«pensi davvero sia una buona idea» «un’ottima, idea» le labbra strette tra loro, Isaac Lovecraft sollevò lo sguardo nocciola sull’ex concasato comodamente seduto dall’altra parte del bancone, i gomiti poggiati sul mogano levigato ed il mento sul palmo aperto; oramai, al Captain Platinium, ci viveva più di quanto non facesse a casa propria – il ribelle, non Connor Walsh. Il quale, per inciso, non aveva davvero idea del perché stesse facendo tutto quello. «davvero, connor, non… so, non mi convince» portò, nuovamente e per poco, gli occhi sullo schermo del cellulare, costretto a sollevare la propria attenzione dai social nel momento in cui un cliente pagante - voleva bene al più giovane, senza dubbio, nonostante quest’altro fosse il migliore amico di Sharyn ed avrebbe dovuto temere un certo conflitto di interessi, ma stava di fatto che sedeva al suo bar senza ordinare nulla e senza così aumentargli le entrate: bellissime le chiacchierate frivole e tutto quanto, ma aveva davvero bisogno di quel lavoro – entrò nel locale. Non essere più povero in canna non significava certamente che potesse riposarsi sugli allori, ecco; d’altronde Stiles continuava a lavorare, e non voleva passare per quello della coppia che si fa mantenere dalle fatiche altrui. Comunque, abbandonò il proprio telefono dietro il bar top, scivolando con un sorriso verso il signore appena arrivato; ignorando, con grande classe e rassegnazione, Connor a sporgersi oltre i limiti che erano imposti agli avventori per prendere l’apparecchio elettronico. Ingenuo, Isaac, a credere di poter servire l’uomo in pace. «dai isaac PENSACI!!!» «vuole altro oltre al cappuccino?» «è davvero il caso!!» «una brioche?» «non ignorarmi, è importante!!!» «perfetto, allora fanno tre galeoni e -» «guarda che se l’è scaricato anche sharyn» «cosa?» «cosa?» «cosa?» ma che voleva quello. Si voltò verso il Walsh, poi verso il cliente, la bocca socchiusa e la mano aperta ad accogliere le monete altrui. «chi è sharyn?» piegò la testa sulla spalla, le sopracciglia corrucciate. Chissà se era realmente interessato, o se si annoiava a tal punto da andare in giro per i bar ad aspettare che qualcuno parlasse a gran voce dei – propri problemi? No, figurarsi!, per il ventiduenne la storia Sharyn, a meno che non fosse affrontata all’interno del proprio appartamento con il proprio team di psicologi (leggasi Idem, Stiles, Nicole e Sin; leggasi ancora praticamente la sua famiglia – ovvio che essendo il tassorosso come un fratello, si beccava per osmosi anche la futura #sincope -, non era certo contasse come gruppo terapeutico), era ancora un tabù che non era disposto ad affrontare a voce alta. Dopo quasi un anno? Naturale. Chiaramente, il gentiluomo attendeva paziente che qualcuno mettesse sulla piazza il drama di terzi, per piazzarci poco galantemente il proprio naso. «non…» sono cazzi tuoi; non è così che funziona: solitamente è il barista a chiedere al cliente domande sulla propria vita – nemmeno ti stai ubriacando, ti sei preso un fottuto cappuccino NON ROMPERMI!!! Ebbene, per più ed evidenti ragioni, non poteva di certo insultare qualcuno sul posto di lavoro; schioccò la lingua sul palato, sollevando allusivo le sopracciglia. «la mia ragazza.» se sentì il peso dello sguardo di Connor? Sì, assolutamente: troppo suggestivo per essere ignorato. «cioè, ex.» immaginava che il discorso fosse chiuso. «ooooooh» sbagliava. «e vuoi parlarne?» si morse le labbra, le iridi nocciola a saettare sul legionario in un muto “cosa hai creato.” prima di tornare sull’altro. «direi di no» «secondo me sì» «lo penso anche io» Davvero. Davvero. Strinse le braccia al petto, un respiro melodrammatico a gonfiare il torace. Per nessuna ragione al mondo, Isaac Lovecraft avrebbe voluto parlare della Winston con il migliore amico di lei ed uno sconosciuto, uno sconosciuto!; a malapena riusciva a parlarne con sé stesso, ed ogni volta doveva smettere prima di sentirsi fisicamente dolere il petto – perché non ne valeva la pena. Per lei sempre la sarebbe valsa, ma a che pro continuare a rammentarsi di quanto avesse consapevolmente rovinato tutto? Aveva voluto dirle la verità, e ne aveva sempre conosciuto il rischio; aveva sempre saputo quale sarebbe stato il prezzo da pagare con Sharyn. Che non lo avesse ancora accettato, che ancora non riuscisse a togliersela dalla testa, di certo non significava che potesse parlarne con la qualunque. Anche perché avrebbe significato ammettere di essere un ribelle – certo: go big or go home. «sapete che vi dico?» probabilmente sì, lo sapevano; anche il tipo del cappuccino – perché ne era certo, che fosse un complotto. Qualcosa che avrebbe potuto combattere con perseveranza e pazienza, ma sinceramente alle dieci del mattino non era così volenteroso di iniziare una crociata simile. Strappò dalle mani di Connor il suo stesso telefono, e senza nemmeno indugiare sulla schermata dell’app di incontri accettò un… che cos’era?, un invito ad uscire? Forse: avrebbe lasciato fosse Niamh ad occuparsene, che su quelle cose ci si chiudeva anche troppo. «contenti ora?» #spoiler: sì. Perché quella del Walsh, una cospirazione la era davvero.
