa conto, le mancava più di quanto in quegli anni fosse stata consapevole. E inoltre, quella non era la sua Guinevre. Sì, in un certo senso la era, ma cosa sarebbe successo quando sarebbe tornata nel suo mondo? Hazel non le voleva parlare. Inconsapevolmente temeva di affezionarsi a lei, e rimanerci male per quando non ci sarebbe più stata.
    E quindi eccola lì, a rivolgerle un’occhiata carica di diffidenza. Le sembrò di sentire Guin sospirare ma non ne fu certa, e comunque non le importava. Assolutamente. Le diede le spalle, cercando di dimenticarsi di lei mentre frugava tra le varie maschere e, nel trasporto della scelta, le tornavano il sorriso e l’allegria. Guinevre aveva provato a parlarle in privato in svariate occasioni e in solo una ci era riuscita, solo perché Hazel era troppo indispettita dalla sua insistenza e glielo aveva sputato in faccia, senza peli sulla lingua: lei le aveva soltanto sorriso e iniziato a blaterare cose su come la capisse perfettamente, specificando che non la giudicava e parole che lei si era rifiutata di assimilare. C’era stato solo un abbraccio, al termine di quell’incontro, che suo malgrado aveva ricambiato con irruenza seguendo un istinto sconosciuto. La cosa non si era più ripetuta e Haz intendeva mantenere le distanze fino alla fine. Gideon pareva averla presa molto meglio di lei e, be’, meglio per lui.


    «GUARDA GID. È perfetta!!» Sollevò trionfante la maschera di Darth Vader, che lei ribattezzò pubblicamente Dark Water, in onore delle cose oscure che succedevano nel wc quando mangiava la fagiolata. La indossò con atteggiamento fiero, schiarendosi la voce con scrupolosità prima di intonare un lugubre: «Come to the gay side.» Sia mai che la maschera avesse proprietà ipnotiche. Osservò con occhio critico l’Obama farlocco che Gideon aveva scelto, pensando che dopo il discorsone del secolo quella sarebbe dovuta andare a Erin per diritto. Scoppiò a ridere di gusto nel vedere Perses Sinclair che, accanto a suo fratello, mostrava con un sorrisetto sornione la maschera di Trump. «Abbassa le ali, Gideon, ti ho fregato il posto.»
    Hazel, soddisfatta dello smacco a Gideon, li osservò battibeccare bonariamente, una delle tante scenette che ormai facevano da cornice alle sue giornate a Hogwarts. Non era mai stata gelosa del Sinclair e lo doveva essere di Guinevre? Assurdo, sarà stato sicuramente colpa del ciclo. A proposito di Guinevre, si avvide che le si era avvicinata con passo felpato e sbuffò, tornando a concentrarsi sui due ragazzi. «Ti stai allenando per quando sarai anziano?» «Molto spiritoso, tanto sarai tu quello che butterà i miei pannoloni. Oh, ora capisco la scelta del colore della pelle.» Ew Sinclair, da te non ci si aspettava che tirassi fuori certe battute di cattivo gusto. E neanche il suo pitone se è per questo, ma era accaduto anche quello. Gideon era proprio una pessima influenza. Sua sorella si rivolse a Perses con una frase che lei non capì, ma sentì distintamente il «Ben ti sta, bugiardo!» del biondo.
    Improvvisamente seria, Haz sbatté le palpebre, assottigliando lo sguardo con attenzione. «Mh. Quasi quasi vi shippo.» L’espressione terrorizzata di Gideon valeva più di mille parole. Le piaceva essere il suo incubo costante, le piaceva molto! Poi perse tutti e tre di vista, andando a ciarlare con Chelsey.


