the heart is an arrow

sharyn + isaac

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    Il fatto che uscisse di casa stava incominciando a preoccupare le persone che frequentava, e se suo fratello sembrava preoccuparsi di più del suo nuovo bff, Connor aveva a cuore la sua vita sociale. Ed ecco perché le aveva consigliato di scaricarsi Tinder, così, per conoscere della gente e farsi un giro – peccato che non avessero condiderato i casi umani. Sharyn aveva dunque deciso di farsi una cultura su qquesta app e intraprendere uno studio sugli esemplari maschi di Tinder. All’inizio era stata una creatura innocente e pura, con i suoi swipes giusti e determinati da attenti criteri estetici, tanto che i ragazzi le sembravano persino carini. Se il primo giorno era stato un hobby casual per passare il tempo durante la paura pranzo, il secondo si era trasformata nel master dello swipe, tanto che temeva di dover assumere un’assistente per Tinder come Kim K. Eh, le faceva male il pollice fatele causa. Sapete che Sharyn non riusciva più a distinguere i ragazzi? Le sembravano davvero tutti uguali, aveva iniziato a pensare che fossero diventati cinesi - se già era bionda prima, in quel momento si sentiva platino. Per non parlare degli adorabili messaggi che aveva ricevuto, personalmente i suoi faves erano la velata insinuazione che fosse un po’ cagna a causa di una bllxxxxima foto e un altro poeta che inviava gifs profonde. Niente, a un certo punto aveva pregato di scoprirsi lesbica.
    Stava davvero rimpiangendo Isaac, uno dei pochi ragazzi sani che c’erano, sì perché era riuscita a toccare quel livelli. Grazie alla riscoperta bontà del fratello, Sharyn aveva persino dovuto sopportare l’ex in casa sua anche quando avrebbe preferito non vederlo tipo per sempre, ancora non poteva credere che Marcus l’avesse preso sotto la sua ala. Era la presa per il culo più grande di tutto l’universo, e Sharyn l’aveva contrastata con quello che le veniva meglio: Palmer. Dopo tutto questo tempo? Sempre. Doveva dire che ultimamente stava incominciando a vedere un certo potenziale con suo cugino, non voleva però esternare nulla a Marcus, non avrebbe mai dovuto sapere che c’era lei a tirare le fila della sua vita: nulla era lasciato al dettaglio, i suoi hints erano potentissimi!!! Comunque, nel mentre di questo pippone immenso, Shar era riuscita a matchare con un ragazzo super karino, kinda assomigliante ad Isaac ma dalle foto non si capiva molto quindi si sarebbe anche potuta sbagliare. Sperava che non le mandasse una dick pic, ancora una e avrebbe considerato di passare al team tette.

    Fino a quel momento aveva fatto un buon lavoro nell’evitare l’ex, quando si trovava in casa sua solitamente Sharyn si vaporizzava fuori dalla porta, e quando stava da Stiles si accertava prima che Isaac fosse a lavoro, così da evitare qualsiasi confronto sulla loro rottura – eh, non avevano mai affrontato quel discorso. Era passato quasi un anno senza che ci avesse a che fare, e per quanto ci fosse stata di merda quando si erano lasciati, sapeva che era meglio così, un po’ perché non ci teneva a stare con un omicida e un po’ perché gli puzzavano i piedi. Immaginate il suo stupore quando vide il Lovecraft tra la folla del locale, il suo sguardo a vagare in cerca di chissà cosa. Quanto ci scommetteva che era lì per una danza esotica da qualche ballerino, sicuro si era riscoperto gay dopo essere stata con lei – era il classico plot twist da fanfiction, ormai per la mente bionda era canon che succedesse anche nella realtà. Sharyn fece l’unica cosa che le venne in mente per mimetizzarsi, incominciò a bere il suo drink con una passione mai vista, che magari da ubriaca non avrebbe neanche dovuto sopportare Isaac e il ballerino che si strusciavano. Nel frattempo lei stava ancora aspettando il suo misterioso cavaliere, e sebbene c’era la possibilità che l’avesse accannata (uau qnt sn figa #kastaromaskam), sperava davvero che non fosse così – aveva una bassa autostima, non avrebbe potuto sopportarlo. E poi, cosa?, si era messa in tiro solo per venir scaricata da uno stronzo qualunque? Già aveva scelto quella particolare location per accertarsi che il tipo non fosse un cliente abituale degli strip club, ci mancava solo che la lasciasse da sola.