«mmmmmm potresti ……… ???» no, non poteva. Mani in alto come se gli avessero puntato una pistola in faccia, il Lovecraft tentò, tanto disperatamente quanto inutilmente, di evitare contatti non richiesti con la gente sulla pista da ballo; le missioni di Tom Cruise erano meno impossibili di quella. «scusa ??? dovrei passare ???» eh, ma quanto poteva fottergliene a quello là? Naturalmente poco: lo perdonava solo perché la musica era alta. «no che ??? cosa fai» ah ochei, si stava strusciando – ed aveva pensato che le mani in alto fossero per toccarlo! Ah ochei intensifies; mica era colpa sua se non era alto come tutte le persone di Londra e a mani alzate arrivava alle spalle altrui. «dovrei… davvero… ??? cosa stai face- oh capisco… no, senti, mh» batté le mani sul petto (nudo) (ma perché la gente girava nuda) (era fuori dal giro da troppo) del ragazzo, laddove questo aveva ritenuto opportuno premergliele. «sei molto bello, sicuramente simpatico, fai palestra – ma ho altri interessi» chissà se poteva dirlo ad alta voce, d’essere etero. Qualcuno ci avrebbe creduto? Alzò, senza chiedersi da dove fosse riuscito a tirarlo fuori, il telefono. «un appuntamento!» bastava così poco: a saperlo prima avrebbe evitato d’essere palpato ovunque – sempre piacevole, però insomma. «buona serata! divertiti! bevi responsabilmente!!» chissà cosa successe in seguito: Isaac, che dal basso del suo metro e settanta si sentiva un Hobbit alla corte degli Uomini, non lo capì. La gente lo spingeva, la gente urlava, la gente. In qualche modo, comunque, uscì dalla zona grigia del Lilum, riuscendo a riprendere fiato; non baciò terra solo perché probabilmente si sarebbe preso tante di quelle malattie magiche che il San Mungo lo avrebbe mandato a Malattie Imbarazzanti. «ok, bancone.» sospirò, individuando il fatidico luogo d’incontro suggerito su Tinder. «ma perché lo sto facendo» domande interessanti, alle quali non aveva alcun tipo di risposta: sarebbe dovuto rimanere a casa, Netflix ‘n’ chill con Stiles e a dormire presto. E invece no. «un cuba libre – con l’ombrellino» le priorità erano chiare. Chissà, probabilmente avrebbe dovuto tenere lo sguardo fisso sulla bottigliera, tamburellare le dita sul legno sgualcito per tutto il tempo dell’attesa, e poi – poi boh, fuggire. Probabilmente non avrebbe dovuto alzare lo sguardo. «shaRYN?» sì, emozione nel vederla – ma cristo santo, che cosa dovevano farci con la musica pompata così forte nelle casse. Deglutì, pentendosi l’istante seguente di aver aperto bocca: chissà da quanto ella s’era accorta fosse lì, e cercasse d’evitarlo. Da un sacco. E se Marcus avesse scoperto che aveva parlato!!!!!! con la sorella? Avrebbe rovinato la loro amicizia? Lo avrebbe ucciso? Entrambe. «che – che ci fai qui?» giustamente, uno pensa di non continuare a rischiare la propria vita, e poi fa l’esatto opposto, scivolando sullo sgabello più vicino alla ragazza. Perché con lei non ce la faceva, ad essere razionale. «cioè, non perché… ???» gesticolò vago nell’aria, colpendo per sbaglio qualcuno. «oddio scusa – dicevo, puoi stare qui» e ringrazia della gentile concessione, Winston. «??? QUAL BUON VENTO!» quello africano, presumibilmente: solo Isaac stava iniziando a sudare così tanto? Sì? Ok, bene. |