    Hazel era troppo stupida per avere paura, questo ormai era chiaro e magari faceva pure parte della sua maledizione, perché non provare paura, in certi casi, piuttosto che un pregio poteva diventare un enorme difetto. Questo, però, si sarebbe capito alla fine di tutta quella storia.
    Il lato positivo era che, a forza di sentire i mantra di rassicurazione di suo fratello, la sua raccomandazione di non allontanarsi le era sul serio entrata in testa e in mezzo alla baraonda degli scontro che stavano avendo luogo, avanzavano con la protezione dello scudo del Corvonero. Fu ugualmente presa di mira da- DA UN INFAMEH, chiunque lui fosse, e pensò che gli shuriken glieli avrebbe volentieri infilzati lì dove non batte il sole. Dovendosi arrangiare, Hazel si sarebbe accucciata rotolando via per evitare l’attacco, mentre suo fratello avrebbe provveduto a difenderla con il proprio scudo. Si sarebbe messa in piedi con uno scatto, voltandosi verso Gideon e, mamma mia, non c’era mai pace. Un nemico si era avvicinato a lui con il chiaro intento di ferirlo e Hazel, allora, si sarebbe affrettata ad aggiustare la presa sulla pistola e avrebbe poi sparato un colpo diretto ad Ambrosine per impedirle di portare a termine il suo attacco.
    Okay. Adesso era arrivato il momento di contrattaccare, mica solo loro avevano delle armi e non avevano paura di usarle!!1! Con tale intento avrebbe puntato la bacchetta verso Roger lanciandogli un Expulso al fine di schiantarlo e, nelle migliori delle ipotesi escludiamolo a priori, fargli perdere i sensi.
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    COMBO DIFESA Hazel (12) da ROGER: Hazel + Gideon - rotola via per evitare gli shuriken
    COMBO DIFESA Gideon (2) da AMBROSINE: Hazel + Gideon - spara ad Ambrosine per impedirle di attaccare Gid
    ATTACCO contro ROGER: gli lancia un Expulso per schiantarlo