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    15.04.19 - lilum
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    «pensi davvero sia una buona idea» «un’ottima, idea» le labbra strette tra loro, Isaac Lovecraft sollevò lo sguardo nocciola sull’ex concasato comodamente seduto dall’altra parte del bancone, i gomiti poggiati sul mogano levigato ed il mento sul palmo aperto; oramai, al Captain Platinium, ci viveva più di quanto non facesse a casa propria – il ribelle, non Connor Walsh. Il quale, per inciso, non aveva davvero idea del perché stesse facendo tutto quello. «davvero, connor, non… so, non mi convince» portò, nuovamente e per poco, gli occhi sullo schermo del cellulare, costretto a sollevare la propria attenzione dai social nel momento in cui un cliente pagante - voleva bene al più giovane, senza dubbio, nonostante quest’altro fosse il migliore amico di Sharyn ed avrebbe dovuto temere un certo conflitto di interessi, ma stava di fatto che sedeva al suo bar senza ordinare nulla e senza così aumentargli le entrate: bellissime le chiacchierate frivole e tutto quanto, ma aveva davvero bisogno di quel lavoro – entrò nel locale. Non essere più povero in canna non significava certamente che potesse riposarsi sugli allori, ecco; d’altronde Stiles continuava a lavorare, e non voleva passare per quello della coppia che si fa mantenere dalle fatiche altrui.
    Comunque, abbandonò il proprio telefono dietro il bar top, scivolando con un sorriso verso il signore appena arrivato; ignorando, con grande classe e rassegnazione, Connor a sporgersi oltre i limiti che erano imposti agli avventori per prendere l’apparecchio elettronico. Ingenuo, Isaac, a credere di poter servire l’uomo in pace. «dai isaac PENSACI!!!» «vuole altro oltre al cappuccino?» «è davvero il caso!!» «una brioche?» «non ignorarmi, è importante!!!» «perfetto, allora fanno tre galeoni e -» «guarda che se l’è scaricato anche sharyn» «cosa?» «cosa?» «cosa?» ma che voleva quello. Si voltò verso il Walsh, poi verso il cliente, la bocca socchiusa e la mano aperta ad accogliere le monete altrui. «chi è sharyn?» piegò la testa sulla spalla, le sopracciglia corrucciate. Chissà se era realmente interessato, o se si annoiava a tal punto da andare in giro per i bar ad aspettare che qualcuno parlasse a gran voce dei – propri problemi? No, figurarsi!, per il ventiduenne la storia Sharyn, a meno che non fosse affrontata all’interno del proprio appartamento con il proprio team di psicologi (leggasi Idem, Stiles, Nicole e Sin; leggasi ancora praticamente la sua famiglia – ovvio che essendo il tassorosso come un fratello, si beccava per osmosi anche la futura #sincope -, non era certo contasse come gruppo terapeutico), era ancora un tabù che non era disposto ad affrontare a voce alta. Dopo quasi un anno? Naturale.
    Chiaramente, il gentiluomo attendeva paziente che qualcuno mettesse sulla piazza il drama di terzi, per piazzarci poco galantemente il proprio naso. «non…» sono cazzi tuoi; non è così che funziona: solitamente è il barista a chiedere al cliente domande sulla propria vita – nemmeno ti stai ubriacando, ti sei preso un fottuto cappuccino NON ROMPERMI!!! Ebbene, per più ed evidenti ragioni, non poteva di certo insultare qualcuno sul posto di lavoro; schioccò la lingua sul palato, sollevando allusivo le sopracciglia. «la mia ragazza.» se sentì il peso dello sguardo di Connor? Sì, assolutamente: troppo suggestivo per essere ignorato. «cioè, ex immaginava che il discorso fosse chiuso.
    «ooooooh» sbagliava. «e vuoi parlarne?» si morse le labbra, le iridi nocciola a saettare sul legionario in un muto “cosa hai creato.” prima di tornare sull’altro. «direi di no» «secondo me sì» «lo penso anche io»
    Davvero. Davvero.
    Strinse le braccia al petto, un respiro melodrammatico a gonfiare il torace. Per nessuna ragione al mondo, Isaac Lovecraft avrebbe voluto parlare della Winston con il migliore amico di lei ed uno sconosciuto, uno sconosciuto!; a malapena riusciva a parlarne con sé stesso, ed ogni volta doveva smettere prima di sentirsi fisicamente dolere il petto – perché non ne valeva la pena. Per lei sempre la sarebbe valsa, ma a che pro continuare a rammentarsi di quanto avesse consapevolmente rovinato tutto? Aveva voluto dirle la verità, e ne aveva sempre conosciuto il rischio; aveva sempre saputo quale sarebbe stato il prezzo da pagare con Sharyn. Che non lo avesse ancora accettato, che ancora non riuscisse a togliersela dalla testa, di certo non significava che potesse parlarne con la qualunque.
    Anche perché avrebbe significato ammettere di essere un ribelle – certo: go big or go home. «sapete che vi dico?» probabilmente , lo sapevano; anche il tipo del cappuccino – perché ne era certo, che fosse un complotto. Qualcosa che avrebbe potuto combattere con perseveranza e pazienza, ma sinceramente alle dieci del mattino non era così volenteroso di iniziare una crociata simile. Strappò dalle mani di Connor il suo stesso telefono, e senza nemmeno indugiare sulla schermata dell’app di incontri accettò un… che cos’era?, un invito ad uscire? Forse: avrebbe lasciato fosse Niamh ad occuparsene, che su quelle cose ci si chiudeva anche troppo. «contenti ora?»
    #spoiler: sì.
    Perché quella del Walsh, una cospirazione la era davvero.

    «mmmmmm potresti ……… ???» no, non poteva. Mani in alto come se gli avessero puntato una pistola in faccia, il Lovecraft tentò, tanto disperatamente quanto inutilmente, di evitare contatti non richiesti con la gente sulla pista da ballo; le missioni di Tom Cruise erano meno impossibili di quella. «scusa ??? dovrei passare ???» eh, ma quanto poteva fottergliene a quello là? Naturalmente poco: lo perdonava solo perché la musica era alta. «no che ??? cosa fai» ah ochei, si stava strusciando – ed aveva pensato che le mani in alto fossero per toccarlo! Ah ochei intensifies; mica era colpa sua se non era alto come tutte le persone di Londra e a mani alzate arrivava alle spalle altrui. «dovrei… davvero… ??? cosa stai face- oh capisco… no, senti, mh» batté le mani sul petto (nudo) (ma perché la gente girava nuda) (era fuori dal giro da troppo) del ragazzo, laddove questo aveva ritenuto opportuno premergliele. «sei molto bello, sicuramente simpatico, fai palestra – ma ho altri interessi» chissà se poteva dirlo ad alta voce, d’essere etero. Qualcuno ci avrebbe creduto? Alzò, senza chiedersi da dove fosse riuscito a tirarlo fuori, il telefono. «un appuntamento!» bastava così poco: a saperlo prima avrebbe evitato d’essere palpato ovunque – sempre piacevole, però insomma. «buona serata! divertiti! bevi responsabilmente!!» chissà cosa successe in seguito: Isaac, che dal basso del suo metro e settanta si sentiva un Hobbit alla corte degli Uomini, non lo capì.