    Edited by .hazard. - 24/4/2019, 15:35
     
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    «anzi no, non dirlo: porti sadicamente sfiga» e fortuna che Phobos era abbastanza impegnato a prendere la mira sul nemico, da non avere il tempo di rispondere al Dumont; avrebbe probabilmente avuto ragione, e se solo avesse parlato non avrebbero messo quasi ko un nemico già all’inizio della battaglia. Tutto sommato, a prescindere dalle capacità individuali che ognuno di loro possedeva, lì era tutta una questione di culo: un minimo di distrazione, e sarebbero stati fregati. Osservò, per quanto poco incline alla violenza di alcun genere, compiaciuto il pallettone del fucile esplodere sulla carne del ministeriale, le funi a bloccare ogni suo movimento e, ancor più colpito, l’incantesimo trasfigurante eseguito alla perfezione da Charles. «aw, è vero!» piegò la testa di lato, l’arma stretta al petto, ed un sorriso divertito che attraverso la propria maschera il suo fin troppo giovane assistente non avrebbe potuto vedere. «il mio bambino orribilino!» non Charles, per carità!, bello come il sole; ma quella maschera che aveva scelto era tremendamente inquietante. Chissà, avrebbe dovuto chiederglielo, magari puntava a terrorizzare i suoi avversari soltanto guardandoli negli occhi. Ottima strategia, non poteva negarlo: lui, ne era sinceramente turbato. Strinse la mano sulla sua spalla con maggiore forza, lasciando poi la presa per dargli un paio di pacche d’incoraggiamento. «sono fiero di te, ragazzo» che ci volesse poco a rendere fiero il Campbell era risaputo: gli bastava che i suoi ragazzi, come compiti a casa, disegnassero una casa tra le montagne ed un sole con la faccia allegra e sarebbe stato comunque entusiasta come una mamma il giorno della recita dei propri figli. Ma c’era qualcosa di più sentito, nel tono d’orgoglio dell’uomo – più vero, più preoccupato, e che con il semplice sguardo avrebbe voluto far arrivare a Phoebe ed ai Tryhard, ad i Chimpunks. «continua così, e non avremo problemi» mise mano alla bacchetta, facendo scivolare il fucile lungo il fianco: non aveva munizioni infinite, per quanto gli sarebbe piaciuto, e tentare un corpo a corpo con così tanta gente gli sembrava ancora troppo avventato persino per lui, benché ne fosse un esperto. «okay, forse qualche problemino potremmo avercelo» arricciò il naso, osservando come la guerra si fosse ormai scatenata. Alzò il catalizzatore, notando solo in quel momento Beh ballonzolare da una parte all’altra del campo di battaglia come un cucciolo di foca smarrito tra gli orsi polari: non era davvero certo di cosa stesse facendo, e faticava a credere che – per quanto volesse bene a suo figlio – anche lui sapesse dove voleva andare, ma fu abbastanza vederlo vicino ad un Gallagher in procinto di venire colpito allo stomaco, con il rischio che fosse ancora in digestione e morisse più in fretta del necessario. Avrebbe quindi, disegnando una mezza luna davanti a sé, scagliato il fascio rosso di uno stupeficium in direzione dell’assalitore, sperando sia di metterlo fuori gioco quanto necessario, sia di non colpire i due studenti - oh!, non poteva assicurare nulla. Aveva un’ottima mira, a dire il vero, ma non era per le sue mancanze che si preoccupava; almeno poteva guardare - sempre - al lato positivo, e se avesse fatto svenire Behan o Stephen, avrebbe potuto trascinarli via di lì e tenerli al sicuro.
    Quindi - un figlio lo aveva trovato, l’altro era al suo fianco; ne mancavano due. Già che i gemelli non fossero insieme lo preoccupava, ma era comprensibile: avevano tanti amici, se volevano proteggersi un po’ tutti avevano anche bisogno di non stare appiccicati. Ma dov’era Meh? E Phoebe? «bene charlie, a dopo, non morire ti prego, ciao!!!» avrebbe dovuto tenerli legati con una fune a se stesso, senza offrire loro troppe spiegazioni. Lo sapeva: perché aveva dato retta a Mitchell, quando gli aveva detto che non era moralmente corretto? Si schiarì la voce, e già partendo alla carica tra i vari presenti urlò. Un verso gutturale ed antico, che solo due persone in quella stanza avrebbero potuto comprendere: Godric Osborne, che nelle sue vesti di cupo mietitore aveva trasceso la sua forma umana raggiungendo quella divina, arrivando a comprendere i misteri più antichi dell’universo ma, evidentemente, sbattendosene la minchia (non Barrow); e Phoebe Campbell, sua figlia, l’unica che avesse potuto crescere seppur nella menzogna, ed alla quale aveva avuto tempo per insegnare certi codici segreti. Ella lo avrebbe sentito – buon dio, lo avevano sentito tutti – ed avrebbe ricambiato, non tanto per segnalargli la propria posizione quanto per dirgli che oh!, era presente.
    Se lo facessero anche a lezione durante l’appello?
    Non è una risposta necessaria, al momento.
    E probabilmente il grido di lei lo raggiunse, ma era altro a preoccuparlo nella sua corsa forsennata: «meh!» un nome, un’esclamazione, un mito! - ad interpretazione. Ma non lo vedevano che erano un branco di bambini?? Come poteva puntargli contro un’arma??? Irruento, avrebbe velocemente riposto la bacchetta ed impugnato il fucile con entrambe le mani, pronto a colpire il nemico alla tempia con il calcio del fucile. «DEVO RIMETTERTI IN RIGA!» e sperando di averlo tramortito – ma anche steso, se possibile: non ci si lamenta -, avrebbe poi rigirato come un vero cowboy (ciao farwestini, vi penso!) l’arma tra le mani, puntando la canna allo stomaco dell’avversario. «e non toccate i miei bambini.» un sibilo, ed avrebbe fatto fuoco. «GRAZIE PA-tata.» aw, che dolce! Si sarebbe quindi avvicinato al ragazzo, tendendogli una mano per aiutarlo a rialzarsi. «prego fi-» no? vabbè sì, tanto per quanto ne sapeva la gente chiamava tutti così «gliolo!!!»
    E figurarsi se dovesse dirgli grazie, per averlo protetto.
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    (13) DIFESA JESS: 8 (meh) + 4 (jess) = 12 PD (-1 PS)
    ATTACCO SU VANESSA: 15 PA (meh)
    DIFESA VANESSA: 3 PD (-12 PS)
    Rotoli via molto bene, ma all'ultimo nel rialzarti sbatti il mignolo del piede contro una roccia. Eh, lo so, fa male - altro che un solo PS, ma vabbè. In compenso Mehan, da gran cavaliere, frattura il ginocchio di Vanessa che già era stato colpito, costringendola ad altre marcate ingiurie.

    (9) DIFESA STEPH: 7 (beh) + 2 (phobos) = 9 PD
    ATTACCO SU DRAGOSLAVA: 13 PA (beh)
    DIFESA DRAGOSLAVA: 10 PD (-3 PS)
    Riuscite a salvare Steph pelo pelo, ma anche Dragoslava, con un balzo felino, si difende egregiamente, ricevendo solo un graffio da parte dell'arma di Beh.

    (10) DIFESA MEH: 10 (meh) + 12 (phobos) = 22 PD (+12 PA)
    ATTACCO SU CHIKAKO: 13 (phobos) + 12 = 25 PA
    DIFESA CHIKAKO: 7 PD (-18 PS)
    Una rotolata eccellente, Meh!, ed altrettanto utile appare l'intervento di Phobos, che con il fucile pare averci preso gusto. Oltre ad essere rincoglionito/a, Chikako può ora vantare un bel foro nel ventre. Bellissimo!

    (12) DIFESA HAZEL: 10 (hazel) + 9 (gideon) = 19 PD (+7 PA)
    ATTACCO SU ROGER: 14 + 7 = 21 PA (hazel)
    DIFESA ROGER: 2 PD (-19 PS)
    Difesa eccezionale, ma un expulso ancor migliore! Roger vola via, e si schianta contro una statua, ferendosi. Ciò non significa che non sia pronto a tornare alla carica.

    (2) DIFESA GIDEON: 3 (hazel) + 6 (gideon) = 9 PD (+7 PA)
    ATTACCO SU AMBROSINE: 11 (gideon) + 7 = 18 PA
    DIFESA AMBROSINE: 3 PD (-15 PS)
    Meh, ammettiamolo: la difesa non è stata delle migliori, davvero il minimo sindacale. Ma oh!, è comunque stato uno schianto!
    Ahahah, capita? Che simpy. Ambrosine viene violentemente schiantata, e perde i sensi per una manciata di secondi.

    BEH: Vanessa ti lancia un geopum.
    MEH: Chikako crede sia un ottima idea lanciarti il boomerang in faccia.
    TAKE: Dragoslava ti lancia un tribumortem.
    GIDEON: Ambrosine ti spara alle gambe.
    HAZEL: per te, Roger ha pensato ad un bel soffuco.
     