    La gente lo spingeva, la gente urlava, la gente. In qualche modo, comunque, uscì dalla zona grigia del Lilum, riuscendo a riprendere fiato; non baciò terra solo perché probabilmente si sarebbe preso tante di quelle malattie magiche che il San Mungo lo avrebbe mandato a Malattie Imbarazzanti. «ok, bancone.» sospirò, individuando il fatidico luogo d’incontro suggerito su Tinder. «ma perché lo sto facendo» domande interessanti, alle quali non aveva alcun tipo di risposta: sarebbe dovuto rimanere a casa, Netflix ‘n’ chill con Stiles e a dormire presto. E invece no. «un cuba libre – con l’ombrellino» le priorità erano chiare.
    Chissà, probabilmente avrebbe dovuto tenere lo sguardo fisso sulla bottigliera, tamburellare le dita sul legno sgualcito per tutto il tempo dell’attesa, e poi – poi boh, fuggire.
    Probabilmente non avrebbe dovuto alzare lo sguardo. «shaRYN?» sì, emozione nel vederla – ma cristo santo, che cosa dovevano farci con la musica pompata così forte nelle casse. Deglutì, pentendosi l’istante seguente di aver aperto bocca: chissà da quanto ella s’era accorta fosse lì, e cercasse d’evitarlo. Da un sacco.
    E se Marcus avesse scoperto che aveva parlato!!!!!! con la sorella? Avrebbe rovinato la loro amicizia? Lo avrebbe ucciso? Entrambe. «che – che ci fai qui?» giustamente, uno pensa di non continuare a rischiare la propria vita, e poi fa l’esatto opposto, scivolando sullo sgabello più vicino alla ragazza. Perché con lei non ce la faceva, ad essere razionale. «cioè, non perché… ???» gesticolò vago nell’aria, colpendo per sbaglio qualcuno. «oddio scusa – dicevo, puoi stare qui» e ringrazia della gentile concessione, Winston. «??? QUAL BUON VENTO!» quello africano, presumibilmente: solo Isaac stava iniziando a sudare così tanto? Sì?
    Ok, bene.
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    2043 trash • bartender • ex ravenclaw • 1997's • rebel

    isaac
    lovecraft
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    Al momento Sharyn era estremamente combattuta sull’alzare lo sguardo sul ragazzo che ballava affianco a lei, o sul trattenersi dal farlo per la paura che fosse qualcuno di sua conoscenza. Le era capitato prima, e ancora non era riuscita a rimuovere il trauma dal suo cervello quindi no, non ci teneva a ripetere l’esperienza una seconda volta. Come aveva fatto a guardarli negli occhi il giorno dopo era un mistero, specie dopo aver seguito con estrema attenzione la loro performance – per l’arte, non certo perché erano mezzi nudi. Ma quello era mica Jeremy? No ochei, meglio tornare a concentrarsi sul suo drink, nella speranza che togliesse l’edge off abbastanza da rilassarsi. Magari non troppo, dato che l’ultima volta aveva raccontato la storia della sua vita ad uno sconosciuto, un po’ come un’Elisa qualunque. Pregava che Isaac non l’avesse vista, rifletté nel piegarsi come un pezzo di tetris per nascondersi dietro un uomo, non aveva idea di cosa avrebbe fatto se si fosse avvicinato. Perché avrebbe dovuto farlo non lo sapeva, non dopo che siera rifiutata di riconoscere la sua esistenza per un anno, non importava quante volte si presentasse alla sua porta per vedere Marcus. «shaRYN?» doveva fingere di non averlo sentito? Ottima idea, perché era quello che stava facendo. Com’era possibile che la maglia del barman fosse così attillata senza soffocarlo? Non che alla Winston dispiacesse, da dove si trovava lei riusciva a vedere ogni linea dei muscoli, e poi era sembra stata debole alle fossette. Stava facendo un così buon lavoro a ignorare il Lovecraft che nemmeno si accorse che era scivolato affianco a lei, almeno finché non aprì bocca «che – che ci fai qui?» ah merda. Davvero una bella merda, doveva dire. Valutò brevemente di saltare oltre il bancone e scomparire nel retro, prima che la sua parte più razionale avesse la meglio: tra un po’ aveva cinquant’anni, che