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    «ma la sai usare, almeno?» Jane Gabriel Darko, celata dietro la maschera verde (e relatable) di Kermit la rana, osservò truce il suo compagno d’armi. Non importava ch’egli non potesse vederne lo sguardo omicida, contava ne sentisse il pensiero. Fra tutte le domande che avrebbe potuto farle, quella non solo era la più stupida – perché Cristo avrebbe dovuto prendere una pistola, se non l’avesse saputa usare?- ma anche la più seccante. Era come avvicinarsi ad un uomo, indicargli il pacco, e domandare: ma ti viene duro al mattino? Solamente perché anche te possedevi un pene, ed allora potevi permetterti certi quesiti. Si indicò la testa con l’indice, sfidando i quasi dieci centimetri di differenza in altezza con tanto di capo reclinato all’indietro. «ma lo sai usare, almeno?» Malgrado Fergie Jackson fosse scoppiato a ridere, sollevando le mani in un ironico «touchè» di resa, Jane non aveva avuto alcuna intenzione di essere divertente. E, parlando di cose poco esilaranti, non potè fare a meno di notare l’ironica scelta della maschera del ragazzo: Frank, il coniglio di Donnie Darko.
    Com’era piccolo, il mondo. «non stare in mezzo alle palle» chiarì, caso mai all’altro fosse partito l’istinto Salvate la Donzella in Pericolo solamente perché Jane appariva delicata: poteva essere tante cose la Darko, ma donzella in pericolo decisamente non rientrava in categoria – non tanto perché, come le immagini molto tumblr facevano notare, si sALvAsSE dA soLA, quanto perché, eccetto quel giorno, fosse tendenzialmente una vivi e lascia vivere; difficile trovarsi minacciate da qualcosa, quando non si faceva nulla per mettersi nei casini. In quel caso specifico, invece, credeva che un aiuto esterno – specialmente se non richiesto – non facesse che mandare a puttane i suoi piani. Di Fergie, poi, non si fidava manco per il cazzo. «come la signora comanda» e Jane avrebbe anche optato per friggere il cervello del generatore di acidi e abbandonarlo in qualche angolo della stanza, magari come poggia piedi per il Godric Selvaggio che di tanto in tanto guizzava nella folla, se solo in quel momento non fossero accadute due cose: Nikita Fitzgerald aveva appena stretto fra le mani una falce; e siniora, c’è un womo per lei - qualcuno stava già attentando alla sua vita.
    Riuscì comunque a ritagliarsi trenta secondi per guardare Fitz, sorridendo sorniona alla collega. «sei un clichè» le fece notare, con un ampio cenno della mano. Una medium con una falce? Dai – andiamo! Ma non c’era cattiveria nel tono della Darko, come non ce ne fu nella spallata amichevole con la quale la superò: probabilmente non gliel’avrebbe detto, né quel giorno né quello successivo, ma era sollevata ci fosse anche lei. Jane poteva anche essersi unita alla causa, ma sapeva - sapeva - che i nemici non fossero solamente gli avversari; era un castello di serpenti, per chi come lei era nato senza magia. In altri contesti, l’avrebbero lasciata morire e non avrebbero battuto ciglio. «/scossa/?» e schioccando le dita con aria drammatica (dannazione; stava passando troppo tempo con Fitz) avrebbe attinto al suo potere così come le era stato insegnato anni prima, facendolo scorrere nelle vene come un secondo e più liquido sangue. Avrebbe indirizzato la scossa all’uomo, confidando che bastasse come distrazione per permetterle di impugnare la pistola, svuotare i polmoni, e premere il grilletto mirando al suo ventre. Era troppo presto per cantar vittoria; Fato permettendo, si sarebbe vantata dopo con il Jackson.
    O si sarebbe nascosta, ecco. Sollevò il capo Kermit verso il ragazzo giunto in suo soccorso, occhi ridotti ad una fessura. Lo conosceva? Era possibile avesse visto qualche gifset su tumblr? Nel dubbio, senza neanche sprecarsi particolarmente ad abbassare la voce (dai; Jane era uno dei nomi più diffusi insieme a Charlotte e Emily), fece un cenno nella sua direzione. «jane» perché le pareva il minimo, presentarsi.
    «gay» così, diretto? Corrugò le sopracciglia, notando con la coda dell’occhio una donnina particolarmente agguerrita puntare un FUCKIN LANCIA RAZZI???? Su una ragazza mascherata. «veramente, bi» avrebbe precisato, prima di volgere una rapida preghiera a celestebrowninedornette (protettrice di tutti i velocisti; lanciò qualche scintilla nell’aria ed un bacio al cielo) ed iniziare a correre in direzione di Chouko. A pochi passi da lei, avrebbe saltato, facendo nel mentre forza con il proprio potere di modo da rimanere sollevata da terra, e – skills ninja permettendo – avrebbe afferrato anche la Mizumaki, così da far volare entrambi il più lontano possibile dalla zona d’impatto.
    O almeno sarebbero morte con eleganza, dai. «in quanti ti fanno la battuta di san gennaro?» se doveva crepare, prima di andare nell’altro mondo aveva bisogno di saperlo.

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    (9) COMBO DIFESA (jane + gay): lancia una scossa
    ATTACCO FLYNN (jane): spara

    (20) COMBO DIFESA (jane + chouko): volaH
     
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    «Oggi è il momento di fare qualcosa; oggi è il momento di cambiare la storia. oggi salviamo i nostri amici, e salviamo noi stessi.» Phoebe aveva sempre la testa tra le nuvole, incline a fare cazzate senza rendersi conto di farle davvero, questo perché non pensava mai prima di agire o forse semplicemente perché era una sciocca, per non dire stupida. Ma le parole di Erin le arrivarono come un pugno nello stomaco, doveva crescere e doveva farlo per gli altri e con gli altri.
    «mi chiamo Erin, e ho fatto la mia scelta» guardò i compagni e suo fratello, anche lui preso dal discorso o forse no, i Campbell avevano una bassa soglia di attenzione se proprio vogliamo dirla tutta, quindi non era certo che entrambi stessero davvero ascoltando. «adesso tocca a voi.»
    «Io sono con voi» era abbastanza grande per poter compiere un passo del genere, o forse no, ma ormai aveva preso una decisione e doveva solo trovare la maschera.

    «Phobos che ne pensi di questa?»
    «Phoebe quella non è una maschera, ti sei solo dipinta la faccia»
    «Si ma sembro un leone.»
    «Phoebe, ripensaci. Non è una gita scolastica. Potresti farti molto male.» Phobos era stato dolce a non menzionare il fatto che potevano anche morire, ma probabilmente conosceva bene sua figlia sorella e non avrebbe comunque capito quanto potesse essere pericoloso quello che stavano andando a fare. Ma la mora era irremovibile e per una volta voleva continuare per quella strada, insidiosa che fosse. «e va bene, userò questa allora» prese la maschera di un elfo . Aveva davvero capito cosa rischiava? Probabilmente no, ma amen Phobos ci aveva provato. La ragazza era pronta per creare quel diversivo o qualsiasi cosa fosse, si era distratta a metà del discorso, ma oramai era lì con gli altri e aveva indossato la maschera, con la bacchetta alla mano e pronta a fare qualsiasi cosa si facesse in una situazione del genere; la terra prese a tremare, e la folla prese a muoversi in modo così caotico che perse di vista suo fratello praticamente subito «Phobos?» cercò la sua maschera tra le persone ma era così difficile, solo la voce di un vecchio o di un animale, insomma dopo anni non era ancora chiaro che verso fosse quello che usava il fratello per farsi sentire da sua sorella, ma sapeva con certezza come rispondere «GLU—GLU---GLUU» era un tacchino, il loro animale di famiglia, quello che Nat non aveva voluto ma che Phoebe aveva amato fin da subito; quello era il suo segnale di risposta e chissà se il maggiore lo aveva sentito, non poteva saperlo e non poteva indagare perché aveva altro da fare, come aiutare Gaylord. Come? Come solo Phoebe sapeva fare ovviamente: gettandosi a capofitto sul ragazzo. Un giorno qualcuno l'avrebbe presa al volo come in dirty Dancing, bastava perseverare. «Tu sai Gay? Cioè non gay...anche se non ho niente al contrario. Io li adoro i gay. Insomma ciao io sono Phoebe» ci teneva a presentasi prima di tutto o dopo averlo schiacciato per salvarlo ma questi sono dettagli ecco.
    E poi panico. Fu attaccata da un tizio con un incendio. «Oh miseriaccia» Non era molto brava con i duelli e magari quella scelta di partecipare non era stata una buona idea. Complimenti Phoebe per la stupidità. Una cosa però era certa, non voleva morire con un incendio e neanche con qualsiasi altro attacco, ma avete capito dai. Comunque puntò la bacchetta Alkyone e «aguamenti» era facile no? Doveva solo uscire un pochino di acqua per far in modo che il fuoco non la bruciasse. Non voleva puzzare di pollo bruciato #wat. E poi avrebbe provato ad andare di «diminuendo» adorava rimpicciolire le cose e le persone, poteva portarsele a spasso senza che potessero pesare.


    «What the Duck?»
    «Fuck»
    «No, Duck is cute.»
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    (9) DIFESA GAY (Gay+ Phoebe) : si getta su di lui con amore per spostarlo o fare dirty dancing...
    (15) DIFESA PHOEBE (Chouko + Phoebe): Aguamenti
    ATTACCO ALKYONE: diminuendo
     
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162 replies since 23/4/2019, 23:01   3905 views
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