incominciasse a comportarsi come un’adulta. Premette le labbra in una linea sottile, raccogliendo tutta la calma che aveva accumulato con lo yoga mattutino, poteva farcela a parlargli come una persona normale. Non l’aveva mai denunciato al resto dei pavor, se non era quello un comportamento civile non aveva idea di cosa lo fosse. «isaac» fece scivolare le iridi azzurre sull’ex, concedendosi qualche momento prima di incontrare il suo sguardo, e Dio se se ne pentì. Sembrava quasi più impanicato di lei, ed era tutto dire, forse avrebbe dovuto consigliare lo yoga anche a lui. Merda aveva mica qualcosa tra i denti, o le era scivolato il capezzolo dal vestito?? Non doveva guardare, non doveva guard- ah ochei nessun nipple slip. Sì, si trovava in un locale con gente nuda ovunque ma ci teneva comunque alla sua dignità, non era mica come un Eugene che si vantava delle sue conquiste sessuali (Jade) – eh, se non aveva ancora i traumi, non voleva più saperne niente. «cioè, non perché… ???» oh cristo, aveva appena dato una manata in faccia a un ragazzo. Dai che ora il tipo si metteva a menarlo, ah no se n’è andato. Peccato avrebbe scommesso good money per quella rissa improvvisata, ma forse avrebbe dovuto pensarci lei??? CAZZO MA C’ERA PRINCESS NOKIA ALLO STERIO???????? No dai Sharyn non puoi andare a ballare, devi prima dare retta a sto poraccio. E ora come ci si concentrava con la sua fave canzone?? No skè, tanto non ci sarebbe riuscita nemmeno con il fuckin’ Beethoven in sottofondo. «faccio la stripper, Isaac» she scolded her features into neutrality, non accenando a nessun sorriso mentre osservava il ragazzo. Lasciò passare un battito prima di tramutare quella maschera in un piccolo sorriso, più imbrazzato che altro «no, non è vero scherzone» ah ah stava ridendo anche lui internamente? Sperava di sì, o non avrebbe più sprecato il suo genio comico su di lui. «stavo-» chi glielo diceva che stava aspettando un ragazzo per un kinda probabile appuntamento? Di certo non lei, oh no, mai nella vita si sarebbe auto sabotata in quel modo. Si strinse tra le spalle, interrompendo per un momento il suo sguardo per abbassarlo sul bancone, dove stava tamburellando le dita contro il vetro. Non doveva niente ad Isaac, ma non avrebbe ammesso che stava provando ad andare avanti. «avevo bisogno di uscire, c’era marcus che…stava facendo cose» perché dirgli che l’Howl si stava divertendo ad affilare tutte le lame presenti in casa sembrava dipingere suo fratello come uno psicopatico, cosa che era in realtà era, ma non le sembrava il caso di farlo sapere al mondo. «senti, volevo-» cosa voleva, Sharyn? Quella maledetta tequila l’aveva resa più sciolta di quanto avrebbe dovuto essere in presenza del Lovecraft, mettendole in testa idee che non avrebbe dovuto avere «niente lascia perdere» voleva sapere perché. Perché aveva scelto di mettersi dalla parte della resistenza, di gente che uccideva altre persone quando sosteneva di volerli liberare dal Regime. Erano assassini, altro che salvatori del cazzo. Perché non apriva quei maledetti occhi.
    Perché aveva lasciato che lo scoprisse.
    Dio, non riusciva più a guardarsi intorno senza sospettare che persino il suo migliore amico fosse un ribelle. Suo fratello, i suoi cugini, non aveva più certezze.
    Perché non era riuscita a togliersi il ragazzo dalla testa anche dopo quasi un anno.
    «che ci fai te qui invece, appuntamento» sì, stava indagando fatele causa, anche se non c’era modo che fosse ad un appuntamento, non quando erano circondati da gente mezza nuda «o qui per vedere uno dei tuoi amiki?» ebbe persino il coraggio di offrirgli un occhiolino complice, un sorriso innocente a nascondere più di quanto osasse rivelare ad alta voce. Uno dei suoi amici della Ribellione, forse per un incontro segreto? Non ne aveva idea, ma valeva la pena chiedere.
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